Bozza:Don't Blame Me (Taylor Swift)

Don't Blame Me
ArtistaTaylor Swift
Autore/iTaylor Swift, Max Martin, Shellback
GenereElectronic dance music
Elettropop
Gospel pop
Rhythm and blues
Pubblicazione originale
IncisioneReputation
Data10 novembre 2017
EtichettaBig Machine Records
Durata3:56
Certificazioni (digitale)
Dischi d'oroGermania (bandiera) Germania[1]
(vendite: 300 000+)
Italia (bandiera) Italia[2]
(vendite: 50 000+)
Norvegia (bandiera) Norvegia[3]
(vendite: 30 000+)
Dischi di platinoAustralia (bandiera) Australia (4)[4]
(vendite: 280 000+)
Austria (bandiera) Austria[5]
(vendite: 30 000+)
Brasile (bandiera) Brasile[6]
(vendite: 40 000+)
Danimarca (bandiera) Danimarca[7]
(vendite: 90 000+)
Francia (bandiera) Francia[8]
(vendite: 200 000+)
Nuova Zelanda (bandiera) Nuova Zelanda (3)[9]
(vendite: 90 000+)
Polonia (bandiera) Polonia[10]
(vendite: 50 000+)
Portogallo (bandiera) Portogallo[11]
(vendite: 10 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito[12]
(vendite: 600 000+)
Spagna (bandiera) Spagna[13]
(vendite: 60 000+)

Don't Blame Me è un brano della cantautrice statunitense Taylor Swift, contenuto nel suo sesto album in studio, Reputation (2017). Scritta dalla stessa Swift e dai produttori del brano, Max Martin e Shellback, Don't Blame Me combina electropop, EDM e gospel pop.

Antefatti

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Taylor Swift ha pubblicato il suo quinto album in studio, 1989, nell'ottobre 2014 dall'ampio successo commerciale, vendendo oltre sei milioni di copie negli Stati Uniti. Successivamente, la Swift ha continuato a essere un bersaglio importante dei pettegolezzi dei tabloid durante la promozione di 1989 a causa di relazioni romantiche di breve durata con il produttore scozzese Calvin Harris e l'attore inglese Tom Hiddleston.

La sua reputazione è stata ulteriormente macchiata da controversie pubblicizzate con altre celebrità, tra cui il rapper Kanye West, la personalità dei media Kim Kardashian e la cantante Katy Perry.[14] La cantante è diventata sempre più silenziosa sui social media, evitando interazioni con la stampa.[15]

Composizione

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Don't Blame Me è stata co-scritta dalla Swift e dai suoi produttori, Max Martin e Shellback:[16] i due produttori sono accreditati per l'utilizzo di tastiere, Shellback per la chitarra, la Swift e Martin per i cori. Sam Holland e Michael Ilbert, con gli assistenti tecnici Cory Bice e Jeremy Lertola, hanno registrato il brano agli MXM Studios di Los Angeles e Stoccolma. Don't Blame Me è stata mixata da Serban Ghenea ai MixStar Studios di Virginia Beach, Virginia, e masterizzata da Randy Merrill agli Sterling Sound Studios di New York City.

Nelle recensioni della critica specializzata, i critici hanno descritto Don't Blame Me come electropop,[17] EDM[18] e "gospel pop",[19] con elementi di musica industriale.[20] Rob Sheffield di Rolling Stone lo ha descritto come un racconto di una "lunatica 'cattiva ragazza che va in chiesa' ", richiamando Like a Prayer di Madonna (1989).[21]

Hannah Mylrae di NME ha descritto la produzione come "tonante, da battere i piedi, da sbattere i pugni".[22] La canzone è accompagnata da una produzione elettronica oscura e lunatica e da un "suono da chiesa" per il ritornello.[17][23][24] La sua strumentazione include batteria pulsante, sintetizzatori impetuosi, un basso pesante e voci distorte multitraccia.[19][25]

