Adolfo Omodeo: differenze tra le versioni
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|immagine = Omodeo.jpg
|didascalia =
|carica = [[Ministri della
▲|carica = [[Ministri della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia|Ministro della pubblica istruzione]]
|mandatoinizio = 22 aprile [[1944]]
|mandatofine = 8 giugno [[1944]]
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|predecessore = [[Giovanni Cuomo]]
|successore = [[Guido De Ruggiero]]
|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|partito = [[Partito d'Azione]]
|titolo di studio = Laurea
|alma mater = [[Università degli Studi di Palermo]]
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|GiornoMeseNascita = 18 agosto
|AnnoNascita = 1889
|NoteNascita = <ref>«Essendosi diffusa in passato qualche confusione intorno all'esatta data di nascita di Omodeo, è bene ribadire l'assoluta sicurezza del 18 agosto, come testimonia Eva Zona e come si evince in maniera definitiva dalla lettera al figlio Pietro del 18 agosto 1940» ([[Marcello
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte = 28 aprile
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|Epoca = 1900
|Attività = storico
|Attività2 = politico
|Nazionalità = italiano
}} Esponente anche della [[idealismo italiano|filosofia neoidealistica italiana]],<ref>{{cita libro|autore=Arduino Agnelli|url=https://books.google.it/books?newbks=1&newbks_redir=0&hl=it&id=miHRAAAAMAAJ&dq=Ricordo+di+Adolfo+Omodeo+gigante&focus=searchwithinvolume&q=cultura+idealistica|capitolo=Adolfo Omodeo nella cultura idealistica|titolo=Ricordo di Adolfo Omodeo|curatore=[[Marcello Gigante]]|editore=Università degli studi di Trieste|anno=1968|pp=17-41}}</ref> fu allievo di [[Giovanni Gentile]], ma ruppe in seguito con il maestro a causa dell'appoggio di quest'ultimo al [[regime fascista]], avvicinandosi a [[Benedetto Croce]].
Considerato uno dei grandi storici del suo tempo,<ref>{{Cita web|url=https://www.jstor.org/stable/24299219 |titolo=Commemorazione di Adolfo Omodeo |autore= |sito=jstor.org |data= |lingua= |accesso=28 giugno 2022}}</ref> s'interessò sia alla [[storia antica]] che a quella [[risorgimentale]], a cui s'ispirò per il suo impegno politico.
Per il suo ideale liberal-progressista è stato definito l'ultimo grande erede di [[Giuseppe Mazzini]].<ref>Così [[Alessandro Galante Garrone|Galante Garrone]], giudizio condiviso da [[Francesco De Martino]], in un [https://mondoperaio.senato.it/js/pdfjs-dist/web/viewer.html?file=/files/reader.php?f%3DMondo_operaio_1975_011.pdf articolo del novembre 1975] su «[[Mondoperaio]]», pp. 26-32 ({{Cita web|url=https://forum.termometropolitico.it/823617-pensiero-azione-adolfo-omodeo-1975-a.html#post19623670 |titolo= Pensiero e azione di Adolfo Omodeo |autore= |sito=forum.termometropolitico.it |data= |lingua= |accesso=28 giugno 2022}})</ref>
== Biografia ==
Si laureò in lettere e filosofia all'[[Università di Palermo]] nel [[1912]] sotto la guida di [[Giovanni Gentile]] con la tesi ''Gesù e le origini del cristianesimo'', pubblicata nel [[1913]].
[[File:Adolfo Omodeo.jpg|thumb|upright=0.9|Adolfo Omodeo in uniforme durante la [[prima Guerra mondiale]].]]
Nel [[1914]] sposò [[Eva Zona]], sua compagna di studi, e nel 1915 si arruolò volontario alla [[prima guerra mondiale]], vedendovi la continuazione ideale del [[Risorgimento]], diventando ufficiale d'[[arma di artiglieria|artiglieria]].
