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== Cronologia ==
=== 1988 ===
==== Marzo ====
*12-14 marzo: all'indomani delle dimissioni di [[Goria]] i socialisti mettono subito le mani avanti. Non ci sarà un secondo rinvio del governo alle camere, che sono pienamente operative e possono proseguire l'esame della legge finanziaria. Il Presidente della Repubblica fissa l'avvio delle consultazioni a lunedi 14. Con un articolo su [[l'Avanti]] [[Craxi]] - riferendosi al via libera dato dal governo ai lavori della centrale di [[Montalto di Castro]] - sostiene che la soluzione della crisi passa per un buon accordo e una grande chiarezza di programmi. La direzione nazionale della DC indica [[De Mita]] per l'incarico e presenta un documento programmatico in otto punti (risanamento del debito pubblico, questione morale, riforme istituzionali, mercato comune europeo, disoccupazione e mezzogiorno.</br>[[La Voce Repubblicana]] pubblica un corsivo fortemente polemico nei confronti di [[Craxi]], nel quale si afferma che la levata di scudi socialista contro la centrale nucleare a [[Montalto di Castro]] non è giustificata. Il PSI, secondo i repubblicani, ha espresso delle riserve, non si è mai detto esplicitamente contrario, e adombra la possibilità che si vogliano stringere accordi più o meno ufficiali coi Verdi che, assieme a demoproletari e giovani comunisti, hanno manifestato ai cancelli del cantiere nel giorno della ripresa dei lavori.<ref>Il messaggero, 13-15 marzo 1988</ref>
*16-19 marzo: [[Cossiga]] conferisce l'incarico a [[De Mita]] senza vincoli di mandato. Il presidente incaricato avvia immediatamente le consultazion, dichiara che sulle riforme istituzionali si discuterà di tutto con tutti ma l'esecutivo rimarrà fedele alla formula del [[pentapartito]]. [[Alessandro Natta]], a nome del PCI, sostiene che esiste un contrasto da sanare tra le ambizioni e la formula a cinque.Esiste anche il problema dei tapporti tesi tra socialisti e repubblicani, rispettivamente contro e a favore della scelta nucleare. All'offerta di cooperare tra laici e socialisti di [[Giorgio La Malfa]] [[Claudio Martelli]] risponde che il PRI può tenersi la propria ostilità. [[Craxi]] ripete più volte che non ci sono veti personali o politici ma la disponibilità socialista è, al momento, per la definizione di un programma che si dovrà poi discutere e fissare. In un discorso a [[Milano]] il segretario del PSI pone come condizioni irrinunciabili il caso Montalto e l'abolizione del voto segreto.<ref>Il messaggero, 17-20 marzo 1988</ref>
[[File:Gennaro Acquaviva.jpg|thumb|150px|Gennaro Acquaviva]]
*21 marzo: mentre sono in pieno corso le consultazioni di [[De Mita]] esplode il caso di una intervista che [[Gennaro Acquaviva]] avrebbe rilasciato all'inviato in Italia del quotidiano spagnolo [[El Pais]]. Secondo le agenzie italiane l'esponente socialista avrebbe dichiarato che il PSI farà il possibile per evitare che il nuovo presidente del consiglio sia [[De Mita]] e che il governo vedrà la luce se si concorderà un'operazione mirata al definitivo logoramento del PCI entro il 1990, in modo da portare al PCI i suoi voti progressisti. Sorpreso mentre sta per iniziare la direzione del PSI Acquaviva, che è uno dei più stretti collaboratori di [[Craxi]], smentisce il contenuto delle agenzie e sostiene che si tratta della distorsione di un colloqui cui avrebbe assistito il giornalista [[Juan Arias]], che a sua volta non rilascia dichiarazioni in merito.</br>A [[Montalto di Castro]] le manifestazioni dei residenti contro la centrale nucleare si sommano a quelle degli operai addetti al cantiere, sospeso su direttiva del sindaco. I lavoratori bloccano la [[via Aurelia]] e la [[ferrovia Roma-Pisa]] e chiedono che venga rispettata la direttiva del governo che garantisce il pagamento dei salari pur con gli effetti sospensivi del referendum. Dalla direzione socialista viene ribadito che il prossimo accordo di governo non può passare senza il rispetto della volontà referendaria anti-nucleare.<ref>Il messaggero, 22 marzo 1988</ref>
*22 marzo: il PSI diffonde alla stampa le proposte del programma per il nuovo governo: in tema istituzionale sono proposti: l'abolizione del voto segreto (nelle more di una più ampia riforma dei regolamenti parlamentarri) la correzione del bicameralismo perfetto e la riforma della presidenza del consiglio; in tema economico la riduzione del disavanzo primario , il contenimento della spesa pubblica e una politica monetaria più equilibrata; in tema fiscale si chiede l'allargamento della base imponibile attraverso una revisione dei carichi di imposta. [[De Mita]] sostiene che le richieste socialiste coincidono in gran parte con quelle democristiane ma dalla direzione del partito si chiedono proposte più precise. Intanto il segretario repubblicano [[Giorgio La Malfa]] cerca di conciliare i rapporti coi socialisti.
*27-30 marzo: dopo quattro giorni di lavoro [[De Mita]] invia alle direzioni del [[pentapartito]] una proposta di programma che mira a far giungere il nuovo governo fino al 1992 ma rimane generico sui singoli punti. Per i repubblicani è una sorta di razzo a più stadi: secondo [[Giorgio La Malfa]] affronta un problema solo quando è sicuro di aver risolto il precedente. il presidente incaricato si dice fiducioso che entro pochi giorni verrà ufficialmente definito da un vertice di maggioranza. Esclusa ancora una volta l'ipotesi di allargare l'alleanza a radicali e verdi appare chiaro che il nuovo esecutivo sarà un [[pentapartito]], formula che - sostengono le opposizioni - sia stata imposta da [[Craxi]] come condizione irrinunciabile.</br>A una settimana dall'entrata in vigore degli effetti abrogativi del referendum (e del vuoto legislativo conseguente) dal [[Consiglio Superiore della Magistratura]] sale un appello ai presidenti delle camere affinché il senato approvi definitivamente la legge sulla responsabilità civile dei giudici, la cui discussione è bloccata da un veto congiunto di socialisti e radicali.<ref>Il messaggero, 23 marzo 1988 </ref>
*31 marzo: La [[Corte costituzionale]] dichiara la legittimità dell'art. 5 della [[legge 194]]. Per la Consulta la moglie può legittimamente abortire senza dirlo al marito., che non ha quindi diritto a risarcimento per la lesione al diritto di paternità. La sentenza scatena un putiferio di polemiche.
 
==== Aprile ====
*3-6 aprile: in vista dell'incontro collegiale per la definitiva approvazione [[De Mita]] avvia un ennesimo giro di consultazioni coi partiti della maggioranza per valutare le richieste di correzioni e cancellazioni dalla bozza di programma. L'agenda del nuovo esecutivo pone tra le priorità le leggi sull'emitteza radiotelevisiva e sulla responsabilità civile dei magistrati, la conversione della centrale nucleare di [[Montalto di Castro]] e un rinnovato piano per le infrastrutture e l'occupazione del mezzogiorno.</br>Il ministero del tesoro rende noto che il disavanzo pubblico ha raggiunto i 10.332 miliardi a febbraio e che il fabbisogno di cassa per l'anno in corso ammonta a 36.119 miliardi, con un saldo da finanziare di 907 miliardi.<ref>Il messaggero, 4-7 aprile 1988</ref>
*7 aprile: per effetto del referendum abrogativo scadono i poteri della Commissione parlamentare inquirente.</br>Mentre [[De Mita]] riferisce alla direzione democristiana l'esito delle consultazioni i socialisti chiedono che nel programma del governo sia compresa la concessione della diretta televisiva a uno dei tre canali di [[Silvio Berlusconi]]. La proposta giunge con diversi mesi di anticipo sulla sentenza della [[Corte costituzionale]] che deve decidere sulla legalità dei network formati da un agglomerato di emittenti regionali. Nonostante siano previste misure per prevenire il monopolio il PCI e diversi settori della DC dichiarano subito la propria contrarietà.<ref>Il messaggero, 8 aprile 1988</ref>
*9 aprile: [[De Mita]] annuncia che i cinque partiti della maggioranza hanno raggiunto l'accordo sul programma, in particolare sull'abolizione del voto segreto. Restano dei punti da chiarire per la legge di regolamentazione delle TV private, di parziale riforma della RAI e dell'editoria, che saranno chiariti nel confronto parlamentare. Viene previsto un forte contenimento della spesa pubblica, 7.000 miliardi per l'anno in corso, 8.000 per gli anni successivi. Su precisa richiesta dei socialisti non vi saranno investimenti sulla materia del nucleare per non meno di cinque anni. Annunciata una legge per la regolamentazione dello sciopero.<ref>Il messaggero, 10 aprile 1988</ref>
*12-13 aprile: [[De Mita]] scioglie definitivamente la riserva e presenta la lista dei ministri. Vice-presidente è [[Gianni De Michelis]], la triade economica è affidata a [[Giuliano Amato]] (tesoro) [[Emilio Colombo]] (finanze) e [[Amintore Fanfani]] (bilancio), gli esteri e gli interni ad [[Andreotti]] e a [[Gava]].</br>Nelle stesse ore in cui al Quirinale è in corso la cerimonia del giuramento si apre un fronte polemico nel [[PSDI]] per la scelta dei ministri effettuata da [[Antonio Cariglia]]. Il segretario viene messo in minoranza da una nuova maggioranza che fa capo a [[Giuseppe Romita]]. <ref>Il messaggero, 13-14 aprile 1988</ref>
*15-18 aprile: le [[Brigate Rosse]] uccidono il senatore [[Roberto Ruffilli]], consigliere di [[De Mita]] per le riforme istituzionali. Sulla stampa e tra i partiti viene adombrata l'ipotesi di un attacco alla formazione del governo. [[Giuseppe Gargani]], a nome del presidente incaricato, dichiara che il cammino del nuovo esecutivo non si ferma. Il neo-ministro degli interni, [[Antonio Gava]], viene chiamato a riferire in parlamento sull'episodio e su quanto si è fatto per arrestare gli ultimi brigatisti ancora liberi.<ref>Il messaggero,16-19 aprile 1988</ref>
*19-23 aprile: [[De Mita]] presenta il governo alle camere. La priorità è traghettare l'Italia all'appuntamento con l'[[Europa]] del 1992 e la riduzione del [[debito pubblico]]. Entro l'anno sarà operato un taglio alle spese tra i 6.000 e gli 8.000 miliardi, e si procederà negli anni successivi con non meno di 7.000 miliardi all'anno. Verrà abolito il voto segreto, che rimarrà in vigore per le votazioni che riguardano le persone e diritti di libertà. A nome del PSI [[Craxi]] assicura una piena e leale collaborazione ma il suo discorso è contestato dai repubblicani nel punto in cui chiede il riconoscimento dell'[[Organizzazione per la liberazione della Palestina]]. Dichiarazioni di circostanza dei liberali e dei socialdemocratici, alle prese con problemi interni per la crisi della segreteria di [[Antonio Cariglia]]. Alla camera la fiducia passa con 366 voti a favore e 215 contrari. Al senato è approvata con 177 voti a favore e 106 contrari.<ref>Il messaggero, 20-24 aprile 1988</ref>
*19 aprile: poco prima che [[De Mita]] prenda la parola al senato le agenzie battono una dichiarazione del governatore della [[Banca d'Italia]]. Parlando ad un congresso di banchieri [[Carlo Azeglio Ciampi]] quantifica in 122.000 miliardi il deficit pubblico e ritiene necessario un taglio di almeno 10.000 miliardi nella spesa pubblica, cui deve corrispondere un inasprimento fiscale che comporti il medesimo gettito.<ref>Il messaggero, 20 aprile 1988</ref>
*23-27 aprile: aprile: si aprono i primi fronti polemici nella maggioranza. Repubblicani e liberali si oppongono alla richiesta dei socialisti - sostenuta dal ministro degli esteri [[Andreotti]] - di premere sulla Comunità Europea affinché ottenga un mandato fiduciario sui territori occupati da Israele sotto l'egida dell'[[ONU]]. Sempre i liberali, stavolta in compagnia dei missini, ritengono incostituzionali alcuni aspetti dell'accordo tra Italia e Austria per il bilinguismo in [[Alto Adige]] in tema di giustizia (da esercitarsi in italiano o tedesco a seconda della lingua madre dell'imputato) e di istruzione (esclusione dei bambini italiani dalle scuole di lingua tedesca a meno che già non conoscano la lingua).</br>A seguito di una telefonata anonima la polizia trova in un supermercato di Roma alcuni [[Pompelmo|pompelmi]] importati da Israele intrisi di un liquido tossico. Si apre una forte polemica nei confronti del ministero della sanità, che ha atteso otto giorni prima di ordinare il sequestro di tutte le scorte di questo agrume in tutta Italia. <ref>Il messaggero, 1988</ref>
