Lingua giapponese: differenze tra le versioni
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|nome = Giapponese
|nomenativo = 日本語 (''Nihongo'')
|stati = {{JPN}}<br>{{PLW}}<br>{{MHL}}<br> {{Bandiera|TWN}} [[Taiwan|Repubblica di Cina]] <br>{{KOR}}<br>{{PRK}}<br>{{RUS}} ([[Oblast' di Sachalin]])<br>{{USA}} ([[California]], [[Guam]], [[Hawaii]])
|persone = 125,4 milioni (Ethnologue, 2022)
|classifica = 8 (2021)
|scrittura = sillabari ''[[hiragana]]'' e ''[[katakana]]'', alfabeto latino (''[[rōmaji]]'') e ideogrammi (''[[kanji]]'')
|tipologia = {{SOV}} [[Lingua agglutinante|agglutinante]] - [[Lingua flessiva|flessiva]]
|fam1 = [[lingue
|fam2 = [[lingue
|fam3 =
|nazione = {{JPN}} (''de facto'')<br>{{PLW}} ([[Angaur]])<ref name="cia-factbook">{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2098.html|titolo=CIA - The World Factbook -- Field Listing :: Languages|editore=[[
▲|nazione = {{JPN}} (''de facto'')<br>{{PLW}} ([[Angaur]])<ref name="cia-factbook">{{cita web|url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2098.html|titolo=CIA - The World Factbook -- Field Listing :: Languages|editore=[[Central Intelligence Agency]]|accesso=17 febbraio 2010|urlarchivio=https://www.webcitation.org/5ncBXKnx7?url=https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/fields/2098.html|dataarchivio=17 febbraio 2010|urlmorto=sì}}</ref><ref name="ethnologue">{{cita web|url=https://www.ethnologue.com/show_country.asp?name=Palau|titolo=Languages of Palau|editore=SIL International|autore=Lewis, Paul M. (ed)|anno=2009|accesso=17 febbraio 2010|urlarchivio=https://www.webcitation.org/5ncBmM3tC?url=http://www.ethnologue.com/show_country.asp?name=Palau|dataarchivio=17 febbraio 2010|urlmorto=sì}}</ref>
|agenzia = Governo giapponese
|iso1 = ja
|iso2 = jpn
|iso3 = jpn
|mappa =
|didascalia = Diffusione della lingua giapponese:
{{legend|#1E90FF|Dove il giapponese è maggioritario e ufficiale}}
|estratto = 全ての人間は、生まれながらにして自由であり、かつ、尊厳と権利とについて平等である。人間は、理性と良心とを授けられており、互いに同胞の精神をもって行動しなければならない。▼
{{legend|#87CEEB|Dove il giapponese è minoritario e condivide l'uso con altre lingue native}}
▲|estratto = '''全ての人間は、生まれながらにして自由であり、かつ、尊厳と権利とについて平等である。人間は、理性と良心とを授けられており、互いに同胞の精神をもって行動しなければならない。'''
|traslitterazione = Subete no ningen wa, umare nagara ni shite jiyū de ari, katsu, songen to kenri to ni tsuite byōdō de aru. Ningen wa, risei to ryōshin to o sazukerarete ori, tagai ni dōhō no seishin o motte kōdō shinakereba naranai.
|sil = JPN
|codice = jA
}}
Il {{Nihongo|'''giapponese'''|日本語|Nihongo}} è la [[Lingua (linguistica)|lingua]] parlata in [[Giappone]] e in numerose aree di immigrazione giapponese. Insieme alle [[lingue ryūkyūane]], forma la [[famiglia linguistica|famiglia]] delle [[lingue nipponiche]]. Al 2025, è parlata da 125,6 milioni di parlanti totali<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.ethnologue.com/guides/ethnologue200|titolo=What are the top 200 most spoken languages?|sito=Ethnologue|data=3 ottobre 2018|accesso=6 giugno 2025}}</ref>.
Poco si conosce della preistoria della lingua, o di quando essa apparve per la prima volta in Giappone: i documenti cinesi del [[III secolo]], registravano alcune parole giapponesi ma testi sostanziali non apparvero prima dell'[[VIII secolo]]. Durante il [[periodo Heian]] (794-1185), il [[Lingua cinese|cinese]] ebbe considerevole influenza sul vocabolario e sulla fonologia del [[Lingua giapponese antica|giapponese antico]]. Il [[Lingua giapponese tardomedia|giapponese tardomedio]] (1185–1600) vide cambiamenti nelle caratteristiche che lo portarono più vicino alla lingua moderna, nonché la prima apparizione di [[Gairaigo|prestiti linguistici europei]]; il dialetto standard si spostò dalla regione di [[Kansai]] alla regione di [[Edo (città)|Edo]] (la moderna [[Tokyo]]) nel periodo del [[Primo giapponese medio]] (inizio del [[XVII secolo]]-metà del [[XIX secolo]]). In seguito, alla fine dell'[[Sakoku|isolamento autoimposto del Giappone]], il flusso dei prestiti linguistici dalle lingue europee aumentò significativamente: i prestiti linguistici inglesi, in particolare, sono diventati frequenti e le [[Wasei-eigo|parole giapponesi con radici inglesi]] sono proliferate.▼
▲Poco si conosce della preistoria della lingua, o di quando essa apparve per la prima volta in Giappone: i documenti cinesi del [[III secolo]], registravano alcune parole giapponesi ma testi sostanziali non apparvero prima dell'[[VIII secolo]]. Durante il [[periodo Heian]] (794-1185), il [[Lingua cinese|cinese]] ebbe considerevole influenza sul vocabolario e sulla fonologia del [[Lingua giapponese antica|giapponese antico]]. Il [[Lingua giapponese tardomedia|giapponese tardomedio]] (1185–1600) vide cambiamenti nelle caratteristiche che lo portarono più vicino alla lingua moderna, nonché la prima apparizione di [[Gairaigo|prestiti linguistici europei]]; il dialetto standard si spostò dalla regione di [[Kansai]] alla regione di Edo (la moderna [[Tokyo]]) nel periodo del [[Primo giapponese medio]] (inizio del XVII secolo-metà del XIX secolo). In seguito, alla fine dell'[[Sakoku|isolamento autoimposto del Giappone]], il flusso dei prestiti linguistici dalle lingue europee aumentò significativamente: i prestiti linguistici inglesi, in particolare, sono diventati frequenti e le [[Wasei-eigo|parole giapponesi con radici inglesi]] sono proliferate.
Dal punto di vista [[Filogenesi|filogenetico]], il giapponese si considera solitamente una [[lingua isolata]] (per l'impossibilità di ricostruire con sicurezza la sua origine); alcune delle teorie proposte ipotizzano che il giapponese possa avere origini comuni con la [[lingua ainu]] (parlata dalla popolazione indigena [[Ainu]], tuttora, presente nell'isola di [[Hokkaidō]]), con le [[lingue austronesiane]] oppure con le [[lingue altaiche]]. Le ultime due ipotesi sono attualmente le più accreditate: molti [[Linguistica|linguisti]] concordano nel ritenere che il giapponese sarebbe costituito da un [[Substrato (linguistica)|substrato]] austronesiano a cui si è sovrapposto un apporto di origine altaica; evidenti sono le somiglianze sintattiche e morfologiche con il [[Lingua coreana|coreano]], trattandosi di [[Lingua agglutinante|lingue agglutinanti]] (che formerebbe con il giapponese il gruppo macro-tunguso), da cui differisce sul piano lessicale.
