Pompei (città antica): differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||Pompeii (disambigua)|Pompeii}}
{{Città antica
|Nome = Pompei
|Immagine = Pompei plan.svg
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|Territorio controllato =
|Dipendente da = [[Opici]], [[Osci]], [[Greci]], [[Etruschi]], [[Sanniti]], [[Civiltà romana|Romani]]
|Superficie massima = 660 000 {{M|660000|u=}}
|Abitanti massimi = 20 000{{formatnum:20000}}
|Nome abitanti = Pompeiani
|Lingua = [[Lingua osca|Osco]], [[Lingua greca antica|greco]], [[Lingua latina|latino]]
|Stato attuale = ITA
|Località moderna = [[Pompei (comune)|Pompei]]
|Latitudine decimale = 40.75
|Longitudine decimale = 14.486111
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|Didascalia mappa =
}}
 
'''Pompei''' ({{latino|Pompeii}}) è una [[città]] dellun'[[storia antica|evoantica]] antico[[città]], corrispondente all'attuale [[Pompei (comune)|Pompei]], la cui storia ha origine dal [[IX secolo a.C.]] per terminare nel 79, quando, a seguito dell'[[Eruzione del Vesuvio del 79|eruzione del Vesuvio]], viene ricoperta sotto una coltre di [[cenere|ceneri]] e [[Lapillo|lapilli]] alta circa sei metri. GliLa sua riscoperta e i [[Scavi archeologici di Pompei|scavirelativi della cittàscavi]], iniziati nel 1748, hanno riportato alla luce un sito archeologico che nel 1997 è entrato a far parte della lista dei [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura|UNESCO]] nel 1997, e che è il secondo monumento italiano per visite dopo il [[museo|sistema museale]] del [[Colosseo]], [[Foro Romano]] e [[Palatino]]<ref>{{cita web|url=http://www.statistica.beniculturali.it/RILEVAZIONI/MUSEI/Anno%202013/MUSEI_TAVOLA8_2013.pdf|titolo=Dati visitatori 2013|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171010152618/http://www.statistica.beniculturali.it/RILEVAZIONI/MUSEI/Anno%202013/MUSEI_TAVOLA8_2013.pdf|urlmorto=no}}</ref>.
 
== Storia ==
=== Le origini e il periodo osco, greco ed etrusco ===
Le prime testimonianze di vita, seppur scarse, nel territorio di Pompei, il cui nome deriva o dal greco ''pémpo'' o ''pompé'', oppure dall'osco ''pompe''<ref>{{Cita|Touring Club Italiano|p. 501|Touring Club, 2008}}.</ref>, risalgono alla fine del IX secolo a.C., quando il popolo degli [[Opici]], seppur in forma ancora [[Popoli nomadi|non stanziale]]<ref name="Vos8">{{Cita|De Vos|p. 8|De Vos, 1982}}.</ref>, occupa il territorio in posizione strategica su un pianoro dall'altezza di quasi trenta metri, formatosi in seguito ada una colata lavica del [[Vesuvio]]<ref name="Cant15">{{Cita|Cantarella e Jacobelli|p. 15|Cantarella e Jacobelli, 2013}}.</ref>, dalle pareti scoscese a picco sul [[mare]], con veduta su tutto il [[golfo di Napoli]] e nei pressi della [[Estuario|foce]] del [[Sarno (fiume)|fiume Sarno]], ottima riserva di acqua, vista la mancanza di sorgenti in zona<ref>{{cita web|url=http://www.marketplace.it/pompeiruins/index.htm|titolo=Descrizione della città|accesso=27 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131011002517/http://www.marketplace.it/pompeiruins/index.htm|dataarchivio=11 ottobre 2013}}</ref>.
 
I primi insediamenti stabili risalgono invece intorno all'VIII secolo a.C., adper opera degli [[Osci]]<ref name="Vos8"/>: questi fondano cinque [[Villaggio|villaggi]] nella zona, i quali, intorno al VI secolo a.C., si riuniscono in un solo agglomerato, cinto di [[Mura (fortificazione)|mura]] e a controllo di un importante asse viario<ref>{{Cita|Touring Club Italiano|p. 502|Touring Club, 2008}}.</ref>; iniziano anche i primi scambi commerciali via mare, con la costruzione di un piccolo [[porto]] situato nei pressi della foce del fiume<ref name="Etienne62">{{Cita|Etienne|p. 62|Etienne, 1992}}.</ref>. L'abitato osco è da riconoscersi nelle regioni VII e VIII degli scavi di Pompei<ref name="Etienne61">{{Cita|Etienne|p. 61|Etienne, 1992}}.</ref>: questo è stato definibile grazie agli [[Stratigrafia (geologia)|studi stratigrafici]] effettuati al di sotto delle costruzioni di [[Sanniti|epoca sannitica]] e [[Storia romana|romana]]<ref name="Etienne61"/>, durante i quali sono stati ritrovati frammenti di [[ceramica]] per lo più appartenenti a [[necropoli]] con [[tomba|tombe]] di tipo a fossa<ref name="Vos8"/>.
[[File:Tempio di Apollo (Pompei) WLM 001.JPG|miniatura|sinistra|Il Tempio di Apollo, edificato nel periodo etrusco]]
 
Con l'arrivo dei [[Greci]] in [[Campania antica|Campania]], che fondano la [[Colonizzazione greca|colonia]] di [[Pithecusa]] sull'[[isola d'Ischia]], tra il 780 ede il 770 a.C., e quella di [[Cuma]], intorno al 740 a.C.<ref name="Vos8"/>, anche Pompei, pur non venendo mai conquistata militarmente, entra nell'orbita del popolo ellenico; la costruzione più importante di questo periodo è quella del [[Tempio Dorico (Pompei)|Tempio Dorico]]: questo non viene edificato nei pressi del centro, ma in posizione più isolata, in quello che poi diventerà il [[Foro Triangolare]], poiché l'intenzione dei greciGreci non è quella di stabilirsi definitivamente a Pompei, ma semplicemente controllare le [[Strada|strade]] ede il porto<ref name="Etienne62"/>; nello stesso periodo inoltre viene introdotto il culto di [[Apollo]]<ref>{{Cita|Zanker|p. 60|Zanker, 1993}}.</ref>. Nel 524 a.C., nella [[Pianura Campana]], si assiste all'arrivo degli [[Etruschi]], che fondano [[Capua (città antica)|Capua]]<ref name="Guerdan7">{{Cita|Guerdan|p. 7|Guerdan, 1978}}.</ref>: questi alla ricerca di un collegamento con l'entroterra si stanziano anche nella zona di Pompei, trovando nel fiume Sarno la via di comunicazione tra il mare e l'interno<ref name="Etienne63">{{Cita|Etienne|p. 63|Etienne, 1992}}.</ref>; come per i Greci, anche gli Etruschi non conquistano militarmente la città, ma si limitano semplicemente a controllarla: in questo periodo infatti Pompei gode di una sorta di autonomia. Sotto gli Etruschi viene costruito un primitivo [[Foro (urbanistica)|foro]], che risulta comunque essere una semplice [[piazza]] adibita a [[mercato]], viene edificato il [[Tempio di Apollo (Pompei)|tempio di Apollo]], nel quale sono ritrovati anche frammenti di ceramica di [[bucchero]]<ref name="Vos8"/>, diverse case vengono dotate del cosiddetto [[Atrio (architettura)|atrio]] tuscanico, tipico di questo popolo, e vengono fortificate le mura<ref name="Etienne64">{{Cita|Etienne|p. 64|Etienne, 1992}}.</ref>.
 
