|Anno volontari =
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|Logo = LIBERE ACLI RICOSTRUZIONE DIGITALE DEL SIMBOLO 1973.JPG
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Le '''Libere ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani)''' sono un movimento di lavoratori cattolici italiani fondato il 7 febbraio 1971 per scissione dalle [[Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani]] in conseguenza della svolta socialista di Vallombrosa del 1970. Il movimento Libere ACLI promosse un nuovo tipo di modello di sviluppo socio-economico ispirato al [[realismo dinamico]] di [[Tommaso Demaria]] e alternativo al tipo di sviluppo marxista-socialista e al tipo liberal- capitalista. Dopo il ritiro delle proposte socialiste, come movimento confluì in parte nel [[Movimento Cristiano Lavoratori]] (MCL) ed in parte rientrò nelle ACLI e continuò la sua azione sul piano culturale tramite il «Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori» (MICL)<ref>{{Cita libro|autore=Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori|titolo=Punti orientativi ideologico-sociali|anno=1974|editore=Luigi Parma|città=Bologna}}</ref>, il «Movimento Ideoprassico Dinontorganico» e pubblicazioni di testi e periodici, quali «Nuova Presenza Cristiana» e «Nuove Prospettive».
Il movimento Libere ACLI promosse un nuovo tipo di modello di sviluppo socioeconomico ispirato al realismo dinamico di [[Tommaso Demaria]] e alternativo al tipo di sviluppo marxista-socialista e al tipo liberal-capitalista. Dopo il ritiro delle proposte socialiste, come movimento confluì in parte nel [[Movimento Cristiano Lavoratori]] (MCL) ed in parte rientrò nelle ACLI e continuò la sua azione sul piano culturale tramite il «Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori» (MICL)<ref>{{Cita|MICL|s.v.}}</ref>, il «Movimento Ideoprassico Dinontorganico» e pubblicazioni di testi e periodici, quali «Nuova Presenza Cristiana» e «Nuove Prospettive».
[[File:Sette Domande Libere Acli 1971.JPG|miniatura|L'opuscolo redatto nel febbraio 1971 con il contributo primario del prof. Tommaso Demaria che costituisce il manifesto politico e culturale delle Libere ACLI]] ▼
=== L'ipotesi "socialista" delle ACLI 1969-1970 ===
Le ACLI nacquero nel 1944 per volontà della Chiesa Cattolicacattolica al fine di formare i lavoratori cristiani secondo i principi della [[Dottrina sociale della Chiesa cattolica|Dottrina Socialesociale Cristianacristiana]] (DSC) e accompagnarli nel corretto esercizio della attivitàdell’attività sindacale. Le ACLI all'origine erano un soggetto evangelizzatore del mondo del lavoro e come tale godevano di una assistenzaun’assistenza spirituale diretta della Chiesa. Tra i religiosi cattolicìcattolici che presero più a cuore la vita delle ACLI merita menzione [[Papa Paolo VI|Giovanni Battista Montini]], che in seguito, per tale dedizione, venne indicato come ''il papa delle ACLI''.
Sotto la presidenza di [[Livio Labor]] e poi di [[Emilio Gabaglio]], le ACLI, che incarnavano il fronte dei lavoratori cattolici, con il Congresso di Torino del 1969 e con il Convegno di Vallombrosa del 1970 imboccarono una via socialista che, tra i vari contenuti, proponeva il ripudio del capitalismo, la lotta tra classi sociali ed una interpretazione in chiave marxista dei Vangeli, in parte sostenuta da influenti sacerdoti come padre [[Bartolomeo Sorge]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bartolomeo Sorge|autore2=|autore3=|data=20 novembre 1971|titolo=Vangelo e "scelta di classe". II. Interclassismo e scelta di classe|rivista=La Civiltà Cattolica|numero=2914|pp=320-333|citazione=... il giudizio pratico sulla possibilità e sui modi d'una convergenza tra marxisti e cristiani nell'azione di classe ...|url=http://www.archiviluccini.it/marangon/files/acli_08.01_OCR.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
Questa nuova visione socialista adottata dalle ACLI era considerata dai vescovi della CEI, difforme Magisterodal magistero della chiesaChiesa Cattolicacattolica. La dirigenza delle ACLI all'85% era a sostegno di questa svolta socialista, mentre la minoranza dissidente contava circa il 15% dei dirigenti ACLI. Secondo i dissidenti<ref>{{Cita news|autore=Zincone Giuliano|titolo=Zuffa fra i giovani aclisti|pubblicazione=Corriere della Sera|data=7 dicembre 1970|p=2}}</ref> e molti altri sacerdoti, come [[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]], al tempo [[Patriarcato di Venezia|Patriarca di Venezia]], l'adesione della base dei lavoratori cattolici era di molto inferiore<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Annotazione di colloqui tra il Patriarca Albino Luciani e mons. Pellegrino|pubblicazione=Archivio Storico del Patriarcato di Venezia|città=Venezia|data=1971|citazione=Fin dall’assemblea provinciale del 1971 apparve chiara la distanza fra gli aclisti di base orientati sulla linea tradizionale e la dirigenza, orientata decisamente in senso socialista, tanto che come abbiamo visto Luciani parlando con mons. Pellegrino disse che a Venezia la base era “sana, il vertice no”}}</ref>.
sulla linea tradizionale e la dirigenza, orientata decisamente in senso socialista, tanto che come
abbiamo visto Luciani parlando con mons. Pellegrino disse che a Venezia la base era “sana, il
vertice no}}</ref>.
==== I primi dissensi ====
''I'' vescovi cattolici della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]] iniziarono unaun confronto critico con la dirigenza ACLI nel marzo del 1970. Il primo atto di dissenso dellada parte della base ACLI contro la "svolta socialista" avvenne al congresso delle sezioni giovanili delle ACLI a Peschiera del Garda l'8 dicembre del 1970, ove un piccolo gruppo diede vita alla ''gioventù aclista autonoma''<ref>{{Cita news|autore=Zincone Giuliano|titolo=Le tesi degli aclisti rossi|pubblicazione=Corriere della Sera|data=9 dicembre 1970|p=5}}</ref>.
