Scicli e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 giugno 8: differenze tra le pagine

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|abitanti = 25.971<ref name= abitanti >Dati Istat al 31 dicembre 2006:[http://demo.istat.it/]</ref>
|anno = 31-12-06
|densita = 187,81
|frazioni = [[Cava d'Aliga]], [[Donnalucata]], Playa Grande, [[Sampieri]]
|comuniLimitrofi = [[Modica]], [[Ragusa]]
|cap = 97018
|prefisso = [[0932]]
|istat = 088011
|fiscale = I535
|nomeAbitanti = sciclitani
|patrono = San Guglielmo di Noto, penitente
|festivo = ultimo sabato di maggio
|sito = http://www.comune.scicli.rg.it/
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
'''Scicli''' è un comune di 25.971<ref name= abitanti /> abitanti della [[provincia di Ragusa]]
 
== Geografia ==
[[Immagine:Scicli.svg|thumb|left|190px|Il comune di Scicli nella provincia di Ragusa]]Scicli dista 24 chilometri da [[Ragusa]]. Il comune si situa sul mare a sud del capoluogo di provincia. Scicli è nella parte interna e collinare del comune. Scriveva così [[Elio Vittorini]] nel suo romanzo incompiuto ''[[Le città del mondo]]'':
 
{{quote|Uno degli anni in cui noi uomini di oggi si era ragazzi o bambini, sul tardi d'un pomeriggio di marzo, vi fu in Sicilia un pastore che entrò col figlio e una cinquantina di pecore, più un cane e un asino, nel territorio della città di Scicli.
<br/>Questa sorge all'incrocio di tre vallini, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo del letto d'una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini. È nell'estremità sud-orientale dell'isola; e chi vi arriva dall'interno se la trova d'un tratto ai piedi, festosa di tetti ammucchiati, di gazze ladre e di scampanii; mentre chi vi arriva venendo dal non lontano litorale la scorge che si annida con diecimila finestre nere in seno a tutta l'altezza della montagna, tra fili serpeggianti di fumo e qua e là il bagliore d'un vetro aperto o chiuso, di colpo, contro il sole...Ma la pietra la lasciò cadere, appena arrivato. Il volto di Rosario si era alzato radioso dinanzi ai suoi piedi dalla roccia che scendeva tra cielo e cielo. Insieme gli si era aperta dinanzi la città di Scicli, con le corone dei santuari sulle teste dei tre valloni, con le rampe dei tetti e delle gradinate lungo i fianchi delle alture,
 
e con un gran nero di folla che brulicava entro a un polverone di sole giú nel fondo della sua piazza da cui parte e s'allarga verso occidente un ventaglio di pianura. Rosario era felice, indicandola al padre, come se avesse temuto di vederla svanire prima del suo arrivo.... Abbracciò il cane al collo, in un gesto di entusiasmo, e di nuovo indicò tutta la valle di case; poi i quartieri delle pendici ch'erano deserti e immobili nell'azzurro dell'ombra; poi la folla ch'era in fondo, immersa nel sole, e in essa indicò l'origine della musica che s'udiva vibrare ogni tanto, filtrata dalle diecimila stanze vuote e dalle gole d'organo della montagna. <br>«Ma che cos'è? - domandò - È [[Gerusalemme]]?» <br>Aveva negli occhi punte azzurre di sole che gli impedivano di distinguere che faccia facesse suo padre. L'udí in ogni modo rispondergli: «Non so che città sia». Egli, con questo, non aveva detto che non poteva essere la Città per eccellenza: «Gerusalemme o altro che si chiamasse....Come devono essere contenti in questa città!» Esclamò Rosario.... <br>Rosario continuava: «È la più bella città che abbiamo mai vista. Più di [[Piazza Armerina]]. Più di [[Caltagirone]]. Più di [[Ragusa]], e più di [[Nicosia]], e più di [[Enna]]...» <br>Il padre non lo negava. Egli considerava la pietra senza dir nulla, e Rosario poté soggiungere: - Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle....}}
 
== Storia ==
 
Scicli si estende su una larga pianura incastonata all’interno di tre valli strette ed incassate dette ''Cave'' (le valli di Modica, di Santa Maria La Nova, e di San Bartolomeo), originate da fratture [[tettonica|tettoniche]] di epoca remotissima e divenute letto di corsi d’acqua torrentizi. Le sue origini sono molto antiche e risalgono, con ogni probabilità, al periodo siculo, quindi oltre tremila anni fa.
<br />Il nome Scicli si pensa che derivi da Šiclis, uno degli appellativi utilizzati per indicare i [[Siculi (Sicilia)|Siculi]], i famosi ''popoli del mare'' che gli egiziani chiamavano [[Ramesse III|Sheklesh]]. <br />La presenza umana nel territorio di Scicli risale addirittura al periodo [[Calcolitico|eneolitico]], come dimostrano i ritrovamenti della Grotta Maggiore situata vicino all’Ospedale Busacca, datati fra l’età del rame e l’età del bronzo antico (III-II millennio a.C. – XVIII-XV secolo a.C.
<br>La caratteristica conformazione del territorio con la presenza di ''cave'' e [[grotta|grotte carsiche]], ha favorito la nascita di numerosi insediamenti rupestri. Oltre a quello preistorico di Grotta Maggiore, ricordiamo anche l’insediamento tardo bizantino del [[VII secolo|VII sec. d.C.]] sito in località Castellaccio, e l’insediamento rupestre bizantino (VIII secolo d.C.) e medievale (X-XI secolo d.C.) in località Chiafura, visibile sino ai nostri giorni. <br>Ritrovamenti archeologici, in particolare i resti di un abitato greco presso la foce dell'Irminio, testimoniano la presenza, o comunque dei contatti di primaria importanza con i greci. Così come [[Comiso]] e [[Ispica]], Scicli vanta la propria discendenza dalla città greca-siracusana ''[[Casmene]]'', fondata nel [[vII secolo AC|VII secolo a.C.]] Per motivi topografici l'ipotesi che Scicli possa discendere da Casmene è da considerare comunque non realistica.
 
Oltre ai resti greci sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dei [[Cartagine|cartaginesi]], presenti nell’isola fino alla '''conquista romana''' avvenuta nel [[III secolo a.C.|III secolo a.C.]. Sotto il dominio romano Scicli divenne città "decumana", ovvero città sottoposta al tributo della "decima" consistente nel pagamento di un decimo del raccolto.
 
Dopo la caduta dell’impero romano Scicli passò ai [[bizantini]] è subì, come altre città dell’[[Sicilia|Isola]], le incursioni dei Barbari.
 
