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<div align="center">Questa pagina pesa attualmente '''{{PAGESIZE:Discussioni utente:Baldaeg00}}''' [[byte]]</div>{{Utente:Baldaeg00/TabellaArchivi}}
{{Proposta riconoscimento qualità|/2|arg=astronautica}}
{{Infobox missione spaziale
|modulo_comando = CM-107
|modulo_servizio = SM-107
|modulo_lunare = LM-5
|booster = [[Saturn V]] SA-506
|codice_chiamata = modulo comando:<br />''Columbia''<br />modulo lunare:<br />''Eagle''
|lancio = 16 luglio 1969<br />13:32:00 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
|allunaggio = 20 luglio 1969<br />20:17:40 UTC<br />[[Mare Tranquillitatis|Mare della Tranquillità]]<br />{{DEC|0|40|26,69}} N,<br />{{DEC|23|28|22,69}} E<br />(based on the [[International Astronomical Union|IAU]]<br />Mean Earth Polar Axis<br />coordinate system)
|durata_eva_luna = 2 h 31 min 40 s
|tempo_su_luna = 21 h 36 min 20 s
|campioni_lunari = 21,55 kg (47,5 lb)
|durata_orbite_lunari = 59 h 30 min 25,79 s
|ammaraggio = 24 luglio [[1969]]<br />16:50:35 UTC
|foto_equipaggio = apollo 11.jpg
|descrizione_foto = Da sinistra a destra: Armstrong, Collins e Aldrin.
}}
== Re: Re: Cartoline ==
'''Apollo 11''' fu la missione spaziale che portò i primi uomini sulla [[Luna]], gli [[astronauta|astronauti]] [[statunitensi]] [[Neil Armstrong]] e [[Buzz Aldrin]], il 20 luglio [[1969]] alle 20:17:40 [[Tempo coordinato universale|UTC]]. Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore più tardi dell'[[allunaggio]], il 21 luglio alle ore 02:56 UTC. Aldrin arrivò 19 minuti dopo. I due trascorsero circa due ore e un quarto al di fuori della navicella, e raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a [[Terra]]. Il terzo membro della missione, [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]] (pilota del modulo di comando), rimase in [[Orbita selenocentrica|orbita lunare]] mentre gli altri due erano sulla superficie; dopo 21,5 ore dall'allunaggio, gli astronauti si riunirono e Collins pilotò il [[Apollo Command/Service Module|modulo di comando]] ''Columbia'' nella traiettoria di ritorno sulla Terra. La missione terminò il 24 luglio, con l'[[ammaraggio]] nell'[[Oceano Pacifico]].
Fantastico! Vedi se non c'è un'edizione "pulita" (cioè con poche macchie di scansione) su Archive e poi carica i djvu su Commons (esiste un tool adatto). Grazie --<span style="font-family:Times; color:#219">'''[[Utente:Ruthven|Ruthven]]'''</span> <span style="color:#0070EE"><small>([[User talk:Ruthven|<span style="color:#101090">msg</span>]])</small></span> 10:00, 29 lug 2019 (CEST)
Lanciata da un razzo [[Saturn V]] dal [[John F. Kennedy Space Center|Kennedy Space Center]], il 16 luglio alle 13:32 UTC, Apollo 11 fu la quinta missione con equipaggio del [[programma Apollo]] della [[NASA]]. La [[navicella spaziale Apollo]] era costituita da tre parti: un [[Apollo Command/Service Module|Modulo di Comando]] (CM) che ospitava i tre astronauti ed è l'unica parte rientrata a Terra, un [[modulo di servizio]] (SM), che forniva il modulo di comando di [[propulsione spaziale|propulsione]], [[Energia potenziale elettrica|energia elettrica]], [[ossigeno]] e [[acqua]], e un [[Modulo Lunare Apollo|Modulo Lunare]] (LM) composto di due stadi: uno per l'allunaggio e uno per riportare gli astronauti in orbita lunare.
== Campo di internamento di Afragola ==
Dopo essere stati lanciati verso la Luna dal terzo stadio del Saturn V, gli astronauti separarono da esso la navicella e viaggiarono per tre giorni prima di entrare in orbita lunare. Dopodiché Armstrong e Aldrin si spostarono sul modulo lunare ''Eagle'' atterrando sul [[Mare Tranquillitatis|Mare della Tranquillità]]. Dopo lo sbarco e una passeggiata lunare, gli astronauti utilizzarono lo stadio di ascensione di ''Eagle'' per decollare dalla superficie lunare e ricongiungersi con Collins sul modulo di comando. Hanno sganciato ''Eagle'' prima di effettuare le manovre che li hanno portati fuori dall'orbita lunare e in una traiettoria verso la Terra. Sono ritornati sulla Terra e [[Ammaraggio|ammarati]] nell'[[Oceano Pacifico]] il 24 luglio dopo più di otto giorni nello spazio.
Sì, vedo, bel lavoro. Attento però a non esagerare con le citazioni--[[Utente:Parma1983|'''<span style="text-shadow: 2px 2px 1px #FFD700; color:#002FA7">Parma</span>''']][[Discussioni utente:Parma1983|'''<span style="text-shadow: 2px 2px 1px #FFD700; color:#002FA7">1983</span>''']] 14:06, 3 ago 2019 (CEST)
La prima passeggiata lunare fu trasmessa in diretta [[televisione|televisiva]] per un pubblico mondiale. Nel mettere il primo piede sulla superficie della Luna, Armstrong commentò l'evento come "un piccolo passo per [un] uomo, un salto da gigante per l'umanità".<ref name="com" /> Apollo 11 concluse la [[corsa allo spazio]] intrapresa dagli Stati Uniti e dall'[[Unione Sovietica]], realizzando l'obiettivo nazionale, proposto nel 1961 dal [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente degli Stati Uniti]] [[John Fitzgerald Kennedy|John F. Kennedy]] in un discorso davanti al [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso degli Stati Uniti]], "prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra".<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Richard|cognome=Stenger|autore=|url=http://archives.cnn.com/2001/TECH/space/05/25/kennedy.moon/|titolo=Man on the Moon: Kennedy speech ignited the dream|pubblicazione=CNN|data=25 maggio 2001|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100606035837/http://archives.cnn.com/2001/TECH/space/05/25/kennedy.moon/|dataarchivio=6 giugno 2010|urlmorto=sì}}</ref>
== Retroscena ==
Tra la fine degli [[anni 1950]] e l'inizio degli [[anni 1960]], gli [[Stati Uniti d'America]] erano impegnati nella cosiddetta "[[guerra fredda]]", una rivalità geopolitica con l'[[Unione Sovietica]].<ref name="RefA">{{cita|Logsdon, 1976|p. 134}}.</ref> Il 4 ottobre 1957, quest'ultima lanciò lo ''[[Sputnik 1]]'', il primo [[satellite artificiale]]. Questo sorprendente successo scatenò paure e immaginazioni in tutto il mondo. Non solo servì a dimostrare che l'Unione Sovietica possedeva la capacità di colpire con [[arma nucleare|armi nucleari]] su distanze intercontinentali, ma anche di poter sfidare le aspettative statunitense riguardo alla superiorità militare, economica e tecnologica.<ref>{{cita|Logsdon, 1976|pp. 13-15}}.</ref> Questo fece scaturire la [[crisi dello Sputnik]] e innescò quella che verrà conosciuta come "[[corsa allo spazio]]".<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|p. 1}}.</ref> Il presidente [[Dwight D. Eisenhower]] reagì a queste notizie creando la ''National Aeronautics and Space Administration'' ([[NASA]]) e dando impulso all'inizio del [[Programma Mercury]],<ref>{{cita|Swenson, Grimwood e Alexander, 1966|pp. 101-106}}.</ref> che aveva come obiettivo di portare un uomo in [[orbita geocentrica]].<ref>{{cita|Swenson, Grimwood e Alexander, 1966|p. 134}}.</ref> Tuttavia il 12 aprile 1961 gli statunitensi vennero nuovamente anticipati quando il [[cosmonauta]] sovietico [[Jurij Gagarin]] divenne la prima persona nello spazio e il primo ad orbitare intorno alla Terra.<ref>{{cita|Swenson, Grimwood e Alexander, 1966|p. 332–333}}.</ref> Fu un altro colpo all'orgoglio statunitense.<ref>{{cita|Swenson, Grimwood e Alexander, 1966|p. 342}}.</ref> Quasi un mese dopo, il 5 maggio 1961, [[Alan Shepard]] divenne il primo americano nello spazio, completando un [[volo suborbitale]] di 15 minuti. Dopo essere stato recuperato nell'[[Oceano Atlantico]], ricevette una telefonata di congratulazioni dal successore di Eisenhower, [[John Fitzgerald Kennedy|John F. Kennedy]].<ref>{{cita|Logsdon, 1976|p. 121}}.</ref>
Kennedy si preoccupava di ciò che i cittadini di altre nazioni pensassero degli Stati Uniti e credeva che non fosse solo nell'interesse nazionale di essere superiore agli altri, ma che la percezione del potere statunitense fosse almeno altrettanto importante della attualità. Era quindi considerato intollerabile che l'Unione Sovietica fosse più avanzata nel campo dell'esplorazione spaziale e che fosse determinata a battere gli Stati Uniti in una sfida che massimizzasse le sue possibilità di vittoria.<ref name="RefA" /> Poiché l'Unione Sovietica poteva vantare i migliori [[Missile|missili]], agli Stati Uniti si presentava una sfida che andava al di là della capacità nella produzione di sistemi balistici della generazione esistente per uguagliare i sovietici, ma che doveva presentare un traguardo più spettacolare, anche se non giustificato da motivi strettamente militari. Dopo essersi consultato con i suoi esperti e consulenti, Kennedy scelse un progetto del genere.<ref>{{cita|Logsdon, 1976|pp. 112-117}}.</ref> Il 25 maggio 1961, si rivolse al [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso degli Stati Uniti]] su "Urgenti necessità nazionali" e dichiarò:<ref>{{Cita web|url=https://www.nasa.gov/vision/space/features/jfk_speech_text.html|titolo=Excerpt from the 'Special Message to the Congress on Urgent National Needs'|autore=NASA|data=11 aprile 2017|lingua=en|accesso=2 aprile 2019}}</ref>
{{Citazione|Credo che questa nazione si debba impegnare a raggiungere l'obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e di farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Nessun progetto spaziale di questo periodo sarà più impressionante per il genere umano, o più importante per l'esplorazione spaziale a lungo raggio; e nessuno sarà così difficile e dispendioso da compiere. Proponiamo di accelerare lo sviluppo del veicolo lunare appropriato. Proponiamo di sviluppare alternativamente dei booster con carburante solido e liquido, molto pù grandi di quelli attualmente in sviluppo, finché non sarà certo qual è il migliore. Proponiamo fondi aggiuntivi per lo sviluppo di altri motori e per esplorazioni senza equipaggio che sono particolarmente importanti per uno scopo che questa nazione non trascurerà mai: la sopravvivenza dell'uomo che per primo farà questo audace volo. Ma in un certo senso, non sarà solo un uomo ad andare sulla Luna—se esprimiamo questo giudizio favorevolmente, sarà un'intera nazione. Perché ciascuno di noi dovrà lavorare per portarlo là.|John F. Kennedy|I believe that this nation should commit itself to achieving the goal, before this decade is out, of landing a man on the moon and returning him safely to the Earth. No single space project in this period will be more impressive to mankind, or more important for the long-range exploration of space; and none will be so difficult or expensive to accomplish. We propose to accelerate the development of the appropriate lunar space craft. We propose to develop alternate liquid and solid fuel boosters, much larger than any now being developed, until certain which is superior. We propose additional funds for other engine development and for unmanned explorations-explorations which are particularly important for one purpose which this nation will never overlook: the survival of the man who first makes this daring flight. But in a very real sense, it will not be one man going to the Moon—if we make this judgment affirmatively, it will be an entire nation. For all of us must work to put him there.|lingua=en}}
Lo sforzo di far atterrare un uomo sulla Luna aveva già un nome: [[Programma Apollo]].<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|p. 15}}.</ref> Una decisione iniziale e cruciale, annunciata da James Webb l'11 giugno 1962, fu l'adozione del ''[[Lunar orbit rendezvous]]'', in base al quale una navicella spaziale dedicata sarebbe atterrata sulla superficie lunare. Ciò permise di avere un veicolo di lancio più piccolo.<ref>{{Cita web|url=https://www.nasa.gov/centers/langley/news/factsheets/Rendezvous.html|titolo=The Rendezvous That Was Almost Missed: Lunar Orbit Rendezvous and the Apollo Program|sito=nasa.gov|lingua=en|accesso=2 aprile 2019}}</ref><ref>{{Cita|Swenson, Grimwood e Alexander, 1966|pp. 85–86}}</ref> La navicella Apollo sarebbe stata quindi composta da tre parti: un [[Apollo Command/Service Module|modulo di comando]] (CM) con una cabina [[Pressurizzazione (aeronautica)|pressurizzata]] per i tre astronauti che era anche l'unica parte che tornava sulla Terra; un [[Apollo Command/Service Module|modulo di servizio]] (SM), che fungeva da supporto per il modulo di comando con fornitura di [[propulsione spaziale|propulsione]], [[Energia potenziale elettrica|energia elettrica]], [[ossigeno]] e [[acqua]]; e un [[Modulo Lunare Apollo|modulo lunare]] (LM) che a sua volta era diviso in due stadi: uno per la discesa e l'atterraggio sulla Luna e uno stadio di risalita per riportare gli astronauti nell'[[orbita selenocentrica|orbita lunare]].<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 72–77}}.</ref> La scelta di questo profilo di missione significò che era possibile lanciare il veicolo spaziale tramite il razzo [[Saturn V]], un vettore che era in quel momento in fase di sviluppo.<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 48-49}}.</ref>
