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La campagna di Gallipoli, conosciuta anche come battaglia di Gallipoli, campagna dei Dardanelli o battaglia di Çanakkale (dal turco: Çanakkale Savaşı), fu una campagna militare intrapresa nella penisola di Gallipoli dagli Alleati nel corso della prima guerra mondiale per facilitare alla Royal Navy e alla Marine nationale il forzamento dello stretto dei Dardanelli al fine di occupare Costantinopoli, costringere l'Impero ottomano a uscire dal conflitto e ristabilire le comunicazioni con l'Impero russo attraverso il Mar Nero.

La campagna, pianificata da Francia e Regno Unito, doveva inizialmente articolarsi su una serie di attacchi navali che, condotti dal 19 febbraio al 18 marzo 1915, non ottennero i risultati previsti; il 25 aprile 1915 tre divisioni alleate furono sbarcate sulla penisola di Gallipoli, mentre altre due furono utilizzate in azioni diversive, in quella che si può considerare la prima operazione anfibia contemporanea su vasta scala e dalla quale scaturirono studi teorici che influenzarono profondamente successive operazioni analoghe. L'azione fu studiata in modo da eliminare le fortificazioni avversarie e rilanciare l'assalto navale, ma lo svolgimento delle operazioni non andò come previsto dai comandi alleati: l'improvvisata organizzazione della catena di comando, la confusione durante gli sbarchi, le carenze logistiche e l'inaspettata resistenza dei reparti ottomani coadiuvati da elementi tedeschi impedirono di ottenere un'importante vittoria strategica, trasformando la campagna in una sanguinosa serie di sterili battaglie a ridosso delle spiagge.

L'evacuazione finale delle teste di ponte tra il novembre 1915 e il gennaio 1916 (svoltasi peraltro assai più ordinatamente dello sbarco) suggellò uno dei più disastrosi insuccessi della Triplice intesa durante l'intera guerra; il fallimento costò al corpo di spedizione circa 250 000 morti e feriti e fu aggravato dalla perdita di diverse unità navali di grosso tonnellaggio, nonostante gli Alleati avessero goduto di un'assoluta superiorità numerica e tecnica a confronto con le esigue forze navali ottomane.

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John Thomson Stonehouse (Southampton, 28 luglio 1925Totton, 14 aprile 1988) è stato un politico e imprenditore britannico e spia al servizio della Cecoslovacchia, Direttore generale delle poste del Regno Unito durante il primo governo di Harold Wilson (1968-70).

Importante politico britannico della seconda metà del XX secolo, dagli anni 1960 fu accusato (a ragione) di essere una spia al soldo della Cecoslovacchia comunista. Nonostante la sua copertura non saltasse, la sua carriera politica subì pesanti contraccolpi. Anche a seguito di varie accuse di frode, mentre era ancora in carica come parlamentare alla Camera dei Comuni Stonehouse inscenò la propria morte il 20 novembre 1974, fingendo un annegamento su una spiaggia di Miami. In realtà fuggì in Australia sotto falso nome, e venne individuato dopo un mese perché scambiato per lord Lucan, aristocratico accusato di omicidio scomparso nello stesso periodo.

Arrestato e rimpatriato, mentre era sotto inchiesta cambiò partito abbandonando la maggioranza laburista del secondo governo di Harold Wilson, già allora in equilibrio precario e che per questo dovette tramutarsi in un governo di minoranza fino al suo crollo nel 1976. Fu condannato a sette anni di carcere, e sulla sua vicenda è basata la serie TV Stonehouse (2023).

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L'utopia non è soltanto più nobile, ma è anche più produttiva dell'indifferenza, dello scetticismo, del cinismo.
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