La città antica sorgeva sul colle di San Matteo, dove ancora oggi si trovano i resti di un Castello che rendeva l'antico abitato difficile da espugnare. Una struttura fortificata doveva comunque esistere già nel periodo bizantino come si evince da fonti arabe:
 
''“ l'anno duecentocinquanta (864-65)… I Musulmani, assediata Scicli, la presero”''
 
[[Immagine:Scicli-StBartelemy.jpg|thumb|left|[[Chiesa di San Bartolomeo (Scicli)|Chiesa di San Bartolomeo]]]]
L'assedio da parte degli arabi fa presupporre la presenza di un sistema di difesa fortificato a salvaguardia dell'abitato. Verso la metà del [[XIV secolo]] esistevano due Castelli: il Castellaccio “castrum magnum” ed il Castello dei tre Cantoni “castrum parvum” ambedue in contrada Castellaccio.
 
Sotto il [[Alto Medioevo#Gli Arabi in Sicilia|'''dominio Arabo''']], Scicli conobbe un periodo di notevole sviluppo agricolo e commerciale e lo storico arabo [[Edrisi]] nella prima metà del [[XII secolo]], esaltò la prosperità economica di Scicli con queste parole:
 
''“rocca di Siklah, posta in alto sopra un monte, è delle più nobili, e la sua pianura delle più ubertose. Dista dal mare tre miglia circa. Il paese prospera moltissimo: popolato, industre, circondato da una campagna abitata, [provveduto] di mercati, a’ quali vien roba da tutti i paesi. [Qui godesi] ogni ben di Dio ed ogni più felice condizione: i giardini producono tutta sorte di frutte; i legni arrivano di Calabria, d’Africa, di Malta e di tanti altri luoghi; i poderi e i seminati sono fertilissimi ed eccellenti sopra tutt’altri; la campagna vasta e ferace: ed ogni cosa va per lo meglio in questo paese. I fiumi [del territorio], abbondanti di acqua, muovono di molti molini.”''
 
Si fa risalire all’anno [[1091]] la liberazione definitiva di Scicli dal dominio [[Saraceni|saraceno]] per opera di [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero d’Altavilla]] e il passaggio al dominio [[Normanni|normanno]]. A questa battaglia, avvenuta nella Piana dei Milici è legata la leggenda della ''Madonna delle Milizie''. Si narra che la battaglia finale, avvenuta nel marzo 1091, fu vinta dai Cristiani per l'intercessione della Vergine Maria scesa su un bianco cavallo a difesa di Scicli. Nella località dell’avvenimento venne costruita la chiesetta della Madonna dei Milici.
<br>La battaglia è ricordata ogni anno con la ''Festa delle Milizie'', una delle principali attrazioni folcloristiche di Scicli.
 
I '''Normanni''' ([[1090]]-[[1195]]) introdussero il [[Feudalesimo|sistema feudale]] già diffuso altrove, e Scicli ed altre città vicine, furono considerate cittá demaniali. Nel [[1093]] Scicli viene ricordata come dipendente dalla diocesi di [[Siracusa]].
 
Ai Normanni successero gli [[Svevi]] (Arrigo Imperatore di Svezia si impossessò del trono di Sicilia nel 1195). Nel [[1255]] durante la lotta dei Papi contro la casa Sveva, [[Papa Alessandro VI]] concesse alcuni territori tra cui Scicli, Modica e Palazzolo, a titolo di Feudo, a Ruggiero Fimeta “Rogerio Finente de Leontino” che si era ribellato agli Svevi. Ruggiero non arrivò mai a prendere il possesso della città perché fu sconfitto.
 
Anche sotto gli Svevi, Scicli conservó il privilegio di cittá demaniale. La sua storia segue quella della Sicilia, per cui con la caduta dei Svevi avvenuta nel [[1266]], passò sotto la [[Angioini|dominazione Angioina]], mal tollerata, a causa della politica di [[Carlo I d'Angiò]] che, diversamente dai suoi precedessori normanni e svevi, considerava il Regno di Sicilia territorio di conquista e di vantaggi economici e finanziari. La politica di Carlo D’Angiò fu causa di un’insurrezione in tutta la Sicilia, nota come i [[Vespri Siciliani]]. Il 5 aprile 1282 Scicli, insieme a [[Modica]] e [[Ragusa]] insorge contro le guarnigioni francesi del luogo cacciandole e ponendosi sotto la protezione di [[Pietro III d'Aragona]].
 
Fu sotto la dominazione aragonese che si formò la contea di Modica, e Scicli ne venne a far parte, seguendone le sorti sotto i Mosca (1283- 1296), i Chiaramonte (1296-1392), i Cabrera (1392-1477) e gli Enriquez-Cabrera (1477-1742). Dal 1535 al 1754 Scicli fu anche capoluogo di Sede d’Armi (circoscrizioni militari che erano dieci in tutta la Sicilia) e nel [[1860]], con un plebiscito, proclamò la sua '''[[Spedizione dei Mille|annessione al Piemonte]]'''.
 
Scicli, con un passaggio graduale dal colle al piano, assunse la sua forma topografica tra il XIV ed il XVI secolo. La popolazione era aumentata notevolmente ma la peste del [[1626]] la ridusse drasticamente di quasi due terzi portandola da 11000 a 4000 abitanti circa. Dopo la peste, anche grazie ad agevolazioni economiche a favore di chi decideva di risiedere in città, si ebbe un nuovo sviluppo demografico, ma il tremendo terremoto del [[1693]] causò 3000 morti e la distruzione di gran parte della città. Da quelle macerie, Scicli rinacque in chiave [[Barocco|barocca]], e oggi è caratterizzata da numerosi edifici settecenteschi.
 
Attualmente la signoria della Terra di Scicli è detenuta dal cav. don Francesco detto "Ciccio" Vasta-Marenzi dei conti Marenzi di Bergamo, barone-conte di Scicli, con approvazioni di decreto reale.
 
 
'''''Economia'''''
L'economia di Scicli è basata quasi esclusivamente sull'agricoltura intensiva e sulla produzione di primaticci.
La coltivazione in serre, di cui tutta la fascia costiera è coperta, sta raggiungendo il primo posto fra le risorse economiche della città e della provincia. Scicli vanta la costruzione della prima serra per primaticci, ideata dal genio Ignazio Fiorito, che all'epoca, si fece mandare dalla Pirelli di Milano, dei teli di plastica che lui utilizzò per coprire le colture e proteggerle dalle gelate e dagli agenti atmosferici. La prima serra nacque in contrada Pezza Filippa, a ridosso del mare.
Oltre ai primaticci e alla serricoltura, particolare importanza riveste anche la produzione di agrumi, olio carrubbe, vino e in quest'ultimo periodo anche di fiori. Scicli è la capitale provinciale delle produzioni di infissi in alluminio e tutto quello che concerne questo settore, con la presenza nel territorio di svariate aziende, di piccole, medie, e grandi dimensioni, che esportano il prodotto finito, in tutta italia e a volte anche all'estero.
 