*29 aprile: consiglio dei ministri: dopo la formalizzazione della contrarietà di repubblicani e liberali, e una protesta non ufficiale dell'ambasciatore di Israele, il governo prende tempo sulla richiesta dei socialisti circa il mandato fiduciario europeo sulla Palestina e incarica il ministero degli esteri di verificarne l'effettiva praticabilità. E' approvato un decreto legge per l'immissione immediata in ruolo degli insegnanti precari e un disegno di legge che riforma i criteri di assunzione dei docenti. Viene costituito il Consiglio di gabinetto, formato dai ministri Andreotti, Gava, Colombo, Fanfani, De Michelis, Amato, Zanone, Battaglia e Ferri.<ref>Il messaggero, 30 aprile 1988</ref>
 
==== Maggio ====
[[File:Giovanni Spadolini presidente del Senato.jpg|thumb|150px|Giovanni Spadolini]]
*4 maggio: dopo un incontro col Governatore della Banca d'Italia De Mita convoca un vertice coi ministri finanziari per decidere modi e termini di una manovra economica mirata a raccimolare almeno 7.000 miliardi entro l'estate. Il mancato annuncio dei provvedimenti viene contestato dalle opposizioni, per le quali il governo vuole prendere tempo fino al turno amministrativo di fine mese.<ref>Il messaggero, 5 maggio 1988</ref>
*21-24 maggio maggio: il presidente della repubblica avvia le consultazioni in un clima politico infuocato. Socialdemocratici, repubblicani e liberali indicano in Craxi il responsabile di una crisi dall'esito ben più che incerto, sovrapposta alla campagna elettorale per le elezioni europee e al rischio che non si risolva entro il voto. Qualsiasi accordo per un nuovo esecutivo deve risolvere il contrasto tra la repubblica presidenziale perseguita dai socialisti e la riforma della legge elettorale sostenuta dai democristiani. Repubblicani e liberali propongono a Cossiga l'affidamento di un mandato esplorativo a [[Giovanni Spadolini]], la DC chiede il reincarico per De Mita. I socialisti non esprimono una preferenza e preferiscono mantenersi in una posizione di attesa. Si fa largo l'ipotesi di "congelare" la crisi fino all'esito del voto europeo.<ref>Il messaggero, 22-25 maggio 1989</ref>
*4-5 maggio: comitato centrale PCI: viene approvata la relazione di [[Aldo Tortorella]] che riconosce nel governo negativi elementi di continuità e significativi elementi di novità. Il PCI è pronto a rispondere all'invito di [[De Mita]] per le riforme istituzionali ma non accorderà concessioni sulla necessità di procedere ad un risanamento economico che colpisca allo stesso modo tutti i redditi.<ref>Il messaggero, 5-6 mggio 1988</ref>
*26 maggio: dopo due giorni di silenzio, minati dalle polemiche incrociate tra DC e PSI, Cossiga affida un mandato esplorativo al presidente del senato. La scelta viene da più parti definita inopportuna. [[èMino Martinazzoli]] e [[Roberto Formigoni]] lo definiscono un regalo propagandistico alla liste uniche tra liberali e repubblicani. Forlani difende la scelta del presidente e l'avello della segreteria democristiana con la correttezza e l'imparzialità che l'esponente repubblicano ha sempre dimostrato nella guida delle sedute del senato.</br>Consiglio dei ministri: con una decisione a sorpresa il governo uscente non concede una proroga al termine per la dichiarazione dei redditi, che rimane fissata fissata al 31 maggio. Il rinvio era stato chiesto da più parti, e votato dalle aule parlamentari con due ordini del giorno, per il ritardo nella stampa dei nuovi [[Modello 740|modelli 740]], modificati dal decreto fiscale di fine anno e da alcune successive modificazioni.<ref>Il Messaggero, 27 maggio 1989</ref>
*5 maggio: dalle colonne de [[La civiltà cattolica]] i [[gesuiti]] prendono posizione contro l'abolizione del voto segreto. Secondo la rivista sarebbe preferibile limitarne l'utilizzo ed escluderlo da votazioni particolari come le leggi di spesa, in modo da impedire la formazione di gruppi di interesse. La stessa rivista, inoltre, definisce un grave errore il cedimento del governo sulla centrale nucleare di [[Montalto di Castro]].</br>Il ministero del tesoro rende noto che il deficit pubblico per il primo trimestre del 1988 ammonta a 26.000 miliardi, con un +670 miliardi rispetto allo stesso periodo del 1987. Nelle stesse ore socialisti e liberali espongono le loro idee contrapposte in materia economica; i primi tornano a chiedere una patrimoniale sui redditi attraverso un'imposta progressiva sulla casa (esclusa la prima), una revisione delle aliquote IRPEF e una più decisa tassazione dei redditi societari, i secondo chiedono forti tagli alla spesa sociale, particolarmente sulla sanità, e misure di sostegno alle imprese.<ref>Il messaggero, 6 maggio 1988</ref>
*29-29 maggio: elezioni amministrative: il test coinvolge 166 località e 1.300.000 elettori. I risultati premiano i cinque partiti della maggioranza. Calano PCI e MSI.<ref>Il messaggero, 30 maggio aprile 1989</ref>
*7 maggio: [[Craxi]] smentisce il documento sull'economia presentato dal dipartimento economico del PSI. Con un breve comunicato di tre righe il segretario socialista fa sapere che le proposte devono ancora passare il vaglio della segreteria nazionale.</br>In vista di un vertice sulla materia dell'emittenza radio-televisiva i repubblicani ufficializzano una proposta che sconfessa l'accordo di governo sulla cosiddetta "opzione zero", ovvero il divieto di possedere contemporaneamente TV e giornali. Secondo il PRI, sostenuto anche dai liberali, la norma ratifica il duopolio tra la [[RAI]] e le reti di [[Silvio Berlusconi]] e impedisce al gruppo Fiat (proprietario de [[La Stampa]] e di altri periodici) di entrare nel mercato televisivo. La proposta alternativa propone di consentire il possesso contemporaneo in quote variabili tra la televisione e la carta stampata, senza eccedere nell'uno o nell'altro settore oltre un certo limite. La proposta è ben accolta dal PCI e da alcuni settori della DC, contrari a ratificare la situazione di monopolio sul settore privato da parte della [[Fininvest]].<ref>Il messaggero, 8 maggio 1988</ref>
*9 maggio: in vista del vertice di governo sulla manovra economica da 7.000 miliardi Enzo Viganò, segretario del Sindacato autonomo dei lavoratori finanziari, dichiara in una conferenza stampa che ci sono ricorsi pendenti per 50.000 miliardi, dei quali il fisco potrebbe incamerarne almeno la metà, e che lo stato ha crediti da esigere per 7.500 miliardi da imposte di successione non pagate. Il sindacato punta il dito contro l'inefficienza dell'amministrazione finanziaria che, a causa dei ritardi, deve onorare 300 miliardi all'anno di interessi.<ref>Il messaggero,10 maggio 1988</ref>
*11 maggio: un vertice di maggioranza approva il testo del disegno di legge sull'emittenza radio-televisiva col voto favorevole di repubblicani e liberali. A poche ore dall'audizione del direttore centrale della FIAT [[Francesco Paolo Mattioli]] alla commissione cultura della camera il testo da il via libera all'opzione zero e rende più favorevoli alla [[Fininvest]] alcuni articoli. A nome del PCI [[Walter Veltroni]] dichiara che l'accordo di maggioranza è incostituzionale perché riconosce situazioni di monopolio già bocciate dalla [[Corte Costituzionale]].<ref>Il messaggero, 12 maggio 1988</ref>
*18-19 maggio: nei due rami del parlamento si svolge il dibattito sulle riforme istituzionali. I partiti si dividono sull'ipotesi di ridurre il parlamento a una sola camera, sull'abolizione del voto segreto e sul presidenzialismo. Nella discussione si inserisce una critica alle preferenze elettorali mossa da [[Mino Martinazzoli]], secondo il quale nella vasità dele circoscrizioni non rappresenta un vero legame tra eletto ed elettori.</br>In una intervista concessa all'espresso il presidente del senato giudica un errore fissare limiti di incompatibilità tra emittenza radiotelevisiva e carta stampata. Secondo [[Spadolini]] occorre una regolamentazione anti-monopolista che consenta la creazione di più network senza posizioni di predominio.<ref>Il messaggero, 19-20 maggio 1988</ref>
[[File:DinoGrandi.jpg|thumb|150px|Dino Grandi]]
*22 maggio: a distanza di poche ore l'uno dall'altro vengono a mancare [[Giorgio Almirante]], [[Pino Romualdi]] e [[Dino Grandi]].</br>[[De Mita]] convoca un consiglio di gabinetto straordinario. All'ordine del giorno ulteriori decisioni in merito alla manovra economica. In vista del consiglio dei ministri chiamato ad approvarla si deve decidere come reperire 3.000 miliardi fino al 1990 (tra i 600 e i 1.000 solo per il 1988) per corprire l'aumento accordato ai docenti col nuovo contratto della scuola. Esclusa una tassa ad hoc si parla di ulteriori anticipazioni fiscali per aggiungere un gettito ulteriore di almeno 600 miliardi.</br>Il ministero per il commercio con l'estero rende noto che il passivo della [[bilancia dei pagamenti]] ammonta a 6.460 miliardi, 3.000 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La causa è un forte squilibrio tra le importazioni in aumento e le esportazioni in calo.<ref>Il messaggero, 23 maggio 1988</ref>
*25 maggio: consiglio dei ministri: viene approvata la manovra da 7.000 miliardi. [[De Mita]] dichiara che è mirata "a mettere ordine nei conti pubblici" e a "frenare la spesa pubblica incontrollata ed improduttiva". I provvedimenti principali consistono nell'aumento dal 92 al 95% dell'autotassazione [[IRPEF]] e [[ILOR]], nell'aumento della tassa di concessione annuale delle società e una frequenza più ravvicinata dei versamenti mensili dell'[[IVA]] per i contribuenti con reddito uguale o superiore a 480 milioni di lire annui. E' inoltre approvato il documento di programmazione economico-finanziaria 1988-1992: il piano presentato dal ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], colpisce la sanità (revisione delle modalità per i ricoveri, una stretta delle esenzioni per i ticket e nel consumo di medicinali), il sistema previdenziale (aumento dell'età pensionabile e da 15 a 20 anni il minimo di contributi per le pensioni di vecchiaia, abolizione del cumulo tra queste ultime e altri redditi, nuovo calcolo dell'ammontare dell'assegno con estensione della base sulle paghe degli ultimi dieci anni) e le tasse locali (imposte sulla casa e sull'energia elettrica e revisione della tassa di soggiorno). <ref>Il messaggero, 26 maggio 1988</ref>
*29-30 maggio: elezioni amministrative: sono intressati sette milioni di elettori per 1.200 amministrazioni locali, tra le quali le province di Ravenna, Viterbo e Pavia e i comuni di Catania, Ravenna e Ancona. Il dato più significativo è il -3,9% del PCI e il +3% del PSI. Nel pentapartito guadagnano voti la DC e il PRI. In flessione il PLI e il MSI. Nel nord le leghe ottengono ovunque buoni risultati. Mentre [[De Mita]] e [[Craxi]] gioscono del buon risultato e rassicurano sulla stabilità della maggioranza, si apre un fronte polemico sulle liste locali, definite di disturbo, che il ministero degli interni quantifica in 727 sparse in tutte le realtà sede di voto.<ref>Il messaggero, 31 maggio 1988</ref>
 
==== Giugno ====
*2-3 giugno: Spadolini conclude il primo giro dI consultazioni senza risultati. Le posizioni dei partiti sono oltremodo distanti. Il PSI insiste nella richiesta di congelare la crisi fino all'esito del voto delle europee e si schiera contro il reincarico a De Mita, il PCI - appoggiato da repubblicani e liberali - sostiene un incarico effettivo per il presidente del senato. Dopo due colloqui con il presidente della repubblica inizia a farsi strada l'ipotesi di rinviare il governo uscente alle camere. Quest'ultimo,. intanto, ha accordato una proroga di cinque giorni per la presentazione della dichiarazione dei redditi.<ref>Il messaggero, 3-4 giugno 1989</ref>
*3 giugno: consiglio dei ministri: all'ordine del giorno il disegno di legge sul riordino del sistema radio-televisivo. La normativa recepisce l'accordo tra DC e PSI che legittima il duopolio tra [[RAI]] e [[Fininvest]]. Viene confermata l'opzione zero, ovvero il divieto di possedere contemporaneamente giornali e TV, una norma che secondo i partiti minori della maggioranza e le opposizioni impedisce la nascita di emittenti nazionali concorrenti al monopolio privato di [[Silvio Berlusconi]]. Il canone di abbonamento RAI viene abolito e sostituito da una tassa di possesso sugli apparecchi riceventi, quale ne sia il numero e la tipologia. Verrà ammessa la diretta per tutti, pubblico e privato, e sono stabiliti tetti sugli spot pubblicitari.<ref>Il messaggero, 1988</ref>
*12 giugno: dopo alcuni giorni di incertezza Cossiga, con una mossa a sorpresa, conferisce a De Mita un nuovo incarico. Il presidente uscente lo accetta solo dopo un incontro con [[Arnaldo Forlani]], che gli assicura il pieno e incondizionato appoggio della DC. Craxi si dichiara pronto a sostenerlo a condizione che il nuovo esecutivo porti a compimento l'[[Presidenzialismo|elezione diretta del capo dello stato]], carica cui si ha intenzione di candidarsi. Allo stesso tempo, con l'appoggio dei liberali, polemizza sulla scelta di De Mita, che a suo dire si pone come una interferenza nella campagna elettorale.<ref>Il messaggero, 13 giugno 1988</ref>