Monique Mendelez per Spin ha paragonato il suo "fragoroso paesaggio sonoro da chiesa gotica" alle atmosfere di Take Me to Church di Hozier (2013).[26] Alexis Petridis del The Guardian ha trovato la progressione armonica del brano simile a quella di ...Baby One More Time di Britney Spears (1998).[18]

Per quanto riguarda il testo, le recensioni hanno visto nel brano l'atteggiamento impenitente della Swift che riflette la sua reputazione di cantautrice che scriveva principalmente di amore e relazioni passate,[17][27] accennando a "quanto il suo nuovo amante l'abbia fatta impazzire".[23] Nel testo sono presenti immagini religiose, "Cadrei in disgrazia / Solo per toccare il tuo viso" e riferimenti alla dipendenza ("Oh, Signore salvami, la mia droga è il mio piccolo").[26]

Neil McCormick del Daily Telegraph ha visto nella canzone una riflessione sulla possibilità che l'amore sopravviva in presenza del controllo dei media.[28]

Nell'edizione sudafricana di GQ, Bernd Fischer ha dichiarato che la canzone mostrasse un lato più vulnerabile della Swift nonostante il titolo suggerisse il contrario.[24] Il brano contiene anche un riferimento a Il grande Gatsby: la Swift si riferisce a se stessa come "la tua Daisy".[29]

Esibizioni dal vivo

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Taylor Swift esegue Don't Blame Me durante l'Eras Tour (2023)

La Swift ha incluso il brano nella scaletta del suo Reputation Stadium Tour (2018) e dell'Eras Tour (2023-2024).

Successo commerciale

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Tra maggio e giugno 2022, Don't Blame Me ha guadagnato popolarità sull'app di condivisione video TikTok ed è entrata in diverse classifiche di vari paesi europei,[30] raggiungendo il picco nella top 50 in Norvegia (18)[31] e Austria (49).[32] Nel più ampio mondo anglofono, Don't Blame Me ha raggiunto la posizione numero 16 in Australia[25] e numero 77 nel Regno Unito.[18] Nella classifica Billboard Global 200, il brano ha raggiunto la posizione numero 118.[33]

Il brano è stato certificato oro in diversi paesi europei, tra cui Italia, Norvegia, Grecia, Polonia e Portogallo. In Nuova Zelanda e Regno Unito, è stato certificato platino,[34] mentre in Australia è stato certificato quattro volte platino.[35]

Nonostante non sia mai entrato nella classifica Billboard Hot 100, Don't Blame Me ha accumulato oltre un miliardo di ascolti su Spotify.[36]

Accoglienza

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Don't Blame Me ha ricevuto recensioni per lo più positive dalla critica. Melendez ha affermato che il brano è la canzone che rappresenta Reputation, lodandone la produzione e il testo.[26] Jamieson Cox per Pitchfork ha definito la canzone un "mostro scintillante tenuto insieme dalla presenza della Swift al centro".[25] Scrivendo per PopMatters, Evan Sawdy ha definito la traccia un punto culminante dell'album.[23] In altre recensioni, Petridis, McCormick ed Ellen Peirson-Hagger di Under the Radar l'hanno scelta come punto culminante del disco.[18][37][28] Peirson-Hagger ha notato il suo "stile caldo, cantilenante, confessionale intrigantemente oscuro", mentre McCormick ha evidenziato le sue "osservazioni concise, melodie insidiose e voci intimamente colloquiali".[37][28]

In una recensione meno entusiasta, Eleanor Graham di The Line of Best Fit e Uppy Chatterjee di The Music hanno trovato la produzione influenzata dall'EDM e dall'elettronica inefficace in parte perché già enormemente popolare nelle classifiche, sebbene il secondo abbia riconosciuto che il brano avesse alcuni testi "profondamente personali".[38][39] Rudy K. di Sputnikmusic ha commentato che il brano "richiede una voce più agile di quella che la Swift può offrire".[40] In una recensione per Atwood Magazine, Nicole Almeida ha trovato la metafora della droga nel testo un cliché.[41]