Insoddisfatto tuttavia dall'esito bellico, che secondo [[Alessandro Galante Garrone|Galante Garrone]] rappresentò un «aspro e doloroso risveglio alla realtà»,<ref>Alessandro Galante Garrone, introduzione a A. Omodeo, ''Momenti della vita di guerra'' (1934), Torino, Einaudi, 1968, p. XI.</ref> Omodeo cercò comunque di trovare un significato [[spirituale]] alla «[[missione]] storica» di quanti «seppero ben morire»:<ref name=cinelli/> {{citazione|Molti incontrarono la morte prima che fosse sfiorita l'adolescenza. Le anime serbavano ancora la freschezza, l'ingenuità, il candore di chi fin allora è cresciuto ravvolto dall'affetto della famiglia […]. Distaccatisi dalle madri, si cacciarono nelle mischie sanguinose. Ma vissero la guerra con l'animo d'eroi di fiabe lontane, con la fede patria ingenua come la preghiera del fanciullo, con ardore degno d'antica poesia.|A. Omodeo, ''Momenti della vita di guerra'' [1934], Torino, Einaudi, 1968, p. 85}}
Altre opere incentrate sulla storia del cattolicesimo nel secolo XIX sono ''Un reazionario: il conte Joseph de Maistre'', [[1939]] e ''Aspetti del cattolicesimo della Restaurazione'', pubblicato postumo nel [[1946]].
Si dedicò
Altri suoi scritti, notevoli per l'impostazione critica [[Benedetto Croce|crociana]], sono le raccolte di saggi ''Tradizioni morali e disciplina storica'' ([[1929]]), ''Figure e passioni del Risorgimento italiano'' ([[1932]]), e la raccolta di testimonianze storiche ''Momenti della vita di guerra'' ([[1934]]).
Nel 1925 non aveva firmato nessuno dei manifesti degli intellettuali di Gentile e di Croce, ma nel 1928 ruppe definitivamente con l'antico maestro e si avvicinò a [[Benedetto Croce]]. Della loro relazione è testimonianza l'intensa corrispondenza che scambiarono tra il 1921 e la morte di Omodeo. Nel 1931, come docente, prestò [[giuramento di fedeltà al fascismo]] imposto dal regime pena la perdita della cattedra e l'esclusione dall'insegnamento.<ref>[[Sergio Romano]], ''1931: i professori giurano fedeltà al fascismo''
Questo il suo giudizio, espresso nel 1945, sulle forze armate durante il [[regime fascista]], che lo ostacolò per le sue idee: {{Citazione|Ad un osservatore spassionato, sopra tutto se è vissuto nell'esercito dell'altra guerra, vecchiotto d'istituzioni, non privo di magagne, ma dotato di certe qualità morali, di un vivace senso d'onore e che fu in grado di inquadrare tutta la nazione in armi, appare di colpo l'immensa rovina prodotta dal fascismo nelle nostre forze armate: il fascismo si presenta come qualcosa che va oltre un regime politico: è una tabe che ha corroso a fondo tutte le strutture sociali...<ref>A.
