[[File:Green Pass (2021).jpg|400px|miniatura|Esempio di [[pseudoanglicismo]] in Italia: la [[locuzione]] ''green pass'', usata per identificare il [[Certificato COVID digitale dell'UE]]. L'espressione non è usata nel mondo anglofono, ma è stata coniata dai [[Mezzo di comunicazione di massa|media]] [[Israele|israeliani]], e preferita dai media italiani a locuzioni italiane (es. ''certificazione verde'', ''certificato vaccinale'') o mistilingui (es. ''pass verde'').<ref>{{Cita web|url=http://blog.terminologiaetc.it/2021/05/26/certificato-covid-digitale-ue/|titolo=Per viaggiare in Ue non si userà il “green pass”!|autore=Licia Corbolante|data=26/05/2021|lingua=italiano|accesso=26/02/2022}}</ref> Questa espressione non è stata adottata da tutta l'[[italofonia]]: per esempio, in [[Svizzera]] sonoerano in uso espressioni quali ''certificato COVID''.<ref>{{Cita web|url=https://www.tio.ch/ticino/attualita/1566393/covid-stato-certificato-vaccinato-manuele|titolo=Se oggi "respiriamo", è grazie al Certificato Covid e a chi si è vaccinato|autore=Patrick Mancini|editore=Ticino Online|data=16/02/ febbraio 2022|lingua=italiano|accesso=26/02/2022}}</ref>]]
Il termine '''itanglese''' viene definito dal dizionario [[Hoepli (casa editrice)|Hoepli]] come «la lingua italiana usata in certi contesti ed ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi».<ref>{{Cita web |url=https://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/itanglese.aspx?idD=1&Query=itanglese&lettera=I |titolo=Itanglese sul dizionario Hoepli online |accesso=2 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120306084327/http://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/itanglese.aspx?idD=1&Query=itanglese&lettera=I |dataarchivio=6 marzo 2012 |urlmorto=sì }}</ref>
In modo analogo a quanto accaduto con fenomeni simili in altre lingue – i cosiddetti ''[[spanglish]]'', ''[[franglais]]'' e ''[[denglish]]'' (anche ''denglisch'' o ''germish''), per citare i più noti – lo sviluppo dell'itanglese ha suscitato l'interesse dell'[[opinione pubblica]] e dei linguisti.
==Denominazione==
Oggi il termine più comune per indicare il fenomeno è ''itanglese'', [[parola macedonia]] da ''ita''(''liano'') e (''i'')''nglese''. Sono stati usati (o lo sono tuttora, in misura minore) anche altri termini, tutti di struttura sostanzialmente simile, come incroci delle parole ''italiano'' e ''inglese'' (o del prefisso ''anglo-''): ''angliano''<ref>{{Treccani|angliano_%28altro%29|Angliano|accesso=12 giugno 2022}}</ref>, ''anglitaliano''<ref>{{cita web|https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/anglicismi/Ondelli.html|autore=Stefano Ondelli|titolo=La lingua franca della società della comunicazione e il successo degli anglicismi|sito=Treccani.it|data=23 aprile 2018|accesso=12 giugno 2022}}</ref>, ''italese''<ref>[{{Cita web|url=https://dizionario.internazionale.it/parola/italese |titolo=Lemma ''italese''] nel |editore=''Nuovo De Mauro'', ''Internazionale.it'', <small>consultato l'|accesso=11 giugno 2022</small>.}}</ref>, ''italglese''<ref>Arrigo Castellani, ''Il purismo strutturale e il problema degli anglicismi'', in ''Pagine della Dante'', s. III, LXXX 1996, n. 4, pp. 12–14; raccolto in {{cita|Castellani 2009|tomo I, p. 242}}.</ref>, ''italianese''<ref>{{Treccani|italianese_%28Neologismi%29|Italianese|v=sì|accesso=11 giugno 2022}}</ref>, ''italiese''<ref>[[Gian Luigi Beccaria]], ''Lo chiamano italiese'', in: Id., ''Italiano antico e nuovo'', nuova ed. ampliata, Milano, Garzanti, 1992.</ref><ref>[{{Cita web|url=https://dizionario.internazionale.it/parola/italiese |titolo=Lemma ''italiese''] nel |editore=''Nuovo De Mauro'', ''Internazionale.it'', <small>consultato l'|accesso=11 giugno 2022</small>.}}</ref>, ''italinglese''<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/parole/H24.html|autore=Marco Brando|titolo=H24, la mania dell’onnipresenza|data=4 gennaio 2021|sito=Treccani.it|accesso=12 giugno 2022}}</ref>, ''itangliano''<ref name=itangliano/>. [[Gabriele Valle]], linguista attivo sul tema e critico nei confronti dell'itanglese, usa preferibilmente (scrivendo in italiano) il termine inglese ''itanglish''<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/anglicismi/Valle.html|titolo=L’itanglish e l’insegnante di inglese|autore=Gabriele Valle|sito=treccani.it|editore=Treccani|data=2018-04-23 aprile 2018|accesso=2021-07-29 luglio 2021}}</ref><ref name="Valle_2016">{{cita|Valle 2016}}.</ref>, analogamente composto di ''ita''(''lian'') "italiano" e (''e'')''nglish'' "inglese".
== Fenomeno ==
===Storia===
Fino alla [[seconda guerra mondiale]] gli anglicismi ebbero un peso relativamente limitato nell'italiano, e furono per la maggior parte integrati nel sistema linguistico attraverso traduzioni, equivalenti, o adattamenti quali [[Calco linguistico|calchi]] o italianizzazione della pronuncia. Un ruolo importante rivestirono anche la mediazione del [[Lingua francese|francese]] nella ricezione degli anglicismi, così come la politica linguistica operata dal [[Fascismo|regime fascista]] in Italia, da cui rimase escluso l'[[italiano svizzero]]. Nel secondo dopoguerra, in seguito alla vittoria alleata e alla presenza anglo-americana in Italia, gli anglicismi ebbero una forte ripresa per quantità e conobbero cambiamenti qualitativi, come l'assenza di mediazione del francese, un maggiore ingresso di forme non adattate, un maggiore ruolo del parlato rispetto allo scritto, con una relativa maggiore aderenza alla pronuncia (a differenza di prestiti come l'ottocentesco ''tunnel'', che adottavano la pronuncia italiana).<ref>{{Cita web|autore=Leonardo Rossi|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/italiano_inglese/rossi.html|titolo = L'anglicismo nel passato (fino agli anni del ''boom'') |sito=Treccani|data=1970-01-01|accesso=26 luglio 2021-07-26}}</ref>.
===Aspetti socioculturali===
Osservando che le lingue non si impongono solo per caratteri intrinseci (maggior funzionalità, efficacia, brevità, ecc.) ma soprattutto per fattori esterni (influenza economica, militare, culturale di un popolo più potente), alcuni studiosi, in maniera più o meno marcata, hanno voluto porre l'accento sul fatto che il fenomeno non può essere ridotto a una prospettiva prettamente linguistica interna all'italofonia, ma va inquadrato in un campo più ampio di relazioni di carattere socioculturale, politico ed [[Economia_linguistica_Economia linguistica (interdisciplina)|economico]] tra l'Italia e il [[paesi anglosassoni|mondo anglosassone]].<ref>«È vero che il prestito, in sé, non è un segno di assoggettamento culturale e linguistico, però quando il flusso è a senso unico, per cui il rapporto tra parole date e parole prese è di 1/1000, qualche problema di equilibrio tra due lingue (e due culture) sussiste» ({{cita|Giovanardi ''et al.''|p. 24}}).</ref><ref>{{cita|Mainardi|pp. 17–2617-26}}.</ref><ref>{{cita|Chiti-Batelli}}.</ref><ref>{{cita|Zoppetti}}.</ref>. L'itanglese si configura sotto certi aspetti come un fenomeno che si rafforza da solo, per cui una diffusione maggiore degli anglicismi nella lingua fa percepire più prestigioso e centrale il mondo anglosassone (generando, di conseguenza, vantaggi economici, politici e socioculturali per i paesi anglofoni), e questa percezione, a sua volta, spinge gli italofoni ad adottare sempre più anglicismi<ref>{{cita|Mainardi|p. 24}}.</ref>; a tale processo si accompagna, simmetricamente, un sentimento di disamore e disistima degli italofoni per la loro lingua stessa.<ref>«Il problema è che l'italiano non è una lingua davvero amata dai suoi utenti, al di là delle dichiarazioni superficiali [...] ]» ({{cita|Marazzini ''et al.''|p. 25}}).</ref><ref>{{cita web|url=https://www.comunitaitalofona.org/navigare-tra-le-righe/la-lingua-italiana-e-le-le-lingue-romanze-di-fronte-agli-anglicismi/|titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi|autore=Claudio Marazzini|sito=Comunità Radiotelevisiva Italofona|accesso=11 giugno 2022|citazione='''Qual è la ragione per cui in Italia si è tanto propensi agli anglicismi?'''<br>
Pesa su di noi la potenza economica del mondo anglofono, quella americana soprattutto. Ma poiché (come dimostra il nostro libro) gli italiani risultano più proni di tutti gli altri, è probabile che pesino molto la scarsa coscienza civile e la scarsa densità della cultura. Molti italiani parlano un italiano fragile, che impedisce loro di capire che cosa significhi il possesso vero di una lingua. Non parliamo della lettura e della scrittura. Il rapporto OCSE – PIACC 2013 ci pone all’ultimo posto per la comprensione di un testo, ultimi tra i 24 paesi in cui è stata svolta l’inchiesta [...]}}</ref>.
