Saladino: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
{{Monarca
|nome = Saladino<br><small>''Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb''</small>
|immagine = Folio from The book of knowledge of ingenious mechanical devices (1354 Mamluk copy). Part of a water clock (detail).jpg
|legenda = SaladinoSalah ad-Din, da un codice arabo del XII secolo
|stemma =
|titolo = [[Sultano|Sultano d'Egitto e Siria]]
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|data di morte = 4 marzo [[1193]]
|incoronazione = [[1174]], [[Il Cairo]]
|dinastia = [[Ayyubidi]] Mazzaiola
|luogo di sepoltura = vicinanze della [[Grande Moschea degli Omayyadi]], [[Siria]]
|religione = [[Musulmano]] [[Sunnismo|sunnita]]
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|predecessore = [[Al-Malik al-Salih Isma'il|al-Salih Isma'il]] ([[Siria]])<br />[[al-'Adid]] ([[Egitto]])
|successore = [[al-Afdal 'Ali]] ([[Siria]])<br />[[al-'Aziz Uthman]] ([[Egitto]])
|padre = Michelangelo[[Najm Astaritaal-Din Ayyub]]
|consorte = [[Ismat adal-Din Khatun]]
}}
{{Bio
|Nome = Salah uddinSaladino
|Cognome =
|PreData = {{arabo|صلاح الدين يوسف بن أيوب|Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb}}, {{curdo|سەلاحەدینی ئەییووبی|Selahedînê Eyûbî}}
|Sesso = M
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}}
 
[[Musulmano]] [[Sunnismo|sunnita]] di origine [[Curdi|curda]], Saladino si è oppostooppose con le armi alle [[crociate]] europee nel [[Levante (regione storica)|Levante]], come prima di lui avevano fatto [[Zengi|'Imad al-Din Zengi]] e suo figlio [[Norandino]]. Al culmine del suo potere, il suo sultanato includeva l'Egitto e altre parti del [[Nordafrica]], Siria, [[Mesopotamia]], [[Hijaz]], [[Yemen]].
 
Inviato presso i [[Fatimidi]] egiziani dal suo signore [[Zengidi|zengide]] [[Norandino|Nūr al-Dīn Zengī]] nel [[1163]], Saladino scalò presto i ranghi del governo fatimide, diventando loro [[visir]] (''wāsitawāsiṭa''), anche in virtù dei suoi successi militari contro gli assalti dei crociati nel territorio egiziano e la sua intimità con l'Imam fatimide [[al-'Adid|al-ʿĀḍid]].
 
Quando lo zio di Saladino, [[Shirkuh|Shīrkūh]], morì nel [[1169]], al-ʿĀḍid nominò Saladino [[visir]]: evento non tanto straordinario quello di nominare visir un sunnita, vista la consuetudine fatimide di nominare non occasionalmente anche cristiani o ebrei alle più alte cariche non religiose dello Stato [[sciita]] [[Ismailismo|ismailita]]. Durante il suo mandato come visir, Saladino cominciò a minare l'istituzione fatimide e dopo la morte di al-ʿĀḍid nel [[1171]] assunse il governo in nome del suo signore zengide, proclamando la fedeltà dei territori già fatimidi al [[califfato di Baghdad]]. Negli anni successivi, condusse incursioni contro i crociati in [[Palestina]], ordinò la fortunata campagna di conquista dello Yemen e scongiurò ribellioni pro-fatimidi in Egitto.
 
Non molto tempo dopo la morte di Nūr al-Dīn nel [[1174]], Saladino avviò la conquista della Siria, entrando pacificamente a Damasco su richiesta del sovranogovernatore [[Buridi|buride]]Ibn dellaal-Muqaddam, che era stato un generale di cittàNorandino. Entro la metà del [[1175]], Saladino aveva conquistato [[Hama|Ḥamā]] e [[Homs]], attirandosi l'ostilità dei vari zengidi, per nulla favorevoli all'ascesa del loro antico vassallo. Saladino sconfisse però l'esercito zengide in battaglia e fu successivamente proclamato "[[Sultano di Egitto e Siria]]" dal califfo abbaside [[al-Mustadi'|al-Mustaḍīʾ]]. Portò a termine ulteriori conquiste nel nord della Siria e della Mesopotamia ([[Jazira]]), sfuggendo a due attentati alla sua vita perpetrati dagli [[Nizariti|Assassini]], prima di tornare in Egitto nel [[1177]] per affrontare problemi interni al suo regno. Nel [[1182]], Saladino consolidò la conquista della Siria con la cattura di [[Aleppo]], anche se non riuscì a conquistare la roccaforte [[Zengidi|zengide]] di [[Mosul|Mossul]].
 
