Marghera: differenze tra le versioni
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{{Divisione amministrativa
|Nome = Marghera
|Nome ufficiale =
|Panorama = Marghera - Chiesa di Sant'Antonio.jpg
|Didascalia = La [[Chiesa di Sant'Antonio (Venezia, Marghera)|chiesa di
|Stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 4
|Divisione amm grado 1 = Veneto
|Divisione amm grado 2 = Venezia
|Divisione amm grado 3 = Venezia
|Tipo = [[località]]
|Latitudine gradi = 45
|Latitudine minuti = 28
|Latitudine secondi = 33
|Latitudine NS = N
|Longitudine gradi = 12
|Longitudine minuti = 13
|Longitudine secondi = 29
|Longitudine EW = E
|Altitudine =
|Superficie =
|Note superficie =
|Abitanti = 28622
|Note abitanti = (intera municipalità)
|Aggiornamento abitanti = 08-08-2009
|Sottodivisioni =
|Prefisso = [[041 (prefisso)|041]]
|Codice catastale = L736
|Nome abitanti = margherini/margherotti
|Patrono =
|Festivo =
|Raggruppamento = [[Municipalità di Marghera]]
}}
'''Marghera'''<ref>Analogamente a [[Mestre]], alcuni atlanti geografici (come quelli redatti dalla [[De Agostini]]) indicano il centro come "Venezia-Marghera" per sottolinearne la dipendenza amministrativa dal comune di Venezia. Di fatto, però, la denominazione più usata - e comunque ufficiale - è semplicemente "Marghera".</ref> è una [[località]]<ref>Sebbene molto spesso Marghera venga definita "[[
Situata
Con altri sobborghi vicini costituisce la [[municipalità di Marghera]], istituita nel 2005 dall'ex quartiere 13 ''Marghera-[[Catene (Venezia)|Catene]]'' (a sua volta formato, fino al 1997, dai quartieri 17 Marghera-Catene e 18 Malcontenta<ref>
== Origini del nome ==
Secondo una definizione fantasiosa e popolare, il toponimo deriverebbe dal [[dialetto veneziano|veneziano]] "mar ghe
Un'interpretazione di [[Wladimiro Dorigo]] ipotizza che il nome deriverebbe dal latino ''Maceria'' "muro a secco", alludendo al pietrame usato dai romani per delimitare le proprietà<ref>Wladimiro Dorigo - Venezia origini - Electa - Milano 1983</ref>. [[Giovan Battista Pellegrini]], traendo spunto dall'antica forma ''Malghera'', lo ritiene piuttosto un [[fitonimo]] derivato da [[melica]]<ref name="pellegrini" />. Un'ulteriore etimologia, che si basa su un'altra antica forma ''Mergaria'', la avvicina al verbo latino ''mergo'' ("immergo") con il significato quindi di "luogo dove è concesso affondare i relitti"; ovvero un punto, generalmente istituito presso tutti gli antichi porti, in cui le vecchie imbarcazioni dal legno ormai marcito e irrecuperabile venivano affondate<ref>Guglielmo Peirce, ''Le origini preistoriche dell’onomastica italiana''. P. 299. Smashwords, 2010.</ref>.
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In tutti i documenti e cronache medioevali e anche nelle storie dei primi secoli dell’età moderna in cui si accenni all'antica Marghera si può notare che il nome originario era ''Mergaria''. Qui ci limitiamo a citare tre documenti e cioè uno del Trecento, uno del Quattrocento e uno del Cinquecento per dimostrare appunto la continuità del predetto nome, il quale fu poi corrotto in ‘Marghera’ nella parlata veneziana, come anche furono per esempio i cognomi Faletro in ''Falier'', Cornario in ''Corner'' e Venerio in ''Venier'':
1) Il doge Francesco Dandulo (''vulgo'' 'Dandolo') (1329-1339) fece riordinare e raccogliere tutti gli statuti in vigore nel Comune di Treviso a beneficio del nuovo podestà locale Marino Faletro, il quale sarà poi a sua volta doge (1354-1355); gli stessi furono stampati a Venezia nel 1768 e dunque a p.