Seguirono alcune riunioni a Roma di dirigenti nazionali e responsabili locali nel gennaio del 1971, che ipotizzavano una azioneun’azione di rottura con le ACLI Nazionalinazionali. Ci fu anche una raccolta di firme per promuovere una scissione, ma a quelle riunioni non seguì alcuna azione concreta. Il 1º febbraio 1971 le minoranze dissenzienti e la gioventù aclista autonoma chiesero alla presidenza un congresso straordinario per verificare con la base la scelta della ''svolta socialista ,'', richiesta che venne loro rifiutata<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Polemica nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=2 febbraio 1971|p=5}}</ref>.
▲[[File:Sette Domande Libere Acli 1971.JPG|miniatura|L'opuscolo redatto nel febbraio 1971 con il contributo primario del prof. Tommaso Demaria che costituisce il manifesto politico e culturale delle Libere ACLI]]
=== La frattura e la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale'' ===
[[File:Per un impegno ideologico cristiano di ALC FEDERACL.JPG|miniatura|Il libretto che descrive la scelta culturale del realismo dinamico promosso dalle Libere ACLI come tipo di sviluppo socio economicosocioeconomico alternativo alla all’"ipotesi socialista" , eda allaquella marxista ede al tipo liberal-capitalista]] ▼
Don Giuseppe Macario era un sacerdote di Torino attivo nella assistenza ai profughi dell'Istria<ref>{{Cita news|autore=|titolo=E' morto don Macario Parroco dei profughi|pubblicazione=Stampa sera|data=7 marzo 1983|p=5|citazione=A Torino don Macario (fratello del senatore Luigi Macario ex leader della Clsl) era assai conosciuto e stimato per numerose opere sociali che aveva realizzato e per essere stato il «parroco delle Casermette»: circa 4 mila profughi giuliani ai quali don Macario aveva assicurato assistenza spirituale e materiale nelle ex casermette di via Guido Reni.|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1025_02_1983_0063_0005_19050920/}}</ref> e nel modo cattolico del lavoro e fratello di [[Luigi Macario]]. Don Macario fu indirizzato dal deputato [[Michelangelo Dall'Armellina|Michelangelo D'Allarmellina]] a contattare [[Gaetano Peretti]] Presidente della sezione ACLI di Avesa<ref>{{Cita web|url=http://www.mclavesa.it/?page_id=28|titolo=MEMORIE DI UN PRESIDENTE|autore=Giorgio Ceoletta|citazione=....convocato il consiglio delle A.C.L.I. di Avesa, sotto la spinta di Gaetano Peretti si decide di fare la scissione....|accesso=11 agosto 2019}}</ref>, frazione di Verona. Peretti era uno dei dissenzienti più convinti e con don Macario coordinò una riunione di responsabili di sezioni locali che ambivano al rifiuto della ipotesi socialista ed alla separazione dalle ACLI nazionali per il 7 febbraio 1971 nel Dopolavoro Ferroviario in via Sammartini a MIlano. Don Macario avvertì Peretti che sarebbe stato presente all'incontro il prof. [[Tommaso Demaria]], docente dell'[[Università Pontificia Salesiana|Ateneo Salesiano]], per garantire le basi teoretiche e la correttezza rispetto al magistero delle dottrina cattolica del nuovo movimento che si prospettava di costituire<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Gaetano Peretti|titolo=Maria...Tu qui?|anno=2002|editore=Copigraph|città=Verona}}</ref>. Alla riunione presieduta da Peretti<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3}}</ref>. Erano presenti anche Ettore Bandieri e Adriano Nardo di Torino e Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. Dopo la relazione del Prof. Demaria sui fondamenti teoretici che rendevano necessari il rifiuto della ipotesi socialista, la scissione e la proposta di una nuova e diversa proposta cristiana venne proclamata alla presenza dei giornalisti di numerose testate nazionali la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale''. Venne approvato uno statuto provvisorio<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3|citazione=L'assemblea tenutasi ièri a Milano, presso il Dopolavoro Ferroviario di via Sammartini (fra i partecipanti erano numerosi dipendenti delle Ferrovie dello Stato), ha visto la presenza di delegati di molte province settentrionali, tra gli altri, il professor Gaetano Peretti presidente di un grosso gruppo aclista di Verona, e insegnante di filosofia in quella città, che dirigeva i lavori; il dottor Ettore Bandieri di Torino, vicesegretario nazionale delle ACLI dei ferrovieri; Adriano Nardo presidente di un circolo ACLI di Torino: Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. E' stato approvato lo statuto provvisorio delle «libere ACLI»}}</ref>. Nessun dirigente nazionale ACLI prese parte a questa fondazione che fu opera dei responsabili locali di sezioni di Torino, Novara, Alessandria, alcuni rappresentanti di sezioni dell'Emilia, di Milano ed altre località della Lombardia, e altri ancora dal Veneto, Mestre, Porto Marghera, Vicenza, Verona, Chioggia e Venezia.<ref name="ref_A">{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Minaccia di estendersi la scissione nelle ACLI|pubblicazione=LA STAMPA|data=11 febbraio 1971|p=18}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Contro la "scelta socialista. Minaccia di estendersi la scissione nelle Acli. Gli oppositori alla linea del presidente Gabaglio si sono riuniti a Roma -|pubblicazione=La Stampa|data=11 febbraio 1971|p=18|citazione=dopo la costituzione delle « Libere Acli dell'Italia settentrionale ». avvenuta domenica scorsa a Milano|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,0135_01_1971_0035_0018_5136161/}}</ref>
Don Giuseppe Macario era un sacerdote di Torino, attivo nell’assistenza ai profughi dell’Istria<ref>{{Cita news|titolo=E' morto don Macario Parroco dei profughi|pubblicazione=Stampa Sera|data=7 marzo 1983|p=5|citazione=A Torino don Macario (fratello del senatore Luigi Macario, ex leader della Clsl) era assai conosciuto e stimato per numerose opere sociali che aveva realizzato e per essere stato il «parroco delle Casermette»: circa 4 mila profughi giuliani ai quali don Macario aveva assicurato assistenza spirituale e materiale nelle ex casermette di via Guido Reni.|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,1025_02_1983_0063_0005_19050920/}}</ref> e nel mondo cattolico del lavoro, nonché fratello di [[Luigi Macario]].