*7 giugno: il tribunale di Roma assolve [[Adriano Celentano]] per il monologo sui referendum pronunciato durante la trasmissione Fantastico. Il cantante, accusato di violazione dei diritti politici dei cittadini e di violazione della legge elettorale, secondo la corte non ha impedito agli elettori di esercitare il proprio diritto di voto.</br>Alla camera il governo viene messo in minoranza a voto palese sulla richiesta di anticipare il dibattito sul trasferimento di bombardieri F16 americani dalla Spagna all'Italia.<ref>Il messaggero, 8 giugno 1988</ref>
*18-19 giugno: elezioni europee: rispetto alle politiche del 1987 le forze del pentapartito escono dal voto ridimensionate con l'eccezione del PSI, che sale quasi di un punto percentuale. Deludente il risultato di repubblicani, liberali e radicali, che ottengono complessivamente il 4,4%% contro l'8,7 delle tre forze separate. Lievi cali anche per MSI e demproletari. I soli aumenti consistenti sono quelli del PCI (+1%) e dei verdi sole che ride (da 2,5 a 3,8%, con un 2,4 ottenuto dai dissidenti della lista verdi arcobaleno).</br>Mentre i partiti sono alle prese con l'analisi del voto De Mita annuncia l'immediato avvio di un primo giro di consultazioni, in modo da poter riferire al capo dello stato entro sabato 27.<ref>Il messaggero, 20-21 giugno 1989</ref>
*11 giugno: a poco meno di un mese dalla riunione del comitato centrale il segretario del PCI, [[Alessandro Natta]], presenta le proprie dimissioni. E' la prima volta per un segretario comunista, che motiva il gesto con ragioni di salute. Dalla direzione nazionale [[Paolo Bufalini]] sostiene che l'ex segretario non lascia per la sconfitta elettorale di fine maggio.</br>Muore [[Giuseppe Saragat]]<ref>Il messaggero, 12 giugno 1988</ref>
*26 giugno: dopo la delusione elettorale e l'incrinarsi dell'accordo con [[Marco Pannella]], [[Giorgio La Malfa]] si dichiara disponibile ad un patto d'azione col PCI. Se De Mita fallisce si dovrà tentare con un laico o un socialista prima di rassegnarsi alle elezioni anticipate.<ref>Il messaggero, 27 giugno 1989</ref>
*15-17 giugno: tra i partiti della maggioranza si riapre la polemica sull'opzione zero che, nella versione definitiva, impedisce di possedere contemporaneamente TV e giornali a diffusione nazionale. [[Guido Bodrato]] sostiene su [[il Popolo]] che la nuova legge sull'emittenza radiotelevisiva non deve riconoscere o promuovere posizioni dominanti. Il riferimento è all'opzione zero che il PSI ha voluto nel programma di governo. Mentre i repubblicani giudicano insufficiente la norma che la esclude per le piccole TV private i socialisti ribadiscono che non approvarla metterebbe in pericolo l'esistenza dell'esecutivo.</br>I gruppi parlamentari del PCI e della Sinistra Indipendente al senato presentano un disegno di legge per una commissione monocamerale d'inchiesta che accerti le effettive condizioni di libertà e pluralismo nell'informazione italiana, le cui conclusioni siano alla base del riordino del sistema radio-televisivo.<ref>Il 16-18 giugno messaggero, 1988</ref>
*21 giugno: [[Achille Occhetto]] è eletto nuovo segretario del PCI.<ref>Il messaggero, 22 giugno 1988</ref>
*26-27 giugno: elezioni amministrative in [[Valle d'Aosta]] e [[Friuli Venezia Giulia]]. In Friuli il mini test elettorale vede la DC in aumento, il PCI in ribasso, superato di poco dal PSI, e una generale stabilità degli altri partiti. In Val d'Aosta l'[[Union Valdotain]] fa il pieno col 34,2% dei voti a spese di tutti gli altri partiti, lasciando fuori dal nuovo consiglio PSDI e PRI.<ref>Il messaggero, 29 giugno 1988</ref>
*28 giugno: [[De Mita]] scrive ai presidenti delle camere per sollecitare la revisione dei regolamenti parlamentari (che comprende l'abolizione del voto segreto) entro il mese di luglio. La richiesta provoca proteste e malumori tra tutte le opposizioni e riserve di repubblicani e liberali.</br>Ascoltato dalla commissione cultura della camera [[Fedele Confalonieri]] definisce le proposte congiunte di PCI e Sinistra Indipendente sugli spot pubblicitari "una legge anti-[[Berlusconi]]". L'amministratore delegato della [[Fininvest]] quantifica in 600 miliardi la perdita per i tetti e i limiti sulla pubblicità e in 320 miliardi quella per la rinuncia ad un canale. Nelle stesse ore [[Ugo Intini]], portavoce del PSI, ribadisce che l'opzione zero serve ad impedire alla Fiat l'accesso al mercato radio-televisivo e che dalla sua approvazione dipende la prosecuzione del governo.<ref>Il messaggero, 29 giugno 1988</ref>
 
==== Luglio ====
[[File:Lamberto dini pl.jpg|thumb|150px|Lamberto Dini]]
*1 luglio: muore l'ex ministro [[Costante Degan]].</br>Ascoltato dalla commissione cultura della camera il garante per l'editoria, [[Giuseppe Santaniello]], sostiene che la pubblicità è un fattore condizionante dell'emittenza radiotelevisiva e si devono assolutamente evitare le concentrazioni da parte dei grandi gruppi industriali.<ref>Il messaggero, 2 luglio 1988</ref>
*5-8 luglio: dopo tre giri di consultazioni e numerosi colloqui con le parti sociali De Mita non può sciogliere la riserva. La causa risiede nelle difficoltà frapposte da Craxi a liberali e repubblicani. Il polo laico, sebbene uscito male dalle elezioni, ha aperto un dialogo col PCI che non piace al Pai socialisti. Quest'ultimo chiede un chiarimento ufficiale ma [[Giorgio La Malfa]] e [[Renato Altissimo]] non sono disponibili ad andare oltre una generica dichiarazione di fedeltà al [[pentapartito]]. Nella risoluzione della crisi si frappongono inoltre due problemi. Il direttore generale della [[Banca d'Italia]], [[Lamberto Dini]], sostiene alla commissione bilancio della camera la necessità di immediati tagli alle spese e nuovi provvedimenti fiscali per contenere il deficit del 1989 a 130.000 miliardi. Alla camera la maggioranza uscente viene ripetutamente sconfitta al termine del dibattito sull'andamento economico della Rai, il cui bilancio non è stato approvato dall'[[IRI]]. Dopo un mese di polemiche, veti incrociati ed incertezze De Mita è costretto a rinunciare all'incarico. Mentre infuriano polemiche a non finire su un non meglio precisato complotto ordino da Craxi e Forlani la DC, riunita d'urgenza la direzione nazionale, indica i nomi di [[Giulio Andreotti]], [[Mino Martinazzoli]] e [[Antonio Gava]]. Cossiga conferisce l'incarico ad Andreotti e al contempo dichiara che i cinquanacinque giorni trascorsi dalle dimissioni di De Mita sono il frutto di meccanismi costituzionali non più all'altezza dei tempi.<ref>Il messaggero, 6-9 luglio 1989</ref>
*2 luglio: parlando all'inaugurazione della nuova sede centrale della [[Banca di Novara]] il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], sostiene che ogni nuovo nato in Italia si ritrova con una quota di 17 milioni di un [[debito pubblico]] in continua crescita. In vista della legge finanziaria e di una ulteriore manovra correttiva il ministro sostiene che per arrivare all'appuntamento con l'Europa del 1992 il governo dimostrerà uguale autorità verso tutte le parti sociali, che saranno chiamate ad uguali sacrifici.<ref>Il messaggero, 3 luglio 1988</ref>
*14 luglio: mentre Forlani si pone come mediatore tra i socialisti e il polo liberale-repubblicano [[Mario Segni]] - figlio dell'ex presidente [[Antonio Segni|Antonio]], annuncia la costituzione del movimento per la riforma elettorale e l'intenzione di promuovere dei referendum per l'introduzione del sistema elettorale maggioritario, dei collegi uninominali e del doppio turno.</br>Andreotti consegna ai segretari dei cinque partiti della maggioranza un programma in 20 punti. Quelli più discussi sono la nuova legge sull'emittenza radio-televisiva (di cui manca la proposta esecutiva) e la finanziaria per il 1990 che - sulla base del documento di programmazione economica presentato dal governo uscente - dovrà prevedere nuove entrate e tagli alla [[spesa pubblica]] per 17-18.000 miliardi. <ref>Il messaggero, 15 luglio 1988</ref>
*5 luglio: alla Camera la DC e il governo sono isolati col MSI contro una mozione che impegna il governo alla piena applicazione della [[legge 194]], votata da PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI e DP.</br>Il vice-presidente del consiglio, [[Gianni De Michelis]], smentisce che nella manovra correttiva che il governo dovrebbe approvare entro la fine del mese, sia previsto un aumento del prezzo della benzina. Conferma che i provvedimenti fiscali incideranno sull'aliquota IVA più bassa (pane, pasta, formaggi, frutta e verdura) e che il provvedimento mira ad un risparmio di 7.000 miliardi.<ref>Il messaggero, 6 luglio 1988</ref>
*19 luglio: nella definizione dell'accordo di maggioranza Andreotti incontra ulteriori difficoltà con il commissariamento del comune di Roma. Il sindaco [[Pietro Giubilo]] è stato destituito per illeciti amministrativi, al ministro degli interni spetta di fissare la data delle elezioni anticipate, che devono svolgersi entro 90 giorni, e inizia a porsi una trattativa per la futura giunta.</br>Mancando qualsiasi possibilità di accordo al breve termine Andreotti ripropone agli alleati il progetto di legge sull'emittenza radio-televisiva elaborato dal ministro [[Oscar Mammì]]. Dopo un ennesimo giro di consultazioni la strada per il nuovo governo appare spianata con l'accordo per il conferimento degli incarichi.<ref>Il messaggero, 20 luglio 1989</ref>
*8 luglio: il ministero delle finanze rende noti i dati delle dichiarazioni dell'[[IVA]] presentate nel 1986. I redditi da lavoro autonomo del 1985, primo anno di applicazione della legge [[Visentini]], confermano l'allarme lanciato qualche giorno prima dal ministro [[Giuliano Amato]], che ha parlato di evasione elevatissima e di guadagni al lordo delle spese inferiori alla somma degli stipendi pagati ai dipendenti.</br>Il ministro per le riforme istituzionali, [[Antonio Maccanico]], risponde alle polemiche sullabolizione del voto segreto sostenendo che sulla questione si gioca la sopravvivenza dell'esecutivo. L'abolizione è un impegno sottoscritto nell'accordo di maggioranza, aggiunge l'esponente repubblicano, e fatte salve le questioni su persone e diritti di libertà, deve essere onorato.<ref>Il messaggero, 9 luglio 1988</ref>
*22 luglio: Andreotti presenta la lista dei ministri. Vice-presidente è [[Claudio Martelli]]. La triade economica è formata da [[Guido Carli]] (tesoro) [[Paolo Cirino Pomicino]] (bilancio) e [[Rino Formica]] (finanze). Alle poste, su richiesta dei socialisti, è confermato [[Oscar Mammì]], il ministro che sta seguendo fin dai tempi del [[governo Goria]] la gestazione della nuova legge sull'emittenza radiotelevisiva.<ref>Il messaggero, 1989</ref>
*14 luglio: muore l'ex ministro [[Oronzo Reale]].</br>Parlando all'assemblea nazionale del PSI [[Craxi]] sostiene che il governo è impaludato in rinvii, compromessi e mezze misure. L'alleanza DC-PSI è dettata dalla mancanza di alternative ma può proseguire e rafforzarsi seguendo obiettivi comuni. I socialisti ritengono gli alleati minori dell'esecutivo un guazzabuglio di bastian-contrari.</br>Nelle stesse ore il consiglio nazionale della DC convoca il congresso del partito per il 25 gennaio a Roma.<ref>Il messaggero, 15 luglio 1988</ref>
[[File:Francesco De Lorenzo.jpg|thumb|150px|Francesco De Lorenzo]]
*20 luglio: con l'astensione della DC e il voto favorevole di tutti gli altri partiti la commissione parlamentare inquirente decide di deferire al giudizio del parlamento in seduta comune gli ex ministri [[Franco Nicolazzi]] e [[Clelio Darida]] per lo scandalo delle carceri d'oro. Archiviata la posizione di [[Vittorino Colombo]].</br>In vista delle discussione del disegno di legge sull'emitteza radio-televisiva, e col voto contrario dei commissari socialisti, la commissione Lavori pubblici e telecomunicazioni decide di svolgere un'indagine conoscitiva sul sistema dell'informazione in Italia.<ref>Il messaggero, 2o luglio 1988</ref>
*24 luglio: [[Carlo Donat Cattin]], nominato ministro del lavoro, polemizza contro un ipotetico accordo tra il nuovo esecutivo e il PCI per la nomina di [[Francesco De Lorenzo]] al ministero della sanità. Intervistato dal quotidiano [[l'Avvenire]] rivela che era in corso la preparazione di un regolamento attuativo della [[legge 194]] che avrebbe dovuto regolamentare il ricorso all'aborto terapeutico oltre il terzo mese, sostituendo il libero arbitrio del medico. La nomina di un laico, secondo l'esponente democristiano, è un cedimento della DC su principi e valori che dovrebbero esserle cari.