Dal 474 a.C., momento della [[Battaglia di Cuma (474 a.C.)|sconfitta]] degli Etruschi da parte dei Cumani<ref name="Etienne64"/>, al 424 a.C. Pompei torna nuovamente sotto l'influsso dei Greci<ref name="Cant15"/>: viene restaurato il tempio di Apollo ede il [[Tempio di Giove (Pompei)|tempio di Giove]], sono rinforzate le mura nel tratto compreso tra porta Ercolano e porta Vesuvio e viene fondato un nuovo nucleo abitativo, riconosciuto nella regione VI<ref name="Etienne65">{{Cita|Etienne|p. 65|Etienne, 1992}}.</ref>; su quest'ultimo punto gli [[archeologo|archeologi]] hanno espresso pareri discordanti: alcuni sostenevano che l'aspetto della città fosse rimasto immutato fino all'arrivo dei Sanniti, mentre grazie agli studi stratigrafici condotti da [[Amedeo Maiuri]], si è venuti a conoscenza che il quartiere era protetto da mura greche ed era inoltre poco probabile che i Sanniti fossero riusciti a sviluppare un così elevato piano urbanistico, caratterizzato da una rete di strade perfettamente ordinate<ref>{{Cita|Etienne|p. 66|Etienne, 1992}}.</ref>.
 
=== Il periodo sannita ===
[[File:Foro Pompei 1.JPG|miniatura|Il foro, edificato nel periodo sannita]]
 
[[Diodoro Siculo]] e [[Tito Livio]] parlano della caduta di Cuma, adper opera dei Sanniti, popolo proveniente dalle zone interne dell'[[Abruzzo]] e del Molise, alleati dei [[Civiltà romana|Romani]], tra il 423 ede il 420 a.C.<ref>{{Cita|Etienne|p. 70|Etienne, 1992}}.</ref>: è quindi ipotizzabile che prima di sferrare l'attacco finale ai Greci, tutto il territorio circostante, e quindi anche Pompei, sia stato conquistato intorno al 424 a.C.<ref>{{Cita|Etienne|p. 69|Etienne, 1992}}.</ref>. Lo scoppio della [[prima guerra sannitica]] porta un capovolgimento di fronti, con un'aperta ostilità tra Sanniti e Romani, conclusa con la pace del [[340 a.C.]]<ref>{{Cita|Etienne|pp. 71–72|Etienne, 199271-72}}.</ref>: tuttavia già dal [[343 a.C.]] un primo [[esercito romano]] era entrato nella piana campana, portando con sé gli usi e costumi della romanità<ref>{{Cita|Etienne|p. 72|Etienne, 1992}}.</ref>; nella guerra dei Romani contro i [[Latini]], i Sanniti restano fedeli a [[Roma (città antica)|Roma]], mentre nel 310 a.C., quando i Romani muovono guerra contro i [[Nuceria Alfaterna|Nocerini]], i Sanniti pompeiani si schierano a favore di questi ultimi, i quali, dopo una prima vittoria, sono costretti a capitolare<ref>{{Cita|Etienne|pp. 73–74|Etienne, 199273-74}}.</ref>: Pompei, pur governata dai Sanniti, entra a tutti gli effetti nell'orbita romana, a cui resta fedele anche durante la [[terza guerra sannitica]] e nella [[Battaglia di Benevento (275 a.C.)|guerra]] contro [[Pirro]]<ref name="Guerdan7"/>.
 
Per tutto il III ede il II secolo a.C. Pompei gode di una certa autonomia: la città vive il suo periodo di massima fioritura ed espansione<ref name="Vos9">{{Cita|De Vos|p. 9|De Vos, 1982}}.</ref>, raggiungendo il suo perimetro definitivo<ref>{{Cita|Etienne|p. 77|Etienne, 1992}}.</ref>: vengono costruiti il [[Foro di Pompei|foro]] e numerosi edifici, sia pubblici chesia privati, dotati di elevata qualità [[architettura|architettonica]]<ref name="Cant15"/>, così come le mura vengono rinforzate in pietra di [[Sarno]], con l'abbandono del sistema a doppio recinto, che poi entra nuovamente in voga a partire dal II secolo a.C., con l'inserto di pietre di [[tufo]]<ref>{{Cita|Etienne|pp. 75–77|Etienne, 199275-77}}.</ref>, a seguito delle tensioni dovute all'arrivo di [[Annibale]] e allo scoppio della [[seconda guerra punica]]<ref name="Vos9"/>. Nonostante l'incertezza politica dovuta a questi eventi e il progressivo migrare di uomini facoltosi verso città più tranquille del [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]] orientale, Pompei continua a godere di una certa floridità dovuta alla produzione ede al commercio di vino e [[Olio di oliva|olio]], con gli scambi che si spingono fino in [[Provenza]] ede in [[Spagna romana|Spagna]]<ref name="Zanker15">{{Cita|Zanker|p. 15|Zanker, 1993}}.</ref>, oltre ada un'intensa [[agricoltura|attività agricola]] svolta nelle [[Fattoria|fattorie]] costruite nei dintorni della città<ref name="Vos9"/>.
 
=== Il periodo romano ===
[[File:Edificio di Eumachia 1.JPG|miniatura|sinistra|L'Edificio di Eumachia, edificato per esaltare Augusto]]
 
I [[Senato romano|senatori romani]], affascinatiattirati dal territorio fertile e dal clima mite, iniziano a spartirsi i territori intorno alla città<ref>{{Cita|Etienne|p. 79|Etienne, 1992}}.</ref>: tale eventosituazione, associatoassociata all'esclusione del diritto di diventare [[Cittadinanza romana|cittadini romani]], porta i pompeiani a schierarsi contro Roma durante la [[guerra sociale]]<ref name="Cant15"/>; in vista di una possibile battaglia, vengono fortificate le mura, costruite nuove [[Torre|torri]] ede aperte le [[Porta cittadina|porte]] di Nola, Sarno e Capua e si istruisce un esercito<ref>{{Cita|Etienne|pp. 80–81|Etienne, 199280-81}}.</ref>. La risposta romana non tarda ad arrivare: dopo aver conquistato [[Stabia]] ed [[Ercolano antica|Ercolano]], l'esercito, guidato da [[Lucio Cornelio Silla]] e di cui faceva, probabilmente, parte anche [[Marco Tullio Cicerone]]<ref name="Etienne82">{{Cita|Etienne|p. 82|Etienne, 1992}}.</ref>, si ricongiunge a Pompei, sferrando l'attacco contro le mura della città nei pressi di porta Ercolano e porta Vesuvio, con grossi proiettili di pietra, di cui sono ancora visibili le tracce dei segni lasciati all'interno della [[muratura]]<ref name="Guerdan7"/>; probabilmente, alla lotta partecipa, anche, una [[flotta]] navale<ref name="Etienne81">{{Cita|Etienne|p. 81|Etienne, 1992}}.</ref>. La difesa dei Pompeiani è strenua, aiutati, anche, dai [[Celti]] capitanati da Lucio Cluenzio, inviati da [[Gaio Papio MutilioMutilo|Papio Mutilo]]: i Romani sono, quindi, costretti a ritirarsi, ma, poco dopo, riportano una vittoria contro i celtiCelti nei pressi di [[Nola]], in una battaglia in cui persero la vita, circa, diciottomila uomini<ref name="Etienne81"/>; la resa dei Pompeiani è ormai vicina e nell'estate o nell'autunno dell'89 a.C.<ref name="Etienne81"/> la città viene conquistata, tra l'altro in modo quasi pacifico, senza provocare notevoli danni, divenendo a tutti gli effetti romana<ref>{{Cita|De Vos|pp. 9–10|De Vos, 19829-10}}.</ref>.
 
