Enrico Pandone: differenze tra le versioni

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Fedele in un primo momento alla causa dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo]] che nel 1525 lo aveva nominato [[Ducato di Bojano|duca di Bojano]] in ricompensa per la vittoria riportata nella battaglia di [[Roma]] nell'ambito della [[Guerra d'Italia del 1521-1526|guerra dei quattro anni]], avendo sperperato tutte le ricchezze della famiglia, l'anno dopo si pose dalla parte dei francesi in occasione della discesa in [[Italia]] del maresciallo [[Odet de Foix]] volta a conquistare il [[Regno di Napoli]]<ref name="Candida Gonzaga-db.histantartsi.eu">{{Cita|Candida Gonzaga (1875)|p. 97}}; {{Cita|Db.histantartsi.eu}}.</ref>. Sperava così in una vittoria del ''Lautrec'' che gli consentisse di riavere dai propri creditori, partigiani imperiali, i possedimenti perduti<ref name="Candida Gonzaga">{{Cita|Candida Gonzaga (1875)|p. 97}}.</ref>.
 
A causa dell'esito infausto della [[guerra della Lega di Cognac]] per i francesi (definitiva sconfitta e resa nell'[[Assedio di Napoli (1528)|assedio di Napoli]] del 1528]]), Enrico decise di lasciare il Regno assieme alla moglie Caterina/Isabella [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva d'Aragona]]<ref name="Candida Gonzaga"/>. Intento ad organizzare la fuga a Venafro, fu ivi catturato e condotto prigioniero nel [[Maschio Angioino|Castel Nuovo]] di Napoli, dove il 1º dicembre venne fatto decapitare per [[fellonia]] da [[Filiberto di Chalon]], [[Principato di Orange|principe di Orange]]<ref name="Candida Gonzaga-db.histantartsi.eu"/>. Di conseguenza, il [[Castello Pandone (Venafro)|castello]] di Venafro, sua residenza, fu saccheggiato dai soldati e la famiglia di Enrico venne spogliata di tutti i propri beni<ref name="Candida Gonzaga"/>. Lo scrittore venafrano Battista della Valle per ricordarne le gesta gli aveva dedicato la sua opera ''Vallo''<ref name="db.histantartsi.eu"/>.
 
== Ascendenza ==
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== Discendenza ==
Enrico Pandone si sposò a [[Napoli]] il 10 dicembre 1514 con Caterina/Isabella [[Acquaviva (famiglia)|Acquaviva d'Aragona]], figlia di [[Giovanni Francesco Acquaviva d'Aragona]], [[marchese]] di [[Bitonto]], e [[Dorotea Gonzaga (1485-1538)|Dorotea Gonzaga]], dalla quale ebbe Francesco, marito di Laura [[Albertini (famiglia)|Albertini]], vissuto in miseria dopo la rovina del padre, e un altro figlio, del quale non si conosce il nome, morto suicida<ref>{{Cita|Ammirato (1651)|p. 68}}; {{Cita|Db.histantartsi.eu}}; {{Cita|Garofalo e Mattei (2022)|p. 92}}; {{Cita|Pecoraro et al. (1801)|pp. 85–8885-88 e le doppie note n. 3}}; {{Cita|Terminio (1581)|p. 44}}.</ref>. Come figlia, aveva avuto Elisabetta, andata in sposa a Prospero di Palma<ref>{{Cita|De Lellis (1671)|p. 90}}.</ref>. Già imparentato dalla nascita con gli [[Aragona (famiglia)|Aragona]], coi quali la casata della consorte era legata, celebrate le nozze, a partire dal 1520 unì al nome della propria famiglia quello della dinastia reale spagnola<ref name="db.histantartsi.eu"/>.
 
== Opere ==