Khaganato di Rus': differenze tra le versioni

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{{Storia della Russia}}
Il '''Khaganato di Rus{{'}}''' fu un'ipotetica entità politica che si formò durante un periodo scarsamente documentato della storia dell'[[Europa orientale]] (a grandi linee tra la fine dell'[[VIII secolo|ottavo secolo]] e la metà del [[IX secolo|nonoIX]])<ref>Vedi ad es. {{cita|Christian|p. 338}}.</ref>. Predecessore della [[Rurik|dinastia Rurik]] e della [[Rus' di Kiev]], il Khaganato di Rus' potrebbe aver rappresentato uno Stato (o un'unione di città Stato) probabilmente fondato dai [[Variaghi]] in quella che è oggi la parte settentrionale della [[Russia]]. La popolazione della regione in quel periodo era composta da [[Slavi]], [[Finnici]] e [[Norreni]]; erano inoltre presenti sul territorio avventurieri, mercanti e pirati scandinavi. I Variaghi venivano in quel tempo chiamati con l'appellativo di ''[[Rus']]'' o ''Rhos''.
 
Secondo fonti coeve, i centri abitati della regione, dei quali potrebbero aver fatto parte i proto-villaggi di ''[[Holmgard]]'' ([[Velikij Novgorod]]), ''[[Aldeigjuborg]]'' ([[Staraja Ladoga]]), ''[[LyubšaLjubša]]'', [[Alaborg]], ''[[Sarskoe Gorodišče]]'' e ''[[Timerevo]]'', erano sotto il controllo di un monarca chiamato con il titolo in [[lingua turca antica]] di [[Khaghan]]<ref name="christian338">{{Cita|Christian|p. 338}}.</ref><ref>{{Cita|Franklin e Shepard|pp. 33-36}}.</ref><ref>{{Cita|Dolukhanov|p. 187}}.</ref>. Durante il Khaganato di Rus' nacque di fatto una nuova etnia, la [[Rus']]. I successori di questo ipotetico Stato includono la Rus' di Kiev e le entità statali che le succedettero, fino ad arrivare al moderno Stato russo.
 
== Prove storiche ==
Colui che governava la Rus' è stato menzionato col titolo di "[[Khagan]]" in innumerevoli fonti storiche. La maggior parte di queste sono testi stranieri del [[IX secolo]] mentre tre sono fonti [[Slavi orientali|slave]] dell'[[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]]. Le più antiche prove europee dell'esistenza del [[Khaganato]] risalgono agli ''[[Annali di San Bertin]]'' di origine [[Franchi|franca]]. Questi ultimi riferiscono di un gruppo di [[Norreni]], che chiamavano sé stessi ''Rhos'' (''qui se, id est gentem suam, Rhos vocari dicebant'') che visitarono [[Costantinopoli]] intorno all'[[838]].<ref name="Jones250">{{Cita|Jones|pp. 249-250}}.</ref> Decidendo di non ritornare alle proprie terre attraverso la steppa, poiché ciò li avrebbe resi vulnerabili agli attacchi dei [[Magiari]], questi cavalieri viaggiarono attraverso la [[Germania]] accompagnati dall'[[ambasciatore]] [[Impero bizantino|bizantino]] dell'imperatore [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]]. Interrogati in proposito a [[Ingelheim am Rhein|Ingelheim]] dall'[[Elenco di re franchi|Imperatore franco]] [[Ludovico il Pio|Ludovico I]], lo informarono che il loro leader era noto con l'appellativo di ''chacanus'' (termine [[Lingua latina|latino]] per "[[Khagan]]")<ref>''Håkan'' o ''Haakon'' era il nome utilizzato presso gli ''Scandinavi'' in quel periodo e si è un tempo ritenuto plausibile che i Rhos descritti negli annali di corte si riferissero a un sovrano avente tale titolo.</ref> e che vivevano a est della penisola scandinava. Gli Annali riferiscono tuttavia che l'Imperatore intuì che il loro primitivo luogo di origine era la [[Svezia]] (''comperit eos gentis esse sueonum'').<ref>{{Cita|''Annales Bertiniani''|pp. 19-20}}.</ref><ref name="Jones250 "/>
Colui che governava la Rus' è stato menzionato con il titolo di "[[Khagan]]" in innumerevoli fonti storiche. La maggior parte di queste sono testi stranieri del [[IX secolo]] mentre tre sono fonti [[Slavi orientali|slave]] dell'[[XI secolo|XI]] e [[XII secolo]].
 
Trenta anni dopo, nella primavera dell'[[871]], i due sovrani dell'[[Impero Bizantinobizantino]] e del [[Sacro Romano Impero Germanico]], [[Basilio I il Macedone|Basilio I]] e [[Ludovico II il Giovane|Ludovico II]], si scontrarono per il controllo di [[Bari]], che era stata conquistata agli [[Arabi]] in seguito all'attacco coordinato degli eserciti delle due potenze. L'Imperatore d'Oriente inviò una lettera dai toni aspri alla sua controparte occidentale, accusandola di usurpare il titolo di Imperatore. Sosteneva infatti che i governanti franchi fossero semplici ''reges'' e che il titolo imperiale fosse invece appannaggio solo del Signore Supremo dei Romani, che individuava in sé stesso. Puntualizzò inoltre che ogni nazione possiede il proprio titolo per la qualifica di ''rex'': ad esempio il titolo di ''chaganus'' era usato dai regnanti degli [[Avari]], dei [[Cazari]] (''Gazari''), e degli "Uomini del Nord" (''Nortmanno''). Su questo punto, Ludovico replicò che era informato unicamente sui Khagan avari, mentre nulla sapeva riguardo a quelli dei Cazari e dei Normanni.<ref>{{Cita|Monumenta Germaniae|pp. 385-394}}.</ref><ref>''cagano veram non praelatum Avarum, non Gazanorum aut Nortmannorum nuncipari reperimus.'' {{Cita|Duczko|p. 25}}.</ref> Il contenuto della lettera di Basilio, oggi andata persa, è ricostruito in base alla risposta di Ludovico, riportata interamente nelle ''[[Chronicon Salernitanum]]''.<ref>{{Cita|Dolger|p. 59, n°487}}.</ref> La corrispondenza tra i due Imperatori indica che almeno un gruppo di Scandinavi aveva un sovrano chiamato "Khagan".
Le più antiche prove europee dell'esistenza del [[Khaganato]] risalgono agli ''[[Annali di San Bertin]]'' di origine [[Franchi|franca]]. Questi ultimi riferiscono di un gruppo di [[Norreni]], che chiamavano sé stessi ''Rhos'' (''qui se, id est gentem suam, Rhos vocari dicebant'') che visitarono [[Costantinopoli]] intorno all'[[838]].<ref name=Jones250>{{Cita|Jones|pp. 249-250}}.</ref> Decidendo di non ritornare alle proprie terre attraverso la steppa, poiché ciò li avrebbe resi vulnerabili agli attacchi dei [[Magiari]], questi cavalieri viaggiarono attraverso la [[Germania]] accompagnati dall'[[ambasciatore]] [[Impero bizantino|bizantino]] dell'imperatore [[Teofilo (imperatore)|Teofilo]]. Interrogati in proposito a [[Ingelheim am Rhein|Ingelheim]] dall'[[Elenco di re franchi|Imperatore franco]] [[Ludovico il Pio|Ludovico I]], lo informarono che il loro leader era noto con l'appellativo di ''chacanus'' (termine [[Lingua latina|latino]] per "[[Khagan]]")<ref>''Håkan'' o ''Haakon'' era il nome utilizzato presso gli ''Scandinavi'' in quel periodo e si è un tempo ritenuto plausibile che i Rhos descritti negli annali di corte si riferissero a un sovrano avente tale titolo.</ref> e che vivevano a est della penisola scandinava. Gli Annali riferiscono tuttavia che l'Imperatore intuì che il loro primitivo luogo di origine era la [[Svezia]] (''comperit eos gentis esse sueonum'').<ref>{{Cita|''Annales Bertiniani''|pp. 19-20}}.</ref><ref name=Jones250 />
 