Gli abitanti diventano, quindi, cittadini romani e la città, iscritta nella [[Gens Menenia|tribù Menenia]], riceve lo stato di ''[[Municipio (storia romana)|municipium]]'', gestita da un [[quadrumvirato|Quadrumviro]]<ref name="Vos10">{{Cita|De Vos|p. 10|De Vos, 1982}}.</ref>: nell'80 a.C., [[Publio Cornelio Silla]] modifica lo stato da municipio a [[Colonia romana|colonia]], a cui dà il nome di ''Colonia Cornelia Veneria Pompeianorum'' amministrata da un gruppo di ''homines novi''<nowiki>, chiamati a formare, sia l'</nowiki>''ordo decurionum'', composto dalle ottanta alle cento persone, sia a nominare nuovi [[Magistratura (storia romana)|magistrati]]; a questi si affiancano i [[Duumviri|duoviri]] e gli [[Edile (storia romana)|edili]], eletti dai cittadini aventi i diritti civili, ede i [[Sacerdote|sacerdoti]], eletti allo stesso modo, eccetto i ''Sodales Augustales'', nominati dall'[[Imperatore romano|imperatore]] stesso<ref name="Vos10"/>. Altra carica è quella dei ''magistri vici'' e ''magistri pagi'', addetti, oltre al culto dei [[Lari (divinità)|Lari]], a partecipare alla vita politica, amministrando i ''[[Vicus|vici]]'' e i ''[[Pagus|pagi]]'', ossia i [[Quartiere|quartieri]], rispettivamente interni ed esterni alle mura, in cui è divisa la città, che costituiscono, anche, una sorta di distretti elettorali, ognuno con un proprio nome, a volte deducibile dai manifesti elettorali dipinti sulle [[facciata|facciate]] degli edifici, come il quartiere dei ''Forenses'', quello dei ''Campanienses'' o dei ''Salinienses''<ref>{{Cita|De Vos|pp. 10–11|De Vos, 198210-11}}.</ref>. Scompaiono, inoltre, dalla magistratura personalità sannitiche ede i [[Patrizio (storia romana)|patrizi]] subiscono numerose [[Confisca (diritto penale)|confische]], soprattutto appezzamenti terrieri, per poi essere assegnati ai veterani di Silla: questi, quindi, costruiscono numerose fattorie formando una sorta di quartiere suburbano, probabilmente già esistente precedentemente, che prende il nome di ''Pagus Augustum Felix Suburbanus'', localizzato nella zona delle odierne città di [[Boscoreale]], [[Boscotrecase]] e [[Terzigno]], dove convivono coloni ede [[Popoli indigeni|indigeni]]<ref name="Vos10"/>. La conquista romana, tuttavia, non muta particolarmente lo stile di vita pompeiano: la [[Lingua (linguistica)|lingua]] ufficiale diventa il [[Lingua latina|latino]], ma si continuano a parlare l'[[Lingua osca|osco]] ede il [[Lingua greca|greco]], come testimoniato dal ritrovamento di alcuni [[Graffiti (archeologia)|graffiti]]; le [[unità di misura]] continuano ada essere, per circa mezzo secolo, quelle osche fino alla definitiva introduzione del [[piede romano]]<ref name="Vos10"/>.
 
[[File:Pittura di pompei con zuffa tra pompeiani e nocerini.jpg|miniatura|Affresco raffigurante la rissa tra Pompeiani e Nocerini]]
 
Un forte impulso alla romanizzazione viene dato dalla salita al potere di [[Augusto]] nel 27 a.C.<ref name="Vos11">{{Cita|De Vos|p. 11|De Vos, 1982}}.</ref>: sono sostituite le truppe sillane con quelle augustee, vengono riammesse le vecchie famiglie sannitiche che nel frattempo, tramite [[Matrimonio|matrimoni]] e [[adozione|adozioni]], si sono imparentate con quelle romane e numerosi patrizi portano in città ricchezze terriere e attività commerciali, affiancate da nuovi modelli architettonici ede artistici che hanno come tema centrale la figura di Augusto, facendo diventare Pompei il luogo di villeggiatura prediletto del patriziato romano<ref name="Vos11"/>. Il [[Teatro Grande (Pompei)|Teatro Grande]] viene restaurato dagli Holconii e dedicato ad Augusto, la sacerdotessa [[Eumachia]], costruisce una sorta di nuova [[Basilica civile|basilica]], chiamata [[Edificio di Eumachia]], che ospita [[statua|statue]] dedicate alla famiglia augustea e addirittura viene dedicato un [[Tempio della Fortuna Augusta|tempio alla Fortuna Augusta]]<ref>{{Cita|De Vos|pp. 11–12|De Vos, 198211-12}}.</ref>: oltre alla costruzione dell'[[Acquedotto romano del Serino|acquedotto del Serino]], allacciato a Pompei tramite una condotta secondaria, il periodo di [[pace]] favorisce i commerci della città, soprattutto quello di tipo marittimo grazie allo sviluppo del porto, con l'[[esportazione]], tra cui quella di vino, specie nella [[Gallia Narbonense|Gallia meridionale]], ma anche l'importazione di numerosi prodotti stranieri<ref name="Vos12">{{Cita|De Vos|p. 12|De Vos, 1982}}.</ref>.
 
Un periodo di [[Crisi (politica)|crisi]], la cui causa rimane sconosciuta, si verifica alla fine dell'impero di [[Caligola]], tanto che, nel 40, è lo stesso imperatore a diventare duoviro, mentre, sotto [[Claudio]], tra il 41 e il 52, non vengono menzionati né magistrati, né al nuovo imperatore è dedicata alcuna statua, se non due basi di [[marmo]] nel tempio della Fortuna Augusta<ref name="Vos12"/>. Sotto [[Nerone]], in particolare fino al 59, la vita cittadina procede tranquilla: tuttavia, una violenta [[Zuffa tra Pompeiani e Nocerini|rissa tra Pompeiani e Nocerini]], avvenuta nell'[[Anfiteatro romano di Pompei|Anfiteatro]], provoca numerosi morti ede, in conseguenza, in quanto la vicenda ha una forte eco anche a Roma, come riferito anche negli [[Annales (Tacito)|Annales]] di [[Publio Cornelio Tacito]]<ref name="Cant16">{{Cita|Cantarella e Jacobelli|p. 16|Cantarella e Jacobelli, 2013}}.</ref>, viene disposta la chiusura dello stesso edificio per dieci anni e lo scioglimento di tutte le associazioni illegali<ref name="Etienne82"/>; la causa dello scontro è da ricercarsi, o nel fatto che l'imperatore, nel 57, ha modificato lo stato di Nocera in colonia, arrecando danni [[Economia|economici]] a Pompei<ref>{{Cita|Etienne|pp. 82–83|Etienne, 199282-83}}.</ref>, o per motivi di ordine politico<ref name="Vos12"/>.
 