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Vari studiosi utilizzano il termine [[protogiapponese]] per indicare la [[protolingua]] di tutte le varietà delle lingue moderne del Giappone, ovvero la lingua moderna giapponese, i dialetti del Giappone e tutte le forme di lingua parlata nelle [[Ryūkyū|isole Ryukyu]]<ref>Vedi bibliografia nella voce di dettaglio.</ref>. Dal punto di vista [[Tipologia linguistica|tipologico]], il giapponese presenta molti caratteri propri delle [[Lingua agglutinante|lingue agglutinanti]] del tipo [[Soggetto Oggetto Verbo|SOV]], con una struttura "tema-commento" (simile a quella del coreano). La presenza di alcuni elementi tipici delle [[Lingua flessiva|lingue flessive]], ha spinto tuttavia alcuni linguisti a definire il giapponese una lingua "[[Lingua agglutinante|semi-agglutinante]]".
Il giapponese è la [[lingua ufficiale]] dell'[[Isole del Giappone|arcipelago giapponese]] e di [[Angaur]], un'isola di [[Palau (stato)|Palau]] (in cui è lingua co-ufficiale insieme all'[[Lingua angaur|angaur]] e all'[[Lingua inglese|inglese]]).
▲Il giapponese è la [[lingua ufficiale]] dell'arcipelago giapponese e di [[Angaur]], un'isola di [[Palau (stato)|Palau]] (in cui è lingua co-ufficiale insieme all'[[Lingua angaur|angaur]] e all'[[Lingua inglese|inglese]]).
Esistono inoltre numerose comunità giapponesi in [[Brasile]], in [[Perù]] e negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] (soprattutto nelle [[Hawaii]] e in [[California]]): gli immigrati di queste comunità sono chiamati {{nihongo|''nisei''|二世||extra=letteralmente "seconda generazione"}} ed è raro che parlino correntemente in giapponese.
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== Storia ==
=== Preistoria ===
Si pensa che un antenato comune del giapponese e delle lingue ryukyuane sia stato portato in Giappone da colonizzatori provenienti dall'Asia continentale o dalle vicine isole del Pacifico (o da entrambe), in qualche momento tra l'inizio e la metà del [[periodo Yayoi]], sostituendo le lingue degli originari abitanti [[Periodo Jōmon|Jōmon]]<ref>{{cita news |url=https://www.nytimes.com/2011/05/04/world/asia/04language.html|titolo=Finding on Dialects Casts New Light on the Origins of the Japanese People|nome=Nicholas|cognome=Wade|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=4 maggio 2011|accesso=7 maggio 2011}}</ref> (incluso l'antenato della moderna [[lingua ainu]]).
Molto poco si sa del giapponese di quel periodo: poiché la scrittura non era ancora stata introdotta in [[Cina]], non ci sono reperti materiali e qualsiasi cosa possa aiutare a comprendere questa fase linguistica, deve basarsi sulle ricostruzioni del [[giapponese antico]].
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=== Giapponese antico ===
{{Vedi anche|Lingua giapponese antica}}
[[File:Genryaku Manyosyu.JPG|right|thumb|alt=Pagina dal Man'yōshū|Una pagina dal ''[[Man'yōshū]]'', la più antica antologia della [[poesia giapponese]] classica.]]
Il giapponese antico è il più antico stadio della lingua giapponese, successivo al proto-giapponese; attraverso la diffusione del [[buddhismo]], il sistema di scrittura cinese fu importato in Giappone. I primi testi trovati in Giappone vennero scritti in [[cinese classico]] ma è probabile che fossero destinati a essere letti alla giapponese mediante il metodo ''[[kanbun]]'': alcuni di questi testi cinesi
La fine del giapponese antico coincide con la fine del [[periodo Nara]]. Il giapponese antico utilizzò il sistema di scrittura ''[[man'yōgana]]'', che impiegava i ''kanji'' per i loro valori fonetici oltre che semantici. In base al sistema ''man'yōgana'', si può ipotizzare che il giapponese antico avesse ottantotto sillabe distinte; i testi scritti con i ''man'yōgana'' utilizzarono due diversi ''kanji'' per ciascuna delle sillabe ora pronunciate {{Nihongo2|き|ki}}, {{Nihongo2|ぎ|gi}}, {{Nihongo2|ひ|hi}}, {{Nihongo2|び|bi}}, {{Nihongo2|み|mi}}, {{Nihongo2|け|ke}}, {{Nihongo2|げ|ge}}, {{Nihongo2|へ|he}}, {{Nihongo2|べ|be}}, {{Nihongo2|め|me}}, {{Nihongo2|こ|ko}}, {{Nihongo2|ご|go}}, {{Nihongo2|そ|so}}, {{Nihongo2|ぞ|zo}}, {{Nihongo2|と|to}}, {{Nihongo2|ど|do}}, {{Nihongo2|の|no}}, {{Nihongo2|も|mo}}, {{Nihongo2|よ|yo}} e {{Nihongo2|ろ|ro}}<ref>Shinkichi Hashimoto (3 febbraio 1918)「国語仮名遣研究史上の一発見―石塚龍麿の仮名遣奥山路について」『帝国文学』26–11(1949)『文字及び仮名遣の研究(橋本進吉博士著作集 第3冊)』(岩波書店)。</ref> (il ''Kojiki'' ne ha ottantotto ma tutti i testi successivi ne hanno ottantasette; la distinzione tra ''mo<sub>1</sub>'' e ''mo<sub>2</sub>'' apparentemente fu persa immediatamente dopo la sua composizione). Questo insieme di sillabe si contrasse a sessantasette nel [[giapponese medio iniziale]], sebbene alcune siano state aggiunte attraverso l'influenza cinese.
A causa di queste sillabe extra, si è ipotizzato che il sistema vocalico del giapponese antico fosse più ampio di quello del giapponese moderno (che forse conteneva fino a otto vocali). Secondo [[Shinkichi Hashimoto]], le sillabe extra nel ''Man'yōgana'' derivano da differenze tra le vocali delle sillabe in questione<ref>大野 晋 (1953)『上代仮名遣の研究』(岩波書店) p. 126.</ref>; queste differenze indicherebbero che il giapponese antico avesse un sistema di otto vocali<ref>大野 晋 (1982)『仮名遣いと上代語』(岩波書店) p. 65.</ref>, in contrasto con le cinque vocali del giapponese più tardo; il sistema vocalico dovrebbe essersi contratto in qualche momento tra questi testi e l'invenzione dei ''[[kana]]'' (''[[hiragana]]'' e ''[[katakana]]'') all'inizio del [[IX secolo]]. Secondo questa visione, il sistema a otto vocali del giapponese antico assomiglierebbe a quello delle famiglie delle [[lingue uraliche]] e [[Lingue altaiche|altaiche]]<ref>有坂 秀世 (1931)「国語にあらはれる一種の母音交替について」『音声の研究』第4輯(1957年の『国語音韻史の研究 増補新版』(三省堂)</ref>. Tuttavia, non è completamente certo che l'alternanza tra le sillabe rifletta necessariamente una differenza tra le vocali piuttosto che tra le consonanti (al momento, il solo fatto incontestato è che siano sillabe diverse).
