L'Italia ha una grande ricchezza di maschere regionali, di origine diversa: dalla trasformazione di burattini, dalla Commedia dell'arte, da tradizioni arcaiche, oppure nate appositamente come simbolo dei festeggiamenti carnevaleschi di una città.

Regioni e maschere

Valle d'Aosta.

Tipiche maschere valdostane sono le Landzette[1], tipiche della Valpelline e della Valle del Gran San Bernardo. I loro abiti mettono in ridicolo le divise dei soldati di Napoleone che invasero la Valle nel 1800.

Piemonte

È piemontese una delle più celebri maschere italiane: Gianduia, accompagnato da sua moglie Giacometta, entrabi originariamente dei burattini[2]. Maschere piemontesi sono anche gli sposi Stevulin 'dla Plisera e Majutin del Pampardù, di Santhià. Nelle Alpi piemontesi sono diffuse le maschere tipiche dei carnevali alpini: orsi, lupi ed uomini selvatici.

Lombardia

Simbolo notissimo di Milano è la maschera della Commedia dell'arte di Meneghino, accompagnato da sua moglie Cecca di Berlinghitt[3]; la Lombardia ha però anche altre maschere note in tutta Italia ed anche all'estero: Arlecchino e Brighella[4], entrambi provenienti dalla Commedia dell'arte e originari di Bergamo. Si devono citare anche bej (belli) e i brüt (brutti) di Schignano, Gioppino, di Bergamo, il Gagèt col sò uchèt, di Crema, Tarlisio, di Busto Arsizio, e Pin Girometta, di Varese.

Liguria

In genere si riferisce alla Liguria la maschera di Capitan Spaventa, della Commedia dell'arte[5], ma sono tipiche anche le maschere genovesi di Baciccia della Radiccia, nato come burattino insieme al suo fidato amico Barudda[6]. Altre importanti maschere cittadine sono Cicciulin[7] (di Savona), Becciancin (di Loano) e Nuvarin (di Cairo Montenotte).

Trentino Alto Adige

Il Trentino Alto Adige è una regione ricchissima di maschere di carnevale, che qui assume la particolare tipologia del carnevale alpino. Tra le più importanti si ricordano i matoci[8] di Valfloriana e gli schnappviechern di Termeno e Nova Levante. Il carnevale della Val di Fassa è ricco di maschere tipiche: marascons, bufon, lachè, arlekin, pajazi, facères da bèl e facères da burt.

Veneto

Venezia, con il suo storico carnevale noto a livello internazionale, ha maschere celebri, provenienti dalla Commedia dell'arte: Pantalone, sua figlia Rosaura[9] e la furba servetta Colombina[10]; anche Arlecchino e Brighella, pur provenienti da Bergamo, secondo la tradizione lavoravano come servi nel capoluogo veneto e dunque hanno anche cittadinanza veneziana. Di Verona sono invece Fracanapa e Papà del gnoco. Nelle Alpi venete sono diffuse maschere tipiche dei carnevali alpini: matazin (o matacinc o matel), lakè, roncer, puster, pajazi, la Zinghenésta, i ber, gli spazzacamini, i brutti e i belli. Di Sappada è il rollate.

Friuli Venezia Giulia

Tipici della regione sono i carnevali alpini, con le maschere dei Blumari (a Pulfero)[11], i Maschkar e gli Jutalan (a Timau), te lipe bile maškire (“belle maschere”, a Resia); di Sauris sono i babaci o kukaci, le Scheintena schembln e le Scheana schembln. Passando alla zona giuliana si ricorda la maschera tipica di Monfalcone: il Sior Anzoleto Postier.

Emilia Romagna

Celebre maschera bolognese è il Dottor Balanzone, professore sapientone e presuntuoso, proveniente dalla Commedia dell'arte; sono del capoluogo regionale anche maschere originarie del teatro dei burattini: Fagiolino[12], sua moglie Brisabella, il suo amico Sganapino e Flemma. Di Modena è invece Sandrone, sua moglie Pulonia e suo figlio Sgorghìguelo[13], di Parma lo Dsevodd, di Cento è Tasi, di Castelnuovo il Cstlein, di San Giovanni in Persiceto sono Bertoldo, capace di rispondere solo per le rime e di salvarsi con l'imbroglio e le buffonate dagli impicci, suo figlio Bertoldino e sua maglie la Marcolfa.

Toscana

Le due maschere più note della Toscana hanno origine molto diversa: una, Stenterello[14], è della Commedia dell'arte, l'altra, Burlamacco[15], è invece nata come simbolo del Carnevale di Viareggio insieme alla sua compagna Ondina.

Marche

Una regione come le Marche, in cui ogni sia pur piccolo centro ha carattere indipendente di città, ha maschere tipiche a seconda della zona. Mosciolino, simbolo del carnevale anconitano[16], ha affiancato le maschere tradizionali di Papagnoco, contadino fustigatore dei liberi costumi cittadini, e di Burlandoto (originariamente dei burattini)[17]; il Rabachen ("baccano") e la sua compagna Cagnera ("lite") sono infine le maschere del carnevale di Pesaro[18]; il guazzaró è invece la maschera che si indossa durante il carnevale di Offida[19].

Umbria

Il perugino Bartoccio è la maschera più nota dell'Umbria[20], rozzo, ma sagace, gioviale e saggio, fustigatore dei liberi costumi, ma anche dei cattivi amministratori; è protagonista delle tipiche bartocciate del carnevale perugino.

Lazio

Maschera romanesca nota in tutta Italia è Rugantino[21], che ha avuto varie evoluzioni e che impersona il romano tipico; ha ispirato una notissima commedia musicale; a lui si affiancano Nina e Meo Patacca.

