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{{Infobox struttura militare
<noinclude>__NOTOC__{{Torna a|105}}{{ListaBio|bio=2|data=15 mag 2019|progetto=biografie}}</noinclude>
|Struttura = Castello
{{Lista persone per anno
|Nome=Castello di Fénis
|titolo=Nati nel 105
|Immagine=Castello fenis.JPG
|voci=2
|Didascalia= Il castello di Fénis
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|Larghezzaimmagine=290px
*[[Alessandro di Abonutico]], mistico e profeta greco antico († [[170]])
|Stato attuale={{ITA}}
*[[Faustina maggiore]] († [[140]])
|Suddivisione={{IT-VAO}}
}}<noinclude>
|Città=[[Fénis]], località Chez-Sapin
{{Portale|biografie}}
|LatGradi = 45
[[Categoria:Liste di nati per anno| 2105]]
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[[Categoria:Nati nel 105| ]]
|LatSecondi = 13
</noinclude>
|LatNS = N
|LongGradi = 7
|LongPrimi = 29
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|LongEW = E
|Tipologia= Castello medievale
|Inizio costruzione= XIV-XV secolo
|Condizione attuale= Visitabile tramite visite guidate
|Sito web= {{lingue|it|fr}} [http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/default_i.asp Link]
|Ref=fonti citate nel testo dell'articolo
}}
Il '''Castello di Fénis''', situato nell'[[Fénis|omonimo comune]], è uno dei più famosi [[castello|manieri]] [[medioevo|medievali]] della [[Valle d'Aosta]]. Noto per la sua scenografica architettura, con la doppia [[cinta muraria]] [[Merlo (architettura)|merlata]] che racchiude l'edificio centrale e le numerose [[torre|torri]], il castello è una delle maggiori attrazioni turistiche della Valle<ref name="fenisvda">{{cita web|titolo=Il castello di Fénis su www.regione.vda|url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/default_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Diversamente da altri manieri della regione, quali [[castello di Verrès|Verrès]] e [[castello di Ussel|Ussel]], costruiti in cima a promontori rocciosi per essere meglio difendibili, il castello di Fénis si trova in un punto del tutto privo di difese naturali. Questo porta a pensare che la sua funzione fosse soprattutto di prestigiosa sede amministrativa della [[Challant (famiglia)#Signori di Fenis|famiglia Challant-Fénis]] e che anche la doppia cinta muraria servisse soprattutto in funzione ostentativa, per intimidire e stupire la popolazione<ref name="feniscour">{{cita web|titolo=Il castello di Fénis su www.courmayeur-mont-blanc.com|url=http://www.courmayeur-mont-blanc.com/castellofenis.htm|accesso=01/03/2010}}</ref>.
==Storia==
===Le origini===
La posizione del castello, sulla cima di una leggera collina circondata da una serie di prati, fa pensare che un tempo possa essere stata la sede di un [[villa romana]] ma diversamente dal [[castello di Issogne]], dove la stessa ipotesi è stata confermata da resti di mura di epoca romana trovati nei sotterranei del maniero<ref name="storiaissogne">{{cita web|nome=Sonia|cognome=Furlan|titolo=La storia del castello di Issogne|url=http://www.issogne.vda.it/castello/cenni%20storici.htm|accesso=18-4-2009}}</ref>, a Fénis non sono ancora state trovate prove di questa teoria<ref name="origini">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: le origini|url=http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_origini_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Il castello viene menzionato apertamente per la prima volta in un documento del [[1242]], nel quale un ''castrum Fenitii'' è indicato come proprietà del [[visconte di Aosta]] [[Challant (famiglia)#Visconti di Aosta|Gotofredo di Challant]] e dei suoi fratelli. A quel tempo il maniero probabilmente comprendeva solo la [[torre colombaia]] sul lato sud e la torre quadrata, un corpo abitativo centrale e un singola [[Mura (architettura)|cinta muraria]]<ref name="origini" /><ref name="vdaorigini">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis su www.regione.vda: le origini|url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/cenni_storici/origini_XIV_secolo_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
===Aimone e Bonifacio===
[[File:Castello di Fenis torri.jpg|thumb|right|260px|L'ingresso del castello. Si può notare a sinistra la torre più antica e a destra la circolare torre colombaia<ref name="depliant" />]]
La maggior parte dei lavori di costruzione, che hanno portato il castello ad assumere l'aspetto attuale, ebbero luogo tra il [[1320]] e il [[1420]]. [[Aimone di Challant]] ereditò il feudo e il castello di Fénis dal nonno [[Ebalo I di Challant|Ebalo Magno]] nel [[1337]]<ref>Ebalo I di Challant morì nel 1323 nominando come eredi i quattro figli minori e i due nipoti Ebalo II e Aimone, figli del suo primogenito che era morto alcuni anni prima. Questo causò una disputa familiare che si concluse solo nel 1337 quando i figli di Ebalo concedettero ad Aimone il feudo di Fénis e a Ebalo II quelli di Ussel e Saint-Marcel. {{cite web | last = Peyretti | first = Michele | title = A spasso per le nostre valli, Chatillon ed il Castello di Ussel, Associazione Culturale Centro Studi Nuovo Millennio | url = http://www.centronuovomillennio.it/veilla/archivio%20015.htm}}</ref> e nel [[1340]] diede inizio a una prima campagna di lavori, realizzando un corpo abitativo centrale di forma [[Pentagono (geometria)|pentagonale]] – ottenuto probabilmente inglobando edifici preesistenti – e la cinta muraria esterna<ref name="aimone">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: il castello di Aimone di Challant|url=http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_aimone_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref><ref name="vdabonifacio">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis su www.regione.vda: Aimone e Bonifacio I di Challant|url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/cenni_storici/Aimone_Bonifacio_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Rispetto all'aspetto attuale, ai tempi di Aimone mancava ancora la torre meridionale e l'interno del castello era molto diverso. Il cortile centrale era molto più ampio e privo dello scalone in pietra, fiancheggiato a nord e a sud da due lunghi corpi di fabbrica che terminavano contro il muro occidentale. Doveva inoltre mancare completamente il secondo piano dell'edificio<ref name="aimone" />.