''De domibus faciendis in Mergaria et bucca sigloni pro habitatione custodum […] ordinamus, quod in Mergaria et bucca sigloni in locis utilioribus et magis idoneis fiat una domus competens cum turrisella […] in quibus custodes tute, commode et continue valeant habitare…''<ref>Statuta Provisionesque Ducales Civitatis Tarvisii Cum Additionibus Novissimis etc. P. 91. Venezia, 1768.</ref>
▲''De domibus faciendis in Mergaria et bucca sigloni pro habitatione custodum […] ordinamus, quod in Mergaria et bucca sigloni in locis utilioribus et magis idoneis fiat una domus competens cum turrisella […] in quibus custodes tute, commode et continue valeant habitare…''<ref>Statuta Provisionesque Ducales Civitatis Tarvisii Cum Additionibus Novissimis etc. P. 91. Venezia, 1768.</ref>
Insomma si doveva costruire a Marghera una casa speculatoria per le guardie confinarie che il comune di Treviso vi avrebbe posto.
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3) In una relazione della battaglia di Vicenza del 7 ottobre 1513 inviata il 17 seguente da Jacques de Bannissis, segretario dell’imperatore Carlo V, all’arciduca Carlo d’Austria il nome è ancora ''Mergaria'':
''… accesserunt ad Mergariam, qui locus propinquior est ipsis Venetiis, nec per diametrum plus quam duobus milibus passuum a Venetiis distans, quem Veneti munierant et presidio firmaverant, quem nostri vi expugnarunt et incenderunt et, injectis bombardis ad litus maris, cum eis in Venetias sagittarunt…''<ref>Négotiations diplomatiques entre la France et l’Autriche durant les trente premières années du XVIe siècle etc. P. 553. Parigi, 1845.</ref>
L’esercito imperiale si era impadronito del presidio costruito dai veneziani a Marghera e l’aveva incendiato per poter così installare su quel lido una batteria di potenti bombarde con le quali aveva poi cominciato a bombardare la stessa Venezia.
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All'inizio del [[XX secolo|Novecento]] Venezia si dimostrava incapace di diventare una città industriale e portuale in grado di concorrere con gli altri centri del [[Mediterraneo]] soprattutto per la mancanza di un luogo adatto a questo scopo. Al contempo si poneva un problema demografico, in quanto il centro storico non disponeva di ulteriori spazi edificabili e la gran parte degli abitanti era stipata in case sovraffollate e in condizioni igieniche carenti<ref name=iuav1/>.
Il 1º febbraio [[1917]] si costituì un ''Sindacato di studi per imprese elettrometallurgiche e navali nel porto di Venezia'' che incaricò l'[[ingegnere]] [[Enrico Coen Cagli]] di un progetto da realizzarsi nell'area di Bottenigo, una località rurale e [[barena|barenicola]] posta ai margini nordoccidentali della [[Laguna Veneta|laguna]] e allora ricadente nel comune di [[Mestre]]. Coen Cagli diede una risposta "triplice" che prevedeva la realizzazione di un porto commerciale (350 ha, cui si aggiungeva un piccolo porto dei petroli di 30 ha), un'area industriale (700 ha) e un quartiere residenziale (225 ha). Il 15 maggio dello stesso anno il progetto fu approvato dal Consiglio superiore dei lavori pubblici con il coinvolgimento del comune di Venezia<ref name=iuav1/>.
Il 12 giugno il Sindacato istituì la [[società anonima]] ''Porto industriale di Venezia'' e con a capo il presidente della [[SADE]] [[Giuseppe Volpi]]. Il 23 luglio il presidente del Consiglio [[Paolo Boselli]], il sindaco di Venezia [[Filippo Grimani]] e lo stesso Volpi firmarono una convenzione per la costruzione del porto e del quartiere residenziale, approvata e resa esecutiva il 26 luglio. Nel documento si disponeva, tra l'altro, l'esproprio di Bottenigo in favore del comune di Venezia, nonché della zona orientale della [[Malcontenta]], allora frazione di [[Mira (Italia)|Mira]]<ref name=iuav1/>. Questa decisione provocò non pochi attriti con l'amministrazione mestrina che aveva chiesto invano di partecipare all'operazione attraverso l'istituzione di un consorzio intercomunale, e a nulla valsero le
La realizzazione del quartiere residenziale fu affidata all'
I lavori alla zona industriale cominciarono già nel [[1919]], mentre il 10 maggio [[1921]], presente il ministro [[Giulio Alessio]], fu inaugurato il cantiere del quartiere residenziale<ref name=iuav1>{{cita libro|url=http://circe.iuav.it/Venetotra2guerre/02/marghera06a.html|autore=Tommaso Tagliabue|titolo=Il quartiere urbano di Marghera|capitolo= Il comune di Venezia e il piano di Marghera|accesso=16 marzo 2012|editore=Università Iuav di Venezia}}</ref>.
