Overwhelmingly Large Telescope: differenze tra le versioni

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| align="center" bgcolor="#000000" colspan="2" | <span style="color:#ffffff; font-size:1em">[[Immagine:Owl2 2006.jpg|right|300px]]</span>
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! align="left" | Organizzazione
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| Circa €1200 milioni
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L''''Overwhelmingly Large Telescope''' ('''OWL''') è stato un progetto dell'[[European Southern Observatory]] che prevedeva la costruzione di un telescopio con singola apertura di 100 metri di diametro. A causa della complessità e dei costi di un tale telescopio, l'[[Osservatorio Europeoeuropeo Australeaustrale|ESO]] ha deciso di concentrarsi sul progetto meno ambizioso di un'apertura di 39 metri di diametro ([[Extremely Large Telescope]]). Il progetto resta comunque un valido riferimento concettuale per confrontare le diverse metodologie tecniche e costruttive.
 
Nonostante questo progetto non superi il potere di risoluzione angolare dei telescopi ad interferometria, l'eccezionale capacità di raccolta della luce potrebbe incrementare in modo significativo la profondità alla quale l'umanità osserva l'universo. Con un tale strumento si potrebbero osservare regolarmente oggetti di [[magnitudine apparente]] pari a 38, che possiedono una luminosità 1000 volte inferiore all'oggetto più debole osservato dal [[telescopio spaziale Hubble]]. Una tale capacità verrebbe fortemente limitata dalla [[seeing|turbolenza atmosferica]], che spesso limita la risoluzione dei telescopi a valori inferiori dei limiti teorici a causa delle differenze di temperatura e dei moti dei vari strati d'aria dell'atmosfera. Il problema della turbolenza atmosferica, che non affligge gli strumenti nello spazio, può essere in parte aggirato attraverso l'uso di [[Ottica adattiva|ottiche adattive]].
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Una descrizione dettagliata del progetto (ottobre 2005) è consultabile e scaricabile online, sul sito ESO.<ref>https://www.eso.org/projects/owl/Phase_A_Review.html OWL BLUE BOOK</ref>
 
È stato stimato che un telescopio di 80 metri potrebbe essere in grado di analizzarefare [[spettroscopia|spettroscopicamenteanalisi spettroscopiche]] di [[Pianeta terrestre|pianeti simili alla Terra]] in orbita attorno alle 40più stellevicine simili40 al[[Analogo Solesolare|stelle piùdi vicinetipo solare]]<ref>{{cita pubblicazione | nome = Roberto | cognome = Gilmozzi, | titolo = Giant Telescopes of the Future, | rivista = [[Scientific American]], May| mese = maggio | anno = 2006 | lingua = en }}</ref>. In questo modo potrebbe essererendere più facile l'esplorazionela ricerca di [[pianeta extrasolare|pianeti extrasolari]] e di [[vita extraterrestre]], poiché lo spettro dei pianeti può indicare la presenza di molecole legate alla vita.
 
[[Immagine:OWL optdesign.jpg|frame|Schema ottico]]