'''Lo Sport a Scicli'''
È un po difficile tracciare un classifica delle società e associazioni sportive che negli ultimi 30 anni si sono occupati di sport in città. Così optiamo per una elencazione, non certo banale, quanto di merito; merito che questi gruppi si sono conquistati nel tempo e soprattutto nel campo. Alcune di queste società non esistono più, perché, esaurita la spinta e una certa energia, hanno lasciato ad altre realtà la funzione educativa e organizzativa. Rimane, però, il loro lavoro, il seme lasciato a ''risvegliare'' altri e più incisivi percorsi sportivi. L'elenco non può non essere aperto che dall'U.P. Scicli, la società che in città è sinonimo di calcio. Ha avuto i suoi momenti di migliori alla fine degli anni 70, quando partecipò al campionato italiano di serie D (oggi equivalente ad una C1), e la città salì agli onori della cronaca sportiva per i successi e il vivaio che seppe coltivare in questa parte di sicilia. Oggi è in una fase di stanca, ma bisogna dar merito all'attuale presidente Pasquale Giavatto della continuità nelle tante difficoltà di gestione. La ''Fernando Ciavorella'' di basket è anch'essa un nome storico dello sport sciclitano. È la più antica società della provincia di Ragusa che opera nella pallacanestro. Anch'essa ha i suoi momenti migliori negli anni 80 quando fece la serie D e per motivi economici dovette rinunciare a traguardi più anbiziosi. Da essa è passato il fior fiore della bella gioventù sciclitana. E ancora oggi si svolge un ruolo essenziale nell'attività motoria di gruppo, con diverse compagine giovanili, a testimonianza della vivacità che la città offre. La ''Cristo Risorto - Pro Scicli''. In origine era la seconda squadra di calcio della città. Oggi è la più bella realtà sportiva in provincia di Ragusa dopo la conquista della serie a nel calcio a 5. Merito del gruppo dirigente con Giorgio Vindigni in testa, ma grazie anche ad un manipolo di giovani atleti sciclitani che scelsero questo sport in anni pionieristici e riuscirono a farlo piacere. Oggi il Pro Scicli è una bandiera della Scicli sportiva. La Libertas Scicli di pallamano, oggi purtroppo non esistente, fu per diversi anni la speranza e la conferma del carattere sportivo della gioventù locale. Una squadra che arrivò alla serie B e che per motivi essenzialmente economici non potè fare il salto di qualità più alto. La sua storia è legata al prof. Enzo Carbone e ad un gruppetto di volenterosi dirigenti che dedicarono anni preziosi della loro vita a questa realtà che per molti rimase palestra di vita. Un'altra società ormai nel mito e nei ricordi è quella che più di tutte si è occupata di ciclismo. Stiamo parlando de ''Gli Amici Del Pedale''. Un nome su tutti: Memmo Cucuzza, piccolo, tenace atleta che per tante stagioni fece infiammare la passione per le due ruote. Poi venne la ''Verdirame'' ad organizzare gare e giri; anch'essa di grande passione. La pallavolo in città si identifica con la ''Uisp'', una società che per tanti anni fu al centro dell'attività motoria del paese. Partecipò a campionati regionali con risultati apprezzabili, che non trovarono il seguito però, soprattutto a livello di dirigenza, per cui la società si dedico in maniera più completa all'attività ginnica da un punto di vista sociale. Fu infatti la Uisp del professore Mimì Russino e del dottore Gaetano Mormina ad iniziare i corsi di ginnastica per anziani. Fu un successo in tutta la Sicilia. L'atletica ha due nomi da premiare, Franco Ruscica e Gianni Voi. A loro due si deve il boom dei giovani che ancora oggi si dedicano a questo sport e con i risultati che tutti sappiamo sia a livello regionale, che nazionale e mondiale. Il primo ha sfornato piccoli campioncini che si sono affermati anche nelle prove nazionali; il secondo ha legato il suo nome ad una delle società più serie e sane del settore, la ''Peppe Greco'' organizzatrice della gara di mezzofondo su strada più importante in Italia. Ci sono infine altre realtà sportive, che nel loro piccolo, recitano un'altrettanto valido ruolo. Meritano la citazione ''Scicli Sport'', che si occupa di tennis da tavolo; ''Tennis Club Scicli'', con un vivaio in forte crescita; ''Sport Gun'', con un campione italiano nel tiro al piattello; ''Judo Club Koizumi'' di Maurizio Pelligra, oggi maestro della disciplina del judo; la ''Sikla Nuoto'', militante nel campionato di serie B, che per mancanza di una piscina in città è costretta ad operare a Modica; ''Life'' che si occupa di ginnastica artistica, ''Sport Dance'' di Luisa Sinacciolo. E poi tante altre palestre private che si occupano di ginnastica del corpo per tutte le età. Sono realtà in grande movimento che offrono alla città un'occasione importante per fare attività sportiva, insomma movimento per la salute del corpo. Piccole e grandi società, ma tutte in vita per via di un volontariato nei gruppi dirigenti duro a morire. È per questo motivo che a nome della cittadinanza rivolgiamo loro un sentito GRAZIE!!!.
Parlare di sport a Scicli nel periodo del dopoguerra e della ricostruzione, senza parlare dell'associazionismo cattolico non è possibile. Le problematiche giovanili, compreso il movimento sportivo, si sviluppavano in quel periodo a Scicli all'interno delle varie associazioni cattoliche che, organizzate nelle parrocchie dei vari quartieri, venivano discusse e sviluppate. L'associazione di fatto era in quegli anni un vero e proprio luogo di incontro e di svago. Il calcio in particolare, era uno sport che veniva portato avanti sottoforma di tornei cittadini e diocesani. Vari erano i tornei che a livello cittadino venivano organizzati, soprattutto nel periodo estivo quando partiva il grest, ma varie erano anche le manifestazioni che si svolgevano durante tutto l'anno. Per il calcio veniva organizzata la coppa ''Città Di Scicli''. In quegli anni, la formazione dello Scicli calcio, poteva contare su nomi di rilievo e di prestigio come Sandro Ciotti, Falcone, Spolverino, Riceputo ed altri, che riusciva (lo Scicli Calcio) ad infervorare i tifosi locali per il suo ruolo di leadership che aveva non solo in provincia, ma anche e soprattutto a livello regionale, rappresentava per tutti i giovani della città l'emblema ed il fenomeno da imitare.
'''Piazzamenti dello Scicli Calcio 1963'''
ANNO CAMPIONATO
'''1962-63''' III Categoria 4°
'''1963-64''' II Categoria 11°
'''1964-65''' II Categoria 4°
'''1965-66''' II Categoria 4°
'''1966-67''' II Categoria 7°
'''1967-68''' II Categoria 3°
'''1968-69''' II Categoria 4°
'''1969-70''' II Categoria 5°
'''1970-71''' I Categoria 4°
'''1971-72''' I Categoria 3°
'''1972-73''' I Categoria 1°
'''1973-74''' Promozione 4°
'''1974-75''' Promozione 4°
'''1975-76''' Promozione 1°
'''1976-77''' Interregionale 11°
'''1977-78''' Interregionale 11°
'''1978-79''' Interregionale 16° Retrocede
'''1979-80''' Promozione 2°
'''1980-81''' Promozione 4°
'''1981-82''' Promozione 3°
'''1982-83''' Promozione 3°
'''1983-84''' Promozione 2° Promosso
'''1984-85''' Interregionale 7°
'''1985-86''' Interregionale 2°
'''1986-87''' Interregionale 6°
'''1987-88''' Interregionale 13°
'''1988-89''' Interregionale 5°
'''1989-90''' Interregionale 7°
'''1990-91''' Interregionale 6°
'''1991-92''' Interregionale 5°
'''1992-93''' Interregionale 14°
'''1993-94''' Interregionale 19° Retrocede
'''1994-95''' Eccellenza 17° Retrocede
'''1995-96''' Promozione 13°
'''1996-97''' I Categoria 1°
'''1997-98''' Promozione 12°
'''1998-99''' Promozione 11°
'''1999-00''' Promozione 1°
'''2000-01''' Eccellenza 14° Perde i Play-Out e retrocede contro la Spadaforese
'''2001-02''' Promozione 4°
'''2002-03''' Promozione 8°
'''2003-04''' Promozione 1°
'''2004-05''' Eccellenza 8°
'''2005-06''' Eccellenza 13° Retrocede
'''2006-07''' Promozione 6°
'''2007-08''' Promozione 11° Si salva ai play-out contro la Rari Nantes Siracusa
 