Nuovi lavori di costruzione furono voluti da [[Bonifacio I di Challant]], figlio di Aimone, che ereditò il castello dal padre nel [[1387]]. Dopo aver ricoperto per due anni la carica di ispettore delle fortificazioni alla corte dei [[casa Savoia|Savoia]], nel [[1392]] Bonifacio diede inizio a una nuova grande campagna di costruzioni nel maniero, in modo da adattarlo ai nuovi standard della vita cortese. Durante questa campagna edilizia furono riallineati i piani del corpo centrale e fu costruito un nuovo piano ricavandolo dal sottotetto. Fu inoltre costruito un nuovo corpo di fabbrica a ovest, facendo assumere al cortile interno l'aspetto attuale, con due piani di [[ballatoio|ballatoi]] in legno e il grande scalone in pietra [[semicerchio|semicircolare]]<ref name="bonifacio">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: Bonifacio I di Challant|url=http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_bonifacio_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref><ref name="vdabonifacio" />.
Durante il feudo di Bonifacio I il castello raggiunse il suo massimo splendore e a lui si devono anche gli [[affresco|affreschi]] del cortile interno e della [[cappella]], commissionati al pittore [[Piemonte|piemontese]] [[Giacomo Jaquerio]], maestro del [[Tardo gotico|gotico internazionale]], e realizzati tra il [[1414]] e il [[1430]]<ref name="bonifacio" /><ref name="vdabonifacio" />.
===Gli anni del declino===
[[File:Fenis1.JPG|thumb|left|240px|Il lato ovest del castello]]
Con la morte di Bonifacio I nel [[1426]] iniziò una fase di declino economico per la famiglia Challant-Fénis, a cui corrispose un periodo di stasi edilizia per il castello. Il successore [[Challant (famiglia)#Signori di Fenis|Bonifacio II]] si limitò a commissionare al pittore [[Giacomino da Ivrea]] gli affreschi del lato orientale del cortile, non apportando nessuna modifica significativa alla struttura del maniero<ref name="vdacortile" /><ref name="quattrocento">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: il Quattrocento|url= http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_quattrocento_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>. Dopo di lui, per circa duecentocinquant'anni non furono praticamente realizzate nuove costruzioni e gli unici interventi riguardarono alcuni affreschi nel cortile e in uno dei locali a sud, realizzati nel [[XVII secolo]]<ref name="cinquecento">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: il Cinquecento|url= http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_cinquecento_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Nel [[1705]], con la morte di [[Challant (famiglia)#Signori di Fenis|Antonio Gaspare Felice]], ultimo esponente del ramo Challant-Fénis, il castello passò al cugino [[Challant (famiglia)#Signori di Aymavilles e Conti di Challant|Giorgio Francesco di Challant Châtillon]], il quale nel [[1716]] dovette venderlo per 90 000 lire al conte [[Baldassarre Saluzzo di Paesana]] per fare fronte agli ingenti debiti<ref name="settecento">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: il Settecento|url= http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_settecento_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref><ref>A contribuire alla rovina della famiglia fu anche il processo, durato più di un secolo, per l’assegnazione dell’eredità di [[Renato di Challant]]. Quando morì nel [[1565]] in mancanza di figli maschi, il conte lasciò i suoi beni alla figlia Isabella e al marito Giovanni Federico Madruzzo. Ciò però andava contro i principî della [[Legge Salica]], che non consentivano la trasmissione dell’eredità per via femminile, e i cugini maschi di Isabella intentarono una causa contro di lei e, in seguito, contro i suoi discendenti. Il processo terminò solo nel [[1696]], quando i [[Del Carretto]] di Balestrina, eredi di Isabella e Giovanni Federico, dovettero restituire il titolo di conte di Challant e i beni di Renato a [[Challant (famiglia)#Signori di Aymavilles e Conti di Challant|Francesco Gerolamo di Challant Châtillon]], padre di Giorgio Francesco, che ormai aveva contratto ingenti debiti a causa delle secolari spese processuali. {{cita web|nome=Sonia|cognome=Furlan|titolo=La storia del castello di Issogne|url=http://www.issogne.vda.it/castello/cenni%20storici.htm|accesso=18-4-2009}} {{Cita|André Zanotto|pagg. 16-18|AndréZanotto}}</ref>.