Il giapponese antico non aveva {{IPA|/h/}} ma piuttosto {{IPA|/ɸ/}} (preservata nel moderno ''fu'', {{IPA|/ɸɯ/}}), che è stato ricostruito in un anteriore *{{IPA|/p/}}; il ''Man'yōgana'' aveva anche un simbolo per {{IPA|/je/}}, che si fuse con {{IPA|/e/}} prima della fine del periodo. Parecchie fossilizzazioni degli elementi grammaticali del giapponese antico, rimangono in quello moderno: la particella del genitivo ''tsu'' (soppiantata dal moderno ''no'') è preservata in parole come ''matsuge'' ("ciglio", lett. "peli dell'occhio"); i moderni ''mieru'' ("essere visibile") e ''kikoeru'' ("essere udibile") conservano quello che può essere un suffisso [[Voce mediopassiva|mediopassivo]] -''yu(ru)'' (''kikoyu'' → ''kikoyuru'' (la forma attributiva, che sostituì lentamente la forma ordinaria a partire dal tardo periodo Heian) > ''kikoeru'' (tutti i verbi ''shimo-nidan'' nel giapponese moderno lo fanno) e la particella del genitivo ''ga''; rimane un termine intenzionalmente arcaico.
=== Primo giapponese medio ===
[[File:Genji emaki 01003 001.jpg|thumb|right|alt=Due pagine dal rotolo emaki del Genji Monogatari|Due pagine da un rotolo ''[[emaki]]'' del ''[[Genji monogatari]]''.]]
Il primo giapponese medio, detto anche "giapponese medio iniziale", è il giapponese del [[periodo Heian]]; vide una significativa influenza cinese sulla fonologia della lingua: le distinzioni di lunghezza diventarono fonemiche sia per le consonanti sia per le vocali e vennero aggiunte serie di consonanti sia labializzate (''kwa'') sia palatalizzate (''kya''). Il {{IPA|/ɸ/}} intervocalico si fuse con {{IPA|/w/}} verso l'XI secolo.
La fine del primo giapponese medio
=== Tardo giapponese medio ===
Il tardo giapponese medio, dal 1185 al 1600, era diviso normalmente in due sezioni, equivalenti rispettivamente al [[periodo Kamakura]] e al [[periodo Muromachi]]. Le forme posteriori del tardo giapponese medio furono le prime ad essere descritte da fonti non native, in questo caso i missionari [[gesuiti]] e [[francescani]]; e dunque c'è una migliore documentazione della fonologia sia per il tardo giapponese medio che per le forme precedenti. Tra gli altri cambiamenti di suono, la sequenza {{IPA|/au/}} si fuse in {{IPA|/ɔː/}} (in contrasto con {{IPA|/oː/}}); {{IPA|/p/}} venne reintrodotta dal cinese e {{IPA|/we/}} si fuse con {{IPA|/je/}}.
▲Il tardo giapponese medio, dal 1185 al 1600, era diviso normalmente in due sezioni, equivalenti rispettivamente al [[periodo Kamakura]] e al [[periodo Muromachi]]. Le forme posteriori del tardo giapponese medio furono le prime ad essere descritte da fonti non native, in questo caso i missionari [[gesuiti]] e [[francescani]]; e dunque c'è una migliore documentazione della fonologia sia per il tardo giapponese medio che per le forme precedenti. Tra gli altri cambiamenti di suono, la sequenza {{IPA|/au/}} si fuse in {{IPA|/ɔː/}} (in contrasto con {{IPA|/oː/}}); {{IPA|/p/}} venne reintrodotta dal cinese e {{IPA|/we/}} si fuse con {{IPA|/je/}}.
Alcune forme più familiari ai parlanti del giapponese moderno cominciano ad apparire: la terminazione continuativa -''te'' iniziò a ridursi sul verbo (''yonde'' per l'anteriore ''yomite''), la -k- nella sillaba finale degli aggettivi cadde (''shiroi'' per l'anteriore ''shiroki'') ed esistono alcune forme dove il giapponese moderno ha conservato la forma anteriore (''hayaku'' > ''hayau'' > ''hayɔɔ'', dove il giapponese moderno ha solo ''hayaku'', benché la forma alternativa sia preservata nel saluto standard ''o-hayō gozaimasu'' "buon giorno"; questa terminazione si vede anche in ''o-medetō'' "congratulazioni", da ''medetaku'').
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=== Giapponese moderno ===
Il primo giapponese moderno iniziò con il [[periodo Edo]]. A partire dal giapponese antico, il giapponese standard ''de facto'' fu il dialetto di Kansai, specialmente quello di Kyoto; tuttavia, durante il periodo Edo, [[Edo (città)|Edo]] si sviluppò come più grande città del Giappone, e il dialetto dell'era Edo divenne il giapponese standard.
▲Il primo giapponese moderno iniziò con il [[periodo Edo]]. A partire dal giapponese antico, il giapponese standard ''de facto'' fu il dialetto di Kansai, specialmente quello di Kyoto; tuttavia, durante il periodo Edo, [[Edo (città)|Edo]] si sviluppò come più grande città del Giappone, e il dialetto dell'era Edo divenne il giapponese standard.
A partire dalla fine dell'[[Sakoku|isolamento autoimposto del Giappone]], il flusso di prestiti linguistici dalle lingue europee aumentò significativamente. Dal 1945, si ebbe un numero maggiore di parole prese in prestito dall'inglese<ref>{{cita libro |cognome=Miura |nome=Akira |titolo=English in Japanese |url=https://archive.org/details/englishinjapanes0000miur |editore=Weatherhill |anno=1998}}</ref>, specialmente quelle tecnologiche: ''pasokon'' (abbreviazione per "personal computer"); ''intānetto'' ("internet") e ''kamera'' ("fotocamera").