=== Il terremoto del 62 e l'eruzione del 79 ===
[[File:Casa di Cecilio Giocondo 3.JPG|miniatura|sinistra|La Casa di Lucio Cecilio Giocondo, all'interno della quale sono stati ritrovati affreschi raffiguranti i danni provocati dal sisma del 62]]
 
Il 5 febbraio del 62 un violento [[terremoto di Pompei del 62|terremoto]], di intensità stimata pari al V-VI grado della [[scala Mercalli]]<ref name="Vos12"/>, con [[epicentro]] nella vicina Stabiae, colpisce anche Pompei e la piana circostante provocando numerosi danni e crolli: questise ne ha testimonianza grazie vengonoalla dipintirappresentazione negli [[affresco|affreschi]] della [[casa di Lucio Cecilio Giocondo]], in particolar modo si notano i danni a porta Vesuvio, al [[Castellum Aquae]], al foro ede al tempio di Giove<ref>{{Cita|Touring Club Italiano|pp. 504–505|Touring Club, 2008504-505}}.</ref>; il [[terremoto]] ha un influssoimpatto negativo sulla vita cittadina: molte delle personalità più ricche, temendo per la propria incolumità, si trasferiscono in altre zone, mentre il commercio cala bruscamente. Pompei diventa quindi un cantiere dove l'attività principale è quella della ricostruzione: non mancano esempi di [[speculazione edilizia]] e molti si arricchiscono con gli [[Locazione|affitti]] o con gli [[appalto|appalti]] dei lavori di restauro<ref>{{Cita|De Vos|pp. 12–13|De Vos, 198212-13}}.</ref>; non si è a conoscenza se gli imperatori Nerone e [[Vespasiano]] abbiano in qualche modo finanziato la ricostruzione, ma sta di fatto che le ricchezze accumulate nel corso degli anni dagli abitanti favorisce l'edificazione di edifici lussuosi, spesso rivestiti di marmi: in poco tempo sono restaurate le regioni VI e VIII, quelle a più alta densità residenziale, oltre al [[Tempio di Iside (Pompei)|tempio di Iside]], grazie alle offerte di un [[liberto]]<ref name="Vos13">{{Cita|De Vos|p. 13|De Vos, 1982}}.</ref>.
 
Nel decennio a seguito del terremoto non mancano tuttavia disordini di tipo politico e amministrativo: Vespasiano infatti è costretto ada inviare a Pompei il [[tribuno]] Titus Suedis Clemens, per risolvere alcune situazioni legate al possesso abusivo di terreni municipali da parte di privati<ref name="Vos13"/>.
 
Non sono stati completati ancora i lavori di ristrutturazione<ref name="Vos12"/>, quando la mattina del 24 agosto<ref>{{Cita|Guerdan|p. 160|Guerdan, 1978}}.</ref> o comunque in un periodo compreso tra agosto e novembre del 79<ref>{{Cita|Garcia|p. 16|Garcia, 2006}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=L%27iscrizione%20e%20la%20data%20dell%27eruzione&idSezione=7787|titolo=L'iscrizione e la data dell'eruzione|accesso=22 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181022113312/http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=L%27iscrizione%20e%20la%20data%20dell%27eruzione&idSezione=7787|urlmorto=sì}}</ref>, una violenta [[Eruzione vulcanica|eruzione]] del Vesuvio pone definitivamente fine alla vita di Pompei: anticipata dai giorni precedenti da scosse di terremoto<ref name="Etienne21">{{Cita|Etienne|p. 21|Etienne, 1992}}.</ref>, una nuvola a forma di pino si alza dalla sommità del vulcano<ref>{{Cita|Guerdan|p. 161|Guerdan, 1978}}.</ref>, fino a che, intorno alle 13, un boato annuncia la rottura del tappo di magma solidificato che ostruisce il [[Cratere vulcanico|cratere]], dando inizio ada una incessante pioggia di ceneri e lapilli sulla città, la quale in circa cinque ore raggiunge l'altezza di un metro, provocando i primi crolli dei tetti<ref name="Eruzione">{{cita web|url=httphttps://sites.google.com/site/ad79eruption/history/tragedy|titolo=Le fasi dell'eruzione del Vesuvio|sito=AD79 Destruction and Re-discovery|editore=Peter Clements|lingua=en|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140924012954/https://sites.google.com/site/ad79eruption/history/tragedy|urlmorto=no}}</ref>; intorno alle 6 del giorno successivo, quando l'altezza del materiale vulcanico è pari a due metri, un [[Colata piroclastica|flusso piroclastico]] raggiunge le mura di Pompei: a questo ne segue un altro intorno alle 7, bissato pochi minuti dopo, ede un ultimo, più potente, intorno alle 8, causando definitivamente la morte di tutti quelli che erano sopravvissuti<ref name="Eruzione"/>. Alle 10 la furia eruttiva inizia ada indebolirsi, anche se la pioggia di ceneri continua per altri quattro giorni<ref name="Etienne21"/>, poi l'evento termina definitivamente<ref name="Eruzione"/>: Pompei è seppellita sotto una coltre di circa sei metri di materiale vulcanico, dal quale affiorano solo resti di [[Colonna|colonne]] e la parte più alta degli edifici<ref name="Cant17">{{Cita|Cantarella e Jacobelli|p. 17|Cantarella e Jacobelli, 2013}}.</ref>. Non si conosce il numero preciso di abitanti della città nel 79; secondo alcune stime questi variano da seimila a ventimila ede il numero di vittime ritrovate si aggira intorno a millecentocinquanta: a questo dato va comunque aggiunta la parte di città ancora da esplorare e si calcola che in totale le vittime possano essere circa milleseicento; è da considerare inoltre che la maggior parte della [[popolazione]] è riuscita a mettersi in salvo, scappando, ai primi stadi dell'eruzione<ref name="Conto">{{cita web|url=https://sites.google.com/site/ad79eruption/history/counting-the-dead|titolo=Le vittime dell'eruzione|sito=AD79 Destruction and Re-discovery|editore=Peter Clements|lingua=en|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140924013038/https://sites.google.com/site/ad79eruption/history/counting-the-dead|urlmorto=no}}</ref>.
[[File:S03 06 01 024 image 3141.jpg|miniatura|Il Vesuvio in attività in una foto degli inizi del XX secolo, ancora in attività]]
 
Delle circa millecentocinquanta vittime accertate, trecentonovantaquattro sono state ritrovate negli strati di lapilli inferiori, morte quasi tutte all'interno di edifici crollati sotto il peso dei materiali vulcanici che si sono depositati sui tetti, mentre altri seicentocinquanta sono stati ritrovati nella parte superiore dei depositi piroclastici, morti esternamente, raggiunti dalle nubi ardenti nella seconda fase dell'eruzione<ref name="Conto"/>. Molti Pompeiani cercano di sfuggire alle ceneri e ai lapilli coprendosi la bocca con un cuscino<ref name="Guerdan162">{{Cita|Guerdan|p. 162|Guerdan, 1978}}.</ref>; quelli che cercano rifugio scappando verso porta Ercolano trovano morte sicura<ref name="Guerdan162"/>, mentre la salvezza è più probabile per chi scappa attraverso porta Stabia e quindi via mare, anche se la [[spiaggia]] è battuta da [[Onda marina|onde]], provocate dai continui terremoti, e le barche sono andate quasi tutte distrutte<ref>{{Cita|Guerdan|pp. 164–165|Guerdan, 1978164-165}}.</ref>. A seguito degli scavi archeologici e con l'utilizzo della tecnica dei calchi è stato possibile ricomporre gli ultimi instanti di vita di alcune persone, come ad esempio quelli di una donna che portava con sé numerosi [[Gioielleria|gioielli]], accompagnata da una fanciulla quattordicenne con la testa avvolta in un lenzuolo<ref>{{Cita|Guerdan|p. 165|Guerdan, 1978}}.</ref>, quelli di un mendicante con un bastone ede una bisaccia ripiena di generi alimentari, quelli di una coppia di sposi che si tiene per mano, quelli di un uomo, forse un [[atleta]], con in mano un flacone di olio<ref>{{Cita|Guerdan|p. 167|Guerdan, 1978}}.</ref>, quelli di un gruppo di tredici persone, tra cui uno [[Schiavitù nell'antica Roma|schiavo]], due bambini ede una donna inferma<ref>{{Cita|Guerdan|p. 169|Guerdan, 1978}}.</ref>, quelli dei sacerdoti del tempio di Iside, uno dei quali ritrovato con un carico d'[[oro]], probabilmente il tesoro del tempio<ref>{{Cita|Guerdan|p. 170|Guerdan, 1978}}.</ref> e quelli di un gruppo di schiavi ritrovati in una stanza di quattro metri quadrati con ossa spezzate, dopo aver cercato di fuggire tramite una [[scala (architettura)|scala]] dal tetto<ref>{{Cita|Guerdan|pp. 171–172|Guerdan, 1978171-172}}.</ref>. Oltre ada esseri umani trovano la morte anche [[Animalia|animali]]: tra gli esempi più eclatantinotevoli quello di un [[Canis lupus familiaris|cane]], che cerca di liberarsi dal suo [[guinzaglio]]<ref>{{Cita|Guerdan|pp. 172–173|Guerdan, 1978172-173}}.</ref>.
 