Classifiche

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Classifica (2022–24) Posizione
massima
Australia[25] 16
Austria[32] 49
Germania[42] 99
Grecia (Int.)[43] 33
Irlanda[44] 55
Lituania[45] 63
Norvegia[31] 18
Portogallo[46] 153
Regno Unito[18] 77
Singapore[47] 17
Svezia[48] 100
Svizzera[49] 88
  1. ^ (DE) Taylor Swift – Don't Blame Me – Gold-/Platin-Datenbank, su Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 30 ottobre 2024.
  2. ^ Don't Blame Me (certificazione), su FIMI. URL consultato il 3 gennaio 2024.
  3. ^ (NO) "Norwegian single certifications – Taylor Swift – Don't Blame Me", su IFPI Norway, 10 febbraio 2023.
  4. ^ (EN) ARIA Charts – Accreditations – 2024 Singles (PDF), Australian Recording Industry Association. URL consultato il 23 settembre 2025.
  5. ^ (DE) Taylor Swift - Don't Blame Me – Gold & Platin, su IFPI Austria. URL consultato il 29 maggio 2024.
  6. ^ (PT) 24 luglio 2024, su Pro-Música Brasil.
  7. ^ (DA) Don't Blame Me, su IFPI Danmark.
  8. ^ (FR) Taylor Swift - Don't Blame Me – Les certifications, su Syndicat national de l'édition phonographique. URL consultato il 10 maggio 2025.
  9. ^ New Zealand single certifications – Taylor Swift – Don't Blame Me, su radioscope.co.nz, 7 agosto 2025. Digitare Don't Blame Me nella barra Search.
  10. ^ OLiS - oficjalna lista wyróżnień, su olis.pl, Polish Society of the Phonographic Industry., 6 settembre 2023. Selezionare "TYTUŁ" e digitare Don't Blame Me nella barra di ricerca.
  11. ^ (PT) Portuguese single certifications – Taylor Swift – Don't Blame Me (PDF), Associação Fonográfica Portuguesa, 21 giugno 2024.
  12. ^ (EN) Taylor Swift, Don't Blame Me, Single - The BPI, su BPI. URL consultato il 23 settembre 2025.
  13. ^ (EN) Taylor Swift - Don't Blame Me: Awards Record, su El Portal de Música, Productores de Música de España. URL consultato l'11 febbraio 2025.
  14. ^ Ryan, 5 things Taylor Swift's past USA Today interviews tell us about her Reputation era, su usatoday.com, 9 novembre 2017. URL consultato il 9 novembre 2017.
  15. ^ (EN) Analysis | Taylor Swift avoided — and mocked — the media with ‘Reputation.’ And it worked., in The Washington Post, 15 novembre 2017. URL consultato il 23 settembre 2025.
  16. ^ D'Souza, How Max Martin Built a Pop Sound Then Lost His Grip on the Charts, su vice.com, 29 gennaio 2018. URL consultato il 13 ottobre 2020.
  17. ^ a b c (EN) Taylor Swift Reputation explained, su Time. URL consultato il 23 settembre 2017.
  18. ^ a b c d e Petridis, Taylor Swift: Reputation review – superb songcraft meets extreme drama, su The Guardian, 10 novembre 2017. URL consultato il 14 giugno 2022.
  19. ^ a b (EN) Ken Tucker, Taylor Swift Pushes Further Into Electro-Pop With 'Reputation', in NPR, 13 novembre 2017. URL consultato il 23 settembre 2025.
  20. ^ Corr, Taylor's swift rebuke to the haters on Reputation, in RTÉ, 10 novembre 2017.
  21. ^ (EN) Rob Sheffield, All 274 of Taylor Swift's Songs, Ranked, su Rolling Stone, 25 aprile 2024. URL consultato il 23 settembre 2025.
  22. ^ Mylrae, Every Taylor Swift Song Ranked In Order of Greatness, su NME, 8 settembre 2020. URL consultato il 14 giugno 2022.
  23. ^ a b c Sawdy, Taylor Swift – Reputation (Review), su PopMatters, 13 novembre 2017. URL consultato il 28 maggio 2022.
