Raccolta aragonese: differenze tra le versioni

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L'originale della ''Raccolta'' è andato perduto, ma il suo contenuto è stato ricostruito da [[Michele Barbi]], sulla base di tre manoscritti: il codice Laurenziano XC inf. 37 della [[Biblioteca Medicea Laurenziana]], il codice Parigino it. 554<ref>{{Cita web|url=https://www.mirabileweb.it/manuscript-rom/paris-biblioth%C3%A8que-nationale-de-france-it-554-(776-manoscript/TRALIRO_42279|titolo=Paris, Bibliothèque Nationale de France, it. 554 (7767)}}</ref> della [[Biblioteca Nazionale di Parigi]] ed il codice Palatino 204 della [[Biblioteca Nazionale di Firenze]].
 
Collocandosi in un periodo fondamentale della [[Storia della letteratura italiana|nostra storia letteraria]], questa raccolta è, insieme al [[certame coronario]] del [[1441]], l'[[emblema]] della rivalutazione e del recupero di interesse intorno alla [[lingua volgare]], messa in crisi tra il finire del [[XIV secolo|'300]] e l'inizio del [[XV secolo|'400]] dalla nascente cultura umanistica. LaL'influenza carismaticadel figura dimodello [[Francesco Petrarca|petrarchesco]] aveva infatti favorito (in anticipo rispetto all'[[Umanesimo]] vero e proprio) l'affermarsi dellodi studiouna vera e dellapropria venerazione per la cultura classica, verticeconsiderata diil tuttovertice ildel sapere umano, mai più raggiungibile ma solo imitabile, e di conseguenza aveva indotto gli intellettuali dell'epoca alla letturasvalutazione deidella testicultura del passato direttamente nella lingua originalevolgare. La dimostrazione''Raccolta'' voleva mostrare che la supremazia del [[Lingualingua latina|latino]], tantoconsiderata invocatasuperiore dagli umanisti più ortodossi, poteva invece essere uguagliata e anzi superata dal prestigio del fiorentino.
 
Come ebbe a dire [[Cristoforo Landino]] nel [[1474]], nella dedica del suo [[volgarizzamento]] della ''[[Naturalis Historia]]'' di [[Gaio Plinio Secondo|Plinio]], la parlata di Firenze e dintorni era infatti