Va anche considerato che il fenomeno della penetrazione dell'inglese nell'italiano, rispetto a quanto avviene nelle altre grandi lingue romanze (spagnolo, francese, portoghese) è tanto più intenso e diverso da costituire oggi di fatto un'«anomalia» all'interno della famiglia linguistica romanza.<ref>{{cita|Mainardi|pp. 5–305-30}}.</ref><ref>«Gli osservatori esterni che, nel latte materno, si sono nutriti di una diversa lingua romanza, restano perplessi davanti all’anglicismo dilagante che esiste nella sorella italica. Alla maggior parte di loro, il fenomeno non pare normale, né in senso descrittivo né in senso prescrittivo. Nelle loro lingue, gli anglismi non adattati non transitano con la frequenza con cui lo fanno in italiano [...] ]» ({{Cita|Valle 2013|p. 759}}).</ref>.
== Studi al riguardo ==
Un primo approccio sistematico allo studio dell'intrusione di termini inglesi nell'italiano apparve alla fine degli anni '70 del Novecento, con la pubblicazione della [[monografia]] intitolata ''Parliamo itang'liano. Ovvero le 400 parole inglesi che deve sapere chi vuole fare carriera'', a opera di Giacomo Elliot (probabile pseudonimo di [[Roberto Vacca]]).<ref>{{Cita libro|autore=Giacomo Elliot, ''|titolo=Parliamo itang'liano. Ovvero le 400 parole inglesi che deve sapere chi vuole fare carriera'', Milano, Rizzoli, |anno=1977|editore=Rizzoli|città=Milano}}</ref><ref>{{cita libro | nome = Beppe | cognome = Severgnini | wkautore = Beppe Severgnini | titolo = Imperfetto manuale di lingue | collana = [[Biblioteca Universale Rizzoli|BUR-Biblioteca Universale Rizzoli]] | editore = Rizzoli | anno = 2010 | pagina = 148}}</ref> Il testo ricevette una accorata recensione di [[Primo Levi]], e coniò il termine «itangliano», che divenne il primo usato per descrivere la crescente pervasività dell'inglese in molti settori della lingua italiana.<ref name=itangliano>{{Treccani|itangliano_%28Enciclopedia-dell%27Italiano%29|Itangliano|autore=Andrea Viviani|accesso=11 giugno 2022}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/07/14/se-la-lingua-ci-fa-male.html|titolo=Se la lingua ci fa male|autore=Tullio De Mauro|sito=repubblica.it|editore=La Repubblica|data|14/07/2003|accesso=12 aprile 2016}}</ref> In ambito accademico, il primo a trattare in modo diffuso e approfondito il tema fu il linguista [[Arrigo Castellani]], che sull'itanglese centrò l'articolo scientifico ''Morbus anglicus'', pubblicato nel 1987 sulla rivista ''[[Studi linguistici italiani]]''. Lo studioso non riprese il termine ''itangliano'', ma si avvalse, appunto, dell'espressione latina ''Morbus anglicus'', per equiparare il fenomeno a un morbo, una malattia.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Arrigo |cognome=Castellani |titolo=Morbus Anglicus |rivista=Studi linguistici italiani |volume= qq13|numero=1 |anno=1987 |pp=pp. 137–153 |url=http://www.italianourgente.it/letture/morbus-anglicus-5562d330e0aa734270100f39.html |linguaaccesso=italiano28 luglio |accesso=2021-07-28}}</ref>
Dopo un lungo periodo di scarsa attenzione, il tema è tornato al centro dell'attenzione pubblica italiana tra il 2009 e il 2013, in seguito all'iniziativa della Agenzia Agostini Associati [[Società a responsabilità limitata|SRL]], una società privata di [[traduzione]] che ha lanciato la campagna ''Stop Itanglese'', dichiarando di volere sensibilizzare l'[[opinione pubblica]] sull'uso superfluo di parole inglesi in italiano, e accompagnandola con una serie di iniziative accessorie, come il ''Codice Itanglese'', la classifica degli anglicismi più usati e la proposta di traducenti italiani per molti anglicismi.<ref>{{cita web|url=http://stopitanglese.it//|titolo=Stop Itanglese|sito=stopitanglese.it|accesso=12 aprile 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160529055400/http://stopitanglese.it/|dataarchivio=29 maggio 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/codice-itanglese.php|titolo=Codice Itanglese e San Valentino 2010: Italiano Ti Amo Ancora!|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=3 febbraio 2010-02-03|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref> Il termine «itanglese» è stato rapidamente ripreso e diffuso dagli studiosi e dai [[Mezzi di comunicazione di massa|mezzi di comunicazione]], e così associato in modo stabile al fenomeno.<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Alessandro Aresti|titolo = Morbus itanglicus? Sulla presenza (e invadenza) dell'itanglese|rivista = |volume = in L'Italia e i mass media, a cura di Marco Gargiulo, Roma, Aracne, 2012, pp. 239-260|numero = |url = https://www.academia.edu/8860364/Morbus_itanglicus_Sulla_presenza_e_invadenza_dellitanglese}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2009/12/09/news/le_aziende_parlano_litanglese_look_business_fashion_le_piu_usate-1822653/|titolo=Le aziende parlano l'Itanglese Look, business, fashion le più usate|autore=Aida Antonelli|sito=repubblica.it|editore=La Repubblica|data=9 dicembre 2009-12-09|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/scuola/2010/12/22/news/itanglese-10477162/|titolo=Molto social e un po' smart ormai parliamo in itanglese|autore=Paola Coppola|sito=repubblica.it|editore=La Repubblica|data=22 dicembre 2010-12-22|accesso=12 aprile 2016-04-12}}</ref> Un'ulteriore iniziativa è stata lanciata dalla pubblicitaria ed esperta di comunicazione [[Annamaria Testa]]: la petizione ''Un intervento per la lingua italiana'', che ha chiesto a Governo, [[Pubblica amministrazione|amministrazioni pubbliche]], [[Mezzi di comunicazione di massa|media]] e le imprese di limitare l'uso degli anglicismi, ha raccolto in breve tempo oltre 70.000 firme e ottenuto l'appoggio della [[Accademia della Crusca]].<ref name=DilloInItalianoPetizione>{{cita web|url=https://www.change.org/p/un-intervento-per-la-lingua-italiana-dilloinitaliano|titolo=Un intervento per la lingua italiana (#dilloinitaliano)|autore=Annamaria Testa|sito=change.org|data=2015-02|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref><ref name=DilloinItalianoNotizia>{{cita web|url=https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2015/02/17/dillo-in-italiano|titolo=
Dillo in italiano|autore=Annamaria Testa|sito=internazionale.it|editore=Internazionale|data=17 febbraio 2015-02-17|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref><ref name=RispostaMarazzini>{{cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/la-risposta-di-claudio-marazzini-ai-sottoscrittori-della-petizione-un-intervento-per-la-lingua-itali/6318|titolo=La risposta di Claudio Marazzini ai sottoscrittori della petizione "Un intervento per la lingua italiana"|autore=Claudio Marazzini|sito=accademiadellacrusca.it|data=9 marzo 2015-03-09|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref> Più nota come ''Dillo in italiano'', a causa del relativo ''[[hashtag]]'' con cui si è pubblicizzata sulle [[Servizio di rete sociale|reti sociali]], ha raccolto un'importante eco mediatica, ravvivando il dibattito pubblico tra favorevoli e contrari agli anglicismi.<ref>{{cita web|url=https://www.focus.it/cultura/curiosita/focus-sostiene-dilloinitaliano|titolo=Focus sostiene #dilloinitaliano|autore=Sara Zapponi|sito=focus.it|editore=Focus|data=27 febbraio 2015-02-27|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.internazionale.it/opinione/tullio-de-mauro/2016/07/14/irresistibile-l-ascesa-degli-anglismi|titolo=È irresistibile l’ascesa degli anglismi?|autore=Tullio De Mauro|sito=internazionale.it|editore=Internazionale|data=14 luglio 2016-07-14|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/ok/mainSpeciale.html|titolo=Il Bel Paese dove l'OK suona|autore=|sito=treccani.it|editore=Treccani|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref> Nell'appoggiare tale petizione la Crusca, attraverso il suo presidente [[Claudio Marazzini]], ha inoltre espresso l'intenzione di occuparsi in modo più mirato del tema, verificando la circolazione di neologismi e, in caso di anglicismi o altri forestierismi, valutando la possibilità di sostituirli con termini italiani.<ref name=RispostaMarazzini/> A questo scopo alla fine del 2015 la Crusca ha istituito il ''[[Accademia_della_Crusca#Gruppo_Incipit|Gruppo Incipit]]'', un osservatorio sui neologismi e forestierismi incipienti che ha il compito di monitorare ed esprimere pareri sui nuovi forestierismi impiegati in ambito politico, comunicativo e sociale, suggerendo alternative in italiano tramite i propri comunicati stampa.<ref>Il Gruppo Incipit è composto studiosi e specialisti della comunicazione italiani e svizzeri, tra cui accademici della Crusca.</ref><ref name=IncipitNascita>{{cita web|autore=Accademia della Crusca|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/la-nascita-del-gruppo-incipit-osservatorio-sui-neologismi-e-forestierismi-incipienti/6347|titolo=La nascita del gruppo Incipit, osservatorio sui neologismi e forestierismi incipienti |accesso=24 luglio 2021|data=28 settembre 2015}}</ref><ref name="IncipitComunicati">{{cita web|cognome=|nome=|autore=Accademia della Crusca|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/gruppo-incipit/251|titolo=Gruppo "Incipit". I comunicati stampa del gruppo. |accessoeditore=24Accademia lugliodella 2021Crusca|data=28 settembre 2015|accesso=24 luglio 2021}}</ref> Il gruppo si è formato in seguito al convegno della stessa Accademia dal titolo ''La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi''.<ref name=LinguaItaRomAngli>{{cita web|cognome=|nome=|autore=Accademia della Crusca|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/la-lingua-italiana-e-le-lingue-romanze-di-fronte-agli-anglicismi/6108 |titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi |accesso=24 luglio 2021|data=8 settembre 2015}}</ref>