[[Ahmad ibn Rusta]], un [[geografo]] [[persia]]no del [[X secolo]], scrisse che il Khagan dei Rus' ("khaqan rus") viveva sopra un'isola in un lago.<ref name="christian338" /><ref>{{Cita|Brøndsted| pp. 267-268}}.</ref>. Il geografo [[musulmano]] menziona solo due khagan nel suo trattato — quello di [[Khazaria]] e quello di Rus'. Una fonte coeva, redatta da [[al-Ya'qubi|al-Yaʿqūbī]] nell'[[889]] o nell'[[890]], riferisce che le popolazioni montanare del [[Caucaso]], quando furono attaccate dagli Arabi nell'[[854]], chiesero aiuto al Signore (''sāhib'') di al-Rum (Bisanzio), alla Cazaria, e agli al-[[Saqaliba]] (Slavi).<ref>{{Cita|Laurent e Canard|p. 490}}. Secondo Zuckerman, [[Ibn Khordadbeh]] e altri autori arabi confusero spesso i termini Rus' e Saqaliba nella descrizione degli [[Spedizioni sul Caspio della Rus'|attacchi di questi ultimi lungo il Caspio]] nel IX e nel X secolo. Per tale interpretazione, il sovrano dei Saqaliba nell'852 era probabilmente la stessa persona del Khagan della Rus'. ''Ma n.b.'', Ibn Khordadbeh nel ''[[Libro delle Strade e dei Regni (Ibn Khordadbeh)|Libro delle strade e dei Regni]]'' non menziona il titolo di Khagan per il sovrano dei Rus'. {{Cita|Duczko|p. 25}}.</ref> ''[[Hudud al-Alam]]'', un anonimo testo geografico [[Lingua araba|arabo]] scritto alla fine del X secolo, parla del sovrano dei Rus' come "rus-khaqan".<ref>{{Cita|Minorsky| p. 159}}.</ref> Poiché l'autore sconosciuto di ''Hudud al-Alam'' fece uso nella sua opera di numerose fonti del IX secolo, incluso ibn Khordadbeh, è possibile che il suo riferimento al Khagan di Rus' sia stato copiato da testi anteriori.<ref>Vedi, ad es., {{Cita|Minorsky|p. xvi}}.</ref> Infine il geografo persiano dell'XI secolo [[Abu Saʿīd ʻAbd al-Ḥayy ibn Z̤aḥḥāk Gardīzī|Abu Sa'id Gardizi]] menziona il "khaqan-i rus" nel suo libro ''Zayn al-Akbar''. Come altri geografi musulmani, Gardizi si riportò alla tradizione risalente al IX secolo.<ref name="Rus">{{Cita|"Rus", ''Encyclopaedia of Islam''}}.</ref>
Trenta anni dopo, nella primavera dell'[[871]], i due sovrani dell'[[Impero Bizantino]] e del [[Sacro Romano Impero Germanico]], [[Basilio I il Macedone|Basilio I]] e [[Ludovico II il Giovane|Ludovico II]], si scontrarono per il controllo di [[Bari]], che era stata conquistata agli [[Arabi]] in seguito all'attacco coordinato degli eserciti delle due potenze. L'Imperatore d'Oriente inviò una lettera dai toni aspri alla sua controparte occidentale, accusandola di usurpare il titolo di Imperatore. Sosteneva infatti che i governanti franchi fossero semplici ''reges'' e che il titolo imperiale fosse invece appannaggio solo del Signore Supremo dei Romani, che individuava in sé stesso. Puntualizzò inoltre che ogni nazione possiede il proprio titolo per la qualifica di ''rex'': ad esempio il titolo di ''chaganus'' era usato dai regnanti degli [[Avari]], dei [[Cazari]] (''Gazari''), e degli "Uomini del Nord" (''Nortmanno''). Su questo punto, Ludovico replicò che era informato unicamente sui Khagan avari, mentre nulla sapeva riguardo a quelli dei Cazari e dei Normanni.<ref>{{Cita|Monumenta Germaniae|pp. 385-394}}.</ref><ref>''cagano veram non praelatum Avarum, non Gazanorum aut Nortmannorum nuncipari reperimus.'' {{Cita|Duczko|p. 25}}.</ref> Il contenuto della lettera di Basilio, oggi andata persa, è ricostruito in base alla risposta di Ludovico, riportata interamente nelle ''[[Chronicon Salernitanum]]''.<ref>{{Cita|Dolger|p. 59, n°487}}.</ref> La corrispondenza tra i due Imperatori indica che almeno un gruppo di Scandinavi aveva un sovrano chiamato "Khagan".
 
[[Ahmad ibn Rusta]], un [[geografo]] [[persia]]no del X secolo, scrisse che il Khagan dei Rus' ("khaqan rus") viveva sopra un'isola in un lago.<ref name="christian338" /><ref>{{Cita|Brøndsted| pp. 267-268}}.</ref>. Il geografo [[musulmano]] menziona solo due khagan nel suo trattato — quello di [[Khazaria]] e quello di Rus'. Una fonte coeva, redatta da [[al-Ya'qubi|al-Yaʿqūbī]] nell'[[889]] o nell'[[890]], riferisce che le popolazioni montanare del [[Caucaso]], quando furono attaccate dagli Arabi nell'[[854]], chiesero aiuto al Signore (''sāhib'') di al-Rum (Bisanzio), alla Cazaria, e agli al-[[Saqaliba]] (Slavi).<ref>{{Cita|Laurent e Canard|p. 490}}. Secondo Zuckerman, [[Ibn Khordadbeh]] e altri autori arabi confusero spesso i termini Rus' e Saqaliba nella descrizione degli [[Spedizioni sul Caspio della Rus'|attacchi di questi ultimi lungo il Caspio]] nel IX e nel X secolo. Per tale interpretazione, il sovrano dei Saqaliba nell'852 era probabilmente la stessa persona del Khagan della Rus'. ''Ma n.b.'', Ibn Khordadbeh nel ''[[Libro delle Strade e dei Regni (Ibn Khordadbeh)|Libro delle strade e dei Regni]]'' non menziona il titolo di Khagan per il sovrano dei Rus'. {{Cita|Duczko|p. 25}}.</ref> ''[[Hudud al-Alam]]'', un anonimo testo geografico [[Lingua araba|arabo]] scritto alla fine del X secolo, parla del sovrano dei Rus' come "rus-khaqan".<ref>{{Cita|Minorsky| p. 159}}.</ref> Poiché l'autore sconosciuto di ''Hudud al-Alam'' fece uso nella sua opera di numerose fonti del IX secolo, incluso ibn Khordadbeh, è possibile che il suo riferimento al Khagan di Rus' sia stato copiato da testi anteriori.<ref>Vedi, ad es., {{Cita|Minorsky|p. xvi}}.</ref> Infine il geografo persiano dell'XI secolo [[Abu Saʿīd ʻAbd al-Ḥayy ibn Z̤aḥḥāk Gardīzī|Abu Sa'id Gardizi]] menziona il "khaqan-i rus" nel suo libro ''Zayn al-Akbar''. Come altri geografi musulmani, Gardizi si riportò alla tradizione risalente al IX secolo.<ref name="Rus">{{Cita|"Rus", ''Encyclopaedia of Islam''}}.</ref>
 