Le tecnologie e le tecniche richieste per Apollo vennero sviluppate nel corso del [[Programma Gemini]].<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 181–182, 205–208}}.</ref> Il Programma Apollo subì una brusca frenata a seguito dell'incendio che incorse all'[[Apollo 1]], avvenuto il 27 gennaio 1967, in cui morirono i tre astronauti e per via delle successive indagini.<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 214-218}}.</ref> Nell'ottobre del 1968, la missione [[Apollo 7]] testò il modulo di comando in [[Orbita geocentrica|orbita terrestre]]<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 265–272}}.</ref> e nel dicembre [[Apollo 8]] lo portò in [[Orbita selenocentrica|orbita lunare]].<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 274–284}}.</ref> Nel marzo 1969, [[Apollo 9]] eseguì i test del modulo lunare in orbita terrestre,<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 292–300}}.</ref> e successivamente, nel maggio 1969, l'[[Apollo 10]] condusse una "prova generale", testando il modulo lunare in orbita lunare. Nel luglio 1969, tutto era pronto per l'Apollo 11 e per compiere l'ultimo passo sulla Luna.<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|pp. 303–312}}.</ref>
L'Unione Sovietica competeva con gli Stati Uniti nella corsa allo spazio, ma perse il suo comando dopo ripetuti fallimenti nello sviluppo del [[N1 (lanciatore)|lanciatore N1]], il corrispettivo sovietico del Saturn V.<ref>{{Cita web|url=https://ocw.mit.edu/courses/science-technology-and-society/sts-471j-engineering-apollo-the-moon-project-as-a-complex-system-spring-2007/readings/soviet_mand_lunr.pdf|titolo=The Soviet Manned Lunar Program|autore=Marcus Lindroos|editore=Massachusetts Institute of Technology}}</ref> I sovietici cercarono di battere gli Stati Uniti riportando materiale lunare sulla Terra per mezzo di sonde senza umani. Il 13 luglio, tre giorni prima del lancio dell'Apollo 11, i sovietici lanciarono [[Luna 15]], che raggiunse l'orbita lunare prima di Apollo 11. Durante la discesa, Luna 15 si schiantò nel [[Mare Crisium]] a causa di un malfunzionamento; questo schianto avvenne due ore prima che Armstrong e Aldrin decollassero dalla superficie lunare per tornare a casa. I radiotelescopi dell'[[osservatorio Jodrell Bank]] in Inghilterra registrarono delle trasmissioni di Luna 15 durante la sua discesa, che vennero rese pubbliche a luglio 2009 in occasione del 40º anniversario dell'Apollo 11.<ref>{{Cita web|url=https://www.independent.co.uk/news/science/recording-tracks-russias-moon-gatecrash-attempt-1730851.html|titolo=Recording tracks Russia's Moon gatecrash attempt|autore=Jonathan Brown|editore=The Independent|data=3 luglio 2007|lingua=en|accesso=15 marzo 2019}}</ref>
== Informazioni generali ==
=== Equipaggio ===
{{Equipaggio missione
|terminologia = Astronauta
|ruolo1 = Comandante
|equipaggio1_lancio = [[Neil Armstrong]]
|volo1_lancio = Secondo e ultimo
|ruolo2 = Pilota del modulo di comando
|equipaggio2_lancio = [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]]
|volo2_lancio = Secondo e ultimo
|ruolo3 = Pilota del modulo lunare
|equipaggio3_lancio = [[Buzz Aldrin]]
|volo3_lancio = Secondo e ultimo
|note =
}}
Il 20 novembre 1967, fu annunciato ufficialmente l'equipaggio di riserva iniziale dell'Apollo 9, composto dal Comandante [[Neil Armstrong]], pilota del CM [[Jim Lovell]] e pilota del LM [[Buzz Aldrin]].<ref>{{Cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|p. 374}}</ref> Lovell e Aldrin avevano volato insieme in precedenza in [[Gemini 12]]. A causa di ritardi nella progettazione e nella costruzione del modulo lunare, Apollo 8 e Apollo 9 hanno scambiato l'equipaggio principale e di riserva, così l'equipaggio di Armstrong divenne la riserva per Apollo 8. Basandosi sul consueto schema di rotazione degli equipaggi, era previsto che Armstrong comandasse Apollo 11.<ref>{{Cita|Hansen, 2005|pp. 312-313}}</ref>
Ci sarebbe stato un cambio. [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]], il pilota del CM nell'equipaggio dell'Apollo 8, presentava problemi alle gambe. Gli è stata diagnosticata una crescita ossea tra la quinta e la sesta vertebra, che necessitava un [[Chirurgia|intervento chirurgico]].<ref>{{Cita|Collins, 2001|pp. 288-289}}</ref> Lovell ha preso il suo posto nell'Apollo 8, e quando Collins ha recuperato è entrato nell'equipaggio di Armstrong come pilota del modulo di comando. Nel frattempo, [[Fred Haise]] e Aldrin sono subentrati rispettivamente come piloti del LM, e del CM nell'equipaggio di riserva dell'Apollo 8.<ref>{{Cita|Cunningham, 2010|p. 109}}</ref> Apollo 11 è stata la seconda missione statunitense in cui tutti i membri dell'equipaggio avevano esperienze di volo spaziale;<ref name=":0">{{Cita|Orloff, 2000|p. 90}}</ref> la prima era Apollo 10<ref>{{Cita|Orloff, 2000|p. 72}}</ref> e la successiva sarebbe stata [[STS-26]] nel 1988.<ref name=":0" />
Slayton diede ad Armstrong la possibilità di sostituire Aldrin con Lovell, dato che alcuni pensavano che fosse difficile lavorare con Aldrin. Armstrong non aveva problemi a lavorare con Aldrin, ma ci pensò su per un giorno prima di rifiutare. Pensava che Lovell meritasse di comandare personalmente una missione (che sarebbe stata [[Apollo 13]]).<ref>{{Cita|Hansen, 2005|pp. 338-339}}</ref>
L'equipaggio dell'Apollo 11 non era caratterizzato da un senso di gioiosa amicizia, come fu il caso per l'[[Apollo 12]], ma piuttosto quello di una relazione lavorativa amichevole. Armstrong era noto per essere particolarmente distaccato, ma Collins, che si considerava solitario, confessò di aver respinto i tentativi di Aldrin di creare una relazione più personale.<ref>{{Cita|Collins, 2001|pp. 434-435}}</ref> Aldrin e Collins hanno definito i membri dell'equipaggio "amichevoli sconosciuti".<ref name=":1">{{Cita|Hansen, 2005|p. 359}}</ref> Armstrong non era d'accordo con questa affermazione e disse "[...] tutti gli equipaggi in cui ero hanno lavorato molto bene insieme".<ref name=":1" />
=== Equipaggio di riserva ===
{{Equipaggio missione
|terminologia = Astronauta
|ruolo1 = Comandante
|equipaggio1_lancio = [[James Lovell]]
|ruolo2 = Pilota del modulo di comando
|equipaggio2_lancio = [[William Anders]]
|ruolo3 = Pilota del modulo lunare
|equipaggio3_lancio = [[Fred Haise]]
|note =
}}
L'equipaggio di riserva era composto da Lovell come Comandante, [[William Anders|Anders]] come pilota del CM e Haise come pilota del LM. Anders e Lovell avevano volato insieme in Apollo 8.<ref name=":0" /> All'inizio del 1968, Anders accettò un lavoro al National Aeronautics and Space Council, che sarebbe cominciato ad agosto di quell'anno e annunciò che si sarebbe dimesso da astronauta da quel momento. [[Ken Mattingly]] è stato spostato dall'equipaggio di supporto all'addestramento da pilota di riserva del CM in parallelo con Anders nel caso in cui Apollo 11 sarebbe stato posticipato, perché Anders a quel punto non sarebbe più stato disponibile. Lovell, Haise, e Mattingly avrebbero costituito l'equipaggio dell'[[Apollo 13]].<ref>{{Cita|Slayton e Cassutt, 1994|p. 237}}</ref>
=== Equipaggio di supporto ===
Per ogni missione dei [[programma Mercury|programmi Mercury]] e [[programma Gemini|Gemini]] veniva nominato un equipaggio principale e uno di riserva. Per il programma Apollo venne aggiunta una terza squadra di astronauti, conosciuta come equipaggio di supporto. A questi veniva demandato la stesura del piano di volo, delle liste di controllo e le procedure di base della missione. Inoltre, erano responsabili di assicurare che gli astronauti dell'equipaggio principale e di riserva fossero informati di eventuali modifiche. L'equipaggio di supporto sviluppava le procedure nei simulatori, in particolare quelle dedicate ad affrontare le situazioni di emergenza, cosicché gli equipaggi principale e di riserva si potessero allenare con i simulatori, permettendo loro di fare pratica e padroneggiarli.<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|p. 261}}.</ref> Per l'Apollo 11, l'equipaggio di supporto era composto da [[Ken Mattingly]], [[Ronald Evans]] e [[Bill Pogue]].<ref name=":2">{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|p. 375}}.</ref>
=== Comunicatori ===
[[File:Duke, Lovell and Haise at the Apollo 11 Capcom, Johnson Space Center, Houston, Texas - 19690720.jpg|thumb|Il CAPCOM [[Charles Duke]], con gli astronauti di riserva [[Jim Lovell]] e [[Fred Haise]], mentre ascoltavano la discesa dell'Apollo 11]]
Il ''[[capsule communicator]]'' (CAPCOM) era un astronauta al centro di controllo missione a [[Houston]], [[Texas]], che era l'unica persona che comunicava direttamente con l'equipaggio in volo.<ref>{{Cita|Kranz, 2000|p. 27}}</ref> Per l'Apollo 11, i CAPCOM erano [[Charles Duke]], Ronald Evans, [[Bruce McCandless|Bruce McCandless II]], James Lovell, William Anders, Ken Mattingly, Fred Haise, [[Don Lind|Don L. Lind]], [[Owen Garriott|Owen K. Garriott]] e [[Harrison Schmitt]].<ref name=":2" />
=== Direttori di volo ===
I quattro direttori di volo che si alternarono per questa missione furono:<ref>{{cita|Orloff, 2000|p. 272}}.</ref><ref>{{cita|Kranz, 2000|pp. 230, 236, 273, 320}}.</ref>
* [[Cliff Charlesworth]] (''Green Team''), per il lancio e per l'[[attività extraveicolare]]
* [[Gene Kranz]] (''White Team''), allunaggio
* [[Glynn Lunney]] (''Black Team''), ascesa dalla Luna
* [[Gerald Griffin]] (''Gold Team'')
=== Codici di chiamata ===
All'equipaggio delle missioni Apollo era lasciata la possibilità di rinominare le navicelle in uso, ma, dopo che l'equipaggio dell'Apollo 10 aveva optato per ''[[Charlie Brown]]'' e ''[[Snoopy]]'' per identificare rispettivamente il Modulo di Comando e il Modulo Lunare, il vice-direttore delle pubbliche relazioni, Julian Scheer, scrisse a George M. Low, direttore del [[Lyndon B. Johnson Space Center|Centro di controllo missione]], di suggerire all'equipaggio dell'Apollo 11 nomi più "seri". Durante la pianificazione della missione, sono stati usati, nelle comunicazioni sia interne sia esterne, i nomi ''Snowcone e Haystack'' per indicare rispettivamente il CM e il LM.<ref>{{Cita|Marshall Space Flight Center, 1969|p. 8}}</ref>
Il modulo di comando fu così chiamato ''Columbia'', da ''Columbiad'', il gigantesco cannone che, nel [[romanzo]] di [[Jules Verne]] ''[[Dalla Terra alla Luna]]'' (1865), sparava la navicella verso la Luna; si riferiva anche a Columbia, un nome storico degli Stati Uniti.<ref>{{Cita libro |cognome=Farmer |nome=Gene |cognome2=Hamblin |nome2=Dora Jane |cognome3=Armstrong |nome3=Neil |wkautore3=Neil Armstrong |cognome4=Collins |nome4=Michael |cognome5=Aldrin |nome5=Edwin E., Jr. |titolo=First on the Moon: A Voyage with Neil Armstrong, Michael Collins, Edwin E. Aldrin, Jr. |altri=Epilogue di [[Arthur C. Clarke]] |anno=1970 |editore=Little, Brown and Company |città=Boston |p=39 |lccn=76-103950|isbn=0-7181-0736-5|lingua=en }}</ref><ref>{{Cita|Collins, 2001|pp. 334–335}}</ref><ref>{{Cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|p. 331}}</ref> Il LEM invece fu chiamato ''Eagle'' (''Aquila''), l'uccello simbolo degli Stati Uniti, rappresentato anche sull'emblema della missione.
=== Emblema della missione ===
L'emblema della missione fu ideato da Collins, che volle rappresentare simbolicamente un "allunaggio pacifico degli Stati Uniti". Rappresentò quindi un'[[Haliaeetus leucocephalus|aquila calva]], con un ramo d'ulivo nel becco, che atterrava su un paesaggio lunare e con una vista della Terra in lontananza. Alcuni funzionari della NASA ritennero che gli artigli dell'aquila sembrassero troppo "bellicosi" e dopo qualche discussione, il ramo d'ulivo fu spostato negli artigli. L'equipaggio scelse di non utilizzare il [[numeri romani|numero romano]] "XI", ma preferì utilizzare l'"11" [[Sistema di numerazione arabo|arabo]], temendo che il primo potesse non essere compreso in alcune nazioni. Inoltre, scelsero di non indicare i loro nomi sull'emblema, affinché esso fosse "rappresentativo di tutti coloro che avevano lavorato per permettere la missione".<ref>{{Cita|Collins, 2001|pp. 332–333}}</ref>
Tutti i colori sono naturali, con bordi in blu e giallo oro.<ref>{{Cita web |url=http://coinsite.com/CoinSite-PF/pparticles/$1eisen.asp |titolo=1971-78 Dollar Eisenhower |sito=CoinSite |editore=ROKO Design Group, Inc. |anno=1994 |accesso=20 luglio 2009|lingua=en}}</ref>
=== Oggetti ricordo ===
[[File:Apollo_11_Flown_Silver_Robbins_Medallion_(SN-416).jpg|miniatura|Medaglioni in argento di Robbins volati sull'Apollo 11]]
Gli astronauti avevano dei ''personal preference kit'' (PPK), piccoli borselli contenenti oggetti di valore affettivo personale che si volevano portare con loro in missione.<ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/collection-objects/kit-pilots-personal-preference-apollo-11|titolo=Kit, Pilot's Personal Preference, Apollo 11|editore=National Air and Space Museum|accesso=11 ottobre 2018}}</ref> Sull'Apollo 11 sono stati portati cinque PPK: tre (uno per ogni astronauta) furono messi sul ''Columbia'', e due sull'''Eagle''.<ref>{{Cita web|url=http://spaceflownartifacts.com/flown_ppks.html|titolo=Personal Preference Kits (PPKs)|sito=spaceflownartifacts.com|lingua=en|accesso=24 dicembre 2018}}</ref>
Neil Armstrong, nel suo ''personal preference kit'' (PPK) volle tenere un pezzo di legno dell'elica sinistra del [[Wright Flyer]], l'[[aeroplano]] dei [[fratelli Wright]] del [[1903]], e un pezzo di tessuto dall'ala.<ref>{{Cita|Hansen, 2005|p. 527}}</ref> Inoltre aveva con sé i distintivi di astronauta, arricchiti di diamanti, originariamente donati da [[Deke Slayton]] alle vedove dell'equipaggio dell'[[Apollo 1]].<ref>{{Cita|Slayton e Cassutt, 1994|pp. 191–192}}</ref>
=== Scelta del sito di allunaggio ===
[[File:Lunar site selection globe.jpg|thumb|left|Mappa della Luna che mostra i potenziali siti di allunaggio presi in considerazione per l'Apollo 11. Venne poi scelto il 2.]]