Abruzzo

La maschera ufficiale della regione è Frappiglia[22], ma si deve ricordare anche Patanello, di Francavilla al mare.

Molise

Il Molise è una regione in cui le maschere tradizionali sono legate ad un folclore arcaico: il Diavolo di Tufara e di Toro; l’Uomo-cervo, la Donna-cervo e Martino di Castelnuovo al Volturno; l'Uomo-orso di Jelsi.

Campania

Insieme ad Arlecchino, la maschera napoletana di Pulcinella è simbolo ovunque del carnevale italiano. Impersona il carattere napoletano in tutti i suoi aspetti, positivi e negativi. Sono campane però anche le maschere di Tartaglia e di Scaramuccia. Queste tre maschere sono personaggi della Commedia dell'arte. Tipici del carnevale di Teora sono gli squacqualacchiun.

Puglia

Tra le più note maschere carnevalesche pugliesi c'è Farinella, del Carnevale di Putignano, un giullare con un abito a riquadri multicolori. Nel Salento c'è ricchezza di maschere: : lu Pagghiuse e Gibergallo di Massafra; lu Titoru di Gallipoli, ù panzòne, la vecchiaredd e ù scerìff di Corato, lu Sciacuddhuzzi di Aradeo, lu Casaranazzu di Casarano.

Basilicata

La Basilicata ha maschere legate alla tradizione arcaiche e contadine: quelle del toro e della mucca del Carnevale di Tricarico[23]; i Rumit, l'Urs e la Quaresima[24], tipiche del Carnevale di Satriano, i Campanacci di San Mauro Forte[25];

Calabria

La maschera calabrese è Giangurgolo[26], che da una parte mette in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani "spagnoleggianti", ma che ha anche tratti diversi, legati ad una leggenda catanzarese. In essa lotta coraggiosamente contro l'occupazione spagnola e viaggia con un carrozzone da teatro col quale, insieme ad alcuni suoi amici, propone spettacoli satirici incitando il popolo alla rivolta. È una maschera della Commedia dell'arte.

Sicilia

La maschera siciliana per eccellenza è Peppe Nappa, della Commedia dell'arte, beffardo, pigro ma capace di insospettabili salti e danze acrobatiche[27].

Sardegna

La Sardegna è ricchissima patria di numerose maschere dai tratti arcaici e la cui tradizione è sempre viva. Si ricordano[28]: i Mamuthones e gli Issohadores del Carnevale di Mamoiada, i Boes e Merdules di Ottana, il maimone, gli urtos e i buttutos, colonganus e l’urtzu, i tumbarinos, il battileddu, i mamutzones, sos coriolos, segaripezza e sa filonzana, per fermarci solo ad alcune.

Note

  1. ^ Leo Valeriano, La tradizione delle maschere, Rai-ERI, 2004 (pagina 324)
  2. ^
    • Autori vari, Maschere italiane, Giunti Editore, 2002 (pagina 122)
    • Salvator Ferrero; La storia di Gianduja ed i Carnevali di Torino Torino, 1926
  3. ^ Autori vari, Maschere italiane, Giunti Editore, 2002 (pagina 116)
  4. ^ Autori vari, Maschere italiane, Giunti Editore, 2002 (pagine 52 e 48)
  5. ^ Walter Gautschi, Carnevale, Vimercate, La Spiga Meravigli, 1992
  6. ^ Leo Valeriano, La tradizione delle maschere, Rai-ERI, 2004 (pagina 285)
  7. ^ Leo Valeriano, La tradizione delle maschere, Rai-ERI, 2004 (pagina 325)
  8. ^ La Ricerca folklorica, Edizioni 5-6, Grafo edizioni, 1982 (pagina 141)
  9. ^ Autori vari, Maschere italiane, Giunti Editore, 2002 (pagina 82)
  10. ^ Autori vari, Maschere italiane, Giunti Editore, 2002 (pagina 75)
  11. ^ Ignazio Buttitta I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa Meltemi Editore srl, 2006 (pagina 113)
  12. ^ Romano Danielli, Fagiolino c'è: 50 anni di burattini bolognesi A. Perdisa, 2004
  13. ^ Società del Sandrone
  14. ^ Autori vari, Maschere italiane, Giunti Editore, 2002 (pagina 112)
  15. ^ Paolo Fornaciari, Nel regno di Burlamacco. Breve storia del carnevale di Viareggio Pezzini, 2010
  16. ^ Ancona. La Città Dorica
  17. ^ Mario Panzini, Dizionario del Vernacolo Anconitano, voce Papagnoco, editore Controvento, Ancona 2008
  18. ^ Carnevale di Pesaro
  19. ^ Sito del Comune di Offida
  20. ^ Autori vari, RID, Rivista italiana di dialettologia, Scuola, società, territorio, Edizione 1, Cooperativa libraria universitaria ed. Bologna, 1987
  21. ^ Autori vari, Maschere italiane, Giunti Editore, 2002 (pagina 98)
  22. ^ La maschera abruzzese a Torino
  23. ^ Le maschere di Tricarico
  24. ^ Carnevale di Satriano
  25. ^ Sagra dei campanacci
  26. ^ Vittorio Sorrenti, Giangurgolo maschera di Calabria, - Casa editrice Pubblisfera, 1993
  27. ^ Salvatore Mugno, Peppe Nappa - Maschera e caratteri storici dei siciliani, Trapani, Di Girolamo Editore, 2010. ISBN 978-88-87778-74-8
  28. ^ Guido Persichino, Sardegna. Guida completa, capitolo Le maschere sarde, da pagina 180