Caretta caretta
La Caretta caretta o tartaruga comune è la tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo. La specie è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo e ormai al limite dell’estinzione nelle acque territoriali italiane.
| Caretta caretta | |
|---|---|
Caretta caretta | |
| Stato di conservazione | |
| Classificazione scientifica | |
| Regno | Animalia |
| Phylum | Chordata |
| Subphylum | Vertebrata |
| Classe | Reptilia |
| Sottoclasse | Anapsida |
| Ordine | Testudines |
| Sottordine | Cryptodira |
| Superfamiglia | Chelonioidea |
| Famiglia | Cheloniidae |
| Sottofamiglia | Cheloniinae |
| Genere | Caretta |
| Specie | caretta |
| Nomenclatura binomiale | |
| Caretta caretta Linnaeus,, 1758 | |
Morfologia
Le tartarughe marine sono tra le più antiche creature della Terra. Sono animali perfettamente adattati alla vita acquatica grazie alla forma allungata del corpo ricoperto da un robusto guscio ed alla presenza di “zampe” trasformate in pinne.
Ha forma allungata, ed è di colore rosso-marrone superiormente, striato di scuro nei giovani esemplari.
Alla nascita è lunga circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 - 140 cm, con un peso variabile tra i 100 ed i 160 kg.
La testa è grande, con il rostro molto incurvato. Gli arti sono molto sviluppati, specie gli anteriori, e muniti di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti.
Ha un carapace di colore rosso marrone e un piastrone giallastro,a forma di cuore, spesso con larghe macchie arancioni, dotato di due placche prefrontali ed un becco corneo molto robusto.
Lo scudo dorsale del carapace è dotato di cinque coppie di scudi costali; lo scudo frontale singolo porta cinque placche. Gli esemplari giovani spesso mostrano una carena dorsale dentellata che conferisce un aspetto di "dorso a sega".
I maschi si distinguono dalle femmine per la lunga coda che si sviluppa con il raggiungimento della maturità sessuale, che avviene intorno ai 13 anni.
Abitudini
Di Caretta caretta, come della maggior parte delle tartarughe marine, si conosce ancora molto poco.
Come tutti i rettili, hanno sangue freddo il che le porta a prediligere le acque temperate. Respirano aria, essendo dotate di polmoni, ma sono in grado di fare apnee lunghissime. Trascorrono la maggior parte della loro vita in mare profondo, tornando di tanto in tanto in superficie per respirare.
In acqua possono raggiungere velocità superiori ai 35 km/h, nuotando agilmente con il caratteristico movimento sincrono degli arti anteriori.
Sono animali onnivori: si nutrono di molluschi, crostacei, gasteropodi, echinodermi, pesci e meduse, ma nei loro stomaci è stato trovato di tutto: dalle buste di plastica, probabilmente scambiati per meduse, a tappi, preservativi, bambole, portachiavi, bottoni, penne e posate ed altri oggetti di plastica.
Riproduzione
In estate maschi e femmine si danno convegno nelle zone di riproduzione, al largo delle spiagge dove le prime sono probabilmente nate. Hanno infatti una eccezionale capacità di ritrovare la spiaggia di origine, dopo migrazioni in cui percorrono anche migliaia di chilometri.
Gli accoppiamenti avvengono in acqua: le femmine si accoppiano con diversi maschi, collezionandone il seme per le successive nidiate della stagione; il maschio si porta sul dorso della femmina e si aggrappa saldamente alla sua corazza, utilizzando le unghie ad uncino degli arti anteriori, poi ripiega la coda e mette in contatto la sua cloaca con quella della femmina. La copula può durare diversi giorni.
Avvenuto l'accoppiamento la femmina attende per qualche giorno in acque calde e poco profonde il momento propizio per deporre le uova;in ciò è facilmente disturbata dalla presenza di persone, animali, rumori e luci. Giunte, con una certa fatica, sulla spiaggia vi depongono fino a 200 uova, grandi come palline da ping pong, disponendole in buche profonde, scavate con le zampe anteriori. Quindi le ricoprono con cura, per garantire una temperatura di incubazione costante e per nascondere la loro presenza ai predatori. Completata l'operazione fanno ritorno al mare. È un rito che si può ripetere più volte nella stessa stagione, ad intervalli di 10-20 giorni.
Le uova hanno un'incubazione tra i 45 e i 65 giorni e, grazie a meccanismi non ancora chiariti, si schiudono tutte simultaneamente.
I piccoli per uscire dal guscio utilizzano una struttura particolare, il "dente da uovo", che verrà poi riassorbito in un paio di settimane. Usciti dal guscio impiegano dai due ai sette giorni per scavare lo strato di sabbia che sormonta il nido e raggiungere la superficie e quindi, in genere col calare della sera, dirigersi verso il mare.
Solo una piccola parte dei neonati riesce nell'impresa, cadendo spesso vittima dei predatori, tra cui l'uomo; di quelli che raggiungono il mare infine, solo una minima parte riesce a sopravvivere sino all'età adulta.
Giunte a mare nuotano ininterrottamente per oltre 24 ore per allontanarsi dalla costa e raggiungere la piattaforma continentale, dove le correnti concentrano una gran quantità di nutrienti.
Dove esattamente trascorrano i primi anni della loro vita è un mistero che i biologi non sono ancora riusciti a spiegare; solo dopo alcuni anni di vita, raggiunte dimensioni che le mettono al riparo dai predatori, fanno ritorno alle zone costiere.