La commissione della NASA incaricata della scelta del sito di allunaggio (''Apollo Site Selection Board'') annunciò, l'8 febbraio 1968, di averne individuati cinque di potenziali. Questi erano il risultato di due anni di studi basati sulle fotografie ad alta risoluzione della superficie lunare acquisite da cinque sonde prive di equipaggio del [[programma Lunar Orbiter]] e sull'analisi delle informazioni, apprese nel corso del [[programma Surveyor]], riguardanti le condizioni del suolo.<ref name="Site Selection" />
Neppure i più performanti [[telescopio|telescopi]] terrestri erano in grado di visualizzare le caratteristiche della superficie della Luna con la risoluzione richiesta dalle specifiche del programma Apollo.<ref>{{cita|Cortright, 1975|p. 79}}.</ref> Le aree che apparivano chiare e idonee all'allunaggio sulle fotografie scattate dalla Terra, erano poi spesso ritenute totalmente inaccettabili. Il requisito originale era che il sito scelto fosse privo di [[Cratere meteoritico|crateri]] dovette essere poi reso meno stringente, in quanto non era stato trovato alcun luogo con queste caratteristiche.<ref>{{cita|Cortright, 1975|pp. 98–99}}.</ref> I cinque siti presi in considerazione erano: i siti 1 e 2 situati nel Mare della tranquillità (''[[Mare Tranquillitatis|Mare Tranquilitatis]]''), Il sito 3 nella ''[[Sinus Medii]]'' e i siti 4 e 5 che si trovano nell'Oceano delle Tempeste (''[[Oceanus Procellarum]]'').<ref name="Site Selection">{{Cita web|url=https://www.nasa.gov/feature/50-years-ago-lunar-landing-sites-selected |titolo=50 Years Ago: Lunar Landing Sites Selected |editore=NASA |accesso=22 settembre 2018|data=8 febbraio 2018 |lingua=en}}</ref>
La selezione del sito finale si basava su sette criteri:
* Il sito doveva essere pianeggiante, con relativamente pochi crateri;
* con percorsi di avvicinamento liberi da grandi colline, alte falesie o profondi crateri che avrebbero potuto confondere il [[radar]] di atterraggio e indurlo a emettere letture errate;
* raggiungibile con una quantità minima di [[propellente]];
* tenendo conto dei ritardi nel conto alla rovescia del lancio;
* fornendo alla navicella spaziale Apollo una traiettoria di ritorno libero, che cioè consentisse di girare attorno alla Luna e ritornare in sicurezza sulla Terra senza richiedere alcuna accensione del motore, nel caso in cui fosse sorto un problema durante il viaggio verso la Luna;
* con una buona visibilità durante l'atterraggio, il che significava che il Sole si sarebbe dovuto trovare tra i 7 e i 20 gradi dietro il modulo lunare;
* e con una pendenza generale inferiore a 2 gradi nell'area di atterraggio.<ref name="Site Selection" />
Il requisito dell'angolo del sole era particolarmente restrittivo, limitando la data di lancio a un giorno al mese.<ref name="Site Selection" /> Alla fine, l'''Apollo Site Selection Board'' selezionò il sito 2, con i siti 3 e 5 come ''backup'' in caso di ritardo del lancio. Nel maggio 1969, Apollo 10 volò a meno di 15 km dal sito 2 e riferì che era accettabile per il successivo allunaggio.<ref>{{cita|Cappellari, 1972|p. 976}}.</ref>
=== Decisioni sul primo passo ===
Durante la prima conferenza stampa dopo l'annuncio dell'equipaggio dell'Apollo 11, la prima domanda chiesta da un giornalista è stata: "Chi di voi signori sarà il primo uomo a mettere piede sulla superficie lunare?"<ref name=":3">{{Cita|Chaikin, 1994|p. 148}}</ref><ref>{{Cita|Hansen, 2005|p. 360}}</ref> Slayton rispose che non era ancora stata presa una decisione, e Armstrong aggiunse che "non era basata su desideri personali".<ref name=":3" />
Una delle prime versioni della ''checklist'' sull'uscita prevedeva che il pilota del modulo lunare dovesse uscire prima del comandante; ciò concordava con la procedura seguita nelle missioni precedenti.<ref>{{Cita|Collins, 2001|p. 347}}</ref> Il comandante non aveva mai effettuato una passeggiata spaziale.<ref>{{Cita|Aldrin e Abraham, 2016|pp. 57-58}}</ref>
All'inizio del 1969, i giornalisti scrissero che Aldrin sarebbe stato il primo a camminare sulla Luna, e anche George Mueller, amministratore associato della NASA, disse ciò. Aldrin si infuriò, dopo che sentì dire che Armstrong sarebbe stato il primo a mettere piede sulla Luna, perché era un civile. Aldrin tentò di convincere altri piloti di moduli lunari del fatto che avrebbe dovuto essere il primo, ma risposero in modo cinico e la considerarono una campagna di lobbismo. Nel tentativo di fermare un conflitto tra i dipartimenti, Slayton disse a Aldrin che Armstrong sarebbe stato il primo in qualità di comandante. La decisione fu annunciata in una conferenza stampa il 14 aprile 1969.<ref>{{Cita|Hansen, 2005|pp. 363–365}}</ref>
Aldrin credette per decenni che la decisione finale fosse dipesa in larga parte dalla posizione della botola del modulo lunare. Dato che gli astronauti avevano indosso le loro tute e il veicolo era piccolo, muoversi per uscire era difficoltoso. L'equipaggio provò una simulazione nella quale Aldrin uscì per primo dal veicolo, e danneggiò il veicolo durante l'uscita. Anche se questo era sufficiente agli organizzatori della missione per prendere la decisione definitiva, Aldrin e Armstrong furono tenuti all'oscuro del verdetto fino a tarda primavera.<ref>{{Cita|Chaikin, 1994|p. 149}}</ref> Slayton disse ad Armstrong che il piano prevedeva che fosse lui a lasciare per primo il veicolo, se fosse stato d'accordo. Armstrong rispose, "Sì, è così che si fa."<ref>{{Cita|Chaikin, 1994|p. 150}}</ref>
I media accusarono Armstrong di aver esercitato la sua posizione di comandante per uscire per primo.<ref>{{Cita|Schefter, 1999|p. 281}}</ref> [[Chris Kraft]] rivelò nella sua autobiografia che ci fu un incontro tra lui, Gilruth, Slayton e Low per assicurarsi che Aldrin non sarebbe stato il primo a camminare sulla Luna, perché ritennero che la prima persona doveva essere come [[Charles Lindbergh]], una persona calma e tranquilla. Decisero di cambiare il programma di volo in modo tale da far uscire per primo il comandante.<ref>{{Cita|Hansen, 2005|pp. 371–372}}</ref>
==Preparazione==
[[File:69-HC-620 - SA506.jpg|thumb|Il Saturn V SA-506, il razzo che porta la navetta Apollo 11, esce dal ''[[Vehicle Assembly Building]]'' e si dirige verso il [[Complesso di lancio 39]]]]
Lo stadio di ascesa del modulo lunare LM-5 arrivò al [[John F. Kennedy Space Center|Kennedy Space Center]] l'8 gennaio 1969, seguito quattro giorni dopo da quello di discesa; il modulo di comando e servizio CM-107 giunse, invece, il 23 gennaio.<ref name="Mission Overview">{{Cita web|titolo=Apollo 11 Mission Overview |editore=NASA |url=https://www.nasa.gov/mission_pages/apollo/missions/apollo11.html |nome= Sarah |cognome=Loff |accesso=22 settembre 2018|data=17 aprile 2015 |lingua=en}}</ref> Vi erano alcune differenze tra il LM-5 e il LM-4 che aveva volato nella missione [[Apollo 10]]. Innanzitutto il LM-5 possedeva un'[[antenna|antenna radio]] [[Very high frequency|VHF]] per facilitare la comunicazione con gli astronauti durante la loro [[attività extraveicolare]] sulla superficie lunare; era, poi, presente un motore di risalita più leggero, una maggior protezione termica alle gambe del carrello di atterraggio e una serie di strumenti per esperimenti scientifici noti come ''[[ALSEP|Early Apollo Scientific Experiments Package]]'' (EASEP). Per quanto riguarda il modulo di comando, l'unica modifica nella configurazione era la rimozione di un isolamento dal portello anteriore.<ref>{{cita|Benson e Faherty, 1978|p. 472}}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/exhibitions/apollo-to-the-moon/online/science/scientific-experiments.cfm |titolo=Scientific Experiments |editore=National Air and Space Museum |accesso=22 settembre 2018|lingua=en}}</ref> I moduli di comando e di servizio vennero assemblati insieme il 29 gennaio e così spostati il 14 aprile dall<nowiki>'</nowiki>''[[Operations and Checkout Building]]'' al ''[[Vehicle Assembly Building]]''.<ref name="Mission Overview" />
Nel frattempo, il 18 febbraio aveva fatto il suo arrivo il terzo stadio S-IVB del Saturn V AS-506, seguito dal secondo stadio S-II il 6 febbraio, dal primo stadio S-IC il 20 febbraio e dal ''[[Saturn V Instrument Unit]]'' il 27 febbraio. Alle 12:30 del 20 maggio, tutto il complesso assemblato del peso totale di 5.443 tonnellate lasciò, posto in cima al ''[[Crawler-transporter]]'', il ''Vehicle Assembly Building'' in direzione della piattaforma di lancio 39A, parte del [[Complesso di lancio 39]]; nello stesso momento Apollo 10 era in viaggio verso la Luna. Il 26 giugno iniziò un test del conto alla rovescia, che si concluse il 2 luglio. Il complesso di lancio iniziò ad essere illuminato nella notte del 15 luglio, quando il ''Crawler-transporter'' aveva oramai raggiunto il suo parcheggio pronto per il lancio.<ref name="Mission Overview" /> Nelle prime ore del mattino, i serbatoi di carburante degli stadi S-II e S-IVB vennero riempiti con l'[[idrogeno]] liquido.<ref name="RefB">{{cita|Benson e Faherty, 1978|p. 474}}.</ref> Il rifornimento venne, poi, portato a termine tre ore prima del decollo.<ref name="RefC">{{cita|Benson e Faherty, 1978|p. 475}}.</ref> Le operazioni di lancio erano parzialmente automatizzate, grazie a 43 programmi scritti nel [[linguaggio di programmazione|linguaggio]] ATOLL (''Acceptance, Test Or Launch Language'').<ref>{{cita|Benson e Faherty, 1978|pp. 355-356}}.</ref><ref>{{en}} "SLCC ATOLL User's Manual", IBM 70-F11-0001, Huntsville, Ala. Dec 1970</ref>
L'astronauta dell'equipaggio di riserva [[Fred Haise]] entrò nel modulo di comando ''Colombia'' circa tre ore e dieci minuti prima del lancio per, insieme a un tecnico, aiutare Armstrong a prendere posto, alle 06:54, sul seggiolino di sinistra. Cinque minuti dopo il comandante venne raggiunto da Collins che occupò la sua posizione sul seggiolino di destra. Alla fine, fece il suo ingresso anche Aldrin, sedendosi nel posto centrale.<ref name="RefC" /> Haise lasciò la navetta circa due ore e dieci minuti prima del lancio.<ref>{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/afj/ap11fj/01launch.html |titolo=Apollo 11 Flight Journal – Day 1, Part 1: Launch |editore=NASA |accesso=11 ottobre 2018|lingua=en }}</ref> Successivamente, la squadra di tecnici chiuse il portello e la cabina venne [[Pressurizzazione (aeronautica)|pressurizzata]], quindi lasciò il complesso di lancio circa un'ora prima dell'orario previsto per il decollo. Il conto alla rovescia divenne automatico tre minuti e venti secondi prima del lancio.<ref name="RefC" /> Più di 450 persone erano presenti, in quel momento, ai quadri di comando del ''[[Launch Control Center]]''.<ref name="RefB" />
== La missione ==
=== Il lancio e il viaggio verso la Luna ===
{{vedi anche|Presidenza di Richard Nixon#Programma spaziale}}
[[file:Apollo 11 launch.jpg|thumb|left|upright|||Il lancio dell'Apollo 11 con il [[Saturn V]], notare l'effetto della [[Singolarità di Prandtl-Glauert]]]]
Si stima che circa un milione di spettatori abbiano assistito al lancio dell'Apollo 11 affollando le autostrade e le spiagge vicine al sito di lancio. Tra i notabili presenti vi fu il capo di stato maggiore dell'esercito degli Stati Uniti, il generale [[William Westmoreland]], quattro membri del governo, 19 governatori statali, 40 sindaci, 60 [[ambasciatore|ambasciatori]] e 200 membri del Congresso. Il [[vicepresidente degli Stati Uniti d'America|vicepresidente]] [[Spiro Agnew]] seguì l'evento insieme all'ex [[Presidente degli Stati Uniti d'America|presidente]], [[Lyndon B. Johnson]] e sua moglie [[Lady Bird Johnson]].<ref name="RefB" /><ref name="RefD">{{cita|Bilstein, 1980|pp. 369–370}}.</ref> Erano, inoltre, presenti circa 3.500 rappresentanti dei [[mass media|media]],<ref>{{cita|Brooks, Grimwood e Swenson, 1979|p. 338}}.</ref> dei quali circa i due terzi provenivano dagli Stati Uniti e il restante da altri 55 paesi. Il lancio venne trasmesso in diretta televisiva in 33 paesi, con una stima di 25 milioni di spettatori solo negli Stati Uniti. Milioni di persone in tutto il mondo ascoltarono le varie trasmissioni radiofoniche.<ref name="RefB" /><ref name="RefD" /> Il presidente [[Richard Nixon]] seguì il lancio dal suo ufficio alla [[Casa Bianca]] in compagnia del suo ufficiale di collegamento con la NASA, l'astronauta [[Frank Borman]], comandante della missione [[Apollo 8]].<ref>{{cita web|titolo=President Richard Nixon's Daily Diary |url=https://www.nixonlibrary.gov/sites/default/files/virtuallibrary/documents/PDD/1969/013%20July%2016-31%201969.pdf |editore=Richard Nixon Presidential Library |accesso=3 settembre 2018 |pagina=2 |data=16 luglio 1969|lingua=en}}</ref>
[[File:Earth from Apollo 11 after translunar injection.jpg|thumb|La Terra vista da Apollo 11 poco dopo aver lasciato l'orbita terrestre (manovra ''[[Trans Lunar Injection]]'')]]
L'Apollo 11 fu lanciato da un [[razzo vettore]] [[Saturn V]] dalla piattaforma di lancio 39A, parte del [[complesso di lancio 39]] del [[John F. Kennedy Space Center|Kennedy Space Center]], il 16 luglio 1969 alle 13:32:00 [[Tempo coordinato universale|UTC]] ed entrò in [[orbita terrestre]] dodici minuti più tardi ad un'altitudine di 185,9 km per 183,2 km.<ref name="stat">{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/SP-4029/Apollo_00g_Table_of_Contents.htm|titolo=Table of Contents|sito=history.nasa.gov|accesso=13 marzo 2019|lingua=en}}</ref> Dopo un'orbita e mezza, il motore [[PWR J-2]] del terzo stadio S-IVB spinse la navetta sulla sua traiettoria verso la Luna grazie alla manovra ''[[Traiettoria di inserzione lunare|Trans Lunar Injection]]'' (TLI) iniziata alle 16:22:13 UTC. Circa 30 minuti più tardi la coppia modulo di comando/modulo di servizio si separarono dall'ultimo stadio del Saturn V e compirono la manovra per agganciarsi al [[Modulo Lunare Apollo|Modulo Lunare]] rimasto ancora nel suo adattatore posto in cima al terzo stadio. Dopo che il Modulo Lunare fu estratto, il veicolo spaziale combinato continuò il suo viaggio verso la Luna, mentre il terzo stadio ormai abbandonato fu messo in un'[[orbita eliocentrica]], al fine di evitare che potesse scontrarsi con la navetta con gli astronauti o impattare sulla Terra o sulla Luna.<ref>{{Cita|Orloff, 2000|[https://history.nasa.gov/SP-4029/Apollo_11i_Timeline.htm Apollo 11 Timeline]}}</ref>
Il 19 luglio alle 17:21:50 UTC, Apollo 11 passò dietro la Luna e accese il motore in servizio per entrare in orbita lunare. Nelle trenta orbite<ref name="Apollo-11 (27)">{{Cita web |url=http://science.ksc.nasa.gov/history/apollo/apollo-11/apollo-11.html |titolo=Apollo-11 (27) |sito=Historical Archive for Manned Missions |editore=NASA |accesso=13 giugno 2013|lingua=en}}</ref> che effettuarono, l'equipaggio ebbe modo di osservare il luogo previsto per il loro atterraggio nel sud del [[Mare della Tranquillità]] (''Mare Tranquillitatis'') a circa 19 km a sud-ovest del cratere [[Cratere Collins|Sabine D]] (0.67408N, 23.47297E). Il sito di atterraggio era stato scelto in parte perché era ritenuto avente una conformazione relativamente piatta e liscia grazie alle rilevazioni delle sonde automatiche [[Ranger 8]] e [[Surveyor 5]] e perciò non presentava grandi difficoltà nell'allunaggio e nella [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]].<ref>{{Cita web |url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/A11_PressKit.pdf |titolo=Apollo 11 Lunar Landing Mission |data=6 luglio 1969 |editore=NASA |città=Washington, D.C. |formato=PDF |cid=Release No: 69-83K |accesso=13 giugno 2013|lingua=en}}</ref> Il punto esatto prescelto si trovava a circa 25 chilometri a sud-est del sito di atterraggio del Surveyor 5 e a 68 chilometri a sud-ovest del sito di schianto del Ranger 8.<ref>{{cita|Manned Spacecraft Center, 1969|p. 130}}.</ref>
=== Discesa verso la Luna ===
[[File:Apollo 11 CSM photographed from Lunar Module (AS11-37-5445).jpg|sinistra|miniatura|Il modulo ''Columbia'' fotografato dal modulo lunare ''Eagle'']]
Alle 12:52:00 UTC del 20 luglio, Aldrin e Armstrong entrarono nel modulo lunare "''Eagle''" e iniziarono gli ultimi preparativi per la discesa lunare.<ref>{{cita|Orloff, 2000|p. 106}}.</ref> Alle 17:44:00 ''Eagle'' si separò dal modulo di comando "''Columbia''".<ref name="A">{{cita|Orloff, 2000|p. 107}}.</ref> Collins, da solo a bordo del ''Columbia'', ispezionò ''Eagle'' mentre effettuava una giravolta, in modo da assicurarsi che la navetta fosse integra e che le gambe per l'atterraggio fossero correttamente dispiegate.<ref>{{cita|Manned Spacecraft Center, 1969|p. 9}}.</ref><ref name="Collins e Aldrin 1975">{{cita|Collins e Aldrin, 1975|p. 209}}.</ref> Armstrong, quindi, esclamò: "''The Eagle has wings!''" ("L'Aquila ha le ali!").<ref name="Collins e Aldrin 1975" />
Nel corso delle prime fasi della discesa, Armstrong e Aldrin notarono che stavano oltrepassando i punti di riferimento sulla superficie lunare quattro secondi prima del previsto e che quindi erano un po' "lunghi" prevedendo che sarebbero atterrati alcune miglia più ad ovest rispetto al loro punto di allunaggio previsto. ''Eagle'' viaggiava, infatti, troppo veloce. Si ritenne che ciò possa essere stato provocato dalla [[concentrazione di massa]] che avrebbe alterato la traiettoria. Il direttore di volo [[Eugene F. Kranz|Gene Kranz]] ipotizzò che la causa fosse la conseguenza della manovra di giravolta eseguito poco prima oppure la pressione dell'aria in eccesso nel tunnel di attracco che aveva dato una spinta aggiuntiva non prevista.<ref>{{cita|Mindell, 2008|pp. 220–221}}.</ref><ref>{{cita|Manned Spacecraft Center, 1969|p. 82}}.</ref> Nelle missioni successive ci si accertò sempre della pressione del tunnel prima dello sgancio.<ref>{{cita|Hansen, 2018|p. 351}}.</ref>
Dopo 5 minuti dall’inizio della discesa, a 1800 m sopra la superficie lunare, il computer di navigazione e di guida del modulo lunare catturò l’attenzione dell’equipaggio con una serie di allarmi con codice 1202 e 1201, appartenenti alla categoria ''“Executive alarm”'', indicando cioè che il computer di guida stava sprecando risorse in [[Processo (informatica)|task]] non meglio precisati e che la memoria rischiava l'[[Stack overflow|overflow]]. Tuttavia tutto il resto sembrava funzionare correttamente, il che significava che si trattava di ''task'' a bassa priorità che il sistema operativo era progettato per ignorare in queste condizioni, quindi gli specialisti all'interno del ''[[Centro di controllo missione|Mission Control Center]]'' di [[Houston]] in Texas, l'ingegnere Jack Garman diede l'autorizzazione a procedere con la discesa a ''Guidance Officer'' Steve Bales, il quale la confermò all'equipaggio (solo pochi giorni prima della partenza della missione Bales aveva partecipato a una simulazione che verteva proprio sulle procedure da seguire nel caso in cui si presentasse un allarme 1202).<ref>{{cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/pao/History/SP-350/ch-10-2.html|titolo=Apollo Expeditions to the Moon - Those computer alarms|sito=NASA|accesso=4 dicembre 2018|lingua=en}}</ref><ref>{{cita|Collins e Aldrin, 1975|pp. 210–212}}.</ref><ref>{{cita|Hamilton e Hackler, 2008|pp. 34–43}}.</ref> La causa degli allarmi fu diagnosticata e attribuita all'erronea attivazione del RR (''[[Rendezvous]] [[Radar]]''), formalmente inutile durante la discesa. [[Margaret Hamilton (scienziata)|Margaret Hamilton]], direttrice dell'''Apollo Flight Computer Programming'' presso il ''[[Draper Laboratory]]'' del MIT, in seguito ha ricordato:<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Margaret H. Hamilton|data=1º marzo 1971|titolo=Computer Got Loaded|rivista=Datamation|p=13|lingua=en}}</ref>
[[File:Apollo 11 Lunar Module Eagle in landing configuration in lunar orbit from the Command and Service Module Columbia.jpg|thumb|L'Eagle distaccato dal Columbia]]
{{Citazione|A causa di un errore nella checklist riportata in un manuale, l’interruttore del radar di rendezvous era stato impostato in una posizione sbagliata. Ciò aveva causato l’invio di comandi fuorvianti al computer. Il risultato fu che al computer venne richiesto di svolgere tutte le sue normali operazioni per l’atterraggio, ricevendo anche un carico supplementare di dati spuri da processare, che avevano però consumato il 15% in più delle sue risorse. Il computer (più precisamente, il suo software), riconobbe che gli era stato richiesto di svolgere più task di quanti ne avrebbe dovuti eseguire. Avvisò quindi della situazione con un allarme, che per gli astronauti doveva essere interpretato come “sono sovraccaricato con più task di quelli che dovrei svolgere in questo momento, manterrò attivi solo quelli importanti (ad esempio quelli necessari per l’atterraggio)”. [...] Infatti il computer era stato programmato non solo per riconoscere molteplici possibili casi di errori. Una serie completa di programmi di ripristino era stata inclusa nel software. L’azione del software, in questo caso, fu di escludere i task a bassa priorità e ripristinare quelli più importanti. Il computer, invece di causare un'interruzione, la impedì. Se il computer non avesse riconosciuto questo problema e avviato le opportune azioni di ripristino, dubito che l’allunaggio dell’Apollo 11 avrebbe avuto successo.