=== La città giardino ===
[[File:Marghera La citta giardino.jpg|miniatura|Una via di Marghera]]
La città giardino fu pensata allo scopo di creare un quartiere residenziale vicino al nuovo polo industriale di Marghera. Come già accennato, il piano regolatore venne affidato a Pietro Emilio Emmer che si ispirò all'inglese Ebenezer Howard e al suo modello di città giardino. In base al progetto, si sarebbero dovute costruire case salubri e accoglienti per ospitare i veneziani che sarebbero andati a lavorare nelle fabbriche, ovviando anche ai problemi di sovrappopolazione che angustiavano il centro storico.
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=== Gli anni recenti ===
[[File:Council houses "Le Vaschette" (now demolished), Marghera, Venice, Italy.jpg|thumb|Le "Vaschette", edificate negli anni cinquanta per gli [[Esodo giuliano dalmata|esuli giuliano-dalmati]] e oggi demolite]]
Durante la [[seconda guerra mondiale]] il porto diventò un obiettivo sensibile per gli Alleati che lo bombardarono a più riprese, bloccandone le attività e coinvolgendo purtroppo anche gli abitati contigui. A guerra finita al posto delle industrie restavano solo macerie, tuttavia la produzione riprese e a partire dagli [[anni 1950|anni cinquanta]] Porto Marghera cominciò ad essere uno dei poli industriali più conosciuti del Paese. Una delle prime produzioni fu il [[ciclo dell'azoto]], precursore della produzione di [[fertilizzanti]], dapprima per l'[[Agrimont]], poi per [[Enichem Agricoltura]].
Lo sviluppo di Marghera comportò la nascita o lo sviluppo di altri centri abitati vicini, come [[Catene (Venezia)|Catene]], sviluppatasi negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] intorno alla parrocchia di Santa Maria della Salute: raggiunse la massima espansione negli [[anni 1960|anni sessanta]], sia dal punto di vista delle attività produttive che da quello [[demografia|demografico]], attirando numerosi abitanti dal centro storico e dai comuni vicini.
[[File:Town hall, Marghera, Venice, Italy.jpg|thumb|Il cosiddetto Municipio di Marghera (sede degli uffici comunali)]]
[[File:Mestre - Sunset - 3510.jpg|thumb|Porto Marghera visto dalla Laguna]]
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Al [[2006]], delle aziende che erano ivi insediate rimangono [[Vinyls|Ineos Vinyls Italia]] (ciclo del cloro), [[Gruppo Sapio]], [[Solvay Group|Solvay Fluor Italia]], Arkema, [[Montefibre]], [[Eni]] (direttamente, con la Raffineria di Venezia ma anche con [[Syndial]] - ciclo del cloro e [[Polimeri Europa]] - cracker etilene)<ref>[http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2007/10/23/VB1VM_VB101.html La Nuova Venezia, 13 ottobre 2007]</ref>: aveva già chiuso [[Dow Chemical|Dow Poliuretani Italia]]<ref>Ministero dello Sviluppo Economico - Protocollo di Intesa su Porto Marghera - 14 dicembre 2006</ref><ref>[http://www.ilpost.it/2013/06/01/dimenticate-venezia/4/ ilpost.it]</ref>.