Sotto la guida personale di Saladino, l'esercito ayyubide sconfisse i crociati nella decisiva [[battaglia di Hattin]] nel [[1187]], aprendo la strada alla riconquista musulmana della Palestina dai crociati, che si erano insediati 88 anni prima. Anche se il [[Regno di Gerusalemme]], come regno crociato, avrebbe continuato ad esistere per un periodo prolungato, la sconfitta subita ad Ḥaṭṭīn segnò una svolta nel suo conflitto con i poteri islamici della regione. Per questo, Saladino è diventato una figura di spicco nella cultura musulmana, araba, turca e curda. Nel [[1193]] morì a Damasco, dopo aver devoluto gran parte della sua ricchezza ai suoi sudditi. Saladino è sepolto in un piccolo mausoleo adiacente alla [[Moschea degli Omayyadi]].
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Gli storici più accreditati indicano che la sua origine fosse curda.<ref>Oltre alle numerosissime fonti arabo-islamiche, si può leggere l{{'}}''incipit'' del lemma sugli [[Ayyubidi]], scritto da [[Claude Cahen]] per ''[[The Encyclopaedia of Islam]]'' - la ben nota ''summa'' delle conoscenze [[orientalistica|orientalistiche]] - che letteralmente afferma: «''The eponym of the family, Ayyūb b. Shādhī b. Marwān, born in the village of Adjdanaqān near Dvin (Dabīl) in Armenia, belonged to the Rawwādī clan of the Kurdish tribe of the Hadhbānī''».</ref><ref>Cfr. ciò che scrive [[Bernard Lewis]], islamista e turcologo di fama internazionale, sulla ben nota ''Cambridge History of Islam'' ([[P.M. Holt]], [[Ann Lambton]] e [[Bernard Lewis]] eds., Cambridge, C.U.P., 4 voll., 1995<sup>4</sup>, p. 201): «''...[[Shawar|Shāwar]] ''(i.e. il [[vizir]] [[fatimide]] d'[[Egitto]])'' now returned to Egypt with a Sirian army, commanded by the Kurdish general [[Shirkuh|Shīrkūh]]; the latter was accompanied by his nephew Ṣalāḥ al-Dīn b. Ayyūb''».</ref><ref>M. Chamberlain riprende quasi alla lettera le frasi di Lewis sulla ''Cambridge History of Egypt'' (Carl F. Petry ed.), 2 voll., Cambridge, C.U.P., 1998, I, p. 213: «''... Nūr al-Dīn dispatched a small army under the command of his Kurdish amīr Asad al-Dīn Shīrkūh. Shīrkūh, possibly accompanied by his nephew Ṣalāḥ al-Dīn Ibn Ayyūb (known to the west as Saladin)...''».</ref><ref>Il noto autore di biografie di uomini illustri, [[Ibn Khallikan|Ibn Khallikān]], nelle sue ''Wafayāt al-aʿyān'' (Il Cairo, Maktaba al-nahḍa al-miṣriyya, 1948, VI, p. 139), nel parlare della sua famiglia, scriveva: «''...wa annahum akrād''», che significa "... ed essi erano Curdi ...".</ref><ref>Cfr. anche [[Carl Brockelmann]], ''Histoire des peuples et des États islamiques'', Parigi, Payot, 1949, pp. 193-94: «''Deux frères, Ayyoub et Chirkouh, fils du Kurde Chadhi... Chirkouh reparut en Egypte, mais après une première victoire retentissante, son neveau Saladin, fils d'Ayyoub...''».</ref><ref>[[Claudio Lo Jacono|C. Lo Jacono]], ''Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo)''. I. ''Il Vicino Oriente'', Torino, Einaudi, 2003, p. 317: «''Il deposto Shāwar pensò di chiedere allora aiuto al sunnita Nūr al-Dīn b. Zenjī, teoricamente soggetto al califfo abbaside, che inviò il suo aiutante, il curdo Shīrkūh (zio di Ṣalāḥ ad-Dīn b. Ayyūb, il futuro Saladino...''».</ref> Non manca tuttavia chi, mosso probabilmente da pulsioni campanilistiche, afferma che la sua etnia fosse [[Popolazioni turche|turca]].<ref name="Sılay">Dr. Mehmet Sılay, "Ortadoğu Barışının Mimarı Selahaddin Eyyubi", İstanbul, 2009.</ref><ref name="Fairburn">''The chronicle of the kings of England from William the Norman to the death of George III'', ''California Digital Library'', (Basım: 1821, Yazar: J. Fairburn, Dil: İngilizce) (Sayfa 33, "Saladin the Turk") (http://www.archive.org/stream/chronicleofkings00dods#page/32/mode/2up )"</ref>
 