|{{Cita pubblicazione|cognome=Hamilton |nome=Margaret H. |wkautore=Margaret Hamilton (scienziata)|data=1º marzo 1971 |titolo=Computer Got Loaded |rivista=Datamation|editore=Cahners Publishing Company |tipo=Letter |issn=0011-6963}}
}}
In realtà, la ''checklist'' e la procedura seguita erano corrette, poiché il radar di rendezvous doveva essere mantenuto operativo in caso di annullamento della missione. Come illustrato nel 2005 da Don Eyles, membro del team di sviluppo del software al MIT, l'anomalia si verificò a causa di un difetto di progettazione nel sistema elettronico di interfaccia al radar, per il quale uno [[Fase (segnali)|sfasamento]] di entità casuale tra due parti del sistema faceva erroneamente credere al computer di guida che l'antenna oscillasse e costringendolo a ricalcolare continuamente la posizione. Il difetto era già stato identificato durante la missione [[Apollo 5]] ma sottovalutato e non corretto.<ref>{{cita web|url=https://www.doneyles.com/LM/Tales.html|titolo=Tales rom the Lunar Module Guidance Computer|autore=Don Eyles|accesso=4 dicembre 2018|lingua=en}}</ref><ref>{{cita|Hansen, 2018|pp. 361-362}}.</ref>
Durante questa fase, gli [[astronauta|astronauti]] si accorsero che il sito dell'allunaggio era molto più roccioso di quanto avessero indicato le fotografie. Armstrong prese, dunque, il controllo semi-manuale del modulo lunare.<ref name="ALSJ 1" />
=== Allunaggio ===
[[File:AP11 FINAL APPROACH.ogv|thumb|left|Allunaggio, 20 luglio 1969]]
Quando Armstrong ebbe modo di guardare nuovamente all'esterno, poté vedere che luogo dell'atterraggio proposto dal computer si trovava in una zona disseminata di massi e situata nei pressi di un cratere di 91 metri di diametro (che prese il nome di cratere West). Armstrong, dunque, prese il controllo della navetta in modalità semi-automatica.<ref>{{Cita|Chaikin, 1994|p. 196}}</ref><ref>{{cita|Mindell, 2008|pp. 195–197}}.</ref> Inizialmente Armstrong pensò di atterrare vicino alla zona con i massi in modo tale da raccogliere dei campioni geologici, ma non riuscì per la velocità orizzontale troppo alta. Durante la discesa, Aldrin diceva i dati di navigazione ad Armstrong, che era occupato a pilotare ''Eagle.'' 33 metri sopra la superficie, Armstrong sapeva che il propellente scarseggiava, quindi stava cercando di atterrare il prima possibile.<ref>{{Cita|Chaikin, 1994|p. 197}}</ref>
Armstrong trovò un appezzamento di terra libero e diresse il veicolo verso di esso. Mentre si avvicinava, a 76 metri sopra la superficie, scoprì che quel punto aveva un cratere, quindi cercò un altro punto dove la terra era pianeggiante. A 30 metri dalla superficie, restavano loro solo 90 secondi di propellente. I motori del LEM sollevarono della polvere che cominciò a offuscare la visione. Da questa nuvola di polvere spuntavano delle rocce e Armstrong le prese come riferimento durante la discesa per determinare la velocità del veicolo.<ref>{{Cita|Chaikin, 1994|p. 198-199}}</ref>
Pochi istanti prima dell'atterraggio, una luce informò Aldrin che almeno una delle sonde da 170 cm che penzolavano dalle gambe di atterraggio dell'''Eagle'' aveva toccato la superficie, e disse: "''Contact light!''" ("Luce di contatto!"). Armstrong avrebbe dovuto spegnere i motori, dal momento che gli ingegneri sospettavano che la pressione causate dallo scarico dei motori che rimbalzava sulla superficie lunare avrebbe causato un'esplosione, ma se ne dimenticò. Tre secondi più tardi, ''Eagle'' era allunato e Armstrong disse "''Shutdown''".<ref>{{Cita|Chaikin, 1994|p. 199}}</ref> Aldrin immediatamente rispose "Ok, arresto del motore. ACA - ''out of detent''". Armstrong riconobbe: "Arresto. Auto". Aldrin proseguì: "Controllo della modalità, entrambi automatici, comando motore di discesa spento, braccio del motore spento. 413 inserito".<ref>{{cita|Mindell, 2008|p. 226}}.</ref>
ACA era l'''altitude control assembly'', la cloche del LEM; essa mandava il segnale al [[Apollo Guidance Computer|LM Guidance System]] (LGC) per controllare il [[reaction control system]] (RCS). "''Out of detent''" significa che la cloche era spostata dalla posizione centrale; come gli [[Indicatore di direzione|indicatori di direzione]] delle auto, una molla la riportava al centro. L'indirizzo 413 del LGC conteneva la variabile che indicava l'allunaggio del LEM.<ref name="ALSJ 1" />
{{Citazione|Houston, qui Base della Tranquillità. L'Eagle è atterrato|Storica frase di [[Neil Armstrong]] pochi secondi dopo l'atterraggio del modulo lunare.<ref name="ALSJ 1"/>|Houston, Tranquility Base here. The Eagle has landed.|lingua=en}}
''Eagle'' si era posato sulla superficie lunare alle 20:17:40 UTC di domenica 20 luglio, con solo circa 25 secondi di carburante ancora nei serbatoi.<ref name="ALSJ 1" /> L'Apollo 11 atterrò con meno carburante delle missioni successive, e gli astronauti ebbero un avviso di mancanza di carburante prematuro. Si scoprì in seguito che era il risultato di una "perdita" più grande del previsto, che copriva un sensore. Nelle missioni successive vennero inserite delle paratie nei serbatoi per prevenire questo.<ref name="ALSJ 1" />
Armstrong riconobbe il completamento della ''checklist'' post-atterraggio di Aldrin con "''Engine arm is off''", prima di rispondere al [[Capsule communicator|CAPCOM]], [[Charles Duke]], con le parole "Houston, qui Base della Tranquillità". Il cambiamento del codice di chiamata di Armstrong da "''Eagle''" a "Base della Tranquillita" ("''Tranquility Base''") sottolineò agli ascoltatori che l'allunaggio era avvenuto con successo. Duke, pronunciò male la risposta mentre esprimeva il sollievo del Controllo Missione: "Roger, ''Twan- Tranquillity'', ti riceviamo a terra, hai un gruppo di ragazzi che stanno per diventare blu, stiamo respirando di nuovo, grazie mille."<ref name="ALSJ 1">{{Cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.landing.html |titolo=The First Lunar Landing |data=1995 |curatore-cognome= Jones |curatore-nome=Eric M. |opera=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |accesso=13 giugno 2013}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.bbc.co.uk/archive/moonlandings/7630.shtml?all=2&id=7630 |titolo=James May speaks to Charles Duke |data=2009 |editore=BBC Archives |accesso=7 giugno 2009|lingua=en}}</ref>
Due ore e mezzo dopo l'atterraggio, prima che iniziassero i preparativi per l'EVA, Aldrin trasmise via radio alla Terra:
{{quote|Qui è il pilota del LEM. Vorrei cogliere questa opportunità per chiedere ad ogni persona che ascolta, chiunque e ovunque si trovi, di fermarsi un momento e contemplare gli eventi delle ultime ore e ringraziare a modo suo.<ref>{{Cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.postland.html |titolo=Post-landing Activities |data=1995 |curatore-cognome=Jones |curatore-nome=Eric M. |opera=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |accesso=13 giugno 2013|lingua=en}}</ref>}}
[[File:A New Look at the Apollo 11 Landing Site.ogg|thumb|Sito di allunaggio dell'Apollo 11 visto in tre dimensioni grazie al ''[[Lunar Reconnaissance Orbiter]]''.]]
Quindi, privatamente, fece il sacramento dell'[[Eucaristia]]. In quel tempo, la NASA stava ancora combattendo una causa intentata dall'[[ateismo|ateo]] Madalyn Murray O'Hair (che aveva criticato la lettura da parte dell'equipaggio dell'[[Apollo 8]] della [[Genesi]]) e quindi chiedeva ai loro astronauti di astenersi dal trasmettere attività religiose mentre si trovavano nello spazio. Così, Aldrin scelse di astenersi dal menzionare direttamente tale atto. Aldrin era un membro della [[Presbiterianesimo|Chiesa Presbiteriana]] di [[Webster (Texas)|Webster]], e il suo kit per l'Eucarestia fu preparato dal pastore della chiesa. La chiesa possiede il calice usato sulla Luna e ogni anno commemora l'evento nella domenica più vicina al 20 luglio.<ref>{{cita|Chaikin, 1994|pp. 204, 623}}.</ref> Il programma della missione prevedeva che gli astronauti, dopo l'allunaggio, osservassero un periodo di sonno di cinque ore, tuttavia decisero di iniziare subito i preparativi per l'EVA, pensando che non sarebbero stati in grado di dormire, eventualità peraltro prevista in fase di pianificazione del volo.<ref>{{cita|Manned Spacecraft Center, 1969|pp. 21–22}}.</ref><ref>{{cita|Hansen, 2018|pp. 380-381}}.</ref>
=== Operazioni sulla superficie lunare ===
[[File:Apollo 11 first step.jpg|thumb|left|Armstrong si appresta a mettere piede sul suolo lunare.]]
Secondo il programma, Armstrong e Aldrin dopo aver compiuto tutti i controlli previsti avrebbero dovuto riposare per alcune ore all'interno del modulo lunare, eventualmente aiutati a dormire con dei tranquillanti, poi si sarebbero preparati per l'uscita, programmata per le 6:17 UTC (8:17 italiane).<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Franco Bertarelli|data=20 luglio 1969|titolo=La notte folle|rivista= [[Epoca (rivista) |Epoca]]|numero=982|p=90}}</ref> Invece gli astronauti non dormirono. Alle 22:12 UTC (0:12 italiane) Armstrong comunicò la decisione di procedere con la preparazione della prima Attività Extraveicolare, invece di riposare, con queste parole: "Il nostro consiglio a questo punto è di programmare l'Attività Extraveicolare, con la vostra approvazione, a partire dalle otto di questa sera, ora di Houston. Approssimativamente fra tre ore".<ref>{{Cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.postland.html |titolo=Post-landing Activities |data=1995 |curatore-cognome=Jones |curatore-nome=Eric M. |opera=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |accesso=13 giugno 2013|citazione=104:39:14 - Our recommendation at this point is planning an EVA, with your concurrence, starting about eight o'clock this evening, Houston time. That is about 3 hours from now|lingua=en}}</ref> Il dottor Berry, il medico che con la telemetria controllava le condizioni di Armstrong, si disse d'accordo, e così pure il direttore di volo Cliff Charlesworth, e da Houston venne dato l'OK.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Livio Caputo|autore2=Ricciotti Lazzero|data=27 luglio 1969|titolo=Le due ore più grandi |rivista=Epoca |numero=983 |p=35 }}</ref>
I preparativi per la [[attività extraveicolare|passeggiata lunare]] iniziarono alle 23:43<ref name="A" /> richiedendo più tempo del previsto: tre ore e mezza invece di due.<ref name="ALSJ 3">{{cita web |url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.summary.html |titolo=First Steps |data=1995 |curatore-cognome1=Jones |curatore-nome1=Eric M. |curatore-cognome2=Glover |curatore-nome2=Ken |opera=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |accesso=23 settembre 2006|lingua=en}}</ref> Durante l'addestramento sulla Terra, tutto ciò che era necessario era stato preparato in anticipo, ma sulla Luna la cabina del modulo lunare conteneva anche un gran numero di altri oggetti, come liste di controllo, pacchetti di cibo e strumentazioni.<ref>{{cita|Manned Spacecraft Center, 1969|p. 22}}.</ref> Una volta che Armstrong e Aldrin furono pronti per uscire, il modulo lunare ''Eagle'' venne depressurizzato.<ref>{{cita|Cortright, 1975|p. 215}}.</ref> Il portello venne, dunque, aperto alle 02:39:33.<ref name="A" /> L'astronauta ebbe alcune iniziali difficoltà a uscire dello sportello a causa del suo PLSS (''[[Primary Life Support System]]'', lo zaino agganciato alla tuta spaziale).<ref name="relnasa">{{Cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.summary.html|titolo=Apollo 11 Lunar Surface Journal : Mission Summary|sito=hq.nasa.gov|lingua=en|accesso=9 marzo 2019}}</ref> Infatti secondo il veterano lunare John Young (astronauta statunitense), a una riprogettazione del LM che prevedeva uno sportello più piccolo, non seguì una revisione della PLSS, così si rese difficoltosa l'entrata e l'uscita degli [[astronauta|astronauti]] dallo sportello. Alcune delle più alte [[frequenza cardiaca|frequenze cardiache]] registrate dagli astronauti delle missioni Apollo vennero riscontrate durante l'uscita e l'ingresso dal LM.<ref>{{cita|Waligora e Horrigan, 1975|pp. 115–120}}.</ref> Alle 02:51 Armstrong iniziò la sua discesa verso la superficie lunare attraverso la scaletta, tuttavia ebbe una certa difficoltà dovuta al fatto che l'Unità di Controllo Remota posta sul casco gli impediva di vedersi i piedi. Mentre scendeva la scaletta di nove gradini, Armstrong tirò l'anello a D che schierò il ''Modular Equipment Stowage Assembly'' (MESA) contro il lato dell'''Eagle'' attivando la telecamera della telecamera.<ref>{{cita news |titolo=Neil Armstrong, first man to step on the Moon, dies at 82 |nome=Paul |cognome=Duggan |url=https://www.washingtonpost.com/national/health-science/neil-armstrong-first-man-to-step-on-the-moon-dies-at-82/2012/08/25/7091c8bc-412d-11e0-a16f-4c3fe0fd37f0_story.html |giornale=[[The Washington Post]] |data=25 agosto 2012 |accesso=25 maggio 2013|lingua=en}}</ref><ref name="com" />
[[File:As11-40-5886.jpg|thumb|Una fotografia di Armstrong scattata da Aldrin. ]]
[[File:Aldrin near Module leg.jpg|thumb|Aldrin vicino al Modulo Lunare (LEM).]]