All'apice della sua storia ([[1971]]), tutto l'insediamento industriale (per la maggior parte occupato da aziende del gruppo [[Montedison]] ed Eni<ref name="Centro Studi Luccini">{{Cita web |url=http://www.centrostudiluccini.it/pubblicazioni/libri/annale4/cap_2.pdf |titolo=Centro Studi Luccini |accesso=30 ottobre 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140530021254/http://www.centrostudiluccini.it/pubblicazioni/libri/annale4/cap_2.pdf
Secondo l'analisi di Anthony Candiello, riportata nel suo saggio ''Marghera 2009. Dopo l’industrializzazione'', il declino di Porto Marghera è scaturito dal fatto che la classe dirigente del tempo ha preferito puntare sullo ''status quo'', mantenendo certamente inalterato il livello occupazionale ma non richiedendo alle imprese ulteriori investimenti in [[ricerca e sviluppo]] (il Centro Studi Luccini parla di lentezze nel processo di adeguamento tecnologico, scientifico, organizzativo): a ciò poi si sono aggiunte l'[[austerity]] e le normative ambientali più stringenti, unite ad una crescita delle rivendicazioni sindacali, e quindi ai fenomeni di [[delocalizzazione (economia)|delocalizzazione]]<ref name="Centro Studi Luccini"/><ref>[http://www.ingmaurogallo.com/sito%20di%20interesse%20nazionale%20di%20Porto%20Marghera.html ingmaurogallo.com]</ref><ref>[http://lucamanisera.nova100.ilsole24ore.com/2016/01/23/la-riqualificazione-urbana-di-porto-marghera-parte-dal-vega-e-ha-la-forma-di-un-albero/ ilsole24ore.com]</ref>. L'[[OECD]], nel suo ''Territorial Reviews - Venezia Metropoli'', fa infine notare come negli anni sessanta i paesi fornitori delle materie prime inviate a Marghera per essere raffinate abbiano iniziato a costruire sul proprio suolo gli impianti per questo genere di lavorazione, contribuendo alla crisi del Petrolchimico.
Nel 2008, il gruppo vicentino Cereal Docks ha acquistato lo stabilimento della multinazionale americana Bunge ed un secondo impianto per la produzione di biocombustibili a partire dalla lavorazione dei semi oleosi. Materie prime e prodotti finiti sono movimentati tramite collegamenti portuali e ferroviari, ad eccezione di una quota ceduta via ''pipeline'' all'impianto prossimale dell'ENI<ref>{{cita web | url = http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/economia/cereal-docks-vende-petrolio-verde-all-eni-1.1867987 | titolo = Cereal Docks vende “petrolio verde” all'Eni | data = 17 gennaio 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20181124200030/http://www.icms.it/un-riepilogo-del-nostro-evento-sullindustry-4-0-da-sonia-gastaldi-it-manager-di-cereal-docks/ | dataarchivio = 24 dicembre 2018 | urlmorto = no}}</ref>.▼
▲Nel 2008, il gruppo vicentino Cereal Docks ha acquistato lo stabilimento della multinazionale americana Bunge ed un secondo impianto per la produzione di biocombustibili a partire dalla lavorazione dei semi oleosi. Materie prime e prodotti finiti sono movimentati tramite collegamenti portuali e ferroviari, ad eccezione di una quota ceduta via ''pipeline'' all'impianto prossimale dell'ENI<ref>{{cita web | url = http://www.ilgiornaledivicenza.it/home/economia/cereal-docks-vende-petrolio-verde-all-eni-1.1867987 | titolo = Cereal Docks vende “petrolio verde” all'Eni | data = 17 gennaio 2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20181124200030/http://www.icms.it/un-riepilogo-del-nostro-evento-sullindustry-4-0-da-sonia-gastaldi-it-manager-di-cereal-docks/
[[File:Ponte strallato di Porto Marghera dal basso.jpg|miniatura|Ponte strallato di Porto Marghera]]
In questi ultimi anni Marghera si sta trasformando, sia nella zona industriale che nel quartiere urbano. La zona industriale sta guardando al futuro in un'ottica di uno sviluppo sostenibile che rispetti l'ambiente e che al tempo stesso salvaguardi l'occupazione; in questa ottica è stato creato il [[VEGA Science Technology Park]], un parco scientifico-tecnologico che ospiterà molte nuove aziende<ref>[http://www.vegapark.ve.it VEGA - Parco Scientifico Tecnologico di Venezia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Nel 2006 è stato inaugurato il nuovo [[ponte strallato di Porto Marghera]], che per l'insolita estetica curvilinea è stato definito come un simbolo della riqualificazione dell'area industriale<ref>{{cita news|titolo=Il ponte strallato della nuova Marghera|pubblicazione=La Nuova di Venezia e Mestre|data=31 marzo 2006|url=http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2006/03/31/VMRVM_VMR03.html}}</ref>. Il quartiere urbano si sta anch'esso evolvendo da periferia dormitorio di Venezia e Mestre in una realtà con una fisionomia propria, cercando di rispettare l'idea originaria che voleva fare di Marghera una "città giardino".