 
{{Demografia/Scicli}}
 
== Cultura ==
 
=== I monumenti ===
Dalla motivazione di iscrizione nella World Heritage List dell'Unesco:
{{quote|... La via Mormino Penna, per la ricca presenza di edifici del Settecento, e il palazzo Beneventano rappresentano un capolavoro del genio creativo umano dell'età tardo-barocca. Si può infatti dire che sia questa l'epoca che definisce nel complesso il continuum dell'ambiente urbano della via, in cui anche gfresli edifici che appartengono all'Ottocento e al Novecento si sono adattati all'immagine prevalente... Palazzo Beneventano, il più famoso edificio nobiliare di Scicli ed uno dei più interessanti della Sicilia barocca, inserito dal Blunt nella sua rassegna sul barocco siciliano e successivamente notato da numerosi altri autori, è per la sua unicità anch'esso un capolavoro, in particolar modo per l'aspetto scultoreo che caratterizza le sue due facciate fastosamente decorate dai lapidici locali...}}
:
Scicli è un centro del barocco ibleo della Val di Noto, Patrimonio dell'Umanità nella lista dell'heritage dell'UNESCO, tra i suoi principali monumenti si ricordano
:
* '''Palazzo Beneventano'''
:Fu definito da Sir [[Anthony Blunt]] il più bello della Sicilia, ("''di un pallido colore giallo-oro che al sole acquista un'indescrivibile opulenza''"). Caratteristici mascheroni "irriverenti" lo adornano
:
* '''Chiesa di San Matteo''':
 
[[Immagine:SAN_MATTEO_SCICLI_WIKI.JPG|thumb|right|300px|Chiesa di San Matteo|right]]Simbolo di Scicli e chiesa Madre fino al 1874, è posta sul colle di San Matteo, sito della città vecchia.
 
* '''Palazzo Fava'''
uno dei primi e più monumentali palazzi barocchi della città, rappresenta il perno prospettico tra lo scenario naturale della cava di S. Bartolomeo e la fuga prospettica sul paesaggio antropizzato di piazza Italia e Corso Garibaldi. Notevolissime le decorazioni tardobarocche del portale d'onore e dei balconi su piazza Italia ma raggiunge l'apice del genio nell'unico balcone su via san Bartolomeo ornato di grifoni, mostri di ascendenza medievale e manieristica e svariate teste di moro.
* '''Palazzo Spadaro''':
sulla stupefacente via F. Mormino Penna; è una delle sedi istituzionali del Comune. Rappresenta la prova tangibile del progressivo cambio di gusto dalla pomposa e scenografica poetica tardobarocca ad una raffinata e ricercata cultura rocaille: il prospetto è leggermente curvo e segue l'impianto ancora medievale dell'antico Corso (via Francesco Mormino Penna) e dialoga in maniera diretta con l'altra protagonista di questa sezione del corso, la chiesa di San Michele Arcangelo. Gli interni sia sul piano architettonico che su quello puramente decorativo sono da riferire a rimodulazioni del XIX secolo. Visitabile, sede di numerose mostre temporanee.
* '''Chiesa di San Bartolomeo Apostolo'''
(scenograficamente inserita nella "cava" omonima). La facciata a torre dei primi dell'800 riprende temi gia sviluppati a Ragusa da Rosario Gagliardi (Duomo di S. Giorgio) e da fra' Alberto Maria San Giovanni Battista (Chiesa di S.Giuseppe) entrambi a Ibla. L'interno è ad unica navata a croce greca e si presenta sostanzialmente tardo barocco-rococò; custodisce uno spettacolare ciclo di stucchi che vanno dal '700 all'800.
* '''[[Chiesa di San Bartolomeo (Scicli)|Chiesa di San Bartolomeo]]'''
La chiesa risale ai primi anni del XV secolo e forse fu l'unico edificio risparmiato dal catastrofico terremoto del 1693.
* '''Chiesa di Sant'Ignazio'''
della prima metà del '700; è la Chiesa Madre della città dal 1874, anno del trasferimento della Madrice dalla Basilica di San Matteo
* '''Chiesa di Santa Maria La Nova'''
[[Immagine:S. Maria La Nova a Scicli (RG).jpg||thumb|left|200px|Chiesa di S. Maria La Nova|left]]
(di origini antichissime, dal 1994 è sede del Santuario di Maria SS. della Pietà. L'interno neoclassico a tre navate -con l'ampio abside quadrangolare di ''Venanzio Marvuglia''- è frutto della ricostruzione ottocentesca della chiesa. )
* '''Convento del Rosario'''
(sull'omonimo colle)
* '''Convento e chiesa del Carmine''':
fra tutte le architetture ecclesiastiche della città il complesso del Carmine rivela la più elevata omogeneità stilistica fra le componenti architettoniche, scultoree e pittoriche: tutto concorre a creare una estatica atmosfera rococò (gli stucchi candidi, la luminosità dell'aula, le numerose tele). L'impianto architettonico ad aula unica è definito da uno splendido ciclo di stucchi monocromi attribuiti al Gianforma stuccatore palermitano allievo del Serpotta.
* '''Chiesa di Maria Santissima della Consolazione''':
[[Immagine:Consolazione Scicli RID.JPG||thumb|right|150px|S. Maria della Consolazione|right]]
 