La telecamera installata di Apollo 11 utilizzava una ripresa televisiva a scansione lenta, incompatibile con la normale trasmissione televisiva, quindi l'immagine doveva essere visualizzata su di un monitor speciale dove veniva a sua volta ripresa da una telecamera convenzionale, riducendo tuttavia significativamente la qualità.<ref name="Blunder 5">{{cita news |titolo=One giant blunder for mankind: how NASA lost Moon pictures |cognome=Macey |nome=Richard |url=http://www.smh.com.au/news/national/one-giant-blunder-for-mankind-how-nasa-lost-moon-pictures/2006/08/04/1154198328978.html |giornale=[[The Sydney Morning Herald]] |città=Sydney |data=5 agosto 2006 |accesso=13 giugno 2013|lingua=en}}</ref> Le prime immagini vennero ricevute al ''[[Goldstone Deep Space Communications Complex]]'' negli [[Stati Uniti d'America|USA]], ma quelle con miglior definizione si videro a Honeysuckle Creek in [[Australia]]. Qualche minuto più tardi le immagini furono mandate anche nel normale circuito televisivo, grazie al [[radiotelescopio]] del [[Osservatorio di Parkes|Parkes Observatory]] in [[Australia]].<ref name=":4">{{cita|Sarkissian, 2001|p. 287}}.</ref> Così, malgrado le difficoltà iniziali, le prime immagini in bianco e nero di un uomo sulla [[Luna]] vennero viste in diretta da almeno 600 milioni di persone sparse in tutto il mondo.<ref name=":4" /> Copie di questo video sono ampiamente disponibili, ma le [[Nastri mancanti dell'Apollo 11|registrazioni della trasmissione originale della sorgente di scansione lenta]] dalla superficie lunare vennero probabilmente distrutte durante il normale riutilizzo del nastro magnetico presso la NASA.<ref name="Blunder 5" />
Mentre si trovava ancora sulla scaletta, Armstrong scoprì una targa montata su di una gamba di atterraggio del LM su cui erano incisi due disegni della Terra (degli emisferi occidentale e orientale), un'iscrizione e le firme degli astronauti e del presidente Nixon.<ref name="com" /> Sei ore e mezza dopo aver toccato il suolo, alle 2:56:15 UTC (4:56 italiane), dopo una breve descrizione della superficie (''very fine grained... almost like a powder'' cioè "a grana molto fine... quasi come polvere"<ref name="com"/>) e aver pronunciato la sua storica frase, Armstrong fece il suo primo passo fuori dall'Eagle e diventò il primo uomo a camminare su un altro [[corpo celeste]].
{{Citazione|Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l'umanità.|[[Neil Armstrong]]; {{Link audio|Frase de Neil Armstrong.ogg|}}|That's one small step for [a] man, but [a] giant leap for mankind.|lingua=en}}
Armstrong voleva dire "That's one small step for a man", ma la parola "a" non era udibile nella trasmissione, quindi inizialmente non era riportata dalla maggior parte degli osservatori della diretta. Quando successivamente gli fu chiesto della frase, Armstrong disse che credeva di aver detto "for a man"; da allora le versioni stampate successive hanno incluso la "a" in parentesi quadre. L'assenza della parola può essere spiegata dal suo accento, oppure dal collegamento audiovisivo intermittente; in parte anche per le tempeste vicino al [[Osservatorio di Parkes|Parkes Observatory]]. Recenti analisi digitali sembrano dimostrare che la "a" potrebbe essere stata pronunciata ma coperta dallo statico.<ref>{{Cita web|url=https://www.snopes.com/fact-check/one-small-misstep/|titolo=Neil Armstrong's First Words on the Moon|sito=Snopes.com|lingua=en|accesso=9 marzo 2019}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/5398560.stm|titolo=Armstrong 'got Moon quote right'|pubblicazione=[[BBC News]]|data=2 ottobre 2006|accesso=9 marzo 2019}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Pallab Ghosh|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/8081817.stm|titolo=Armstrong's 'poetic' slip on Moon|pubblicazione=BBC News|data=3 giugno 2006|accesso=9 marzo 2019}}</ref> Armstrong commentò, inoltre, che muoversi nella [[gravità]] lunare, circa un sesto di quella terrestre, era molto più facile che nelle simulazioni effettuate prima del lancio e che l'ideale per spostarsi era "saltare" e non camminare come sulla Terra.<ref name="com">{{Cita web|url=https://history.nasa.gov/alsj/a11/a11.step.html|titolo=One Small Step|sito=history.nasa.gov|editore=NASA|curatore=Eric M. Jones|data=1995|lingua=en|volume=Apollo 11 Lunar Surface Journal|accesso=9 marzo 2019}}</ref>
Oltre che essere la concretizzazione del sogno di [[John Fitzgerald Kennedy|John F. Kennedy]] di vedere un uomo sulla Luna prima della fine degli [[anni 1960|anni sessanta]], l'Apollo 11 fu un test per tutte le missioni successive [[Programma Apollo|Apollo]]; quindi Armstrong scattò le foto che sarebbero servite ai tecnici sulla [[Terra]] a verificare le condizioni del modulo lunare dopo l'allunaggio.
Circa sette minuti dopo aver passeggiato sulla superficie della Luna, Armstrong raccolse un campione di terreno. Appena lo ebbe fatto, ripiegò il contenitore ove lo aveva posto e lo infilò in una tasca della tuta sulla coscia destra. Fece questo per garantire che venisse comunque riportato un po' di terreno lunare nel caso in cui un'emergenza richiedesse agli astronauti di abbandonare la passeggiata.<ref>{{Cita web|url=http://curator.jsc.nasa.gov/lunar/lsc/10010.pdf |titolo=Lunar Sample Compendium: Contingency Soil (10010) |cognome=Meyer |nome=Charles |data=2009 |opera=Astromaterials Research & Exploration Science |editore=NASA |accesso=13 giugno 2013|lingua=en}}</ref> Dodici minuti dopo aver raccolto il campione,<ref name="B">{{cita|Orloff, 2000|p. 108}}.</ref> rimosse la telecamera dal MESA, fece una ripresa panoramica e quindi la installò su di un treppiede.<ref name="ALSJ 3" /> Il cavo della telecamera televisiva rimase parzialmente arrotolato comportato per gli astronauti un rischio di inciampare per tutta la durata dell'attività extraveicolare. Le fotografie vennero scattate con una fotocamera [[Hasselblad]] che poteva essere utilizzata sia a mano sia montata sulla tuta spaziale [[Apollo/Skylab A7L]] di Armstrong.<ref name="C">{{cita|Manned Spacecraft Center, 1969|p. 23}}.</ref> Poco dopo venne raggiunto sulla superficie da Aldrin che commentò: "magnifica desolazione".<ref name="relnasa"/>
Armstrong osservò che muoversi nella gravità lunare, un sesto di quella terrestre, era "forse forse più facile rispetto alle simulazioni... Non è assolutamente un problema andare in giro".<ref name="com" /> Aldrin testò i metodi migliori per muoversi, compreso il cosiddetto ''salto del canguro''. La disposizione dei pesi nella PLSS creava una tendenza a cadere verso l'indietro, ma nessuno dei due astronauti ebbe seri problemi d'equilibrio. Correre a passi lunghi divenne il metodo per spostarsi preferito dai due astronauti. Aldrin e Armstrong riferirono che dovevano programmare i movimenti da compiere sei o sette passi prima. Il terreno molto fine era anche particolarmente sdrucciolevole. Aldrin rilevò che il muoversi tra la luce solare diretta e l'ombra dell'''Eagle'' non provocava cambiamenti significativi di temperatura all'interno della sua tuta spaziale, invece il casco risultava essere più caldo sotto il [[Sole]].<ref name="com"/> Il MESA non riuscì a fornire una piattaforma di lavoro stabile e si trovava in ombra, rallentando un po' il lavoro. Mentre lavoravano, gli astronauti, sollevarono polvere grigia che sporcò la parte esterna delle loro tute.<ref name="C" />
[[File:Buzz salutes the U.S. Flag.jpg|thumb|left|Aldrin saluta la bandiera statunitense]]
Gli astronauti piantarono insieme la [[bandiera degli Stati Uniti d'America|bandiera degli Stati Uniti]], ma la consistenza del terreno non permise di inserirla per più di pochi centimetri.<ref name="theattic">{{Cita web|titolo=A Flag on the Moon |url=https://www.theattic.space/home-page-blogs/2018/9/27/4j6861bez3j568c31rzj7lynevmtpt |sito=The Attic |accesso=1º ottobre 2018|lingua=en}}</ref> Prima che Aldrin potesse scattare una foto di Armstrong con la bandiera, gli astronauti ricevettero una chiamata del presidente di allora, [[Richard Nixon]], che parlò loro attraverso una trasmissione radio-telefono che egli stesso definì "la più storica chiamata mai fatta dalla [[Casa Bianca]]".<ref>{{cita web|url=http://www.archives.gov/exhibits/american_originals/apollo11.html|autore= National Archives and Records Administration|accesso=13 marzo 2019|titolo=Exhibit: Apollo 11 and Nixon|lingua=en}}</ref> Originariamente Nixon aveva preparato un lungo discorso da leggere durante la chiamata, ma l'astronauta [[Frank Borman]], che si trovava alla Casa Bianca come collegamento della NASA durante l'Apollo 11, lo convinse a dire brevi parole.<ref>{{cita|Borman e Serling, 1988|pp. 237–238}}.</ref>
[[File:Apollo 11 bootprint.jpg|thumb|Orma di Aldrin sul suolo lunare, per verificare le proprietà della [[regolite]] lunare]]
Posizionarono l'[[ALSEP|EASEP]], che includeva un [[sismografo]] passivo (''Passive Seismic Experiment Package'') e un [[Prisma riflettore a spigolo di cubo|''retroreflector'']] (dispositivo composto da celle multi-specchio, orientato in modo da riflettere la luce di un [[laser]] puntato dalla Terra verso la Luna), usato per l'esperimento ''[[Esperimento Lunar Laser Ranging|Lunar Laser Ranging]]''.<ref>{{Cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.clsout.html|titolo=EASEP Deployment and Closeout|sito=hq.nasa.gov|lingua=en|accesso=14 marzo 2019}}</ref> Successivamente Armstrong si allontanò a grandi passi di circa 60 metri dal modulo lunare per fotografare il Cratere Orientale mentre Aldrin iniziò la raccolta di materiale lunare. Usò il martello geologico, e questa fu l'unica situazione in cui venne usato dall'Apollo 11. Gli astronauti iniziarono la raccolta di rocce lunari con le palette, ma poiché l'operazione richiedeva molto più tempo del previsto, furono costretti ad abbandonare il lavoro a metà dei 34 minuti previsti. Aldrin riuscì a raccogliere in totale 6 kg di sabbia lunare.<ref>{{cita|Harland, 1999|pp. 28–29}}</ref> Due tipi di rocce vennero trovati nei campioni geologici prelevati: [[basalto]] e [[Rocce_sedimentarie_clastiche#Brecce|breccia]].<ref>{{Cita web|url=https://www.lpi.usra.edu/lunar/missions/apollo/apollo_11/samples/|titolo=Lunar Sample Overview|editore=Lunar and Planetary Institute|accesso=28 dicembre 2018|lingua=en}}</ref> Gli scienziati scoprirono, inoltre, tre nuovi [[minerale|minerali]]: [[armalcolite]], [[tranquillityite]] e [[pyroxferroite]]. L'armalcolite prende il nome da Armstrong, Aldrin e Collins.<ref>{{Cita web|url=https://www.sciencedaily.com/releases/2012/01/120115223636.htm |titolo=Moon-walk mineral discovered in Western Australia |editore=ScienceDaily |autore=University of Western Australia |data=17 gennaio 2012 |accesso=24 settembre 2018|lingua=en}}</ref>
Il Centro Controllo Missione usò una frase in codice per avvertire Armstrong che i suoi tassi metabolici apparivano alti e che avrebbe dovuto rallentare l'attività. Si stava, infatti, muovendo rapidamente da un compito all'altro mentre il tempo si esauriva. Poiché i tassi metabolici rimasero, per tutta la passeggiata spaziale, comunque complessivamente più bassi del previsto per entrambi gli astronauti, il Controllo Missione concesse un'estensione di 15 minuti.<ref name="EASEP Deployment and Closeout">{{Cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.clsout.html |titolo=EASEP Deployment and Closeout |curatore-cognome=Jones |curatore-nome=Eric M. |data=1995 |opera=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |accesso=13 giugno 2013|lingua=en}}</ref> In un'intervista del 2010, Armstrong spiegò che la NASA aveva limitato il tempo e la distanza della prima passeggiata lunare poiché non vi era alcuna certezza su quanta acqua di raffreddamento avrebbero consumato gli zaini PLSS degli astronauti per gestire la loro temperatura corporea mentre lavoravano sulla Luna.<ref>{{Cita web|url=http://www.space.com/10469-neil-armstrong-explains-famous-apollo-11-moonwalk.html |titolo=Neil Armstrong Explains His Famous Apollo 11 Moonwalk |data=10 dicembre 2010 |editore=TechMediaNetwork, Inc. |città=New York |accesso=25 maggio 2013|lingua=en}}</ref>
=== ''Columbia'' in orbita lunare ===
Durante la sua giornata passata in solitaria intorno alla Luna, Collins in realtà non si sentì mai solo, sebbene sia stato detto che "è da [[Adamo]] che nessuno ha conosciuto una tale solitudine umana".<ref name="C402"/> Nella sua autobiografia egli scrisse: "questa impresa è stata strutturata per tre uomini e considero il mio ruolo necessario come uno degli altri due".<ref name="C402"/> Nei 48 minuti di ogni orbita, quando si trovava fuori dal contatto radio con la Terra, mentre il ''Columbia'' passava dall'altra parte della Luna, la sensazione che riferiva non era la paura o la solitudine, ma piuttosto "consapevolezza, anticipazione, soddisfazione, fiducia, quasi esultanza".<ref name="C402">{{cita|Collins, 2001|p. 402}}.</ref>
Uno dei primi compiti di Collins fu quello di identificare il modulo lunare sul terreno. Per dargli un'idea su dove guardare, il Controllo Missione gli comunicò che riteneva che fosse atterrato a circa quattro miglia dal punto previsto. Così, ogni volta che passava oltre il sospetto sito di atterraggio lunare, cercò invano di trovare il modulo lunare. Durante le sue prime orbite sul lato posteriore della Luna, Collins svolse attività di manutenzione, come scaricare l'acqua in eccesso prodotta dalle [[Pila a combustibile|celle a combustibile]] e preparare la cabina per il ritorno di Armstrong e Aldrin.<ref>{{cita|Collins, 2001|pp. 401-407}}.</ref>
Poco prima che raggiungesse il lato oscuro della terza orbita, il Controllo Missione informò Collins che vi era un problema con la temperatura del liquido di raffreddamento. Se fosse diventato troppo freddo, alcune parti del ''Columbia'' avrebbero potuto congelare dunque gli venne consigliato di assumere il controllo manuale e implementare la procedura 17 di malfunzionamento del sistema di controllo ambientale. Invece, Collins azionò di nuovo l'interruttore del sistema da automatico a manuale e nuovamente in automatico e proseguì con le normali attività, monitorando costantemente la temperatura. Quando il ''Columbia'' tornò nuovamente sul lato visibile della Luna, riferì che il problema era stato risolto. Nelle successive due orbite, descrisse il suo tempo trascorso sul lato nascosto della Luna come "rilassante". Dopo che Aldrin e Armstrong completarono l'EVA, Collins dormì per poter riposare in vista del ''[[Rendezvous|rendez-vous]]''. Mentre il piano di volo richiedeva che ''Eagle'' si incontrasse con il ''Columbia'', Collins era preparato anche nel caso in cui avrebbe dovuto lui raggiungere il modulo lunare.<ref>{{cita|Collins, 2001|pp. 406-408, 410}}.</ref>
=== Risalita dalla Luna ===
[[File:Aldrin Looks Back at Tranquility Base - GPN-2000-001102.jpg|sinistra|miniatura|Aldrin vicino al ''Passive Seismic Experiment Package'' con ''Eagle'' sullo sfondo]]
Aldrin rientrò nell'Eagle per primo. Con non poche difficoltà, gli astronauti caricarono i film e due sacchi contenenti più di 22 kg di materiale lunare dallo sportello del Modulo Lunare, grazie ad un sistema a puleggia chiamato "''Lunar Equipment Conveyor''". Questo si rivelò uno strumento inefficiente e le missioni successive preferirono portare a mano l'equipaggiamento e i campioni fino al modulo lunare.<ref name="ALSJ 3"/> Armstrong ricordò ad Aldrin una busta di oggetti commemorativi posti nella tasca della manica e quindi Aldrin gettò la borsa. Armstrong poi salì sul terzo piolo della scaletta e ed entrò nel LM. Dopo essersi collegati al supporto vitale del modulo lunare, gli astronauti alleggerirono lo stadio di risalita per il ritorno all'orbita lunare, lanciando fuori i loro zaini [[PLSS]], le loro copriscarpe lunari, una fotocamera Hasselblad vuota e altre attrezzature. Il portello venne chiuso alle 05:01. Quindi pressurizzarono il modulo e si prepararono a dormire.<ref name="ALSJ 6">{{Cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.posteva.html |titolo=Trying to Rest |curatore-cognome=Jones |curatore-nome=Eric M. |data=1995 |opera=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |accesso=13 giugno 2013|lingua=en}}</ref>
Lo ''speechwriter'' di Nixon, William Safire, aveva preparato un comunicato di contingenza, intitolato ''In Event of Moon Disaster'', che avrebbe dovuto leggere in diretta televisiva nel caso in cui gli astronauti fossero rimasti bloccati sulla Luna.<ref>{{Cita web|url=http://www.thesmokinggun.com/documents/crime/white-house-lost-space-scenarios |titolo=White House 'Lost In Space' Scenarios |data=8 agosto 2005 |opera=The Smoking Gun|città=New York |accesso=25 maggio 2013|lingua=en}}</ref> Il piano di contingenza ebbe origine in un ''memorandum'' da Safire per capo di gabinetto della Casa Bianca di Nixon, H. R. Haldeman, in cui Safire suggeriva un protocollo che l'amministrazione avrebbe potuto seguire in reazione a un tale disastro.<ref>{{Cita news|titolo=The Story of a Tragedy That Was Not to Be |nome=Jim |cognome=Mann |url=http://articles.latimes.com/1999/jul/07/news/mn-53678 |opera=[[Los Angeles Times]] |data=7 luglio 1999 |accesso=25 maggio 2013|lingua=en}}</ref><ref name="safire">{{Cita news|titolo=Essay; Disaster Never Came |nome=William |cognome=Safire |url=https://www.nytimes.com/1999/07/12/opinion/essay-disaster-never-came.html |opera=[[The New York Times]] |data=12 luglio 1999 |accesso=25 maggio 2013|lingua=en}}</ref> Secondo il piano, il Controllo di Missione avrebbe "chiuso le comunicazioni" con il LEM e un sacerdote avrebbe "lodato le anime nel profondo del profondo" in un rituale pubblico paragonabile alla [[sepoltura in mare]]. L'ultima riga del testo preparato era tratto da una poesia della [[prima guerra mondiale]] scritta del poeta inglese [[Rupert Brooke]] chiamata ''The soldier'' ("Il soldato").<ref name="safire" />
Mentre si muoveva all'interno della cabina del LM, Aldrin danneggiò accidentalmente l'interruttore che avrebbe armato il motore principale per il decollo dalla Luna. Il ricorso ad un penna fu sufficiente per attivare l'interruttore; se ciò non avesse funzionato, il circuito del LEM avrebbe potuto essere riconfigurato per consentire l'accensione del motore di risalita.<ref name="ALSJ 6" />
Dopo circa sette ore di riposo, l'equipaggio venne risvegliato da centro di controllo di Houston per prepararsi al ritorno. Due ore e mezzo dopo, alle 17:54:00 UTC, decollarono per raggiungere Collins a bordo del ''Columbia'' in orbita lunare.<ref>{{Cita web|titolo=Apollo 11 Goodwill Messages |data=13 luglio 1969 |editore=NASA |città=Washington, D.C. |url=https://history.nasa.gov/ap11-35ann/goodwill/Apollo_11_material.pdf |formato=PDF |cid=Release No: 69-83F |accesso=14 giugno 2013|lingua=en}}</ref> Oltre agli strumenti scientifici, gli astronauti lasciarono sulla superficie lunare: un distintivo della missione [[Apollo 1]] in memoria degli astronauti [[Roger Chaffee]], [[Virgil Grissom|Gus Grissom]] e [[Edward White]], che persero la vita durante un test a causa di un incendio scoppiato nel modulo di comando nel gennaio 1967; una borsa commemorativa contenente una replica d'oro di un ramo d'ulivo come simbolo tradizionale di pace e un disco contenente le dichiarazioni di buona volontà dei presidenti [[Dwight D. Eisenhower|Eisenhower]], [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], [[Lyndon B. Johnson|Johnson]] e [[Richard Nixon|Nixon]] insieme ai messaggi dei ''leader'' di 73 paesi in tutto il mondo.<ref name="B" /> Lasciarono, inoltre, una bandiera americana e una placca con i disegni dei due emisferi terrestri, un'iscrizione, le firme degli astronauti e del presidente [[Richard Nixon|Nixon]]. L'iscrizione recita:
[[File:Apollo11Plaque.jpg|thumb|La storica placca sulla scaletta del LEM.]]