A partire dal [[1998]], con il finanziamento della [[
A Marghera fa riferimento anche il poeta [[Andrea Zanzotto]] che ha dedicato una lirica ispirata al suo paesaggio.▼
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
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{{vedi anche|Chiesa di Sant'Antonio (Venezia, Marghera)}}
[[File:Marghera - Chiesa di Sant'Antonio.jpg|miniatura|Chiesa di Sant'Antonio]]
Nel [[1925]] il [[vescovo di Treviso]] [[Andrea Giacinto Longhin]] (la terraferma veneziana appartenne alla sua diocesi sino al [[1927]]) pregò i [[Ordine dei frati minori|frati minori]] della provincia veneta di occuparsi della cura religiosa del nascente quartiere, in quanto troppo distante dal [[duomo di Mestre]]. Solo verso la fine del [[1926]] i frati di [[San Michele in Isola]] cominciarono ad officiare presso un'aula delle scuole "Filippo Grimani". Nel [[1929]] venne istituita la casa religiosa e nel [[1946]] la [[parrocchia]].
Per quanto riguarda l'erezione della chiesa progettata da [[Angelo Scattolin]] (che in base al piano originario della città giardino doveva essere una chiesa-ossario), i lavori procedettero con molta difficoltà: iniziata nel [[1935]], nel [[1939]] veniva benedetta la [[cripta]]; le opere rimanenti furono portate a termine grazie a una donazione del conte [[Giuseppe Volpi]]<ref>{{cita web|url=http://www.santantonioparrocchia.it/|titolo=Storia|accesso=5 maggio 2014|editore=Parrocchia di Sant'Antonio - Marghera}}</ref>.
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[[File:Marghera Chiesa Gesu Lavoratore.jpg|miniatura|Chiesa di Gesù Lavoratore]]
È il riferimento religioso per la zona meridionale di Marghera, e in particolare per il quartiere di Ca' Emiliani.
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La gestione della parrocchia è affidata a una piccola comunità [[Società Salesiana di San Giovanni Bosco|salesiana]]<ref>{{cita web|url=http://www.gesulavoratore.it/index.php?p=include/storia|titolo=Storia della parrocchia|accesso=15 marzo 2012|editore=Parrocchia di Gesù Lavoratore, Marghera}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.gesulavoratore.it/index.php?p=include/chiesa|titolo=La Chiesa|accesso=15 marzo 2012|editore=Parrocchia di Gesù Lavoratore, Marghera}}</ref>.
Le pareti sud dell'edificio sono state adibite a [[palestra di roccia]] da un'associazione di [[free climbing|free climber]]<ref>{{cita web|url=http://www.gesulavoratore.it/gruppi.php?p=include/sgrafamasegni|titolo=Sgrafa Masegni|accesso=15 maggio 2013|editore=Parrocchia di Gesù Lavoratore, Marghera|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304103251/http://www.gesulavoratore.it/gruppi.php?p=include%2Fsgrafamasegni
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[[File:San Michele Arcangelo (Marghera, Venice) 02.JPG|miniatura|Chiesa di San Michele Arcangelo]]
Si trova nella zona centro-orientale dell'abitato, rivolta verso la zona industriale.
Progettata da [[Brenno Del Giudice]], l'intitolazione al Santo Patrono della città di Mestre San Michele Arcangelo è anche un riferimento a Michele Pasquato, presidente degli industriali veneti che ne aveva finanziato la costruzione. Iniziata nel [[1950]], fu consacrata nel [[1951]] e definitivamente conclusa nel [[1954]].
È un edificio [[architettura neoromanica|neoromanico]] in mattoni a vista. L'interno è formato da un'unica navata con tre cappelle per lato<ref>{{cita web|url=http://www.veneziaupt.org/home_page/visitare_venezia/00000029_Info_chiese.html|titolo=Info chiese - San Michele di Marghera|accesso=1º novembre 2014|editore=Patriarcato di Venezia, Beni Culturali e Turismo}}</ref>.