la struttura attuale delle navate resistette al sisma del 1693 e risale al 1600 circa; l'abside, il cupolino e gli ambienti adiacenti (Sala del Capitolo, Sagrestia) furono ricostruiti successivamente secondo uno stile pomposamente settecentesco-rococò; notevole la pavimentazione a tarsie marmoree del presbiterio nonché il fastoso organo settecentesco e gli stalli lignei ottocenteschi.
* '''Convento della Croce'''
Di origini tardomedievali, custodisce tra le sue vecchie mura due antichi chiostri porticati; l'interno della chiesa, rimodulato nel '700 con un ciclo di stucchi bianchi, conserva ancora numerose lapidi e sepolcri medioevali. La facciata, sobria ed elegante, è impreziosita da un portale con [[archivolto]] gotico-catalano, da tre stemmi (quello dell'Universtà di Scicli (il Comune), quello degli Enriquez e quello dei Cabrera) e da una porzione di cornice che apparteneva al rosone.
* '''Chiesa di San Giuseppe''':
si trova nel quartiere omonimo. L'interno è settecentesco e custodisce due notevoli sculture: la statua lignea di S. Giuseppe laminata in argento e quella di S. Agrippina del '400.
* '''Convento dei Cappuccini''': Il complesso si estende fra le pendici delle rocciosa collina della Croce e l'altura argillosa della Bastita. Il convento fu costruito annesso a quella che era la chiesa di S. Agrippina. Il culto della santa si trasferì poi nella chiesa di San Giuseppe dove ancora rimane una bellissima statua del '400 ( di scuola gaginiana?) dedicata alla Santa.
* '''Chiesa di Santa Teresa''':
la facciata rivela influenze ancora legate alla tradizione architettonica precedente il terremoto del 1693. L'interno tardobarocco è uno dei più ricchi della provincia per gli stucchi, le tele, le sculture, le pavimentazioni a tarsie bianche e nere.
* '''Chiesa di San Michele'''
* '''Chiesa di San Giovanni Evangelista''':
 
[[Immagine:San Giovanni Evangelista a Scicli.JPG||thumb|left|200px|San Giovanni Evangelista|left]]
la facciata concavo-convessa a tre ordini rivela influssi borrominiani (S. Carlino alle Quattro Fontane - Roma). L'interno a pianta ellittica coperta da una cupola (i finestroni si aprono direttamente sull'imposta della cupola) è preceduta da un endonartece e conclusa da un'abside. Gli stucchi e le decorazioni dell'interno sono del secolo XIX.
 
=== Scicli in letteratura ===
[[Elio Vittorini]] si sofferma sulla sua magica morfologia ne "Le Città del Mondo":
{{quote|La città di Scicli sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini...}}
 
[[Pier Paolo Pasolini]] visitò da giornalista la città vecchia (Chiafura) scavata nella roccia che sovrasta il centro storico, descrivendola come:
{{quote|una specie di montagna del Purgatorio, coi gironi uno sull'altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi e lì vive, ammassata, qualche volta col mulo.}}
 
[[Leonardo Sciascia]] è stato più volte a Scicli, dove teneva conferenze e incontri e dove viveva l'amico e pittore [[Piero Guccione]], sciclitano di nascita.
 
==Manifestazioni==
 
* ''Festa delle Milizie'': I festeggiamenti, che hanno inizio ogni anno, a fine maggio, durano una settimana. Il momento più significativo della festa è la rappresentazione teatrale, il sabato, di una "moresca" a ricordo di una battaglia avvenuta nel 1091 per la liberazione della [[Sicilia]] dal dominio saraceno; nella rappresentazione, che si tiene ogni anno da tempo immemorabile, si fronteggiano i ''Turchi'' (i [[Saraceni]]) capeggiati dall'Emiro Belcane e i Cristiani (i [[Normanni]]) guidati dal Gran Conte Ruggero d'Altavilla. Nella rappresentazione, vengono ricreati gli ambienti suggestivi della lotta e attori popolari con abiti d’epoca e armi, recitano sulle strade ripercorrendo i momenti più importanti della battaglia, che si conclude con l'intervento miracoloso della [[Vergine Maria]] (detta "delle Milizie" o "dei Milici"), che, scesa dal Cielo in groppa ad un Bianco Cavallo, libera la città dall'assedio straniero. La tradizione vuole che '''Maria Santissima delle Milizie''' rappresenti l'Addolorata, molto venerata dagli sciclitani, cui sono anche dedicate due processioni e due culti (nella Chiesa di Santa Maria La Nova e nella chiesa di San Bartolomeo).
 
*''Il Gioia'': Al culmine della [[Settimana Santa]], il giorno di [[Pasqua]] viene festeggiata la Resurrezione di Cristo, detto ''l'Uomo Vivo'', al grido di "Gioia", da cui per antonomasia '''il Gioia''' (con l'articolo al maschile). La statua lignea del Cristo, opera settecentesca attribuita a Civiletti e custodita nella Chiesa di Santa Maria La Nova, viene portata in processione per le vie della città e fatta ondeggiare e ballare in segno di gioia per tutto il giorno sino a tarda ora. Di recente il cantautore [[Vinicio Capossela]] ha dedicato una delle sue canzoni a questa caratteristica festa.
 