{{Citazione|Qui uomini dal pianeta Terra<br />fecero il primo passo sulla Luna<br />Luglio 1969 d.C.<br />Siamo venuti in pace per tutta l'umanità||HERE MEN FROM PLANET EARTH<br />FIRST SET FOOT UPON THE MOON<br />JULY 1969 A.D.<br />WE CAME IN PEACE FOR ALL MANKIND|lingua=en}}
=== Ritorno sulla Terra ===
[[File:Apollo 11 lunar module.jpg|sinistra|miniatura|Lo stadio di ascensione di ''Eagle'' mentre si avvicina a ''Columbia'', per la manovra di ''[[rendezvous]]'']]
''Eagle'' effettuò il ''[[rendezvous]]'' con il modulo di comando ''Columbia'' alle 21:24 UTC del 21 luglio e si agganciarono alle 21:35. Quindi, il modulo di ascesa di ''Eagle'' venne rilasciato in orbita lunare alle 23:41.<ref name="D">{{cita|Orloff, 2000|p. 109}}.</ref> Poco prima del decollo della missione dell'[[Apollo 12]] si era posto il problema che ''Eagle'' potesse trovarsi ancora in orbita intorno alla luna, tuttavia gli studi dei tecnici della [[NASA]] indicarono che la sua traiettoria orbitale era decaduta e il modulo si era, dunque, schiantato in una "posizione incerta" della superficie lunare.<ref>{{cita web |url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/lunar/apollo_tables.html |titolo=Apollo Tables |cognome=Williams |nome=David R. |opera=[[National Space Science Data Center]] |editore=NASA |accesso=23 settembre 2006 |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061001125211/http://nssdc.gsfc.nasa.gov/planetary/lunar/apollo_tables.html |dataarchivio=1º ottobre 2006|lingua=en}}</ref>
Il 23 luglio, l'ultima notte prima del ritorno sulla Terra, i tre astronauti tennero una trasmissione televisiva in cui Collins commentò:<ref name="CA222">{{cita|Collins e Aldrin, 1975|p. 222}}.</ref>
{{quote|... Il razzo Saturn V che ci ha messo in orbita è un macchinario incredibilmente complicato, ogni pezzo ha funzionato in modo impeccabile ... Abbiamo sempre avuto fiducia che questa apparecchiatura funzionasse correttamente. Tutto questo è possibile solo attraverso il sangue, il sudore e le lacrime di un numero di persone ... Tutto ciò che si vede sono noi tre, ma sotto la superficie ci sono migliaia e migliaia di altri, e a tutti questi, vorrei per dire "Grazie mille".}}
Aldrin aggiunse:<ref name="CA222" />
{{quote|Questo è stato molto più di tre uomini in missione sulla Luna; più, ancora, che gli sforzi di un governo e di un gruppo industriale; più, persino, degli sforzi di una nazione. Sentiamo che questo rappresenti un simbolo della curiosità insaziabile di tutta l'umanità per esplorare l'ignoto ... Personalmente, riflettendo sugli eventi degli ultimi giorni, mi viene in mente un versetto dei Salmi. "Quando considero i cieli, l'opera delle tue dita, la luna e le stelle, che hai ordinato, che cos'è l'uomo che ti ricordi di lui?}}
Armstrong concluse:<ref name="CA222" />
{{quote|La responsabilità di questo volo risiede innanzitutto nella storia e con i giganti della scienza che hanno preceduto questo sforzo; in seguito con il popolo americano, che ha, attraverso la sua volontà, indicato il loro desiderio; poi con quattro amministrazioni e i loro congressi, per l'attuazione di tale volontà; e poi, con l'agenzia e le squadre del settore che hanno costruito la nostra navicella spaziale, il Saturn, il Columbia, Eagle e la piccola [[Extravehicular Mobility Unit|EMU]], la tuta spaziale e lo zaino che era la nostra piccola astronave sulla superficie lunare. Vorremmo ringraziare in modo particolare tutti gli americani che hanno costruito la navicella spaziale; chi ha fatto la costruzione, il design, i test, e ha messo i loro cuori e tutte le loro abilità in quei lavori. A quelle persone stasera, diamo un ringraziamento speciale, e a tutte le altre persone che stanno ascoltando e guardando stasera, Dio vi benedica. Buona notte da Apollo 11.}}
=== Ammaraggio e quarantena ===
[[File:Splashdown 3.jpg|left|thumb|Il modulo di comando di Apollo 11 poco dopo l'ammaraggio nell'[[Oceano Pacifico]].]]
Il 5 giugno venne scelta la [[portaerei]] ''[[USS Hornet (CV-12)|USS Hornet]]'', sotto il comando del capitano Carl J. Seiberlich,<ref>{{cita|Carmichael, 2010|p. 3}}.</ref> come nave principale di recupero (PRS) per l'Apollo 11, in sostituzione della sua nave gemella, la ''[[USS Princeton (CV-37)|USS Princeton]]'', che aveva recuperato l'[[Apollo 10]] il 26 maggio. In quel momento la ''Hornet'' era ormeggiata nel suo porto a [[Long Beach]], in [[California]].<ref>{{cita|Carmichael, 2010|p. 21}}.</ref> Arrivata a [[Pearl Harbor]] il 5 luglio, la ''Hornet'' imbarcò gli elicotteri [[Sikorsky SH-3 Sea King]] del<nowiki>'</nowiki>''Helicopter Sea Combat Squadron Four'', un'unità specializzata nel recupero di veicoli spaziali Apollo, specialisti del distaccamento Apollo dell'''Underwater Demolition Team'', una squadra di recupero della NASA di 35 uomini e circa 120 rappresentanti dei media. Per fare spazio, gran parte dell'ala aerea dell'Hornet venne lasciata a Long Beach. Vennero inoltre caricati speciali dispositivi di recupero, tra cui un modello finto di modulo di comando da utilizzare per l'addestramento.<ref>{{cita|Carmichael, 2010|pp. 38–43, 71–72}}.</ref>
Il 12 luglio, con l'Apollo 11 ancora sulla rampa di lancio, l<nowiki>'</nowiki>''Hornet'' lasciò Pearl Harbor per dirigersi verso l'area di recupero nel [[Oceano Pacifico|Pacifico]] centrale<ref>{{cita|Carmichael, 2010|p. 85}}.</ref> nei pressi di {{Coord|10|36|N|172|24|E|display=inline}}.<ref>{{cita web |url=https://history.nasa.gov/alsj/a11/A11_PressKit.pdf |titolo=Press Kit – Apollo 11 Lunar Landing Mission |editore=NASA |p=57 |data=6 luglio 1969 |accesso=11 ottobre 2018|lingua=en }}</ref> Una rappresentanza presidenziale, composta da Nixon, [[Frank Borman|Borman]], dal [[Segretario di Stato|segretario di stato]] [[William Pierce Rogers]] e dal [[consigliere per la sicurezza nazionale]] [[Henry Kissinger]] volò con l'[[Air Force One]] sull'[[atollo Johnston]], quindi sulla nave di comando ''USS Arlington'' con il [[Marine One]]. Dopo una notte a bordo, sempre con il Marine One, raggiunsero la ''Hornet''. Il loro arrivo a bordo della ''Hornet'' fu salutato dal [[United States Pacific Command|comandante in capo del Pacifico]] (CINCPAC), dall'[[ammiraglio]] John S. McCain Jr. e dall'amministratore della NASA [[Thomas O. Paine]].<ref>{{cita|Carmichael, 2010|pp. 107–108, 145–146}}.</ref>
A quel tempo i [[satellite meteorologico|satelliti meteorologici]] non erano ancora comuni, ma il capitano Hank Brandli dell'Aeronautica statunitense aveva accesso alle immagini ''top-secret'' di [[satellite spia|satelliti spia]]. Così, si rese conto che un fronte [[temporale|temporalesco]] era diretto verso l'area di recupero. La scarsa visibilità rappresentava una seria minaccia per la missione; se gli elicotteri fossero riusciti a localizzare il ''Columbia'', la navicella spaziale, il suo equipaggio e il suo inestimabile carico di rocce lunari poteva essere perso. Brandli avvisò il capitano della Marina Willard S. Houston Jr., comandante del Centro Meteorologico della Flotta a Pearl Harbor. Su loro raccomandazione, il contrammiraglio Donald C. Davis, comandante delle forze di recupero nel Pacifico, consigliò alla NASA di cambiare l'area di recupero e così venne fatto, designandone uno nuovo<ref>{{cita|Carmichael, 2010|pp. 136–137, 144–145}}.</ref> a 398 km a nord-est dell'originale.<ref name="ALSJ Re-entry">{{cita web |url=https://history.nasa.gov/afj/ap11fj/26day9-reentry.html |opera=Apollo 11 Flight Journal |titolo=Day 9: Re-entry and Splashdown |editore=NASA |curatore-nome1=W. David |curatore-cognome1=Woods |curatore-nome2=Kenneth D. |curatore-cognome2=MacTaggart |curatore-nome3=Frank |curatore-cognome3=O'Brien |accesso=27 settembre 2018|lingua=en}}</ref>
Prima dell'alba del 24 luglio, dalla ''Hornet'' decollarono quattro elicotteri Sea King e tre [[Grumman E-1 Tracer]]. Due degli E-1 furono designati come "''air boss''" mentre il terzo servì come un aereo per le comunicazioni. Due dei Sea Kings trasportavano i sommozzatori e le attrezzature per il recupero, il terzo attrezzature fotografiche e il quarto il sommozzatore incaricato della decontaminazione e il medico di volo.<ref>{{cita| Manned Spacecraft Center, 1969|pp. 169–170}}.</ref> Alle 16:44 UTC (05:44 ora locale) i paracadute [[parafreno]] del ''Columbia'' si aprirono, come osservato dagli elicotteri. Sette minuti più tardi, la navetta impattò sull'acqua a 2.660 km a est dell'[[Isola di Wake|isola Wake]], 380 km a sud dell'[[atollo Johnston]] e 24 km dalla nave da recupero ''Hornet'',<ref name="D" /><ref name="ALSJ Re-entry" /> precisamente a {{Coord|13|19|N|169|9|W|display=inline}}.<ref>{{cita| Manned Spacecraft Center, 1969|p. 170}}.</ref> Nell'ammarare, il ''Columbia'' il modulo di comando si trovò a testa in giù, ma in soli 10 minuti fu rimesso nella giusta posizione grazie ai galleggianti aperti dagli astronauti. "Tutto va bene, la nostra lista di controllo è completa, aspettiamo i sommozzatori", fu l'ultima trasmissione ufficiale di Armstrong dal ''Columbia''.<ref>{{cita| Manned Spacecraft Center, 1969|pp. 164-167}}.</ref> Un sommozzatore dall'elicottero della Marina che si trovò sopra di loro, attaccò un'[[ancora]] al modulo di comando per impedirgli di andare alla deriva.<ref>{{cita|Carmichael, 2010|pp. 184–185}}.</ref> Galleggianti supplementari vennero attaccati alla navetta per stabilizzarla e si posizionarono le zattere per l'estrazione degli astronauti.<ref>{{cita|Carmichael, 2010|pp. 186–188}}.</ref>
[[File:Apollo-11-quarantine-7.jpg|thumb|Gli astronauti arrivano sulla ''Hornet'' indossando gli indumenti di isolamento biologico]]
I sommozzatori fornirono agli astronauti degli indumenti di isolamento biologico che indossarono fino a raggiungere le camere di isolamento a bordo della ''Hornet''. Inoltre, gli astronauti vennero sfregati con una soluzione di [[ipoclorito di sodio]] e il modulo di comando pulito con [[Iodopovidone|betadine]] per rimuovere qualsiasi polvere lunare che avrebbe potuto essere presente. La zattera contenente i materiali di decontaminazione venne, quindi, affondata intenzionalmente.<ref name="hornet">{{Cita libro|autore=Bob Fish|autore2=Richard Gordon (prefazione di)|titolo=Hornet Plus Three: The Story of the Apollo 11 Recovery|edizione=1|annooriginale=2009|editore=Creative Minds Press|città=[[Reno, Nevada]]|lingua=en|isbn=978-0-9749610-7-1}}</ref>
Un secondo elicottero ''[[Sikorsky S-61|Sea King]]'' prelevò gli astronauti a uno a uno, e un medico di volo della NASA fece a ciascuno un breve controllo fisico durante il viaggio per tornare alla ''Hornet''. Arrivati sulla portaerei, gli astronauti uscirono dall'elicottero, lasciando il medico di volo e i tre membri dell'equipaggio, per dirigersi alla ''[[Mobile Quarantine Facility]]'' (MQF) dove iniziarono i loro 21 giorni di [[quarantena]]. Questa pratica continuò per altre due missioni Apollo: [[Apollo 12]] e [[Apollo 14]], prima che si dimostrasse definitivamente l'assenza di alcun rischio di trasporto di agenti infettivi dalla Luna.<ref name="hornet" />
[[File:President Nixon welcomes the Apollo 11 astronauts aboard the U.S.S. Hornet.jpg|thumb|left|Il Presidente Nixon saluta gli astronauti che si trovano nell'MQF]]
Il presidente [[Richard Nixon]] si trovava a bordo della Hornet per accogliere personalmente gli astronauti sulla Terra ai quali disse: "Come risultato di ciò che avete fatto, il mondo non è mai stato più vicino".<ref>{{Cita web|url=http://thenewnixon.org/2008/07/23/24-july-1969-home-from-the-moon/ |titolo=24 July 1969: Home From The Moon |cognome=Gannon |nome=Frank |data=23 luglio 2008 |sito=The New Nixon |editore=Richard Nixon Foundation |accesso=20 luglio 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100509164913/http://thenewnixon.org/2008/07/23/24-july-1969-home-from-the-moon/ |dataarchivio=9 maggio 2010|lingua=en}}</ref> Dopo che Nixon partì, la ''Hornet'' venne accostata al modulo di comando che venne issato al bordo e collocato vicino al MQF. La ''Hornet'' navigò verso [[Pearl Harbor]] dove il modulo di comando e il MQF vennero trasportati in aereo verso il ''[[Lyndon B. Johnson Space Center]]''.<ref name="hornet" />
Secondo la ''[[Extra-Terrestrial Exposure Law]]'', gli astronauti vennero messi in quarantena per paura che sulla Luna potessero esservi la presenza di patogeni sconosciuti a cui potessero essere stati esposti durante le loro attività extraveicolari. Tuttavia, dopo quasi tre settimane di confinamento (prima nel MQF e successivamente nel ''[[Lunar Receiving Laboratory]]''), gli astronauti non accusarono alcun sintomo o segno di malattia.<ref>{{Cita web|url=http://www.nasaexplores.com/extras/apollo11/hirasaki.html |urlarchivio=https://archive.is/20060319184027/http://www.nasaexplores.com/extras/apollo11/hirasaki.html |urlmorto=sì |dataarchivio=19 marzo 2006 |titolo=A Front Row Seat For History |data=15 luglio 2004 |sito=NASAexplores |editore=NASA |accesso=14 giugno 2013|lingua=en}}</ref> Così, il 10 agosto 1969 uscirono dalla quarantena.