Ci sono molti indizi che fanno ritenere il titolo di "Khagan" ancora facente parte della tradizione politico-giuridica della Rus' di Kiev dopo la [[conversione al cristianesimo della Rus' di Kiev|conversione al cristianesimo]]. Il [[Metropolita]] [[Ilarione di Kiev]] utilizza tale titolo scrivendo di [[Vladimir I di Kiev]] e [[Jaroslav I di Kiev|Jaroslav il Saggio]] nel più antico testo esistente di [[letteratura antico russa]], ''Slovo o Zakone i Blagodati'' ("Sermone sulla Legge e sulla Grazia"), scritto intorno al [[1050]].<ref>{{Cita|Ilarione di Kiev|3, 17, 18, 26}}; per l'analisi, vedi {{Cita|Brook|p. 154}}.</ref> definendo Vladimir come "il grande khagan della nostra terra" (''velikago kagana našea zemlja, Vladimera'') e a Jaroslav come "il nostro devoto khagan."<ref>{{Cita|Duczko|p. 25}}.</ref> Un'incisione nella galleria settentrionale della [[Cattedrale di Santa Sofia (Kiev)|cattedrale di Santa Sofia]] recita "O Signore, salva il nostro khagan", riferendosi apparentemente a [[Svjatoslav II di Kiev|Sviatoslav II]] (1073-1076)<ref>''Spasi gospodi, kagana našego''. {{Cita|Duczko|p. 25}}; vedi anche {{Cita |Noonan 2001|pp. 91-92}}.</ref>. Alla fine del XII secolo il ''[[Canto della schiera di Igor]]'' in un passo parla del "kogan Oleg",<ref name="Rus"/> tradizionalmente identificato con [[Oleg I di Černigov|Oleg di Tmutarakan]].<!--o con sua moglie: Рекъ Боянъ и ходы на Святъславля пѣстворца стараго времени Ярославля Ольгова коганя хоти.--><ref>Molti commentatori seguono tuttavia l'interpretazione di [[Dmitrij Lichačev]] che sosteneva che Tmutarakan era stato un possedimento Cazaro e che le tradizioni di questo popolo sono probabilmente persistite in tale luogo per un lungo periodo di tempo. È noto infatti che, mentre regnava a Tmutarakan, Oleg assunse il titolo di "archon di tutta la Cazaria". Vedi {{Cita|Zenkovsky|p. 160}}; {{Cita|Encyclopaedia of The Lay|pp. 3-4}}.</ref>
 
== Contesto temporale ==
[[File:Ög 8, Västra Steninge.jpg|thumb|upright=0.8|La Runa di Kälvesten risalente al [[IX secolo]] è la più antica runa conosciuta contenente riferimenti alle spedizioni Variaghedei [[Variaghi]] a oriente.]]
Le fonti primarie esistenti rendono plausibile la circostanza che il titolo di Khagan fu applicato ai governanti della Rus' durante un periodo relativamente breve, approssimativamente tra l'ambasciata Variagavariaga a Costantinopoli (838) e la lettera di Basilio I (871). Tutte le fonti bizantine successive a tale data si riferiscono ai governanti di quel territorio con l'appellativo di [[arconti]]. Successivamente gli autori della Rus' di Kiev, menzionati sopra, sembrano aver riportato in auge il termine "Khagan" come un'attestazione di lode ai [[knjaž]] regnanti piuttosto che come un titolo politico.<ref name=Brook154>{{Cita|Brook|p. 154}}.</ref>
 
Il lasso temporale in cui il Khaganato sarebbe esistito è stato oggetto di un lungo dibattito tra gli storici e rimane ad oggi incerto. [[Omeljan Pritsak]] ritiene che lo stesso sia stato fondato tra l'830 e l'840. Negli [[anni 1920|anni venti]] del secolo[[XX scorsosecolo]] lo storico russo Pavel Smirnov ipotizzò che il Khaganato di Rus' sopravvisse solo per poco tempo intorno all'830 e fu presto distrutto dalla migrazione verso i [[Carpazi]] di [[Magiari]] e [[Kabar]].<ref>{{Cita|Smirnov|pp. 132-45}}.</ref> Queste teorie partono dal dato storico che non ci sono fonti primarie che menzionano i Rus' o il loro Khagan prima dell'830.<ref>{{Cita|Pritsak 1991|''passim''}}.</ref>
Le fonti primarie esistenti rendono plausibile la circostanza che il titolo di Khagan fu applicato ai governanti della Rus' durante un periodo relativamente breve, approssimativamente tra l'ambasciata Variaga a Costantinopoli (838) e la lettera di Basilio I (871). Tutte le fonti bizantine successive a tale data si riferiscono ai governanti di quel territorio con l'appellativo di [[arconti]]. Successivamente gli autori della Rus' di Kiev, menzionati sopra, sembrano aver riportato in auge il termine "Khagan" come un'attestazione di lode ai [[knjaž]] regnanti piuttosto che come un titolo politico.<ref name=Brook154>{{Cita|Brook|p. 154}}.</ref>
 
Il lasso temporale in cui il Khaganato sarebbe esistito è stato oggetto di un lungo dibattito tra gli storici e rimane ad oggi incerto. [[Omeljan Pritsak]] ritiene che lo stesso sia stato fondato tra l'830 e l'840. Negli [[anni 1920|anni venti]] del secolo scorso lo storico russo Pavel Smirnov ipotizzò che il Khaganato di Rus' sopravvisse solo per poco tempo intorno all'830 e fu presto distrutto dalla migrazione verso i [[Carpazi]] di [[Magiari]] e [[Kabar]].<ref>{{Cita|Smirnov|pp. 132-45}}.</ref> Queste teorie partono dal dato storico che non ci sono fonti primarie che menzionano i Rus' o il loro Khagan prima dell'830.<ref>{{Cita|Pritsak 1991|''passim''}}.</ref>
 
Eguale dibattito è sorto in passato in relazione alla disintegrazione del Khaganato. Il titolo di Khagan non è menzionato nei trattati Rus'-bizantini ([[trattato Rus'-bizantino (907)|907]], [[trattato Rus'-bizantino (911)|911]], [[trattato Rus'-bizantino (944)|944]]), o nel ''[[De Ceremoniis]]'', un'opera contenente la meticolosa elencazione delle procedure cerimoniali e dei titoli dei sovrani stranieri, quando tratta del ricevimento di [[Olga di Kiev|Olga]] alla corte di [[Costantino VII Porfirogenito|Costantino VII]] nel [[945]]. Inoltre [[ibn Fadlan]], nel suo dettagliato resoconto sui Rus' ([[922]]), disegnò il loro leader supremo con l'appellativo di ''malik'' ("re"). Da questo dato di fatto, [[Peter Golden]] concluse che il Khaganato cessò di esistere tra l'[[871]] e il [[922]].<ref>{{Cita|Golden 1982|pp. 87, 97}}.</ref> Zuckerman, inoltre, sostenne che l'assenza del titolo di "Khagan" dal [[Trattato Rus'-Bizantino (911)|Trattato Rus'-Bizantino del 911]] comprova che il Khaganato si era dissolto prima del 911.<ref>{{Cita|Zuckerman 2000|p. 96}}.</ref>
 
== Contesto territoriale ==
[[File:Early Rus.png|thumb|left|upright=1.8|Mappa raffigurante gli insediamenti dei [[Rus']] (in rosso) e il posizionamento delle [[tribù slave]] (in grigio), durante la metà del [[IX secolo]]. I territori sotto l'influenza [[Cazari|cazara]] sono quelli ricompresi all'interno della linea blu.]]
 
