Utente:IlSistemone/Sandbox2
La cappella Capece Minutolo è una cappella gotica-angioina del duomo di Napoli, artisticamente tra le più importanti della chiesa.
Cenni storici
La cappella venne edificata all'angolo destro del presbiterio in stile gotico seppur con una impronta d'avanguardia verso modi nuovi, riscontrabile soprattutto nei colori ed in alcuni particolari dei monumenti funebri. Le prime informazioni sulla cappella si hanno nel 1301,[1] anno a cui risale il sepolcro di Filippo Minutolo, sulla parete destra, mentre alla metà dello stesso secolo risale il sarcofago di Orso Minutolo (o Urso) sulla parete sinistra. Tuttavia, per affidare il patronato della stessa cappella alla famiglia dei Capece Minutolo, che ancora oggi ne detiene la podestà, come ricorda la scritta marmorea gotico-latina sul pavimento che ne anticipa l'ingresso, delimitando dunque lo spazio privato della cappella rispetto al resto dell'edificio religioso, appartenente alla curia arcivescovile, si deve aspettare il 1389,[1] con l'arcivescovo Enrico Minutolo, committente tra l'altro anche del suo stesso monumento funebre intorno al 1405 circa,[2] posto sulla parete principale, dopo aver chiesto ed ottenuto i permessi per un ampliamento dello spazio della cappella con la costruzione nel 1402 della tribuna.
La cappella, chiusa generalmente al pubblico, viene aperta solo di rado o per celebrare i matrimoni di famiglia Minutolo; in tale occasione viene aperto anche il portale d'ingresso di destra del duomo, in linea con la cappella.
Descrizione
All'esterno della cappella, lungo il transetto destro del duomo, accanto alla porta d'accesso è il sepolcro di Giovan Battista Capece Minutolo (morto nel 1586) eseguito da Girolamo D'Auria[3] in stile tardo-rinascimentale.
L'interno vede un pavimento a mosaico con figure di animali risalente alla fine del XIII secolo. Nel 1402 vi fu aggiunta invece la tribuna su cui è stato collocato il monumento funebre ad Enrico Minutolo, chiesto volutamente più grande rispetto agli altri due sarcofagi laterali per esaltare la propria figura.
Il trittico sulla parete di sinistra è invece opera di Paolo di Giovanni Fei[3] su committenza di Enrico Minutolo, usato dallo stesso per celebrare messa e poi donato alla cappella di famiglia. L'opera, collocabile intorno alla fine del Trecento, rappresenta nella tavola centrale la scena sella Crocefissione in una composizione che anticipa nei tempi l'impostazione della Crocefissione del Masaccio al Museo di Capodimonte. Ai piedi del Cristo, in grembo al Padre Eterno e contornati entrambi da un'aureola circondata a sua volta da angeli, sono le figure, da sinistra, della Madonna, della Maddalena, raffigurata in ginocchio di spalle, e Maria di Cleofa. Nei due sportelli laterali sono poste le figure dei santi Giovanni Battista e Ludovico di Tolosa, a destra, e Anastasia e Niccolò Pellegrino a sinistra; entrambe le composizioni vedono sopra le figure dei santi due tondi nei quali sono raffigurati due profeti. Nelle cuspidi del trittico, infine, sono il Redentore nel mezzo, la Madonna a destra e l'Angelo dell'annunciazione a sinistra.
Monumenti funebri ai Minutolo
Sulla parete frontale della cappella è collocato il monumentale sepolcro del cardinale Enrico Minutolo, di fattura romana dei primi anni del Quattrocento.[3] Il monumento vede il sarcofago con le spoglie del defunto cardinale, morto a Bologna nel 1412, scoperto da due angeli alati alzanti la tenda e sorretto da due colonne a spirale e due statue dipinte a tempera con l'uovo rappresentanti la Carità a destra e la Pazienza a sinistra.[1] La fascia frontale del sarcofago è decorata con grandi mezzorilievi, sempre colorati a tempera, che vedono al centro la scena della Natività, a destra i santi Pietro e Gennaro, ed a sinistra sant'Anastasia e san Girolamo, entrambi questi ultimi con le rispettive mani sul capo del cardinale Enrico Minutolo, raffigurato in ginocchio tra i due santi adorno di oreficerie. Sotto queste scene, di dimensioni più ridotte ma sempre colorate a tempera, bassorilievi raffiguranti al centro la Madonna col Bambino ed ai lati (sei per parte) i Dodici apostoli. Fa da cornice al sarcofago il baldacchino gotico con grandi colonne a spirale decorate, sorrette queste da quattro leoni, che tirminano con colonne semplici su cui sono scolpite a bassorilievo figure di Santi, ai cui vertici sono poi le sculture dell'Annunciata (a destra) e di un Angelo (a sinistra). Sulle facciate laterali del sepolcro, così come sul timpano del baldacchino, al di sopra del Cristo in croce e sotto la scultura del Cristo benedicente, a sua volta sotto quella della Madonna col Bambino posta sul vertice più alto, è lo stemma della famiglia Minutolo: il leone rampante in bianco e argento su scudo rosso.
Sulle pareti laterali, a destra è il trecentesco sepolcro del cardinale Filippo Minutolo, arcivescovo di Napoli, attribuito ad un seguace di Arnolfo di Cambio, forse Pietro di Oderisio, caratterizzato da figure prese in prestito dall'arte bizantina e dal fatto che nel sepolcro è ambientata una parte della quinta novella della seconda giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio, che aveva soggiornato a lungo a Napoli.[3] A sinistra invece è il sarcofago di Orso Minutolo, arcivescovo di Salerno, databile alla prima metà del Trecento.[3]
Affreschi della cappella
Sulle pareti sono affreschi di epoche diverse: le pareti laterali presentano nelle parti inferiori resti di affreschi della prima metà del XIV secolo ritraenti i cavalieri della famiglia Minutolo, mentre le fasce superiori vedono, sulla parete di sinistra, una Maddalena del Trecento sempre di autore ignoto e le Storie dei santi Pietro e Paolo e di altri santi eseguiti tra il 1285 e il 1290 da Montano d'Arezzo, a cui si devono anche figure di Santi nella parete di destra, quest'ultima caratterizzata infine anche da un San Nicola di ignoto napoletano sempre del XIV secolo.[3]
Altre tracce di affreschi del d'Arezzo sono nella volta, con ancora dei Santi, mentre nella controfacciata sono cicli di ignoto napoletano dei primi del Quattrocento. Allo stesso periodo risalgono inoltre le scene ritraenti le Storie della Passione di Cristo di ignoto autore che decorano la parete frontale, rimaste quasi del tutto intatte e pertanto costituenti il più importante ciclo della cappella. Le storie sono otto e sono incorniciate ai lati del grande monumento funebre a Enrico Minutolo con quattro scene per lato. La lettura delle stesse avviene da sinistra a destra e dall'alto verso il basso; queste sono: l'Ultima cena, l'Orazione nell'orto, la Cattura, l'Ecce Homo, la Flagellazione, l'Andata al calvario, la Crocifissione e la Resurrezione.
Note
- ^ a b c Il Chronicon di Santa Maria del Principio (1313 ca.) e la messa in scena della liturgia nel cuore della Cattedrale di Napoli (PDF), su rm.univr.it. URL consultato il 18 aprile 2015.
- ^ Dizionario biografico Treccani: Enrico Minutolo, su treccani.it. URL consultato il 18 aprile 2015.
- ^ a b c d e f Touring Club Italiano, 2008, p. 211
Bibliografia
Voci correlate
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