Don Macario fu indirizzato dal deputato [[Michelangelo Dall'Armellina]] a contattare [[Gaetano Peretti]], presidente della sezione ACLI di Avesa<ref>{{Cita web|url=http://www.mclavesa.it/?page_id=28|titolo=MEMORIE DI UN PRESIDENTE|autore=Giorgio Ceoletta|citazione=... convocato il consiglio delle A.C.L.I. di Avesa, sotto la spinta di Gaetano Peretti si decide di fare la scissione...|accesso=11 agosto 2019|dataarchivio=12 agosto 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200812205853/http://www.mclavesa.it/?page_id=28|urlmorto=sì}}</ref>, frazione di Verona.
La dirigenza ACLI Nazionale prontamente condannò la scissione attribuendola ad un esiguo numero di alcune sezioni locali e senza la partecipazione di dirigenti nazionali e proponendo l'espulsione degli scissionisti<ref>{{Cita news|autore=|titolo=ACLI: gli scissionisti differiti ai Probi Viri|pubblicazione=Corriere della sera|data=9 febbraio 1971|p=15}}</ref>. ▼
Peretti era uno dei dissenzienti più convinti e, con don Macario, coordinò una riunione di responsabili di sezioni locali che ambivano al rifiuto dell’ipotesi socialista e alla separazione dalle ACLI nazionali, per il 7 febbraio 1971 nel Dopolavoro Ferroviario in via Sammartini a Milano. Don Macario avvertì Peretti che sarebbe stato presente all'incontro il prof. [[Tommaso Demaria]], docente dell’[[Università Pontificia Salesiana|Ateneo Salesiano]], per garantire le basi teoretiche e la correttezza rispetto al magistero della dottrina cattolica del nuovo movimento che si prospettava di costituire<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Gaetano Peretti|titolo=Maria... Tu qui?|anno=2002|editore=Copigraph|città=Verona}}</ref>.
La stampa riportò la notizia sui quotidiani l'indomani battezzando il movimento scissionista come le ''Libere ACLI.'' Il fatto ebbe una risonanza nazionale in quanto sanciva la frattura del fronte dei lavoratori cattolici e la motivazione fu individuata da subito come dovuta alla incompatibilità ideologica tra la "ipotesi socialista", e la natura originaria delle ACLI fedele alla DSC. ▼
Alla riunione, presieduta da Peretti<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3}}</ref>, erano presenti anche Ettore Bandieri e Adriano Nardo di Torino, Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. Dopo la relazione del prof. Demaria sui fondamenti teoretici che rendevano necessari il rifiuto dell’ipotesi socialista, la scissione e la proposta di una nuova e diversa proposta cristiana, venne proclamata, alla presenza dei giornalisti di numerose testate nazionali, la fondazione delle ''Libere ACLI dell'Italia Settentrionale''.
Nei giorni successivi vi fu un crescendo di adesioni alle Libere ACLI e a piccoli gruppi i dirigenti della minoranza ACLI iniziarono a dimettersi per confluire nelle Libere ACLI. I ''liberi aclisti'' provvedettero a pubblicare nell'opuscolo ''Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle "Libere A.C.L.I"'' il manifesto ideologico del nuovo movimento fondato sul [[realismo dinamico]] di [[Tommaso Demaria]]<ref>{{Cita libro|autore=LIBERE A.C.L.I.|titolo=Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle " Libere A.C.L.I.", a cura di Tommaso Demaria|anno=1971|editore=Centro Studi|città=Milano}}</ref>''.'' L'opuscolo inviato tra gli altri anche a [[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]] allora Patriarca di Venezia, servì anche per confermare alle autorità ecclesiastiche la correttezza nei confronti del Magistero della Chiesa Cattolica<ref>{{Cita news|autore=Federazione Nazionale ▼
Libere ACLI|titolo=LETTERA al Patriarca di Venezia Albino Luciani: Rassicurazioni all'Episcopato sulla fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica|pubblicazione=Archivio Storico del Patriarcato di Venezia|città=Venezia|data=11 marzo 1971|citazione=Le sette domande e risposte esprimono una netta condanna
della scelta socialista, “dottrinalmente negativa e praticamente illusoria e nefasta”, sostengono come alternativa al
“socialismo di Vallombrosa” la proposta delle Libere ACLI, “alternativa organico-dinamica” al capitalismo e al socialismo e ribadiscono “piena aderenza al Magistero e piena disciplina rispetto all’Autorità” come normale conseguenza della propria concezione sociale organico-dinamica (poiché “chi si sente persona-cellula del super
organismo dinamico religioso cristiano che coincide col Corpo Mistico e con la Chiesa, non può avere altro
atteggiamento”)}}</ref>.