La localizzazione del Khaganato è stata oggetto di una intensa indagine storiografica che ha portato a conclusioni discordanti e contrapposte. Una teoria minoritaria individua il luogo di residenza del khagan di Rus' in [[Scandinavia]] o a [[Walcheren]].<ref>{{Cita|Александров|pp. 222-224}}.</ref> In netto contrasto, [[George Vernadsky]] ha ritenuto che il khagan avesse il proprio quartier generale nella parte orientale della [[Penisola di Crimea|Crimea]] o nella [[penisola di Taman']] e che l'isola descritta da Ibn Rustah fosse probabilmente situata lungo l'estuario del fiume [[Kuban']].<ref name="Vernadsky VII-4">{{Cita|Vernadsky 1972|pp.VII-4}}.</ref> Entrambe le teorie non hanno avuto un gran numero di sostenitori poiché gli [[archeologia|archeologi]] non hanno rinvenuto alcuna traccia di insediamenti slavo-variaghi in Crimea e non ci sono fonti coeve che documentino la presenza di un ''khagan'' in Scandinavia.<ref>{{Cita|Franklin e Shepard|pp. 27-50}}.</ref>
 
La storiografia sovietica, rappresentata da [[Boris Rybakov]] e [[Lev Gumilev]], individuò la residenza del ''khagan'' a [[Kiev]], città governata, secondo quanto contenuto nella [[Cronaca degli anni passati]], da ''[[Askold e Dir]]'', gli unici ''khagan'' di cui sia pervenuto il nome. [[Michail Artamonov]] aderì alla teoria di Kiev capitale del Khaganato di Rus', e continuò a propugnarla negli [[anni 1990|anni novanta]] del secolo[[XX scorsosecolo]].<ref>{{Cita|Artamonov|pp. 271-290}}.</ref>
 
Gli storici occidentali, tuttavia, si sono sempre contrapposti a tali risultanze. Non è stata infatti rinvenuta alcuna prova della presenza di un insediamento nel luogo ove oggi sorge la capitale ucraina prima dell'anno [[889]].<ref>{{Cita|Callmer|pp. 325-331}}.</ref> I ritrovamenti archeologici nelle vicinanze di Kiev databili periodi anteriori sono quasi inesistenti. Particolarmente problematico è inoltre il mancato rinvenimento di monete risalenti a tali periodi sul corso del [[Dnepr]], circostanza che sarebbe stata in grado di provare che, quello che sarebbe stato l'asse principale del commercio nei secoli successivi, era utilizzato nel IX secolo.<ref>{{Cita|Janin|pp. 105-106}}.</ref><ref>{{Cita|Noonan 1987|p. 396}}.</ref> Basandosi sull'esame delle prove archeologiche, Zuckerman ha ritenuto che Kiev originariamente fosse una fortezza cazara sul confine con la [[Levedia]] e che solo dopo la partenza dei [[magiari]] per l'occidente nell'889 i territori circostanti il Dnieper abbiano iniziato a svilupparsi economicamente.<ref>{{Cita|Zuckerman 1997|pp. 65-66}}.</ref>
 
Alcuni storici, primo fra tutti [[Vasilij Bartold]], hanno creduto che la posizione del Khaganato fosse da individuarsi più a nord.<ref name="christian338" /> Tendendo a enfatizzare la testimonianza di ibn Rustah come unica prova storica in grado di individuare la localizzazione della residenza del Khagan.<ref>{{cita|Новосельцев|pp. 397-408}}.</ref> Recenti ricerche archeologiche, condotte fra gli altri da [[Dmitrij Mačinskij]], hanno fatto avanzare l'ipotesi che il Khaganato fosse situato lungo il [[Volchov (fiume)|fiume Volchov]] e avrebbe incluso il [[lago Ladoga]], [[Ljubša]], [[Novye Duboviki]], [[Alaborg]] e Holmgard.<ref name="Zuckerman, Deux étapes" /><ref>{{Cita|Мачинский|pp. 5-25}}.</ref> "Molti di loro erano inizialmente piccoli insediamenti, probabilmente non più che stazioni per riposarsi e rifocillarsi, che funzionavano altresì come luogo di scambio e di redistribuzione di beni che venivano trasportati lungo il fiume o lungo le rotte carovaniere"<ref>{{Cita|Hansen|p. 266}}.</ref>. Se l'anonimo viaggiatore citato da ibn Rustah è credibile, i Rus' del periodo del Khaganato facevano un intenso uso delle rotte lungo il fiume [[Volga]] per commerciare con il [[Medio Oriente]], forse tramite l'intermediazione di Bulgari e Cazari. La sua descrizione delle isole della Rus' fa allora ritenere che il loro centro fosse a [[Velikij Novgorod|Holmgard]], il cui nome tradotto dal variago significa "il castello dell'isola sul fiume". La [[Prima Cronaca di Novgorod]] descrive una rivolta a Novgorod prima che [[Rurik]] fosse invitato a governare la regione negli anni 860. [[Johannes Brøndsted]], riferendosi a tale fonte, ritiene che Holmgard-Novgorod fu la capitale del Khaganato per alcuni decenni prima dell'arrivo di Rurik, incluso il periodo della ambasciata bizantina nell'839.<ref>{{Cita|Brøndsted|pp. 67-68}}; per una dettagliata analisi delle ricerche archeologiche a Holmgard, ''vedi'' {{Cita|Duczko|pp. 102-104}}.</ref> Mačinskij ha accettato questa teoria ma crede che, prima dell'ascesa di Holmgard-Novgorod, il centro politico ed economico dell'area fosse situato ad Aldeigja-Ladoga.<ref>{{Cita|Мачинский|pp. 5-25}}; ''vedi anche'' {{Cita|Duczko|pp. 31-32}}.</ref>
 
== Origini ==
Le origini del Khaganato di Rus' non sono chiare. I primi colonizzatori scandinavi si stabilirono sul basso corso del [[fiume Volchov]] all'incirca nella metà dell'[[VIII secolo]]. Il territorio da loro occupato comprendeva le moderne ''[[Oblast' della Russia|Oblastoblast']]'' di [[Oblast' di Leningrado|San Pietroburgo]], [[Oblast' di Novgorod|Novgorod]], [[Oblast' di Tver'|Tver']], [[Oblast' di Jaroslavl'|Jaroslavl']], e [[Oblast' di Smolensk|Smolensk]], ed era conosciuto nelle fonti antico-scandinave come ''[[Garðaríki]]'', la ''terra delle fortezze''. I signori della guerra variaghi, noti alle popolazioni di origine turca che abitavano nelle steppe con l'appellativo di "''köl-beki''" (''re dei mari''), arrivarono a sottomettere le regioni abitate da [[Popoli finno-ugrici|finno-ugrici]] e slavi, particolarmente nelle regioni attraversate dal Volga, che fungeva da collegamento tra il [[marMar Baltico]] e il [[mar Caspio]] e [[Serkland]].<ref>{{Cita|Brutzkus|p. 120}}.</ref>
 
Riguardo all'origine dei Rus', la ricerca storiografica non è concorde nell'individuare l'identità e l'origine dei Khagan. Potrebbero infatti essere stati di razza scandinava, o nativi Slavislavi o Finnifinni, oppure (molto probabilmente) il frutto di un incrocio tra questi tre popoli.<ref>Vedi ad es. {{Cita|Pritsak 1991|Vol. 1, pp. 28, 171, 182}}.</ref> [[Omeljan Pritsak]] ipotizzò che un ''khagan'' cazaro noto con il nome di ''[[Khan-Tuvan Dyggvi]]'', esiliato dopo essere stato sconfitto nel corso di una [[Kabars|guerra civile]], si fosse stabilito con i suoi sostenitori nell'insediamento slavo-variago di ''[[Sarskoe Gorodišče]]'', poco distante dall'odierna [[Rostov Velikij|Rostov]], unendosi in seguito con una donna della nobiltà scandinava e dando così inizio alla dinastia dei khagan dei Rus'<ref>{{Cita|Pritsak 1991|pp. 171, 182}}.</ref>. Zuckerman ha ritenuto la teoria di Pritsak una tesi senza alcun fondamento<ref>Gli archeologi inoltre non hanno trovato tracce di preesistenti insediamenti nelle vicinanze di Rostov anteriori agli anni 970</ref>. Tuttavia non è stato ad oggi rinvenuto alcun documento attestante la presunta fuga di un khagan cazaro presso i Rus'.<ref>{{Cita|Duczko|ppp. 31}}.</ref>
 
Ciononostante, la teoria di una possibile connessione cazara con i primi monarchi Rus' è supportata dall'uso di un [[Stemma dell'Ucraina|tridente stilizzato]] ''[[tamga]]'', o sigillo, dagli ultimi governanti della Rus' di Kiev come [[Svjatoslav I di Kiev|Svjatoslav I]]; simili ''tamga'' sono stati trovati in rovine archeologiche cazare.<ref name=Brook154 /><ref>{{Cita|Franklin e Shepard|pp. 120-121}}.</ref><ref>{{Cita|Pritsak 1998|pp. 78-79}}.</ref> La connessione genealogica tra i khagan di Rus' del IX secolo e i successivi governanti della dinastia Rurik è però ad oggi incerta.<ref>Vedi tuttavia {{Cita|Duczko|pp. 31-32}}.</ref>
 
Molti storici sono concordi nel sostenere che i Rus' abbiano utilizzato il titolo di "''khagan''" facendo riferimento al corrispettivo cazaro, incerte sono tuttavia le circostanze che hanno determinato tale passaggio. [[Peter Benjamin Golden]] ha ipotizzato che il Khaganato di Rus' non fosse null'altro che uno Stato fantoccio istituito dai cazari sul corso del fiume [[Oka (affluente del Volga)|Oka]] allo scopo di dirottare su quest'ultimo i ricorrenti attacchi magiari;<ref>{{Cita|Golden 1982|pp. 77-99}}.</ref><ref>{{Cita|Duczko|p. 30}}.</ref> nessuna fonte attesta tuttavia che i Rus' fossero stati sottomessi dai cazari nel corso del [[IX secolo]].
 