Terminata l'eruzione, il Vesuvio si presenta con una nuova forma, ossia due [[Vetta|cime]] ede un nuovo cono<ref>{{Cita|Guerdan|p. 173|Guerdan, 1978}}.</ref>: tutta la zona circostante a Pompei è ricoperta da una coltre bianca, il fiume Sarno a stento riesce a scorrere e la linea di [[costa]] si è modificata, protraendosi verso il mare<ref name="Sopra">{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?idSezione=293|titolo=Le fasi dopo l'eruzione|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140427234409/http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?idSezione=293|urlmorto=sì}}</ref>. L'imperatore [[Tito (imperatore romano)|Tito]] invia in Campania una delegazione di soccorsi ede interdice la zona al transito: inoltre dispone che tutte le [[Proprietà (diritto)|proprietà]] rimaste senza [[erede|eredi]] siano smantellate ede i materiali riutilizzati per la costruzione, permettendo quindi il recupero di marmi, tubature di [[piombo]], statue e ogni sorta di ricchezza che viene ritrovata<ref name="Sopra"/>, attraverso lo scavo di cunicoli<ref name="Vos13"/>; non mancano comunque episodi di sciacallaggio che si susseguono nei periodi immediatamente dopo l'eruzione<ref name="Cant17"/>. La maggior parte della popolazione lascia definitivamente il territorio pompeiano: alcuni superstiti però fanno ritorno, stabilensodi principalmente nei piani alti delle case che emergevano dai materiali vulcanici<ref>{{Cita|E-Journal 7|p. 32}}.</ref>. Intorno al 120 viene ripristinata nei pressi di Pompei la viabilità verso Stabiae e Nocera per volere di [[Adriano]],<ref maname="Cant17"/>: latuttavia cittàPompei non vienerinasce piùcome ricostruita,un anzivero ile territorioproprio dovecentro sorgevaabitato iniziae a ricoprirsipartire didal IV secolo si svuota definitivamente con il resto delle rovine che venne inglobato nella [[vegetazione]], scomparendo definitivamente<ref>{{Cita|E-Journal 7|p. 33}}.</ref><ref name="Cant17"/>.
 
== Urbanistica ==
{{Vedivedi anche|Scavi archeologici di Pompei|Scavi archeologici didell'agro Oplontipompeiano|Scavi archeologici di BoscorealeOplonti}}
[[File:Via dell'Abbondanza 1.JPG|miniatura|sinistra|Via dell'Abbondanza, la strada principale di Pompei]]
 
L'antica Pompei viene fondata su un pianoro alto circa quaranta metri<ref>{{Cita|Touring Club Italiano|p. 508|Touring Club, 2008}}.</ref>, formatosi a seguito di un'antica eruzione del Vesuvio e che in epoca moderna prende il nome di Civita: questo è a ridosso del mare, con pareti scoscese e quindi facilmente difendibile, e costeggiato dal fiume Sarno, che sfocia lungo la vicina costa; il primo nucleo di Pompei è da ritenersi fondato nei pressi del foro<ref>{{Cita|Zanker|p. 8|Zanker, 1993}}.</ref>.
 
L'assetto urbanistico ricalca il modello proposto da [[Ippodamo]] da [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], anche se non è seguito alla perfezione: mancano sovente l'uso di angoli retti e le dimensioni degli isolati non sono costanti; Pompei si estende per circa sessantasei [[Ettaro|ettari]] ed è circoscritta in una cinta muraria lunga tre chilometri e duecento metri: in questa si aprono sette porte, più una la cui esistenza è ancora incerta, in quanto situata in una zona ancora da esplorare, e si innalzano dodici torri<ref>{{Cita|De Vos|pp. 20–21|De Vos, 198220-21}}.</ref>. A seguito della conquista dei Romani, le mura diventano inutili e piuttosto che abbatterle si preferisce costruire all'esterno di esse: tuttavia ciò è visibile solo nei pressi di porta Marina dove vengono edificate le [[Terme Suburbane (Pompei)|Terme Suburbane]] e la [[Villa Imperiale (Pompei)|villa Imperiale]]<ref>{{Cita|De Vos|p. 22|De Vos, 1982}}.</ref>; sempre esternamente alla cinta muraria si trovano, nei pressi delle porte, le [[Necropoli di Pompei|necropoli]], oltre a diverse [[Villa romana|ville d'otium]] come [[villa dei Misteri]], mentre il porto è situato a circa un chilometro da porta Stabia<ref name="Commercio">{{cita web|url=http://www.marketplace.it/pompeiruins/arte.htm|titolo=L'attività commerciale|accesso=27 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131011002502/http://www.marketplace.it/pompeiruins/arte.htm|dataarchivio=11 ottobre 2013}}</ref> ede ancora una zona, verso nord, chiamata ''Pagus Augustum Felix Suburbanus'', dove sorgono numerose ville rustiche, un'altra chiamata ''[[Oplontis]]'' o ''Pagus Salinienses'', sede di ville d'otium e complessi termali ede un'altra, verso est, denominata ''Pagus Urbulanus''<ref>{{Cita|Touring Club Italiano|p. 511|Touring Club, 2008}}.</ref>. All'interno delle mura, la città, a seguito degli scavi, per volere di [[Giuseppe Fiorelli]], viene divisa in nove zone, chiamate ''regiones'', che corrispondono grosso modo agli antichi quartieri romani, a loro volta divise in ''insulae''<ref>{{Cita|Touring Club Italiano|pp. 508–509|Touring Club, 2008508-509}}.</ref>: ogni regione aveva una propria festa rionale, programmi elettorali e caratteristiche commerciali<ref name="Vos19">{{Cita|De Vos|p. 19|De Vos, 1982}}.</ref>.
[[File:Necropoli di Porta Nocera 16.JPG|miniatura|Necropoli di Porta Nocera]]
 
La rete stradale, in particolare le vie maggiori, costituita da due [[Decumano|decumani]] e due [[Cardine (storia romana)|cardini]], è organizzata in modo tale da mettere in comunicazione i complessi monumentali della città con le porte e, quindi, con le zone extraurbane<ref>{{Cita|Etienne|p. 78|Etienne, 1992}}.</ref>: in origine, queste erano realizzate direttamente sul banco tufaceo e, solo alla fine del II secolo a.C., lastricate in [[basalto]] lavico<ref name="Vos19"/>; con l'arrivo dei Romani, inoltre, sono costruiti alti [[Marciapiede|marciapiedi]], realizzati con gli scarti dell'edilizia, [[Pavimentazione esterna|pavimentati]] adper opera dei privati<ref>{{Cita|De Vos|pp. 19–20|De Vos, 198219-20}}.</ref> e, per l'attraversamento da un marciapiede all'altro, vengono posti, al centro della [[carreggiata]], blocchi di pietra in forma ovoidale in modo tale da permettere anche il passaggio dei [[Carro (trasporto)|carri]]<ref>{{Cita|De Vos|p. 20|De Vos, 1982}}.</ref>.
 