▲[[File:Per un impegno ideologico cristiano di ALC FEDERACL.JPG|miniatura|Il libretto che descrive la scelta culturale del realismo dinamico promosso dalle Libere ACLI come tipo di sviluppo socio economico alternativo alla "ipotesi socialista" ed alla marxista ed al tipo liberal-capitalista]]
Le LIbere ACLI ebbero il loro atto costitutivo ufficiale a Roma il 2 maggio 1971 con la deposizione dello statuto provvisorio presso un notaio. Furono presenti come fondatori 200 delegati da 39 diverse provincie<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Da scissionisti di 39 provincie. Fondate le Libere Acli.|pubblicazione=Corriere della sera|data=3 maggio 1971|citazione=o nate ufficialmente le « ACLI libere », costituite dagli scissionisti in 39 province. Il testo dello statuto provvisorio è stato depositato stamani davanti a un notaio: esso regolerà la vita associativa—è detto in un comunicato — fino al primo congresso nazionale. I duecento delegati riunitisi a Roma hanno quindi approvato un documento che si articola nei seguenti punti:...}}</ref>. Carlo Borrini, vice presidente dimissionario delle ACLI, divenne presidente delle Libere ACLI il 12 maggio 1971<ref>{{Cita news|autore=Agenzia Italia|titolo=Borrini Presidente delle "Libere Acli"|pubblicazione=LA STAMPA|data=13 maggio 1971|p=11}}</ref>. ▼
Venne approvato uno statuto provvisorio<ref>{{Cita news|autore=S.d.M.|titolo=Frattura nelle Acli|pubblicazione=Corriere della Sera|data=8 febbraio 1971|p=3|citazione=L'assemblea tenutasi ieri a Milano, presso il Dopolavoro Ferroviario di via Sammartini (fra i partecipanti erano numerosi dipendenti delle Ferrovie dello Stato), ha visto la presenza di delegati di molte province settentrionali, tra gli altri, il professor Gaetano Peretti, presidente di un grosso gruppo aclista di Verona e insegnante di filosofia in quella città, che dirigeva i lavori; il dottor Ettore Bandieri di Torino, vicesegretario nazionale delle ACLI dei ferrovieri; Adriano Nardo, presidente di un circolo ACLI di Torino; Abele Gallaverna e Angelo Del Pietro di Novara. È stato approvato lo statuto provvisorio delle «libere ACLI»}}</ref>.
Nel maggio 1971 la minoranza ACLI con le ''Libere ACLI'' controllò 15 provincie per una stima 120.000<ref>{{Cita web|url=https://www.mcl.it/Notizie/cattolici-per-un-progetto-dicembre-2002-18180|titolo=Cattolici per un progetto. IL RICORDO DEGLI INIZI|sito=Movimento Cristiano Lavoratori|data=2002|lingua=it|citazione=I tempi sono maturi per qualcosa di nuovo. Da una parte il vulcanico Carlo Borrini organizza un nuovo raggruppamento, in futuro chiamato MOCLI, al quale aderiscono 120.000 militanti circa, soprattutto delle province nelle quali le Acli erano particolarmente radicate, e che si riconoscevano in una linea di impegno sociale e politico legatissima al movimento dei lavoratori, ma aliena dalla lotta di classe e dalla voglia di confluenza nel Pci o nel Psi. ▼
Nessun dirigente nazionale ACLI prese parte a questa fondazione, che fu opera dei responsabili locali di sezioni di Torino, Novara, Alessandria, alcuni rappresentanti di sezioni dell’Emilia, di Milano ed altre località della Lombardia, e altri ancora dal Veneto: Mestre, Porto Marghera, Vicenza, Verona, Chioggia e Venezia<ref name="ref_A">{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Minaccia di estendersi la scissione nelle ACLI|pubblicazione=La Stampa|data=11 febbraio 1971|p=18}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Lamberto Furno|titolo=Contro la "scelta socialista". Minaccia di estendersi la scissione nelle Acli. Gli oppositori alla linea del presidente Gabaglio si sono riuniti a Roma|pubblicazione=La Stampa|data=11 febbraio 1971|p=18|citazione=Dopo la costituzione delle «Libere Acli dell'Italia settentrionale», avvenuta domenica scorsa a Milano|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,18/articleid,0135_01_1971_0035_0018_5136161/}}</ref>.
Parallelamente si danno da fare anche Giovanni Bersani e Michelangelo Dell’Armellina, entrambi deputati Dc, chiamando attorno a sé i loro fedelissimi. Soffrono più di ogni altra cosa la lacerazione del rapporto con la Chiesa, la rottura delle forme, la violazione delle tradizione, e decidono di dar vita ad una sorta di corrente che poi sarà chiamata FEDERACL (che contava all’epoca circa 70 mila aderenti).|accesso=7 febbraio 2021}}</ref>-150.000<ref>{{Cita news|autore=Redazione|titolo=LE ACLI VALUTANO OGGI LE DECISIONI DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE.Prese di posizione dalla Lombardia, dalla Sardegna e dalla Sicilia
— La minoranza chiede le dimissioni della presidenza|pubblicazione=L'Unità|data=11 maggio 1971|p=2|citazione=...e chi invece vuol uscirne per confluire nelle così dette Libere ACLI. Il documento votato segna un compromesso. La richiesta delle dimissioni della presidenza (priva di realismo se si pensa che la minoranza controlla solo 15 province)...|url=https://archivio.unita.news/issue/1971/05/11}}</ref> tra iscritti ed aderenti ai servizi ACLI.
▲La dirigenza ACLI Nazionalenazionale prontamente condannò la scissione , attribuendola ada un esiguo numero di alcune sezioni locali e senza la partecipazione di dirigenti nazionali e, proponendo l'espulsione degli scissionisti<ref>{{Cita news |autore=|titolo=ACLI: gli scissionisti differiti ai Probi Viri|pubblicazione=Corriere della seraSera|data=9 febbraio 1971|p=15}}</ref>.