Nel 1993 il catino dell'abside fu dipinto con le scene della
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Situata nella zona centro-occidentale del quartiere, fu eretta a partire dal [[1964]] su progetto dell'architetto [[Vinicio Lazzari]]. La parrocchia era stata istituita già nel [[1956]] (a qualche anno dalla canonizzazione di [[papa Pio X]]) su iniziativa del patriarca [[Angelo Giuseppe Roncalli]] che la diede in gestione agli [[Orionini]]<ref>{{cita web|url=http://www.veneziaupt.org/home_page/visitare_venezia/00000029_Info_chiese.html|titolo=Info chiese - San Pio X|accesso=3 aprile 2018|editore=Patriarcato di Venezia, Beni Culturali e Turismo}}</ref>.
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La parrocchia fu costituita nel dicembre 1970, al tempo della costruzione del nuovo e poi popoloso quartiere Cita. Dapprima ospitata in un appartamento a piano terra dovette trasferirsi per un ventennio in un provvisorio prefabbricato situato in una posizione esterna al centro dell’edificato. Soltanto nel 1994 dopo il fallimento della società immobiliare proprietaria del complesso la curia patriarcale riuscì ad acquistare il terreno e in seguito a dare inizio al nuovo attuale edificio di culto e al patronato, inaugurati nel 1997<ref>{{Cita web |titolo= La Cita: da complesso edilizio a quartiere urbano |url= http://www.unescochair-iuav.it/wp-content/uploads/2014/11/LA-CITA.-DA-COMPLESSO-EDILIZIO-A-QUARTIERE-URBANO-giugno-2011.pdf |formato= pdf |sito= Cattedra Unesco Ssiim -
Posta nella zona occidentale, a breve distanza dalla [[tangenziale di Mestre|tangenziale]], la sua parrocchia fu istituita nel [[1988]] ed è per questo la più recente del patriarcato di Venezia. L'edificio sacro è piccolo e semplice, costituito da un'unica aula rettangolare coperta dal tetto a doppio spiovente. La facciata a capanna ha i profili in pietra e presenta una lunetta scolpita sopra l'ingresso<ref>{{cita web|url=http://www.veneziaupt.org/home_page/visitare_venezia/00000029_Info_chiese.html|titolo=Info chiese - Ss. Francesco e Chiara|accesso=3 aprile 2018|editore=Patriarcato di Venezia, Beni Culturali e Turismo}}</ref>.▼
Università Iuav di Venezia |anno= 2011 |accesso= 30 settembre 2020 |cid= Marzadro 2011}}</ref>.
La chiesa attuale, situata in un'area a verde, fu progettata dell’architetto Giovanni Zanetti. La pianta trapezoidale dell’aula converge verso l’altare illuminata da oculi laterali e dal grande rosone absidale; la affianca la cappella del Santissimo chiusa, e contemporaneamente aperta, da pareti di vetro; all’altro lato è la cappellina battesimale che si apre con un’ampia vetrata su un rigoglioso giardinetto.
In particolare e differenza di molte altre chiese contemporanee la concezione progettuale poté già prevedere gli elementi fondamentali di illustrazione liturgica, dipinti – in tempo per la consacrazione della chiesa – da [[Ernani Costantini]]: il grande dipinto della ''Risurrezione di Cristo'' disposto in una apposita breccia nel muro absidale, ''Cristo e l’adultera'' su una parete laterale e la complessa tela ''Sulle rive del Giordano'' per il fonte battesimale. Qualche anno più tardi, nel 2005, sempre Costantini realizzò lo sgraffito esterno ''Le Pie Donne al sepolcro'' sopra il portale principale<ref>{{Chiese italiane|2051|Chiesa della Santissima Risurrezione <Marghera, Venezia>|30 settembre 2020|stampa=sì}}</ref>.
==== Chiesa dei Santi Francesco e Chiara ====
Posta nella zona occidentale, a breve distanza dalla [[tangenziale di Mestre|tangenziale]], la sua parrocchia fu istituita nel [[1988]] ed è per questo la più recente del patriarcato di Venezia.