A causa della grande quantità di prestiti linguistici inglesi, il giapponese moderno ha sviluppato una distinzione tra {{IPA|/tɕi/}} e {{IPA|/ti/}}, e tra {{IPA|/dʑi/}} e {{IPA|/di/}} (con l'ultima che, in ciascuna coppia, si trova solo nei prestiti linguistici). La variante di giapponese parlata dopo il 1868, viene detta "giapponese moderno"
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== Scrittura ==
{{Vedi anche|sistema di scrittura giapponese}}
Il sistema di scrittura giapponese si basa sui due ''kana'' (''
I primi due alfabeti, sono composti ciascuno da
=== ''Kana'' ===
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|+Sillabario [[Hiragana]]
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Lo ''[[hiragana]]'' è impiegato specialmente per i [[Prefisso (linguistica)|prefissi]], i [[Suffisso|suffissi]], le
{|class="wikitable"
|+Sillabario [[Katakana]]
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Il ''[[katakana]]'', in alcuni casi simile allo ''[[hiragana]]'', ma più rigido e squadrato, è attualmente impiegato soprattutto per trascrivere le parole di origine straniera (adattate naturalmente alla [[fonotassi]] giapponese: non tutti i suoni stranieri sono infatti presenti nell'alfabeto katakana, per esempio a causa del [[rotacismo]]). Inoltre può essere usato quando si vuol dare una maggior enfasi a determinati termini giapponesi all'interno di un testo. Fra i giovani è sempre più diffuso l'uso dei katakana per scrivere sostantivi giapponesi dai kanji troppo difficili o antiquati. Vengono infine usati per la scrittura delle voci [[Onomatopea|onomatopeiche]].
Per molti aspetti l'uso del ''katakana'' rispetto allo ''hiragana'' ha funzioni analoghe a quello del corsivo latino rispetto al tondo.
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=== ''Rōmaji'' ===
Il ''[[rōmaji]]'' (letteralmente "Segni di Roma") è il sistema di traslitterazione dal giapponese ai caratteri latini. Ci sono più tipi di ''rōmaji'': i più usati sono il [[sistema Hepburn]] e il [[sistema Kunrei]]. Qui viene usato il sistema Hepburn, che si differenzia dal Kunrei solo per qualche sillaba e per la scrittura dei suoni contratti. Il primo si avvicina di più alla pronuncia; il secondo è più schematico (dove lo Hepburn scrive ''ta, chi, tsu, te, to'', il Kunrei scrive ''ta, ti, tu, te, to''). Attenzione: i giapponesi non usano mai{{Senza fonte}} il ''rōmaji'' per scrivere (anche se da tempo si è diffuso il modo di scrivere occidentale in orizzontale "sinistra-destra" e "alto-basso", al posto del "classico" — e naturalmente tuttora impiegato — sistema di scrittura verticale "alto-basso" e "destra-sinistra". Il rōmaji è comunque insegnato nelle scuole perché attraverso la sillabazione in caratteri romani si possono scrivere i testi in giapponese su apparecchi elettronici, come computer e telefoni.
==== Convenzioni ortografiche ====
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|a
|a
|
|
|/a/
|È una "a" di '''a'''lbero, come in italiano.
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|i
|i
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|
|/i/
|È una "i" di '''i'''nterno, come in italiano. Questa vocale deriva dall'assimilazione di due diversi tipi di vocali dall'Old Japanese, trascritte come i<sub>1</sub> e i<sub>2</sub>. Su che suoni rappresentassero queste vocali è ancora attivo un dibattito molto acceso. Queste distinzioni valgono solo in alcune sillabe.
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|u
|u
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|
|/ɯ/ < */u/
|È una "u" di '''u'''no, ma non è arrotondata/procheila. In altre parole, oggi si pronuncia tenendo le labbra non arrotondate ma rilassate. Anticamente, si pronunciava arrotondata, come in italiano.
Riga 324 ⟶ 317:
|e
|e
|
|
|/e/
|È una "e" di '''e'''vento, come in italiano. Anche questa vocale deriva dall'assimilazione di due diversi tipi di vocali dall'Old Japanese, e<sub>1</sub> e e<sub>2</sub>.
Riga 331 ⟶ 324:
|o
|o
|
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|/o/
|È una "o" di '''o'''cchio, chiusa e arrotondata e come in italiano. Anche questa vocale deriva dall'assimilazione di due diversi tipi di vocali dall'Old Japanese, o<sub>1</sub> e o<sub>2</sub>.
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|ya
|ja
|
|
|/ja/
|È una "ia" di g'''ià''', come in italiano: è un dittongo. In generale, la /j/ semivocalica non si raddoppia: la confusione può derivare per un'interferenza con l'italiano (e.g. con parole come "aglio", diversa da "ahio". Peraltro, il suono in questione non è nemmeno /j/, ma /ʎ̩/ tensificato/raddoppiato/geminato). La /j/ semivocalica in rōmaji (il sistema più diffuso in assoluto è il sistema Hepburn, dal nome del missionario che lo inventò) si scrive con la "y".
Riga 345 ⟶ 338:
|ye
|je
|
|
|/je/
|È una "ie" di '''ie'''na, come in italiano: è un dittongo che si reperisce in prestiti. Ufficialmente, esiste solo la versione in katakana. In hiragana il dittongo, largamente in disuso, si ottiene affiancando due vocali. Una seconda versione di scrittura è una sillaba rarissima, 𛀁, che deriva dalla stilizzazione di 江, un sinogramma e kanji che indica il concetto di "grande fiume" (radicale dell'acqua 水 e, come chiave di lettura, la squadra da carpentiere 工).
Riga 352 ⟶ 345:
|yu
|ju
|
|
|/jɯ/ < */ju/
|È una "iu" di '''iu'''ta, come in italiano ma tenendo la "u" non arrotondata. Anticamente, il dittongo era pronunciato arrotondato.
Riga 359 ⟶ 352:
|yo
|jo
|
|
|/yo/
|È una "io" di sc'''io'''lto, arrotondata.
Riga 366 ⟶ 359:
|wa
|ua
|
|
|/ɰa/ < /wa/
|È una "ua" di q'''ua'''glia, ma con la "u" semivocalica non arrotondata. La versione semivocalica di /ɯ/ si scrive /ɰ/,
|-
|wi
|ui
|
|
|/ɰi/ < /wi/
|È una "ui" di q'''ui''', sempre con le labbra rilassate. Anticamente, era /wi/. Oggi questa sillaba è in disuso pure negli anglicismi/wasei-eigo in Japanglish, ma è utile se si affronta la pronuncia storica in particolare dei kanji, con cui si può fare un confronto con i prestiti cinesi in altre lingue e con il cinese stesso. In più, siccome questo dittongho si è ridotto in /i/, molti kanji non rispecchiano la pronuncia cinese e sino-xenica, ragion per cui solo in apparenza sembrano avulsi e scollegati dal cinese.
Riga 380 ⟶ 373:
|we
|ue
|
|
|/ɰe/ < /we/
|È una "ue" di q'''ue'''lli, sempre con le labbra rilassate. Anticamente, era /we/. Oggi questa sillaba è in disuso, ma la sua utilità è analoga a "wi".
Riga 387 ⟶ 380:
|wo
|uo
|
|
|/ɰo/ < /wo/
|È una "uo" di '''uo'''mo, sempre con le labbra rilassate. Anticamente, era /wo/. Oggi, la sillaba è in disuso eccetto per la particella che indica il complemento oggetto diretto, を, che anticamente si pronunciava /wo/ e oggi si riduce in /o/: pertanto, la pronuncia è irregolare.