Nel giugno 1971 i vescovi della CEI ritirano gli assistenti ecclesiastici alle ACLI Nazionali<ref>{{Cita news|autore=F.D.S.|titolo=DOPO IL RITIRO DEL «CONSENSO» DEI VESCOVI Le Acli non hanno più gli assistenti ecclesiastici|pubblicazione=Corriere della Sera|data=10 giugno 1971|p=4}}</ref> e il 19 giugno 1971 avviene la così detta ''sconfessione delle ACLI di Paolo VI''<ref>{{Cita news|autore=|titolo=ACLI: il Papa conferma il distacco dalla Chiesa Parlando alla conferenza episcopale Paolo VI ha deplorato che il movimento abbia voluto qualificarsi politicamente «scegliendo per di più una linea socialista, con le sue discutibili e pericolose implicazioni dottrinali e sociali|pubblicazione=Corriere Della Sera|data=20 giugno 1971|pp=1-2|citazione=Città del Vaticano, 19 giugno. Il totale e pieno appoggio del Pontefice all'operato dell'episcopato italiano per il ritiro del « consenso » alle ACLI è stato manifestato questa mattina da Paolo VI, che ha rivolto un discorso ai vescovi a conclusione dell'ottava assemblea generale della conferenza episcopale italiana.}}</ref>''.'' ▼
▲La stampa riportò la notizia sui quotidiani l'indomani , battezzando il movimento scissionista come le ''Libere ACLI .'' . Il fatto ebbe una risonanza nazionale in quanto sanciva la frattura del fronte dei lavoratori cattolici e la motivazione fu individuata da subito come dovuta alla incompatibilitàall’incompatibilità ideologica tra lal'“ipotesi "ipotesi socialista",socialista” e la natura originaria delle ACLI , fedele alla DSC.
▲Nei giorni successivi vi fu un crescendo di adesioni alle Libere ACLI e , a piccoli gruppi , i dirigenti della minoranza ACLI iniziarono a dimettersi per confluire nelle Libere ACLI. I ''liberi aclisti'' provvedetteroprovvidero a pubblicare , nell'opuscolo ''Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle "Libere A.C.L.I ."'' , il manifesto ideologico del nuovo movimento , fondato sul [[realismo dinamico ]] di [[Tommaso Demaria]]<ref>{{Cita libro| autore=LIBERELibere A.C.L.I.ACLI| titolo=Sette domande sulle As. Cv. L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle " Libere A.C.L.I.", a cura di Tommaso Demaria|anno=1971|editore=Centro Studi|città=Milano}}</ref> ''. '' L'opuscolo inviato tra gli altri anche a [[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]] allora Patriarca di Venezia, servì anche per confermare alle autorità ecclesiastiche la correttezza nei confronti del Magistero della Chiesa Cattolica<ref>{{Cita news|autore=Federazione Nazionale
L'opuscolo, inviato tra gli altri anche a [[Papa Giovanni Paolo I|Albino Luciani]], allora Patriarca di Venezia, servì anche per confermare alle autorità ecclesiastiche la correttezza nei confronti del magistero della Chiesa cattolica<ref>{{Cita news|autore=Federazione Nazionale Libere ACLI|titolo=Lettera al Patriarca di Venezia Albino Luciani: rassicurazioni all'Episcopato sulla fedeltà al Magistero della Chiesa Cattolica|pubblicazione=Archivio Storico del Patriarcato di Venezia|città=Venezia|data=11 marzo 1971|citazione=Le sette domande e risposte esprimono una netta condanna della scelta socialista, “dottrinalmente negativa e praticamente illusoria e nefasta”, sostengono come alternativa al “socialismo di Vallombrosa” la proposta delle Libere ACLI, “alternativa organico-dinamica” al capitalismo e al socialismo e ribadiscono “piena aderenza al Magistero e piena disciplina rispetto all’Autorità” come normale conseguenza della propria concezione sociale organico-dinamica (poiché “chi si sente persona-cellula del super organismo dinamico religioso cristiano che coincide col Corpo Mistico e con la Chiesa, non può avere altro atteggiamento”)}}</ref>.
▲Le LIbereLibere ACLI ebbero il loro atto costitutivo ufficiale a Roma il 2 maggio 1971 con la deposizione dello statuto provvisorio presso un notaio. Furono presenti come fondatori 200 delegati da 39 diverse provincieprovince<ref>{{Cita news |autore=|titolo=Da scissionisti di 39 provincieprovince. Fondate le Libere Acli.|pubblicazione=Corriere della seraSera|data=3 maggio 1971|citazione= oSono nate ufficialmente le « ACLI libere », costituite dagli scissionisti in 39 province. Il testo dello statuto provvisorio è stato depositato stamani davanti a un notaio: esso regolerà la vita associativa—èassociativa — è detto in un comunicato — fino al primo congresso nazionale. I duecento delegati riunitisi a Roma hanno quindi approvato un documento che si articola nei seguenti punti:...}}</ref>. Carlo Borrini, vice presidente dimissionario delle ACLI, divenne presidente delle Libere ACLI il 12 maggio 1971<ref>{{Cita news|autore=Agenzia Italia|titolo=Borrini Presidente delle "Libere Acli"|pubblicazione=LA STAMPA|data=13 maggio 1971|p=11}}</ref>.
Carlo Borrini, vicepresidente dimissionario delle ACLI, divenne presidente delle Libere ACLI il 12 maggio 1971<ref>{{Cita news|autore=Agenzia Italia|titolo=Borrini presidente delle "Libere Acli"|pubblicazione=La Stampa|data=13 maggio 1971|p=11}}</ref>.
