Lessinia: differenze tra le versioni
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|nomecatena = Monti Lessini
|immagine = CollageLessinia.jpg
|image_text = Alcune foto della Lessinia. Dall'alto
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La '''Lessinia''',
Una parte del territorio lessinico costituisce il [[Parco naturale regionale della Lessinia]]. Confina a nord con la Val di Ronchi e il [[Gruppo del Carega]], a est con la [[Val Leogra]], a sud con il corso dell'[[Adige]] e l'alta pianura veronese e a ovest con la [[Val Lagarina]]. Le sue cime raggiungono un'altitudine tra i 1500 e i {{M|1800|ul=m slm}}
Fin dai tempi più remoti la Lessinia vide la presenza dell'uomo che qui poteva facilmente reperire la selce e rifugiarsi nelle molte grotte e ripari. Sono state trovate testimonianze risalenti fin al [[paleolitico inferiore]] in diversi luoghi, tra cui [[Riparo Soman]], [[Ponte di Veja]] e presso la [[Grotta di Fumane]]. Risale all'inizio del [[II millennio a.C.]] la diffusione dei [[castellieri]], piccoli insediamenti fortificati di capanne posti sulla sommità dei rilievi, di cui ne rimangano solo alcune tracce oramai confuse nel territori. Prima dell'arrivo dei [[antica Roma|romani]], avvenuto tra il III e il II secolo a.C., la zona era abtita da diverse popolazione di origine retica, tra cui gli [[Arusnati]]. A quel tempo la Lessinia, facente parte dell'agro veronese, risultava quasi interamente occupata da boschi per la parte più bassa (''Frizzolana'' e ''Selva veronensis'') mentre le spianate più in quota (''Lessinium'') erano adibite a pascolo estivo. In seguito alla caduta dell'Impero Romano e alle conseguenti invasioni barbariche il territorio andò incontro ad una evidente decrescita demografica che si interromperà solamente agli inizi del [[XI secolo]]. Dall'[[età carolingia]] fino all'avvento dell'[[età comunale]] gran parte della Lessinia fu sotto il controllo degli enti ecclesiastici veronesi, un dominio che andò in crisi con l'affermazione dei commercianti di lana di cui i [[Della Scala]], futuri signori di Verona, erano gli esponenti cittadini. Nel 1287, il vescovo Bartolomeo della Scala concesse ad un gruppo di coloni di origine tedesca di stabilirsi nell'area dell'odierna [[Roverè Veronese]], costituendo il primo nucleo dei [[Cimbri (minoranza linguistica)|Cimbri della Lessinia]]. Con la [[dedizione di Verona a Venezia]] del 1404 anche l'altopiano passò sotto la dominazione della [[Serenissima]] che procedette a conferire agli abitanti diversi privilegi in cambio della sorveglianza del confine a nord. L'arrivo di [[Napoleone]] comportò grandi cambiamenti nell'assetto amministrativo della zona, in parte mantenuti dalla successiva dominazione [[impero austriaco|austriaca]]. Gli anni successivi all'[[Plebiscito del Veneto del 1866|annessione del Veneto]] al [[Regno d'Italia]] furono molto duri per la popolazione che conobbe carestie ed epidemie. Risparmiata dai tragici avvenimenti della [[prima guerra mondiale|prima]] e [[seconda guerra mondiale]] la fine del [[XX secolo]] si caratterizzata per un progressivo spopolamento dei comuni lessinici a favore di una emigrazione verso la città.▼
Fin dai tempi più remoti la Lessinia vide la presenza dell'uomo, che qui poteva facilmente reperire la selce e rifugiarsi nelle molte grotte e ripari. Risale all'inizio del [[II millennio a.C.]] la diffusione dei [[castellieri]], piccoli insediamenti fortificati posti sulla sommità dei rilievi, di cui rimangono solo alcune tracce oramai confuse nel territorio. Prima dell'arrivo dei [[antica Roma|Romani]], avvenuto tra il III e il II secolo a.C., la zona era abitata da diverse popolazioni di origine [[reti]]ca, tra cui gli [[Arusnati]]. A quel tempo l'altopiano risultava quasi interamente occupato da boschi per la parte più bassa mentre le spianate più in quota erano adibite a pascolo estivo. In seguito alla caduta dell'Impero Romano il territorio andò incontro a un'evidente decrescita demografica, che si interromperà solamente agli inizi dell'[[XI secolo]].