In seguito a tali iniziative, il tema dell'uso e abuso degli anglicismi ha acquisito e mantenuto una certa visibilità sui mezzi di comunicazione di massa, contando su una crescente produzione di scritti accademici ed editoriali.<ref name="Valle_2016" /><ref>{{cita libro | nome=Maria Teresa| cognome=Villa | titolo= L'inglese non basta: una lingua per la società | anno=2013 | editore=ModadoriMondadori | città=Milano | ISBN=9788861598416}}</ref><ref>{{cita libro | curatore=Claudio Marazzini | curatore2=Alessio Petralli | titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi | anno=2015 | editore=goWare | città=Firenze | ISBN=9788867974092}}</ref><ref>{{cita|Valle 2016}}.</ref><ref>{{cita libro | nome=Raffaella | cognome=Bombi | titolo=Anglicismi e comunicazione istituzionale | anno=2019 | editore=Il Calamo | città=Roma | ISBN=9788898640355 }}</ref><ref>{{cita libro | nome=Alessandro | cognome=Bonifazi | titolo=L'anglicizzazione dell'italiano nell'interpretazione dialogica | anno=2019 | editore=Aracne | città=Roma | ISBN=9788825527742 }}</ref><ref>{{cita libro | nome=Raffaella | cognome=Bombi| titolo= Interferenze linguistiche. Tra anglicismi e italianismi | anno=2020 | editore=Edizioni dell'Orso | città=Alessandria | ISBN=9788836130689}}</ref><ref>{{cita libro | nome=Rosario | cognome=Coluccia | titolo=Conosciamo l'italiano? Usi, abusi e dubbi della lingua | anno=2020 | editore=Accademia della Crusca | città=Firenze | ISBN=9788889369975 }}</ref>. Nell'indifferenza dei media, nel 2018 il [[Dipartimento per le politiche europee]] del [[Governo della Repubblica Italiana|governo italiano]] ha attivato il servizio ''EuroParole'', dotato di un proprio sito, nel quale gli anglicismi più frequenti usati nei siti del governo vengono presentati con il corrispondente termine italiano e spiegati brevemente nell'uso, con fonti e occorrenze.<ref name=EuroparoleSito>{{cita web|url=http://www.politicheeuropee.gov.it/it/comunicazione/europarole/|titolo=EuroParole (sito web)|autore=Dipartimento per le politiche europee, Governo italiano|sito=politicheeuropee.gov.it|data=|accesso=29 luglio 2021-07-29}}</ref><ref name=EuroparoleNotizia>{{cita web|url=https://italofonia.info/il-governo-italiano-lancia-europarole-alternative-italiane-agli-anglicismi-istituzionali/|titolo=Il governo italiano lancia Europarole, alternative italiane agli anglicismi istituzionali|sito=italofonia.info|editore=Italofonia.info|data=18 ottobre 2018-10-18|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref> Nel 2019 lo stesso Dipartimento ha poi lanciato l'iniziativa sulle reti sociali per «individuare delle ''#EuroParole'' che consentano una comprensione più facile e più diretta di concetti spesso lontani dal sentire comune» come ''[[Patto di bilancio europeo|fiscal compact]]'', ''[[Allentamento quantitativo|quantitative easing]]'', ''hotspot'' e ''Geoblocking'' per una loro corretta traduzione in italiano.<ref name="EuroparoleIniziativa">{{cita web|url=https://www.affarinternazionali.it/blogpost/europarole-meglio-dirlo-italiano/|titolo=#Europarole, meglio dirlo in italiano?|autore=Alice Recine|autore2=Adriano Maggi|sito=affarinternazionali.it|editore=Affari Internazionali|data=2019-03-21 marzo 2019|accesso=2021-07-28 luglio 2021}}</ref> Negli ultimi anni, di fronte a quella che è percepita come una generale indifferenza o acquiescenza da parte delle istituzioni e del dibattito pubblico, si sono infine aggiunte iniziative dal basso<ref>{{cita|Mainardi|pp. 179–186179-186}}.</ref>, di frequente attraverso la creazione di [[Sito web|siti]], [[Portale web|portali]], ''[[blog]]'', gruppi e [[Comunità#Comunità_virtualeComunità virtuale|comunità]] sulle reti sociali che invitano alla discussione sull'uso degli anglicismi in italiano, spesso assumendo esplicitamente una posizione favorevole o contraria.
In [[Svizzera]], paese plurilingue in cui l'italiano è lingua nazionale e ufficiale a livello federale e cantonale, l'uso di anglicismi è stato oggetto di numerose riflessioni e iniziative da parte di tutte le comunità linguistiche, inclusa quella italiana.<ref>Nella costituzione elvetica, l'italiano è sancito quale lingua nazionale (Art. 4) e ufficiale (Art. 70) della federazione, insieme al tedesco e al francese. <br> {{cita web|url=https://fedlex.data.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/cc/1999/404/20210101/it/pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-cc-1999-404-20210101-it-pdf-a.pdf|titolo=Costituzione federale della confederazione Svizzera|autore=Parlamento svizzero|sitodata=1999-04-18|accesso=29 luglio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210909092110/https://fedlex.data.admin.ch|/filestore/fedlex.data=.admin.ch/eli/cc/1999/404/20210101/it/pdf-04a/fedlex-18|accesso=2021data-07admin-29ch-eli-cc-1999-404-20210101-it-pdf-a.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |nome=Paolo |cognome=Canavese |titolo=Anglicismi nell’italiano normativo elvetico: estensione e natura del fenomeno |rivista=Revista de Llengua i Dret, Journal of Language and Law |editore=Escola d’Administració Pública de Catalunya |città=Barcellona |numero=74 |anno=2020 |mese= |pp=18-37 |doi=10.2436/rld.i74.2020.3545 |url=http://revistes.eapc.gencat.cat/index.php/rld/article/download/10.2436-rld.i74.2020.3545/n74-canavese-it.pdf |linguaaccesso=italiano29 luglio |accesso=2021-07-29 }}</ref> Oltre ad azioni volte a promuovere l'italiano in tutto il paesePaese, e ad evitare che l'insegnamento dell'inglese come lingua straniera rimpiazzisi sostituisca a quello delle altre lingue nazionali, le amministrazioni federali e cantonali e le associazioni civiche elvetiche promuovono da tempo iniziative per un minor uso di anglicismi nella comunicazione istituzionale.<ref name=CHRaccAngl>{{cita web|url=https://www.bk.admin.ch/bk/it/home/documentazione/lingue/strumenti-per-la-redazione-e-traduzione/raccomandazioni.html|titolo=Raccomandazioni sull'uso degli anglicismi|autore=Cancelleria federale svizzera|sito=bk.admin.ch|accesso=29 luglio 2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.swissinfo.ch/ita/basta-con-gli-anglicismi-a-berna/4184612|titolo=Basta con gli anglicismi a Berna|autore=|sito=swissinfo.ch|editore=Swissinfo|data=5 ottobre 2004-10-05|accesso=29 luglio 2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.bak.admin.ch/bak/it/home/sprachen-und-gesellschaft/lingue/uso-delle-lingue-ufficiali-della-confederazione-e-promozione-del/salvaguardia-e-promozione-della-lingua-e-della-cultura-romancia-.html|titolo=Salvaguardia e promozione della lingua e della cultura romancia e italiana|autore=Ufficio federale della cultura|sito=.bak.admin.ch|editore=Amministrazione federale svizzera|data=5 ottobre 2007-10-05|accesso=29 luglio 2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://italofonia.info/il-comune-di-soncino-sensibilizza-lamministrazione-pubblica-contro-labuso-di-anglicismi/|titolo=Il comune di Soncino sensibilizza l’amministrazione pubblica contro l’abuso di anglicismi|sito=italofonia.info/|editore=Italofonia.info|data=5 maggio 2021-05-05|accesso=29 luglio 2021-07-29}}</ref> L'esito favorevole di alcune di esse porta all'adozione di termini italiani che sono invece espressi con prestiti inglesi dalle istituzioni e dai media italiani: come nel caso di ''question time'', che nell'[[italiano svizzero]] è l'«ora delle domande».<ref>{{cita web|url=https://www.tio.ch/svizzera/politica/1245021/ora-delle-domande-al-nazionale-dispersione-insediamenti-agli-stati|titolo=Ora delle domande al Nazionale, dispersione insediamenti agli Stati|sito=tio.ch|editore=Ticino Online|data=5 marzo 2018-03-05|accesso=29 luglio 2021-07-29}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ticinonews.ch/svizzera/ora-delle-domande-al-nazionale-sovranita-alimentare-agli-stati-GNTCN449197?refresh=true|titolo=Ora delle domande al Nazionale, "Sovranità alimentare" agli Stati|autore=|sito=ticinonews.ch|editore=Ticino News|data=12 marzo 2018-03-12|accesso=2021-07-29 luglio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.ticinonews.ch/ticino/ticino-valvola-di-sfogo-per-colpa-del-consiglio-federale-FC3958766|titolo=Ticino valvola di sfogo per colpa del Consiglio federale|sito=ticinonews.ch|editore=Ticino News|data=2021-03-16 marzo 2021|accesso=2021-07-29 luglio 2021}}</ref>
=== Indagini settoriali ===
