Pierre Deval: differenze tra le versioni

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Deval riprese a disimpegnare incarichi diplomatici attivi solo nel [[1814]] quando ([[12 settembre]]) venne nominato console-generale di Algeri.<br />
Gli venne affidata la gestione di una questione abbastanza delicata. Un mercante [[ebreo]] di [[Livorno]], tale Giacomo Bacri, vantava con la Francia un credito di sette milioni di [[franco (moneta)|franchi]] d'oro per la vendita di [[grano]] all'esercito rivoluzionario durante la [[Campagna d'Egitto]]. Bacri era a sua volta debitore nei confronti del ''dey'' di Algeri e lamentava di non poter saldare il conto con il governatore a causa dell'insolvenza francese. Deval era inoltre incaricato di ottenere da Husayn Dey la conferma dei possedimenti francesi su suolo algerino (conferma ottenuta tramite i trattati del 29 marzo [[1818]]).<br />
Nel [[1827]], il "debito Bacri" non era ancora stato risolto mentre, per contro, i francesi andavano sistematicamente rafforzando alla loro posizione in Algeria per tramite di insediamenti militari coordinati dal nipote di Deval, Alexander, presso [[Annaba]] e [[El Kala]]<ref>Abun-Nasr, Jamil (1985), ''A history of the Maghrib in the Islamic period'', [[Cambridge University Press]], ISBN 978-0-521-33767-0, p. 249</ref>. Il [[29 aprile]], il ''dey'' richiamò a colloquio Deval e pretese il saldo del debito Bacri. Al rifiuto del console, Husayn, in un impeto di rabbia, lo colpì al capo con il suo [[ventaglio]]<ref>Grimaud, Gérard (2012), ''Les catholiques d'Algérie et leur église : histoire et tragédie 1830-1954'', Parigi, L'Harmattan, ISBN 2-296-99120-3, p. 20. </ref>. [[Carlo X di Francia]], desideroso di aumentare il suo prestigio e la sua popolarità con manovre politico-militari "patriottiche", usò questo come pretesto per avviare un blocco contro il porto di Algeri.
 
Deval venne richiamato in patria nel mese di [[giugno]].<br />