Iniziò quindi per il castello un periodo di vera decadenza e di successivi passaggi di proprietà. Esso rimase di proprietà dei Saluzzo di Paesana fino al [[1798]], quando venne venduto a Pietro Gaspare Ansermin, la cui famiglia lo conservò fino al [[1863]] per poi rivenderlo a Michele Baldassarre Rosset di [[Quart (Italia)|Quart]]. Nel frattempo l'edificio era stato abbandonato, spogliato del mobilio e utilizzato come [[casa colonica]], [[fienile]] e ricovero per animali<ref name="settecento" /><ref name="vdaottocento">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis su www.regione.vda: il recupero ottocentesco|url= http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/cenni_storici/recupero_ottocentesco_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
===Il recupero ottocentesco e il presente===
[[File:Fenis turletti.jpg|thumb|right|220px|Il cortile del castello in una incisione Ottocentesca di Celestino Turletti]]
Il 3 settembre [[1895]] Giuseppe Rosset,! [[Agente consolare|console]] italiano a [[Odessa]] e figlio di Michele Baldassarre, cedette per 15 000 [[lira italiana|lire]]<ref>{{Cita|André Zanotto|pag. 26}}</ref> il maniero allo [[Regno d'Italia (1861-1946)|Stato Italiano]] per mano di [[Alfredo d'Andrade]], il quale trattava da anni la sua acquisizione. Il castello di Fénis era già stato usato da d'Andrade alcuni anni prima come modello per il cortile del [[Borgo e Rocca Medioevale|Borgo Medievale di Torino]]<ref name="ottocento">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: l'Ottocento|url= http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_ottocento_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref><ref name="vdaottocento" />.
Già nel [[1898]] d'Andrade, seguace dei principî di [[Eugène Viollet-le-Duc|Viollet-le-Duc]]<ref name="duc">{{cita web|titolo=Gli ideatori del Borgo Medievale di Torino: Alfredo d'Andrade|url= http://www.borgomedioevaletorino.it/nuovo2/storia/ideatori04c.php?lang=1|accesso=19/03/2010}}</ref>, diede inizio a una prima campagna di lavori al castello, continuata fino al [[1920]] sotto la supervisione prima dello stesso d'Andrade e in seguito di [[Cesare Bertea (ingegnere)|Bertea]] e di Seglie. Scopo di questa campagna, anche a causa dei pochi fondi disponibili, fu soprattutto arrestare il degrado del castello, mettendo in sicurezza i muri pericolanti, rifacendo alcuni tetti, restaurando i [[solaio|solai]] e i serramenti e costruendo a est una nuova strada di accesso al castello<ref name="novecento">{{cita web|titolo=La storia del castello di Fénis: il Novecento|url= http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_novecento_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Una seconda campagna di restauri ebbe luogo a partire dal [[1935]], a cura dell'allora [[Ministeri della Repubblica Italiana soppressi o accorpati#Ministero dell'Educazione Nazionale|Ministro dell'Educazione Nazionale]] [[Cesare Maria De Vecchi]] e dell'architetto [[Vittorio Mesturino]], che vollero accentuare l'aspetto medievale del castello, compromettendo in parte la leggibilità della struttura originaria<ref name="vdamuseo">{{cita web|titolo=Il museo dell'ammobiliamento valdostano|url= http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/cenni_storici/museo_ammobiliamento_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>. Durante questa campagna di lavori si decise inoltre di allestire nel castello un museo dell'ammobiliamento valdostano, riarredando le stanze ormai prive del mobilio originale con una serie di mobili reperiti sul mercato dell'antiquariato, benché non tutti realmente di origine [[Valle d'Aosta|valdostana]]<ref name="vdamuseo" />.
Il castello, dichiarato [[Monumenti nazionali italiani|monumento nazionale]] nel [[1896]]<ref name="ecole">{{cita web|titolo=Dossier D'Andrade|url= http://www.scuole.vda.it/Ecole/70/18.htm|accesso=09/03/2010}}</ref> e ora proprietà dell'amministrazione regionale della Valle
d'Aosta, è visitabile tramite visite guidate<ref name="castellofenis">{{cita web|titolo=Il castello di Fénis|url=http://www.regione.vda.it/turismo/per_documentarsi/pagina_ricerche_i.asp?tipo=scheda&pk=979&nomesch=sch_Patrimonio&ts=patrimonio&strTitoloVit=Castello%20di%20Fénis|accesso=01/03/2010}}</ref>.
==Il castello==
[[File:Fenis piano terra.jpg|thumb|left|250px|Pianta del castello di Fénis. È possibile notare la doppia cinta muraria con l'accesso da sud, il cortile interno (1), la sala d'armi (2) e la sala da pranzo (3)]]
[[Giuseppe Giacosa]] nel suo ''I Castelli Valdostani'' descrive il castello di Fénis come segue:
hahahahahaha!!!!!!!!!!!!!!