Inoltre, per gli osservatori stranieri (come Ibn Rustah) non vi era alcuna differenza sostanziale tra il titolo di ''khagan'' e quello di sovrano di Rus'<ref name="Zuckerman, Deux étapes">{{Cita|Zuckerman 2000}}.</ref>. [[Anatolij Novosel'cev]] ha ritenuto che tale titolo fosse stato istituito per supportare le pretese dei Rus' di eguaglianza nei confronti dei cazari.<ref>{{Cita|Новосельцев}}.</ref> A questa teoria fa eco quella di Thomas Noonan, che ha ipotizzato che i leader dei Rus' stabilirono di giurare fedeltà a un unico signore supremo e di conferire allo stesso il titolo di ''khagan'' al fine di legittimarlo agli occhi dei propri sottoposti e a quello degli Stati confinanti<ref>{{Cita|Noonan 2001|pp. 87-89, 94}}.</ref>. Secondo quest'ultima tesi tale appellativo era inoltre segno che il sovrano agiva per mandato divino.<ref name=Brook154 /><ref>{{Cita|Noonan 2001|pp. 87-94}}.</ref>
 
== Economia ==
[[File:S. V. Ivanov. Trade negotiations in the country of Eastern Slavs. Pictures of Russian history. (1909).jpg|thumb|upright=1.4|[[Sergej Vasil'evič Ivanov (pittore)|Sergej Vasil'evič Ivanov]] (1864-1910), ''Commercio di schiavi nell'Europa orientale alto medievale''.]]
 
Il perno dell'economia del Khaganato di Rus' era la rotta commerciale sul fiume Volga. In Scandinavia sono venute alla luce numerosi ''[[dirhem]]'' del IX secolo, monete coniate nel [[Abbasidi|Califfato Abbaside]] e in altri Stati musulmani, a volte divise in pezzi più piccoli e incise con simboli [[runa|runici]];<ref>{{Cita|Noonan 1987-91|pp. 213-219}}.</ref> inoltre, più di 228.000 monete arabe sono state rinvenute nella Russia europea e nelle regioni baltiche e si stima che almeno il 90% di queste ultime siano lì giunte tramite le carovane fluviali che transitavano dal Volga. A testimonianza degli intensi scambi commerciali coi califfati è inoltre opportuno rilevare che il ''dirhem'' venne in seguito adottato come base del sistema monetario della Rus' di Kiev.<ref>{{Cita|Janin|pp. 91-100}}.</ref>
 
Il commercio era la maggior fonte di introiti dei Rus', che secondo Ibn Rustah non praticavano l'[[agricoltura]]:
{{citazione|Non hanno campi coltivati ma dipendono per i loro rifornimenti da quanto riescono ad ottenere dagli ''as-Saqaliba'' (slavi). Non hanno proprietà terriere, villaggi o campi; il loro unico lavoro è il commercio delle pelli di [[Martes zibellina|zibellini]], [[scoiattoli]] e di altri animali e le monete ottenute con queste transazioni le ripongono nelle loro cinte.<ref>{{Cita|Ibn Rustah}}. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 267–268267-268}}.</ref>}}
I mercanti della Rus' viaggiavano lungo il corso del Volga, pagando tributi ai bulgari e ai cazari nei porti di ''[[Gorgan]]'' e di ''[[Abaskun]]'' sulla costa meridionale del [[mar Caspio]]; occasionalmente intraprendevano viaggi fino a ''[[Baghdad]]''.<ref name="Rus"/>
 
== Ordinamento interno ==
Scrivendo nel 922, Ibn Fadlan descrisse i sovrani di Rus' (allo stesso modo dei khagan Cazari), come detentori di ben poca [[autorità]]. Invece il potere politico e militare era esercitato da un suo delegato, che "comanda le truppe, attacca i nemici e agisce in qualità di rappresentante nei confronti dei suoi sottoposti."<ref name="Christian340">{{Cita|Christian|pp. 340-341}}, citando l'opera ''Risala'' di ibn Fadlan.</ref> Il Re della Rus', d'altro canto, "non ha altri doveri che unirsi carnalmente con le proprie schiave, bere, e dedicarsi ai piaceri della vita."<ref name="Christian340"/> Era sorvegliato da 400 uomini, "che morirebbero per lui... Questi 400 siedono dietro il trono reale: a piattaforma grande e ricoperta di gioielli che ospita anche le 40 schiave del suo harem." Ibn Fadlan scrisse che il sovrano quasi non avrebbe mai voluto allontanarsi dallo stesso e che persino quando andava a cavallo, al suo ritorno, "l'animale lo riporta fino al trono."<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 266–267266-267}}.</ref> Ibn Rustah riferisce tuttavia che il khagan era l'autorità di ultima istanza nel decidere le controversie sorte tra i suoi sudditi. Le sue decisioni non erano però vincolanti: se una parte disobbediva alla sentenza reale la disputa era decisa con un [[holmgang|duello]] che avveniva "alla presenza di un consanguineo di ciascun contendente che non sfodera la spada; e l'uomo che ha la meglio nel duello ha il diritto di decidere sulla controversia"<ref>Ibn Rustah. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 266–267266-267}}.</ref>
 
La [[dicotomia]] tra la relativa assenza di potere del sovrano e la grande autorità di uno dei suoi sottoposti riflette la struttura del governo cazaro, con l'autorità secolare nelle mani di un [[Khagan Bek]] solo formalmente subordinato a un khagan, ed è conforme con il sistema politico tradizionale delle [[Germani|tribù germaniche]] dove era presente una netta distinzione tra il re e il capo militare. L'istituzione di un simile sistema gerarchico è stato anche messo in luce per quel che concerne la Rus' di Kiev nelle relazioni politiche tra [[Oleg di Kiev|Oleg]] e [[Igor' di Kiev|Igor']], ma è dubbio se tale circostanza sia un'impronta del khaganato su di uno Stato che gli è succeduto cronologicamente o sia stata importata successivamente da un'altra tradizione. I primi principati della Rus' di Kiev esibivano infatti certe caratteristiche politiche, militari e giuridiche differenti rispetto al khaganato: alcuni storici ritengono che tali differenze siano state introdotte nella Rus' di kiev dai Cazari piuttosto che dal khaganato.<ref>{{Cita|Brutzkus|p. 111}}.</ref>
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== Costumi sociali e religiosi ==
[[File:trizna 1899.jpg|left|thumb|''Oleg pianto dai suoi guerrieri'', un dipinto del 1899 di [[Viktor Vasnetsov]]. Il rito di seppellimento con i tumuli funerari è tipico delle usanze sia scandinave che delle popolazioni nomadi euro-asiatiche.]]
A seguito degli scavi archeologici condotti negli [[anni 1820]] a Ladoga e in altre località del nord della Russia, gli studiosi hanno potuto affermare che le usanze e i rituali dei Rus' erano influenzati da quelli degli scandinavi. Tale dato coincide con quanto riferito nelle opere di [[ibn Rustah]] e [[ibn Fadlan]]. Il primo compilò una breve descrizione della sepoltura di un nobile Rus', che fu posto in una "tomba ampia come una grande casa", insieme a cibo, amuleti, monete, altri accessori e, per ultimo, la propria moglie prediletta. "Quindi la porta veniva sigillata e lei vi moriva dentro."<ref>Ibn Rustah. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|p. 305}}.</ref> Ibn Fadlan lasciò invece una descrizione dettagliata dell'usanza di [[sepolturaFunerale navalevichingo|cremare i nobili sopra una nave]], durante la quale era solito si celebrassero [[sacrificio umano|sacrifici umani]] e di animali. Quando moriva un uomo povero veniva parimenti messo su una piccola barca e bruciato su di essa. Per quel che concerne il funerale delle persone altolocate il viaggiatore musulmano fornisce questa descrizione: i possedimenti del morto erano divisi in tre parti: una per la propria famiglia, una per pagare il rito funebre e una per produrre [[birra]] da consumarsi il giorno della cremazione di quest'ultimo.<ref>Ibn Fadlan identificò i Rus' come forti consumatori di birra: "e spesso uno di loro è stato trovato morto con un boccale nella propria mano." Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|p. 301}}.</ref> Una delle schiave del morto si immolava volontariamente al fine di potersi riunire con il proprio padrone in [[paradiso]]. Il giorno della cremazione il morto veniva dissotterrato dalla propria tomba, vestito di tutto punto e posizionato su di una barca costruita per l'occasione. La schiava veniva dunque uccisa (dopo che i parenti e gli amici del morto avevano fatto sesso con lei) e posta sull'imbarcazione prima che il parente più prossimo del deceduto desse fuoco al vascello. Il funerale finiva con l'edificazione di un tumulo rotondo.<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 301-305}}.</ref>
 