Perfino il defunto dittatore [[Saddam Hussein]], che perseguitò a più riprese il popolo curdo, ammise che Saladino era di etnia curda, nato da genitori curdi nella sua stessa città natale di ([[Tikrit]]).{{Senza fonte}}
 
==Vita==
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{{vedi anche|Assedio di Gerusalemme (1187)}}
[[File:Saladin and the fall of the Kingdom of Jerusalem (1898) (14784203012).jpg|thumb|Saladino e la Caduta del [[Regno di Gerusalemme]] (mappa del 1898).]]
Alla morte di Norandino (maggio [[1174]]), Saladino ne sposò la vedova e iniziò la sua personale opera di conquista dell'area siro-palestinese: riuscì a prendere il controllo di [[Damasco]] nel novembre [[1174]].
 
Nel marzo [[1175]] conquistò la cittadella di [[Homs]] e il 21 giugno [[Azaz]].
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Nel 1187 inviò a Tiberiade una piccola armata guidata da suo figlio [[al-Afdal di Damasco|al-Afdal]], per rappresaglia nei confronti di un precedente attacco ad una carovana musulmana da parte di [[Rinaldo di Châtillon]].
[[Raimondo III di Tripoli]] nutriva la speranza che Saladino si potesse alleare con lui contro [[Guido di Lusignano]] e per questo permise alla spedizione di attraversare il suo feudo di Tiberiade il 30 aprile; ma [[Gerardo di Ridefort]], maestro dei [[Cavalieri Templari]], radunò velocemente un piccolo contingente di soli 140 cavalieri, 200 turcopoli e 400 fanti, poco più di 700 uomini in tutto; la forza del figlio di Saladino era composta da 7000 uomini. Si scontrarono a Cresson, presso Nazaret il 1º maggio. Narra l{{'}}''[[Itinerarium Peregrinorum et Gesta Regis Ricardi]]'':
<blockquote>''{{Citazione|Così Saladino radunò il suo esercito e marciò velocemente verso la Palestina. Egli inviò l'emiro di Edessa, Manafaradin (al-Muzaffar), a capo di 7.000 Turchi per razziare la Terra Santa. Ora, quando questo Manafaradin giunse nella regione di Tiberiade, si scontrò con il maestro del Tempio, Gerardo de Ridefort, e con il maestro dell'Ospedale, Ruggero des Moulins. Nello scontro inaspettato che seguì, egli mise in fuga il primo ed uccise il secondo.''</blockquote>}}
I musulmani finsero una ritirata, Gerardo ordinò una carica, nonostante il parere contrario di Ruggero, ed i cavalieri si separarono così dalla fanteria. I musulmani riuscirono a contrastare facilmente la carica diretta dei cristiani, uccidendo prima i cavalieri esausti e poi la fanteria. Gerardo sopravvisse ma tutti gli altri cavalieri vennero uccisi. Saladino raccolse un esercito ancora più potente, forte di 20.000 uomini, e invase il regno a giugno: ebbe strada facile anche grazie alla insipiente smania aggressiva del Reggente del regno, [[Guido di Lusignano]], di [[Rinaldo di Châtillon]], di [[Umfredo II di Toron]] e del nuovo Patriarca [[Eraclio di Cesarea|Eraclio]], [[arcivescovo di Cesarea]] (che erano riusciti a vanificare l'assennata linea strategica del defunto re [[lebbra|lebbroso]] di [[Gerusalemme]], [[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino IV]], orientata a un accordo con le forze [[musulmani|islamiche]] dell'area).
 