{{quote|Di fuori è un fascio di torri che si accavalcano, le une quadrate e tozze, le altre rotonde, sottili, tutte merlate, armate, irabertescate, irte di aggetti d'ogni maniera, che sembrano minacciare soprusi e violenze, che sfidano il viandante e gli gridano: fuori, che frastagliano il cielo con bizzarri profili. Dentro è un chiostro raccolto, silenzioso, tutto ombre, sobrio e corretto nelle insolite forme e nei ricchi colori. A vederlo di lontano ha un' aria petulante di spavaldo; a chi v' entra, spira la calma dei forti<ref name="Giacosa">{{Cita|Giuseppe Giacosa|pagg. 168-170}}</ref>.}}
Il castello è costituito da un corpo centrale di forma [[Pentagono (geometria)|pentagonale]], probabilmente dovuta alla necessità di inglobare strutture preesistenti e di seguire le irregolarità del terreno<ref>{{Cita|André Zanotto|pag. 30}}</ref>, circondato da una doppia cinta muraria [[Merlo (architettura)|merlata]] lungo la quale sono posizionate diverse torrette collegate tra loro da un [[cammino di ronda]]. Le torri più grandi, a sud e a ovest, sono munite di [[feritoia|feritoie]] per frecce, [[piombatoia|caditoie]] e [[beccatello|beccatelli]] a sostegno della parte più alta<ref name="Bonacastelli" />. Il muro rivolto a nord, verso la strada maestra che attraversava la valle e quindi il più esposto a eventuali attacchi, era dotato di quattro torrette circolari, divenute cinque in seguito ai restauri degli [[anni 1930|anni trenta]]<ref>{{Cita|André Zanotto|pag. 32}}</ref>. Si accede all'interno della struttura attraverso un portale che si apre nelle mura del lato a sud e passa vicino a una delle torri più antiche del maniero<ref name="feniscour" />. Questo ingresso è stato realizzato durante la ristrutturazione degli anni trenta, mentre l'accesso originale si trovava probabilmente nei pressi della torre quadrata sul lato ovest<ref name="depliant">{{cita web|titolo=I castelli della Valle d'Aosta – il castello di Fénis|url= http://www.regione.vda.it/gestione/depliant/allegati_file.asp?pk_depliant_allegato=14&pk_depliant=22&campo=vers_completa&accesso=web&pk_lingua=1|accesso=09/03/2010}}</ref><ref>{{Cita|Tersilia Gatto Chanu|pag. 196}}</ref>.
Superata la cinta muraria ci si ritrova in un cortile chiuso, che circonda la struttura centrale. Sul lato nord-est di questo cortile è presente un edificio rettangolare un tempo adibito a scuderia, mentre l'accesso al corpo abitativo centrale si trova in corrispondenza della torretta a metà del lato est<ref name="depliant" />.
Il corpo centrale si sviluppa su tre piani, che circondano un cortile interno quadrangolare, oltre al seminterrato dove erano situate le cantine e le prigioni. Il piano terreno era destinato alla [[guarnigione]] del castello e a locali di servizio: vi si trovavano in particolare il corpo di guardia, la cucina e una sala da pranzo<ref name="depliant" /><ref name="vdapercorso">{{cita web|titolo=Il percorso di visita del castello di Fénis su www.regione.vda |http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/default_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>. Il primo piano era riservato ai signori del castello e ospitava una cucina, le stanze dei signori, il tribunale e la cappella. Il secondo piano infine era destinato alla servitù e agli ospiti del maniero<ref name="depliant" /><ref name="vdapercorso" />. Il maniero poteva accogliere complessivamente circa sessanta persone tra la famiglia del signore, eventuali ospiti, guarnigione e personale di servizio<ref name="Bonacastelli">{{Cita|Enrico D. Bona|pagg. 63-66}}</ref>.
===Il cortile===
[[File:Fenis san giorgio.jpg|thumb|left|230px|L'affresco di [[San Giorgio]] che uccide il [[drago]] nel cortile del castello]]
[[File:Saggiocortile.jpg|thumb|right|230px|Particolare di uno dei saggi con massime morali sulle pareti della balconata]]
Centro del corpo abitativo centrale è il piccolo cortile di forma quadrangolare realizzato da [[Bonifacio I di Challant|Bonifacio I]] tra la fine del [[XIV secolo|XIV]] e l'inizio del [[XV secolo]]. Al centro del cortile si trova un caratteristico scalone [[semicerchio|semicircolare]] in pietra, sulla cui sommità svetta un [[affresco]] raffigurante [[San Giorgio]] che uccide il [[drago]], realizzato intorno al [[1415]] e attribuito alla bottega di [[Giacomo Jaquerio]]<ref name="vdacortile">{{cita web|titolo=Il cortile del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_terreno/cortile_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>. Il tema di San Giorgio e il drago era molto diffuso al tempo in Valle d'Aosta, in quanto era considerato un'incarnazione dell'ideale cavalleresco<ref>{{Cita|André Zanotto|pag. 64}}</ref>. Sull'affresco si può notare il [[monogramma]] BMS, interpretato come le iniziali del committente, ''Bonifacium Marexallus Sabaudiae''<ref>Bonifacio I di Challant ricopriva infatti la carica di Maresciallo di Savoia presso la corte Sabauda</ref><ref>{{Cita|Tersilia Gatto Chanu|pag. 199}}</ref>.
