Basilio Curticio

Versione del 23 mar 2025 alle 10:50 di Datolo12 (discussione | contributi) (fix wl)
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

Basilio Curticio (in greco Βασίλειος Κουρτίκης/Κουρτίκιος?, Basil Kourtikes o Kourtikios; fl. XI-XII secolo) è stato un militare e diplomatico bizantino durante il regno di Alessio I Comneno.

Biografia

modifica

Gioventù

modifica

Non si sa molto della prima vita di Curticio. La sua famiglia, i Curticio, era di origine armena, essendo occasionalmente menzionata in ambito bizantino sin dalla fine del IX secolo.[1] Lo stesso Basilio proveniva da Adrianopoli ed era cugino di Giorgio Paleologo.[2]

Curticio viene menzionato per la prima volta nel 1077, come partecipante alla rivolta di Niceforo Briennio il Vecchio, dove si distinse nella cattura di Traianopoli da parte delle forze ribelli[2]. Dopo la sconfitta di Briennio da parte delle truppe imperiali di Alessio Comneno (imperatore nel 1081-1118) nella battaglia di Kalavrye, Curticio si avvalse dell'amnistia dichiarata dall'imperatore Niceforo III Botaneiate (r. 1078-1081) ed entrò al servizio imperiale.[3] Combatté presto, sotto Alessio Comneno, contro un altro generale ribelle, Niceforo Basilacio, catturando il fratello di Basilacio nella battaglia che pose fine alla rivolta.[3]

Nel 1080, Curticio partecipò a una campagna contro il generale ribelle Niceforo Melisseno. Insieme a suo cugino, Giorgio Paleologo, fu posto sotto il comando dell'incompetente eunuco di corte Giovanni, che si rifiutò di seguire i loro suggerimenti. Ben presto, però, Giovanni si spaventò per i continui attacchi dei turchi e lasciò l'esercito nelle mani di Paleologo. Sebbene quest'ultimo riuscì a salvare l'esercito dal disastro, Giovanni si lamentò dei due a corte e, al suo ritorno a Costantinopoli, li incolpò della sconfitta.[4]

Alle dipendenze di Alessio I Comneno

modifica

Nel 1083, Curticio partecipò alla campagna di Alessio contro i siculo-normanni in Tessaglia.[3] Nella primavera del 1087, cercò di opporsi all'avanzata dei peceneghi in Tracia e, durante la campagna estiva dello stesso anno contro i peceneghi, fu uno dei sei guerrieri scelti da Alessio per formare le sue guardie del corpo.[3] Curticio rimase probabilmente al fianco di Alessio durante le campagne dei due anni successivi contro i peceneghi. Quando Alessio lasciò l'esercito per Costantinopoli nell'inverno del 1090, Curticio e Nicola Maurocatacalo furono lasciati indietro come co-comandanti e incaricati di rifortificare le città dei Balcani e di preparare la campagna dell'anno successivo.[5]

Curticio fu inviato come ambasciatore presso il sovrano selgiuchide, il sultano Malik Shah I (r. 1071-1092) per portare avanti il progetto di un'alleanza matrimoniale; ma non aveva ancora raggiunto la corte selgiuchide quando ricevette la notizia della morte del sultano e dovette tornare indietro.[6] Nonostante l'alta considerazione di cui godeva e l'apparente fiducia che Alessio riponeva in lui,[7] Curticio partecipò alla congiura fallita dei fratelli Anema, che lo portò all'arresto, all'umiliazione pubblica e all'imprigionamento; le sue proprietà vennero confiscate.[6] Non si sa altro di lui.[6]

  1. ^ Kazhdan 1991, pp. 1157–1158.
  2. ^ a b Skoulatos 1980, p. 43.
  3. ^ a b c d Skoulatos 1980, p. 44.
  4. ^ Skoulatos 1980, pp. 44, 100.
  5. ^ Skoulatos 1980, pp. 44–45.
  6. ^ a b c Skoulatos 1980, p. 45.
  7. ^ Skoulatos 1980, pp. 45–46.

Bibliografia

modifica