I risultati della prima rilevazione condotta dall'Agenzia Agostini sono stati pubblicati nel 2009, e si basano sull'analisi di un campione di 58 milioni di parole prodotte da 200 aziende italiane appartenenti a 15 diversi settori. Il campione è stato ricavato da documenti in italiano prodotti dalle imprese in due diversi anni, il 2000 e il 2008, e rappresentativi di varie funzioni aziendali (''marketing'', finanza, risorse umane, produzione, acquisti). La comparazione dei due anni ha rilevato nel 2008 un incremento nell'uso di termini inglesi nei documenti pari al 773%.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/UserFiles/File/CS_Agostini_Associati_itanglese.pdf|titolo=Comunicato stampa: ”Itanglese”: aumenta del 773% l’uso di parole inglesi nella lingua italiana scritta delle aziende|autore=Guido Panini|editore=Agostini Associati|data=2009|accesso=28 luglio 2021|dataarchivio=28 luglio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210728162311/http://www.agostiniassociati.it/UserFiles/File/CS_Agostini_Associati_itanglese.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese2009.php|titolo=Itanglese - Aumenta l’uso di parole inglesi nella lingua italiana|editore=Agostini Associati|data=2009|accesso=28 luglio 2021}}</ref> L'azienda ha poi ripetuto la rilevazione nei sei anni successivi, a cadenza biennale, impiegando un campione analogo di imprese e documenti che hanno costituito i [[Corpus|''corpus'' linguistici]] analizzati. La seconda indagine ha analizzato i documenti prodotti nel biennio 2009-2010, riportando un incremento del +223% degli anglicismi.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese2010.php|titolo=L’Itanglese continua ad avanzare con un incremento del +223%|editore=Agostini Associati|data=2010|accesso=28 luglio 2021}}</ref> La terza indagine, svolta per gli anni 2010-2011, ha evidenziato una crescita degli anglicismi pari al 343%.<ref>{{cita web|url=http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_art=7448&id_area=166|titolo=L’Itanglese cresce ancora, ma il traduttore automatico di Google non lo capisce|editore=Agostini Associati|data=9 maggio 2012|accesso=28 luglio 2021}}</ref> La crescita a tre cifre è stata confermata anche dalla quarta indagine, condotta sugli anni 2012-2013, rilevando un aumento del 440% degli anglicismi impiegati nei documenti aziendali.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese.php|titolo=L`Itanglese cresce ancora del 440%|editore=Agostini Associati|data=|accesso=28 luglio 2021}}</ref>
delle aziende|autore=Guido Panini|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=2009|accesso=2021-07-28}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese2009.php|titolo=Itanglese - Aumenta l’uso di parole inglesi nella lingua italiana|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=2009|accesso=2021-07-28}}</ref> L'azienda ha poi ripetuto la rilevazione nei sei anni successivi, a cadenza biennale, impiegando un campione analogo di imprese e documenti che hanno costituito i [[Corpus|''corpus'' linguistici]] analizzati. La seconda indagine ha analizzato i documenti prodotti nel biennio 2009-2010, riportando un incremento del +223% degli anglicismi.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese2010.php|titolo=L’Itanglese continua ad avanzare con un incremento del +223%|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=2010|accesso=2021-07-28}}</ref> La terza indagine, svolta per gli anni 2010-2011, ha evidenziato una crescita degli anglicismi pari al 343%.<ref>{{cita web|url=http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_art=7448&id_area=166|titolo=L’Itanglese cresce ancora, ma il traduttore automatico di Google non lo capisce|sito=comunitazione.it|editore=Agostini Associati|data=2012-05-09|accesso=2021-07-28}}</ref> La crescita a tre cifre è stata confermata anche dalla quarta indagine, condotta sugli anni 2012-2013, rilevando un aumento del 440% degli anglicismi impiegati nei documenti aziendali.<ref>{{cita web|url=http://www.agostiniassociati.it/itanglese.php|titolo=L`Itanglese cresce ancora del 440%|autore=|sito=agostiniassociati.it|editore=Agostini Associati|data=|accesso=2021-07-28}}</ref>
=== Incidenza sul lessico ===
La presenza di parole straniere nell'italiano è da secoli oggetto di studio dei [[Linguista|linguisti]], benché l'interesse accademico non si traduca necessariamente in una presa di posizione sul tema o in una richiesta di [[Politica linguistica|politiche linguistiche]]. Uno dei moderni metodi con cui gli studiosi stimano il peso dei [[forestierismi]] nel [[lessico]] di una lingua è l'analisi della loro incidenza nei [[Dizionari della lingua italiana|dizionari]] – dell'uso, storici, etimologici o specializzati. L'analisi dell'incidenza produce stime che possono variare sia in base al dizionario usato che alla definizione patrimonio lessicale totale: infatti, la definizione del patrimonio lessicale può includere solo i [[Lemma_Lemma (linguistica)|lemmi]] propriamente detti, oppure includere anche delle [[Alterazione_Alterazione (linguistica)|alterazioni]] di lemmi principali (es. diminutivi, accrescitivi, vezzeggiativi, dispregiativi) che vengono normalmente trattate come entità lessicali non autonome – i cosiddetti [[Dizionario#Lessemi%2C, lemmi%2C, sottolemmi%2C, lemmario|sottolemmi]].<ref>{{cita webTreccani|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/tipi-di-lemma_(Enciclopedia-dell%27Italiano)/|titolo=Tipi di lemma|editore=Treccani|sito=treccani.it/enciclopedia|accesso=26 luglio 2021-07-26}}</ref><ref>{{cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/i-concetti-di-lemma-parola-e-termine/99|titolo=I concetti di lemma, parola e termine.|autore=Marina Bongi|sito=accademiadellacrusca.it|data=2003-04-11 aprile 2003|accesso=2021-07-27 luglio 2021}}</ref>
Agli inizi degli anni '60, nel suo libro ''Storia linguistica dell’Italia unita'' (1963), il linguista [[Tullio De Mauro]] analizzò un campione di 500 vocaboli e calcolò che i forestierismi non adattati in italiano ammontassero all'1,4% del patrimonio lessicale totale (pari a 7 forestierismi nel campione analizzato).<ref>Per il suo campionamento, De Mauro si basò sul dizionario ''Zingarelli'' del 1958 e sul ''Dizionario etimologico dell’italiano'' di Battisti e Alessio.</ref> Nonostante De Mauro non si riferisse specificamente ai soli prestiti di origine inglese, una successiva analisi stimò che negli stessi anni gli anglicismi contribuissero a circa un terzo del totale dei forestierismi, aggirandosi tra lo 0,5 e l'1% del lessico dell'italiano.<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/italiano_inglese/antonelli.html|titolo=Fare i conti con gli anglicismi I - I dizionari dell'uso|autore=Giuseppe Antonelli|sito=Treccani|accesso=2021-07-26 luglio 2021}}</ref> In uno studio specialistico condotto quasi dieci anni dopo, ''Influssi inglesi nella lingua italiana'' (1972), il linguista serbo [[Ivan Klajn]] registrò un moderato incremento, identificando 1.600 anglicismi non adattati, pari a poco più dell'1% del totale del patrimonio lessicale.<ref>{{cita libro | nome=Ivan | cognome=Klajn | titolo=Influssi inglesi nella lingua italiana | anno=1972 | editore= Olschki | edizione=2 | città=Firenze |ISBN=8822217748 }}</ref>
Nell'arco dei successivi 30 trent'anni, le fonti lessicografiche registrarono un ulteriore aumento dei numeri assoluti, sebbene questo si traducesse in una crescita limitata in termini percentuali: nel 1997, il ''Dizionario di Italiano Sabatini-Coletti'' (DISC) censiva 2.083 anglicismi, pari a circa il 2% del totale, con numeri e progressioni superiori a quelli del ''Vocabolario della lingua italiana'' del 1997 di Treccani – 1.911 lemmi, pari all'1,5% – ma simili a quelli registrati dallo ''Zingarelli 2000'' – 2.055 lemmi, poco meno del 2%.<ref>{{cita web|titolo=Fare i conti con gli anglicismi I - I dizionari dell'uso|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/italiano_inglese/antonelli.html|autore=Giuseppe Antonelli|sito=Treccani|accesso=26 luglio 2021-07-26}}</ref>
In due differenti studi sui forestierismi, condotti sui dizionari ''Zingarelli'' e ''Devoto-Oli'', il linguista [[Antonio Zoppetti]] rileva una crescita ancora più rilevante dei prestiti inglesi non adattati nel nuovo millennio.<ref>{{cita web|titolo=«Ma perché non lo dici in italiano?» Valanga anglicismi: ne usiamo 3500|url=https://www.corriere.it/liberitutti/18_novembre_24/ma-perche-non-dici-italiano-f4c4e744-e9af-11e8-863b-3e637f80be2e.shtml|autore=Valeria Palumbo|sito=corriere.it|data=24 novembre 2018-11-24|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref> L'analisi sul ''Devoto-Oli 2017'' rileva 3.522 anglicismi crudi, di cui circa il 6% (215) adottati entro la fine del [[XIX secolo]], oltre il 67% (2.376) nel [[XX secolo]] e poco meno del 15% (509) nellenei primeprimi due decadidecenni del [[XXI secolo]]. Lo studio evidenzia in particolare:<ref>{{cita web|titolo=I forestierismi nell’italiano: i numeri del Devoto Oli 2017|url=https://diciamoloinitaliano.wordpress.com/2017/09/12/i-forestierismi-nellitaliano-i-numeri-del-devoto-oli-2017/|autore=Antonio Zoppetti|sito=diciamoloinitaliano.wordpress.com|data=12 settembre 2017-09-12|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref>
* come gli anglicismi, quasi assenti fino alla fine dell'800, siano entrati massicciamente e a un ritmo crescente nel corso del XX secolo. Difatti, oltre il 73% dei prestiti inglesi entrati nel '900 è attestato nella seconda metà del secolo;
* che i 509 anglicismi registrati tra il 2000 e il 2017 rappresentano quasi la metà dei neologismi del XXI secolo (509 su 1.049 nuovi lemmi), ed evidenziano un afflusso sostenuto, con una media di trenta all'anno.