Il cortile, le cui pareti sono interamente affrescate da decorazioni in stile [[tardo gotico|gotico internazionale]], è circondato su tre lati da una doppia balconata in legno in corrispondenza dei due piani superiori. Lungo le pareti della balconata si snoda una serie di saggi, uno diverso dall'altro, che reggono pergamene riportanti [[proverbio|proverbi]] e [[aforisma|massime morali]] scritte in [[lingua francese|francese]] antico<ref name="feniscour" /><ref name="vdacortile" /><ref name="inalto">{{cita web|cognome=Blanchod|nome=Samantha|titolo=Il castello di Fénis su inalto.org|url=http://www.inalto.com/it/beni_culturali/castello_di_f%C3%A9nis|accesso=01/03/2010}}</ref>. Un tempo in corrispondenza di ognuno dei saggi era indicato il nome del personaggio raffigurato, ma la maggior parte di essi sono ormai illeggibili<ref>{{Cita|André Zanotto|pag. 66}}</ref>, tra questi saggi è raffigurato anche un personaggio in costume arabo, probabilmente per ricordare la partecipazione di Challant a una crociata.
Tra i proverbi e le massime morali è possibile citare
{{quote|Non è signore del suo paese / chi è odiato dai suoi soggetti / ma deve essere proclamato signore / chi è amato dai propri fratelli<ref name=storiainsolita>{{Cita|Tersilia Gatto Chanu|pag. 206}}</ref>.||Il n'est pas sire de son pais / qui de ses homes est hais / bon doit estre sire sclamés / qui de ses freres est amés.|lingua= fr}}
{{quote|Se un uomo avesse sotto di sé / il cielo, la terra e il mare / e tutti gli uomini che Dio ha creato / non avrebbe niente se non avesse pace<ref name=storiainsolita />.||Se uns homs avoit a goeverner / le ciel la terre et la mer / et tous hommes que Dieu a fais / ni aroit riens cil navait paix.|lingua= fr}}
[[File:Torino-Parco del Valentino-Rocca medioevale-3.jpg|thumb|left|230px|Il cortile della Rocca del Borgo Medievale di Torino, copia del cortile interno del castello di Fénis]]
In un angolo del cortile si trova anche una sorta di profezia
{{quote|Duri questa casa, finché la formica abbia bevuto il mare e la lenta testuggine abbia tutta aggirata la terra<ref>{{Cita|Giuseppe Giacosa|pag. 172}}</ref>.||Maneat domus donec formica aequot bibat et lenta testudo totum perambulet orbem<ref>Nel suo libro ''Il castello di Fénis'' André Zanotto la riporta come ''Maneat domus donec formica marinos ebibat - et totum lenta testudo perambulet orbem''. {{Cita|André Zanotto|pag. 28}}</ref>.|lingua= la}}
Su uno dei muri del castello è stata trovata anche una poesia, in francese antico, attribuita a Bonifacio I e scritta in occasione delle nozze di sua figlia Bona con il signore di Uriage Jean Allamant e la sua conseguente partenza, considerata uno dei più antichi esempi scritti della lingua francese parlata nella zona alla fine del Medioevo<ref name=storiainsolita2>{{Cita|Tersilia Gatto Chanu|pagg. 206-207}}</ref>.
{{quote|Povero passerotto che da casa mia<br />voli così lontano dalla Dora<br />serba in cuor tuo il ricordo<br />di chi prega e piange per te. <br />B.C. 20 nov. 1402<ref name=storiainsolita2 />.||Pauvre oyseillon qui de chez moi<br />t'envoles si loin de la Doyre<br />en ton cuer conserve memoyre<br />de qui prie et pleure pout toi.<br />B.C. xx nov. MCCCCII.|lingua= fr}}
La parete più stretta del cortile, di fronte all'affresco di San Giorgio, fu decorata nella seconda metà del XV secolo dal pittore [[Giacomino da Ivrea]] su incarico di [[Challant (famiglia)#Signori di Fenis|Bonifacio II di Challant]], figlio di Bonifacio I, e raffigura i santi [[Sant'Uberto|Uberto]], [[Bernardo di Mentone|Bernardo]], un santo vescovo (forse [[San Teodulo]])<ref>{{Cita|André Zanotto|pag. 71}}</ref>, [[Santa Apollonia]] e [[Sant'Ambrogio]], un'[[Annunciazione]] e dei motivi vegetali<ref name="vdacortile" />. Sotto di essi si trova un monumentale [[San Cristoforo]], la cui attribuzione è resa difficile dai pesanti restauri subiti<ref name="vdacortile" />. Essendo San Cristoforo il protettore dei viaggiatori la sua presenza nei pressi dell'uscita del castello voleva forse essere un augurio di buon viaggio nei confronti di chi lasciava il maniero<ref name="inalto" />.
Il cortile del castello di Fénis fu usato da Alfredo d'Andrade come modello per la [[Borgo e Rocca Medioevale|Rocca del Borgo Medievale di Torino]], realizzato in occasione dell'Esposizione Generale Italiana Artistica e Industriale del [[1884]]. Il cortile della Rocca Medievale riproduce fedelmente lo scalone semicircolare, le balconate in legno, gli affreschi dei santi e San Giorgio che uccide il drago<ref name="borgo">{{cita web|titolo=La Rocca del Borgo Medievale di Torino|url=http://www.borgomedioevaletorino.it/nuovo2/visitailborgo/rocca03.php?lang=1|accesso=01/03/2010}}</ref>.