*''La Cavalcata di San Giuseppe'': il sabato precedente il [[19 marzo]] (o quello successivo) dalla Chiesa di San Giuseppe parte una suggestiva processione di cavalli e cavalieri, detta la '''Cavalcata di San Giuseppe''', per le vie della città di Scicli. Figuranti che rappresentano [[San Giuseppe]] e la [[Vergine Maria]] guidano il corteo che passa nei vari quartieri in cui vengono allestiti dei falò, dei fuochi detti ''Pagghiari'', dove i cavalieri e la gente che segue la cavalcata accende dei fasci di stoppie dette ''ciaccàre''. I cavalli sono bardati con manti di violaciocche, dette ''bàlicu'', di vari colori' e gigli selvatici (''spatulidda'') composti a modo (nelle settimane precedenti) per rappresentare scene religiose o simboli della città (leone rampante, stemma, San Giuseppe, Gesù, la croce...). Campanacci, sonagli, testiere, ed altri ornamenti completano le bardature.<br />Il 19 marzo la stessa processione si fonde a quella religiosa di San Giuseppe. La rappresentazione vuole ricordare la Fuga in Egitto di Giuseppe e Maria, dopo l'editto di Erode. La sera del sabato della Cavalcata nel sagrato della chiesa di San Giuseppe si svolge una ''Cena'' in cui si bandiscono prodotti tipici per raccogliere offerte per la parrocchia e i poveri, e i cavalli e cavalieri della Cavalcata presenziano alla Cena, alla fine della quale verranno premiati i migliori manti infiorati.
 
*''Marzo Mese Della Cultura'': Nel mese di marzo si vuole festeggiare l'arrivo della primavera, del primo caldo, delle prime passeggiate in centro, e per questo da qualche anno a questa parte è stato istituito il ''Marzo A Scicli, Mese Della Cultura''. Questa iniziativa prevede un cartello fittissimo di eventi che variano dall'arte con mostre, esptemporanee di pittura, al cinema con i vari cineforum organizzati dalle associazioni culturali, al folklore con le feste di primavera (La cavalcata di San Giuseppe di Scicli e Donnalucata), e vari altri appuntamenti di tipo culturale.
 
*''Sagra della seppia'' di Donnalucata, località balneare in provincia di Ragusa, si svolge nel fine settimana che precede il [[19 marzo]] in occasione dei festeggiamenti di [[San Giuseppe]], principalmente in via Pirandello che in quei giorni si popola di bancarelle e di gente. Lungo la strada sono allestiti gli stands dove è proposto un menù che va dall'antipasto ai vari secondi, tutti a base di seppie pescate al largo di Donnalucata e perciò freschissime e cucinate secondo la tradizione locale. <br>Sempre all'interno dei festeggiamenti, una sfilata di cavalli, mutuata da quella, più antica, che si tiene nel centro cittadino di Scicli, ricorda la fuga della Sacra Famiglia in Egitto guidata dal Santo, manifestazione che, secondo la tradizione locale, è chiamata "''la Cavalcata''". <br>I cavalli sono bardati con delle gualdrappe fatte con foglie di palma e fiori (violaciocche), con campanacci e sonagliere; al termine si celebra il concorso con la premiazione per la bardatura migliore.
 
*[[1 maggio]]: ''Sagra del Pomodoro'' o ''festa del grappolino'' a Sampieri. Festa del pomodoro a grappolo di produzione locale. Oltre al pomodoro spazio viene dedicato agli altri prodotti orticoli e ai formaggi. In occasione della sagra viene anche allestita una fiera dell'aartigianato a cui prendono parte numerose aziende provenienti da tutta italia.
 
*''Basole Di Luce festival'': Basole di Luce Festival si tiene tutti gli anni a Scicli (RG) Sicilia nel mese di agosto. Il suo nome vuole magnificare la luce riflessa sulle basole delle vie del centro storico, diventato patrimonio dell’umanità da quando l’Unesco ha inserito Scicli bella World Heritage List. Basole di Luce Festival prevede una serie di manifestazioni di carattere culturale, con spettacoli musicali, teatrali e di intrattenimento legati da un unico denominatore, il confronto tra le etnie e i popoli. Basole di luce festival è una finestra aperta sul mediterraneo, un filo roso di seta, delicato e forte, che cuce teatro, musica, versi e arte all’insegna della mediterraneità: un riaffiorare permanente di antichissime e barbariche radici, che mescola insieme la tristezza antica del rimpianto all’eterna sfrontata capacità di affrontare la vita.
 
*''Carnaluvaru ra Stratanova'': il Carnevale da anni viene festeggiato in Corso Umberto, detto dagli scilitani "A Stratanova" (la strada nuova) e si svolge con manifestazioni, sketches in maschera, sfilate e carri allegorici.
 
*''Memorial Peppe Greco'': Nell'incanto di Scicli, ammantata di barocco, il "Peppe Greco" si accinge a compiere sedici anni da favola, una corsa su strada che da amatoriale è divenuta una classica tra le più prestigiose nel panorama italiano ed internazionale. Giovanni Voi e Gigi Nifosì hanno messo a punto questa podistica nel 1990 per ricordare Peppe Greco, un giovane medico modicano, assistente nel reparto di ostetricia all'Ospedale Busacca di Scicli, scomparso tragicamente in un incidente stradale, dal semplice amore per lo sport. Era l'amico di tutti Peppe e Scicli ha rappresentato lo scenario per conservare la memoria di un uomo eccezionale.
 
ALBO D'ORO
 
*I Edizione 07/10/1990 Giorgio Adamo 32’54”
*II Edizione 1991 Giorgio Adamo -
*III Edizione 10/10/1992 Geri Interrante 19’24” km 6,500
*IV Edizione 10/10/1993 Francesco Bennici 23’24” km 8,300
*V Edizione 02/10/1994 Paul Tergat (Kenya) km 10
*VI Edizione 07/10/1995 Haile Gebrselassie (Etiopia) 28’39” km 10
*VII Edizione 05/10/1996 Haile Gebrselassie (Etiopia) 28’42” km 10
*VIII Edizione 28/09/1997 Haile Gebrselassie (Etiopia) 28’22” km 10
*IX Edizione 04/10/1998 Haile Gebrselassie (Etiopia) 28’59” km 10
*X Edizione 26/09/1999 Paul Tergat (Kenya) 29’31” km 10
*XI Edizione 08/10/2000 Brahim Lahlafi (Marocco) 28’38” km 10
*XII Edizione 30/09/2001 Hailu Mekonnen (Etiopia) 29’19” km 10
*XIII Edizione 29/09/2002 Charles Kamathi (Kenya) 28’31” km 10
*XIV Edizione 28/09/2003 Kenenisa Bekele (Etiopia) 28’50” km 10
*XV Edizione 26/09/2004 Sileshi Sihine (Etiopia) 28’41” km 10
*XVI Edizione 25/09/2005 Stefano Baldini (Italia)
*XVII Edizione 19/08/2006 Martin Lel (Kenya) 28'45"
*XI Edizione Donne
08/10/2000 Lucilla Andreucci 16’49” km 5
*XII Edizione 30/09/2001 Merima Denboba (Etiopia) 16’32” km 5
primato della corsa
 
Una storia appassionante, una passerella dei più grandi campioni del mondo, una gara che tiene ogni volta con il fiato sospeso tutta Scicli, in memoria di Peppe Greco.
 