Riga 402 ⟶ 395:
semplicemente il dorso della lingua si spinge più in avanti. Quando a una consonante si aggiunge il dittongo che inizia con /j/-, si usa come "base/perno/sedia" la versione in /kʲ/- e accanto si aggiunge il dittongo in dimensioni rimpicciolite. La "k" non cambia romanizzazione di fronte a nessuna vocale. Le combinazioni in hiragana e katakana sono:
|-
|g
Riga 412 ⟶ 405:
|/g/
|È una "g" di '''g'''alera/"gh" di '''gh'''iro; a differenza di /k/, la consonante è sonora (coinvolge cioè la vibrazione delle corde vocali: si metta il palmo della mano intorno alla gola e si pronunci prima "ffff" e poi "mmm"). Si ottiene aggiungendo due trattini in alto alle sillabe con k-. Il doppio trattino in alto si chiama "dakuten" o "nigori", cioè "impurità", e fa nascere le sillabe "impure", che sono sonore a prescindere. Prima del Periodo Edo (corrispondente allo shogunato Tokugawa/Primo Giapponese Moderno), in scrittura non era usanza comune disambiguare l'impurità. La /g/ si palatalizza di fronte alla /i/ e /j/ semivocalica, diventando /gʲ/. la /g/, se pronunciata in una parlata veloce, colloquiale e poco curata può ridursi in /ɣ/, cioè una "g" di ''g''alera senza contatto tra organi., come in spagnolo sia castigliano che latinoamericano. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|s
Riga 425 ⟶ 418:
La "s" palatalizzata cambia grafia in "sh-", grafia unica. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|z
Riga 435 ⟶ 428:
|/d͡z/
|È una "z" di '''z'''ero, sonora, come si pronuncia nel Nord Italia. Davanti a /i/ e /j/- semivocalica, si palatalizza in /d͡ʑ/, cioè una "g" di '''g'''ioco pronunciata con a lingua già in posizione di "gn" di ''gn''omo. In passato, non si palatalizzava: era */d͡zi/. La versione palatalizzata cambia grafia in "j-", grafia unica. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|t
Riga 448 ⟶ 441:
Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|d
Riga 459 ⟶ 452:
''di base''
|È una "d" di '''d'''ente, sonora. Di fronte alla /i/ e /j/- semivocalica, si palatalizza in /d͡ʑ/, cioè una "g" di gioco pronunciata con a lingua già in posizione di "gn" di gnomo. Per non confondere la grafia con "ji" じ <*/d͡zi/ e tenere distinto "ji" ぢ <*/di/, in rōmaji si può trascrivere questa nuova sillaba con "dji". Lo stesso discorso vale con ず zu e la nuova sillaba ヅ zu /d͡zɯ/ (<*/du/), che si può trascrivere "dzu" per non confonderla. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|h
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|/h/ < */ɸ/
|È un'aspirazione sorda, come nell'inglese "'''h'''ave". Cambia grafia davanti alla /ɯ/ siccome si pronuncia come una effe "soffiata", cioè /ɸ/: è uno sbuffo d'aria che esce dalle labbra rilassate, senza che gli incisivi dell'arcata dentale superiore siano a contatto con il labbro inferiore, come nella /f/ italiana. La grafia è "fu". L'aspirazione si palatalizza di fronte a /i/ e /j/-, diventando /ç/: il suono si distingue da /h/ se si pronuncia alla massima velocità "kho-khu-kho-khu" e "khe-khi-khe-khi" focalizzandosi sull'aspirazione. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
In giapponese, は ha usato come particella indicante il tema/topic di cui si parla si pronuncia e latinizza come "wa": la grafia, di contro, rispecchia la pronuncia arcaica, /ha/. Lo stesso vale per へ "e", che indica il moto da luogo: anticamente si pronunciava /he/. La terza e ultima irregolarità è presente, come detto in precedenza, nella particella del complemento oggetto diretto, "wo" /o/ </wo/. L'aspirazione è nata nel Primo Giapponese Medio ed era sempre pronunciata */ɸ/
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|/b/
|È una "b" di '''b'''alena, sonora. Si ottiene aggiungendo il doppio trattino in alto/dakuten/nigori/impurità alle sillabe in "h"-. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|p
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|/p/
|È una "p" di '''p'''allone, sorda. Si ottiene aggiungendo un cerchiolino in alto alle sillabe in "h"- al posto dell'impurità, Il pallino si chiama "handakuten/maru". Anch'esso prima del Primo Giapponese Moderno non si disambiguava in scrittura. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|n
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|/n/
|È una "n" di '''n'''ave, sonora. Di fronte a /i/ e /j/- semivocalica, si palatalizza in "gn" di ''gn''omo /ɳ/. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|m
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|/m/
|È una "m" di '''m'''ano, sonora. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
|r
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|/ɹ/ < */ɾ~r/
|È una "r" senza vibrazione data dal contatto tra organi, come nell'inglese "'''r'''eason, c'''r'''ime, ca'''r'''"... (attenzione: a fine parola in inglese, nella pronuncia Oxbridge/Queen English/Received il suono cade). Nell'Old Japanese era invece vibrante, come in italiano. Le combinazioni in hiragana e katakana con rōmaji sono:
|-
| -n
| -n
|
|
| -/n/
''di base''
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== Grammatica ==
=== Parti del discorso ===
Le parti del discorso presenti nella lingua giapponese sono cinque: [[sostantivo]] (名詞 "meishi"), [[verbo]] (動詞 "dōshi"), [[aggettivo]] (形容詞 "keiyōshi"), [[avverbio]] (副詞 "fukushi"), [[Particella grammaticale|particella]] (助詞 "joshi"). Quest'ultima categoria racchiude le definizioni italiane di [[preposizione]] (前置詞 "zenchishi"), [[congiunzione (grammatica)|congiunzione]] (接続詞 "setsuzokushi") e [[interiezione]] (感嘆詞 "kantanshi" opp. 感動詞 "kandōshi"). I [[Pronome|pronomi]] (代名詞 "daimeishi") non esistono come categoria a sé stante, ma sono trattati secondo i casi come sostantivi o come aggettivi. Gli [[articolo (grammatica)|articoli]] (冠詞 "kanshi") sono del tutto inesistenti. Alle cinque categorie, si possono aggiungere i classificatori (助数詞 "josūshi") e i numerali
==== Sostantivi ====
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!Utilizzo
|-
|
|わたくし watakushi
|io ''(raro)''
|molto formale
|-
|
|われ ware
|io
|molto formale
|-
|
|わが waga
|io
|molto formale
|-
|
|とうほう tōhō
|io (in lettere formali)
|molto formale
|-
|
|しょうせい Shōsei
|io (usato dai maschi)
