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{{quote|Erano con Lautrech in tutto quattrocento lancie e dodicimila fanti, nè di gente molto eletta; ma dovevansi unire seco il marchese di Saluzzo, il quale camminava innanzi a tutti, le genti de' viniziani e le bande nere de' fiorentini desiderate molto da Lautrech perché, avendo fama di essere fanteria destra e ardita agli assalti quanto fanteria che allora fusse in Italia, facevano come un condimento, nel quale erano genti ferme e stabili a combattere|[[Francesco Guicciardini]], ''[[Storia d'Italia (Guicciardini)|Storia d'Italia]]''}}
<noinclude>__NOTOC__{{Torna a|674}}{{ListaBio|bio=6|data=15 mag 2019|progetto=biografie}}</noinclude>
{{Strage
{{Lista persone per anno
|titolo= Assedio di Melfi (o Pasqua di sangue)
|titolo=Morti nel 674
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|nazione=ITA
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|luogo= [[Melfi]]
*[[Cenfus del Wessex]]
|data= 22-23 marzo 1528
*[[Cenwalh del Wessex]]
|obiettivo= civili
*[[Eremberto di Tolosa]], vescovo e monaco cristiano franco
|ora=
*[[Usama ibn Zayd]], condottiero arabo (n. [[614]])
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*[[Sawda bint Zam'a]] (n. [[589]])
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*[[Hakim ibn Hizam]], mercante arabo (n. [[557]])
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|vittime= 3000 - 4000
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[[Categoria:Liste di morti per anno| 2674]]
|esecutori= Truppe francesi
[[Categoria: AssediMorti nel 674| Melfi ]] ▼
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|motivazione= Conquista della città in mano agli Aragonesi
}}
L''''Assedio di Melfi''', è noto pure come '''Pasqua di sangue''' o '''Sacco di Melfi''', anche per metterlo in relazione all'ovviamente ben più celebre [[Sacco di Roma]], del quale fu indiretta conseguenza. L'esercito francese al comando di [[Odet de Foix]] ([[1485]] – [[15 agosto]] [[1528]]), conte di Lautrec e Comminges, - responsabile del massacro di Melfi - fu inviato in Italia proprio sull'onda dello sgomento causato in tutta Europa dalla brutale espugnazione della Città Eterna e dall'imprigionamento dello stesso Pontefice ad opera delle truppe di Carlo V. Il Sacco di Melfi probabilmente la strage più truculenta della storia della città.
==Storia==
=== Il Contesto ===
Francia e Spagna si contendono da qualche decennio sia il Ducato di Milano che il Regno di Napoli. Questo [[Guerre d'Italia del XVI secolo|conflitto]] fa di larga parte d’Italia un campo di battaglia, cui prendono parte anche gli stati italiani, con alleanze oscillanti, appoggiando ora uno ora l’altro dei due grandi contendenti.
In questo torno di eventi gli spagnoli infliggono a [[Battaglia di Pavia (1525)|Pavia]], nel 1525, una cocente sconfitta ai francesi.
Tolti di mezzo, almeno temporaneamente, i francesi, [[Carlo V]] pensa sia giunto il momento di punire il Papa, [[Clemente VII]], per la sua politica filo-francese, che ha portato alla formazione della [[Lega di Cognac]]. I mercenari luterani al soldo dell’imperatore cattolico – i famigerati [[Lanzichenecchi]] – non chiedono di meglio. È il Sacco di Roma (maggio 1527).
L’orrore per le atrocità dei Lanzi (ma le soldatesche spagnole, per quanto cattoliche, non furono da meno) e per il sacrilegio inflitto all’''Urbe'' scuote l’intera Europa.
Carlo – re della ''Cattolicissima'' Spagna, oltre che imperatore - cui forse gli eventi sono sfuggiti di mano, è costretto, politicamente, sulla difensiva. I Francesi pensano sia una buona occasione di rivincita. Forti anche dell’appoggio inglese inviano in Italia un forte esercito al comando del Lautrec.
=== Il Sacco di Melfi ===
Dopo alcuni vittoriosi scontri a Nord e in Emilia, il Maresciallo francese punta a Sud, lasciando Roma a se stessa in balia degli imperiali, con buona pace della propaganda iniziale.
In Puglia, nei pressi di Lucera, le truppe di Carlo vengono a contatto con il Lautrec: sembra la vigilia di un grande scontro. Gli spagnoli però desistono dal dar battaglia. Ripiegano su Napoli, ma lasciano a Melfi una forte guarigione, agli ordini del principe Giovanni Caracciolo.
I francesi, forti anche dell’ausilio di Orazio Baglioni e delle sue [[Giovanni dalle Bande Nere#Le Bande Nere|Bande Nere]], non vogliono lasciarsi alle spalle, sulla via per Napoli, questa piazzaforte.
Assaltano Melfi: è il 22 marzo 1528.
La resistenza melfitana è accesa, ma breve. Le artiglierie del Baglioni fanno strage dei difensori e scatenano incendi lungo le mura. Gli assedianti passano e mettono duramente a sacco la città.