*21 luglio: il governo pone la fiducia sul decreto della manovra mirata ad un recupero di 7.000 miliardi. Con l'aumento al 4% dell'IVA sui beni di prima necessità il governo ridurrà l'aggravio dell'IRPEF dal 1 gennaio, ridurrà gli oneri sociali per le imprese e alcuni investimenti già previsti. Tutte le opposizioni criticano il governo per la scelta di non riformare i criteri di assegnazione delle pensioni di invalidità, che continuano a favorire le false assegnazioni. <ref>Il messaggero, 22 luglio 1988</ref>
*26-30 luglio: Andreotti presenta il governo alle camere. L'agenda del nuovo esecutivo prevede prioritariamente una correzione del bicameralismo (laddove le procedure sono ripetitive), una drastica riduzione della decretazione d'urgenza e la riforma degli enti locali. Per informazione ed emittenza radio-televisiva il progetto di legge del ministro Mammì dovrà essere riconsiderato e corretto laddove necessario. Sull'economia viene ricordato l'appuntamento del 1993 col mercato comune europeo. La fiducia passa al senato con 187 voti a favore e 117 contrari, alla camera con 371 a favore e 200 contrari.<ref>Il messaggero, 27-31 1989</ref>
*25-27 luglio: i ministri delle finanze e del bilancio si scontrano con quello del tesoro nel primo vertice che deve fissare in via definitiva i termini della manovra approvata dalla camera. L'approvazione nel termine previsto del 29 luglio viene definita improbabile. [[De Mita]], a sua volta, convoca il primo vertice della maggioranza dalla costituzione del governo, ufficialmente per una verifica sullo stato di attuazione del programma, secondo stampa e opposizioni per definire la manovra alla vigilia del consiglio dei ministri che la deve approvare. Repubblicani e liberali accusano l'esecutivo di operare tagli e ritocchi senza intervenire sul problema della [[spesa pubblica]]. Su [[la Voce repubblicana]] La Malfa scrive che il PRI non acconsentirà mai al varo di un condono fiscale, ed intanto salta il vertice della maggioranza..<ref>Il messaggero, 26-28 luglio 1988</ref>
*28 luglio: consiglio dei ministri: sono apportate delle modifiche al documento di programmazione economica. Rimane invariato l'obiettivo di contenere il deficit a 133.000 miliardi. Contro le previsioni del governo De Mita, che quantificava la necessità di nuove entrate a 15.700 miliardi, vengono previste delle misure che - in previsione della legge finanziaria - dovranno consentire di rastrellare 22.000 miliardi, da elevare a 30.000 con nuovi tagli alla [[spesa pubblica]]. Viene inoltre deciso di non rinnovare il decreto sui ticket sanitari, in modo da far decadere la tassa sui ricoveri ospedalieri. In attesa di nuove misure, rinviate a settembre, si torna alla situazione ante-decreto.<ref>Il messaggero, 29 luglio 1989</ref>
*29 luglio: consiglio dei ministri: è approvato il primo pacchetto di misure della manovra estiva (1.800 miliardi). Sono introdotti nuovi ticket sanitari nella misura di un 20% su tutti i farmaci e di un 40% su alcune particolari specialità. L'[[aliquota]] base dell'[[IVA]] passa da 18 a 19% e colpisce tutti i beni e servizi non sottoposti ad una specifica tassazione. Aumenta la tassa governativa sulle [[partite IVA]] (100.000 lire per le persone fisiche, 250.000 per le persone giuridiche). Aumentano di 50 lire il gasolio per autotrazione e riscaldamento e di 4 lire il prezzo per Kw dell'energia elettrica. In tema di spesa pubblica sono sospesi tutti gli investimenti programmati ma non ancora esecutivi per strade, ferrovie e pubblica amministrazione.<ref>Il messaggero, 30 luglio 1988</ref>
[[File:Antonio Maccanico.jpg|thumb|150px|Antonio Maccanico]]
*31 luglio: il ministro per gli Affari regionali e i problemi istituzionali, [[Antonio Maccanico]], sostiene in una intervista che occorre rafforzare la figura del presidente del consiglio prendendo esempio dal cancellierato tedesco, dove il capo del governo si presenta subito in parlamento per ricevere un voto di investitura della maggioranza e sceglie in autonomia i ministri. Con questo sistema si introduce la cosiddetta fiducia costruttiva, che non consente le dimissioni del governo se non è pronto quello chiamato a sostituirlo.<ref>Il messaggero, 1 agosto 1989</ref>
 
==== Agosto ====
*1 agosto: [[Nino Andreatta]], ex ministro del tesoro e presidente della commissione bilancio della camera, critica la decisione del governo di rinviare a settembre la manovra di bilancio. L'economista democristiano sostiene la necessità di una più equa tassazione dei redditi da lavoro autonomo, equiparando la quota imponibile a quella dei dipendenti impegnati nello stesso settore, un forte aumento delle tasse sulla casa (dal momento che i coefficienti catastali non seguono da anni l'aumento del valore degli immobili), un aumento con riordino delle imposte sui prodotti energetici e la privatizzazione dei soggetti economici pubblici a partire dalle banche. In una successiva intervista precisa che lo stato si indebita per ridurre il pesante deficit delle [[Banche di interesse nazionale|banche pubbliche]] aumentando inutilmente il fabbisogno dell'[[erario]].</br>L'[[ISTAT]] diffonde i dati relativi ai prezzi e all'inflazione del mese di luglio. L'aumento è quantificato in un +7,5% per beni e servizi, +6,5 per l'alimentazione, +6,28 per elettricità e combustibili. Il tasso di inflazione è al 7%.<ref>Il messaggero, 2 agosto 1989</ref>
*1 agosto: mentre infuriano le polemiche sulla effetti della manovra, con [[Democrazia Proletaria]] che minaccia un ricorso alla [[Corte costituzionale]] sulla mancata progressività delle imposte, sono annunciati un vertice dei ministri finanziari con [[De Mita]] e un consiglio dei ministri che metta a punto il secondo pacchetto delle misure prima della pausa estiva.<ref>Il messaggero, 2 agosto 1988</ref>
*2 agosto: il ministro della sanità, [[Francesco De Lorenzo]], dispone una ispezione da parte dei [[NAS]] nelle cucine di 224 ospedali pubblici e 136 case di cura private. Nel'attesa degli esami di laboratorio sui campioni sequestrati sono accertate 776 violazioni di natura penale ed amministrativa e sono denunciate 190 persone. Disposto il sequestro di alimenti adulterati o scaduti per un valore di oltre 700 milioni di lire.</br>Col voto finale della camera è convertito in legge il decreto del ministro dell'ambiente, [[Giorgio Ruffolo]], che stanzia 1.300 miliardi per il disinquinamento del fiume [[Po]] e il risanamento del [[mare Adriatico]], afflitto dal fenomeno delle alghe.<ref>Il messaggero, 3 agosto 1989</ref>
*9 agosto: consiglio dei ministri: dopo il fallimento delle trattative tra i ministri finanziari e quello della funzione pubblica la riforma del sistema fiscale per i lavoratori autonomi e dell'amministrazione finanziaria sono rinviati ad una nuova riunione convocata per il 26 agosto. E' approvato il nuovo piano energetico nazionale, che segna il definitivo accantonamento dell'energia nucleare e costerà oltre 1000 miliardi fino al 2000. L'Italia parteciperà comunque alla ricerca sul cosiddetto [[Fusione nucleare|nucleare pulito]] con uno stanziamento iniziale di 150 miliardi a partire dall'esercizio del 1990.<ref>Il messaggero, 10 agosto 1988</ref>
[[File:Massimo Teodori 1989.jpg|thumb|150px|Massimo Teodori]]
*10 agosto: in una conferenza stampa convocata in vista della pausa di agosto [[De Mita]] traccia un bilancio positivo dei primi quattro mesi del governo e definisce illazioni giornalistiche le difficoltà e i contrasti dell'esecutivo. I presunti litigi dei ministri sono differenti punti di vista che si intrano, e qualche volta si scontrano, alla ricerca di un compromesso. In vista della ripresa d'autunno il presidente del consiglio elenca come prioritarie la modifica dei regolamenti parlamentari - con l'abolizione del voto segreto - la riforma tributaria e una nuova regolamentazione dello [[sciopero]].</br>Nella stessa occasione il ministro per il commercio con l'estero, [[Renato Ruggero]], comunica che la [[bilancia dei pagamenti]] per il primo quadrimestre del 1988 ha un deficit di 7.130 miliardi contro i 5.370 dell'anno precedente. Secondo Ruggero nell'agenda di governo va prevista la diminuzione di questo vincolo per l'economia, che può portare all'aumento delle tasse e al taglio della spesa per onorare gli interessi attivi e passivi sul debito.<ref>Il messaggero, 11 agosto 1988</ref>
*3 agosto: il governo viene battuto alla camera su una risoluzione delle opposizioni di sinistra che lo impegna ad abolire l'[[ergastolo]] e la pena di morte nel codice militare di guerra.</br>Basandosi sui risultati della seconda relazione trimestrale di cassa per il 1989 la commissione bilancio della camera predispone un documento in cui si rassicura il governo che il fabbisogno dello stato per l'anno in corso rimane fissato nei 130.000 miliardi della finanziaria in vigore.</br>Il deputato federalista [[Massimo Teodori]] scrive una lettera aperta alla presidente della camera, [[Nilde Jotti]], sull'aumento delle spese di missione dei parlamentari. Alla camera tale voce di bilancio è passata dai 300 milioni del 1981 ai 4,7 miliardi del 1989. Secondo Teodori gran parte dei viaggi all'estero non hanno una effettiva utilitià ed è sempre più radicato il malcostume di portare al seguito familiari e amici.<ref>Il messaggero, 4 agosto 1989</ref>
*18 agosto: Con un corsivo su [[l'Avanti]] Craxi avverte il governo che si sono strette troppe alleanze locali tra Dc e PCI. La sua contrarietà è condivisa dai repubblicani ma la DC mette le mani avanti, e sostiene che se ne può discutere senza minacciare la crisi. [[De Mita]], da parte sua, sostiene che le alleanze locali non sono prefissate dall'alleanza di governo e che dekka la stabilità dell'esecutivo ne deve rispondere chi la mette in discussione.<ref>Il messaggero, 19 agosto 1988</ref>
*7-8 agosto: il quotidiano [[Il Sole 24 ore]] pubblica una inchiesta sull'evasione dell'[[IVA]] da parte dei lavoratori autonomi (liberi professionisti e commercianti). Secondo il quotidiano economico la voragine dell'imposta inevasa tra il 1983 e il 1985 ammonta a oltre 200.000 miliardi. L'ammanco è considerato di particolare gravità per il condono fiscale deciso dal precedente esecutivo. Dal governo non ci sono commenti, salvo la conferma che per il consiglio dei ministri del 25 agosto si prenderanno decisioni sui fronti della spesa pubblica, della sanità, dell'evasione fiscale e dell''indebitamento dello stato.</br>Nel pieno delle polemiche sull'andamento dell'economia la [[Corte dei conti]] presenta la relazione sul rendiconto generale dello stato per il 1988. La magistratura contabile contesta al governo l'inefficienza dei controlli sulle dichiarazioni dei redditi, scese a -10.000 rispetto al 1987 a fronte di un aumento della spesa da 7.600 a 9.500 miliardi per l'esercizio delle veritiche. Al governo è inoltre contestato l'eccessivo ricorso all'emissione dei titoli di stato a breve termine (passati da 70.000 a 78.000 miliardi), il mancato contenimento della spesa sanitaria (55.500 miliardi) e un eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza.<ref>Il messaggero, 8-9 agosto 1989</ref>
*26 agosto: consiglio dei ministri: il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]] illustra il piano di contenimento della [[spesa pubblica]]. I provvedimenti proposti aumentano le tariffe per ferrovie e trasporti urbani, elimina almeno 10,000 posti letto negli ospedali, intende affidare al privato gran parte delle consegne effettuate dalle Poste e introduce severi divieti nel cumulo delle pensioni. Incalzato dai giornalisti Amato sostiene che senza immediati provvedimenti il deficit di bilancio sfonderà di 25.000 miliardi il tetto fissato dalla finanziaria per il 1988 e di stare lavorando ad un taglio generalizzato delle spese nei settori in cui predomina l'assistenzialismo clientelare.</br>Il ministro per i rapporti col parlamento, [[Sergio Mattarella]], assicura in una intervista che la riforma dei regolamenti parlamentari - che comprende l'abolizione del voto segreto - è uno dei temi prioritari nella imminente ripresa dei lavori parlamentari.<ref>Il messaggero, 27 agosto 1988</ref>
*10 agosto: riuniti in vista della presentazione della legge finanziaria per il 1990 i ministri economici non ritengono necessaria una manovra aggiustativa per settembre. Il governo confida nel condono fiscale per le dichiarazioni infedeli presentate tra il 1983 e il 1987. L'esame dei possibili aumenti della tassa di circolazione, precisa il ministro delle finanze [[Rino Formica]], non implica nessun automatismo, è funzionale al possibile aumento delle tariffe dei trasporti passeggeri e merci messo a punto dal ministero dei trasporti, In vista del consiglio dei ministri del 25 agosto si stanno mettendo a punto numerosi tagli alla spesa pubblica.<ref>Il messaggero, 11 agosto 1989</ref>