|formale
|-
|
|わし washi
|io (usato dai maschi)
|formale
|-
|
|じぶん jibun
|io (usato dai maschi)
|formale
|-
|
|わたし watashi
|io
|formale
|-
|
|ぼく boku
|io (usato dai maschi)
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|informale
|-
|
|わし washi
|io (usato dai maschi)
|informale
|-
|
|じぶん jibun
|io (usato dai maschi)
|informale
|-
|
|おれ ore
|io (usato dai maschi)
|informale
|-
|
|おいら oira
|io (usato dai maschi)
|informale
|-
|
|わたし watashi
|io
|informale
|-
|
|おら ora
|io ''(kanji opzionali)''
|informale
|-
|
|わて wate
|io ''(kanji opzionali)''
|informale
|-
|
|あた(く)し ata(ku)shi
|io (usato dalle femmine)
Riga 662 ⟶ 655:
|informale
|-
|
|うち uchi
|io (usato dalle femmine)
|informale
|-
|
|あたい atai
|io (usato dalle femmine)
Riga 673 ⟶ 666:
|molto formale
|-
|
|きかん kikan
|tu
|molto formale
|-
|
|おたく otaku
|tu
|formale
|-
|
|おんしゃ onsha
|tu
|formale
|-
|
|きしゃ kisha
|tu
|formale
|-
|
|あなた anata
|tu
|formale
|-
|
|あなた anata
|tu
|informale
|-
|
|あんた anta
|tu
|informale
|-
|
|きみ kimi
|tu
|informale
|-
|
|きか kika
|tu
|informale
|-
|
|おまえ omae
|tu
|molto informale
|-
|
|てめえ temē,
てまえ temae
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|maleducato
|-
|
|きさま kisama
|tu (usato dai maschi)
|molto maleducato
|-
|
|あのかた anokata
|lui, lei
|molto formale
|-
|
|かれ kare
|lui, lei
|formale
|-
|
|あのひと anohito
|lui, lei
|formale
|-
|
|かのじょ kanojo
|lei
|formale
|-
|
|かれ kare
|lui, lei
|informale
|-
|
|あのひと anohito
|lui, lei
|informale
|-
|
|やつ yatsu
|lui, lei
Riga 772 ⟶ 765:
|informale
|-
|
|かのじょ kanojo
|lei
|informale
|-
|
|こいつ koitsu,
こやつ koyatsu
Riga 783 ⟶ 776:
|molto informale
|-
|
|そいつ, soitsu
そやつ soyatsu
Riga 789 ⟶ 782:
|molto informale
|-
|
|あいつ, aitsu
あやつ ayatsu
Riga 800 ⟶ 793:
Alcune precisazioni:
* Il pronome di prima persona ''watakushi'' è una forma molto formale e ormai caduta in disuso; anche ''watashi'' è formale ma in misura minore rispetto a ''watakushi''. ''Boku'' e ''atashi'' invece sono abbastanza informali e usati perlopiù tra amici e in famiglia. ''Ore'' è invece ancora più informale e talvolta considerato maleducato.
* I pronomi usati solo dai maschi (nelle canzoni e nella vita quotidiana), in rari casi, sono usati pure dalle femmine ma il loro utilizzo viene considerato maleducato poiché parlano come un maschio.
* Riguardo ai pronomi di seconda persona, esistono ulteriori forme: ''otaku'' (da non confondere con l'[[Otaku|omonima subcultura]]) è un'altra forma estremamente formale, al pari di ''watakushi'' e in disuso. Anche ''anata'' è sempre formale ma meno di ''otaku''. ''Kimi'' è la forma informale standard, mentre ''omae'' e ''anta'' sono ancora più colloquiali. Ancora più in basso, vi sono le forme ''temē'' e ''kisama'', che sono considerati dei veri e propri insulti (sarebbe come dire: "Tu, bastardo!"); inoltre, ''Kisama'' è molto più offensivo rispetto a ''temē.''
* I pronomi di terza persona sono quelli che hanno meno forme. Le forme esistenti sono ''kare'' e ''kanojo'', il cui grado di formalità/informalità è neutro. A questi però vi sono da aggiungere altre due forme, molto informali, ''aitsu'' e ''yatsu''.
* Il giapponese è una lingua [[pro-drop]], vale a dire che non è obbligatorio esprimere il soggetto della frase. Il soggetto viene nella maggior parte delle volte sottinteso e ci si affida al contesto per capirlo, viene espresso solo in caso sia necessario specificarlo per evitare ambiguità, essendo i verbi privi di desinenze che specificano la persona.
* Utilizzare solo il "Tu" risulta innaturale poiché i giapponesi usano quasi sempre il nome dell'interlocutore, quindi "マリオが元気?" (Mario ga genki?) può
=== I tre tipi di verbi in giapponese ===
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* i verbi godan 五段動詞, godandōshi hanno la forma del dizionario che finisce in -u う, -tsu つ, -ru る, -ku く, -gu ぐ, -bu ぶ, -mu む, -su す, -nu ぬ (in giapponese moderno, un solo verbo finisce in -nu ed è 死ぬ しぬ, shinu, "morire", insieme ai suoi composti; anticamente, un secondo e ultimo verbo poteva finire in -nu ed era 往ぬ いぬ inu, "andare; (il tempo) passare; marcire; morire"). I godan sono la maggioranza dei verbi in giapponese;
* i verbi ichidan 一段動詞, ichidandōshi hanno la forma del dizionario che finisce tassativamente in -iru いる e -eru える (quindi non bisogna fermarsi a osservare solo "-ru"). In altre parole, tutti i verbi che non finiscono in -iru e -eru (ichidan) per esclusione sono godan eccetto dei verbi che finiscono in -iru, anch'essi godan: si riconoscono come falsi amici in circa 2/3 dei casi perché "-iru" non è scritto in hiragana (e quindi non è l'[[okurigana]], che si ferma a "ru". Ergo, sono in "-ru", quindi godan). I verbi ichidan hanno la radice che, nella coniugazione, conserva le vocali /e/ oppure /i/, che non subiscono mai cambiamenti;
* i verbi irregolari in giapponese sono solo ufficialmente due e si imparano a memoria: suru する (che è anche un suffisso verbale che forma molti verbi in giapponese a partire da radici perlopiù sino-giapponesi, "-suru", storicamente derivato da "su" e che in un gruppo di verbi si trova sonorizzato come "-zuru") e kuru 来る. "Suru" significa "fare", mentre "kuru" significa "venire". Non ufficialmente, sono cinque siccome altri verbi mostrano delle irregolarità (e dunque sono semi-regolari): oltre a suru/-suru e kuru, si contano pure aru 有る ある "esserci " (è il verbo esistenziale, usato però con gli oggetti inanimati: con le persone e animali si usa いる iru, oggi regolare e anticamente をる woru, irregolare), iku/yuku 行く (andare) e la copula dearu である ("essere", da cui deriva la coniugazione cortese dearimasu であります; la variante colloquiale è da だ, da cui deriva la coniugazione cortese orale desu です, pronunciata /des/). Svariati verbi giapponesi irregolari risalgono
In sintesi, i verbi irregolari, di origine solitamente arcaica, sono suru/-suru, kuru, aru (per oggetti), iku/yuku e dearu/da. Tutti gli altri sono regolari e sono ichidan (-iru, -eru) o, per eliminazione, sono godan, cioè la maggioranza. I falsi amici sono perlopiù verbi in -iru che in realtà sono godan siccome -iru non è parte dell'okurigana (in circa 2/3 dei verbi in -iru sono in realtà godan): osservare bene come è scritto può essere d'aiuto.