Gli storici medievali nel descrivere gli usi dei Rus' si soffermarono particolarmente sui modi duri e spartani con cui venivano educati i giovani<ref name="Rus"/> Ibn Rustah scrive: "Quando nasce un bambino il padre va verso il neonato con la spada in mano, la getta per terra e dice: 'Non ti lascerò alcun bene: avrai solo quello che riuscirai a procurarti con quest'arma!'"<ref>{{Cita|Brøndsted|p. 268}}.</ref>. [[Al-Marwazi]] nel confermare che i figli maschi non avevano diritto ad alcuna eredità riferì che, alla morte del padre, tutti i beni diventavano proprietà delle figlie. Un altro esempio del loro estremo individualismo è dato dal loro trattamento verso gli ammalati. Secondo quanto tramandato da Ibn Fadlan, "se uno dei Rus' si ammala gli altri lo lasciano da solo in una tenda procurandogli giornalmente cibo e acqua. Tuttavia non lo visitano né parlano con lui, specialmente se è un servo. Se il malato si riprende si riunisce alla comunità, se muore lo bruciano. Se ciò accade a un servo, tuttavia, lasciano il suo cadavere come cibo per cani e avvoltoi"<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 301-305}}. Vedi anche {{Cita|"Rus", ''Encyclopaedia of Islam''}}.</ref>. Le fonti descrivono i Rus' come estremamente di larghe vedute in materia sessuale. Ibn Fadlan scrisse che il re dei Rus' non si vergognava ad avere rapporti sessuali in pubblico con le schiave. Quando i commercianti Rus' arrivavano a destinazione erano soliti [[Rapporto sessuale|copulare]] con le schiave appena comprate alla presenza dei loro compagni e, alle volte, tali spettacoli si trasformavano in [[orgia|orge]].<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 265, 305}}.</ref><ref name="Rus-Islam">{{Cita|"Rus", ''Encyclopaedia of Islam''|''passim''}}.</ref>
A seguito degli scavi archeologici condotti negli [[anni 1820]] a Ladoga e in altre località del nord della Russia, gli studiosi hanno potuto affermare che le usanze e i rituali dei Rus' erano influenzati da quelli degli scandinavi. Tale dato coincide con quanto riferito nelle opere di [[ibn Rustah]] e [[ibn Fadlan]]. Il primo compilò una breve descrizione della sepoltura di un nobile Rus', che fu posto in una "tomba ampia come una grande casa", insieme a cibo, amuleti, monete, altri accessori e, per ultimo, la propria moglie prediletta. "Quindi la porta veniva sigillata e lei vi moriva dentro."<ref>Ibn Rustah. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|p. 305}}.</ref> Ibn Fadlan lasciò invece una descrizione dettagliata dell'usanza di [[sepoltura navale|cremare i nobili sopra una nave]], durante la quale era solito si celebrassero [[sacrificio umano|sacrifici umani]] e di animali. Quando moriva un uomo povero veniva parimenti messo su una piccola barca e bruciato su di essa. Per quel che concerne il funerale delle persone altolocate il viaggiatore musulmano fornisce questa descrizione: i possedimenti del morto erano divisi in tre parti: una per la propria famiglia, una per pagare il rito funebre e una per produrre [[birra]] da consumarsi il giorno della cremazione di quest'ultimo.<ref>Ibn Fadlan identificò i Rus' come forti consumatori di birra: "e spesso uno di loro è stato trovato morto con un boccale nella propria mano." Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|p. 301}}.</ref> Una delle schiave del morto si immolava volontariamente al fine di potersi riunire con il proprio padrone in [[paradiso]]. Il giorno della cremazione il morto veniva dissotterrato dalla propria tomba, vestito di tutto punto e posizionato su di una barca costruita per l'occasione. La schiava veniva dunque uccisa (dopo che i parenti e gli amici del morto avevano fatto sesso con lei) e posta sull'imbarcazione prima che il parente più prossimo del deceduto desse fuoco al vascello. Il funerale finiva con l'edificazione di un tumulo rotondo.<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 301-305}}.</ref>
 
Sia ibn Fadlan che ibn Rustah dipinsero i Rus' come devoti pagani. Ibn Rustah e, dopo di lui, Garizi scrisse che lo [[sciamano]] dei Rus' (''attiba'') deteneva un grande potere sulla gente comune. Secondo ibn Rustah gli sciamani si comportavano "come se possedessero ogni cosa". Loro sceglievano quali uomini, donne, o animali dovevano essere sacrificati e non era possibile opporsi alle loro decisioni<ref>Ibn Rustah. {{Cita|Brøndsted|p. 268}}.</ref><ref name="Rus-Islam"/>. Ibn Fadlan lasciò una descrizione di mercanti che pregavano per il successo delle loro operazioni commerciali davanti a "un grande idolo di legno con le sembianze di un essere umano, circondato da figure più piccole e dietro a questi grandi pali conficcati nel terreno." Se il commercio non andava a buon fine venivano fatte ulteriori offerte; se i guadagni rimanevano limitati, il commerciante portava altri doni agli idoli minori. Quando il commercio si rivelava particolarmente vantaggioso, sacrificava in ringraziamento agli idoli bestiame e pecore, le cui carni venivano poi distribuite in elemosina<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. {{Cita|Brøndsted|p. 266}}.</ref><ref name="Rus-Islam"/>
Gli storici medievali nel descrivere gli usi dei Rus' si soffermarono particolarmente sui modi duri e spartani con cui venivano educati i giovani<ref name="Rus"/> Ibn Rustah scrive: "Quando nasce un bambino il padre va verso il neonato con la spada in mano, la getta per terra e dice: 'Non ti lascerò alcun bene: avrai solo quello che riuscirai a procurarti con quest'arma!'"<ref>{{Cita|Brøndsted|p. 268}}.</ref>. [[Al-Marwazi]] nel confermare che i figli maschi non avevano diritto ad alcuna eredità riferì che, alla morte del padre, tutti i beni diventavano proprietà delle figlie. Un altro esempio del loro estremo individualismo è dato dal loro trattamento verso gli ammalati. Secondo quanto tramandato da Ibn Fadlan, "se uno dei Rus' si ammala gli altri lo lasciano da solo in una tenda procurandogli giornalmente cibo e acqua. Tuttavia non lo visitano né parlano con lui, specialmente se è un servo. Se il malato si riprende si riunisce alla comunità, se muore lo bruciano. Se ciò accade a un servo, tuttavia, lasciano il suo cadavere come cibo per cani e avvoltoi"<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 301-305}}. Vedi anche {{Cita|"Rus", ''Encyclopaedia of Islam''}}.</ref>. Le fonti descrivono i Rus' come estremamente di larghe vedute in materia sessuale. Ibn Fadlan scrisse che il re dei Rus' non si vergognava ad avere rapporti sessuali in pubblico con le schiave. Quando i commercianti Rus' arrivavano a destinazione erano soliti [[Rapporto sessuale|copulare]] con le schiave appena comprate alla presenza dei loro compagni e, alle volte, tali spettacoli si trasformavano in [[orgia|orge]].<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. Traduzione inglese in {{Cita|Brøndsted|pp. 265, 305}}</ref><ref name="Rus-Islam">{{Cita|"Rus", ''Encyclopaedia of Islam''|''passim''}}.</ref>
 