Sottospecie
Esistono due sottospecie:
- la C. caretta gigas, diffusa nell'Oceano Pacifico e nell'Oceano indiano
- la C. caretta caretta, diffusa nell'Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. La sottospecie del Mediterraneo ha sviluppato un corredo genetico peculiare, a dimostrazione del fatto che la popolazione mediterranea è sostanzialmente indipendente e isolata. Più piccola rispetto alle conspecifiche di altri mari, eccezionalmente arriva al metro di lunghezza per massimo 140 kg di peso.
Specie simili
Superficialmente i giovani possono assomigliare alla tartaruga di Kemp (Lepidochelys kempii). Gli adulti hanno qualche somiglianza con la tartaruga franca o tartaruga verde (Chelonia mydas) e con la tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata).
Distribuzione
La specie, e le sue sottospecie, risiedono di preferenza in acque profonde e tiepide, prossime alle coste, dell'Oceano Atlantico, del Mar Mediterraneo e del Mar Nero nonchè dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico.
Nel Mar Mediterraneo frequenta soprattutto le acque dell’Italia, della Grecia, della Turchia e di Cipro ma anche di Tunisia, Libia, Siria e Israele.
La specie è minacciata dall'inquinamento marino, dalla riduzione degli habitat di nidificazione e dagli incidenti causati dalle reti a strascico e dagli altri sistemi di pesca.
Siti di nidificazione nel Mediterraneo
Gli ambienti di riproduzione sono ormai limitatissimi per il disturbo umano dovuto al turismo balneare.
Italia
Le principali zone di nidificazione in Italia si trovano entrambe nella Riserva marina Isole Pelagie e sono:
Deposizioni occasionali sono state segnalate anche in altre zone della Sicilia nonchè in Sardegna, Puglia e Calabria:
- spiaggia di Giallonardo, vicino Siculiana (AG): nell'estate 2005 ci sono state due nidificazioni (evento mai registrato in precedenza); censite 169 uova, ventisette delle quali si sono schiuse, venti tartarughine hanno raggiunto il mare.
- spiaggie di Marina di Galati, Brancaleone calabro e Marina di San Lorenzo, in Calabria.
- spiaggia di Santa Maria di Leuca in Puglia.
Grecia
- spiaggie di Gerakas, Dafni, Sekania, Kalamaki, Laganas e isolotto di Marathonisi, a Zante. Il Parco Nazionale Marino di Zante, istituito il 22 dicembre 1999, rappresenta uno dei maggiori siti di nidificazione nel Mediterraneo, con una media di 1300 nidi all'anno.
- spiaggie di Kiparissia e Lakonikos, nel Peloponneso
- spiaggia di Mounda a Ratziki, Cefalonia
- spiaggie di Rethymno e Hania a Creta.
- isola di Rodi
Turchia
- spiaggia di Isutzu o Iztuzu, vicino l’antica città di Caunos
- litorale di Çirali
- altri siti sulla costa dell'Anatolia, tra il delta di Dalyan e Anamur.
Cipro
- baia di Lara a sud della penisola di Akamas
Tunisia
Libia
La Libia è un paese ancora fuori dai circuiti turistici, ricco di spiagge incontaminate. Qui nidificano migliaia di tartarughe ogni anno. Lungo i 1.250 chilometri di costa è stata calcolata la presenza di 9.000 nidi.
- Golfo della Sirte
- Cirenaica
Siria
- ...
Israele
- ...
Bibliografia
- Dodd C.K., A bibliography of the Loggerhead sea turtle Caretta caretta (2005), Florida Integrated Science Center, U.S. Geological Survey
- Piano di azione per la conservazione della tartaruga marina Caretta caretta nelle Isole Pelagie a cura di Emilio Balletto, Cristina Giacoma, Susanna Piovano,Franco Mari e Luigi Dell’Anna.
- Groombridge, B. (1990): Marine turtles in the Mediterranean: distribution, population status, conservation. A report to the Council of Europe Environment Conservation and Management. Division 48. Strasbourg.
- Dodd, C.K. (1988). Synopsis of the Biological Data on the Loggerhead Sea Turtle Caretta caretta (Linneaus 1758). U.S. Fish and Wildl. Serv. Biol. Rep. 88(14), 35-82
- Laurent, L., Lescure J., Excoffier L., Bowen B., Domingo M., Hadjichristophorou M., Kornaraki L., & G. Trabuchet (1993). Genetic studies of relationships between Mediterranean and Atlantic populations of loggerhead turtle Caretta caretta with a mitochondrial marker. Compte Rendu de l’Académie des Sciences, Paris 316:1233-1239.
- Laurent L., Bradai M.N., Hadoud D.A., El Gomati H.E., 1995. Marine turtle nesting activity assessment in Lybian coasts. Phase 1: survey of the coasts between the Egyptian border and Sirte. RAC/SPA, Tunis, Tunisia.
- Laurent L., Bradai M.N., Hadoud D.A., El Gomati H.E., Hamza A.A., 1999. Marine turtle nesting activity assessment in Lybian coasts. Phase 3: survey of the coasts between the Tunisian border and Misratah. RAC/SPA, Tunis, Tunisia.
Collegamenti esterni
- http://www.seaturtle.org/
- http://www.euroturtle.org/
- http://www.marevivo.it/*http://www.progettocarettacaretta.it/ progetto per la conservazione della tartaruga marina nelle Isole Pelagie, sostenuto dal programma Life Natura della Commissione Europea.
- Abysso...più di 1000 schede dedicate al Mar Mediterraneo
- Galleria immagini di Caretta caretta - sito WWF