*29 agosto: intervistato da [[la Repubblica]] il ministro delle finanze, [[Emilio Colombo]], sostiene che la riforma fiscale rischia di rimanere la grande incompiuta del governo. Tra i problemi c'è l'opposizione dei repubblicani al condono sulle tasse dei lavoratori autonomi, parte del progetto di riforma per artigiani, commercianti e liberi professionisti. DC e PSI sostengono che si tratta di una tassa per l'avvio del nuovo regime ma i veti incrociati della maggioranza rischiano di far saltare l'approvazione al momento prevista per il 3 settembre.<ref>Il messaggero, 30 agosto 1988</ref>
*16 agosto: il ministro della sanità, [[Francesco De Lorenzo]], fa effettuare controlli in oltre 400 strutture tra case di riposo per anziani e di cura e assistenza per disabili. Sono accertate 268 infrazioni penali e 461 di natura amministrativa per la somministrazione di farmaci e cibo scaduti, o comunque conservati in pessime condizioni igieniche. Viene anche avviata una indagine per truffa ai danni del [[servizio sanitario nazionale]], attuata mediante il riciclaggio delle fustelle dei farmaci su ricette compilate da medici compiacenti, e per l'effettiva destinazione dei cospicui contributi erogati dalle regioni per ogni ricoverato. Tre strutture sono chiuse sul momento, per altre 12 (tutte abusive) viene richiesto il sequestro. Dal parlamento si chiede che il ministro vada a riferire sulla gravità del problema.</br>Il ministro delle poste, [[Oscar Mammì]], fa sapere che entro la fine del mese si riunirà con i colleghi del tesoro e del bilancio per studiare un generalizzato aumento delle tariffe postali, finalizzato a riordinare i conti di un servizio che ha un rosso di 1.945 miliardi (+209 rispetto al 1987) a causa di incassi che non coprono nemmeno il 10% dei costi di gestione. Gli aumenti, precisa Mammì, dovranno tenere conto del contenimento al 6% del tasso di [[inflazione]].<ref>Il messaggero,17 agosto 1989</ref>
*30 agosto: il [[Consiglio di stato]] ribalta la sentenza del [[TAR]] del Lazio che consente di uscire da scuola agli studenti che non si avvalgono dell'insegnamento della religione cattolica. La materia è parte integrante dei programmi, chi non frequenta queste lezioni deve optare per materie alternative. L'accordo tra il cardinale [[Ugo Poletti]] e l'ex ministro [[Franca Falcucci]] inasprisce ulteriormente i rapporti nella maggioranza, incalzata dalle proteste dell'Unione delle comunità ebraiche e della Tavola Valdese sull'inerzia del ministro [[Giovanni Galloni]] sul tema delle materie alternative.<ref>Il messaggero, 31 agosto 1988</ref>
*22 agosto: mentre viene annunciata la convocazione del consiglio dei ministri per il 30 ottobre i ministri del tesoro e del bilancio tornano a incontrarsi per studiare misure atte a ridurre da 152.000 a 133.000 miliardi il fabbisogno dello stato per il 1989. In vista della presentazione della legge finanziaria tutti i ministri sono invitati a presentare misure per ridurre il fabbisogno dei singoli ministeri alla luce degli ultimi dati relativi al debito estero, che ad agosto ha raggiunto la cifra di 70.000 miliardi e dalla necessità di reperire 17.000 miliardi per l'esercizio in corso.</br>Una sentenza del tribunale di Gorizia pone una pesante ipoteca sul condono fiscale, dal quale si prevedere di ricavare 11.500 miliardi in tre anni. In un processo per mancato versamento di ritenute d'acconto il giudice sostiene che la riapertura dei termini non ha rilevanza agli effetti penali, ciò che potrebbe spingere molti lavoratori autonomi a non presentare la domanda.<ref>Il messaggero, 23 agosto 1989</ref>
*27 agosto: l'ex presidente delle ferrovie, [[Lodovico Ligato]], sotto indagine per lo scandalo delle lenzuola d'oro, viene ucciso da un commando armato di fronte alla sua villa di Reggio Calabria.<ref>Il messaggero, 28 agosto 1989</ref>
*31 agosto: consiglio dei ministri: a dispetto di ogni previsione l'esecutivo non discute di temi economici. Il ministro della pubblica istruzione, [[Sergio Mattarella]], reitera un decreto del governo precedente per l'immissione in ruolo di 50.000 docenti precari. Sono inoltre approvati un decreto per la riforma dell'[[ISTAT]] e un disegno di legge per l'istituzione dell'anagrafe e il censimento degli italiani residenti all'estero. Respinta la proposta del ministro delle partecipazioni statali, [[Carlo Fracanzani]], per uno stanziamento complessivo di 460 miliardi a [[IRI]], [[ENI]] e [[Efim]]. [[Andreotti]] sostiene che l'approvazione di spese è condizionata alla messa a punto della legge finanziaria per il 1990.</br>Il prefetto di Roma fissa la data delle elezioni comunali anticipate al 29 marzo. La decisione apre un fronte polemico tra i partiti della maggioranza per un presunto accordo tra [[Craxi]] e [[Andreotti]] che assegna a [[Franco Carraro]] la carica di sindaco della futura giunta [[pentapartito]]. Una parte del PSI romano si dichiara contrario ed oppone la candidatura di [[Giuliano Vassalli]] provocando problemi alla direzione nazionale, che deve mediare coi repubblicani la rinuncia a indicare come sindaco [[Oscar Mammì]].<ref>Il messaggero, 30 agosto 1989</ref>
 
==== Settembre ====
*1 settembre: il ministro del bilancio, [[Paolo Cirino Pomicino]], conferma in una intervista che nonostante il problema del reperimento dei 17.000 miliardi la legge finanziaria sarà regolarmente presentata entro la fine del mese. Assicura inoltre che al momento non si prevede una manovra concentrata su aumenti e nuove tasse, anche se i singoli ministeri sono restii a diminuire il fondo spese annuale per il 1990.<ref>Il messaggero, 2 settembre 1989</ref>
*2 settembre: consiglio dei ministri: viene approvato il piano del ministro [[Giorgio Ruffolo]] per lo smaltimento dei rifiuti tossici su base comunale, con divieto assoluto di esportazione in paesi poco o nulla industrializzati. Ogni regione dovrà avere un impianto inceneritore e presso il ministero dell'ambiente è istituita un'"anagrafe" delle industrie che producono scorie pericolose. E' inoltre approvato il disegno di legge che affida speciali poter di indaginei all'alto commissariato antimafia, in particolare sulle banche e sugli appalti.<ref>Il messaggero, 3 settembre 1988</ref>
*2 settembre: a nome della direzione nazionale comunista [[Antonio Bassolino]] chiede le dimissioni del ministro del mezzogiorno. [[Riccardo Misasi]] viene accusato di [[reticenza]] sul caso dell'omicidio di [[Lodivoc Ligato]] e viene additato come complice di un sistema di potere in cui è pienamente invischiato.</br>A tre settimane dalla scandenza per la presentazione della finanziaria l'economista [[Antonio Silvano Andriani|Silvano Andriani]], deputato comunista, sostiene in una intervista che il ministro del tesoro, [[Guido Carli]], si sta preoccupando della tenuta della lira, del [[tasso di sconto]] e dei tassi di interesse e delle garanzie per i risparmiatori. Il ministro, aggiunge, non fa alcun cenno al problema della [[spesa pubblica]] e alla riduzione del deficit di bilancio. Un risparmio di 17.000 miliardi al momento non comporta alcuna differenza.<ref>Il messaggero, 3 settembre 1989</ref>
*6-9 settembre: il ministro del tesoro, [[Giuliano Amato]], impegnato in un giro di consultazioni sulla seconda parte della manovra correttiva, incassa tre no dai ministri delle partecipazioni statali, della sanità e delle finanze sull'ipotesi di contenere la [[spesa pubblica]] con semplici tagli ai bilanci dei tre ministeri.</br>Il ministro delle finanze si incontra col suo predecessore [[Bruno Visentini]] e annuncia un accordo che fa rientrare l'opposizione del PRI. I termini del provvedimento dovrebbero essere discussi ed approvati nel primo consiglio dei ministri utile ma Visentini smentisce che sia stato stretto un patto e rinvia la posizione ufficiale repubblicana alla pubblicazione del provvedimento. Da una successiva riunione dei tre ministri finanziari emerge la mancanza di 7-8.000 miliardi di nuove entrate per il 1989. Questo dato, unito all'allarme della [[Banca d'Italia]] sul [[debito pubblico]], che ha superato la soglia dei 900.000 miliardi, porta a considerare il condono fiscale per i lavoratori autonomi l'unica alternativa alla prospettiva di dover tagliare le spese ovunque sia possibile. Il segretario liberale [[Renato Altissimo]] esclude l'ipotesi di un condono generalizzato ma apre alla cosiddetta "tassa di ingresso" per i contribuenti che intendono mettersi in regola.<ref>Il messaggero, 7-10 settembre 1988</ref>
[[File:Giorgio Covi.jpg|thumb|150px|Giorgio Covi]]
*14 settembre: la conferenza dei capigruppo della camera decide 5 voti contro 4 di dare la precedenza all'abolizione del voto segreto. Il governo esclude qualsiasi accordo con le opposizioni, che annunciano manovre ostruzionistiche.<ref>Il messaggero, 15 settembre 1988</ref>
*2 settembre: parlando alla festa dell'amicizia di Palermo il ministro [[Carlo Donat Cattin]] sostiene che non è accettabile che tutti i magistrati attivi in Sicilia siano originari dell'isola. L'idea che qualcuno tra questi ultimi sia stato indirizzato agli studi giuridici da una famiglia mafiosa scatena un putiferio di polemiche. Il PRI, per voce del senatore [[Giorgio Covi]] chiede le dimissioni dell'esponente democristiano. La DC non prende posizione. Tutte le opposizioni si associano alla richiesta di dimissioni e chiedono a [[Andreotti]] di intervenire e di riferire in parlamento sull'accaduto.<ref>Il messaggero, 3 settembre 1989</ref>
*16 settembre: consiglio dei ministri: viene approvato il nuovo regime fiscale per lavoratori autonomi e imprese minori. Il ministro delle finanze conferma l'intenzione del governo di incoraggiare il passaggio con un provvedimento di condono che frutterà un gettito tra i 5.000 e i 20.000 miliardi. Viene pesantemente contestata la proposta del ministro della sanità per il passaggio dell'assistenza degli autonomi da diretta a indiretta.</br>L'aula della camera fissa al 27 settembre l'avvio della discussione sull'abolizione del voto segreto.<ref>Il messaggero, 17 settembre 1988</ref>
*4-6 settembre: dopo alcuni giorni di voci non confermate esplode uno scandalo che coinvolge la filiale di [[Atlanta]] della [[Banca Nazionale del Lavoro]] e il presidente e il direttore generale dell'istituto, [[Nerio Nesi]] (PSI) e [[Giacomo Pedde]] (DC). Secondo una indagine condotta dall'[[FBI]] il direttore della filiale d'oltreoceano ha favorito centinaia di operazioni di finanziamento verso imprese americane e italiane che volevano esportare in [[Iraq]], per un totale che si aggira intorno a 2,9 miliardi di dollari (3.700 miliardi di lire). Tutte queste operazioni sono state svolte senza le necessarie autorizzazioni delle direzione generale statunitense, senza l'esercizio del controllo da parte della sede centrale e non risultano coperte dalle necessarie garanzie. Tutte le opposizioni, imitate da socialdemocratici e repubblicani, presentano centinaia di interrogazioni e chiedono al governo di riferire in parlamento. Nesi e Pedde si dimettono e si apre uno scontro nella maggioranza per la nomina di [[Giampiero Cantoni]] e [[Paolo Savona]].<ref>Il messaggero, 5-7 settembre 1989</ref>
*22-23 settembre: consiglio dei ministri: convocato per discutere ed approvare la legge finanziaria il governo riesce solo a fissare a 117.250 miliardi il deficit per il 1989, a 15.400 milliardi la riduzione delle spese e a 14.800 miliardi le nuove entrate. Secondo il ministro del tesoro il problema è la mancata approvazione delle leggi di accompagnamento ma sulla stampa si fa avanti l'idea di un contrasto sul voto segreto tra la DC (che vorrebbe stringere un accordo con le opposizioni) e il PSI (che ne chiede l'abrogazione totale). Dopo un colloquio tra Craxi e De Mita quest'ultimo convoca i capigruppo della maggioranza e mette definitivamente a punto l'accordo per l'abrogazione. Il voto segreto sarà mantenuto in pochi e determinati casi.<ref>Il messaggero, 23-24 settembre 1988</ref>
*8 settembre: parlando all'inaugurazione della [[Fiera del Levante]] il ministro dell'industria, [[Adolfo Battaglia]] anticipa l'intenzione del governo di aumentare varie tariffe con un rincario medio del 3,5%. I ritocchi riguarderanno in primis i biglietti aerei e i pedaggi autostradali - che dovrebbero essere formalizzati entro pochi giorni - ma ulteriori aumenti saranno varati quanto prima per le tariffe elettriche e telefoniche per il metano destinato al riscaldamento e per le imposte indirette.<ref>Il messaggero, 9 settembre 1989</ref>
*27 settembre: inizia la discussione alla camera sull'abolizione del voto segreto. Il governo si salva per nove e tredici voti su due votazioni di carattere preliminare (mozione di incostituzionalità e sospensiva del dibattito). In una riunione convocata dal ministro delle riforme, [[Antonio Maccanico]], i capigruppo di PLI, PRI e PSDI chiedono di mantenere la votazione segreta anche sulle norme di modifica della Costituzione e della legge elettorale. I socialisti non recedono dalla propria posizione e accusano la presidente [[Nilde Jotti]] di voler procedere con votazioni a maggioranza semplice che consentirebbero la somma di voti delle opposizioni e franchi tiratori.<ref>Il messaggero, 28 settembre 1988</ref>