▲Nel maggio 1971 la minoranza ACLI con le ''Libere ACLI'' controllò 15 provincieprovince, per una stima di 120.000<ref>{{Cita web|url=https://www.mcl.it/Notizie/cattolici-per-un-progetto-dicembre-2002-18180|titolo=Cattolici per un progetto. ILIl RICORDOricordo DEGLIdegli INIZIinizi|sito=Movimento Cristiano Lavoratori|data=2002|lingua=it|citazione=I tempi sono maturi per qualcosa di nuovo. Da una parte il vulcanico Carlo Borrini organizza un nuovo raggruppamento, in futuro chiamato MOCLI, al quale aderiscono 120.000 militanti circa, soprattutto delle province nelle quali le Acli erano particolarmente radicate, e che si riconoscevano in una linea di impegno sociale e politico legatissima al movimento dei lavoratori, ma aliena dalla lotta di classe e dalla voglia di confluenza nel Pci o nel Psi . Parallelamente si danno da fare anche Giovanni Bersani e Michelangelo Dell’Armellina, entrambi deputati Dc, chiamando attorno a sé i loro fedelissimi. Soffrono più di ogni altra cosa la lacerazione del rapporto con la Chiesa, la rottura delle forme, la violazione delle tradizioni, e decidono di dar vita ad una sorta di corrente che poi sarà chiamata FEDERACL (che contava all’epoca circa 70 mila aderenti).|accesso=7 febbraio 2021}}</ref>–150.000<ref>{{Cita news|autore=Redazione|titolo=Le ACLI valutano oggi le decisioni della Conferenza Episcopale. Prese di posizione dalla Lombardia, dalla Sardegna e dalla Sicilia — La minoranza chiede le dimissioni della presidenza|pubblicazione=L'Unità|data=11 maggio 1971|p=2|citazione=...e chi invece vuol uscirne per confluire nelle così dette Libere ACLI. Il documento votato segna un compromesso. La richiesta delle dimissioni della presidenza (priva di realismo se si pensa che la minoranza controlla solo 15 province)...|url=https://archivio.unita.news/issue/1971/05/11}}</ref> tra iscritti ed aderenti ai servizi ACLI.
▲Nel giugno 1971 i vescovi della CEI ritiranoritirarono gli assistenti ecclesiastici alle ACLI Nazionalinazionali<ref>{{Cita news|autore=F.D.S.|titolo= DOPODopo ILil RITIROritiro DELdel « CONSENSOconsenso» DEIdei VESCOVIvescovi. Le Acli non hanno più gli assistenti ecclesiastici|pubblicazione=Corriere della Sera|data=10 giugno 1971|p=4}}</ref> e il 19 giugno 1971 avvieneavvenne la così dettacosiddetta ''sconfessione delle ACLI '' da parte di Paolo VI ''<ref>{{Cita news |autore=|titolo=ACLI: il Papa conferma il distacco dalla Chiesa . Parlando alla conferenzaConferenza episcopaleEpiscopale, Paolo VI ha deplorato che il movimento abbia voluto qualificarsi politicamente «scegliendo per di più una linea socialista, con le sue discutibili e pericolose implicazioni dottrinali e sociali »|pubblicazione=Corriere Delladella Sera|data=20 giugno 1971|pp=1-2|citazione=Città del Vaticano, 19 giugno. Il totale e pieno appoggio del Pontefice all'operato dell'episcopato italiano per il ritiro del « consenso » alle ACLI è stato manifestato questa mattina da Paolo VI, che ha rivolto un discorso ai vescovi a conclusione dell'ottava assemblea generale della conferenzaConferenza episcopaleEpiscopale italianaItaliana.}}</ref> ''. ''
Gli esponenti delle Libere ACLI con delusione dovettero constatare nonostante la sconfessione delle ACLI, alle Libere ACLI non veniva espressa alcuna preferenza dalla gerarchia ecclesiastica.
==== Il Movimento Cristiano dei Lavoratori Italiani MoCLI ====
Le Libere AcliACLI furono oggetto di numerose cause legali intentatiintentate dalle ACLI nazionali per l'utilizzo dell'acronimo ACLI e dei beni come le sedi ede i circoli locali. Successivamente alla sentenza del Pretore di Roma del giugno 1971, che inibiva l'uso del nome ACLI<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Le Libere Acli dovranno mutare nome. Sentenza del Pretore|pubblicazione=Corriere della seraSera|data=10 giugno 1971|p=4|citazione=Con provvedimento di urgenza, il pretore di Roma dottor Giacobbe ha inibito alla Federazione nazionale libereLibere ACLlACLI l'uso della sigla ACLlACLI. La decisione del magistrato era stata sollecitata con una istanza presentata per conto delle ACLlACLI dagli avvocati Nicolò e Lipari, il 27 maggio scorso. Il provvedimento del magistrato è stato notificato oggi alle parti interessate}}</ref>, il 1º novembre 1971 si costituiscecostituì il ''Movimento Cristiano dei Lavoratori Italiani'' (MoCLI), con presidente ancora Carlo Borrini<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Frattura fra i lavoratori cristiani. "Liberi Aclisti". Alla base della separazione un profondo dissidio ideologico|pubblicazione=Corriere d'informazione|data=8 febbraio 1971|p=5|citazione=Un fermento che da tempo covava in seno alle ACLI, l'organizzazione dei lavoratori cristiani, ha portato ieri a una scissione, sancita da un convegno, che si è svolto a Milano in una sala del dopolavoro ferroviario di via Sammartini. Sono nate così le «Libere ACLI dell'Italia Settentrionale », che per ora rappresentano un centinaio di circoli provinciali, soprattutto veneti e piemontesi. ... L'assemblea al circolo ferrovieri è stata presieduta dal professor Gaetano Peretti, insegnante di filosofia in un liceo di Verona e dirigente di un grosso gruppo aclista in quella città. Il professor Peretti ha tenuto una lunga relazione con cui ha fissato in pratica la posizione ideologica delle «Libere ACLI»: una critica alla relazione Gabaglio, critica che si è soffermata in particolare sul diritto alla proprietà, messo in forse a Vallombrosa. Il professor Peretti ha concluso affermando come «la concezione di qualsivoglia socialismo sia assolutamente e non solo in qualche particolare contrastante con la concezione cristiana e contrario alla umana ragione, per cui l'enciclica "Quadragesimo Anno" poté affermare con sicurezza che nessuno può essere buon cattolico a un tempo e vero socialista»}}</ref>.