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{|class="wikitable"
|-
| || mangiare || vedere || scrivere || andare || nuotare ||
|-
|<u>Forma non caratterizzata</u> ||''taberu'' || ''miru'' || ''kaku'' || ''iku'' || ''oyogu'' || ''
|-
|<u>Passato</u> ||''tabeta'' || ''mita'' || ''
|-
|<u>Gerundio</u> ||''tabete'' || ''mite'' || ''
|-
|<u>Negativo</u> ||''tabenai'' || ''minai'' || ''kakanai'' || ''ikanai'' || ''oyoganai'' || ''
|-
|<u>Forma gentile</u>
|-
|<u>Condizionale</u>
|-
|<u>Passivo</u>
|-
|<u>Potenziale</u>
|-
|<u>Causativo</u> ||''tabesaseru'' || ''misaseru'' || ''kakaseru'' || ''ikaseru'' || ''oyogaseru'' ||
|-
|}
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|<u>Passato</u> ||'''''shita''''' || '''''kita''''' || '''''datta''''' || '''''mashita'''''
|-
|<u>Gerundio</u> ||'''''shite''''' || '''''kite''''' || '''''datte''''', '''''de''''' ||
|-
|<u>Negativo</u> ||'''''shinai''''' || '''''konai''''' || '''''
|-
|<u>Forma gentile</u> ||'''''shimasu''''' || '''''kimasu''''' || '''''desu''''' || -
|-
|<u>Condizionale</u> ||'''''sureba''''' || '''''kureba''''' || '''''
|-
|<u>Passivo</u> ||'''''sareru''''' || '''''korareru''''' || - || -
|-
|<u>Potenziale</u> ||'''''dekiru''''' || '''''
|-
|<u>Causativo</u> ||'''''saseru''''' || '''''kosaseru''''' || - || -
Riga 899 ⟶ 889:
* gli aggettivi terminanti in -i, come dice il nome stesso, si riconoscono perché finiscono in -i い (ma mai in えい ei) nella loro forma base, reperibile in un dizionario e in giapponese si chiamano "verbi aggettivali/verbi attributivi" (形容詞 keiyōshi). Nell'okurigana, si nota la -i い e, in taluni aggettivi nati durante l'Old Japanese e che indicano degli stati mentali, la terminazione -shii しい sempre in okurigana. In Old Japanese erano due categorie diverse che si sono fuse durante il Tardo Giapponese Medio. Un esempio è atara.shii (新しい, "nuovo)". Se usati come avverbi, prendono -ku く al posto di -i.
* gli aggettivi in -na si riconoscono perché finiscono con una qualunque altra vocale e in -ei nella loro forma base. Possono pure finire con la coda nasale -n, e.g. hen 変 (strano). In giapponese si chiamano "nomi aggettivali/nomi attributivi" (形容動詞 keiyō-dōshi). Quando si impiegano in forma attributiva non determinata, semplicemente prendono "na" な invece di "no" の, che si usa con i nomi; quando sono usati come avverbi, invece, prendono "ni" al posto di -i. In tutti gli altri casi, si coniugano
* gli attributivi/prenominali (連体詞, rentaishi) sono tutti quelli che non appartengono al primo e secondo gruppo. Come suggerisce il nome stesso, si possono usare prima di un nome ma mai come predicato nominale dell'intera frase. Sono perlopiù resti fossili e sono varianti di aggettivi che si possono usare come predicato. Un esempio è ō.kina 大きな (grosso), variante di ōki.i 大きい.
* gli aggettivi irregolari presentano delle irregolarità nella coniugazione. Il più celebre e diffuso di essi è yoi 良い, che significa "buono". A questo si aggiunge 無い. Entrambi possiedono una versione regolare e una forma irregolare arcaica, yoshi 良し e nashi 無し. Tipicamente, gli arcaismi invece di terminare in -i terminano in -shi e -ki. Le irregolarità derivano da resti fossili del Giapponese Medio.
Riga 926 ⟶ 916:
|<u>Gerundio</u> ||''ureshikute'' || ''kirei de''
|-
|<u>Negativo</u> ||''
|-
|<u>Forma gentile</u> ||''
|-
|<u>Condizionale</u> ||''ureshikereba'' || ''kirei
|-
|<u>Esortativo</u> ||''ureshii darō'' || ''kirei darō''
Riga 941 ⟶ 931:
| || mangiare || non mangiare || mangiare <u>(gentile)</u> || non mangiare <u>(gentile)</u>
|-
|<u>Forma non caratterizzata</u> ||''taberu'' || ''tabe'''nai''''' || ''tabemasu'' || ''
|-
|<u>Passato</u> ||''tabeta'' || ''tabe'''nakatta''''' || ''tabemashita'' || ''
|-
|<u>Gerundio</u> ||''tabete'' || ''tabe'''nakute''''' ||
|-
|<u>Condizionale</u> ||''tabereba'' || ''tabe'''nakereba''''' || - || -
|-
|<u>Passivo</u> ||''taberareru'' || ''taberare'''nai''''' || ''taberaremasu'' || ''
|-
|<u>Potenziale</u> ||''taberareru'' || ''taberare'''nai''''' || ''taberaremasu'' || ''
|-
|<u>Causativo</u> ||''tabesaseru'' || ''tabesase'''nai''''' || ''tabesasemasu'' || ''
|-
|<u>Dubitativo</u> ||''taberu darō'' || ''tabe'''nai darō''''' || ''taberu deshō'' || ''tabe'''nai deshō'''''
Riga 974 ⟶ 964:
!Numerale
(kanji)
![[Kun'yomi]]
(e rōmaji)
![[On'yomi]]
(e rōmaji)
!Traduzione
|-
|
|'''- - -'''
|れい rei
|zero, 0
|-
|
|ひと・つ hito(tsu)
|い ichi
|un/uno/una, 1
|-
|
|ふた・つ futa(tsu)
|に ni
|due, 2
|-
|
|み・っつ mi(ttsu)
|さん san
|tre, 3
|-
|
|よ・っつ yo(ttsu)
|し shi
|quattro, 4
|-
|
|いつ・つ itsu(tsu)
|ご go
|cinque, 5
|-
|
|む・っつ mu(ttsu)
|ろく roku
|sei, 6
|-
|
|なな・つ nana(tsu)
|しち shichi
|sette, 7
|-
|
|や・っつ ya(ttsu)
|はち hachi
|otto, 8
|-
|
|ここの・つ kokono(tsu)
|く, きゅう ku, kyū
|nove, 9
|-
|
|とお, -そ tō, -so
|じゅう jū
|dieci, 10
|-
|
|とさ tosa
|じゅうさん jū-san
|tredici, 13
|-
|
|ふたそ, はた futatsu, hata
|にじゅう ni-jū
|venti, 20
|-
|
|みそ miso
|さんじゅう san-jū
|trenta, 30
|-
|
|よそ yoso
|しじゅう shi-jū
|quaranta, 40
|-
|
|iいそ iso
|ごじゅう go-jū
|cinquanta, 50
|-
|
|むそ muso
|ろくじゅう roku-jū
|sessanta, 60
|-
|
|ななそ nanaso
|しちじゅう shichi-jū
|settanta, 70
|-
|
|やそ yaso
|はちじゅう hachi-jū
|ottanta, 80
|-
|
|ここのそ kokonoso
|くじゅう ku-jū
|novanta, 90
|-
|
|もも momo
|ひゃく hyaku
|cento, 100
|-
|
|ち chi
|せん sen
|mille, 1000
|-
|
|よろず yorozu
|まん man
|diecimila, 10.000
|-
|
|'''- - -'''
|おく oku
|cento milioni, 10<sup>8</sup>
|-
|
|'''- - -'''
|ちょう chō
|bilione (mille miliardi), 10<sup>12</sup>
|-
|
|'''- - -'''
|けい kei
Riga 1 131 ⟶ 1 121:
* ''Ni'': si scrive con il kana に e indica il [[complemento di termine]] (''Tanaka-san ni tegami o kakimasu'', "scrivo una lettera al signor Tanaka"), il [[complemento di moto a luogo]] (''ie ni kaerimasu'', "torno a casa") e con i verbi di stato anche il [[complemento di stato in luogo]] (''ie ni imasu'', "sono in casa"). Con i verbi alla forma passiva o causativa può indicare il reale soggetto dell'azione, che in italiano è espresso rispettivamente dal [[complemento di agente]] e dal [[complemento di termine]].