Dopo il 25 luglio 1943 Omodeo divenne rettore dell'Università di Napoli, e
Fu socio dell'[[Accademia dei Lincei]] e condirettore, insieme
Morì nel 1946, per le conseguenze di una [[mielite]] forse contratta sin dal 1917 sul [[Carso]] durante la [[prima guerra mondiale]].<ref name=treccani/> Benedetto Croce, che sperava potesse raccogliere la propria eredità, lo aveva elogiato come uno dei suoi migliori collaboratori, insieme a [[Guido De Ruggiero|De Ruggiero]], alla rivista ''[[La Critica]]'',<ref name=critica>{{Treccani|croce-e-adolfo-omodeo-l-altro-autore-della-critica_(Croce-e-Gentile)/|Benedetto Croce e Adolfo Omodeo: l'altro autore della "Critica"|autore=[[Marcello Mustè]]|opera=Croce e Gentile|anno=2016}}</ref> e reagì con «un impeto di pianto» alla notizia della sua dipartita.<ref name=critica/>
La famiglia di Omodeo decise di donare la sua biblioteca personale all'[[Istituto italiano per gli studi storici]], che la possiede tuttora.{{#tag:ref|{{cita web|url=http://picus.unica.it/index.php?page=Filosofo&id=250&lang=it|titolo=Archivio Adolfo Omodeo|anno=2018}}<ref>{{cita web|url=http://picus.unica.it/documenti/Fondo_Omodeo.pdf|titolo=Catalogo del Fondo Adolfo Omodeo}}</ref>}}
==Lo storicismo liberale di Omodeo==
Adolfo Omodeo reinterpretò in senso [[religiosità|religioso]] e soprattutto [[storicismo|storicistico]] l'[[attualismo (filosofia)|attualismo]] di [[Giovanni Gentile|Gentile]],<ref name=Sammarco>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=FsLJdBSWc8cC&pg=PA140#v=onepage&q&f=false|capitolo=Cultura e politica nel dialogo Gentile-Omodeo, § 3|pp=140-146|autore=Liliana Sammarco|titolo=Giovanni Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo|curatore=Piero Di Giovanni|editore=FrancoAngeli|anno=2003}}</ref> da lui coniugato con lo storicismo [[idealismo|idealistico]] di [[Benedetto Croce|Croce]],<ref name=treccani>{{Treccani|adolfo-omodeo_(Dizionario-Biografico)/|Adolfo Omodeo|autore=Girolamo Imbruglia|volume=vol. 79|anno=2013}}</ref> fino a realizzare, come rilevato da [[Eugenio Garin]], una sorta di convergenza tra i due massimi esponenti dell'[[idealismo italiano]].<ref>E. Garin, ''Cronache di filosofia italiana (1900-1943)'', pag. 409, Bari, Laterza, 1959.</ref> In maniera simile al percorso filosofico di [[Guido De Ruggiero]], infatti, egli unì la conoscenza storica del [[pensiero]] con l'[[azione (filosofia)|azione]] [[creatività|creativa]] nella [[sintesi (filosofia)|sintesi]] dello [[spirito (filosofia)|spirito]].<ref name=Cacciatore>{{cita libro| autore=Giuseppe Cacciatore|capitolo=Le filosofie dello storicismo italiano|url=https://books.google.com/books?id=sZtSB_y5MpMC&pg=PA346|curatore=Piero Di Giovanni|titolo= Le avanguardie della filosofia italiana nel XX secolo |città=Milano|editore=[[FrancoAngeli]]|anno=2002|pp=346-7|isbn=88-464-3693-8}}</ref>
{{citazione|Ogni atto spirituale è un conoscere che è un fare, poiché, non essendo la conoscenza passiva contemplazione d'un oggetto in sé, d'un mondo di idee, ma un perpetuo ritrovamento che il pensiero fa di se stesso […], la conoscenza è sempre conoscenza dello spirito che si fa oggetto a sé ritrovandosi nel suo oggetto, il conoscere è attività, è fare.|Adolfo Omodeo, ''Res gestae e historia rerum gestarum'', p. 4, 1913<ref>Saggio pubblicato nell{{'}}''[https://books.google.it/books/about/Annuario_della_Biblioteca_filosofica.html?id=e1NaY_h7jEIC&redir_esc=y Annuario della Biblioteca filosofica]'' di Palermo, vol. III, edita da Alberto Reber nel 1913, pp. 1-28.</ref>}}
