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Don Cesare Carlo Baronio (Cesena, 11 maggio 1887 – Cesena, 7 febbraio 1974) è stato un presbitero ed educatore italiano, venerato come Servo di Dio dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Gli anni giovanili: lo studio e la Grande Guerra
Cesare Carlo Baronio nacque a Cesena l'11 maggio 1887, da Pietro Baronio ed Emilia Franceschi. La sua era una famiglia benestante, di medi possidenti terrieri, che viveva in un palazzo in Corso Cavour a Cesena [1]. Carlo fu l'ottavo di nove figli. Definito come gaio e vivace, amante dell'esercizio fisico a contatto con la natura[2], terminate le scuole elementari si iscrisse al seminario di Cesena.
Il 25 luglio 1911, nella Basilica di Santa Maria del Monte a Cesena, venne ordinato sacerdote dal Vescovo monsignor Giovanni Cazzani che lo inviò a Roma per continuare gli studi [3].
Durante la grande guerra, Don Baronio fu arruolato come tenente cappellano e fu impegnato al fronte. Qui si guadagnò la medaglia d'argento al valor militare (che comportava anche una piccola pensione come reduce), perché durante un bombardamento, pur essendo ferito, soccorse gli altri soldati e diede loro i conforti religiosi[4].
Tornato a Cesena, il sacerdote (detto in dialetto romagnolo Don Baroni) trovò una popolazione prostrata dalla guerra, dalla miseria e dalle epidemie [5].
In questo periodo Don Carlo si laureò in lettere presso l'università La Sapienza di Roma nel 1919, in scienze sociali a Bologna nel 1923 ed in filosofia a Bergamo, sempre nel 1923 [6].
Nel 1920 il vescovo monsignor Fabio Berdini lo nominò canonico della cattedrale di Cesena[7]. Da questo momento il sacerdote cesenate cominciò a svolgere una serie di attività pastorali e caritative, fra le quali l'insegnamento delle lettere e del francese presso il seminario di Cesena [8]. Nel 1924 divenne anche direttore de "Il Risveglio", un settimanale cattolico.
Seguendo l'esempio dell'opera di don Giovanni Bosco a Torino, Don Carlo iniziò ad avere a cuore la cosiddetta infanzia abbandonata. A partire dal 1925 creò un comitato e fonda un giornale, "Su le vie del Bene" (dal 1959 "Il Nuovo Risveglio") al fine di raccogliere i fondi destinati ad un istituto che raccogliesse i bambini poveri [9].
L'età matura: la fondazione degli istituti
L'istituto voluto da Don Baronio naque nel 1926 col nome di Istituto "Figli del Popolo". Aveva sede a Cesena, poco fuori le mura del centro storico, in subborgo Valzania, nel territorio della parrocchia di San Pietro Apostolo[10].
I ragazzi accolti (orfani o provenienti da famiglie povere) frequentavano da piccoli le scuole elementari, mentre cresciuti vinivano avviati al lavoro. Diversi giovani fecero pratica presso la piccola tipografia di cui l'istituto era dotato, che stampava "Il Risveglio" e "Su le vie del Bene", oltre a manifesti ed avvisi funerari[11].
La giornata dei ragazzi dell'istituto iniziava con la Santa Messa al mattino presto, seguita dalla colazione, la scuola od il lavoro; nel pomeriggio gli scolari svolgevano i compiti, avevano tempo dedicato al gioco ed altre attività ricreative e seguivano il catechismo. Venivano organizzate anche lunghe gite a piedi. Nell'educazione di questi ragazzi, Don Baronio applicava il metodo preventivo ideato da Don Bosco[12]
Nel 1927 aprì in un locale attiguo all'istituto anche un laboratorio di sartoria per ragazzine, premettendo così anche a queste di apprendere un lavoro utile a rendersi autosufficienti[13].
Nel 1939 era stata la volta di Montiano: qui fondò un collegio per accogliere studenti poveri[14]. Successivamente fondo anche istituti in altre città, come a Verghereto nel 1942.
Durante la seconda guerra mondiale, don Carlo fu molto attivo presso i civili nei rifugi sparsi per la città, portando viveri, l'Eucarestia e gli altri sacramenti[15], dimostrando anche in quelle occasioni lo stesso coraggio che lo avevano portato alla decorazioni sul fronte nella guerra del 1915-18.
A guerra terminata, nel 1946, riprese la sua attività di fondazione di istituti per indigenti aprendo un collegio a Roncofreddo per bambine povere (istituto che successivamente venne trasferito a Lizzano di Cesena). Altri istituti vennero fondati a Faenza nel 1946, a Savignano sul Rubicone nel 1951 ed a Longiano nel 1966.
L'impegno di don Baronio si estese anche al di fuori del cesenate, raggiungendo, nel 1958, il comune di Colledara, in Abruzzo, dove ebbe modo di fondare un collegio maschile e di aiutare bambine in difficoltà.[16].