Sia ibn Fadlan che ibn Rustah dipinsero i Rus' come devoti pagani. Ibn Rustah e, dopo di lui, Garizi scrisse che lo [[sciamano]] dei Rus' (''attiba'') deteneva un grande potere sulla gente comune. Secondo ibn Rustah gli sciamani si comportavano "come se possedessero ogni cosa". Loro sceglievano quali uomini, donne, o animali dovevano essere sacrificati e non era possibile opporsi alle loro decisioni<ref>Ibn Rustah. {{Cita|Brøndsted|p. 268}}</ref><ref name="Rus-Islam"/>. Ibn Fadlan lasciò una descrizione di mercanti che pregavano per il successo delle loro operazioni commerciali davanti a "un grande idolo di legno con le sembianze di un essere umano, circondato da figure più piccole e dietro a questi grandi pali conficcati nel terreno." Se il commercio non andava a buon fine venivano fatte ulteriori offerte; se i guadagni rimanevano limitati, il commerciante portava altri doni agli idoli minori. Quando il commercio si rivelava particolarmente vantaggioso, sacrificava in ringraziamento agli idoli bestiame e pecore, le cui carni venivano poi distribuite in elemosina<ref>Ibn Fadlan, ''Risala''. {{Cita|Brøndsted|p. 266}}</ref><ref name="Rus-Islam"/>
 
Fonti bizantine riportano tuttavia che i Rus' adottarono il [[cristianesimo]] verso la fine degli anni 860. In un'enciclica datata [[867]] il [[Fozio I di Costantinopoli|Patriarca Fozio I di Costantinopoli]] informò gli altri Patriarchi Orientali che il popolo russo, presso cui aveva inviato un proprio vescovo, stava accogliendo la novella cristiana con particolare entusiasmo<ref>''Photii Patriarchae Constantinopolitani Epistulae et Amphilochia'', a cura di B. Laourdas, L.G. Westerinck, T.1, Leipzig, 1983, p. 49.</ref>. [[Costantino VII Porfirogenito|Costantino VII]] attribuì la conversione al proprio avo [[Basilio I il Macedone|Basilio I]] e al [[Ignazio I|Patriarca Ignazio I]] piuttosto che ai loro predecessori [[Michele III]] e Fozio. Costantino descrisse come i Bizantini convertirono i Rus' utilizzando parole persuasive e ricchi regali, tra cui oro, argento e pietre preziose. Tramandò inoltre che i pagani furono particolarmente impressionati da un miracolo: un [[vangelo]] gettato dall'[[arcivescovo]] in un forno non venne danneggiato dal fuoco<ref>{{Cita|Theophanes|pp. 342-343}}.</ref>. [[Ibn Khordadbeh]] scrisse alla fine del IX secolo che i Rus' che arrivavano nelle terre musulmane "si dichiaravano cristiani".<ref name="Rus"/> Gli storici moderni sono tuttavia oggi divisi riguardo all'entità della [[conversione al cristianesimo del Khaganato di Rus']]. Infatti i tentativi di introdurre tale religione in quei popoli non sembrarono avere conseguenze durature, tanto è vero che sia la [[Cronaca degli anni passati]] sia le altre fonti slave antiche descrissero la Rus' del X secolo come decisamente orientata al [[paganesimo]]
 
== Politica estera ==
Come già ricordato, nell'838 il Khaganato di Rus' inviò un'ambasciata all'[[Impero Bizantinobizantino]] che fu registrata negli Annali di San Bertin: la ragione di questo avvenimento ha dato adito a pareri discordanti tra gli storici. [[Aleksej Šachmatov]] ritenne che l'ambasciata avesse come obiettivo quello di stabilire un rapporto diplomatico con i Bizantini<ref>A. Shakhmatov, ''Survey of the Oldest Period of the History of the Russian Language'', in ''Encyclopedia of Slavonic Philology'', II, 1 (Petrograd, 1915), XXVIII, citata in {{Cita|Vasiliev|p. 12}}.</ref>. [[Constantine Zuckerman]] ipotizzò invece che gli ambasciatori del Khagan fossero lì giunti per negoziare un trattato di pace a seguito del loro [[Spedizione Paphlagonian dei Rus'|intervento militare]] negli anni 830<ref name="Zuckerman, Deux étapes"/>. [[George Vernadskij]] collegò la loro missione con la costruzione della fortezza di [[Sarkel]] nell'[[833]]. Tuttavia questa ambasciata non è riportata nelle fonti bizantine e nell'[[860]] il Patriarca Pozio si riferì ai Rus' come "genti sconosciute".<ref>{{Cita|Vasiliev|p. 13}}.</ref>
 
Secondo Vernadskij, i [[Cazari]] e i Greci eressero la fortezza di Sarkel vicino al passaggio tra il [[Don (fiume Russia)|Don]] e il Volga al fine di difendere tale punto strategico dai Rus'<ref name="Vernadsky VII-4"/>. Altri storici, tuttavia, ritennero che essa fosse stata costruita per difendersi o monitorare i Magiari e altre tribù della steppa e non i Rus'<ref>{{Cita|Shepard|p. 24}}.</ref><ref>{{Cita|Kovalev|p. 124}}.</ref>. Lo studioso [[Ucraini|ucraino]] [[Mychailo Hruševskyj]] non esitò a dichiarare che le fonti esistenti sono contrastanti su questo punto<ref>{{Cita|Hrushevsky|Vol. 1, p. 176}}.</ref>. [[John Skylitzes]] scrisse che Sarkel fu un "valido baluardo contro i [[Peceneghi]]" ma non riuscì a identificare lo scopo per il quale era stato eretto<ref>{{Cita|Huxley|''passim''}}.</ref>.
 
Nell'860, i Rus' [[Guerra Rus'-Bizantina (860)|assediarono Costantinopoli]], con una [[flotta]] di 200 navi. L'esercito e la flotta bizantina erano lontani dalla capitale, lasciando quest'ultima vulnerabile a un attacco. La tempistica della spedizione fa supporre che i Rus' fossero ben informati della situazione interna dell'impero grazie alle relazioni commerciali e diplomatiche intervenute a seguito dell'ambasciata dell'838. I guerrieri Rus' devastarono i dintorni di Costantinopoli prima di allontanarsene improvvisamente il 4 agosto.<ref>{{Cita|Franklin e Shepard|pp. 50–5550-55}}.</ref>
 
Il Khaganato di Rus' aveva stretti rapporti commerciali con la [[Cazaria]]. [[Ibn Khordadbeh]] riferì che "loro vanno tramite il fiume slavo (il Don) fino a [[Khamlidj]], una città dei Cazari, dove il governante di questi ultimi riscuote un dazio da loro."<ref>ibn Khordadbeh, citato in {{Cita|Vernadsky|Vol. 1, p. 9}}</ref> Alcuni commentatori moderni inferiscono dalle parole dello storico arabo che la cultura politica dei Rus' fu oltremodo influenzata dai contatti con la Cazaria.<ref>Ad es. {{Cita|Jones|p. 164}}, {{Cita|Franklin and Shepard|pp. 67-8}}, {{Cita|Christian| p. 340}}.</ref> Tuttavia dall'inizio del periodo Rurikide, nellanel primaprimo decadedecennio del X secolo, le relazioni tra Rus' e Cazari [[Spedizioni sul Caspio della Rus'|peggiorarono sensibilmente]].
 