Partendo inizialmente da una disamina del problema [[religione|religioso]], per il quale trovava maggiori attenzioni da parte di Gentile, Omodeo intendeva studiare le [[origini del cristianesimo]] per poter meglio affrontare le dinamiche storiche che dal [[passato]] avevano generato il [[presente]], e sviscerarne così l'origine dei problemi.<ref name=treccani/>
In polemica col [[modernismo teologico]], per lui l'afflato [[spirituale]] dei [[dottrine cristologiche dei primi secoli|primi cristiani]], «momento di una ricchezza inesauribile»<ref name=Cardin>{{cita web|url=https://www.nilalienum.it/Filosofia/Filosofia/Storia%20filosofia/EnciclBompiani/0_Sezioni/Omodeo-Papir.pdf|titolo=Omodeo, Adolfo|opera=Enciclopedia Bompiani|autore=Luca Cardin|p=8103}}</ref> che si era poi sclerotizzato all'interno delle istituzioni [[chiesa cattolica|ecclesiastiche]], conteneva in sè il germe della [[laicità]] moderna e della valorizzazione [[protestante]] dell'[[individuo]].<ref name=treccani/>
D'altra parte gli risultò estranea anche la cultura [[positivismo|positivistica]], con cui entrò in contatto durante la frequentazione della [[Scuola Normale di Pisa]], sentendosi piuttosto attirato dal [[radicalismo in Italia|radicalismo]] [[repubblicano]] e [[rivoluzionario]] del Settecento, da cui riteneva sarebbero germogliate le correnti morali e ideali del [[Risorgimento]], come quelle di [[Raffaello Lambruschini|Lambruschini]], [[Rosmini]], [[Gioberti]], [[Manzoni]], imperniate su un'idea religiosa intesa come forza creatrice di [[civiltà]] e fondativa della [[libertà]], in un connubio di [[mito]] e [[ragione]] ripreso da [[Georges Sorel]], oltre che dalla concezione [[pensiero di Hegel|hegel]]iana di un [[cristianesimo]] quale [[razionalità]] [[incarnazione (cristianesimo)|incarnata]].<ref name=Cardin/>
Quella di Omodeo era dunque una sorta di [[religione laica|religiosità laica]], che trovava molte affinità con [[Giuseppe Mazzini]], del quale egli fu autore di un'originale interpretazione che lo accostava al [[liberalismo]] di [[Cavour]]: entrambe queste figure, integrandosi a vicenda, furono da lui annoverate insieme come i due poli della lotta risorgimentale italiana, alla quale Omodeo attribuiva una valenza europea, non soltanto nazionale, ritenuta un momento della più generale [[storia moderna]] della libertà; ad essa egli volle dedicare il resto della sua attività di storico,<ref name=treccani/> dopo essersi occupato di [[storia del cristianesimo|quella cristiana]].
Nonostante la loro reciproca avversione, giunse così a definire Cavour un «involontario» collaboratore di Mazzini, affermando che «c'era del [[mazzinianesimo|mazziniano]] anche in Cavour»,<ref name=Jannazzo>Cit. in {{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=umYB0ym1Km0C&pg=PA20|titolo=Il liberalismo italiano del Novecento: da Giolitti a Malagodi|autore=Antonio Jannazzo|p=20|editore=Rubbettino Editore|anno=2003}}</ref> riletto in una chiave etica-religiosa:
{{citazione|Il momento realistico del Cavour rientra in un organismo spirituale più vasto; e da esso si spiega anche ciò che differenzia il Cavour da un [[Bismarck]]: l'ascendente [[morale]]. […]<br/>