 
*''Natale A Scicli'':Per il santo Natale Scicli si veste del suo abito migliore per offire ai tanti visitatori le proprie bellezze. Nel quartiere storico di Scicli, la ''Cavuzza Di San Guglielmo'' si svolge il tradizionale presepe vivente, vincitore di numerosi primi posti a livello provinciale per la categoria Presepi Viventi. La particolarità che distingue il presepe di Scicli da quelli degli altri comuni vicinori è senza dubbio la collocazione, immerso in una vallata dove al centro scorre un fiumiciattolo con una fitta vegetazione di fichi d'india e alberi tipici siciliani, ma anche e soprattutto perché le scene sono dialogate e lo spettatore ha l'impressione di essere anche lui coinvolto in quella magica atmosfera qual'è quella natalizia.
 
'''Gastronomia Sciclitana'''
La cucina di Scicli, pur nella semplicità degli ingredienti, è abbastanza varia e gustosa.
La sua tipicità proveniente da ingredienti legati all'economia del territorio, prevalentemente agricolo e marinaro, trova fondamento nella cultura, negli usi e nelle tradizioni del popolo sciclitano.
Le ricette, i sapori, le portate non sono altro che la rappresentazione di ciò che è stato il suo passato storico fatto di dominazioni e di mescolanza di culture, di usi e tradizioni diverse, di intenso lavoro e di innumerevoli sacrifici, di adeguata combinazione di ingredienti e di sapori, di adattamento ad eventi, a feste laiche o religiose.
Gli ingredienti fondamentali sono le carni (vitello, maiale, agnello, pollame, coniglio, tacchino), i formaggi, la ricotta, la pasta di grano duro, gli ortaggi, il miele, le mandorle, i cereali, le olive, l'origano, i capperi, il rosmarino, la salvia, il peperoncino, la menta, l'estratto di pomodoro ed i pomodori salati secchi.
Nelle tre borgate marinare di Scicli (Donnalucata, Cava D'Aliga e Sampieri) la cucina si basa prevalentemente sul pescato ( seppie, polipi, gamberi, tonno, acciughe, sarde, sgombri, orate, spigole, cernie, triglie, ecc.).
 
===Arte===
Da Scicli prende nome una scuola di pittura e scultura contemporanea, detta [[Gruppo di Scicli]], su cui hanno scritto [[Marco Goldin]], [[Susan Sontag]] ed altri, e di cui fanno parte [[Piero Guccione]], [[Franco Sarnari]], [[Franco Polizzi]], [[Carmelo Candiano]], [[Sonia Alvarez]], [[Mimmo Fiorilla]], Paolino, La Cognata ed altri.
1981, Renato Guttuso intervistato da Luca Liguori per il quotidiano “Il tempo” parla del deserto della pittura italiana e della “purezza d’intenti” di un gruppo di artisti che operano nell’estrema periferia, lontani dal dinamismo delle metropoli, dalle Biennali d’arte, dalla velocità consumistica alla quale neppure l’opera d’arte riesce a sottrarsi.
 
Dice Guttuso: “Queste isole di purezza di intenti ci sono. Soltanto che l’organizzazione della vita artistica italiana è stata talmente inquinata e corrotta che è difficile individuarle, conoscerle. Io, che sono uno che ama queste cose, qualcuna di queste isole le conosco e questo fatto mi induce a una profonda malinconia perché vedo che sono momenti di una vita eroica assolutamente senza sbocco perché la situazione attuale non lo consente. Ti faccio un esempio: a Scicli, che è un paesino della Sicilia dove sono andati a vivere dei giovani artisti, Guccione e Sarnari, c’è una piccola scuola di pittori di cui l’Italia non sa nulla, di cui le Biennali non sanno niente, non vogliono saperne o non gliene importa niente di saperlo. Questo non è giusto”.
 
Guttuso si riferiva a quello che è oggi conosciuto come Il Gruppo di Scicli, un gruppo di artisti che per traettorie e motivi diversi cominciano a frequentarsi con assiduità, motivati da comuni interessi per la pittura e la scultura e, nello stesso tempo, disponibili a partecipare ai processi di animazione culturale della città insieme ad alcuni amici che avevano dato vita al Movimento Culturale Vitaliano Brancati. Piero Guccione e Franco Sarnari si incontrano e si frequentano fin dalla metà degli anni Cinquanta. Si ritroveranno a Scicli nel 1971. Franco Sarnari si stabilisce nella campagna iblea. Piero Guccione, nel corso degli anni Settanta, pur abitando a Roma, si ferma a dipingere per molti mesi, dalla tarda primavera fino all’autunno inoltrato nella sua casa di Punta Corvo, davanti al Mar Mediterraneo. Alla fine degli anni settanta deciderà di stabilirsi in Contrada Quartarella tra Modica e Scicli con Sonia Alvarez, marsigliese, conosciuta a Parigi nel 1976, sua compagna. Una decisione coraggiosa quella di abbandonare i centri metropolitani dove l’effervescenza culturale e artistica era di gran lunga superiore e dove i riconoscimenti erano stati notevoli e significativi.
 
Franco Polizzi e Carmelo Candiano, di una generazione più giovane, finita l’Accademia di Venezia, decidono, tra il 1978 e il 1980, di tornare a Scicli. Nello stesso periodo molti sono gli incontri in casa di Guccione a Punta Corvo per costituire un movimento culturale che potesse incidere sul territorio. Nel 1980 si costituisce formalmente il Movimento Culturale Vitaliano Brancati. L’uscita ufficiale avviene nel contesto degli Incontri d’Autunno una serie di iniziative culturali organizzate con il Giornale di Scicli, il foglio locale al suo terzo anno di vita, con una mostra di Piero Guccione sul carrubo, simbolo degli iblei, e un bon à tirer, curata da Franco Sarnari, della Stamperia Il Bisonte di Firenze. Nel 1981 si svolgonole marce per la pace per contrastare l’installazione dei missili Cruise alla base Nato di Comiso. Per l’occasione Franco Sarnari sperimenta le prime Cancellazioni sfigurando le cartoline di alcune città siciliane a voler evocare i disastri della guerra. Il 1981 è l’anno in cui Franco Polizzi realizza una grande tela con l’immagine della città di Scicli commissionata dall’Amministrazione Comunale per l’aula consiliare.
 