Narra il cronista veneziano [[Marin Sanudo il giovane|Martin Sanudo]], nei sui'' Diari'', che i francesi conclusero l'assedio "''amazzando tutti che trovorono, fanti, homeni et done, fin i putti et fatti predoni et sachizzato la terra''".
I morti stimati oscillano tra i tremila e i quattromila. Il Caracciolo si asserragliò nel celebre [[Castello di Melfi| castello]] della città, ma infine si arrese in cambio della sua vita. I suoi invece vennero passati per le armi. Carlo V, sconfitti infine, anche questa volta, i francesi, il cui tentativo di espugnare Napoli, messa sotto assedio dopo il Sacco Melfi, fallisce a anche a causa di una grave pestilenza che si diffonde tra le truppe e che miete la vita dello stesso Odet de Foix, punirà i Caracciolo per questo tradimento dando Melfi in feudo ai genovesi Doria, decisivi ed inattesi alleati dell'imperatore in quest'ultima guerra.
==Il Sacco nella cultura popolare melfitana==
===La leggenda di Ronca Battista===
[[Immagine:Ronca Battista.jpg|right|thumb|250px|Ronca Battista]]
Fu in questo periodo che nacque la leggenda di un giovane boscaiolo melfitano chiamato Giovan Battista Cerone (detto Ronca Battista), che si distinse eroicamente durante lo scontro . La leggenda vuole che Ronca Battista, mentre si trovava nel bosco in una giornata d'inverno a fare legna, incontrò una vecchia e misera donna che raccoglieva legna secca per darla ad un fornaio in cambio di pane. Battista impietosito le diede il suo mantello per proteggerla dal freddo e un pezzo di pane per sfamarsi. La donna, commossa dal suo gesto, gli diede un bacio sulla fronte e conferì un tocco magico alla sua [[Roncola (attrezzo)|roncola]].<ref name="Tommaso Pedio p. 84">{{Cita|Tommaso Pedio, 1994 |p. 84.}}</ref>
Si narra poi che Ronca Battista, durante il sacco del Lautrec, incitando i soldati spagnoli a tornare al castello per difenderlo, attese in una strada stretta del centro cittadino l'arrivo dei francesi e, con la propria [[Roncola (attrezzo)|roncola]] "benedetta", affrontò da solo 8.000 soldati francesi introdottisi in città .<ref>{{Cita|Tommaso Pedio, 1994 |p. 82.}}</ref>
Anche se in nettissima maggioranza, gli assalitori ebbero difficoltà contro il boscaiolo melfitano che, nonostante le ferite sempre più gravi, resistette con incredibile tenacia e si dice che riuscì ad uccidere oltre 300 francesi.<ref>{{cita web|url= http://www.cittadimelfi.it/feste_e_tradizioni_3.htm|titolo= Storia di Ronca Battista|accesso=6 dicembre 2008}}</ref> Infine, Battista perì nello scontro e Melfi venne saccheggiata. Per vendicare i soldati uccisi dal popolano, gli invasori fecero uno sterminio di enormi proporzioni, ove non vennero risparmiati neanche bambini e anziani.<ref name="Tommaso Pedio p. 84"/>
Melfi è memore della leggenda avendo dedicato una delle starde principali del suo centro storico a Ronca Battista.
===Celebrazione dello ''Spirito Santo'' a Melfi===
La celebrazione della [[Pentecoste]], localmente denominata ''Spirito Santo'', è occasione in città anche per la rievocazione della tragedia del 1528, ancora viva nella memoria collettiva melfitana.
Infatti alla processione propriamente religiosa per la Pentecoste, si affianca una grande rievocazione dell’evento con un corteo in costumi dell’epoca e con la rappresentazione degli eventi cruciali di quei tristi giorni (assalto alle mura, espugnazione del castello e così via).
Il corteo storico è aperto da due paggi recanti le pergamene dell’imperatore Carlo V, che ricordano il conferimento a Melfi del titolo di “fedelissima”.
La manifestazione parte dalla piccola chiesa dello Spirito Santo, alle pendici del Vulture, presso la quale trovarono rifugio alcuni melfitani scampati al massacro.
La partecipazione popolare è sempre molto calorosa.
==Note==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Bibliografia|Tommaso Pedio, 1994 |{{cita libro|cognome=Pedio|nome=Tommaso |titolo=Storia della Basilicata raccontata ai ragazzi|anno=1994 |editore=Congedo Editore |città= |pagine= |id=ISBN 883652141X}}}}
* Leonardo Santoro, ''La spedizione di Lautrec nel Regno di Napoli'', Bari, 1972,
*[[Francesco Guicciardini]], ''Storia d'Italia''
== Collegamenti esterni ==
* [http://www.medioevoitalia.com/ Medioevo Italia]
* [http://www.comune.melfi.pz.it/web/home/_default.asp/ Comune di Melfi]
▲[[Categoria:Assedi|Melfi]]
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