Cavour non fu soltanto il diplomatico felice, il grande uomo di parlamento, il ministro devoto della monarchia, ma una forza costitutiva della [[nazionalismo italiano|coscienza italiana]]: partecipa di quel processo ricreativo, ''ab imis fundamentis'', del [[popolo italiano]].|A. Omodeo, ''Il realismo di Cavour'', in «[[Leonardo (rivista)|Leonardo]]», 1927<ref name=Jannazzo/>}}
===Distanza da Croce e successivo accostamento===
I suoi giudizi su Mazzini allontanavano Omodeo sia da [[Giovanni Gentile|Gentile]], sia da [[Benedetto Croce|Croce]], notoriamente critico verso il [[mazzinianesimo]] [[repubblicano]].<ref name=imbruglia>{{Treccani|adolfo-omodeo_(altro)/|autore=Girolamo Imbruglia|opera=Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica|anno=2013}}</ref>
A distanziarlo ulteriormente da quest'ultimo, era la sua avversità alle politiche di [[Giovanni Giolitti]], con cui invece Croce collaborò proficuamente, l'adesione di costui al [[Partito Liberale Italiano]], espressione a suo avviso di un liberalismo «pigro» o conservatore, e in generale il giudizio fortemente negativo di Omodeo su tutta l'epoca successiva all'[[unità d'Italia]],<ref name=critica/> nella quale vedeva il dissolvimento degli ideali del [[Risorgimento]], «una età da tener alta nel ricordo come ispirazione, da ritrovare nel futuro, ma che non si prolungava direttamente nella vita quotidiana presente degli uomini e delle istituzioni».{{#tag:ref|Aldo Garosci, ''Adolfo Omodeo: la guerra'', in "[[Rivista storica italiana]]", 1966, n. 1, vol. II, p. 639.<ref name=cinelli>Cit. in {{cita pubblicazione|url=|titolo=Adolfo Omodeo. Il mito del Risorgimento e la Grande Guerra|autore=Gianluca Cinelli|sito=Altritaliani.net|anno=2015}}</ref>}}
Sul piano filosofico, le sue posizioni [[storiografia|storiografiche]] che risentivano dell'[[attualismo (filosofia)|attualismo gentiliano]] l'avevano spinto ad affemare la [[simultaneità|conteporaneità]] della [[storia]] in una maniera più netta e vigorosa di Croce, contro il quale sosteneva non solo che la storia è resa viva dai propri interessi e motivazioni, ma anche dalla [[autocoscienza|coscienza odierna di sé]] con cui si rivaluta il [[passato]] in funzione del [[presente]],<ref name=tessitore/> nell'unità di [[pensiero]] e [[azione (filosofia)|azione]], ovvero nella coincidenza di ''[[res gestae]]'' e ''[[historia rerum gestarum]]''.<ref name="Res gestae"/>
La [[storia]], infatti, comporta non solo una [[comprensione]] ma anche una [[valore morale|valutazione]] di natura [[etica]],<ref name=tessitore/> un [[giudizio (filosofia)|giudizio]] che si compie quando la [[volontà]] [[creatività|creatrice]] dell'[[Io (filosofia)|Io]] risolve la [[realtà]] già accaduta, con le sue [[molteplice|molteplici]] [[esperienze]], nell'[[uno (filosofia)|unità]] [[atto (filosofia)|attiva]] del [[soggetto (filosofia)|soggetto]],<ref name=Sammarco/> sicché «[[conoscenza|conoscere]] la storia è farla».<ref name="Res gestae"/>