*11 settembre: una nota ufficiale del governo [[Iraq|irakeno]] smentisce che dietro le operazioni compiute con la filiale di Atlanta della BNL ci sia un traffico di armi legato al [[Guerra Iran-Iraq|conflitto]] con l'Iran, ed aggiunge che i rapporti sono iniziati nel 1982, quando la sede non era guidata da un altro direttore. Il comunicato non offre alcuna assicurazione sul debito di 3.700 miliardi. I giudici romani continuano intanto a procedere per il solo reato di falso in bilancio mentre si acutizzano le polemiche e i distinguo tra i partiti della maggioranza, Il ministro del tesoro, [[Guido Carli]], e il governatore della Banca d'Italia, [[Carlo Azeglio Ciampi]], annunciano un iniezione di liquidita all'istituto attraverso l'emissione di obbligazioni che verrebbero sottoscritte dall'[[IMI]]. I comunisti, intanto, si dichirano pronti a chiedere l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta.<ref>Il messaggero, 12 settembre 1989</ref>
*28 settembre: il governo approva la legge finanziaria per il 1989, che prevede di ridurre il deficit di bilancio da 149.000 a 117.000 miliardi. Le leggi di accompagnamento sono dieci, e realizzano 30.000 miliardi tra tagli alla spesa e nuove entrate. Confermato il condono per gli autonomi, che realizzerà potenzialmente 4.400 miliardi nel solo 1989 e viene definito un pedaggio per entrare nel nuovo regime fiscale. Non sono istituiti nuovi ticket sanitari o aumenti di quelli in vigore: viene fissato un tetto alla spesa delle USL, oltre il quale le regioni dovranno coprire la spesa con nuovi ticket.<ref>Il messaggero, 29 settembre 1988</ref>
*12 settembre: il ministro del bilancio, [[Paolo Cirino Pomicino]], anticipa in grandi linee la manovra economica che dovrà accompagnare la legge finanziaria di prossima presentazione. Il fabbisogno è ora indicato in 20.000 miliardi, necessari per un piano di investimenti già messo a punto dal [[Governo De Mita|precedente governo.]]<ref>Il messaggero, 13 settembre 1989</ref>
*14 settembre: le commissioni giustizia e affari sociali del senato iniziano la discussione sul disegno di legge per la prevenzione della tossicodipendenza. Per [[Craxi]], sostenitore della linea dura anche contro il consumo, è un banco di prova per il governo ma l'approvazione a breve termine è messa in dubbio dal ministro degli affari sociali, [[Rosa Russo Jervolino]], dal momento che per le camere incombono gli adempimenti costituzionali del bilancio.</br>Il ministro del tesoro, ascoltato dalla commissione finanze del senato, sostiene che sul caso della sede BNL di Atlanta le colpe vanno ricercate nell'atteggiamento della sede centrale, che non ha esercitato dei veri controlli nonostante le tracce che ogni operazione lasciava nella contabilità generale. [[Guido Carli]] sostiene che l'esposizione creditizia dell'istituto è di 4.200 miliardi di lire e che l'operazione di salvataggio sarà affidata ad un finanziamento da 1.400 miliardi affidato a [[INA]] e [[INPS]]. La ricostruzione è contestata dalle opposizioni e accolta con alcune riserve da repubblicani e liberali; a Carli viene contestato di non aver sottolineato l'inerzia del governo ai rapporti presentati dalla [[Banca d'Italia]].<ref>Il messaggero, 15 settembre 1989</ref>
*16-18 settembre: consiglio nazionale PRI: la linea politica della segreteria è contestata da una minoranza guidata da [[Aristide Gunnella]]. Secondo quest'ultimo [[Giorgio La Malfa]] ha subordinato il partito agli interessi della DC trascurando il dialogo con i socialisti per la costruzione di un'alternanza alla guida del governo. Il segretario, forte di una maggioranza del 97%, sostiene che il partito è impegnato nel governo ma al contempo non esclude che possano aprirsi altre vie per la formazione di future maggioranze.</br>Le conclusioni dell'assise repubblicana sono ben accolte dalla sinistra socialista, riunita nel convegno "I tempi dell'alternativa". [[Claudio Signorile]] sostiene la necessità di comprendere i repubblicani in uno schieramento aperto anche a comunisti, radicali e verdi, che dispone sulla carta del 55% delle aule parlamentari. I tempi, aggiunge, sono maturi per le forti divisioni interne emerse nella DC a seguito delle elezioni anticipate a Roma, dove [[Franco Carraro]] potrebbe presiedere una giunta di sinistra in luogo della prevista alleanza di [[pentapartito]].<ref>Il messaggero, 17-19 settembre 1989</ref>
*18 settembre: parlando alla [[Fiera del Levante]] [[Andreotti]] esce da un riserbo durato oltre un mese e sostiene che nella situazione presente l'appuntamento col mercato europeo nel 1992 richiede misure e sacrifici da parte di tutti. L'esecutivo non proseguirà sulla strada dei provvedimenti tampone perché l'economia italiana ha bisogno di un rinnovamento strutturale. La finanziaria per il 1990, aggiunge il presidente del consiglio, non cercherà coperture temporanee per il fabbisogno ma sarà indirizzata ad una revisione della spesa che riduca al minimo l'imposizione fiscale.<ref>Il messaggero, 19 settembre 1989</ref>
*20 settembre: un editoriale de [[La voce repubblicana]] riapre lo scontro nella maggioranza sulla legge per la regolamentazione dell'emittenza radiotelevisiva. I repubblicani sconfessano di fatto la proposta elaborata dal ministro [[Oscar Mammì]] e chiedono il rispetto della sentenza della [[Corte costituzionale]] che ha dichiarato inammissibile il duopolio chiuso [[RAI]]-[[Fininvest]].</br>I ministri economici e i responsabili di settore dei partiti della maggioranza annunciano un accordo di massima per la legge finanziaria, che sarà accompagnata da otto leggi collegate. La manovrà definisce tagli e tasse per 20.000 miliardi e si pone l'obiettivo di contenere il deficit di bilancio a 133.000 miliardi. La spesa dei ministeri sarà ridotta di 2.500 miliardi, mentre altri 4.000 saranno recuperati da tagli verso gli enti locali, cui sarà concessa una maggiore autonomia impositiva.<ref>Il messaggero, 19 settembre 1989</ref>
*22 novembre: consiglio dei ministri: viene approvato il decreto legge per l'entrata in vigore del nuovo [[codice di procedura penale]], fissata al 25 ottobre. Il ministro della giustizia ufficializza inoltre la decisione di varare un [[amnistia]] finalizzata a smaltire gli arretrati degli uffici giudiziari in vista dell'importante appuntamento. La sua approvazione parlamentare entro un mese è tuttavia messa in dubbio da richieste incrociate relative alle esclusioni (reati contro la pubblica amministrazione, mafia e terrorismo). Viene prorogato al 15 ottobre il termine per la presentazione delle domande di condono per le imposte inevase dai lavoratori autonomi. Tra gli altri provvedimenti è approvato un decreto legge per il risanamento del settore sanitario, che prevede l'istituzione di tesorerie provinciali per le Usl e nuove modalità di verifica delle esenzioni dai ticket sanitari, e la definitiva proroga per le domande del condono fiscale al 15 ottobre.<ref>Il messaggero, 22 novembre 1989</ref>
[[File:Giovanni Prandini.jpg|thumb|150px|Giovanni Prandini]]
*23 novembre: il ministro dei lavori pubblici, [[Giovanni Prandini]], sostiene in una intervista la necessità di riformare il mercato degli affitti immobiliari mediante l'abolizione dell'[[equo canone]] nelle città fino a 200.000 abitanti e una migliore regolamentazione nei rapporti tra proprietari e inquilini nelle altre. Annuncia inoltre un piano straordinario di costruzione di 50.000 nuove case, che verrà discusso al prossimo consiglio dei ministri come una delle leggi di accompagnamento della finanziaria.<ref>Il messaggero, 24 novembre 1989</ref>
*27 novembre: il governo viene sconfitto alla camera sul decreto che introduce sgravi fiscali tra i 1.000 e i 2.000 miliardi per il gruppo [[Enimont]] in vista dell'avvio della quotazione del titolo in Borsa. Decade anche la depenalizzazione per gli autonomi che decidono di avvalersi del condono fiscale, inserita nella terza reiterazione del provvedimento. Con 192 voti contrari (tra i quali quelli di numerosi membri della maggioranza) 176 a favore e 6 astensioni passa l'eccezione di costituzionalità presentata dal PCI, secondo il quale l'estensione degli sgravi ad altri gruppi apre le porte ad una possibile impunità per i grandi evasori. Il ministro delle finanze dichiara che il governo non andrà contro la volontà del parlamento e rinuncia alla depenalizzazione.<ref>Il messaggero, 28 novembre 1989</ref>
*29 novembre-1 ottobre: consiglio dei ministri: il governo vara la legge finanziaria, gli otto disegni di legge collegati e un decreto che anticipa circa 1.200 miliardi sulla manovra per il 1990. Quest'ultimo aumenta con effetto immediato la benzina (tranne la verde) e il gasolio (+50 lire) le tariffe elettriche (+7 lire), l'imposta di registro (raddoppiata) e l'imposta sui premi delle lotterie, portata al 20%. La finanziaria, che prevede un tetto di 133.000 miliardi al disavanzo per il 1990, aumenta dal 1 gennaio il bollo auto (+50%) e le concessioni governative (+20%) e prevede un riassetto di vari tributi a partire da [[INVIM]] e [[ILOR]], che verranno sostituite dall'[[ICI]]. Per il piano casa del ministro Prandini sono stanziati 8.000 miliardi in tre anni. [[Andreotti]] dichiara ai telegiorali che i sacrifici sono necessari per evitare una [[bancarotta]] dello stato, che onora 109.000 miliardi all'anno di interessi sul [[debito pubblico]]. Tutte le opposizioni accusano il governo di non aver intrapreso una nuova strada ma di continuare a mettere toppe sui debiti senza incidere sul contenimento della [[spesa pubblica]].</br>Rispondendo ad una intervista televisiva [[Andreotti]] sostiene che la finanziaria per il 1990 (12.500 miliardi) impone sacrifici necessari. Il governo deve onorare il peso degli interessi sul debito pubblico (300 miliardi al giorno) e al contempo preparare l'economia all'appuntamento con la libera circolazione dei capitali (dal 1 luglio 1990), ed assicura che la legge di bilancio non prevede soltanto tagli ma anche forti investimenti sulle infrastrutture e l'edilizia.<ref>Il messaggero, 30 novembre-2 dicembre 1989</ref>
 
==== Ottobre ====
*1-4 ottobre: comitato centrale PCI: l'assise si rivela particolarmente animata per il contrasto tra i favorevoli (Napolitano) e i contrari (Cossutta) ad una rinnovata collaborazione coi socialisti. La contesa è legata alle imminenti elezioni comunali anticipate di Roma, alla presa di posizione dei vescovi a favore della DC e alle manovre dei partiti per intercettare il voto cattolico. L'ordine del giorno della segreteria, per un alleanza di governo alternativa, è approvato a larghissima maggioranza, coi soli voti contrari di [[Armando Cossutta]], [[Gian Mario Cazzaniga]] e [[Giovanni Bacciardi]].</br>Nelle stesse ore [[Giorgio La Malfa]] e [[Oscar Mammì]] sostengono la necessità di una grande coalizione per Roma che lasci fuori soltanto i missini e l'estrema sinistra. I repubblicani, sostiene un corsivo de [[la Voce repubblicana]], potrebbero altrimenti non entrare nell'ipotizzata giunta [[pentapartito]] capeggiata da [[Franco Carraro]]. <ref>Il messaggero, 2-4 ottobre 1989</ref>
*1-4 ottobre: con l'avvicinarsi del voto finale il presidente del consiglio afferma che sull'abolizione del voto segreto è in gioco non solo la stabilità del governo ma il proseguimento della legislatura. Un eventuale stravolgimento della proposta, frutto di una intesa tra opposizioni e franchi tiratori democristiani, porterebbe ad anticipare le elezioni a gennaio 1989. [[Andreotti]], da parte sua, dichiara a sorpresa che l'abolizione dovrebbe rientrare nel quadro di una generale riforma dei regolamenti parlamentari e non può prescindere da una larga intesa con tutti i partiti rappresentati. La presa di posizione del ministro degli esteri è condivisa da [[Flaminio Piccoli]] e [[Varlo Donat Cattin]] ma una proposta in extremis del PCI per il voto palese sulla finanziaria e il rinvio della riforma viene respinta da De Mita e Craxi. Quest'ultimo accusa gli oppositori nella DC di manovre pre-congressuali.<ref>Il messaggero, 2-5 ottobre 1988</ref>
*5 ottobre: le commissioni sanità e giustizia del senato approvano l'art. 12 della legge Jervolino-Vassalli sulla droga, che prevede la punibilità dei consumatori. L'approvazione apre un fronte polemico tra il governo e gran parte dell'associazionismo cattolico quando manca un mese alle elezioni di Roma. I contrari sostengono che a dover essere punita è la carenza istituzionale sui fronti della prevenzione e del recupero. I socialisti mettono subito le mani avanti a difesa della norma, alla quale condizionano il buon esito della prossima formazione della giunta romana.<ref>Il messaggero, 6 ottobre 1989</ref>