Don Carlo cercava di prendersi cura di tutte le fasce d'età, dai bambini agli anziani: per i primi creò, a San Vittore di Cesena, un asilo per l'infanzia che si reggevano sulla Provvidenza, ossia su offerte dei benefattori, mentre per i secondi fondò il Ricovero di Sant'Anna in alcune stanze sopra la tipografia dell' Istituto Figli del Popolo.
Importante sottolineare che anche quando i giovani accolti crescevano e lasciavano gli istituti, il Baronio manteneva con loro i contatti, ed era disponibili ad aiutarli nuovamente ve ne fosse stato bisogno[17].
L'età avanzata: Cesena, via Mulini
Passati gli anni duri del conflitto e del dopoguerra, le condizioni dei cesenati conobbero un grande miglioramento, con contestuale diminuzione dell'infanzia in difficoltà. Questo comportò un cambio nell' istituto Figli del Popolo, che inizio ad occuparsi di adolescenti di famiglie problematiche.
In questo periodo Don Baronio donò tutti i suoi beni all'opera la quale divenne, nel 1964 Ente morale della Fondazione Istituto "Figli del Popolo". Anche la sede venne cambiò, trasferendosi in via Mulini, in un nuovo stabile costruito grazie alle disposizioni testamentarie del benefattore Cesare Martini[18].
L'impegno per il prossimo lo portava addirittura a trascurare sè stesso, fatto che comportava il suo aspetto trasandato, oggetto di rimprovero dai suoi confratelli presbiteri, che al contrario di lui erano soliti curare bene le apparenze. Non era un predicatore tradizionale: la sua voce era sommessa, fuggiva gli intellettualismi, parlava con immagini semplici, senza i mezzi utilizzati usualmente dagli oratori, ma ugualmente poteva colpire per la semplicità del gergo e la vivacità degli aneddoti dei santi che introduceva. Tra i suoi temi preferiti vi erano i Novissimi, la Confessione, la Comunione e le opere di misericordia. [19]
La sua opera caritatevole gli permise di ottenere anche un certo rispetto negli ambienti anticlericali, anche se nel 1948 subì un'aggressione da parte di una ragazza. L'accaduto suscitò la riprovazione generale, ma il sacerdote perdonò subito l'autrice del fatto, anche sulle pagine di uno dei suoi giornali[20]
Morì nel 1974, lasciando la volontà testamentariadi completare l'Opera da lui iniziata con una nuova ala destinata ai sacerdoti e religiosi anziani della diocesi e delle zone circostanti, cosicché già nel 1975 i primi anziani vennero accolti nella nuova struttura. L'istituto esiste tuttora nella sede di via Mulini, col nome di Fondazione Opera Don Baronio, occupandosi oggi di anziani soli ed ammalati.
Il processo di Beatificazione
Nella Cattedrale di Cesena, l'8 novembre 1997, si aprì il processo diocesano per il Servo di Dio don Carlo Baronio, processo conclusosi il 23 novembre del 2002. Postulatore fu il padre cappuccino Paolino Rossi, mentre il vice-postulatore fu monsignor Bruno Benini.
È attualmente in corso il processo per la causa di beatificazione di don Baronio, presso la Congregazione per le Cause dei Santi.
Il metodo educativo di don Baronio
Si basa sul metodo educativo preventivo di san Giovanni Bosco [21], che era protettore dell'Istituto di subborgo Valzania.
Don Carlo Baronio, in continuità ideale con il fondatore dei Salesiani, metterà in pratica con i ragazzi un metodo che si puo' scandire in cinque punti[22]:
- la conoscenza del bambino;
- il buon rapporto affettivo;
- la flessibilità dell'atto educativo;
- la limitazione dell'autorità;
- la partecipazione e la condivisione.
Il sistema si sviluppava per mezzo di e durante attività concrete quali[23]:
- lavori manuali e belle arti;
- ginnastica e sport;
- gioco e divertimento;
- passeggiate;
- teatro e recitazione;
- dialogo e conversazione;
- preghiera e silenzio.
Grazie al suo metodo ed al suo stesso carattere, grande era l'affetto che i suoi allievi provavano nei suoi confronti[24]
La sua attività di giornalista cattolico
Don Baronio diresse (e scrisse in notevole parte) due periodici diocesani: Il Risveglio e Su le Vie del bene, cercando di produrre pagine di "buona stampa cattolica" con intenti dottrinali e morali, come il Beato don Giacomo Alberione. Il Canonico dalle colonne dei giornali chiedeva sovente aiuto ai beneffattori di ogni ceto, facendo notare come secondo il cristianesimo quando si dà si riceverà il centuplo [25].
Al "Risveglio" collaborarono anche penne autorevoli, coadiuvate dalle notevoli conoscenze di Don Baronio, che scriveva quasi autonomamente i testi pubblicati da "Su le vie del Bene". Utilizzava uno stile semplice e colloquiale, che inframmezzava con citazioni in latino di Sant'Agostino e San Tommaso, o di autori classici.[26].
