Secondo Impero francese: differenze tra le versioni
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|linkStemma = Coat of Arms Second French Empire (1852–1870)-2.svg
|linkBandiera = Flag of France (1794-1815).svg
|linkLocalizzazione =
|linkMappa =
|didascalia =
|paginaStemma = Stemma della Francia
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|altre capitali =
|dipendente da =
|dipendenze = [[File:Flag of France (1794-1815).svg|20px|border]] [[Impero coloniale francese]]<br />{{simbolo|
|forma di stato = [[Stato unitario|Unitario]], [[Stato autoritario|autoritario]] e in seguito [[Stato liberale|liberale]]<ref>In seguito alle riforme del 1861, 1867 e 1869, oltreché la nuova costituzione del 1871, la natura illiberale dell'Impero venne meno.</ref>
|governo = [[Monarchia costituzionale]]{{#tag:ref|Pur essendo innegabile la natura autoritaria dell'Impero, la costituzione del 1852 venne progressivamente emendata così da attribuire un ruolo maggiore al Corpo legislativo, in particolare nel 1869, quando gli fu conferita l'iniziativa legislativa, prima prerogativa dell'imperatore; nel 1870 un senatoconsulto emanò una nuova costituzione che recepì questa evoluzione.<ref>{{Cita|Morabito|p. 77}}.</ref>}}
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|primo capo di stato = [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]]
|stato precedente = [[File:Flag of France (1794-1815).svg|20px|border]] [[Seconda Repubblica francese|Seconda Repubblica]]<br />{{SAR 1851-1861}}
|evento iniziale = [[Colpo di Stato in Francia del 1851|Colpo di Stato del 2 dicembre 1851]] e successivo plebiscito nazionale del 20 e 21 dicembre 1851
|fine = 4 settembre 1870
|ultimo capo di stato = [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]]
|stato successivo = [[File:Flag of France (1794-1815).svg|20px|border]] [[Terza Repubblica
|evento finale = Sconfitta nella [[battaglia di Sedan]] e conseguente proclamazione della Repubblica francese del 4 settembre 1870.
|area geografica = Europa occidentale, Africa, America, Asia, Oceania
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|religioni preminenti = [[Cattolicesimo]]
|religione di stato =
[[Cattolicesimo]]
|altre religioni =
|classi sociali = borghesia industriale, impiegati statali, proletariato
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}}
== La prima fase (1852-1860) ==
Dopo il [[colpo di Stato]] del 2 dicembre [[1851]] che mise fine alla [[Seconda Repubblica francese|Seconda Repubblica]], [[Napoleone III|Luigi Napoleone Bonaparte]] emanò il
Nella nuova Repubblica autoritaria il mandato presidenziale era portato da 3 a 10 anni. Spettava al presidente la nomina dei componenti del Senato, organo garante dell'ordine costituzionale , e dei membri del Consiglio di Stato. Il Corpo legislativo era eletto a suffragio maschile universale, per sei anni. Esso poteva riunirsi solo su convocazione del presidente e da questi poteva essere sciolto, con il vincolo di indire elezioni entro i successivi sei mesi. L'assemblea non aveva alcun diritto d'iniziativa legislativa, in quanto la proposta delle leggi era riservata all'esecutivo, consultato il Consiglio di Stato. La funzione legislativa inoltre era onoraria, in quanto non prevedeva alcuna indennità economica. In caso di emergenze politiche, al presidente era conferita facoltà di dichiarare lo stato d'assedio in uno o più dipartimenti.
▲La nuova costituzione fu sancita dal plebiscito del 21 novembre 1852, con il quale la Francia conferì il potere supremo e il titolo di imperatore a Napoleone III, quasi all'unanimità (i "si" furono 7.824.000, i "no" 253.000, le astensioni - che erano la linea della sinistra - 2 milioni).