== Declino ==
Poco tempo dopo l'annuncio del Patriarca Fozio riguardante la [[cristianizzazione dei Rus']], tutti i centri del Khaganato presenti nell'odierna Russia Nordnord-Occidentaleoccidentale furono distrutti da incendi. Gli archeologi hanno rinvenuto prove precise e concordanti che Holmgard, Aldeigja, [[Alaborg]], [[Izborsk]] e altri insediamenti locali furono rasi al suolo dalle fiamme negli anni 860 o 870. Alcuni di questi centri furono abbandonati definitivamente dopo gli incendi. Il Manoscritto Nestoriano descrive la rivolta degli Slavi e dei Finni pagani nei confronti dei Variaghi, che dovettero secondo tale fonte ritirarsi oltremare nell'[[862]]. La [[Prima Cronaca di Novgorod]], considerata da Šachmatov più affidabile, non individua temporalmente la rivolta in una data specifica. La cinquecentesca [[Cronaca di Nikon]] attribuisce la cacciata dei Variaghi a [[Vadim il Coraggioso]]. Lo storico ucraino Mychailo Braičevskyj considerò la ribellione di Vadim "una reazione pagana" contro la cristianizzazione della Rus'.<ref>{{Cita|Брайчевский|pp. 42-96}}.</ref> A tali eventi seguì un periodo di anarchia, individuato da Zuckerman nel lasso temporale che va dall'875 al 900. L'assenza di monete databili all'ultimo ventennio del IX secolo suggerisce infatti che il Volga cessò di essere una via commerciale: ne conseguì "la prima crisi dell'argento europea".<ref>{{Cita|Noonan 1985|pp. 41-50}}.</ref><ref>{{Cita|Noonan 1992|''passim''}}.</ref>
 
Dopo la [[recessione]] conseguita al periodo di sconvolgimenti politici, la regione fu oggetto di una ripresa economica intorno al 900. Zuckerman ha associato tale ripresa con l'arrivo di [[Rurik]] e dei suoi uomini, i quali, per ragioni ancora incerte, incentrarono i propri commerci non più sul Volga, ma sul DnieperDnepr. Gli insediamenti scandinavi di Ladoga e Novgorod iniziarono a crescere rapidamente. Durante lail primaprimo decadedecennio del X secolo, un grande avamposto commerciale sul [[DnieperDnepr]] fu costruito a [[Gnëzdovo]], nei pressi della moderna [[Smolensk]]. Kiev, anch'essa un insediamento sul Dnieper, si trasformò in un importante centro urbano all'incirca in quel periodo<ref>{{Cita|Franklin e Shepard|pp. 91–11191-111}}.</ref><ref>Vedi ad es. {{Cita|Duczko|pp. 81ss.}}. È stata avanzata da alcuni storici l'ipotesi che la distruzione degli anni 860/870 fosse stata causata dagli attacchi dello stesso Rurik e dei suoi seguaci che soppiantarono i Khagan o anche che questa fosse stata cagionata da una guerra civile interna al Khaganato stesso e risoltasi con l'intervento di Rurik.</ref>.
 
Il destino del Khaganato di Rus' e il processo attraverso il quale evolse o fu soppiantato dalla [[Rus' di Kiev]] non è chiaro. I Kieviani sembrarono in seguito avere vaghe nozioni sulla precedente esistenza del Khaganato. Le fonti slave non menzionano neppure la cristianizzazione della Rus' avvenuta nell'860 o la spedizione Paphlagoniana[[Paflagonia|paflagona]] dell'830. Il fatto che gli autori del Manoscritto Nestoriano abbiano tratto da fonti greche il racconto della spedizione condotta dai Rus' contro Costantinopoli nell'860 suggerisce l'assenza di una tradizione vernacolare riguardante tali accadimenti<ref>{{Cita|Franklin e Shepard|p. 53}}.</ref>.
 
== Note ==
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* {{cita libro|lingua=en|autore=Władysław Duczko|titolo=Viking Rus: Studies on the Presence of Scandinavians in Eastern Europe|editore=Brill|anno=2004|cid=Duczko}}
* {{cita libro|titolo=The Encyclopaedia of The Lay of Igor's Campaign|volume=Volume 3 (di 5)|città=St. Petersburg|anno=1995|cid=Encyclopaedia of The Lay}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=Simon Franklin|autore2=[[Jonathan Shepard]]|titolo=The Emergence of Rus 750-1200|url=https://archive.org/details/emergenceofrus750000fran|città=London|editore=Longman|anno=1996|ISBN= 0-582-49091-X|cid=FrankinFranklin e Shepard}}
* {{cita libro|lingua=en}} |autore-capitolo=[[Peter Benjamin Golden]], voce ''|capitolo=Rus'', in {{cita libro|titolo=[[Encyclopaedia of Islam]]|curatore= P. Bearman, Th. Bianquis, C.E. Bosworth, E. van Donzel e W.P. Heinrichs|editore=Brill|anno=2006|cid="Rus", ''Encyclopaedia of Islam''}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Peter Benjamin Golden|titolo=The Question of the Rus' Qaganate|pubblicazione=Archivum Eurasiae Medii Aevi|anno=1982|cid=Golden 1982}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=Charles J. Halperin|titolo=Russia and the Golden Horde: The Mongol Impact on Medieval Russian History|città= Bloomington|editore=University of Indiana Press|anno=1987|isbn=0-253-20445-3}}
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* {{cita pubblicazione|lingua=ru|autore=А.П. Новосельцев|titolo=К вопросу об одном из древнейших титулов русского князя" [''Su uno dei più antichi titoli dei principi Rus''']|pubblicazione=История СССР|anno=1982|numero=4|cid=Новосельцев}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=[[Omeljan Pritsak]]|titolo=The Origin of Rus'|città=Cambridge, M|editore=[[Harvard University Press]]|anno=1991|cid=Pritsak 1991}}
* {{cita libro|lingua=en|autore=[[Omeljan Pritsak]]|titolo=The Origins of the Old Rus' Weights and Monetary Systems|città=Cambridge, M|editore= [[Harvard Ukrainian Research Institute]]|anno=1998|cid=Pritsak 1998}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en|autore=Jonathan Shepard|titolo=The Khazars' Formal Adoption of Judaism and Byzantium's Northern Policy|pubblicazione=Oxford Slavonic Papers, New Series|numero=31|anno=1998|p=24|cid=Shepard}}
* {{cita libro|lingua=ru|autore=Pavel Smirnov|titolo=Volz'kiy shlyakh i starodavni Rusy [''La via del Volga e l'antica Rus'']|città=Kiev|anno=1928|cid=Smirnov}}
* {{cita libro|lingua=la|titolo=Theophanes Continuatus, Ioannes Cameniata, Symeon Magister, Georgius Monachus|editore=Ed. I. Becker|città=Bonnae|anno=1838|pp=342-343|cid=Theophanes}}
* {{cita pubblicazione|lingua=en|autore=[[Alexander Vasiliev]]|titolo=The Russian Attack on Constantinople in 860|url=https://archive.org/details/W7-BQE-387|pubblicazione=[[Mediaeval Academy of America]]|anno=1946|cid=Vasiliev}} (edizione originale: 1926)
* {{cita libro|lingua=en|autore=[[G. V. Vernadsky]]|titolo=A History of Russia|volume=Vol. 1|città=New Haven|editore=Yale University Press|anno=1943}} ([http://gumilevica.kulichki.net/VGV/vgv172.htm Versione russa on line]).
* {{cita libro|lingua=en|curatore=[[G. V. Vernadsky]]|titolo=A Source Book for Russian History from Early Times to 1917|url=https://archive.org/details/sourcebookforrus01ysou|volume=Vol. 1|città=New Haven|editore=Yale University Press|anno=1972|cid=Vernadsky 1972}}
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== Voci correlate ==
* [[Cristianizzazione del Khaganato di Rus']]
 
== Altri progetti ==
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