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== Toponimo ==▼
Nomi storici utilizzati in documenti veronesi per questo territorio sono ''Luxino'', ''Lixino'', ''Lesinio'', ''Lissinorum'' e ''Lissinia'', sempre con il significato di "terra usata e preparata per i pascoli". Il primo documento conosciuto in cui compare il termine è un atto del 7 maggio 814 in cui il [[gastaldo]] Ildemanno di Verona dona "''campo meo in Luxino ad Alpes facienda, una cum capilo pasquo''" al [[chiesa di Santa Maria in Organo|monastero veronese di Santa Maria in Organo]].<ref name="Bodini347">{{cita|Bodini, 2005|p. 347}}.</ref> Potrebbe avere anche origine dal [[dialetto veronese]] ''le sime'', cioè le vette, oppure dal [[lingua veneta|veneto]] ''lisso'' o ''lissio'', ovvero un canale di travi per far scivolare le piante.<ref>{{cita libro|D.|Olivieri|Toponomastica Veneta|1962|Roma}}</ref>▼
== Geografia ==
=== Confini e paesaggio ===
[[File:Lessinia-satellite.jpg|
Chiusa a
Procedendo da
Tra le cime: [[Corno d'Aquilio]], [[Monte Tomba (Lessinia)|Monte Tomba]], [[Cima Trappola]].
Il paesaggio degli Alti Pascoli della Lessinia è stato ufficialmente riconosciuto come paesaggio agrario ed inserito nel [[Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali|Registro nazionale dei paesaggi storici rurali]], predisposto con decreto n. 17070 del 19 novembre 2012 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.<ref>{{cita web|https://www.altipascolidellalessinia.it/la-lessinia-e-nel-registro-nazionale-dei-paesaggi-rurali-storici/|La Lessinia è nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici|autore=Matteo Scolari|data=9 settembre 2020|accesso=22 ottobre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201001000349/https://www.altipascolidellalessinia.it/la-lessinia-e-nel-registro-nazionale-dei-paesaggi-rurali-storici/|dataarchivio=1 ottobre 2020|urlmorto=no}}</ref>
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[[File:PanoramaLessinia.jpg|upright=3.4|
=== Geologia ===
{{...|montagna}}
=== Idrografia ===
[[File:2014 07 Selva di Progno (VR) Italy - Giazza - Val Fraselle - ravin forest - Ctg Baldo Lessinia org photo Paolo Villa FOTO6786.JPG|miniatura|sinistra|verticale|Torrente Fraselle]]
Il fenomeno del [[carsismo]] tipico della [[rocce]] [[calcare|calcaree]] che formano la Lessinia ha reso la sua rete idrografica assai articolata e varia caratterizzata da una grande ramificazione di torrenti che nel corso dei periodi [[periodo glaciale|glaciale]] e [[quaternario]] hanno contribuito a scavare le valli torrentizie che compongono il territorio. Su tutto l'altopiano si annoverano diverse [[Sorgente (idrologia)|sorgenti]], sia temporanee legate allo scioglimento delle nevi e alle piogge, sia permanenti, che sgorgano sopratutto allo sbocco delle valli tra l'alta e bassa pianura. Le più importanti si trovano sul versante [[trentino]] nella valle dei Ronchi, lunga circa 11 km e percorsa dal [[Ala (torrente)|torrente Ala]], e nella Val Bona mentre sugli altri versanti quelle della Val di Illasi e tra [[Velo]] e Val di Mazzano sono le più consistenti.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 31-32}}.</ref>▼
▲Il fenomeno del [[carsismo]] tipico della [[rocce]] [[calcare
Di seguito un elenco dei principali corsi d'acqua presenti in Lessinia partendo da ovest e andando verso est. A [[Fumane]] transita l'omonimo ''progno'' (termine in dialetto veronese per indicare un torrente) che dopo essere nato dal monte San Giovanni e dal Monte Loffa percorre i circa {{M|14
Nei pressi della città di Verona giungono in pianura il progno di [[Quinzano (Verona)|Quinzano]] e il torrente [[Avesa]], entrambi si gettano poi in Adige.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 39}}.</ref>
▲Di seguito un elenco dei principali corsi d'acqua presenti in Lessinia partendo da ovest e andando verso est. A [[Fumane]] transita l'omonimo ''progno'' (termine in dialetto veronese per indicare un torrente) che dopo essere nato dal monte San Giovanni e dal Monte Loffa percorre i circa 14 km della valle dei Progni ricevendo numerosi affluenti.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 37}}.</ref> La valle di [[Marano di Valpolicella]], lunga appena 7 km, è percorsa dl progno di Marano proveniente da Vajo Camporal e la cui fonte si torva presso il monte Noroni. Più ad est, la valle di [[Negrar di Valpolicella]] lunga 11 km è percorsa dal dall'omonimo progno che origina dal progno di Fane e ha come affluenti, tra gli altri, i progni di Fiamene, Prun, Mazzano, San Ciriaco, Sieresol, Pozzetta, Quena e Cancello. In pianura, il progno di Negrar e di Marano si congiungono per poi sfociare in [[Adige]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 38}}.</ref>