L'attuale chiesa venne eretta e consacrata nel 2005. Al suo interno spiccano i frammenti delle reliquie dei santi Francesco e Chiara poste alla base dell'altare principale, il tetto a forma di albero, le vetrate che rappresentano gli elementi del Cantico dei Cantici.
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==== Oratorio della Rana ====
Intitolata alla Beata Vergine delle Grazie, si trova nei pressi di Ca' Emiliani, affacciata alla fine di via Fratelli Bandiera.
Trae il nome dalla famiglia di possidenti che la fece costruire nel [[XVI secolo]], assieme all'omonimo borgo rurale di cui oggi non resta traccia. Dopo un periodo di decadenza, nel [[1900]] fu acquistata e restaurata da Antonio Marcolin e Luigi Ballarin per essere riaperta al culto<ref>{{cita web|url=http://www.gesulavoratore.it/chiesetta-bv-delle-grazie.php|titolo=Chiesetta della B. V. delle Grazie (della Rana)|accesso=1º novembre 2016|editore=Parrocchia di Gesù Lavoratore, Marghera|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161103233829/http://www.gesulavoratore.it/chiesetta-bv-delle-grazie.php
Con l'istituzione della parrocchia di Gesù Lavoratore, la chiesetta venne nuovamente sconsacrata e ridotta a officina, ma ne è previsto il restauro<ref>{{cita news|autore=Massimo Tonizzo|url=http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2015/09/12/news/sara-finalmente-restaurata-la-chiesetta-della-rana-1.12084966|titolo=Sarà finalmente restaurata la chiesetta della Rana|pubblicazione=[[la Nuova Venezia]]|data=12 settembre 2015|accesso=1º novembre 2016}}</ref>.
== Società ==
[[File:Marghera Case popolari.jpg|thumb|Case popolari a Marghera]]
Il quartiere oggi conta 17.522 abitanti (28.622 se si considera l'intera [[Municipalità di Venezia|municipalità]]), ed è attorniato da diversi sobborghi<ref>{{Cita web |url=http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/D.3d6e6ec4aff701948b57/P/BLOB%3AID%3D8719 |titolo=Copia archiviata |accesso=15 maggio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120706112136/http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/D.3d6e6ec4aff701948b57/P/BLOB%3AID%3D8719 |urlmorto=sì }}</ref>, tra i quali Catene (6.419 ab.), Villabona (1.147), Ca' Emiliani (323 ab.), Ca' Sabbioni (586 ab.), Ca' Brentelle (459 ab.) e la [[Malcontenta]] (899 ab.)<ref>Fonte: Comune di Venezia - aggiornamento popolazione all'8 agosto 2009 [http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4273] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090406010647/http://www.comune.venezia.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4273|data=6 aprile 2009}}.</ref>, località che si estende anche nel comune di [[Mira (Italia)|Mira]] dove sorge la nota villa palladiana. Marghera, che è sede di un vicariato del [[patriarcato di Venezia]], conta otto parrocchie
È presente nel quartiere una nutrita comunità di immigrati dal [[Bangladesh]], attivi soprattutto nei cantieri navali, nel settore turistico e nel commercio al minuto<ref>{{cita news|titolo=Viaggio nella comunità bengalese a Mestre. Settemila persone dentro la città|pubblicazione=La Nuova di Venezia e Mestre|data=28 aprile 2021|url=https://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2021/04/28/news/viaggio-nella-comunita-bengalese-settemila-persone-dentro-la-citta-1.40208900}}</ref>.
== Cultura ==▼
▲== Cultura ==
[[File:Mural at Piazza Sant'Antonio, Marghera, Venice, Italy.jpg|thumb|Murale in Piazza Sant'Antonio]]
=== Musica ===
In seguito alla sentenza di assoluzione di tutti gli imputati relativamente alle morti, dovute all'esposizione di prodotti tossici, degli operai del petrolchimico di Marghera, le band [[ska]] italiane [[Banda Bassotti (gruppo musicale)|Banda Bassotti]] e [[Talco (gruppo musicale)|Talco]] hanno composto due canzoni sul tema: ''Marghera 2 novembre'' nell'album ''[[L'altra faccia dell'impero]]'' ([[2002]]), e ''Tutti assolti'' nell'[[Tutti assolti|omonimo album]] ([[2005]]).