===Il piano terreno===
[[File:Camino fenis.jpg|thumb|180px|La cucina del primo piano]]
Dal cortile si accede a una grande stanza rettangolare che occupa gran parte del lato nord del piano terra. Questa stanza, menzionata come "''grande salle basse''" in un inventario redatto nel [[1551]] è oggi chiamata sala d'armi per la presenza di una rastrelliera per [[picca|picche]]. Il locale era anche dotato di un trabocchetto per i condannati a morte, che consisteva in un pozzo con le pareti ricoperte da lame ricavato nella torretta circolare nell'angolo nord-ovest<ref name="Bonacastelli" />. Attualmente nella stanza si trova un [[Plastico (architettura)|plastico]] del castello e un grande [[camino (edilizia)|camino]] in pietra addossato alla parete di fondo<ref name="vdasalaarmi">{{cita web|titolo=La sala d'armi del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_terreno/sala_armi_i.asp |accesso=01/03/2010}}</ref>. Il soffitto in legno di questa come della maggior parte delle altre sale è stato rifatto durante i lavori di restauro del [[XX secolo]], mentre i camini in pietra fanno parte dell'arredo originale del castello<ref name="Bonacastelli" />.
Dalla sala d'armi si accede alla sala da pranzo, così chiamata in seguito all'allestimento del museo del [[1936]], mentre l'inventario del [[1551]] la definisce “''chambre basse''”. Nella stanza si trovano alcuni tavoli e sedie del [[XVI secolo|XVI]] – [[XVII secolo]]<ref name="vdachambrebasse">{{cita web|titolo=La Chambre Basse del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_terreno/sala_pranzo_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Adiacente alla sala da pranzo si trova quella che doveva essere la cucina principale del castello, come suggerisce la presenza di un monumentale camino, la cui funzione doveva essere, oltre la cottura dei cibi, anche quella di riscaldare le stanze dei piani superiori<ref name="geometriefluide">{{cita web|titolo=Castello di Fénis: architettura |url=http://www.geometriefluide.com/pagina.asp?cat=fenis-tur&prod=castello-fenis-archit-tur|accesso=18/03/2010}}</ref>. La stanza è stata arredata con vari tipi di [[Credenza#Credenza come pezzo di arredamento|credenze]] in legno<ref name="vdacucina">{{cita web|titolo=La cucina inferiore del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_terreno/cucina_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Il lato sud del piano ospitava il pozzo della [[cisterna]] per l'acqua piovana, la legnaia e altri locali si servizio. Attualmente vi si trovano un carro agricolo e una serie di bauli e forzieri<ref name="vdacisterna">{{cita web|titolo=La cisterna del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_terreno/cisterna_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>
<ref name="vdalegnaia">{{cita web|titolo=La legnaia del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_terreno/antica_legnaia_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>
<ref name="vdaplaceperdue">{{cita web|titolo=Il place perdue del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_terreno/place_perdue_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
===Il primo piano===
[[File:Fenis primo piano.jpg|thumb|right|250px|Pianta del secondo piano del castello. Si notano la "''chambre des tolles''" (5) e il suo cabinet (4), il tribunale (6), la cucina superiore (7), la "''chambre blance''" (8) e la cappella (9)]]
Il primo piano, il più elegante e meno freddo del maniero, era riservato ai signori del castello. Qui si trovavano le loro stanze private, gli ambienti di rappresentanza e la cappella<ref name="depliant" />. Sul lato nord, in corrispondenza della cucina del piano terra, si trova un locale che la presenza di un grande camino e di un [[lavabo|acquaio]] fa ritenere una seconda cucina, attualmente arredata con una serie di sedie, sedili e una coppia di panconi [[XIX secolo|ottocenteschi]] di stile tardogotico<ref name="vdacucinasup">{{cita web|titolo=La cucina superiore del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/cucina_superiore_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
A fianco della cucina si trova quella che è definita come la camera da letto del signore del castello, chiamata "''chambre blanche''" nell'inventario del 1551. Il muro in comune con la cucina ospita un grande camino in pietra con dipinto lo [[stemma]] della [[Challant (famiglia)|famiglia Challant]]. La stanza ospita una serie di contenitori e cassoni [[intarsio|intarsiati]] e un letto a [[baldacchino]] con [[colonna tortile|colonne tortili]], riproduzione di un modello [[Toscana|toscano]] della fine del [[XVI secolo]]<ref name="vdachambreblance">{{cita web|titolo=La Chambre Blance del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/chambre_blanche_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Al centro del lato sud si trovano la stanza che nell'inventario del 1551 è definita “''chambre des tolles''”, arredata con alcuni cassoni a doppia facciata caratterizzati da una facciata decorativa sul lato anteriore, e l'adiacente “''cabinet de la chambre des tolles''”, che ospita un letto e un cassone del [[XVI secolo]] e una cassapanca ottocentesca, provenienti dalla collezione dell'industriale [[Riccardo Gualino]]<ref name="vdachambredestolles">{{cita web|titolo=La Chambre des Tolles del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/chambre_tolles_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref><ref name="vdacabinet">{{cita web|titolo=Il cabinet della Chambre des Tolles del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/cabinet_chambre_tolles_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>. Giustino Boson nel suo libro ''Il castello di Fénis'' chiama queste due stanze rispettivamente “sala da pranzo” e “camera della signora”. Una chiara identificazione della destinazione dei locali è resa difficile dal fatto che quasi tutto il mobilio originale è andato perduto nel tempo e che diverse stanze hanno cambiato la loro funzione nel corso dei secoli<ref>{{Cita|André Zanotto|pagg. 44-48}}</ref>.