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Il 4 ottobre [[1189]] Saladino mosse ad est della città di San Giovanni d'Acri verso il campo di [[Guido di Lusignano]] e schierò le sue truppe in un semicerchio ad oriente della città; l'esercito crociato era in mezzo e mantenne la sua posizione di fronte alle forze di Saladino, con i [[balestriere|balestrieri]], dotati di corazza leggera, in prima linea e la [[Cavalleria medievale|cavalleria]] pesante in seconda. Nello scontro i Templari prevalsero sui musulmani a tal punto che Saladino dovette richiedere rinforzi da altre parti del campo di battaglia; ma i balestrieri cristiani prepararono la strada per la carica della cavalleria pesante crociata e la costante avanzata del centro cristiano contro le truppe di Saladino non incontrò grande resistenza. Il centro e il fianco destro di Saladino furono travolti e messi in fuga. Ma i vincitori cristiani si sparpigliarono per saccheggiare, allora Saladino radunò i suoi uomini e quando i cristiani cominciarono a ritirarsi con il bottino, scatenò la sua cavalleria leggera su di loro. I crociati dovettero ritirarsi soffrendo gravi perdite, ma alla fine sconfissero le truppe di Saladino al costo della perdita di 7.000 uomini.
[[File:Siège d'Acre par Philippe Auguste.jpg|alt=|sinistra|miniatura|Il presidio dell'esercito di Saladino durante [[Assedio di San Giovanni d'Acri (1189-1191)|l'Assedio di San Giovanni d'Acri (1189-1191)]].]]
Nel [[1191]] [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo Cuor di Leone]] giunse in Terrasanta per tentare la riconquista di [[Gerusalemme]]. Con lo scopo di prevenire la presa di Giaffa da parte dei Crociaticrociati, Saladino attese l'esercito nemico ad [[Battaglia di Arsuf|Arsuf]], a nord di Giaffa, per bloccarne il passaggio.
 
Lo schieramento musulmano era superiore numericamente esuperioree la cavalleria era dotata di armamentiarmamento leggerileggero; al contrario, idei cavalieri crociati che montavano cavalcature massiccepossenti e robuste, e che portavano armamenti pesanti. La battaglia si aprì con una carica della fanteria di Saladino, che effettuò una serie di lanci ripetuti di lance e giavellotti contro lo schieramento serrato dei crociati; poi la fanteria musulmana si aprì per lasciare spazio alla cavalleria, che caricò a ondate le file cristiane. Nonostante i ripetuti inviti di attaccare da parte dei suoi comandanti, Riccardo continuava a tenere serrato lo schieramento, finché si pose al comando della carica e spezzò le file dei musulmani, stanchi dall'attacco sferrato senza esito.<br />
La battaglia durò solo pochi minuti e l'esercito musulmano fu messo in rotta e costretto alla fuga.
 
Saladino non subì perdite eccessivamente pesanti, anzi riuscì a riorganizzare il suo esercito subito dopo; ma nel campo crociato le conseguenze psicologiche per il morale furono enormi, poiché questo era il primo vero e proprio scontro diretto con l{{'}}''invincibile'' Saladino dopo il disastroso massacroesito didella [[battaglia di Hattin|HattinḤaṭṭīn]]. Saladino ebbe col sovrano [[Plantageneti|plantageneto]] rapporti di stima, ma il [[re d'Inghilterra]] non rimase in Terra Santa abbastanza a lungo per mettere a frutto le sue indubbie qualità guerriere.
 
=== La morte e l'eredità politica ===
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[[Dante Alighieri]] porrà, oltre un secolo più tardi, Saladino tra i valorosi non cristiani del [[Limbo]], oltreché nel [[Convivio]] (per la precisione tra gli spiriti magni, come [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]]), a testimoniare la sua duratura fama di uomo retto ed esempio di virtù cavalleresca.
 