L'analisi dello ''Zingarelli'', generalmente meno aperto del ''Devoto-Oli'' all'accoglimento dei termini inglesi, registra 1.811 anglicismi crudi nel 1995, 2.055 nel 2000, 2.219 nel 2004, 2.318 nel 2006, e 2.761 nel 2017.<ref name="wordpress.com">{{cita web|titolo=L’aumento degli anglicismi ricavato dalle analisi dello Zingarelli|url=https://diciamoloinitaliano.wordpress.com/2017/09/20/laumento-degli-anglicismi-ricavato-dalle-analisi-dello-zingarelli/|autore=Antonio Zoppetti|sito=diciamoloinitaliano.wordpress.com|data=20 settembre 2017-09-20|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref><ref>{{cita libro | nome=Giuseppe| cognome=Antonelli| titolo=L’italiano nella società della comunicazione 2.0, | anno=2016 | editore= Il Mulino | edizione=1 | città=Firenze |ISBN=9788815263681 }}</ref> Anche questo studio rileva come i prestiti non adattati dall'inglese costituiscano quasi la metà dei neologismi registrati nel nuovo millennio, confermando i risultati di una precedente indagine condotta nel 2016 dal linguista [[Giuseppe Antonelli (linguista)|Giuseppe Antonelli]].<ref>{{cita libro | nome=Giuseppe| cognome=Antonelli| titolo=L’italiano nella società della comunicazione 2.0, | anno=2016 | editore= Il Mulino | edizione=1 | città=Firenze |ISBN=9788815263681 |p=213}}</ref> In questo secondo studio, Zoppetti evidenzia inoltre che:<ref name="wordpress.com" />
* gli [[Prestito_linguisticoPrestito linguistico#Ibridismi|ibridismi]] composti da elementi italiani e inglesi – per esempio verbi parzialmente italianizzati quali ''speakerare'', ''bloggare'', ''surfare'', ''twittare'' – sono esclusi dal computo degli anglicismi crudi nel suo studio. Di conseguenza, l'incidenza degli anglicismi è calcolata per difetto, e classificazioni più restrittive stimerebbero valori maggiori;
* ipotizzando un tasso di crescita annuale costante, e uguale a quello rilevato in questa analisi, si può stimare un'entrata di 1419 nuovi anglicismi entro il 2050, che porterebbe il totale a 4180, pari al 3,9% del patrimonio lessicale totale;
* lo stimare l'incidenza degli anglicismi sull'intero patrimonio lessicale, generalmente adottata negli studi precedenti e mantenuta nella sua analisi, contribuisce a sottovalutare il fenomeno. Poiché i linguisti sono concordi nel riconoscere che la quasi totalità degli anglicismi sono sostantivi, egli propone un'analisi concentrata sui soli sostantivi e stima un'incidenza di lemmi inglesi pari al 3,5% nel 1995 e al 4,6% nel 2017, prevedendo un aumento al 6,9% nel 2050 (a parità di condizioni).
== Manifestazioni del fenomeno ==
=== Ibridazione ===
Esempi evidenti di itanglese si possono riscontrare nei [[linguaggi settoriali]] dell'informatica, dello sport, e più in generale in ambito aziendale. In tali settori all'uso consistente di [[Anglicismo|anglicismi]] crudi, anche quando l'italiano prevede una o più valide alternative, si affiancano veri e propri [[neologismi]] ibridi fra le due lingue ([[Prestito_linguisticoPrestito linguistico#Ibridismi|ibridismi]]), percepiti e usati come tecnicismi.<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/scritto_e_parlato/ibridazione.html|titolo=L’inglese nell’italiano: espansione per ibridazione|sito=Treccani|data=2019-06-21 giugno 2019|accesso=2021-07-26 luglio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.lindaliguori.it/ibridi-linguistici/|titolo=Ibridi linguistici|autore=Linda Liguori|sito=lindaliguori.it|data=11 marzo 2013-03-11|accesso=26 luglio 2021-07-26}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://libreriamo.it/libri/perche-labuso-dellinglese-rischia-di-uccidere-la-lingua-italiana/|titolo=Perché l'abuso dell'inglese rischia di uccidere la lingua italiana|autore=Laura Imai Messina|sito=libreriamo.it|data=11 aprile 2018-04-11|accesso=26 luglio 2021-07-26}}</ref> In alcuni casi, i verbi italianizzati derivano non dal verbo inglese, ma da un [[sostantivo]] a sua volta non tradotto in italiano. In inglese, e specialmente nell'uso americano, i sostantivi possono infatti essere utilizzati come verbi. Ad esempio, ''committare'' non viene usato con il significato di "impegnarsi" (il significato letterale del verbo ''to commit'') ma, in ambito informatico, nel senso di "eseguire l'azione di ''[[Controllo versione|commit]]''", ovvero creare una nuova versione su un sistema di gestione condivisa di codice sorgente. La tabella seguente fornisce un elenco non esaustivo di ibridismi:
{| class="wikitable"
!origine in inglese
!equivalente italiano
!ambito
|-
|''bootare''
|''to boot (the Operating System; the OS)''
|avviare (il [[sistema operativo]]; l'SO)
|[[sistema operativo|sistemi operativi]]
|comprare
|-
|''bypassare''
|''to bypass''
|aggirare
|
|-
|''committare''
|''commit (operation)''
|controllo (di versione)
|[[Controllo versione|controllo di versione]]
|-
|''implementare''
|''to implement''
|attuare; porre in opera
|
|-
|''killare''
|''to kill''
|uccidere; terminare
|[[Glossario dei videogiochi|videogiochi]]; informatica
|-
|''matchare''
|''to match''
|abbinare; appaiare
|
|-
|''schedulare''
|''to schedule''
|pianificare; programmare
|informatica
|-
|''splittare''
|''to split''
|suddividere
|
|-
|''startare''
|''to start''
|iniziare; cominciare
|
|-
|''switchare''
|''to switch''
|commutare; scambiare
|
|''quittare''
|uscire; abbandonare (una partita)
|videogiochi; informatica
|-
|''droppare''
|''to drop''
|buttare (a terra); gettare
|videogiochi
|-
|''bannare''<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/bannare_(Lessico-del-XXI-Secolo)/,%20https://www.treccani.it/enciclopedia/bannare_(Lessico-del-XXI-Secolo)/|titolo=bannare - Treccani|sito=Treccani|lingua=it|accesso=27 gennaio 2024}}</ref>
|bandire
|internet
|}
!significato
!inglese corretto
|-
|''beauty case''
|valigetta per cosmetici
|''toilet bag''
|-
|''box''
|autorimessa, garage
|''garage''
|-
|''footing''
|corsa leggera
|''jogging''
|-
|''mister''
|}
A volte lo pseudoanglicismo presenta scostamenti di senso più sottili, ma comunque errati, dal termine originale inglese: è il caso di ''election day'', usato in italiano «giornata con più consultazioni elettorali in contemporanea», mentre in inglese intende genericamente una giornata elettorale, a prescindere dal numero di elezioni che vi si svolgono.<ref>{{Cita webTreccani|url=https://www.treccani.it/vocabolario/pseudoanglicismo_%28Neologismi%29/|titolo=Pseudoanglicismopseudoanglicismo|sitov=treccani.it/vocabolariox|autoreaccesso=Vocabolario28 luglio Treccani|accesso=2021-07-28}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://blog.terminologiaetc.it/2019/05/26/origine-significato-election-day/|titolo=Solo in Italia: “giorno di Election Day”|sito=blog.terminologiaetc.it|autore=Licia Corbolante|data=26 maggio 2019-05-26|accesso=28 luglio 2021-07-28}}</ref>
=== Doppiaggese ===
{{vedi anche|Doppiaggese}}
Il [[doppiaggese]] è un altro analogo e ben noto fenomeno di [[Interferenza linguistica|interferenza morfosintattica]] esercitata dall'[[lingua inglese|inglese]] sulla [[lingua italiana]], veicolato dai prodotti commerciali della [[cultura di massa]]. Si tratta di una [[Varietà (linguistica)|variante]] che compare in alcuni [[film]] come risultato del [[doppiaggio]].<ref name=tre>{{Cita web|autore=Fabio Rossi|url=http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/doppiaggio/Rossi.html|titolo=Doppiaggese, filmese e lingua italiana|editore=[[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]|accesso=7 febbraio 2013}}</ref><ref>Mario Paolinelli, Eleonora Di Fortunato, ''Tradurre per il doppiaggio: la trasposizione linguistica nell'audiovisivo'', 2005, pp. 19-20.</ref> Questa variante è caratterizzata da un linguaggio fortemente influenzato dalla lingua di partenza – la lingua "straniera" parlata dagli attori nel film – e una sintassi e un lessico che risultano innaturali o artificiosi nella lingua d'arrivo, ovvero la lingua parlata dagli spettatori.<ref>Mario Paolinelli, Eleonora Di Fortunato, ''Tradurre per il doppiaggio: la trasposizione linguistica nell'audiovisivo'', 2005, p. 103.</ref> Si tratta di un fenomeno linguistico all'interno di un'altra [[Varietà (linguistica)|varietà linguistica]], il [[filmese]], inteso come la peculiare lingua attraverso cui si esprimono i personaggi dei film (non solo quelli doppiati da altre lingue). In molti casi, le forme "artificiali" del doppiaggese si sono affermate prepotentemente nella lingua di destinazione, grazie all'influenza dei [[mass media|media]] sulla [[cultura di massa]], insediandosi stabilmente e perdendo la percezione del loro carattere "innaturale". Un caso notevole di questa accettazione è costituito da frasi come «non c'è problema» ([[doppiaggese]] per ''no problem'') e dall'onnipresente «[[assolutamente sì]]», nato da una sciatta e innaturale resa dell'originale inglese ''absolutely'', la cui traduzione naturale sarebbe «certamente»<ref name="G. Alfieri-S. Contarino-D. Motta">Gabriella Alfieri, Simona Contarino, Daria Motta: ''Interferenze fraseologiche nel doppiaggio televisivo: l'italiano di "[[E.R. - Medici in prima linea|E.R.]]" e di "[[Beautiful]]"'', 2002</ref><ref name="Crusca">{{Cita pubblicazione|autore=Vera Gheno, [|url=http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/sulluso-assolutamente |titolo=Sull'uso di ''assolutamente''] {{Webarchive|urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20140519204815/http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/sulluso-assolutamente |daterivista=19 maggio 2014 }}, in ''La Crusca per Voi'', |numero =27, |data=ottobre 2003 (sul sito dell'[[Accademia della Crusca]])}}</ref>.