=== Celebrazioni ===
[[File:Apollo 11 ticker tape parade 1.jpg|thumb|''[[Ticker-tape parade]]'' a [[New York]]]]
Il 13 agosto, i tre astronauti furono protagonisti di una ''[[ticker-tape parade]]'' a [[New York]] e a [[Chicago]] a cui si stima che parteciparono sei milioni di persone.<ref name="LADinner">{{Cita web|titolo=Richard Nixon: Remarks at a Dinner in Los Angeles Honoring the Apollo 11 Astronauts |url=https://www.presidency.ucsb.edu/documents/remarks-dinner-los-angeles-honoring-the-apollo-11-astronauts |sito=The American Presidency Project |accesso=24 ottobre 2017 |data=13 agosto 1969|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.newspapers.com/clip/27531303/the_evening_sun/|titolo=President Offers Toast to 'Three Brave Men'|giornale=The Evening Sun|data=14 agosto 1969|p=1|città=Baltimore, Maryland|via=Newspapers.com|editore=Associated Press|lingua=en}}</ref> La stessa sera a [[Los Angeles]] vi fu una cena ufficiale di stato, al Century Plaza Hotel, per celebrare il volo, alla presenza di membri del [[Congresso degli Stati Uniti d'America|Congresso]], 44 governatori, il [[Presidente della Corte suprema degli Stati Uniti d'America]] e ambasciatori di 83 nazioni. [[Nixon]] e [[Spiro Agnew|Agnew]] decorarono ogni astronauta con la [[medaglia presidenziale della libertà]].<ref name="LADinner" /><ref>{{Cita news|url=https://www.newspapers.com/clip/27531557/the_honolulu_advertiser/|titolo=Astronauts Awed by the Acclaim|giornale=The Honolulu Advertiser|città=Honolulu, Hawaii|p=1|data=14 agosto 1969|cognome1=Smith|nome1=Merriman|editore=UPI|via=Newspapers.com|lingua=en}}</ref>
Successivamente, il 16 settembre 1969, i tre astronauti tennero un intervento durante una sessione congiunta del Congresso. In quest'occasione regalarono due [[Bandiera degli Stati Uniti d'America|bandiere statunitensi]], una alla [[Camera dei rappresentanti (Stati Uniti d'America)|Camera dei Rappresentanti]] e l'altra al [[Senato (Stati Uniti d'America)|Senato]], che erano state portate sulla superficie lunare insieme a loro.<ref>{{Cita web|url=http://history.house.gov/HistoricalHighlight/Detail/35693 |titolo=The Apollo 11 Crew Members Appear Before a Joint Meeting of Congress|accesso=3 marzo 2018 |editore=United States House of Representatives|lingua=en}}</ref> Una [[Bandiera delle Samoa Americane]] che ha volato su Apollo 11 è oggi esposta al [[Museo Jean P. Haydon]] di [[Pago Pago]], la capitale delle [[Samoa Americane]].<ref>{{Cita web|url=http://www.fodors.com/world/australia-and-the-pacific/american-samoa/things-to-do/sights/reviews/jean-p-haydon-museum-584573 |titolo=Jean P. Haydon Museum |editore=Fodor's Travel |accesso=5 marzo 2018|lingua=en}}</ref>
Queste celebrazioni furono l'inizio di un tour mondiale di 38 giorni, dal 29 settembre al 5 novembre, che portò gli astronauti in 22 paesi stranieri in cui ebbero incontri con i leader di molti paesi.<ref>{{Cita news|url=https://www.newspapers.com/clip/27494178/the_logan_daily_news/|titolo=Apollo 11 Crew Starts World Tour|editore=Associated Press|data=29 settembre 1969|p=1|città=Logan, Ohio|giornale=Logan Daily News|via=Newspapers.com|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.newspapers.com/clip/27529119/the_los_angeles_times/|titolo=Japan's Sato Gives Medals to Apollo Crew|giornale=Los Angeles Times|data=5 novembre 1969|p=20|città=Los Angeles, California|via=Newspapers.com|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.newspapers.com/clip/27529322/the_sydney_morning_herald/|titolo=Australia Welcomes Apollo 11 Heroes|data=1º novembre 1969|giornale=The Sydney Morning Herald|città=Sydney, New South Wales|p=1|via=Newspapers.com|lingua=en}}</ref> Molte nazioni hanno onorato il primo atterraggio umano della Luna con numeri speciali delle riviste o emettendo francobolli o monete commemorative dell'Apollo 11.<ref>{{Cita web|url=http://www.lunarhall.org/missions/apollo/11.html |titolo=Lunar Missions: Apollo 11 |data=2008 |sito=Lunar Hall of Fame |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081024222503/http://www.lunarhall.org/missions/apollo/11.html |dataarchivio=24 ottobre 2008 |urlmorto=yes |accesso=9 giugno 2014|lingua=en}}</ref>
== Cimeli ==
=== Navetta spaziale ===
[[File:Apollo 11 Columbia.png|miniatura|Il ''Columbia'' esposto nella sala ''Milestones of Flight'' del ''National Air and Space Museum'']]
[[File:NASA_Apollo_11_command_module.jpg|thumb|left|Il modulo di comando dell'Apollo 11 esposta al ''[[National Air and Space Museum]]'']]
Il modulo di comando ''Columbia'' venne portato in giro per gli Stati Uniti, visitando 49 capitali di stato, il [[Washington|distretto di Columbia]] e [[Anchorage]], in [[Alaska]].<ref>{{Cita web|titolo=The Last Time the Command Module ''Columbia'' Toured |data=25 febbraio 2017 |nome=Allan |cognome=Needell |url=https://airandspace.si.edu/stories/editorial/last-time-command-module-columbia-toured |editore=National Air and Space Museum |accesso=9 novembre 2018|lingua=en }}</ref> Nel 1971 venne trasferito allo ''[[Smithsonian Institution]]'' per essere esposto al ''[[National Air and Space Museum]]'' di [[Washington|Washington, DC]]<ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/collection-objects/command-module-apollo-11 |titolo=Apollo 11 Command Module Columbia |accesso=9 novembre 2018|editore=National Air and Space Museum|lingua=en}}</ref> nella sala centrale "''Milestones of Flight''" di fronte all'ingresso ed insieme ad altri veicoli pionieristici come il ''[[Wright Flyer]]'', lo ''[[Spirit of St. Louis]]'', il ''[[Bell X-1]]'', il ''[[North American X-15]] e il ''[[Mercury-Atlas 6|Friendship 7]].<ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/about/history/museum-dc |titolo=Museum in DC |editore=National Air and Space Museum |accesso=25 settembre 2018|data=3 maggio 2016 |lingua=en}}</ref>
[[File:Apollo 11 Mobile Quarantine Facility at the Steven F Udvar-Hazy Center in 2009.jpg|miniatura|Il modulo di quarantena dell'Apollo 11 in esposizione allo ''Steven F. Udvar-Hazy Center'' nel 2009]]
Nel 2017 il ''Columbia'' venne momentaneamente trasferito all'''Hangar Mary Baker Engen Restoration'' presso lo ''[[Steven F. Udvar-Hazy Center]]'' a [[Chantilly]], in [[Virginia]] per un tour che toccò quattro città e intitolato ''Destination Moon: The Apollo 11 Mission.'' Il tour ha incluso lo ''Space Center Houston'' dal 14 ottobre 2017 al 18 marzo 2018, il ''Saint Louis Science Center'' dal 14 aprile al 3 settembre 2018, il ''John Heinz History Center'' a [[Pittsburgh]] dal 29 settembre 2018 al 18 febbraio 2019 e il ''[[Museum of Flight]]'' di [[Seattle]] dal 16 marzo al 2 settembre 2019.<ref>{{Cita web|titolo=Apollo 11 Command Module Columbia |url=https://airandspace.si.edu/collection-objects/command-module-apollo-11 |editore=National Air and Space Museum |accesso=27 agosto 2017|data=21 marzo 2016|lingua=en }}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.airspacemag.com/daily-planet/apollo-11-artifacts-go-tour-180962247/#vdLWIR4Sfofhv24g.99 |titolo=Apollo 11 Moonship To Go On Tour |nome=Rebecca |cognome=Maksel |pubblicazione = Air and Space Magazine |data=22 febbraio 2017 |accesso=27 agosto 2017|lingua=en}}</ref>
Per 40 anni le tute spaziali di Armstrong e di Aldrin sono state esposte nella mostra ''Apollo to the Moon'',<ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/exhibitions/apollo-moon |titolo=Apollo to the Moon |editore=National Air and Space Museum |accesso=25 settembre 2018|data=20 marzo 2003|lingua=en }}</ref> fino alla chiusura della mostra il 3 dicembre 2018. La mostra sarà sostituita da una nuova galleria espositiva che si prevede possa aprire nel 2022. Una speciale esposizione della tuta di Armstrong è prevista per il 50º anniversario della missione che si avrà nel luglio 2019.<ref>{{Cita web|url=http://www.collectspace.com/news/news-113018a-nasm-apollo-moon-closure.html |titolo='Apollo to the Moon' no more: Air and Space Museum closes gallery |editore=collectSPACE |accesso=16 dicembre 2018 |lingua=en}}</ref> Il modulo di quarantena, il collare di galleggiamento e le borse di galleggiamento si trovano nella sede staccata dello Smithsonian, lo ''Steven F. Udvar-Hazy Center'', vicino all'[[aeroporto Internazionale di Washington-Dulles]], in Virginia, dove sono esposti insieme a un modulo lunare utilizzato nei test a terra.<ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/collection-objects/mobile-quarantine-facility |titolo=Mobile Quarantine Facility |editore=National Air and Space Museum |accesso=30 settembre 2018|data=20 marzo 2016|lingua=en }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/collection-objects/flotation-collar-apollo-11 |titolo=Apollo 11 Flotation Collar |editore=National Air and Space Museum |accesso=30 settembre 2018|data=20 marzo 2016|lingua=en }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/newsroom/press-releases/national-air-and-space-museum-moves-apollo-artifact-future-home |titolo=National Air and Space Museum Moves Apollo Artifact to Future Home |editore=National Air and Space Museum |accesso=25 settembre 2018|data=15 settembre 2015|lingua=en }}</ref>
[[File:Apollo11-LRO-March2012.jpg|thumb|Il sito di allunaggio fotografato da [[Lunar Reconnaissance Orbiter|LRO]] nel 2012]]
Lo stadio di discesa del modulo ''Eagle'' è rimasto sulla Luna. Nel 2009, il [[Lunar Reconnaissance Orbiter]] (LRO) ha fotografato i vari siti di allunaggio delle missioni Apollo; per la prima volta la risoluzione era tale da distinguere gli stadi di discesa dei moduli lunari, vari strumenti scientifici e le impronte degli astronauti.<ref>{{Cita web|url=https://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/multimedia/lroimages/apollosites.html|titolo=LRO Sees Apollo Landing Sites|sito=NASA|data=17 luglio 2009|lingua=en|accesso=2019-04-18}}</ref> Lo stadio di ascensione, dopo che è stato abbandonato, si è schiantato in un luogo della superficie lunare ancora ignoto, poiché la traiettoria dello stadio non è stata tracciata dopo lo sgancio e la gravità lunare non è sufficientemente uniforme per consentire una previsione accurata.<ref>{{Cita web|url=https://airandspace.si.edu/explore-and-learn/topics/apollo/apollo-program/spacecraft/___location/lm.cfm?dom=pscau|titolo=Location of Apollo Lunar Modules|sito=airandspace.si.edu|lingua=en|accesso=2019-04-18}}</ref>
Nel marzo 2012, un team di specialisti finanziati da [[Jeff Bezos]], fondatore di [[Amazon.com]], localizzò i cinque motori [[F-1]] dell'Apollo 11. Sono stati ritrovati nell'Atlantico grazie a scansioni sonar avanzate.<ref>{{Cita web|url=https://www.space.com/15075-apollo-11-moon-rocket-engines-discovered.html|titolo=Amazon Founder Finds Apollo 11 Moon Rocket Engines On Ocean Floor|sito=Space.com|data=28 marzo 2012|lingua=en|accesso=30 marzo 2019}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=|url=https://www.bbc.com/news/world-us-canada-17544565|titolo=Amazon boss 'finds Moon engines'|pubblicazione=BBC News|data=2012-03-29|accesso=2019-04-18}}</ref> Il team portò alcune parti di due dei cinque motori in superficie. Nel luglio 2013, un restauratore scoprì un numero seriale sotto la ruggine di uno dei motori, che la NASA confermò essere dell'Apollo 11.<ref>{{Cita web|url=https://www.washingtonpost.com/news/innovations/wp/2013/07/19/bezos-expeditions-retrieves-and-identifies-apollo-11-engine-5-nasa-confirms-identity/|titolo=Bezos Expeditions retrieves and identifies Apollo 11 engine #5, NASA confirms identity|autore=Emi Kolawole|sito=Washington Post|data=19 luglio 2013|lingua=en|accesso=2019-04-18}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=|url=https://www.newspapers.com/clip/26447397/albuquerque_journal/|titolo=Apollo 11 find confirmed|pubblicazione=Alburquerque Journal|data=21 luglio 2013|p=5}}</ref> Il terzo stadio del S-IVB che effettuò la [[traiettoria di inserzione lunare]] dell'Apollo 11 rimane in un'orbita eliocentrica vicina a quella della Terra.<ref>{{Cita web|url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1969-059B|titolo=Apollo 11 SIVB NSSDCA/COSPAR ID: 1969-059B|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170219055609/https://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1969-059B|urlmorto=no}}</ref>
=== Rocce lunari ===
[[File:Lunar Sample Processing Facility NASA JSC DSCN0202.JPG|thumb|left|Il ''[[Lunar Sample Processing Facility]]'' presso il [[Lyndon B. Johnson Space Center|JSC]] di [[Houston]].]]