L'angolo a sud ovest del piano è occupato dalla stanza definita “''poelle''”, ossia stanza riscaldata, e oggi chiamata [[tribunale]]. Il nome attuale deriva dalla presenza sul camino di un affresco raffigurante le quattro [[virtù cardinali]] ([[Fortezza (virtù)|Fortezza]], [[Prudenza]], [[Temperanza]] e infine [[Giustizia]], che svetta sulla altre) e lo stemma di [[Emanuele Filiberto I di Savoia|Emanuele Filiberto I]] o di [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]], [[Ducato di Savoia|duchi di Savoia]] tra il [[1559]] e il [[1630]]. Nella stanza si trovano attualmente alcuni cassoni da corredo acquistati negli anni trenta a [[Saluzzo]]<ref name="vdatribunale">{{cita web|titolo=Il tribunale del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/tribunale_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
====La cappella====
[[File:Fenis madonna.jpg|thumb|left|250px|L'affresco della Madonna della Misericordia nella cappella]]
L'intero lato nord del primo piano è occupato da una lunga sala rettangolare definita [[cappella]], uno degli ambienti più suggestivi del castello. In passato la sala era probabilmente divisa in due da una grata lignea analoga a quella presente nel [[castello di Issogne]], che separava la cappella vera e propria dal locale di rappresentanza chiamato “''salle de la chapelle''”. Il lato occidentale ospita un grande camino in pietra e le pareti dei lati lunghi e a ovest sono decorate con motivi geometrici eseguiti durante il restauro del [[XX secolo]] sulla base di un frammento del [[XIV secolo]] rinvenuto da Alfredo d'Andrade nei pressi del camino. La stanza è arredata con una serie di mobili in stile [[tardo gotico|tardogotico]]<ref name="vdasallechapelle">{{cita web|titolo=La Salle de la Chapelle del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/sale_chapelle_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Il lato est della grande sala ospitava probabilmente la cappella privata dei signori del castello. L'inizio del locale è evidenziato da una trave che attraversa trasversalmente la grande sala rettangolare. In corrispondenza di essa si trova un pregiato [[Crocifissione di Gesù|crocifisso]] ligneo che i recenti restauri hanno permesso di attribuire alla bottega del [[Maestro della Madonna di Oropa]], dalla quale provengono diverse sculture sacre destinate a chiese valdostane tra la fine del [[XIII secolo]] e i primi anni del [[XIV secolo]]<ref name="vdacrocifisso">{{cita web|titolo=Il crocifisso della cappella del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/crocifisso_i.asp |accesso=01/03/2010}}</ref>.
Diversamente dalla decorazione geometrica del resto della stanza, le pareti laterali della cappella sono completamente [[affresco|affrescate]] con figure di [[santo|santi]] e [[apostolo|apostoli]] disposte su due file sovrapposte. La parete di fondo è divisa in due da una grande finestra ai cui lati si trovano sulla destra una crocifissione e sulla sinistra una [[Maria (madre di Gesù)|Madonna della Misericordia]]<ref name="vdacappella">{{cita web|titolo=La cappella del castello di Fénis su www.regione.vda |url=http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/percorso__visita/piano_primo/cappella_i.asp|accesso=01/03/2010}}</ref>.
Ai piedi della Madonna, protetti dal suo mantello, vi sono due gruppi di fedeli separati in laici (sulla destra di chi guarda) e religiosi (sulla sinistra di chi guarda). Tra di essi è possibile riconoscere diverse figure dell'epoca, tra i quali il [[Papa]] e l'[[Imperatore]], disposti immediatamente a fianco della Vergine come capofila rispettivamente dei religiosi e dei laici, e alcuni membri della [[Challant (famiglia)|famiglia Challant]], come il committente delle opere [[Bonifacio I di Challant|Bonifacio I]] (nel gruppo dei laici vestito con un abito rosso), il fratello di Bonifacio [[Challant (famiglia)#Signori di Aymavilles e Conti di Challant|Amedeo di Challant-Aymavilles]] e la sua giovane sposa Luisa di Miolans<ref name="vdacappella" /><ref>{{Cita|Tersilia Gatto Chanu|pag. 201}}</ref>.
Gli affreschi della cappella, così come la maggior parte di quelli del cortile, sono stati realizzati in stile [[tardo gotico|gotico internazionale]] nei primi decenni del [[XV secolo]] e attribuiti alla scuola del maestro piemontese [[Giacomo Jaquerio]]. Non è certo se Jaquerio abbia lavorato di persona alle opere, mentre sembra sicuro l'uso dei modelli Jaqueriani<ref name="vdacappella" /><ref name="bonifacio" />.
I recenti restauri eseguiti sugli affreschi della cappella hanno messo in evidenza alcuni dettagli che fanno pensare a una certa fretta di concludere il lavoro, come la presenza nell'affresco della crocifissione della traccia di una figura in [[corazza|armatura]] inginocchiata, mai realizzata<ref name="bonifacio" />.