Il luogo principale della città è rappresentato dal foro, completamente pedonalizzato, intorno al quale si affacciano gli edifici più importanti della città, come il [[Macellum (Pompei)|Macellum]], la [[Basilica (Pompei)|basilica]], gli Edifici della Pubblica Amministrazione e diversi templi<ref>{{Cita|De Vos|pp. 34–48|De Vos, 198234-48}}.</ref>; il divertimento è assicurato dall'Anfiteatro, nel quale avvenivano [[Circo|giochi circensi]] e combattimenti tra i [[Gladiatore|gladiatori]], il Teatro Grande ede il [[Teatro Piccolo (Pompei)|Teatro Piccolo]], dove erano rappresentati [[Palliata|commedie]], [[Mimo latino|mimi]], [[Concerto (composizione musicale)|spettacoli musicali]] e [[Letteratura latina|poesie]]<ref name="Cant16"/>; la cura del corpo è invece affidata a diversi [[Terme romane|complessi termali]] come le [[Terme Stabiane]], le [[Terme del Foro (Pompei)|Terme del Foro]], le [[Terme Centrali]], le [[Terme Repubblicane]], le [[Terme di Sarno]] e le Terme Suburbane<ref name="Cant16"/>: a questo si aggiunge anche lo svago sessuale con la presenza di oltre venticinque [[Lupanare|lupanari]]. L'attività militare, oltre alla [[Casa dei Gladiatori|Schola Armatorum]], si svolge nella [[Palestra Grande]] e nella [[Palestra Sannitica]]<ref>{{Cita|Zanker|pp. 54–56|Zanker, 199354-56}}.</ref> mentre l'[[Religione romana|attività religiosa]] si pratica in diversi templi, come il tempio di Giove, il tempio di Apollo, il [[Tempio di Venere (Pompei)|tempio di Venere]], il tempio di Iside, il [[santuario dei Lari Pubblici]], il [[Tempio di Vespasiano (Pompei)|tempio di Vespasiano]] ede il tempio della Fortuna Augusta, questi ultimi due dedicati all'imperatore<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Edifici+di+culto&idSezione=129|titolo=Gli edifici di culto|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140427234438/http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Edifici+di+culto&idSezione=129|urlmorto=sì}}</ref>. La principale attività lavorativa svolta a Pompei è quella del commercio: in origine il luogo di tale pratica è rappresentato dal Foro, mentre a partire dal II secolo a.C., l'attività si sposta lungo via dell'Abbondanza<ref name="Commercio"/>.
 
[[File:Casa di Marco Lucrezio Frontone (Pompei) WLM 024.JPG|miniatura|sinistra|Affreschi della casa di Marco Lucrezio Frontone]]
 
La vendita è quella dei prodotti agricoli, ma anche di vino, talvolta servito caldo, olio<ref name="Zanker15"/>, [[frutta]], [[verdura]] e [[cereali]]: non mancano, infatti, [[Oleificio|frantoi]] per le [[Oliva|olive]] e per il [[Triticum|grano]], e numerosi [[Forno a legna|forni]] per la cottura del [[pane]], prodotto in circa dieci qualità a cui si aggiunge anche la produzione di un [[biscotto]] per cani<ref name="Alimentazione">{{cita web|url=http://www.marketplace.it/pompeiruins/alimentazione.htm|titolo=Le abitudini alimentari|accesso=27 aprile 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130629190749/http://www.marketplace.it/pompeiruins/alimentazione.htm|dataarchivio=29 giugno 2013}}</ref>. Presso le porte cittadine sorgono [[Stalla|stalle]] ede [[Albergo|alberghi]], mentre sulle vie principali sono ubicate [[Osteria|osterie]] e ''[[Thermopolium|thermopolia]]'': importante anche la [[pesca (attività)|pesca]] e la produzione di [[lana]]<ref>{{cita web|url=https://sites.google.com/site/ad79eruption/history/earning-a-living|titolo=Le attività commerciali|sito=AD79 Destruction and Re-discovery|editore=Peter Clements|lingua=en|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140923021922/https://sites.google.com/site/ad79eruption/history/earning-a-living|urlmorto=no}}</ref>; le [[Lampada|lampade]] venivano importate dall'[[Italia settentrionale]], mentre il [[Vaso|vasellame]] dalla [[Gallia]] e dalla Spagna<ref name="Commercio"/>. [[Plinio il Vecchio]] sosteneva che nella zona di Pompei venissero coltivati oltre cento tipi di [[Plantae|piante]] commestibili diverse e, pochi anni prima dell'eruzione, era stata anche introdotta la coltivazione del [[Prunus avium|ciliegio]], [[Prunus armeniaca|albicocco]] e [[Prunus persica|pesco]]: prodotto tipico era il ''[[garum]]'', una sorta di [[Salsa (gastronomia)|salsa]] di [[pesce]]<ref name="Alimentazione"/>.
[[File:Terme Suburbane WLM 018.JPG|miniatura|Fontana delle Terme Suburbane]]
 
La [[Casa romana|casa]] pompeiana segue prevalentemente lo schema lasciato dai Sanniti, ripreso poi anche dai Romani: questi ultimi si limitano a decorare gli ambienti con [[Pittura|pitture]] che fanno di Pompei un esempio unico al mondo; si distinguono quattro tipi di [[Pittura pompeiana|pitture]]: il [[primo stile]] che va dal [[150 a.C.|150]] all'[[80 a.C.]], caratterizzato da riquadri che tendono a riprodurre marmi colorati, il [[secondo stile]] che va dall'80 al [[14 a.C.]], in cui compaiono le [[Prospettiva|prospettive]] architettoniche, il [[terzo stile]] che va dal 14 a.C. al [[62]], dominato dal gusto decorativo, ede il [[quarto stile]], che inizia nel 62 fino al 79, con [[architettura|architetture]] e prospettive irreali, in cui abbondano elementi ornamentali<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?idSezione=62|titolo=La pittura pompeiana|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140427234113/http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?idSezione=62|urlmorto=sì}}</ref>. Oltre alla pittura, nelle case sono presenti anche i [[mosaico|mosaici]], che, così come le pitture, riproducevano sovente temi dell'[[antica Grecia]]<ref>{{Cita|Touring Club Italiano|p. 510|Touring Club, 2008}}.</ref>, mentre i [[capitello|capitelli]] delle colonne sono [[ordine dorico|dorici]], [[ordine ionico|ionici]], [[Ordine corinzio|corinzi]] e [[Ordine composito|compositi]]<ref>{{cita web|url=https://sites.google.com/site/ad79eruption/history/the-roman-house|titolo=La casa romana di Pompei|sito=AD79 Destruction and Re-discovery|editore=Peter Clements|lingua=en|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140923022136/https://sites.google.com/site/ad79eruption/history/the-roman-house|urlmorto=no}}</ref>. La muratura delle case è realizzata, in un primo momento, con [[opera quadrata]] ede [[opera incerta|incerta]], si passa poi ai blocchi di tufo, all'[[opera reticolata]] ede, infine, si arriva all'uso del [[mattone]], quindi all'[[opera laterizia]]. Spesso, sui muri esterni delle case, sono stati ritrovati manifesti elettorali: venivano realizzati con scritte a grandi [[Grafema|lettere]] in rosso e nero, con il nome del candidato seguito da uno [[slogan]]; talvolta erano, anche, scritte di buon augurio. Poche sono, invece, le case con acqua corrente: questa veniva conservata in ogni edificio tramite delle [[cisterna|cisterne]]; Pompei viene anche collegata all'acquedotto del Serino: l'acqua affluisce al Castellum Aquae ede attraverso un sistema di tubature viene fornita a diverse zona della città, per lo più alle terme, alle [[fontana|fontane]] pubbliche e alle case più ricche; mancano quasi del tutto le [[fognatura|fognature]], eccetto quelle presenti nelle [[Gabinetto (igiene)|latrine]] pubbliche, mentre le case sono dotate di [[Pozzo perdente|pozzi assorbenti]]<ref>{{Cita|De Vos|pp. 174–177|De Vos, 1982174-177}}.</ref>.
 