*10-13 ottobre: dopo una settimana di incontri e discussioni ad ogni livello la giunta dei regolamenti della camera licenzia il testo definitivo della proposta, denominato compromesso delle camere alterne perché prevede l'impiego alternato del voto palese nei due rami del parlamento. La decisione chiude ogni dialogo con le opposizioni e lo scontro passa sulle modalità della votazione, dal momento che su cinque delle sei innovazioni concordano tutti i partiti. La decisione della presidente Iotti di procedere ad una sola votazione provoca un duro scontro tra la presidenza e i gruppi di opposizione.<ref>Il messaggero, 11-14 ottobre 1988</ref>
*6 ottobre: emergono malumori nella maggioranza per la proposta di [[Craxi]], appoggiata da [[Forlani]], per l'introduzione di uno sbarramento al 5% nella legge elettorale per i comuni superiori ai 15.000 abitanti. La proposta è stata rilanciata dopo il record delle 23 liste presentate per le elezioni romane e trova l'immediata opposizione dei partiti minori della maggioranza e di tutte le opposizioni. Repubblicani e liberali sostengono che tale modifica sarebbe inutile per le divisioni interne dei partiti, che si ripercuoterebbero comunque sulle assemblee elette. Il [[Censis]] rende intanto noti i risultati di un sondaggio tra i sindaci italiani, che a maggioranza sostengono la necessità di introdurre l'elezione diretta dei primi cittadini.<ref>Il messaggero, 7 ottobre 1989</ref>
*14 ottobre: con 324 voti favorevoli su 381 presenti (sette più della maggioranza minima di 316, con non meno di 40 franchi tiratori), la camera approva la modifica dell'articolo 49 del regolamento. Il voto segreto rimane per le votazioni riguardanti le persone: a richiesta da votare è ammesso sui principi e diritti della libertà, su ulteriori modifiche del regolamento, sull'istituzione di commissioni di inchiesta e sulle nomine e le leggi riguardanti gli organi costituzionali dello stato. Il capogruppo dei deputati DC, [[Mino Martinazzoli]], propone di introdurre l'obbligo di firma per non vanificare i vantaggi ottenuti. Il repubblicano [[Antonio Del Pennino]], a sua volta, propone di legare la diaria parlamentare alle presenze.<ref>Il messaggero,15 ottobre 1988</ref>
*10 ottobre: il cardinale [[Ugo Poletti]], vicario della diocesi di Roma, invita i cattolici ad andare alle urne. L'alto prelato non nomina nessun partito ma i suoi riferimenti a vincere il risentimento e la ripugnanza per il malcostume politico sono associati alla caduta del sindaco [[Pietro Giubilo]], che potrebbe indirizzare il voto dei fedeli ad altre autorevoli figure presenti in altre liste a partire dal principe [[Sforza Ruspoli]], capolista del MSI. Quella di Poletti è inoltre vista come una presa di posizione contro la Comunità di S. Egidio, che ha dichiarato come proprio punto di riferimento i cattolici progressisti presenti nella lista del PCI. [[Achille Occhetto]], da parte sua, ribatte in un comizio che il problema della DC romana e la possibile perdita di voti va individuata nel dominio degli andreottiani, in particolare di [[Vittorio Sbardella]], che hanno ignorato tutte le istanze provenienti dall'associazionismo cattolico e riempito di propri fedellisimi le liste per il comune e le circoscrizioni.<ref>Il messaggero, 11 ottobre 1989</ref>
*17 ottobre: consiglio dei ministri: viene approvata la riforma della legge del 1975 sugli stupefacenti e la prevenzione e la cura dei tossicodipendenti. Il comitato anti-droga presso la presidenza del consiglio è sostituito da un comitato tecnico-scientifico presieduto dal ministro degli affari speciali. Agli investigatori è concesso di acquistare droga per infiltrarsi nelle bande di spacciatori e di ritardare gli arresti. E' inoltre approvato un aumento degli assegni di pensione minimi, con ritocchi da 50.000 a 80.000 lire, e delle pensioni sociali (+125.000 lire).<ref>Il messaggero, 18 ottobre 1988</ref>
*12-16 ottobre: assemblea nazionale PSI: nella relazione di apertura [[Craxi]] boccia il corso riformista di [[Achille Occhetto]], giudicandolo un mero adattamento al progressivo crollo dei regimi dell'est europeo, e attacca il cardinale [[Ugo Poletti]], che coi suoi interventi nega la libertà politica dei cattolici. Relazione e dibattito sono incentrati sulle elezioni comunali di Roma, per le quali il PSI punta tutto sulla figura di [[Franco Carraro]]. Il segretaruio socialista chiude ad ogni ipotesi di riconoscimento di correnti interne ma il partito è comunque diviso.<ref>Il messaggero, 13-17 ottobre 1989</ref>
*21-22 ottobre: a una settimana dall'abrogazione del voto segreto si pone il problema dell'assenteismo dei deputati nelle votazioni più importanti. Nelle file della maggioranza si registrano assenze di poco superori al 50% ma anche i partiti dell'opposizione non sono da meno. Nella discussione sulla legge per i rifiuti tossici il governo viene battuto 15 volte di seguito nella stessa seduta. In una settimana il numero legale viene a mancare sei volte.<ref>Il messaggero, 22-23 ottobre 1988</ref>
*12 ottobre: ascoltato dalla commissione finanze della camera il governatore della [[Banca d'Italia]], [[Carlo Azeglio Ciampi]], ribadisce la linea dell'istituto sul disegno di legge per l'apertura ai privati delle banche pubbliche. Per Ciampi è fondamentale recepire la proposta democristiana di inserire nel provvedimento una norma che limiti la partecipazione dei gruppi privati ad un massimo del 49% dei capitali. La Banca d'Italia - aggiunge - è da anni favorevole ad una [[diversificazione]] degli assetti societari tenendo conto che la privatizzazione non è un bene in sé.</br>[[Armando Cossutta]] rilascia una intervista al settimanale [[l'Espresso]] nella quale sostiene che la segreteria vuole escludere dal PCI chi vuole essere e rimanere comunista. Nel partito, aggiunge, le correnti si rendono ora necessarie affinché le minoranze possano aspirare alla sua guida. I dissidenti del nuovo corso non escludono di uscire dal partito per confluire in [[Democrazia proletaria]] o, addirittura, fondare un nuovo soggetto politico.<ref>Il messaggero, 13 ottobre 1989</ref>
*26 ottobre: coi voti di DC, PSI, PSDI, radicali e verdi il parlamento in seduta comune vota per il proseguimento delle indagini su [[Franco Nicolazzi]] e [[Clelio Darida]] per lo scandalo delle carceri d'oro. Definitivamente archiviata la posizione di [[Vittorino Colombo]].</br>A seguito della decisione si prospetta una scissione nel PSDI. In vista del congresso nazionale di primavera la minoranza che fa capo a [[Pierluigi Romita]] e [[Graziano Ciocia]] contesta la maggioranza di [[Franco Nicolazzi]] e [[Antonio Cariglia]] e sostiene la necessità di una nuova e definitiva riunificazione dei due partiti socialisti.</br>A seguito della decisione del parlamento il presidente della commissione inquirente, [[Egidio Sterpa]], rassegna le dimissioni. Secondo l'esponente liberale l'aula ha respinto le conclusioni dell'inchiesta sapendo che la commissione - a causa del referendum abrogativo - non avrà il tempo di poterla riesaminare.<ref>Il messaggero, 27 ottobre 1988</ref>
*15 ottobre: La prima sezione della corte d'appello civile di Roma emette una sentenza che riconosce il danno artistico prodotto dall'eccessivo affolamento di interruzioni pubblicitarie nei film. La causa è stata promossa dal figlio di [[Pietro Germi]] nei confronti di [[Reteitalia]] (gruppo [[Fininvest]]) dopo una trasmissione del film [[Serafino (film)|Serafino]] eccessivamente frammentata da spot pubblicitari. La sentenza ribalta quella di primo grado, che ha sostenuto che le interruzioni devono essere stabilite caso per caso, valutando la qualità artistica delle pellicole, ed è favorevolmente accolta da [[Citto Maselli], presidente dell'associazione autori cinematografici. [[Walter Veltroni]] e [[Lina Wertmuller]] avvertono tuttavia che è tardiva, che sono dieci anni che le reti private si arricchiscono alle spalle di autori e registi e che le produzioni sono monopolizzate dallo strapotere della casa di produzione di [[Silvio Berlusconi]].<ref>Il messaggero, 16 ottobre 1989</ref>
*27 ottobre: la [[Corte costituzionale]] dichiara illeggittimi gli articoli delle leggi finanziarie per il 1984 e 1985 che consentono il rimborso di prestazioni specialistiche costose solo se effettuate in strutture pubbliche o convenzionati. In base all'art. 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute e ne impone allo stato la tutela, la Consulta dichiara illeggittimo il mancato rimborso quando la prestazione sia stata dichiarata indispensabile dal medico di base e le strutture pubbliche o convenzionate non siano in grado di assicurarle. Il ministro della sanità, [[Carlo Donat Cattin]], è chiamato ad emettere una circolare che fissi le modalità dei rimborsi e preveda i relativi stanziamenti di bilancio.<ref>Il messaggero, 28 ottobre 1988</ref>
[[File:BorriCarmelo Conte.jpg|thumb|150px|AndreaCarmelo BorriConte]]
*17 ottobre: [[Guido Bodrato]], esponente della sinistra democristiana, rilascia un'intervista al settimanale di [[Comunione e liberazione]] dove attacca quattro ministri, due dei quali del suo stesso partito. Secondo il vice-segretario, fedelissimo di [[De Mita]], [[Gianni Prandini]] (forlaniano) e [[Paolo Cirino Pomicino]] (andreottiano), assieme a [[Carmelo Conte]] e [[Francesco De Lorenzo]] agiscono indipendentemente dalle decisioni del governo stanziando forti somme per garantire gli interessi clientelari dell'esecutivo. Ai quattro ministri sono contestati diversi provvedimenti che conferiscono un forte potere discrezionale nella gestione della spesa; Cirino Pomicino per una sene di progetti nel Mezzogiorno, Prandini per la costruzione di 50.000 alloggi riciclando fondi [[Gescal]], Conte per gli interventi speciali nelle grandi città, De Lorenzo per favorire gli operatori privati della sanità. Gli interessati non commentano. Democristiani, socialisti e liberali si dichiarano sorpresi, repubblicani e socialdemocratici concordano coi toni dell'intervista. [[Forlani]] e [[Craxi]] sostengono che il problema non esiste.</br>In un'assemblea comune i cattolici di S. Egidio, della comunità di Capodarco, delle Acli e dell'Agesci respingono l'invito del cardinale [[Ugo Poletti]] a votare la DC alle elezioni comunali di Roma a prescindere dal malcostume che impera nel partito romano. [[Andrea Ricciardi]], presidente della [[Comunità di sant'Egidio]] dichiara che il voto dei cattolici sarà espresso liberamente e non è da escludersi che al turno amministrativo del 1990 possa essere presentata una seconda lista cattolica.<ref>Il messaggero, 18 ottobre 1989</ref>
*29 ottobre-1 novembre: dopo l'ennesima seduta andata a vuoto il presidente della commissione parlamentare di vigilanza sulla [[RAI]], [[Andrea Borri]], sostiene in una intervista che la paralisi dei lavori sulla materia dei tetti pubblicitari è legata alle pressioni di un fronte favorevole a [[Silvio Berlusconi]]. I commissari [[Giuseppe Fiori]] e [[Luciano Azzolini]] denunciano le pressioni esercitate da agenti di [[Programma italia]], un fondo di investimenti legato alla [[Fininvest]], che avvicinano i parlamentari con proposte oltremodo vantaggiose allo scopo di costituire un fronte favorevole agli interessi delle TV private. Il gruppo Fininvest dichiara che non ci sono parlamentari in carica tra i sottoscrittori delle sue offerte. Berlusconi, a sua volta, accusa la Rai di rappresentare una lobby parlamentare, dal momento che molti deputati e senatori sono suoi ex dipendenti. In aula il gruppo comunista chiede un dibattito alla presenza del ministro delle poste, i missini annunciano una mozione contro le inadempienze della commissione, che da cinque anni non presenta la relazione annuale.<ref>Il messaggero, 30 ottobre-1 novembre 1988</ref>
*21 ottobre: parlando ad un incontro pubblico [[Andreotti]] risponde al cardinale [[Ugo Poletti]] che a Roma manca una vera spinta religiosa. Secondo il presidente del consiglio le difficoltà non nascono dal malcostume politica ma dal venir meno dell'attività pastorale della chiesa. L'assunto è pienamente condiviso da Forlani, che però non minimizza la portata degli scandali che hanno costretto [[Pietro Giubilo]] alle dimissioni e al non ripresentarsi alle elezioni. Le dichiarazioni sono accolte con disappunto nell'ambiente ecclesiastico. Mons. [[Luigi Di Liegro]], direttore della [[Caritas]], accusa Andreotti di voler distogliere l'attenzione sul malcostume della DC romana, guidata da un suo fedelissimo, e che la fede non si misura in voti elettorali.<ref>Il messaggero, 22 ottobre 1989</ref>