Saladino ''valentissimo signore e allora soldano di Babilonia'' è protagonista della [[Panfilo (Decameron)Struttura_del_Decameron#Decima_giornata|''Novella nona (Panfilo)della decima giornata'']], dellanarrata da [[Struttura delPanfilo (Decameron)|Decima GiornataPanfilo]] delnel ''[[Decameron]]'' di [[Boccaccio]] (ma appare anche nella terza[[Struttura_del_Decameron#Prima_giornata|''Novella novellaterza della prima giornata,'']] narrata da [[Filomena (Decameron)|Filomena]]). Del pari, il suo nome, talvolta celato dietro l'espressione fantasiosa di "Soldano di Baghdad", appare sovente nel ''[[Novellino]]'', come esempio di rettitudine, di saggezza e di buon governo.
 
==Nella cultura di massa==
{{Organizzare|[[WP:CULTURA]], [[WP:CURIOSITÀ]]|biografie|maggio 2024}}
*Negli anni Trenta del '900, in Italia, il ''Feroce Saladino'' era la figurina più rara di un seguito concorso indetto dalla [[Buitoni]]-[[Perugina]], e pubblicizzata dalla trasmissione radiofonica ''[[I quattro moschettieri (programma radiofonico)|I Quattro Moschettieri]]'', ideata da [[Angelo Nizza|Nizza]] e [[Riccardo Morbelli|Morbelli]]; la cosa divenne così popolare che nel 1937 sul tema venne girato il film [[Il feroce Saladino]] di [[Mario Bonnard]].
*Saladino è protagonista di una delle campagne di ''[[Age of Empires II: The Age of Kings]]'', e di altri [[Videogioco di strategia|videogiochi di strategia]] come '''''[[Civilization]]''''', serie videoludica di [[Sid Meier]]
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|cognome=Gibb|nome=H.A.R.|anno=1973|titolo=The Life of Saladin: From the Works of Imad ad-Din and Baha ad-Din|url=https://archive.org/details/lifeofsaladinfro0000gibb|editore= Oxford, [[Clarendon Press]]|isbn=978-0-86356-928-9|oclc=674160 }}.
* {{Cita libro|cognome=Hindley|nome=Geoffrey|anno=2007|titolo=Saladin: Hero of Islam|editore=Pen & Sword|isbn=978-1-84415-499-9|oclc=72868777 }} (trad. it. ''Saladino eroe dell'Islam'', Milano, Bruno Mondadori, 2010.
* {{Cita libro|cognome=Lane-Poole|nome=Stanley|wkautore=Stanley Lane-Poole |titolo= Saladin and the Fall of the Kingdom of Jerusalem|editore=G. P. Putnam's Sons|città=Londra|anno=1906|serie= Heroes of the Nations |url= http://books.google.com/books?id=M7pIVpjuyw0C|cid=CITEREFLane-Poole1906}}.
* {{Cita libro|cognome=Lo Jacono|nome=Claudio|wkautore=Claudio Lo Jacono|titolo=Saladino - La Folgore di Siria che riconquistò la Gerusalemme crociata|editore=Salerno|città=Roma|anno=2024|serie=Profili|isbn=9788869738364}}
* Henri Massé, ''ʿImâd ad-Dîn al-Iṣfahânî (519-597 / 1125-1201): Conquête de la Syrie et de la Palestine par Saladin (al-Fatḥ al-qussî fî l-fatḥ al-Qudsî)'', (Documents relatifs à l'Histoire des Croisades publiés par l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres) Parigi, Paul Geuthner, 1972.
* Giuseppe Ligato, ''La croce in catene. Prigionieri e ostaggi cristiani nelle guerre di Saladino (1169-1193)'', Spoleto, [[Centro italiano di studi sull'alto medioevo]], 2005.
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{{Portale|biografie|crociate|islam}}
 
[[Categoria:AyyubidiMusulmani della seconda crociata]]
[[Categoria:CrociateMusulmani della terza crociata]]
[[Categoria:Personaggi citati nella Divina Commedia (Inferno)]]
[[Categoria:Personaggi del Decameron]]
[[Categoria:StoriaSultani deiayyubidi califfati islamicid'Egitto]]
[[Categoria:Sultani d'Egitto]]
[[Categoria:Emiri di Damasco]]
[[Categoria:SultaniVisir d'Egittofatimidi]]