  24. ^ a b Fischer, Taylor Swift's Reputation is here: 'I Did Something Bad' but 'Don't Blame Me', su GQ, 11 novembre 2017. URL consultato il 17 giugno 2022.
  25. ^ a b c d Cox, Taylor Swift: Reputation Album Review, su pitchfork.com, 13 novembre 2017. URL consultato il 13 novembre 2017.
  26. ^ a b c Melendez, Taylor Swift's 'Don't Blame Me' Is the Place Where Reputation Fully Clicks, su Spin, 13 novembre 2017. URL consultato il 28 maggio 2022.
  27. ^ Frazier, 'Don't Blame Me' Is The Clapback Anthem On Taylor Swift's New Album, su Romper, 10 novembre 2017. URL consultato il 28 maggio 2022.
  28. ^ a b c McCormick, Taylor Swift, Reputation, review: 'brash, weaponised pop', su The Daily Telegraph, 10 novembre 2017. URL consultato il 14 giugno 2022.
  29. ^ Withers, On Reputation, Taylor Swift Seems to Be Really Into The Great Gatsby, su Slate, 10 novembre 2017. URL consultato il 28 maggio 2022.
  30. ^ TikTok Credited with Record Streaming Numbers for Four-Year-Old Taylor Swift Song, su Centennial Beauty, 19 maggio 2022. URL consultato il 3 giugno 2022.
  31. ^ a b Steffen Hung, norwegiancharts.com - Taylor Swift - Don't Blame Me, su norwegiancharts.com. URL consultato il 23 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2025).
  32. ^ a b Steffen Hung, Taylor Swift - Don't Blame Me, su austriancharts.at. URL consultato il 23 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2025).
  33. ^ (EN) Official Singles Chart on 10/6/2022, su Official Charts, 18 gennaio 2023. URL consultato il 23 settembre 2025.
  34. ^ (EN) Taylor Swift, Don't Blame Me, Single - The BPI, su BPI. URL consultato il 23 settembre 2025.
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  36. ^ (EN) Larisha Paul, How the Eras Tour Made Taylor Swift a Permanent Cultural Presence, su Rolling Stone, 17 dicembre 2024. URL consultato il 23 settembre 2025.
  37. ^ a b Peirson-Hagger, Taylor Swift 'Reputation' (Big Machine) Review, su undertheradarmag.com, 13 novembre 2017.
  38. ^ Graham, Taylor Swift's reputation is a microcosm of America's explosive political landscape, su The Line of Best Fit, 10 novembre 2017. URL consultato il 28 maggio 2022.
  39. ^ Chatterjee, Review: Taylor Swift Takes A New Direction With Reputation – But Is It The Right One?, su The Music, 11 novembre 2017. URL consultato il 28 maggio 2022.
  40. ^ K., Taylor Swift: Reputation, su Sputnikmusic, 10 novembre 2017. URL consultato il 17 giugno 2022.
  41. ^ Roundtable: A Review of Taylor Swift's Reputation, su Atwood Magazine, 17 novembre 2017. URL consultato il 28 maggio 2022.
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  44. ^ Steffen Hung, irishcharts.com - Discography Taylor Swift, su irish-charts.com. URL consultato il 23 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2025).
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  47. ^ RIAS Top Charts Week 10 (1 - 7 Mar 2024), su rias.org.sg, RIAS, 12 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2024).
  48. ^ Steffen Hung, swedishcharts.com - Taylor Swift - Don't Blame Me, su swedishcharts.com. URL consultato il 23 settembre 2025 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2025).
  49. ^ Taylor Swift - Don't Blame Me - hitparade.ch. URL consultato il 23 settembre 2025.

Collegamenti esterni

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