Questa dunque non è semplicemente «giustificatrice», come nella definizione crociana,<ref>«La storia non è mai giustiziera, ma sempre giustificatrice; e giustiziera non potrebbe farsi se non facendosi ingiusta, ossia confondendo il pensiero con la vita, e assumendo come giudizio del pensiero le attrazioni e le repulsioni del sentimento» (Benedetto Croce, ''[[Teoria e storia della storiografia]]'' [1917], pag. 98, Milano, Adelphi, 2001).</ref> bensì giustiziera, secondo il motto [[hegel]]iano ''Weltgeschichte ist das Weltgericht'' («la storia del mondo è il tribunale del mondo»),<ref>Hegel, ''[[Lineamenti di filosofia del diritto|Grundlinien der Philosophie des Rechts]]'' (1820), § 340-1, che a sua volta riprendeva un aforisma di [[Schiller]]; citato anche in ''[[Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio|Enciclopedia]]'', § 548.</ref> poiché la storia stessa reca in sé la sua giustificazione, come [[sentenza]] che incide su di essa, non in maniera trascendente o [[moralismo|moralistica]], ma [[immanente]] al suo [[divenire]],<ref name=tessitore>{{cita libro|autore=[[Fulvio Tessitore]]|capitolo=Lo storicismo di Adolfo Omodeo, § 4|url=https://books.google.it/books?id=1aW8AlPdt-oC&pg=PA115#v=onepage&q&f=false|titolo=Contributi alla storia e alla teoria dello storicismo|volume=vol. V|pp=115-6|editore=Edizioni di Storia e Letteratura|anno=1995}}</ref> «in concreti momenti di [[coscienza]], nella [[spiritualità]] della nuova storia, nell'umana attività che opera».<ref name="Res gestae">A. Omodeo, ''Res gestae e historia rerum gestarum'', in "[https://books.google.it/books/about/Annuario_della_Biblioteca_filosofica.html?id=e1NaY_h7jEIC&redir_esc=y Annuario della Biblioteca filosofica]" di Palermo, vol. III, p. 8, Alberto Reber, 1913.</ref>
D'altra parte Omodeo evidenzierà in seguito certe prese di distanza anche dall'attualismo di Gentile, da cui pure aveva appreso «la concretezza del reale»,<ref name=critica/> ma aderendovi in maniera «troppo ingenua»,{{#tag:ref|A. Omodeo, da una lettera del 13 dicembre 1934 a [[Luigi Russo]], in [https://books.google.it/books?hl=it&id=HR9JAAAAMAAJ&focus=searchwithinvolume&q=%22gentilianesimo+troppo+ingenuo%22 ''Lettere 1910-1946'', p. 528], prefazione di A. Galante Garrone, Torino, Einaudi, 1963.<ref name=Sammarco/>}} dubitando in particolare degli esiti speculativi di alcuni colleghi come [[Guido De Ruggiero]] e [[Fazio-Allmayer]], e impegnandosi affiché la «convertibilità» [[giambattista Vico|vichiana]] della filosofia in storia non restasse solo una vuota formula.<ref>Aa.Vv., ''Ricordo di Adolfo Omodeo'', pag. 23, Università degli studi di Trieste, 1968.</ref> {{citazione|Fra me e gli attualisti c'era un equivoco di cui ancora non avevo coscienza. Io esigevo che si attuasse realmente la trasformazione della filosofia in istoria; gli attualisti volevano restare nella formula pura, generica, e dovevano per bocca del maestro considerare la storia concreta grossa materialità.<ref>Cit. in {{cita web|url=https://aisberg.unibg.it/bitstream/10446/26731/1/tesi%20dottorato%20Fabio%20Togni.pdf|titolo=Il periodo palermitano di Giovanni Gentile|p=213|autore=Fabio Togni|anno=2011|editore=Università degli Studi di Bergamo}}</ref>|A. Omodeo, ''La collaborazione con Benedetto Croce durante il ventennio'', su "[[La Rassegna d'Italia]]", 1946, vol. I, n. 2-3, p. 495}}
Restarono in ogni caso forti tracce della sua importazione attualistica, anche quando, avvicinatosi definitivamente a Croce, tendeva ad attenuare la portata delle sue [[dialettica dei distinti|distizioni]] tra le quattro forme dello Spirito, non mostrando interesse né per l'[[utile]] [[economico]], né per la categoria dell'[[estetica]],<ref name=critica/> ravvisando piutosto un'infinità di [[distinzione (filosofia)|distinti]] «per quanti sono i momenti di individuazione».<ref>A. Omodeo, in ''Tradizioni morali e disciplina storica'', Bari, Laterza, 1929, p. 262.</ref>