* ''E'': si scrive con il kana へ (propriamente ''he'') e indica il [[complemento di moto a luogo]] e può essere usata in sostituzione di ''ni'' per esprimere avvicinamento (''ie e ikimasu'', "vado verso casa"). A volte si usa in composizione con ''no'' (''Tōkyō e no densha'', *"il treno di verso Tōkyō" > "il treno diretto a Tōkyō").
* ''De'': si scrive con il kana で e indica il [[complemento di mezzo o strumento|complemento di mezzo]] (''enpitsu de kakimasu'', "scrivo a matita") e il complemento di stato in luogo con i verbi di azione (''daigaku de benkyō shimasu'', "studio all'università"). Può anche indicare il [[complemento di causa]] (''kaji de ie ga yakemashita'', "a causa dell'incendio, la casa è stata bruciata").
* ''To'': si scrive con il kana と e indica il [[complemento di compagnia]] (''Aiko to asondeimasu'', "gioco con Aiko"), funge da congiunzione (''inu to neko o mimashita'', "ho visto un cane e un gatto"), è usato in modo simile alla congiunzione ''che'' o alla preposizione ''di'' italiane quando introducono il [[discorso indiretto]] (''kare wa Aiko ga kuroi neko o mita to iimasu'', "lui ha detto che Aiko ha visto un gatto nero").
* ''Kara'': si scrive con i kana から e indica il [[complemento di moto da luogo]] (''Tōkyō kara shūppatsu shimasu'', "parto da Tōkyō"). Con i verbi alla forma passiva può indicare il [[complemento di agente]].
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: ''Neko wa niwa ni imasu'': "il gatto è in giardino" (domanda implicita: Dov'è il gatto?, tema: Il gatto);
: ''Niwa ni wa neko ga imasu'': "in giardino c'è un gatto" (domanda implicita: Che cosa c'è in giardino?, tema: Il giardino).
:* ''Mo'': si scrive con il kana も e significa ''anche'' (''watashi mo ikimasu'', "vado anch'io") oppure ''sia... che...'', se raddoppiato (''Yukiko-chan ni mo Satoshi-kun ni mo denwa shimashita'', "ho telefonato sia a Yukiko
==== Particelle finali ====
Soprattutto nel linguaggio parlato, si tende a sottolineare l'intonazione di un periodo aggiungendo una o più particelle finali. La scelta di queste particelle dipende dal sesso di chi parla e dall'intento espressivo che si vuole ottenere. Ricordiamo di seguito le più importanti.
Riga 1 190 ⟶ 1 180:
'''Proposizione relativa''': a differenza delle lingue indoeuropee che fanno frequente uso di pronomi relativi, il giapponese non ne fa uso e la [[proposizione relativa]] precede immediatamente il sostantivo al quale si riferisce, la funzione logica che dovrebbe essere ricoperta dal pronome relativo è spesso deducibile dal contesto:
* ''Kinō anata ga mita neko wa kuroi desu'': Il gatto che hai visto ieri è nero, (''kinō'': ieri, ''anata ga'': tu [soggetto della relativa], ''mita'': aver visto, ''neko wa'': gatto [tema della frase principale], ''kuroi'': nero, ''desu'': è, in questo caso nella funzione di ausiliare di cortesia).
* ''Uchi ni kaeru densha ga nai'': Non c'è un treno con cui tornare a casa, (''uchi ni'': a casa, ''kaeru'': ritornare, ''densha ga'': treno [soggetto della proposizione principale], ''nai'': non c'è).
* ''Watashi ga kita machi wa Tōkyō desu'': La città dalla quale sono venuto è Tokyo, (''watashi ga'': io [soggetto della relativa], ''kita'': essere venuto, ''machi wa'': città [tema della principale], ''Tōkyō'': Tokyo, ''desu'': è).
Riga 1 210 ⟶ 1 200:
== Premi Nobel per la letteratura di lingua giapponese ==
* [[Yasunari Kawabata]] (
* [[Kenzaburō Ōe]] (
== Note ==
Riga 1 264 ⟶ 1 253:
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* https://impararegiapponese.blogspot.it/ {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170219114322/http://impararegiapponese.blogspot.it/ |data=19 febbraio 2017 }} Blog online con lezioni per lo studio della lingua giapponese.
* [https://web.archive.org/web/20150930093253/http://ilgiapponese.com/ Il Giapponese] Lezioni online e strumenti per lo studio della lingua giapponese.
* [https://web.archive.org/web/20120320025103/http://www.italiajapan.net/nihongo/ Imparare il giapponese] Contiene lezioni sulla grammatica giapponese e sui kanji, materiale di studio e informazioni sulla lingua giapponese.
Riga 1 277 ⟶ 1 266:
* {{cita web|url=https://www.lexicool.com/dizionario-online.asp?FSP=A18B19C01|titolo=Raccolta di dizionari italiano-giapponese}}
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20051115143533/http://kanjialive.lib.uchicago.edu/main.php?page=overview&lang=en ''Kanji Alive''], una risorsa per lo studio dei kanji, disponibile in linea.
* {{en}} [http://ftp.monash.edu.au/pub/nihongo/00INDEX.html ''The Monash Nihongo ftp Archive''] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110816165232/http://ftp.monash.edu.au/pub/nihongo/00INDEX.html |data=16 agosto 2011 }}, un interessante sito molto ricco di collegamenti a risorse utili per chi studia il giapponese.
* {{en}} [http://www.rikai.com/perl/Home.pl ''Rikai''] Digitando l'indirizzo di una pagina web in giapponese, la apre aggiungendo dei ''tooltip'' di spiegazione per i ''kanji''.
* {{en}} [https://web.archive.org/web/20061105153700/http://www.j-talk.com/nihongo/search/index.php Dizionario giapponese in linea].
|