...L'assemblea al circolo ferrovieri è stata presieduta dal professor Gaetano Peretti, insegnante di filosofia in un liceo' di Verona e dirigente di un grosso gruppo aclista in quella città. Il professor Peretti ha tenuto una lunga relazione con cui ha fissato in pratica la posizione ideologica delle «libere ACLI»: una critica alla relazione Gabaglio, critica che si è soffermata in particolare sul diritto alla proprietà, messo in forse a Vallombrosa. II professor Peretti ha infine concluso affermando come « la concezione di qualsivoglia socialismo sia assolutamente e non solo in qualche particolare contrastante con la concezione cristiana e contrario alla umana ragione, per cui l'enciclica " Quadrigesimo Anno " poté affermare con sicurezza che nessuno può essere buon cattolico a un tempo e vero socialista »}}</ref>.
==== La FededazioneFederazione Associazioni Cristiane Lavoratori FederACL ====
[[File:NUOVA PRESENZA CRISTIANA RICOSTRUZIONE INTESTAZIONE ANNO III.JPG|miniatura| NUOVA''Nuova PRESENZA CRISTIANAPresenza Cristiana'', il periodico trimestrale stampato dal 1975 e redatto da [[Gaetano Peretti]] con Gaetano Bellorio e Stefano Fontana . Collaborarono con la pubblicazione di articoli [[Ugo Sciascia]], [[Alfredo Meocci]], [[Tommaso Demaria]], Lucia Ruina ed altri.]] ▼
L'8 dicembre 1971, a Roma, si concretizzaconcretizzò la terza scissione dalle ACLI. Furono fondate le ''FederACLI'' con a capo gli onorevoli [[Giovanni Bersani]] e [[Michelangelo Dall'Armellina]]<ref>{{Cita news|autore=l.f.|titolo=I dissidenti della "Acli" formano una federazione.|pubblicazione=LALa STAMPAStampa|data=9 dicembre 1971|p=9}}</ref>. Cambiarono denominazione dal giugno 1972 in ''FederACL''<ref>{{Cita web|url=http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=FEDERAZIONE_Associazioni_Cristiane_dei_Lavoratori_Italiani|titolo=FEDERAZIONE Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani (FEDERACLI)|autore=ANTONIOAntonio FAPPANIFappani|accesso=11 agosto 2019}}</ref>.
==== Il Movimento Cristiano Lavoratori MCL ====
MoCLI e FederACL, ed alcune delle sezioni appartenenti alle Libere ACLI, si unirannounirono a Roma l'8 dicembre 1972 per costituire il [[Movimento Cristiano Lavoratori]] o MCL, che seguì una linea culturale fondata sul "capitalismo dal volto umano"<ref>{{Cita web|url=https://www.mcl.it/Il-Movimento/Note-Storiche|titolo=Movimento Cristiano Lavoratori > Il Movimento > Note Storiche|citazione=Il MCL ha ritenuto, allora, e ritiene ancora, che occorre costruire un capitalismo dal “volto umano”, nella profonda convinzione che libertà di mercato, solidarietà e sussidiarietà sono componenti complementari per un sano liberalismo.|accesso=8 febbraio 2020}}</ref>.
Prima delle scissioni, le AcliACLI contavano oltre 700 .000 iscritti e altri 300 .000 iscritti ai servizi sociali collaterali<ref name="ref_A" />. Le tre nuove formazioni — Libere AcliACLI, MoCLI e FederACL — contarono complessivamente 250.000 iscritti<ref>{{Cita libro|autore=Giovanni Bersani|titolo=M.C.Lp. Movimento Cristiano Lavoratori : una risposta ai problemi dei lavoratori e della società italiana : formazione, azione, partecipazione.|anno=1976|editore=Movimento Cristiano Lavoratori|città=Milano|p=112}}.</ref>. Alle AcliACLI non rinnovarono l'iscrizione altri 180 .000 soci<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Intervista a Giovanni Bersani|pubblicazione=Tribuna Politica RAI|data=21 dicembre 1971}}</ref>. Le ACLI, al termine delle presidenze Labor e Gabaglio, si ritrovòritrovarono laceratalacerate all'interno e quasi dimezzatadimezzate nella consistenza degli iscritti.
=== Dalle Libere ACLI al MICL e poi al MID ===
Le sezioni delle ''Libere ACLI'' rimaste fedeli all’impostazione culturale del realismo dinamico tentarono in ogni modo di ottenere, prima dalla FederACL<ref>{{Cita|Demaria|s.v.}}</ref>, e poi dal neonato MCL, un avallo o almeno un'accettazione a costituire un laboratorio di studi e approfondimenti sulla nuova linea culturale del realismo dinamico. A seguito del rifiuto di questa istanza da parte del MCL, diedero vita al ''Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori'' (MICL).
▲[[File:NUOVA PRESENZA CRISTIANA RICOSTRUZIONE INTESTAZIONE ANNO III.JPG|miniatura|NUOVA PRESENZA CRISTIANA , il periodico trimestrale stampato dal 1975 e redatto da [[Gaetano Peretti]] con Gaetano Bellorio e Stefano Fontana . Collaborarono con la pubblicazione di articoli [[Ugo Sciascia]], [[Alfredo Meocci]], [[Tommaso Demaria]], Lucia Ruina ed altri.]]