== Dibattito ==
{{citazione|Vent'anni fa ero sicuramente più ottimista riguardo alla questione degli anglicismi: ritenevo che il prestito fosse un problema fisiologico e che il tasso di parole inglesi non adattate — le uniche di cui ci si debba preoccupare — non fosse così alto. Adesso vedo che il numero comincia veramente a essere un po' invadente, soprattutto rispetto alla capacità di metabolizzazione delle lingue romanze con cui possiamo direttamente confrontarci, cioè il francese e lo spagnolo.|[[Luca Serianni]], 26 aprile 2015<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/giulia-carrarini/anglicismi-minacciano-italiano-quattro-chiacchiere-luca-serianni_b_6726950.html|titolo=Gli anglicismi minacciano l'italiano? Quattro chiacchiere con Luca Serianni|autore=Giulia Carrarini|editore=GEDI Gruppo Editoriale|data=26/04/2015|lingua=italiano|accesso=26/01/2022}}</ref>}}
Se inizialmente la discussione sull'interferenza dell'inglese vedeva confrontarsi chi sosteneva l'eccesso di nuovi prestiti inglesi e chi lo escludeva, da alcuni anni il dibattito specialistico e pubblico si concentra sulla magnitudine del fenomeno e le sue conseguenze per la lingua italiana. La contrapposizione oggi più diffusa è tra:<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgazzettino.it/pay/nazionale_pay/l_allarme_crusca_invasi_dai_termini_inglesi-883388.html|titolo=L'allarme della Crusca: invasi dai termini inglesi|sito=ilgazzettino.it|autore=|data=24 febbraio 2015-02-24|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/dalla-penna-social-network-come-cambia-lingua|titolo=Dalla penna ai social network: come cambia la lingua italiana|sito=ilbolive.unipd.it|autore=Francesca Forzan|data=3 dicembre 2018-12-03|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.wired.it/play/cultura/2016/10/17/lingua-italiana-non-sta-male/?refresh_ce=|titolo=La lingua italiana non sta male come si pensa|sito=wired.it|autore=Anna Rita Longo|data=17 ottobre 2016-10-17|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/12/anglicismi-per-reagire-serve-conoscere-la-nostra-lingua-partiamo-dalleconomia/4614318/|titolo=Anglicismi, per reagire serve conoscere la nostra lingua. Partiamo dall’economia|sito=ilfattoquotidiano.it|autore=Franco Vespignani|autore2=Eleonora Farneti|data=12 settembre 2018-09-12|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref>
* chi sostiene che l'adozione degli anglicismi sia parte di un più ampio processo di evoluzione naturale dell'italiano, insieme all'informalità e all'uso di abbreviazioni e della cosiddetta "punteggiatura potenziata" (es. le ''[[emoji]]'');
* chi contesta come nebulosa e indefinita l'idea di evoluzione naturale della lingua – specie la sua anglicizzazione – ed evidenzia come l'importazione crescente di termini e strutture del sistema linguistico inglese stia generando un [[Lingua creola|creolo]] itanglese, che potrebbe sostituire l'italiano contro la stessa volontà dei suoi parlanti.
Oltre a questi due poli opposti, esistono inoltre una serie di posizioni intermedie.
Tra gli studiosi, il dibattito travalica la tradizionale contrapposizione tra sostenitori del [[Grammatica_normativaGrammatica normativa|normativismo]], che vede con favore attività di normazione e indirizzo linguistico, e del [[Grammatica_descrittivaGrammatica descrittiva|descrittivismo]] linguistico, che ritiene l'evoluzione della lingua un processo naturale e non influenzabile tramite [[Politica linguistica|politiche linguistiche]]. Diversi specialisti non favorevoli a un approccio normativo raccomandano una maggiore parsimonia nell'uso di anglicismi, sebbene affidino tale scelta alla sensibilità dei parlanti, e non a specifiche azioni istituzionali. Tra questi la [[Sociolinguistica|sociolinguista]] [[Vera Gheno]], pur ribadendo la necessità di un approccio descrittivo<ref>{{Cita web|url=https://www.vice.com/it/article/kzdnja/vera-gheno-accademia-della-crusca-intervista|titolo=Ok, quindi come funziona davvero l'"approvazione" della Crusca?|sito=vice.com|autore=Eugenia Durante|data=27 febbraio 2019-02-27|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref>, si è espressa a favore di un uso equilibrato degli anglicismi, da evitare quando usati per «darsi un tono» o se vi è il rischio di rendersi poco comprensibili<ref>{{Cita web|url=https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/le-parole-sono-importanti-anche-se-straniere-ecco-come-usarle-in-modo-corretto/|titolo=Le parole sono importanti, anche se straniere: ecco come usarle in modo corretto|sito=agendadigitale.eu|autore=Vera Gheno|data=18 giugno 2020-06-18|accesso=27 luglio 2021-07-27}}</ref>. Il linguista e accademico [[Vittorio Coletti]] ha sottolineato che, benché l'adozione di parole straniere sia «una linfa per le lingue vive», il mancato adattamento grafico e fonetico di tali prestiti al sistema linguistico italiano è problematico, perché segno di debolezza di una cultura incapace di trovare forme proprie per dire cose nuove.<ref>{{Cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/l-italiano-ridotto-al-silenzio/7396|titolo=L'italiano ridotto al silenzio|sito=accademiadellacrusca.it|autore=Vittorio Coletti|data=1º marzo 2016-03-01|accesso=28 luglio 2021}}</ref> Il professore emerito dell'[[Università degli Studi Roma Tre]] [[Francesco Sabatini (linguista)|Francesco Sabatini]], filologo e lessicografo, ha definito l'abuso di anglicismi nell'italiano odierno "un misto di pigrizia, esibizionismo ed elitarismo".<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=iNbEI08jfXA|titolo=pinITALY -07-28 Francesco Sabatini|accesso=16 dicembre 2014}}</ref>
L'[[Accademia della Crusca]], che adotta generalmente un approccio [[Grammatica descrittiva|descrittivo]],<ref>{{Cita web|url=https://www.lavocedinewyork.com/arts/lingua-italiana/2020/01/14/consigli-per-la-crusca-una-style-guide-normativa-per-scuola-e-pa/|titolo=Consigli per la Crusca: una ''style guide'' normativa per scuola e PA |sito=lavocedinewyork.com|autore=Luca Passani|data= 14 gennaio 2020 -01-14|accesso= 28 luglio 2021 -07-28}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/dare-voce-allincompetenza-un-grande-male-del-nostro-tempo/7823|titolo=Dare voce all’incompetenza: un grande male del nostro tempo |sito=accademiadellacrusca.it|autore=Claudio Marazzini|data= 9 gennaio 2020 -01-09|accesso= 28 luglio 2021 -07-28}}</ref> ha tuttavia preso pubblicamente posizione a favore di un minor uso di anglicismi, in particolare in ambito istituzionale, attraverso i comunicati stampa del ''[[ Accademia_della_CruscaAccademia della Crusca# Gruppo_IncipitGruppo Incipit|Gruppo Incipit]]''.<ref name=IncipitComunicati/> Il linguista [[Luca Serianni]], membro di Incipit, ha osservato come la presenza degli anglicismi negli ultimi vent'anni sia diventata particolarmente invadente nell'italiano e come, pur evitando approcci dirigisti, sia necessario attuare un'opera di persuasione verso le istituzioni con elevate responsabilità sociali, quali le istituzioni politiche.<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/giulia-carrarini/anglicismi-minacciano-italiano-quattro-chiacchiere-luca-serianni_b_6726950.html|titolo=Gli anglicismi minacciano l'italiano? Quattro chiacchiere con Luca Serianni |sito=huffingtonpost.it|autore=Giulia Carrarini|data= 24 febbraio 2015 -02-24|accesso= 27 luglio 2021 -07-27}}</ref> Commentando l'uso degli anglicismi sui [[media di massa]], Serianni ha sottolineato che «Laddove l'anglicismo non si è ancora affermato, sarebbe meglio non usarlo e adoperare il sostituto italiano».<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/crusca-bandire-parole-inglesi-inutili-taggare-verbo-italiano_7ClAs3MgJLHHGvywFF05gW?refresh_ce|titolo=Lingua italiana: Crusca, bandire inutili parole inglesi |sito=adnkronos.com|data= 21 settembre 2015 -09-21|accesso= 27 luglio 2021 -07-27}}</ref> Il gruppo Incipit ha ricevuto delle critiche, sia per l'esiguità del materiale prodotto rispetto alla dimensione del fenomeno<ref>{{cita web|url=https://italofonia.info/il-gruppo-incipit-della-crusca-compie-5-anni-un-bilancio/|titolo=Il gruppo Incipit della Crusca compie 5 anni. Un bilancio |sito=Italofonia.info|data=18 febbraio 2021|accesso=11 giugno 2022}}</ref><ref>{{cita|Mainardi|pp. 109–110109-110}}.</ref>, sia per le proposte di sostituzione di anglicismi con altri anglicismi (più comuni), sia per la contraddizione intrinseca tra la funzione teorica di Incipit, di intervenire per guidare la lingua, e il descrittivismo dichiarato della Crusca, che si concretizza non di rado in un uso di anglicismi anche gratuiti, assecondando e a volte persino giustificando attivamente la tendenza anglicizzante in corso nella lingua, nonostante le dichiarazioni in senso contrario<ref>{{cita|Mainardi|pp. 79–113, 170–171, 197, 225, 233, 240–241}}.</ref>. ▼