=== L'autoritarismo ===
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Sul piano del controllo individuale, fu istituito un sistema di sorveglianza poliziesca degli individui sospetti, che ebbe un incremento parossistico dopo l'attentato di [[Felice Orsini]] nel [[1858]], che servì da pretesto per aumentare la severità del regime con la ''Legge di sicurezza generale'', che consentiva l'internamento, l'esilio o la deportazione, senza processo, di ogni persona sospetta.
===
[[File:Laveaux_Place_de_l'Opéra.jpg|thumb|left|Place de l'Opéra - esterno notte, 1892]]
Il silenzio della libertà fu coperto da un gran rumore di feste e di celebrazioni (e anche di grandi lavori), con il supporto della grande finanza, della grande industria e della grande proprietà terriera (nonché del clero, fortemente legato all'[[Eugenia de Montijo|imperatrice Eugenia]]).
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[[File:Napoleón 3º (1865).jpg|thumb|left|[[Napoleone III di Francia|Napoleone III]]]]
==== La guerra
{{Vedi anche|Édouard Drouyn de Lhuys}}
La prima occasione fu la [[guerra di Crimea]].
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Forte di queste misure, Napoleone pensò di aver equilibrato ed arginato l'opposizione protezionista, sottovalutando il fatto che quella che veniva creandosi era l'opposizione politica della borghesia esclusa dalla politica.
=== L'
[[File:Imperial Standard of Napoléon III.svg|thumb|Stendardo imperiale di Napoleone III]]
Dopo il [[1860]], la politica estera del secondo impero incappò in diverse delusioni, che gli fecero perdere molto prestigio.
* Anzitutto l'affare messicano: con l'occasione della [[Guerra di secessione americana]] e della concomitante [[rivoluzione messicana]], Austria, Inghilterra e Francia pensarono di poter mettere sul trono del [[Messico]] l'arciduca [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Asburgo-Lorena]] ([[1864]]).<br />La spedizione ebbe esito assai infelice: ritiratesi dall'affare Austria e Inghilterra, con un accordo separato, la Francia rimase sola a sostenere il nuovo imperatore austro-americano, che fu catturato e fucilato da [[Benito Juárez]] il 15 maggio [[1867]].
* Nell'ambito del sostegno dato ai movimenti di indipendenza nazionale, Napoleone era impegnato su più fronti: la [[Risorgimento|questione italiana]] aveva trovato una prima conclusione con la [[Regno d'Italia (1861-1946)#La Formazione|proclamazione del Regno d'Italia del 1861]], ma rimaneva aperta la [[questione romana]], rispetto alla quale gli ambienti cattolici francesi, capeggiati dall'imperatrice [[Eugenia de Montijo|Eugenia]], erano fortissimamente impegnati a supporto del [[potere temporale]]. Restavano inoltre irrisolte la [[
== La crisi ==
La nuova esposizione universale del
Dopo la vittoria elettorale dell'Unione nel
Per ribadire il proprio ruolo, dopo la sommossa del 10 gennaio 1870 seguita all'assassinio del giornalista Victor Noir da parte di Pierre Bonaparte, un membro della famiglia imperiale, proclamò un nuovo plebiscito che vinse trionfalmente l'8 maggio
▲Per ribadire il proprio ruolo, dopo la sommossa del 10 gennaio 1870 seguita all'assassinio del giornalista Victor Noir da parte di Pierre Bonaparte, un membro della famiglia imperiale, proclamò un nuovo plebiscito che vinse trionfalmente l'8 maggio [[1870]].[[File:Claude Monet 008.jpg|thumb|[[Monet]], ''Boulevard des Capucines'', [[1873]]|alt=]]
=== La guerra franco-prussiana ===
{{Vedi anche|Guerra franco-prussiana}}
[[File:Claude Monet 008.jpg|thumb|[[Monet]], ''Boulevard des Capucines'', [[1873]]|alt=]]