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Marghera, inoltre, è la "patria" di una band molto nota negli [[anni 1990|anni novanta]] per il suo suono di pura matrice [[reggae]] ma interpretato in dialetto veneziano, ovvero i [[Pitura Freska]]. Il gruppo, capitanato da Gaetano Scardicchio, in arte [[Sir Oliver Skardy]], e da Francesco Casucci, in arte [[Francesco Casucci|Ciuke]] (che poi abbandonerà il gruppo a causa di una lunga malattia), e con le maestranze musicali di [[Marco Forieri]], [[Francesco Duse]], [[Valerio Silvestri]] e [[Cristiano Verardo]], hanno fatto di una realtà locale come [[Venezia]], Marghera e dintorni, una voce da divulgare a livello nazionale ponendo, con la cantata in veneziano, problematiche e realtà suburbane dimenticate dalla grande politica e dalla realtà amministrativa locale; tanto che la band ha dedicato un celebre brano reggae a Marghera, contenuto nell'album ''[[Na bruta banda]]''.
[[Emilio De Sanzuane]] ([[1920]]-[[2012]]) è stato un poeta-[[paroliere]] ed [[editore]], autore di molte canzoni in [[dialetto veneziano]]: ''Vecchia Venezia'', ''Ciaro de luna'', ''Pergolo sul rio'', ''Do' basi de fogo''. Notevole è stata la collaborazione con il [[compositore]] [[Italo Salizzato]], vanno ricordate le canzoni: ''Invito a Venezia'', ''Basime,strenzime,'' ''Te ciapo per man'' (I Take you by the hand), ''Cara venezia mia'', ''Aurevoir a Venise'', ''Venezia fiorita'', ''Al ponte de le tette'', ''Care gondole'', ''Polenta e pesce a gogò'', ''Una coperta ricamata'', ''
Nei mesi di giugno, luglio e agosto ha luogo il Marghera Estate Village, una rassegna all'aperto di concerti e manifestazioni serali, riportata nella sua sede originaria dopo il trasferimento temporaneo a Parco S.Giuliano.
=== Poesia ===
▲A Marghera fa riferimento anche il poeta [[Andrea Zanzotto]] che ha
== Infrastrutture e trasporti ==
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L'area residenziale è servita dalla [[stazione di Venezia Mestre|stazione di Mestre]] (che in effetti è interposta tra l'estremità sud di Mestre e l'estremità nord di Marghera); parte del porto e della zona industriale sono raggiungibili tramite la [[stazione di Venezia Porto Marghera]].
La zona industriale è servita dal terminal commerciale della [[
=== Mobilità urbana ===
[[File:L00 430 Endbahnhof Salamonio, ET 15.jpg|thumb|Capolinea di Marghera della linea T2]]
Il trasporto pubblico urbano a Marghera è gestito da [[ACTV]]. La [[Municipalità di Marghera|Municipalità]] è servita da una serie di linee urbane che garantiscono un collegamento con [[Venezia]] - [[piazzale Roma]] e con le altre zone della conurbazione mestrina; la linea notturna (N2) permette un collegamento con [[Venezia]] - [[piazzale Roma]] ed è in coincidenza con il servizio notturno di navigazione. La linea T2 della [[tranvia di Mestre]], collega la zona commerciale di Marghera con il centro di Mestre arrivando a Piazzale Cialdini.
In passato Marghera era servita da alcune [[Rete filoviaria di Venezia Mestre|linee filoviarie]].
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== Bibliografia ==
* {{
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== Voci correlate ==
* [[Venezia]]
* [[Cantiere navale di Marghera]]
* [[Stazione di Venezia Mestre]]
* [[Stazione di Venezia Porto Marghera]]
* [[Stazione di Venezia Marghera Scalo]]
▲* [[ASD Calcio Marghera]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.comune.venezia.it/|Sito del Comune di Venezia}}
* {{cita web |1=http://www.comune.venezia.it/marghera/ |2=Sito della Municipalità di Marghera |accesso=7 ottobre 2005 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081121133903/http://www2.comune.venezia.it/marghera/
{{Terraferma Veneziana}}
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