*25 ottobre: la commissione affari sociali della camera approva con i voti della maggioranza e del MSI il decreto legge sui ticket che consente al governo di modificarli senza passare per l'approvazione parlamentare di un disegno di legge. La modifica arriva nello stesso giorno in cui a Catania si conclude l'assemblea annuale dell'[[ANCI]], che contesta al ministro della sanità l'accusa rivolta a comuni e regioni di male amministrare i fondi della sanità. La stessa assemblea chiede al governo di introdurre una riforma nel sistema elettorale che introduca uno sbarramento o l'elezione diretta dei sindaci.<ref>Il messaggero, 26 ottobre 1989</ref>
*26 ottobre: il ministro della sanità, [[Francesco De Lorenzo]], illustra in una conferenza stampa i risultati delle 1.774 ispezioni che i carabinieri dei [[NAS]] hanno condotto in ospedali, cliniche, stabilimenti di produzione e distribuzione di alimentari e residenze per anziani e disabili. L'operazione ha portato all'accertamento di 3.633 infrazioni amministrative e 1.457 di natura penale, con denuncia di 2.039 persone. Il ministro dichiara che tali risultati, ed altri che verranno col proseguimento delle ispezioni, saranno alla base di una modifica delle normative.</br>Dopo una giornata di attesa [[Andreotti]] annuncia che le nomine degli enti pubblici sono rinviate di almeno una settimana. Alla base di questo inaspettato annuncio è la ripartizione delle presidenze tra i partiti della maggioranza e tra le correnti al loro interno.<ref>Il messaggero, 27 ottobre 1989</ref>
*27 ottobre: consiglio dei ministri: viene approvato un disegno di legge che introduce l'[[amnistia]] per i reati punibili fino a quattro anni di reclusione compiuti fino al 28 luglio. Il provvedimento, che esclude reati finanziari e politici, è giustificato dalla necessità di smaltire gli arretrati della giustizia con l'entrata in vigore del nuovo [[codice di procedura penale]]. E' approvata una modifica costituzionale che toglie al presidente della repubblica la delega in materia. Sono inoltre approvati una riforma del ministero degli esteri, degli espropri per pubblica utilità e lo stanziamento dei 30 miliardi previsti in finanziaria per la produzione della [[benzina]] verde.<ref>Il messaggero, 28 ottobre 1989</ref>
*29-30 ottobre: elezioni comunali anticipate a Roma: la DC si conferma primo partito della capitale pur calando dal 33 al 31,9% con la perdita di due seggi. Il PCI aumenta dello 0,5% e recupera un seggio. Nella maggioranza avanzano soltanto i socialisti, mentre perdono voti socialdemocratici, repubblicani e liberali. Crollano MSI, radicali e demoproletari. [[Craxi]], vincitore della consultazione, mette subito le mani avanti e dichiara che la maggioranza di [[pentapartito]] si ricostituirà solo con l'elezione a sindaco di [[Franco Carraro]]. Il ministro [[Oscar Mammì]] fa a sua volta presente che il PRI darà solo un appoggio esterno. Comunisti, liberali e verdi presentano degli esposti per presunti brogli a favore dei candidati DC in oltre mille sezioni.<ref>Il messaggero, 31 ottobre-1 novembre 1989</ref>
 
==== Novembre ====
*3 novembre: il governo annuncia le nomine dei nuovi presidenti degli enti pubblici, frutto di un accordo tra DC e PSI. L'andreottiano [[Franco Nobili]] sostituisce [[Romano Prodi]] all'[[IRI]]; [[Gabriele Cagliari]] prende il posto di [[Franco Reviglio]] all'[[ENI]]; [[Franco Viezzoli]] viene confermato al vertice dell'[[ENEL]]. Le nomine creano forti malumori all'interno della DC tra segreteria e andreottiani da una parte e sinistra interna dall'altra.<ref>Il messaggero, 4 novembre1989</ref>
*3-4 novembre: [[Silvio Berlusconi]] convoca una conferenza stampa, successivamente trasmessa in differita su [[Retequattro]], nella quale si dichiara vittima di una diffamazione strisciante. Sostiene che la [[Fininvest]] non esercita pressioni e difende alla luce del sole i propri interessi riconosciuti dalla legge. La lobby è quella della RAI, dal momento che il senatore [[Giuseppe Fiori]] ha ricevuto una medaglia da benemerito dell'azienda e siede nella commissione di vigilanza insieme ad ex consiglieri di amministrazione.</br>Il presidente socialista della RAI, [[Enrico Manca]], ribatte che non ci sono lobby di pressione da nessuna delle due parti e che il problema è la mancanza di una regolamentazione che ponga dei limiti e salvaguardi i diritti di tutti. I rimproveri alla gestione politica del problema scatenano un conflitto tra i partiti della maggioranza: [[Giorgio La Malfa]] sostiene che Manca ha ammesso di essere un lottizzato, la DC su [[il Popolo]] lo definisce infiltrato di Berlusconi scatenando le ire del socialisti.<ref>Il messaggero, 4-5 novembre 1988</ref>
*3-8 novembre: a Roma viene effettuato un riesame dei verbali di tutte le sezioni elettorali. I risultati sono incrociati con quelli inizialmente immessi nel calcolatore dell'ufficio elettorale del comune. Secondo il riconteggio risultano 33.000 voti di preferenza in più rispetto al numero effettivo dei votanti, quasi tutti espressi per candidati democristiani. Dai voti di lista emerge inoltre che la DC potrebbe perdere un seggio a favore dei comunisti e un posto assegnato al MSI è al momento in bilico tra DC e PSI.</br>Dalle prime dichiarazioni della commissione incaricata del riesame emerge che in molte sezioni sono state deposte più schede del numero degli aventi diritto e che in 126 seggi erano presenti sei scrutatori invece dei cinque previsti, tra i quali un minorenne. I primi dati sono conferiti dal commissario [[Angelo Barbato]] alla procura della repubblica, che apre un'indagine inizialmente contro ignoti, in seguito nei confronti dell'operatore che ha digitato i dati nell'elaboratore. Lo stesso commissario difende il dipendente comunale sostenendo che c'è stato un errore che ha immesso i numeri degli uffici nella colonna dei voti validi attribuiti alla DC.</br>Rispondendo a decine di interrogazioni urgenti il governo fa presente di non avere alcuna autorità di intervento e che la competenza è unicamente della magistratura.<ref>Il messaggero, 4-9 novembre 1989</ref>
*7 novembre: alla camera prende il via la discussione sulla legge finanziaria.
 
*9 novembre: dopo il parere del [[Consiglio di stato]] sull'obbligo di scelta tra ora di religione e ora alternativa il ministro della pubblica istruzione, [[Giovanni Galloni]], presenta ai responsabili della scuola dei partiti della maggioranza la proposta di far seguire all'alunno che non si avvale delle due alternative lo studio di una specifica materia sotto la guida di un docente.</br>Dopo quindici mesi di scontri la commissione di vigilanza sulla RAI riesce ad approvare la conferma del tetto dei 900 miliardi di lire per la pubblicità del servizio pubblico. Mentre i commissari comunisti cantano vittoria nella maggioranza si registrano tensioni tra democristiani e socialisti.<ref>Il messaggero, 10 novembre 1988</ref>
==== Dicembre ====
*12 novembre: sulla base delle previsioni della legge finanziaria l'amministrazione dei monopoli decide un aumento di 200 lire per le sigarette estere e tra le 100 e le 150 lire per quella nazionali. Gli aumenti apportano un gettito aggiuntivo di 600 miliardi ma sono aspramente contestati dalla federazione dei tabaccai.<ref>Il messaggero, 13 novembre 1988</ref>
[[File:Formenton-Berlusconi-Leonardo Mondadori.jpg|thumb|150px|Luca Formenton, Silvio Berlusconi e Leonardo Mondadori]]
*13 novembre: con 189 voti a favore e 151 contrari la camera approva la prima delle 13 leggi collegate alla legge finanziaria. Il provvedimento sulla finanza pubblica viene fortemente contestato dalle opposizioni. La norma consente alle regioni che superano il tetto della spesa sanitaria programmata di sospendere prestazioni e assistenza diretta e introdurre nuovi ticket, facendo pagare ai cittadini la malagestione della sanità.<ref>Il messaggero, 14 novembre 1988</ref>
*1-4 dicembre: dopo mesi di polemiche e colpi di scena [[Andreotti]] viene chiamato dal PCI e dalla Sinistra indipendente a riferire alla camera sulla cosiddetta [[Lodo Mondadori|guerra di Segrate]] tra [[Silvio Berlusconi]] e [[Carlo De Benedetti]] per il controllo della [[Mondadori]]. La notizia che Berlusconi ha comprato dalla famiglia [[Luca Formenton|Formenton]] il 25,74% della casa editrice provoca agitazioni e assembleee nelle redazioni de [[la Repubblica]], [[l'Espresso]] e [[Panorama (rivista)|Panorama]]. Mentre De Benedetti annuncia di rivalersi legalmente per la violazione di patti già stretti al presidente del consiglio viene chiesto di chiarire l'atteggiamento del governo quando è ormai prossima la discussione della [[legge Mammì]] che, in mancanza di modifiche, prevede la ratifica del monopolio della [[Fininvest]] nel mercato televisivo privato. Il sottosegretario [[Nino Cristofori]] dichiara che il governo non ha potere di intervento nella vicenda ma la polemica si estende ai partiti della maggioranza per la mancata approvazione della legge anti-trust.<ref>Il messaggero, 2-5 dicembre 1989</ref>
*16 novembre: parlando all'inaugurazione dell'anno di studi della polizia tributaria [[Ciriaco De Mita]] dichiara che il governo è intenzionato a tassare le rendite da capitale e i guadagni di borsa. Gli effettivi provvedimenti, tuttavia, potranno essere predisposti con la finanziaria per il 1990.</br>Alla camera il governo viene battuto su un emendamento comunista che assegna 480 miliardi in tre anni al settore agricolo. La mossa scombina un accordo di maggioranza per l'aumento dei minimi di pensione INPS, che richiede 400 miliardi già stanziati ed altri 200 ancora da trovare. Il provvedimento viene successivamente coperto con 500 miliardi stanziati e non utilizzati nellla finanziaria del 1988<ref>Il messaggero, 17 novembre 1988</ref>
*17 novembre: consiglio dei ministri: il ministro dei lavori pubblici, [[Enrico Ferri]], presenta una ennesima proposta di riforma dell'[[equo canone]] con tre tipologie di contratto, dove il costo di affitto è legato alle durate di due, quattro e otto anni, e una revisione dei fitti per gli edifici costruiti fino a tutto il 1977. Non essendo possibile approvare nulla entro il 31 dicembre l'esecutivo deve mettere mano a una proroga degli sfratti dal 31 dicembre al 30 giugno 1989. Viene inoltre approvato uno schema di decreto legislativo per l'aggiornamento delle tabelle di invalidità civile, ferme dal 1938 e una convenzione tra [[SIP]] e [[Italcable]] per eliminare la duplicazione dei servizi di trasmissione via cavo.<ref>Il messaggero, 18 novembre 1988</ref>
*18 novembre: il presidente della repubblica si appella ai magistrati affinché desistano dal proposito di scioperare contro le riforma della giustizia promesse e mai attuate. L'[[Associazione nazionale magistrati]] risponde che ci sono riforme in sospeso da dieci e passa anni e che il Quirinale l'appello deve rivolgerlo a governo e parlamento.</br>Il presidente del consiglio si reca in visita ufficiale in Vaticano. Con [[Giovanni Paolo II]] prende l'impegno per una regolamentazione della ricerca in materia di [[genetica]] e biotecnologie e il riconoscimento di pari diritti alle scuole private.</br>La giunta delle elezioni del senato mette sotto inchiesta undici senatori in stato di incompatibilità tra mandato parlamentare e incarichi privati. Tra gli altri [[Guido Carli]], presidente della Università Luiss (che ottiene contributi pubblici) e [[Bruno Visentini]] (presidente della [[CIR - Compagnie Industriali Riunite|CIR]]. Il presidente [[Francesco Macis]] annuncia una lettera ufficiale in cui si chiede di optare tra mandato e attività private.<ref>Il messaggero, 19 novembre 1988</ref>
*21 novembre: a seguito di una relazione della [[corte dei conti]] la magistratura di Roma apre un'inchiesta sulle spese di consulenza dell'[[ENI]], 117 miliardi nel quadriennio 1983-1986. Nel mirino dell'indagine prestiti alle banche mai rientrati, consulenze a soggetti esterni e a ex dipendenti passati ad altri enti o andati in pensione.</br>La commissione lavoro della camera approva in sede legislativa il part-time per i dipendenti pubblici, una delle 13 norme di accompagnamento della finanziaria. Secondo il ministro [[Paolo Cirino Pomicino]] andrà a vantaggio soprattutto dei dipendenti in esubero che non desiderano essere trasferiti ad altro incarico. Sono anche introdotti i contratti a tempo indeterminato, per sopperire a necessità transitorie senza le lungaggini dei concorsi pubblici.<ref>Il messaggero, 22 novembre 1988</ref>
*22 novembre: il governo presenta alla commissione finanze della camera un emendamento al disegno di legge sull'autonomia impositiva degli enti locali. Si propone di abrogare la [[tassa di soggiorno]] e viene introdotta una imposta comunale per l'esercizio di arti, imprese e professioni. Calcolata sulla base dei metri quadri dei locali dove si svolgono le attività mira ad ottimizzare le spese dei comuni, che più spenderanno e più saranno costretti a tassare i propri amministrati.<ref>Il messaggero, 1988</ref>
 
== Note ==