Le sezioni delle ''Libere Acli'' rimaste invece fedeli alla impostazione culturale del realismo dinamico, tentarono in ogni modo di ottenere prima dalla FederACL<ref>{{Cita libro|autore=Libere ACLI "federacliste"|autore2=Tommaso Demaria|titolo=Per un impegno ideologico cristiano|anno=1972|editore=ALC-FEDERACL|città=Torino}}</ref> e poi dal neonato MCL un avallo o almeno una accettazione a costituire un laboratorio di studi ed approfondimenti della nuova linea culturale del realismo dinamico. A seguito del rifiuto di questa istanza da parte dell' MCL diedero vita al ''Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori'' MICL. Una volta superata la s''volta socialista'' delle Acli per opera del nuovo presidente [[Marino Carboni]] a partire dal 1973 le Libere ACLI considerarono esaurita la loro funzione come di movimento di lavoratori e continuarono la loro opera sul piano culturale culturale nel ''Movimento Ideoprassico Dinontorganico MID'' tramite corsi al ''Fraterno Aiuto Cristiano FAC'' di Roma con [[Paolo Arnaboldi]], [[Giacomino Costa]] e [[Tommaso Demaria]]. [[Gaetano Peretti]], Gaetano Bellorio e Stefano Fontana<ref>{{Cita news|autore=Stefano Lorenzetto|titolo=VERONA RACCONTA. Stefano Fontana.
Una volta superata la "svolta socialista" delle ACLI per opera del nuovo presidente [[Marino Carboni]], a partire dal 1973 le Libere ACLI considerarono esaurita la loro funzione come movimento di lavoratori e continuarono la loro opera sul piano culturale nel ''Movimento Ideoprassico Dinontorganico'' (MID), tramite corsi al ''Fraterno Aiuto Cristiano'' (FAC) di Roma, con [[Paolo Arnaboldi]], [[Giacomino Costa]] e [[Tommaso Demaria]].
«Figlio di comunista, ho per santo un anticomunista»|pubblicazione=L'Arena|data=24 gennaio 2021|p=|pp=1,19|citazione=A chi deve la sua formazione?
Quando nel 1970 vi fu la svolta socialista delle Acli, impressa da Livio Labor, mi ritrovai sulla sponda opposta con il filosofo Gaetano Peretti e il suo allievo Gaetano Bellorio, che abitava nel mio stesso palazzo. I due fondarono le Libere Acli e mi spinsero a interessarmi di
[[Gaetano Peretti]], Gaetano Bellorio e Stefano Fontana<ref>{{Cita news|autore=Stefano Lorenzetto|titolo=Verona racconta. Stefano Fontana. «Figlio di comunista, ho per santo un anticomunista»|pubblicazione=L'Arena|data=24 gennaio 2021|pp=1, 19|citazione=A chi deve la sua formazione? Quando nel 1970 vi fu la svolta socialista delle Acli, impressa da Livio Labor, mi ritrovai sulla sponda opposta con il filosofo Gaetano Peretti e il suo allievo Gaetano Bellorio, che abitava nel mio stesso palazzo. I due fondarono le Libere Acli e mi spinsero a interessarmi di dottrina sociale della Chiesa. ... Come nacque? Avevo da poco fondato un trimestrale ed ero impegnato in...|url=https://www.stefanolorenzetto.it/articoli/Fontana_Stefano.pdf}}</ref>, con il coinvolgimento di [[Ugo Sciascia]], diedero vita alla redazione prima del periodico ''Nuova Presenza Cristiana'' e poi della rivista filosofica ''Nuove Prospettive'', pubblicati fino al 1991.
dottrina sociale della Chiesa. ....
...Come nacque?
Avevo da poco fondato un trimestrale ed ero impegnato in....|url=https://www.stefanolorenzetto.it/articoli/Fontana_Stefano.pdf}}</ref> con il coinvolgimento di [[Ugo Sciascia]] diedero vita alla redazione prima del periodico ''Nuova Presenza Cristiana'' e e poi della rivista filosofica ''Nuove prospettive'', pubblicati fino al 1991.
== Note ==
== Bibliografia ==
* {{Cita libro |autore=Giovanni Bersani |titolo=M.C.L. Movimento Cristiano Lavoratori: una risposta ai problemi dei lavoratori e della società italiana: formazione, azione, partecipazione |anno=1976 |editore=Movimento Cristiano Lavoratori |città=Milano |lingua=it |cid=Bersani}}
* LIBERE A.C.L.I., ''Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle " Libere A.C.L.I."'', a cura di Tommaso Demaria, Milano, Centro Studi, 1971. ▼
* {{Cita libro |autore=Carlo Felice Casula |altri=con la collaborazione di Alberto Scarpitti |titolo=Le ACLI, una bella storia italiana |collana=Teoria e storia della formazione |anno=2008 |editore=Anicia | ISBNlingua=it |isbn=978-88-7346-493-8 |cid=Casula}} ▼
*Libere Acli "federacliste" e Tommaso Demaria, ''Per un impegno ideologico cristiano'', Torino, ALC-FEDERACL, 1972.
* {{Cita libro |autore=Tommaso Demaria |autore2=Libere ACLI "federacliste" |titolo=Per un impegno ideologico cristiano |anno=1972 |editore=ALC-FEDERACL |città=Torino |lingua=it |cid=Demaria}}
* {{Cita libro |autore=Movimento Ideologico Cristiano Lavoratori (a cura), ''|titolo=Punti orientativi ideologico-sociali'', Bologna,|anno=1974 |editore=Luigi Parma, 1974.|città=Bologna |lingua=it |cid=MICL}}
▲*{{Cita libro|autore=Carlo Felice Casula|altri=con la collaborazione di Alberto Scarpitti|titolo=Le ACLI, una bella storia italiana|collana=Teoria e storia della formazione|anno=2008|editore=Anicia|ISBN=978-88-7346-493-8}}
▲* LIBERE{{Cita libro |autore=Libere A.C.L.I. , ''|titolo=Sette domande sulle A.C.L.I. e la svolta di Vallombrosa e sette risposte delle " Libere A.C.L.I." '', a|anno=1971 cura|editore=Centro di Tommaso Demaria,Studi |città=Milano , Centro|lingua=it Studi,|cid=Libere 1971.ACLI}}
== Collegamenti esterni ==
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