Di fronte alla crescita sempre più pervasiva del fenomeno, non pochi linguisti che inizialmente avevano espresso posizioni ottimistiche, minimizzatrici o anche apertamente anglofile in risposta ai primi allarmi, col passare degli anni hanno via via assunto posizioni più caute o anche preoccupate<ref>« [...] appare oggi sempre meno sostenibile, a livello di opinione pubblica ma anche di specialisti del settore, quel ''laissez faire'' tra il rassegnato e lo snobistico che ha caratterizzato larga parte del mondo intellettuale italiano negli ultimi decenni» ({{cita|Giovanardi ''et al.''|p. 8}}). Tra gli altri, è citato il caso significativo di [[Gian Luigi Beccaria]] (ivi, pp. 23–24 e 26–27).</ref><ref>{{cita|Mainardi|pp. 15–1615-16}}.</ref>, come nel caso del già citato Serianni. [[Tullio De Mauro]] stesso, probabilmente il nome più illustre del fronte aperturista anglofilo<ref>{{cita|Giovanardi ''et al.''|p. 15}} .</ref>, pur senza arrivare a una conversione completa, nei suoi ultimi anni iniziò a rivedere le proprie posizioni, scrivendo la prefazione per un libro di Valle contro l'itanglese<ref>{{cita|Valle 2016|''Prefazione'', pp. 9–17}}.</ref> e arrivando persino a parlare di ''tsunami anglicus'' ("''tsunami'' inglese", riprendendo il ''morbus anglicus'' castellaniano) per descrivere l'afflusso incontrollato di anglicismi in tutti i campi della lingua<ref>{{cita web|url=https://diciamoloinitaliano.wordpress.com/2019/01/04/tullio-de-mauro-e-gli-anglicismi-anzi-gli-anglismi-a-due-anni-dalla-sua-scomparsa/|titolo=Tullio De Mauro e gli anglicismi, anzi gli anglismi (a due anni dalla sua scomparsa)|sito=Diciamolo in italiano|autore=Antonio Zoppetti|data=4 gennaio 2019|accesso=11 giugno 2022}}</ref>. ▼
▲L'[[Accademia della Crusca]], che adotta generalmente un approccio [[Grammatica descrittiva|descrittivo]],<ref>{{Cita web|url=https://www.lavocedinewyork.com/arts/lingua-italiana/2020/01/14/consigli-per-la-crusca-una-style-guide-normativa-per-scuola-e-pa/|titolo=Consigli per la Crusca: una ''style guide'' normativa per scuola e PA|sito=lavocedinewyork.com|autore=Luca Passani|data=2020-01-14|accesso=2021-07-28}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/dare-voce-allincompetenza-un-grande-male-del-nostro-tempo/7823|titolo=Dare voce all’incompetenza: un grande male del nostro tempo|sito=accademiadellacrusca.it|autore=Claudio Marazzini|data=2020-01-09|accesso=2021-07-28}}</ref> ha tuttavia preso pubblicamente posizione a favore di un minor uso di anglicismi, in particolare in ambito istituzionale, attraverso i comunicati stampa del ''[[Accademia_della_Crusca#Gruppo_Incipit|Gruppo Incipit]]''.<ref name=IncipitComunicati/> Il linguista [[Luca Serianni]], membro di Incipit, ha osservato come la presenza degli anglicismi negli ultimi vent'anni sia diventata particolarmente invadente nell'italiano e come, pur evitando approcci dirigisti, sia necessario attuare un'opera di persuasione verso le istituzioni con elevate responsabilità sociali, quali le istituzioni politiche.<ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/giulia-carrarini/anglicismi-minacciano-italiano-quattro-chiacchiere-luca-serianni_b_6726950.html|titolo=Gli anglicismi minacciano l'italiano? Quattro chiacchiere con Luca Serianni|sito=huffingtonpost.it|autore=Giulia Carrarini|data=2015-02-24|accesso=2021-07-27}}</ref> Commentando l'uso degli anglicismi sui [[media di massa]], Serianni ha sottolineato che «Laddove l'anglicismo non si è ancora affermato, sarebbe meglio non usarlo e adoperare il sostituto italiano».<ref>{{Cita web|url=https://www.adnkronos.com/crusca-bandire-parole-inglesi-inutili-taggare-verbo-italiano_7ClAs3MgJLHHGvywFF05gW?refresh_ce|titolo=Lingua italiana: Crusca, bandire inutili parole inglesi |sito=adnkronos.com|data=2015-09-21|accesso=2021-07-27}}</ref> Il gruppo Incipit ha ricevuto delle critiche, sia per l'esiguità del materiale prodotto rispetto alla dimensione del fenomeno<ref>{{cita web|url=https://italofonia.info/il-gruppo-incipit-della-crusca-compie-5-anni-un-bilancio/|titolo=Il gruppo Incipit della Crusca compie 5 anni. Un bilancio|sito=Italofonia.info|data=18 febbraio 2021|accesso=11 giugno 2022}}</ref><ref>{{cita|Mainardi|pp. 109–110}}.</ref>, sia per le proposte di sostituzione di anglicismi con altri anglicismi (più comuni), sia per la contraddizione intrinseca tra la funzione teorica di Incipit, di intervenire per guidare la lingua, e il descrittivismo dichiarato della Crusca, che si concretizza non di rado in un uso di anglicismi anche gratuiti, assecondando e a volte persino giustificando attivamente la tendenza anglicizzante in corso nella lingua, nonostante le dichiarazioni in senso contrario<ref>{{cita|Mainardi|pp. 79–113, 170–171, 197, 225, 233, 240–241}}.</ref>.
Davanti all'altissimo numero delle espressioni inglesi in circolazione in italiano, in appendice a un libro sulla questione<ref>{{Cita libro|autore=Antonio Zoppetti|titolo=Meglio l'italiano o l'itanglese? Linee guida sull'uso di anglicismi nella comunicazione trasparente|annooriginale=2024|editore=Mind|città=Milano|ISBN=978-8869395208}}</ref>, Antonio Zoppetti ha provocatoriamente pubblicato una traduzione in itanglese del Proemio della Divina Commedia (La Divina Comedy di Don't Alighieri) in cui in ogni verso compare almeno un anglicismo di frequenza comune (“Nel mezzo degli ''step'' di nostra vita / Mi ritrovai in ''___location'' oscura...”). L'esperimento punta a testimoniare come l'itanglese si stia configurando come una varietà linguistica ormai accettata nei contesti formali, giornalistici e persino istituzionali. In riferimento alle definizioni di [[Italiano neostandard|italiano “neostandard”]] di Gaetano Berruto, o di italiano “medio” di [[Francesco Sabatini (linguista)|Francesco Sabatini]], l'autore definisce questo registro una sorta di “italiano newstandard”, e passando dagli aspetti lessicali a quelli sociolinguistici, secondo la sua tesi l'itanglese costituirebbe una sorta di “modello linguistico e stilistico” preferito e ostentato in sempre più ambiti, che travalica il ricorso ai singoli anglicismi – talvolta espressioni passeggere – per assurgere a uno stilema ricercato caratterizzato da una “[[diglossia]] lessicale” in cui i corrispettivi inglesi sono vissuti di volta in volta come più solenni, prestigiosi, moderni o internazionali.
▲Di fronte alla crescita sempre più pervasiva del fenomeno, non pochi linguisti che inizialmente avevano espresso posizioni ottimistiche, minimizzatrici o anche apertamente anglofile in risposta ai primi allarmi, col passare degli anni hanno via via assunto posizioni più caute o anche preoccupate<ref>«[...] appare oggi sempre meno sostenibile, a livello di opinione pubblica ma anche di specialisti del settore, quel ''laissez faire'' tra il rassegnato e lo snobistico che ha caratterizzato larga parte del mondo intellettuale italiano negli ultimi decenni» ({{cita|Giovanardi ''et al.''|p. 8}}). Tra gli altri, è citato il caso significativo di [[Gian Luigi Beccaria]] (ivi, pp. 23–24 e 26–27).</ref><ref>{{cita|Mainardi|pp. 15–16}}.</ref>, come nel caso del già citato Serianni. [[Tullio De Mauro]] stesso, probabilmente il nome più illustre del fronte aperturista anglofilo<ref>{{cita|Giovanardi ''et al.''|p. 15}}</ref>, pur senza arrivare a una conversione completa, nei suoi ultimi anni iniziò a rivedere le proprie posizioni, scrivendo la prefazione per un libro di Valle contro l'itanglese<ref>{{cita|Valle 2016|''Prefazione'', pp. 9–17}}.</ref> e arrivando persino a parlare di ''tsunami anglicus'' ("''tsunami'' inglese", riprendendo il ''morbus anglicus'' castellaniano) per descrivere l'afflusso incontrollato di anglicismi in tutti i campi della lingua<ref>{{cita web|url=https://diciamoloinitaliano.wordpress.com/2019/01/04/tullio-de-mauro-e-gli-anglicismi-anzi-gli-anglismi-a-due-anni-dalla-sua-scomparsa/|titolo=Tullio De Mauro e gli anglicismi, anzi gli anglismi (a due anni dalla sua scomparsa)|sito=Diciamolo in italiano|autore=Antonio Zoppetti|data=4 gennaio 2019|accesso=11 giugno 2022}}</ref>.
==Iniziative istituzionali==
La pervasività degli [[Anglicismo|anglicismi]] nella lingua italiana ha attivato iniziative di risposta da parte delle istituzioni politiche e/o culturali dei maggiori paesi ufficialmente [[Italofonia|italofoni]]: [[Italia]] e [[Svizzera]].