===Il secondo piano e il tetto===
[[File:Fenisaerea.jpg|thumb|right|200px|Veduta aerea del castello]]
Il secondo piano del castello, non accessibile durante le visite guidate, era raggiungibile attraverso una scala a chiocciola. Esso era destinato agli alloggi della servitù, dei soldati, alle camere per gli ospiti e alle soffitte. Dal secondo piano, attraverso la torre del lato ovest, era possibile salire sul tetto dove si trovava un [[cammino di ronda]]<ref name="zanotto">{{Cita|André Zanotto|pagg. 32-34}}</ref>.
Il tetto, in lose di pietra, è caratterizzato da un doppio spiovente, la parte interna del quale convoglia l’acqua verso il cortile centrale sottostante dove poteva essere raccolta nella cisterna<ref name="zanotto" />.
==Il castello nella cultura popolare==
Attualmente il castello di Fénis è una delle principali attrazioni turistiche della [[Valle d'Aosta]] ed è visitato da più di 80 000 persone ogni anno<ref name="visitatori">{{cita web|titolo=Visitatori per tipologia d'ingressi nei castelli della Regione Valle d'Aosta - Anni 2004-2006 |url=http://www.regione.vda.it/statistica/annuario2008/7/1.PDF|accesso=15/04/2010}}</ref>.
Nel [[1985]] sono stati girati nel castello gli esterni del film ''[[Fracchia contro Dracula]]'' di [[Neri Parenti]]. Nel [[2006]] il maniero è stato usato come set per alcune scene della miniserie televisiva ''[[La freccia nera (miniserie televisiva)|La Freccia Nera]]''<ref name="cinema">{{cita web|titolo=A spasso sulla neve, tra castelli romantici in Valle d'Aosta |url=http://www.vacanzecultura.it/index.php?/Speciale-Neve-2009/a-spasso-sulla-neve-tra-castelli-romantici-in-valle-daosta.html|accesso=01/03/2010}}</ref>.
==Note ==
{{references|2}}
==Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome=Giacosa |nome=Giuseppe |titolo=I Castelli Valdostani |anno=1903 |editore=Tip. editrice L.F. Cogliati| cid=Giuseppe Giacosa}}
* {{cita libro|cognome=Brocherel |nome=Giulio |titolo=Castelli Valdostani |anno=1930 |editore=Edizioni Augusta Praetoria| cid=Giulio Brocherel}}
* {{cita libro|cognome=Boson |nome=Giustino |titolo=Dipinti e scritte in versi del castello di Fenis |anno=1930 |editore=Aosta - Rivista della provincia| cid=Giustino Boson scritte}}
* {{cita libro|cognome=Boson |nome=Giustino |titolo=Il castello di Fenis |anno=1958 |editore=Istituto geografico De Agostini| cid=Giustino Boson}}
* {{cita libro|cognome=Bona |nome=Enrico D. |coautori=Paola Costa Calcagno |titolo=Castelli della Valle d'Aosta|anno=1979 |editore=Istituto geografico De Agostini-Serie Görlich| cid=Enrico D. Bona}}
* {{cita libro|cognome=Zanotto |nome=André |titolo=Il castello di Fenis |anno=1979 |editore=Musumeci Editore | id=ISBN 8870320061| cid=AndréZanotto}}
* {{cita libro|cognome=Gatto Chanu |nome=Tersilla |coautori=Augusta Vittoria Cerutti |titolo=Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Valle d'Aosta |anno=2001 |editore=Newton & Compton Editori | id=ISBN 88-8289-564-5| cid=Tersilia Gatto Chanu}}
* {{cita libro|cognome=Zanotto |nome=André |titolo=Castelli Valdostani |anno=2002 |editore=Musumeci Editore | id=ISBN 88-7032-049-9| cid=André Zanotto}}
* {{cita libro|cognome=Corni |nome=Francesco |titolo=Segni di pietra. Torri, castelli, manieri e residenze della Valle d'Aosta |anno=2008 |editore=Associazione Forte di Bard | id= ISBN 88-87677-33-6| cid=Francesco Corni}}
==Voci correlate ==
* [[Castelli in Valle d'Aosta]]
* [[Challant (famiglia)|Famiglia Challant]]
* [[Aimone di Challant]]
* [[Bonifacio I di Challant]]
* [[Giacomo Jaquerio]]
* [[Alfredo d'Andrade]]
== Altri progetti ==
{{ip|commons=Category:Fénis|commons_preposizione=sul}}
== Collegamenti esterni ==
* {{lingue|it|fr}} [http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_fenis/default_i.asp Il castello sul sito della regione Valle d'Aosta]
* {{lingue|it|fr}} [http://www.comune.fenis.ao.it/turismo/castello_i.asp Il castello sul sito del comune di Fénis]
{{portale|Architettura|Medioevo|Valle d'Aosta}}
{{vetrina|6|6|2010|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Castello di Fénis}}
[[Categoria:Castelli della Valle d'Aosta|Fénis]]
[[ca:Castell de Fénis]]
[[en:Fénis Castle]]
[[fr:Château de Fénis]]
[[pms:Castel ëd Fén-is]]
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