Il principale luogo dove sono conservate le rocce lunari raccolte durante il [[programma Apollo]] è il ''[[Lunar Sample Laboratory Facility]]'' situato presso il ''[[Lyndon B. Johnson Space Center]] di [[Houston]]'', in [[Texas]]. Tuttavia, per sicurezza, una piccola quantità è presente anche nella ''[[White Sands Test Facility]]'' vicino a [[Las Cruces (Nuovo Messico)|Las Cruces]], nel [[Nuovo Messico]]. La maggior parte delle rocce sono mantenute in [[azoto]] per mantenerle prive di [[umidità]]. Pertanto vengono analizzate solo indirettamente, utilizzando strumenti speciali. Più di 100 laboratori di ricerca in tutto il mondo conducono studi sui campioni e circa 500 campioni vengono preparati e inviati agi ricercatori ogni anno.<ref>{{cita web |url=https://curator.jsc.nasa.gov/lunar/lun-fac.cfm |titolo=Lunar Sample Laboratory Facility |editore=NASA |accesso=25 settembre 2018|lingua=en}}</ref><ref>{{cita news |url=https://world.wng.org/2016/09/the_mystery_of_the_missing_moon_rocks |titolo=The mystery of the missing Moon rocks |editore=World |nome=Kristen |cognome=Flavin |data=10 settembre 2016 |accesso=25 settembre 2018|lingua=en}}</ref>
Nel novembre del 1969, Nixon chiese alla NASA di preparare circa 250 campioni di polvere lunare raccolta da Apollo 11 per essere consegnati in 135 nazioni, nei vari Stati che formano l'Unione e alle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] come regalo di benevolenza. I campioni, di dimensioni di un chicco di riso, consistevano in quattro piccoli pezzi di terreno lunare del peso di circa 50 mg ed erano avvolti in una capsula acrilica trasparente grande circa una moneta da mezzo [[dollaro statunitense]]. Questa capsula era in grado di ingrandire i granelli di polvere lunare.<ref>{{cita web |url=http://www.collectspace.com/resources/moonrocks_apollo11.html |titolo=Where today are the Apollo 11 goodwill lunar sample displays? |autore=Robert Pearlman|editore=collectSPACE |accesso=2 novembre 2012|lingua=en}}</ref><ref>''Earth'' magazine, marzo 2011, pp. 42–51</ref>
L'esperimento sismico passivo lasciato sulla luna funzionò finché la linea di ''uplink'' smise di funzionare il 25 agosto 1969, mentre il 14 dicembre dello stesso anno la stessa sorte toccò a quella di ''downlink''.<ref>{{cita|Bates, Lauderdale e Kernaghan, 1979|pp. 2-3, 4-32}}.</ref> Al 2018, l'[[Esperimento Lunar Laser Ranging|esperimento ''Lunar Laser Ranging'']] era ancora operativo.<ref>{{cita news |url=https://www.palmbeachpost.com/news/report-humans-have-left-500-000-pounds-trash-the-moon/8UcB7ECGVXSLyMWrdhqk1L/ |titolo=Report: Humans have left 500,000 pounds of 'trash' on the Moon |giornale=Palm Beach Post |data= 5 marzo 2018 |autore=Chelsea Todaro |accesso=27 settembre 2018|lingua=en}}</ref>
== Giubileo della missione ==
[[File:Apollo 11 - Crew at the White House.jpg|thumb|[[Michael Collins (astronauta)|Collins]], [[Neil Armstrong|Armstrong]] e [[Buzz Aldrin|Aldrin]] ricevuti dal [[Presidente degli Stati Uniti|Presidente]] [[George W. Bush]]]]
Il 20 luglio [[2004]] la NASA festeggiò il 35º anniversario dell'allunaggio e della missione Apollo 11 con una grande cerimonia commemorativa e con l'incontro, il giorno successivo, degli astronauti ancora in vita e dei più importanti collaboratori del progetto alla [[Casa Bianca]] con l'allora [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente degli Stati Uniti]] [[George W. Bush]].<ref>Una relazione dettagliata sui festeggiamenti è reperibile sul sito [https://www.nasa.gov/vision/space/features/apollo11_35th.html NASA-Giubileo].</ref>
=== Quarantesimo anniversario ===
Di nuovo il 20 luglio [[2009]], Armstrong, Aldrin e Collins furono invitati alla [[Casa Bianca]] dal presidente [[Barack Obama|Obama]], per festeggiare il 40º anniversario dell'allunaggio. TV e giornali hanno dedicato la giornata intera agli eroi della missione, e proprio in occasione dell'anniversario è stato realizzato un film-documentario che ripercorre la storia dell'Apollo, ''[[Moonshot - L'uomo sulla luna|Moonshot]]''.
Alla Casa Bianca i tre astronauti hanno tenuto un discorso nel quale invitano il paese a mandare l'uomo su [[Marte (astronomia)|Marte]].
=== Cinquantesimo anniversario ===
Il 10 giugno 2015, [[Bill Posey]], membro del Congresso degli Stati Uniti, introdusse la risoluzione H.R. 2726 nella 114esima sessione della [[Camera dei rappresentanti (Stati Uniti d'America)|Camera dei rappresentanti]], che ordina la [[United States Mint]] di ideare e vendere delle monete commemorative placcate in oro e argento in occasione del cinquantenario dalla missione Apollo 11. Il 24 gennaio 2019, la United States Mint ha rilasciato le monete al pubblico tramite il suo sito.<ref>{{Cita web|url=https://www.usmint.gov/learn/coin-and-medal-programs/commemorative-coins/apollo-11-50th-anniversary|titolo=Apollo 11 50th Anniversary Commemorative Coin Program|editore=[[United States Mint]]|accesso=1º febbraio 2019|lingua=en}}</ref> Il 1º marzo 2019 è uscito in IMAX un documentario sull'Apollo 11, con delle riprese originali del 1969 restaurate. L'8 marzo è uscito nei cinema.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Glenn Kenny|url=https://www.nytimes.com/2019/02/27/movies/apollo-11-review.html|titolo=‘Apollo 11’ Review: The 1969 Moon Mission Still Has the Power to Thrill|pubblicazione=The New York Times|data=27 febbraio 2019|accesso=16 marzo 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://variety.com/2019/film/news/apollo-11-documentary-imax-release-1203138469/|titolo=‘Apollo 11’ Documentary Gets Exclusive Imax Release|autore=Rebecca Rubin|editore=Variety|data=13 febbraio 2019|lingua=en|accesso=16 marzo 2019}}</ref>
== Principali eventi ==
=== Agganci tra il CSM-LM ===
* Separazione: 20 luglio [[1969]], 17:44 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
* Riaggancio: 21 luglio [[1969]], 21:35 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
=== Passeggiata sulla Luna ===
* Apertura del portello del LM: 21 luglio [[1969]], 2:39:33 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
* Armstrong, [[Attività extraveicolare|EVA]] (''Extra-vehicular activity'', attività extraveicolari)
** Uscita dal LM: 2:51:16 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
** Contatto con il suolo lunare: 2:56:15 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
** Rientro al LM: 5:09:00 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
* Aldrin, EVA
** Uscita dal LM: 03:11:57 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
** Contatto con il suolo lunare: 03:15:16 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
** Rientro al LM: 05:01:39 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
* Chiusura del portello del LM: 21 luglio, 05:11:13 [[Tempo coordinato universale|UTC]]
** Durata: 2 ore, 31 minuti, 40 secondi
{{clear}}
== Note ==
[[File:PD-icon.svg|12px|link=|alt=]] Questa voce include [http://www.jsc.nasa.gov/policies.html#Guidelines materiale in pubblico dominio] proveniente dal sito o da documenti della ''[[NASA|National Aeronautics and Space Administration]]''.
<references/>
==Bibliografia==
{{Div col|2}}
* {{Cita libro|autore1=[[Buzz Aldrin]]|autore2=Ken Abraham|editore=National Geographic|isbn=978-1-4262-1649-7|titolo=No Dream is Too High: Life Lessons from a Man who Walked on the Moon|città=Washington D.C.|anno=2016|oclc=1023166907|cid=Aldrin e Abraham, 2016|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|autore=James R. Bates|autore2=W. W. Lauderdale|autore3=Harold Kernaghan|data=aprile 1979|titolo=ALSEP Termination Report|rivista=NASA Reference Publications |url=https://nssdc.gsfc.nasa.gov/misc/documents/b32116.pdf|cid=Bates, Lauderdale e Kernaghan, 1979|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Charles D. Benson|autore2=William B. Faherty|titolo=Moonport: A History of Apollo Launch Facilities and Operations|anno=1978 |editore=NASA|città=Washington, DC|url=https://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19790003956.pdf|accesso=22 settembre 2018|cid=Benson e Faherty, 1978|lingua=en}}
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* {{cita libro|autore=[[Frank Borman]]|autore2=Robert J. Serling|titolo=Countdown: An Autobiography|data=1988|editore=Silver Arrow|città=New York|isbn=978-0-688-07929-1|oclc=937625026|cid=Borman e Serling, 1988|lingua=en}}
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* {{cita libro|autore=Andrew Chaikin|titolo=A Man on the Moon: The Triumphant Story Of The Apollo Space Program|anno=1994|editore=Penguin Group|città=New York|isbn=978-0-14-027201-7|oclc=890357362|cid=Chaikin, 1994|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore= Michael Collins|wkautore1=Michael Collins (astronauta)|autore2=[[Buzz Aldrin]]|curatore=Edgar M. Cortright|contributo=The Eagle Has landed|pp=203–224|titolo=Apollo Expeditions to the Moon|url=https://www.hq.nasa.gov/pao/History/SP-350/ch-11-1.html|accesso=13 giugno 2013|anno=1975|editore=NASA|città=Washington, D.C.|oclc=1623434 |cid=Collins e Aldrin, 1975|lingua=en}}
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* {{Cita libro|curatore=Edgar M. Cortright|titolo=Apollo Expeditions to the Moon|contributo=Scouting the Moon|pp=79–102|url=https://www.hq.nasa.gov/pao/History/SP-350/ch-5-1.html|accesso=2 maggio 2019|anno=1975|editore=NASA|città=Washington, D.C.|oclc=1623434 |cid=Cortright, 1975|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Walter Cunningham|anno=2010|isbn=978-1-876963-24-8|titolo=The All-American Boys|annooriginale=1977|editore=ipicturebooks|oclc=713908039|cid=Cunningham, 2010|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|autore=Margaret H. Hamilton|autore2= William R. Hackler|data=dicembre 2008|titolo=Universal Systems Language: Lessons Learned from Apollo|volume=41|numero=12|pp=34–43|rivista=Computer|issn=0018-9162 |doi=10.1109/MC.2008.541 |cid=Hamilton e Hackler, 2008|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=James R. Hansen|titolo=First Man: The Life of Neil A. Armstrong|anno=2005|editore=Simon & Schuster|città=New York|isbn=978-0-7432-5631-5|lccn=2005049992|oclc=937302502|cid=Hansen, 2005|lingua=en}}
** {{cita libro|autore=James R. Hansen|titolo=First man. Il primo uomo. La biografia autorizzata di Neil Armstrong|editore=Rizzoli|isbn= 978-8817105149|anno=2018|cid=Hansen, 2018}}
* {{cita libro|autore=David Harland|titolo=Exploring the Moon: The Apollo Expeditions |città=Londra; New York |editore=Springer |data=1999 |isbn=978-1-85233-099-6 |oclc=982158259 |cid=Harland, 1999|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Gene Kranz|wkautore=Eugene F. Kranz|titolo=Failure Is Not An Option|anno=2000|editore=Simon & Schuster|città=New York|isbn=978-0-7432-0079-0|oclc=829406416|cid=Kranz, 2000|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore= John M. Logsdon|titolo=The Decision to Go to the Moon: Project Apollo and the National Interest|città=Chicago|editore=University of Chicago Press|anno=1976|oclc=849992795|cid=Logsdon, 1976|lingua=en}}
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* {{Cita libro |autore=[[Marshall Space Flight Center]]|titolo=Technical Information Summary, Apollo-11 (AS-506) Apollo Saturn V Space Vehicle |data=giugno 1969 |editore=NASA |città=Huntsville, Alabama |id=Document ID: 19700011707; Accession Number: 70N21012; Report Number: NASA-TM-X-62812; S&E-ASTR-S-101-69 |url=https://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19700011707.pdf |accesso=28 marzo 2019 |cid=Marshall Space Flight Center, 1969|lingua=en}}
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* {{Cita libro|autore=Richard W. Orloff|titolo=Apollo by the Numbers: A Statistical Reference|url=https://history.nasa.gov/SP-4029/SP-4029.htm|accesso=12 giugno 2013|collana=NASA History Series|anno=2000|editore=NASA History Division, Office of Policy and Plans|città=Washington, D.C.|isbn=978-0-16-050631-4|lccn=00061677 |oclc=829406439|cid=Orloff, 2000|lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione|autore=John M. Sarkissian|anno=2001|titolo=On Eagle's Wings: The Parkes Observatory's Support of the Apollo 11 Mission|rivista=Publications of the Astronomical Society of Australia|volume=18|numero=3|url=http://www.parkes.atnf.csiro.au/news_events/apollo11/tv_broadcasts.html|pp=287–310|doi=10.1071/AS01038|bibcode=2001PASA...18..287S|cid=Sarkissian, 2001|lingua=en}}
* {{cita libro|autore= James Schefter|titolo=The Race: The Uncensored Story of How America Beat Russia to the Moon|isbn=978-0-385-49253-9|data=luglio 1999|editore=Doubleday|città=New York|cid=Schefter, 1999|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Donald K. "Deke" Slayton|autore2=[[Michael Cassutt]]||titolo=Deke! U.S. Manned Space: From Mercury to the Shuttle|anno=1994|editore=Forge|città=New York|isbn=978-0-312-85503-1|oclc=29845663|lccn=94002463|cid=Slayton e Cassutt, 1994|lingua=en}}
* {{cita libro|autore=Loyd S. Swenson Jr.|autore2=James M. Grimwood |autore3=Charles C. Alexander |titolo=This New Ocean: A History of Project Mercury |url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4201/cover.htm |accesso=2 aprile 2019|collana=The NASA History Series |anno=1966 |editore=National Aeronautics and Space Administration |città=Washington, DC|oclc=569889|lingua=en|cid=Swenson, Grimwood e Alexander, 1966}}
* {{cita libro |autore= J. M. Waligora|autore2= D. J. Horrigan|curatore1=Richard S. Johnston|curatore2=Lawrence F. Dietlein|curatore3=Charles A. Berry|titolo=Biomedical Results of Apollo |url=https://history.nasa.gov/SP-368/sp368.htm |accesso=14 febbraio 2017|anno=1975 |editore=NASA |città=Washington, D.C.|contributo=Chapter 4: Metabolism and Heat Dissipation During Apollo EVA Periods |cid= Waligora e Horrigan, 1975|lingua=en}}
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== Voci correlate ==
{{div col|2}}
* [[Esplorazione della Luna]]
* [[Luna 9]]
* [[Astronauta|Astronauti]]
* [[NASA]]
* [[Programma Ranger]]
* [[Programma Gemini]]
* [[Programma Apollo]]
* [[Apollo Command/Service Module]]
* [[Modulo Lunare Apollo]]
* [[Teoria del complotto lunare]]
* [[Prove indipendenti sull'allunaggio dell'Apollo]]
* [[Apollo Guidance Computer]]
* [[Mare Tranquillitatis]]
* [[Faccia visibile della Luna]]
{{div col end}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|
commons=Apollo 11|
commons_preposizione=sulla missione}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://it.youtube.com/watch?v=NuSL-_HPcg4|titolo=Storica diretta Rai: "L'uomo sulla Luna" (1969)}}
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=s5gbvATewBc|titolo=Partenza Apollo 11}}
* {{cita web|http://history.nasa.gov/ap11ann/ap11events.html|Registro degli eventi della missione Apollo|lingua=en}}
* {{cita web|https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/SP-4009/cover.htm|La Cronologia della navicella Apollo|lingua=en}}
* {{cita web|http://history.nasa.gov/apsr/apsr.htm|Apollo Program Summary Report|lingua=en}}
* {{cita web|http://history.nasa.gov/SP-4012/vol3/table2.39.htm|Libro sulla storia della missione Apollo 11|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.apolloarchive.com/|Galleria di immagini delle missioni Apollo|lingua=en}}
* {{cita web|https://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/multimedia/lroimages/apollosites.html|Immagini dei siti degli allunaggi riprese dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter|lingua=en}}
* {{cita web|https://ntrs.nasa.gov/archive/nasa/casi.ntrs.nasa.gov/19710015566_1971015566.pdf|Apollo 11: Rapporto della missione (PDF)|lingua=en}}
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{{Portale|astronautica}}
[[Categoria:Programma Apollo]]
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