L'Associazione Don Carlo Baronio
Il giorno 8 Aprile 1997, venne costituita a Cesena l' Associazione "Don Carlo Baronio". Questa é composta da ex-allievi del Canonico, estimatori, benefattori, amici e devoti. La sua sede é presso l'Opera attuale, a Cesena, in via Mulini.
Il Monumento
A Cesena, nella via che porta il suo nome è stato eretto anche un monumento alla sua memoria, ad opera del maestro cesenate Leonardo Lucchi[27].
Note
- ^ Dino Pieri, Gli studi in seminario e l'ambiente cattolico cesenate ai primi del secolo, in Don Baronio, Cesena, 1987, pag.15.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.2.
- ^ Dino Pieri, Appendice di scritti e documenti, in Don Baronio, Cesena, 1987, pagg.227 e ss..
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.3.«Per questo atto verrà decorato con medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: 'Sorpreso dallo scoppio di una granata di grosso calibro mentre, al posto di medicazione, attendeva all'esercizio del suo pietoso ministero presso i feriti, subito ripresosi dal primo sbigottimento, benché ferito da una scheggia alla guancia, affatto dimentico di sé, coraggiosamnente rimaneva sul posto a confortare ed a soccorrere le nuove vittime. Podgora, 21 luglio 1915.»
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pagg.4 e 5.
- ^ Alfredo Calbucci (a cura di), Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo, Cesena, 2006, pag.207.
- ^ Alfredo Calbucci (a cura di), Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo, Cesena, 2006, pag.207.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.5.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pagg.6 e 7.
- ^ Dino Pieri, L'Istituto 'Figli del Popolo' (1926- 1951)", in Don Baronio, Cesena, 1987, pagg.51 e 52.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.7.
- ^ Attilio Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, 2000, pag.59.«Nello Statuto Organico del 1927, per la parte educativo-morale, il Canonico stabilisce: 'Il sistema che si adotta é quello del Beato don Bosco che si puo' compendiare nel motto "fortiter et suaviter" di maniera tale che i ragazzi s'accorgano che tutto quello che si fa nell'Istituto, si fa per il loro bene...'»
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, p. 10.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002.
- ^ Dino Pieri, Il canonico Carlo Baronio e la sua opera, pagg.131 e ss.
- ^ Alfredo Calbucci (a cura di), Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo, Cesena, 2006, pag.207.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.17.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.14.
- ^ Dino Pieri, Il Canonico Carlo Baronio e la sua opera, 1976, pag.128.
- ^ Alfredo Calbucci (a cura di), Il canonico Baronio: detti e aneddoti; lettere di un ex-allievo, Cesena, 2006, pag.125.
- ^ Attilio Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, 2000, pag.59.«Nello Statuto del 1931, all'art. 7, si ribadisce: 'Il sistema di educazione che si adotterà dev'essere senz'altro il sistema educativo del Beato don Bosco, cioé il sistema preventivo che assicura in modo tangibile il buon successo dell'educazione.»
- ^ Attilio Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, 2000, pagg.67-71.
- ^ Attilio Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, 2000, pag.71-74.
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pag.8.
- ^ Vangelo secondo Marco. 10, 29-30
- ^ Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della carità, Cesena, 2002, pagg.24-26.
- ^ Sito dell'artista Lucchi, su leonardolucchi.com. URL consultato il 03-12-2010.
Bibliografia
- Dino Pieri, Il canonico Carlo Baronio e la sua opera, Cesena, Stilia, 1976.
- Dino Pieri, Don Baronio, Cesena, Stilgraf, 1987.
- Don Armando Moretti, Fioretti di don Baronio, Cesena, Stilgraf, 1992.
- Don Armando Moretti, Nuovi fioretti di don Baronio, Cesena, Stilgraf, 1994.
- Don Armando Moretti, Don Carlo Baronio folgorato dal Vangelo, Cesena, Stilgraf, 1994.
- Don Cesare Carlo Baronio, Gli scritti di don Baronio. Documenti, luoghi e tempi della preghiera e della carità, a cura di Attilio Bazzani, Cesena, Stilgraf, 1996.
- Paola Errani, Don Carlo Baronio, in Marino Mengozzi (a cura di), Storia della Chiesa di Cesena, Cesena, Stilgraf, 1998.
- Attilio Bazzani, Il metodo educativo di don Baronio, Cesena, Stilgraf, 2000.
- Alfredo Calbucci (a cura di), Il canonico Baronio. Detti e Aneddotti. Lettere di un ex allievo, Cesena, Litografia Brighi e Venturi, 2006.
- Dino Pieri, Don Baronio, uomo di Dio e della Carità, Cesena, Stilgraf, 2002.
Filmografia
- Cesare Bastelli, Don Baronio, un apostolo di carità a Cesena.
Collegamenti esterni
- Fondazione Opera Don Baronio
- Cause di Beatificazione Diocesi di Cesena-Sarsina
- Congregazione per le Cause dei Santi