Dalla collaborazione con Croce scaturì anche un'approfondita analisi del [[liberalismo francese]], in cui nel corso della [[Restaurazione]] ottocentesca Omodeo vedeva operare una sorta di [[kulturkampf|battaglia culturale]] per l'edificazione di una nuova [[civiltà]], condotta dalla religione della [[libertà]] contro le forze [[reazione (politica)|reazionarie]] dell'[[autoritarismo]] [[clericalismo|clericale]].<ref name=treccani/>
==Opere principali==
*''Res gestae e historia rerum gestarum'' (1913)
*''Storia delle origini cristiane'' (1921-1925)
*''Tradizioni morali e disciplina storica'' (1929)
*''La mistica giovannea'' (1930)
*''L'età del Risorgimento italiano'' (1931)
*''Figure e passioni del Risorgimento italiano'' (1932)
*''Momenti della vita di guerra'' (1934)
*''Joseph de Maistre'' (1936-1937)
*''L'opera politica del conte di Cavour, 1848-57'' (1940)
*''La leggenda di Carlo Alberto'' (1941)
*''Vincenzo Gioberti e la sua evoluzione politica'' (1941)
*''La cultura francese nell'età della Restaurazione'' (1946)
*''Aspetti del cattolicesimo della Restaurazione'' (1946)
*''Giovanni Calvino e la Riforma in Ginevra'' (1947)
*''Il senso della storia'' (1948)
*''Difesa del Risorgimento'' (1951)
*''Lettere 1910-1946'' (1963)
== Omaggi ==
* Gli sono state intitolate vie ad Avellino, Bari, Milano, Napoli, Pisa, Ravenna e Roma.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita testo |autore=AA. VV. |titolo=Dizionario Letterario Bompiani. Autori |data=1957, vol. III, ''O-Z'',
*Eva
*''Carteggio Croce-Omodeo'', a cura di Marcello Gigante, Napoli, Istituto italiano per gli studi storici, 1978.
* [[Marcello Mustè]], ''Adolfo Omodeo. Storiografia e pensiero politico'', Bologna, Il Mulino, 1990.▼
* Giacomo De Marzi, ''Adolfo Omodeo: itinerario di uno storico'', Urbino, QuattroVenti, 1988 ISBN 978-8839200976.
▲* [[Marcello Mustè]], ''[https://books.google.it/books?id=8-4yAAAAIAAJ Adolfo Omodeo. Storiografia e pensiero politico]'', Bologna, Il Mulino, 1990 ISBN 978-8815027078.
*[[Fulvio Tessitore]], ''Lo storicismo di Adolfo Omodeo'', in "Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Napoli", vol. XVIII, n. 6 (1975-76), pp. 301-351. Anche in {{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=1aW8AlPdt-oC&pg=PA95#v=onepage&q&f=false|titolo=Contributi alla storia e alla teoria dello storicismo|volume=vol. V|p=95|altri=§ 4|editore=Edizioni di Storia e Letteratura|anno=1995|ISBN=978-8887114447}}
*{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=FsLJdBSWc8cC&pg=PA140#v=onepage&q&f=false|capitolo=Cultura e politica nel dialogo Gentile-Omodeo, § 3|pp=140-146|autore=Liliana Sammarco|titolo=Giovanni Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo|curatore=Piero Di Giovanni|editore=FrancoAngeli|anno=2003|ISBN=978-8846451019}}
*''Carteggio Luigi Russo-Adolfo Omodeo 1924-1948'', a cura di Antonio Resta, Pisa, Edizione della Normale, 2014.
*Gennaro Sasso, ''Adolfo Omodeo fra attualismo e storicismo'', Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore, 2025.
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=https://www.pannunziomagazine.it/adolfo-omodeo-maestro-di-liberalismo-1889-1946-di-ilaria-rizzinelli/|titolo=Adolfo Omodeo maestro di liberalismo|autore=Ilaria Rizzinelli|anno=2021}}
{{Giovanni Gentile}}
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