Nel frattempo arriva un invito da Palermo per una mostra alla Galleria La Tavolozza dal titolo “Ombre e Luci del Sud” alla quale partecipano Sonia Alvarez, Carmelo Candiano, Piero Guccione, Franco Polizzi e Franco Sarnari. E’ in occasione di quest’esposizione che Luca Liguori intervista Renato Guttuso le considerazioni del quale rafforzano la coscienza del Gruppo. Nel dicembre del 1982 Guccione individua alcune ragioni dell’esistenza isolana come un “necessario e vitale meccanismo di difesa messo in atto per tentare ciscuno di ricostruire la propria identità contro l’invadenza alienante della cultura di consumo”. Fare gruppo non significa sentirsi legati da enunciazioni di poetica ma dichiarare il valore dell’individualità, la libera e personale ricerca di ognuno espressa in opere di qualità. In occasione della mostra “Ibla Mediterranea” che si tiene a Modica nello stesso anno e alla quale espongono Sonia Alvarez e Piero Guccione, si fa notare Giovanni La Cognata che nella primavera dell’anno successivo, espone a Ragusa insieme a Candiano e a Polizzi. Nello stesso anno vengono guardate con attenzione le opere di Salvatore Paolino, di Piero Roccasalva e di Guglielmo Puzzo. Il viaggio in nove città siciliane tra l’estate del 1989 e la primavera del 1990 ne è una testimonianza. Il Gruppo espone a Donnalucata, Siracusa, Sciacca, Palermo, Marsala, Catania, messina, enna, Vittoria.
 
E’ l’occasione per trovare le ragioni per questa realtà figurativa: lasciare le metropoli e riappropriarsi di un rapporto privilegiato con la natura come sede di una storia rallentata. Li legava allora e li lega ancora oggi il poter esprimere la fiducia nei mezzi dell’arte attraverso i mezzi della pittura e della scultura e attraverso una attenzione verso la storia della forme tenendo presente l’arte degli ultimi secoli restituita nella poetica personale.
 
I percorsi di ciascuno degli artisti che fanno parte del Gruppo di Scicli sono molto diversi vuoi per esperienze generazionali, vuoi per formazione, vuoi per i fantasmi soggettivi. Due anni dopo nel 1991 arriva l’invito a esporre a Santa Sofia di Romagna per la XXXV Edizione del Premio Campigna. Viene deciso di partecipare con un gruppo allargato di quattordici artisti (Alvarez, Candiano, Caruso, Chessari, Fiorilla, Guccione, La Cognata, Lissandrello, Paolino, Polizzi, Puzzo, Roccasalva, Sarnari). Si fa strada l’idea di proporsi come gruppo aperto. Molti critici cominciano a guardare con interesse alle singole personalità del Gruppo: Tassi, Crispolti, Giuffrè, Trombadori, Del Guercio, Sgarbi, Vallora, Dalai, Emiliani, Bossaglia, Troisi, Berbera.
 
Una verifica dei mutamenti della pittura dei singoli artisti con il trascorrere degli anni si ha in occasione delle due mostre palermitane del 1997 alla galleria ’61 e a Villa Trabia e, nel 1999 alla Galleria Marieschi di Monza. Nel frattempo si scoprono nuovi talenti. Franco Sarnari, nel corso dell’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Catania nota due studenti: Piero Zuccaro e Giuseppe Puglisi. Il primo fa una pittura materica, mediante la quale trasfigura alcuni brani della città di Catania, il porto, le navi, i riflessi delle imbarcazioni sulla superficie dell’acqua, le stanze della sua casa. Il secondo con un fare pittorico che coniuga grafia e sapienti impasti cromatici affronta immagini della città con una attenzione allo stesso Sarnari e a Tornabuoni.
 
Tra il 1998 e il 1999 viene notato Giuseppe Colombo. Aveva frequentato l’Accademia a Roma ma, subito dopo, torna a Modica. Nel 1999 partecipa insieme a Piero Guccione, Franco Sarnari e Piero Roccasalva alla realizzazione del Tondo per la volta del Teatro Garibaldi a Modica e, viene considerato, oggi, uno degli esponenti giovani di maggior talento del Gruppo di Scicli.
 
Al 1999 risale al partecipazione alla mostra “Opere Insieme” presso palazzo Mormino di Donnalucata, di Sandro Bracchita, che si pone all’attenzione con delle incisioni. Iudice espone con il Gruppo in una mostra a palazzo Spadaro nel 1994 e la sua presenza si fa più assidua tra il 1999 e il 2000. Negli ultimi anni si è unito lo scultore Rosario Antoci.
 
Nel 2004 si tiene a Catania la mostra a Le Ciminiere con quindici artisti ( Alvarez, Antoci, Bracchitta, Candiano, Chessari, Colombo, Guccione, Iudice, La Cognata, Lissandrello, Paolino, Polizzi, Puglisi, sarnari, Zuccaro). La mostra a Catania, polo culturale e d economico dell’isola, aveva il significato di consolidare il rapporto tra questo gruppo di artisti e la Sicilia e quello di confermare una raltà che, a buon diritto, s’impone come presenza significativa nel panorama figurativo italiano.
 
Ad Assisi dal 16 settembre al 19 ottobre 2006 presso la sala dei beni Culturali Cappuccini sono in nove: Sonia Alvarez, Carmelo Candiano, Giuseppe Colombo, Piero Guccione, Salvatore Paolino, Franco Polizzi, Giuseppe Puglisi, Franco Sarnari, Piero Zuccaro, un appuntamento che conferma l’aspetto più esaltante dell’avventura del Gruppo che, come scrive Pier Luigi Neri, Assessore alle Attività Culturali della Provincia di Perugia: “ …ripete quello stesso miracolo d’equilibrio, con immutata passione, decennio dopo decennio, generazione dopo generazione, quasi svolgendo un filo di ispirazioni e di memorie locali che sanno diventare linguafggio nazionale ed europeo a tutto tondo”.
 
 
 
 
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Città tarde barocche del [[Val di Noto]]
|nomeInglese = Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
|immagine =Scicli-StBartelemy.jpg
|anno = 2002
|tipologia = architettonico
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|stato = Italia}}
 
==Amministrazione comunale==
<!-- per inserire i dati amministrativi del Comune bisogna modificare i parametri di questa tabella -->
<!--questa tabella memorizza solo i parametri - la struttura/layout è nel template ComuniAmministrazione-->
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{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Giovanni Venticinque <!--scrivere qui il NOME DEL SINDACO, inserire prima il nome e poi il cognome SENZA titoli-->
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== Altri progetti ==
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==Note==
<references/>
 
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{{Provincia di Ragusa}}
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[[Categoria:Comuni italiani]]
 
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