== Scavi archeologici ==
{{Vedivedi anche|Storia degli scavi archeologici di Pompei}}
[[File:Pompeji - Rekonstruktionarbeiten am Haus der Vettier.jpg|miniatura|sinistra|Attività di scavo alla fine del XIX secolo]]
 
I primi scavi nella zona dell'antica Pompei si sono svolti nel 1748, a seguito della scoperta di [[Ercolano (città antica)|Ercolano]], per volere della [[Borbone delle Due Sicilie|dinastia borbonica]], impiegando gli [[Ingegnere|ingegneri]] [[Roque Joaquín de Alcubierre]], [[Karl Jakob Weber]] e Francisco[[Francesco laLa Vega]]<ref name="Vos18">{{Cita|De Vos|p. 18|De Vos, 1982}}.</ref>: i primi ritrovamenti avvengono nella zona dell'Anfiteatro, anche se gli esploratori sono convinti di essere sulle tracce dell'antica [[Scavi archeologici di Stabia|Stabia]]; si capirà di essere a Pompei solo nel 1763 quando viene ritrovata un'[[epigrafe]] sulla quale viene chiaramente fatto riferimento alla ''Res Publica Pompeianorum''<ref name="Vos18"/>. Le prime esplorazioni vengono fatte tramite l'utilizzo di cunicoli sotterranei ed è solo con la salita al trono di [[Ferdinando I delle Due Sicilie]] che avvengono i primi scavi a cielo aperto<ref>{{Cita|Longobardi|p. 43|Longobardi, 2002}}.</ref>.
 
All'inizio del XIX secolo, a seguito di disordini di ordine politico, le indagini vengono sospese ede un nuovo impulso sarà dato solo dall'arrivo di [[Gioacchino Murat]]: è proprio la moglie di questi a cominciare un'opera di [[Pubblicità|pubblicizzazione]] del sito in tutta [[Europa]], tant'è che Pompei diventa una tappa obbligata del [[Grand Tour]]<ref>{{Cita|Longobardi|p. 42|Longobardi, 2002}}.</ref>. L'ultimo periodo di dominazione borbonica è segnato da una stasi nell'attività di scavo; questa viene ripresa solamente con l'[[Risorgimento|unità d'Italia]]: sono, infatti, archeologi come Giuseppe Fiorelli, [[Vittorio Spinazzola (archeologo)|Vittorio Spinazzola]] ede Amedeo Maiuri a riportare alla luce la città nella sua quasi totale interezza, poi la continua mancanza di fondi porta per lo più alla conservazione del patrimonio recuperato che a nuovi a scavi; i [[bombardamento|bombardamenti]] della [[seconda guerra mondiale]] provocano, in alcuni casi, ingenti danni alle rovine<ref>{{Cita|Garcia|pp. 31–34|Garcia, 200631-34}}.</ref>, mentre nel 1997, l'area archeologica, insieme a quella di [[Scavi archeologici di Ercolano|Ercolano]] ede [[Scavi archeologici di Oplonti|Oplonti]], viene dichiarata, dall'UNESCO, patrimonio dell'umanità<ref>{{cita web|url=http://www.sitiunesco.it/pompei-ercolano-torre-annunziata-le-aree-archeologiche.html|titolo=Scavi di Pompei, patrimonio dell'UNESCO|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140515052028/http://www.sitiunesco.it/pompei-ercolano-torre-annunziata-le-aree-archeologiche.html|urlmorto=sì}}</ref>. Nel 2012 parte il Grande Progetto Pompei, che mira al restauro e alla messa in sicurezza del sito<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/GPP/index.html|titolo=Il Grande Progetto Pompei|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140308164101/http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/minisiti/GPP/index.html|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Tutti i ritrovamenti di reperti, a cui si aggiungono le pitture ede i mosaici staccati in epoca borbonica, vengono originariamente conservati alla [[Reggia di Portici]], per poi essere trasferiti nella collezione di antichità all'interno del [[museo archeologico nazionale di Napoli]]<ref>{{cita web|url=http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale/|titolo=Il museo archeologico nazionale di Napoli|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170414231739/http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale/|urlmorto=sì}}</ref>; altri reperti sono ospitati nell'[[antiquarium di Pompei]]<ref>{{Cita|De Vos|pp. 24–26|De Vos, 198224-26}}.</ref> e nell'[[antiquarium di Boscoreale]]<ref>{{cita web|url=http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Antiquarium&idSezione=285|titolo=L'antiquarium di Boscoreale|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140427234609/http://www.pompeiisites.org/Sezione.jsp?titolo=Antiquarium&idSezione=285|urlmorto=sì}}</ref>.
 
== Cultura di massa ==
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Uno dei più celebri [[pittura|dipinti]] ispirati all'eruzione del Vesuvio è ''[[Gli ultimi giorni di Pompei (dipinto)|Gli ultimi giorni di Pompei]]'', dipinto fra il 1827 e il 1833 dal [[pittore]] [[Russia|russo]] [[Karl Pavlovič Brjullov]], a sua volta ispirato dall'omonima opera di [[Giovanni Pacini]].
 