===Italia===
Pur se caratterizzate da una maggiore irregolarità e, attualmente, dalla mancanza di un disegno complessivo, anche in [[Italia]] si registrano reazioni istituzionali:
* nel 2010, la [[Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati|Commissione cultura e istruzione]] della [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] ha sostenuto l'istituzione di un Consiglio Superiore della Lingua Italiana (CSLI), poi mai realizzato;<ref>[http://www.camera.it/126?idDocumento=2689 Camera.it - XVI Legislatura - Lavori - Progetti di legge - Scheda del progetto di legge<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://parlamento.openpolis.it/singolo_atto/19071 Scheda su disegno di legge S. 354 Istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana - OpenParlamento<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* nel 2015, la fondazione all'interno dell'[[Accademia della Crusca]] del [[gruppo Incipit]], che ha lo scopo esplicito di monitorare ed esprimere un parere sui forestierismi incipienti, in primo luogo [[Anglicismo|anglicismi]], e indicare alternative agli operatori della comunicazione e ai politici.<ref name=IncipitNascita/> Il gruppo è nato in seguito alle 70.000 firme raccolte dalla petizione popolare "Dillo in italiano", promossa da [[Annamaria Testa]], e al convegno dell'Accademia su ''La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi''.<ref name=DilloInItalianoPetizione/><ref name=DilloinItalianoNotizia/><ref name=LinguaItaRomAngli/> Dalla sua nascita il gruppo opera attivamente, comunicando sul sito della Accademia e sulle [[Servizio di rete sociale|reti sociali]] in cui questa è presente ([[Facebook]], [[Twitter]])<ref name=IncipitComunicati/>;
* Nel 2018, il [[Dipartimento per le politiche europee]] del [[Governo della Repubblica Italiana|governo italiano]] ha attivato il servizio ''EuroParole'', dotato di un proprio sito, nel quale gli anglicismi più frequenti usati nei siti del governo vengono presentati con il corrispondente termine italiano e spiegati brevemente nell'uso, con fonti e occorrenze.<ref name=EuroparoleSito/><ref name=EuroparoleNotizia/> Nel 2019 lo stesso Dipartimento ha poi lanciato l'iniziativa ''#EuroParole'' sulle reti sociali.<ref name=EuroparoleIniziativa/>
===Svizzera===
In osservanza al principio della comprensibilità, la [[Svizzera]] ha attivato per l'[[Lingua italiana in Svizzera|italiano]] (come per il [[Lingua svizzero-tedesca|tedesco]] e il [[Lingua francese|francese]]) i seguenti servizi per la gestione dei forestierismi e in particolare degli anglicismi<ref>{{cita web|url=https://www.bk.admin.ch/dienstleistungen/db/04813/04815/?lang=it|titolo=La comprensibilità, un principio inderogabile|autore=Cancelleria Federale Svizzera|accesso=11 aprile 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160421230154/https://www.bk.admin.ch/dienstleistungen/db/04813/04815/?lang=it|dataarchivio=21 aprile 2016}}</ref>:
* raccomandazioni relative all'uso di termini stranieri<ref name=CHRaccAngl/>;
* la [[banca dati]] terminologica]] TERMDAT, che intende fornire a operatori della comunicazione, politici e cittadini comuni le risorse per una sostituzione degli anglicismi<ref name="bk.admin.ch">{{cita web|url=https://www.bk.admin.ch/dienstleistungen/db/04813/index.html?lang=it|titolo=Anglicismi. C'è un'alternativa al termine inglese?|autore=Cancelleria Federale Svizzera|accesso=11 aprile 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160421214620/https://www.bk.admin.ch/dienstleistungen/db/04813/index.html?lang=it|dataarchivio=21 aprile 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.termdat.bk.admin.ch/Search/Search|titolo=Banca Dati TERMDAT|autore=Cancelleria Federale Svizzera|sito=bk.admin.ch|accesso=11 aprile 2016}}</ref>.
==Note==
== Bibliografia ==
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* {{cita pubblicazione|autore=[[Arrigo Castellani]]|titolo=Morbus Anglicus|rivista=Studi linguistici italiani|editore=Salerno Editrice|città=Roma|volume=XIII|numero= |anno=1987|pp=137–153137-153|url=http://www.italianourgente.it/files/morbus-anglicus-5562d24be0aa734270100f2f.pdf |cid=Castellani, 1987|accesso=12 aprile 2016}}
* {{cita libro|autore=Arrigo Castellani|curatore=Valeria Della Valle, Giovanna Frosini, Paola Manni, Luca Serianni|titolo=Nuovi saggi di linguistica e filologia italiana e romanza (1976–2004)|editore=Salerno Editrice|città=Roma|anno=2009|ISBN=978-88-8402-680-4|cid=Castellani 2009}}
*{{Cita libro|autore=[[Andrea Chiti-Batelli]]|titolo=Glottofagia ed etnolisi. Per la salvaguardia dell'«identità» linguistica e culturale dell'Europa|editore=CEDAM|altri=prefazione di Pierre Janton|città=|anno=2008|ISBN=978-88-13-28093-2|cid=Chiti-Batelli}}
* {{cita libro | nome=Raffaella | cognome=Bombi | titolo=Anglicismi e comunicazione istituzionale | anno=2019 | editore=Il Calamo | città=Roma | ISBN=9788898640355 }}
* {{cita libro | nome=Rosario | cognome=Coluccia | titolo=Conosciamo l'italiano? Usi, abusi e dubbi della lingua | anno=2020 | editore=Accademia della Crusca | città=Firenze | ISBN=9788889369975 }}
* {{cita libro|autore=[[Claudio Giovanardi]], Riccardo Gualdo, Alessandra Coco|titolo=Inglese-Italiano 1 a 1. Tradurre o non tradurre le parole inglesi?|editore=Manni|città=San Cesario di Lecce|anno=2008|ISBN=|cid=Giovanardi ''et al.''}}
* {{cita libro | nome=Ivan | cognome=Klajn | titolo=Influssi inglesi nella lingua italiana | anno=1972 | editore= Olschki | edizione=2 | città=Firenze |ISBN=8822217748}}
* {{cita libro|nome=Giulio|cognome=Mainardi|titolo=Coccotelli, computieri e cani caldi. Perché dobbiamo tradurre i forestierismi|editore=Edizioni del Faro|città=Trento|anno=2021|ISBN=978-88-5512-124-8|cid=Mainardi}}
* {{cita libro | curatore=Claudio Marazzini | curatore2=Alessio Petralli | titolo=La lingua italiana e le lingue romanze di fronte agli anglicismi | anno=2015 | editore=goWare | città=Firenze | ISBN=9788867974092|cid=Marazzini ''et al.''}}
* {{cita libro | nomeautore=[[Gabriele | cognome=Valle]] | titolo= Italiano Urgente. 500 anglicismi tradotti in italiano sul modello dello spagnolo | anno=2016 | editore=Reverdito | città=Trento | ISBN=9788834200247|cid=Valle 2016}}
* {{cita pubblicazione|autore=Gabriele Valle|titolo=L'esempio della sorella minore. Sulla questione degli anglicismi: lʼitaliano e lo spagnolo a confronto|rivista=Studium|volume=CIX|numero=5|mese=ottobre–novembre|anno=2013|pp=742–767742-767|url=http://www.italianourgente.it/files/la-sorella-minore-555caaddd90ed332107ab791.pdf |accesso=26 febbraio 2021|cid=Valle 2013}}
* {{cita libro | nome=Maria Teresa| cognome=Villa | titolo= L'inglese non basta: una lingua per la società | anno=2013 | editore=ModadoriMondadori | città=Milano | ISBN=9788861598416}}
* {{Cita libro|autore=[[Antonio Zoppetti]]|titolo=Diciamolo in italiano. Gli abusi dell’inglese nel lessico dell’Italia e incolla|anno=2017|altri=prefazione di [[Annamaria Testa|A. Testa]]|editore=Hoepli|città=Milano|cid=Zoppetti}}
* {{Cita libro|autore=[[Antonio Zoppetti]]|titolo=Meglio l'italiano o l'itanglese? Linee guida sull'uso di anglicismi nella comunicazione trasparente|anno=2024|editore=Mind|città=Milano|cid=Zoppetti}}
{{Div col end}}
* {{cita web|http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2009/12/09/news/le_aziende_parlano_litanglese_look_business_fashion_le_piu_usate-1822653/|Le aziende parlano l'Itanglese. Look, business, fashion le più usate}}
* [http://economiaefinanza.blogosfere.it/2010/01/alla-scoperta-del-fenomeno-itanglese-con-guido-panini-di-agostini-associati.html Alla scoperta del fenomeno "Itanglese"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20101214123546/http://economiaefinanza.blogosfere.it/2010/01/alla-scoperta-del-fenomeno-itanglese-con-guido-panini-di-agostini-associati.html |date=14 dicembre 2010 }}, con Guido Panini di Agostini Associati
* {{lingue|en}} Nick Squires, [https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/7415138/Itanglese-...-or-Anglitaliano-the-Italians-adopt-a-little-English.html ''Itanglese ... or Anglitaliano: the Italians adopt a little English''], ''[[The Daily Telegraph]]'', 11 marzo 2010
* [https://www.youtube.com/watch?v=blYWf2DFcbQ&feature=youtu.be Ale Agostini presenta il progetto Stop Itanglese], con Ale Agostini di Agostini Associati
* [https://aaa.italofonia.info/ AAA - Alternative Agli Anglicismi] dizionario gratuito con significati e alternative
* [https://sites.google.com/view/associazioneperlitaliano/pagina-iniziale Associazione per l'italiano], sito ufficiale dell'API, dedicata al tema.
{{Portale|lingua inglese|linguistica|Storia d'Italia}}
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