Oreste Baratieri: differenze tra le versioni

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|Immagine = Oreste Baratieri.jpg
|Soprannome =
|Data_di_nascita = [[13 novembre]] [[1841]]
|Nato_a = [[Condino]]
|Data_di_morte = [[7 agosto]] [[1901]]
|Morto_a = [[Vipiteno]]
|Cause_della_morte = naturali
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|Unità =
|Reparto =
|Anni_di_servizio = [[1862]]/[[1872|72]] - [[1897]]
|Grado = [[tenente generale]]
|Ferite =
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|partito=[[Sinistra storica]]|professione=[[Militare|Militare di carriera]]|carica = [[Governatori dell'Eritrea|Governatore dell'Eritrea]]
|mandatoinizio = [[28 febbraio]] [[1892]]
|mandatofine = [[22 febbraio]] [[1896]]
|capo di stato = [[Umberto I d'Italia|Re Umberto I]]
|predecessore = [[Antonio Gandolfi]]
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== Biografia ==
Nato con il cognome di '''Baratter''', decise di italianizzarlo prima in '''Barattieri''' e poi in '''Baratieri'''. StudioStudiò dapprima presso il Liceo Ginnasio di [[Rovereto]] e nel [[1859]] si trasferì a [[Milano]] e; l'[[1860|anno successivo]] si unì ai [[Spedizione dei Mille|Mille]] di [[Giuseppe Garibaldi]], partecipando con successo alla presa di [[Capua]]. Per le imprese garibaldine ottenne il [[Grado militare|grado]] di [[capitano]] e una [[medaglia]] d'[[argento]]. Rimase affiliato alle "camicie rosse" per 6 anni, dal [[1860]] al [[1866]]. Poi divenne un comandante delle operazioni coloniali italiane in Africa.
 
Il 3 gennaio [[1867]] si sposò con Lidia Ceracchini. Prese parte alla [[battaglia di Mentana]] del 1867 contro l'[[esercito francese]] e nel [[1872]] si arruolò nel [[Regio Esercito]]<ref>Sul punto le fonti discordano: alcune lo danno nel regio esercito già 10 anni prima, come [[Angelo Del Boca]] e l'{{cita web|url=http://beniculturali.ilc.cnr.it:8080/Isis/servlet/Isis?Conf=/usr/local/IsisGas/InsmliConf/Insmli.sys6.file&Obj=@Insmlie.pft&Opt=search&Field0=zzF00%20*%20cts=b|titolo= Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121114061750/http://beniculturali.ilc.cnr.it:8080/Isis/servlet/Isis?Conf=%2Fusr%2Flocal%2FIsisGas%2FInsmliConf%2FInsmli.sys6.file&Obj=%40Insmlie.pft&Opt=search&Field0=zzF00%20%2A%20cts%3Db |dataarchivio=14 novembre 2012 }}, che fornisce la data del 4 maggio [[1862]]</ref>. Nel [[1874]] (o [[1875]]) partecipò alla spedizione geografica [[Orazio Antinori|Antinori]] in [[Tunisia]], per conto della [[Società Geografica Italiana]]. Fu nominato [[colonnello]] a [[Cremona]] nel [[1886]].
 
Partecipò, come colonnello dei [[bersaglieri]], alle campagne coloniali militari in [[Eritrea]] del [[1887]]-88 e nuovamente nel [[1890]] e nel [[1891]] come comandante in seconda. Eletto [[deputato]] per la [[Sinistra storica]] a [[Breno (Italia)|Breno]], in [[provincia di Brescia]], Baratieri ebbe confermato il suo seggio per sette legislature, dalla XIII alla XIX ([[1876]]-[[1895]]).<ref>Camera dei Deputati</ref> Nel 1891 fu comandante in capo in [[Africa]]. Il 28 febbraio [[1892]] fu designato dal re [[Umberto I di Savoia]] [[Governatori delle colonie italiane#Eritrea|governatore]] della [[Eritrea#Periodo coloniale italiano|colonia Eritrea]] e comandante in capo del [[Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea|Regio Corpo Truppe Coloniali d'Africa]], con il grado di [[maggior generale]] e poi di generale comandante.
 
Ordinatogli dal governo di [[Guerra di Abissinia|invadere l'Etiopia]], iniziò ad annettere [[Cassala]] ([[Sudan]]) il 17 luglio [[1894]], nel 1895 combatté contro i [[ras Maconnen]] e [[Ras Mangascià|Mangascià]], sconfisse il [[Ras Mangascià]] nella [[battaglia di Coatit]] il 13 gennaio 1895 e in quella di [[Senafè]], preparò l'occupazione del [[Regione di Tigrè|Tigrè]] e occupò [[Adigrat]] (in marzo), [[Axum|Aksum]] e [[Adua]].
 
A seguito della [[Battaglia dell'Amba Alagi|sconfitta sull'Amba Alagi]] del 3 dicembre 1895 presentò le dimissioni, ma fu costretto dal presidente del Consiglio [[Francesco Crispi]], che non intendeva rinunciare alla sua politica colonialista, a passare all'offensiva contro gli africani, nonostante essi fossero in netta superiorità numerica e logistica, a differenza di quanto ritenesse Crispi.
 
In procinto di essere esonerato dal comando e venir sostituito dal generale [[Antonio Baldissera]], Baratieri decise di cercare una battaglia risolutiva contro Menelik. L'attacco, condotto malamente, fidando su mediocri carte militari, portò rapidamente alla separazione delle varie colonne italiane, che furono quindi sorprese e distrutte una dopo l'altra nella [[battaglia di Adua]] del 1º marzo [[1896]]. Baratieri diede prova, nella circostanza, di mediocri qualità militari e perse rapidamente il controllo della situazione, senza riuscire a evitare la catastrofe e scampando a sua volta a stento alla morte o alla cattura.
 
Accusato di abbandono di comando, per aver preceduto le truppe nella [[ritirata]] dopo Adua, fu ritenuto responsabile dalle autorità di [[Roma]] delle tre sconfitte italiane dell'Amba Alagi, di [[Assedio di Macallè|Macallè]] e Adua: arrestato il 21 marzo 1897, fu quindi sottoposto ad un umiliante processo ad [[Asmara]]; il generale sarebbe poi stato prosciolto da ogni accusa per non compromettere l'onore delle [[forze armate]], ma fu collocato a riposo e abbandonò la carriera militare.
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== Onorificenze ==
[[File:Baratieri 1.jpg|thumb|Il colonnello Baratieri (seduto, cappello bianco, giacca grigia, pantaloni bianchi) e il suo stato maggiore a [[Saati]], [[Eritrea]], [[1888]].]]
=== Onorificenze italiane ===
{{Onorificenze
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|collegamento_onorificenza=Ordine militare di Savoia
|motivazione=
|luogo=27 novembre [[1894]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=3249 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
}}
{{Onorificenze
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* {{cita web|http://www.collezioni-f.it/baratieri.html|Articoli tratti dalla Rivista Militare}}
 
{{Box successione|carica=[[Governatori delle colonie italiane|Comandante dell'Eritrea]]|successivo=[[Antonio Baldissera]]<br />''Governatore''|periodo=28 febbraio [[1892]] - 22 febbraio [[1896]]|precedente=[[Antonio Gandolfi]]}}
{{Governatori Italiani dell'Eritrea e della Somalia}}
{{colonialismo italiano}}