Tra i romanzi principale quello del 1834 di [[Edward Bulwer-Lytton]], intitolato ''[[Gli ultimi giorni di Pompei (romanzo)|Gli ultimi giorni di Pompei]]'', uno del 1852 scritto da [[Théophile Gautier]] ede intitolato ''[[Arria MacerellaMarcella]]'', una serie di romanzi per bambini scritti da Caroline Lawrence ede intitolati ''I misteri romani ed ancora'', un altro chiamato ''[[Pompei (romanzo)|Pompei]]'' e scritto da [[Robert Harris]] nel 2003, il quale narra le vicende di un dipendente dell'acquedotto del Serino: nella storia compaiono anche Plinio il Vecchio, [[Plinio il Giovane]] e viene fatto riferimento alla ''[[piscina mirabilis]]'' di [[Bacoli]]. Riferimenti a Pompei vengono fatti anche nel primo libro del ''Cambridge Latin Course'' dove viene narrata la storia di un uomo residente a Pompei, Lucius Caecilius Iucundus, vissuto durante il periodo di Nerone e Vespasiano, morto, insieme alla sua famiglia, a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79<ref>{{cita web|url=http://www.cambridgescp.com/Lpage.php?p=clc^oa_book1^intro|titolo=Cambridge Latin Course|lingua=en|accesso=27 aprile 2014|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Tanti i titoli di [[film]] che si sono ispirati al romanzo di Edward Bulwer-Lytton e tutti chiamati ''Gli ultimi giorni di Pompei'': quello del 1900 diretto da Walter R. Booth, [[Gli ultimi giorni di Pompei (film 1913)|quello]] del 1913 diretto da [[Mario Caserini]], [[Gli ultimi giorni di Pompei (film 1926)|quello]] del 1926 diretto da [[Carmine Gallone]], ede ancora, [[Gli ultimi giorni di Pompei (film 1935)|uno]] del 1935 diretto da [[Merian C. Cooper]] ed [[Ernest Beaumont Schoedsack]], [[Gli ultimi giorni di Pompei (film 1950)|uno]] del 1950 diretto da [[Marcel L'Herbier]] e [[Paolo Moffa]] e [[Gli ultimi giorni di Pompei (film 1959)|uno]] del [[1959]] in principio diretto da [[Mario Bonnard]] e poi concluso da [[Sergio Leone]], girato tra [[Madrid]] e gli studi di [[Cinecittà]] a [[Roma]]; dello stesso titolo è inoltre una [[Fiction televisiva|miniserie]] del 1984, mentre un'altra chiamata ''[[Pompei (miniserie televisiva)|Pompei]]'' è stata realizzata nel 2007 per la regia di [[Giulio Base]] e protagonisti [[Lorenzo Crespi]] ede [[Andrea Osvárt]]. Altro film del 2014, anticipato da un [[documentario]] prodotto dal [[British Museum]], intitolato ''[[Pompei (film 2014)|Pompei]]'', del regista [[Paul W. S. Anderson|Paul William Scott Anderson]], incentra la trama su una storia d'amore, terminata con la morte dei protagonisti a seguito della furia eruttiva<ref>{{cita web|url=http://www.mymovies.it/film/2014/pompeii/|titolo=Pompeii, il film sulla storia di amore all'ombra del Vesuvio|editore=Marzia Gandolfi|accesso=27 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140428140610/http://www.mymovies.it/film/2014/pompeii/|urlmorto=no}}</ref>; nella serie ''[[Doctor Who]]'', nell'episodio ''IlLe Fuocofiamme di Pompei'', i protagonisti scoprono che l'[[eruzione vulcanica|eruzione]] è stata causata per evitare un'[[Extraterrestri nella fantascienza|invasione aliena]].
 
In una [[canzone]] del 2013, ''[[Pompeii (singolo)|Pompeii]]'', del gruppo [[Regno Unito|britannico]] [[Bastille]], è narrata la storia di un uomo di Pompei in cerca di salvezza dall'eruzione del Vesuvio.
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== Bibliografia ==
* {{cita news|autore=Fulvio Bufi|titolo=La (nuova) fine di Pompei|pubblicazione=Corriere della Sera|p=29|volume=143|numero=246|data=17 ottobre 2018}}
* {{Bibliografia|Guerdan, 1978|René Guerdan, ''Pompei: la vita di una città prima della morte'', Milano, [[Arnoldo Mondadori Editore]], 1978. {{NoISBN}}}}
* {{Bibliografia|Cantarellacita e Jacobelli, 2013libro|[[Eva Cantarella]]; e Luciana Jacobelli, ''|titolo=Pompei è viva'', |città=Milano, [[|editore=Giangiacomo Feltrinelli Editore]], |anno=2013. |ISBN =88-588-1282-4|cid=Cantarella e Jacobelli}}
* {{Bibliografia|Decita Vos, 1982libro|[[autore=Arnold deDe Vos|Arnold De Vos]]; autore2=Mariette De Vos, ''|titolo=Pompei, Ercolano, Stabia'', |città=Bari-Roma, [[Casa editrice|editore=Editori Giuseppe Laterza &e figli]], |anno=1982.|ISBN =88-420-2001-X|cid=De Vos}}
* {{Bibliografia|Etienne,cita 1992libro|Robert |Etienne, ''|La vita quotidiana a Pompei'', Milano, [[|1992|Arnoldo Mondadori Editore]], 1992. |Milano|ISBN =88-04-35466-6|cid=Etienne}}
* {{Bibliografia|Zanker, 1993|[[Paul Zanker]], ''Pompei: società, immagini urbane e forme dell'abitare'', Torino, [[Giulio Einaudi Editore]], 1993. ISBN 88-06-13282-2}}
* {{Bibliografiacita libro|Longobardi,autore=[[Laurentino Garcia y 2002Garcia|GiovanniLaurentino Longobardi,Garcia]]|titolo=Danni ''Pompeidi sostenibile'',guerra Roma,a Pompei|città=Roma|editore=L'Erma di Bretschneider, 2002. |anno=2006|ISBN =88-8265-189369-42|cid=Garcia}}
* {{Bibliografia|Guerdan,cita 1978libro|René |Guerdan, ''|Pompei: la vita di una città prima della morte'', Milano, [[|1978|Arnoldo Mondadori Editore]], 1978. {{NoISBN}}|Milano|cid=Guerdan}}
* {{Bibliografia|Garcia, 2006|[[Laurentino Garcia y Garcia|Laurentino Garcia]], ''Danni di guerra a Pompei'', Roma, [[L'Erma di Bretschneider]], 2006. ISBN 88-8265-369-2}}
* {{cita libro|Giovanni|Longobardi|Pompei sostenibile|2002|L'Erma di Bretschneider|Roma|ISBN=88-8265-189-4|cid=Longobardi}}
* {{Bibliografia|Touring Club, 2008|Touring Club Italiano, ''Guida d'Italia - Napoli e dintorni'', Milano, [[Touring Club Italiano|Touring Club Editore]], 2008. ISBN 978-88-365-3893-5}}
* {{Bibliografia|Zanker,cita 1993libro|autore=[[Paul Zanker]], ''|titolo=Pompei: società, immagini urbane e forme dell'abitare'', |città=Torino, [[|editore=Giulio Einaudi Editore]], |anno=1993. |ISBN =88-06-13282-2|cid=Zanker}}
* {{Bibliografia|Cantarella e Jacobelli, 2013|[[Eva Cantarella]]; Luciana Jacobelli, ''Pompei è viva'', Milano, [[Giangiacomo Feltrinelli Editore]], 2013. ISBN 88-588-1282-4}}
* {{Bibliografia|Touringcita Club, 2008libro|Touring Club Italiano, ''||Guida d'Italia - Napoli e dintorni'', Milano, [[Touring Club Italiano|2008|Touring Club Editore]], 2008. |Milano|ISBN =978-88-365-3893-5|cid=Touring Club Italiano}}
*Fulvio Bufi, ''La (nuova) fine di Pompei'', in [[Corriere della Sera]], pag. 29, anno 143, n°246, mercoledi 17 ottobre 2018 (Approfondimento: La data dell'eruzione; ''fonte)''
* {{Cita pubblicazione|titolo=E-Journal Scavi di Pompei|autore=[[Gabriel Zuchtriegel]]|autore2=Luca Borsa|autore3=Anna Onesti|autore4=Luca Salvatori|autore5=Giuseppe Scarpati|numero=7|data=6 agosto 2025|cid=E-Journal 7|url=https://pompeiisites.org/wp-content/uploads/07_E-Journal-La-rioccupazione-nellInsula-meridionalis-di-Pompei-dopo-il-79-d.C.-Riflessioni-a-margine-dellinconscio-archeologico.pdf|formato=pdf}}
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.pompeiisites.org/|Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia - Sito ufficiale|lingua=it, en}}
* {{cita web|http://www.comune.pompei.na.it/|Comune di Pompei - Sito ufficiale}}
 
{{Scavi archeologici di Pompei}}
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{{Città romane della Regio I Latium et Campania}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Anticaantica Roma|Archeologiaarcheologia|Campania|Storia}}
 
{{vetrina|17|settembre|2014|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Pompei antica|arg=Archeologia|arg2=Storia}}
 
[[Categoria:Scavi archeologici di Pompei| ]]
[[Categoria:Città osche]]
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