La crescita della [[Prussia]] nelle mani di [[Otto von Bismarck]] (nel 1862 ambasciatore a Parigi), il rapido trionfo prussiano nella guerra con l'Austria del [[1866]] e il successivo accordo tra gli Asburgo e gli [[Hohenzollern]] per l'egemonia sulla Germania costrinsero [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] (che aveva immaginato di fare il terzo vincente fra i due litiganti) a prendere atto di avere uno scomodo vicino, che minacciava il suo ruolo europeo, oltre che la sua frontiera orientale.[[File:BismarckundNapoleonIII.jpg|thumb|left|[[Otto von Bismarck|Bismarck]] e [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] alla resa di [[Battaglia di Sedan|Sedan]] - stampa d'epoca]]La famiglia imperiale era convinta della necessità di confermare con un ''coup d'éclat'' in politica estera il ritorno del favore popolare dopo il plebiscito - si attribuisce all'[[Eugenia de Montijo|imperatrice Eugenia]] la battuta ''«S'il n'y a pas de guerre, mon fils ne sera jamais empereur»'' («Se non si fa la guerra, mio figlio non sarà mai imperatore»).▼
▲La crescita della [[Prussia]] nelle mani di [[Otto von Bismarck]] (nel 1862 ambasciatore a Parigi), il rapido trionfo prussiano nella guerra con l'Austria del
Il pretesto alla [[guerra franco-prussiana]] fu fornito dalla richiesta della Francia alla Prussia di ritirare la candidatura del [[Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen|principe Hohenzollern]] al trono di Spagna dove, nel
Bismarck, deciso allo scontro, colse l'occasione per ritorcere contro Napoleone III la richiesta di ritirare la candidatura al trono di Spagna e diffuse un comunicato secondo cui Guglielmo I aveva chiesto di non voler più vedere Benedetti, l'ambasciatore francese.
L'affronto portò la Francia a dichiarare guerra alla [[Prussia]] il 19 luglio
=== Battaglia di Sedan e la caduta dell'Impero ===
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L'esercito francese dimostrò subito difficoltà nell'offensiva: le armate di Napoleone III comandate da [[Mac Mahon]] furono continuamente sconfitte fino alla capitolazione di [[battaglia di Sedan|Sedan]] del 1º settembre 1870.
L'Imperatore Napoleone III fu fatto prigioniero dai prussiani e venne costretto all'[[abdicazione]], mentre a [[Parigi]], il 4 settembre 1870, venne proclamata la [[Terza Repubblica
Il nuovo Capo del Governo francese, [[Adolphe Thiers]], condusse a [[Versailles]] le trattative di pace con Bismarck: la Francia s'impegnava a mantenere a proprie spese un esercito d'occupazione tedesco fino al pagamento di un'indennità di cinque miliardi di [[Franco (moneta)|franchi oro]] e cedeva l'[[Alsazia-Lorena|Alsazia e la Lorena]]. Dal crollo dell'Impero usciva una [[Francia]] ridimensionata in un nuovo scenario europeo.
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web |lingua=fr |url=http://www.secondempire.fr/ |titolo=Second Empire |accesso=4 dicembre 2018 |dataarchivio=4 dicembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181204155215/http://www.secondempire.fr/ |urlmorto=sì }}
* {{cita web |lingua=fr |url=http://www.siv.archives-nationales.culture.gouv.fr/siv/IR/FRAN_IR_029840 |titolo=Ministère de la Maison de l'Empereur. Archives relatives aux voyages officiels et aux réceptions de personnalités }} conservati agli [[Archivi nazionali (Francia)]]
* {{cita web |lingua=fr |url=http://www.siv.archives-nationales.culture.gouv.fr/siv/IR/FRAN_IR_054196 |titolo=Archives du ministère de la Maison de l'Empereur (Second Empire) : paiement des travaux aux résidences et palais impériaux (1854-1870) }} conservati agli [[Archivi nazionali (Francia)]]
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