[[File:2014 07 Selva di Progno (VR) Italy - Giazza - Val Fraselle - ravin - Ctg Baldo Lessinia org photo Paolo Villa FOTO6792bis.JPG|miniatura|Torrente Fraselle in corrispondenza di [[Giazza]]]]
▲Nei pressi della città di Verona giungono in pianura il progno di [[Quinzano (Verona)|Quinzano]] e il torrente [[Avesa]], entrambi si gettano poi in Adige.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 39}}.</ref> Ad est di Verona si apre la grane vallata di [[Valpantena]], orientata nord-sud si estende per circa 26 km con un bacini idrografico di 150 km<sup>2</sup>, termina a nord con una biforcazione che divide l'Alta Valpantena dal Vajo dell'Anguilla.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 40}}.</ref> Il progno di Valpantena, dopo aver attraversato l'abitato di [[Borgo Venezia]], sfocia in Adige ad ovest di [[San Michele Extra]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 43}}.</ref> Sempre più ad est, da [[Cima Trappola]] origina il vajo Squaranto che si unisce al vajo Illasi dopo aver ricevuto numerosi affluenti tra cui i torrenti Fibbio e Marcellise, all'altezza di [[San Martino Buon Albergo]] per poi terminare in Adige prima di [[Belfiore]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 44-45}}.</ref>
La [[Val d'Illasi]], con i suoi {{M|22
L'ultima grande valle della provincia di Verona è la [[Val d'Alpone]] in cui scorre per circa {{M|32
=== Clima ===
[[File:Lessinia dal Trappola.jpg|
[[Clima
A fondovalle si registrano [[Precipitazione (meteorologia)|precipitazione]]
A titolo di esempio si riportano le tabelle climatiche relative a [[Velo Veronese]] (a {{
{{ClimaAnnuale
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| pioggia12 = 71
}}
I [[vento|venti]] dominanti soffiano da ovest ad est mentre quelli da nord vengono in gran parte fermati dai rilievi maggiori. Vi sono diverse correnti minori e brezze che vanno dal basso verso l'alto e che comportano la formazione di condense e di nuvole nelle zone più elevate.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 110-111}}.</ref>
=== Sismicità ===
[[File:
▲Rispetto al resto delle prealpi venete la Lessinia si presenta con un livello di [[sismologia|sismicità]] relativamente basso. I fenomeni sismici che comunque si riscontrano non sono ascrivibili a cause [[vulcano|vulcaniche]] ma piuttosto all'avanzamento verso nord della [[appennini|catena appenninica]] che comporta una compressione e allo scollamento di masse rocciose crostali. Pertanto si tratta di [[terremoti interplacca]] superficiali che interessano la fascia rocciosa posta tra i 20 e i 25 km di profondità. La val di Illasi, caratterizzata da un sistema di faglie che si estendono in direzione nord e sud, è quella a maggior rischio e che ha fatto registrare diversi eventi tellurici verso la fine del [[XIX secolo]]. Altresì la porzione pedemontana subito a nord della città di Verona è stata, nel corso della storia protagonista, di numerosi terremoti.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 105}}.</ref>
▲== Toponimo ==
▲Nomi storici utilizzati in documenti veronesi per questo territorio sono ''Luxino'', ''Lixino'', ''Lesinio'', ''Lissinorum'' e ''Lissinia'', sempre con il significato di "terra usata e preparata per i pascoli". Il primo documento conosciuto in cui compare il termine è un atto del 7 maggio 814 in cui il [[gastaldo]] Ildemanno di Verona dona "''campo meo in Luxino ad Alpes facienda, una cum capilo pasquo''" al [[chiesa di Santa Maria in Organo|monastero veronese di Santa Maria in Organo]].<ref name="Bodini347">{{cita|Bodini, 2005|p. 347}}.</ref> Potrebbe avere anche origine dal [[dialetto veronese]] ''le sime'', cioè le vette, oppure dal [[lingua veneta|veneto]] ''lisso'' o ''lissio'', ovvero un canale di travi per far scivolare le piante.<ref>{{cita libro|D.|Olivieri|Toponomastica Veneta|1962|Roma}}</ref>
== Storia ==
=== Preistoria ===
[[File:RitrovamentiPreistoriciMonteLoffa.jpg|
Il territorio della Lessinia appare abitato fin dai tempi più remoti; la facilità con cui si poteva reperire la [[selce]] per la produzione di oggetti, la disponibilità di molte grotte e ripari in roccia e altri motivi economici e legati alla sicurezza furono i fattori che portarono diverse comunità [[preistoria|preistoriche]]
Le prime testimonianze risalgono al [[paleolitico inferiore]] e dimostrano la presenza umana in diverse località, tra cui [[Riparo Soman]], [[Ponte di Veja]], località ''Villa'' ([[Quinzano (Verona)|Quinzano]]), ''Cà Verde'' ([[Sant'Ambrogio di Valpolicella]]), [[Grotta di Fumane]].<ref>{{cita|Pellegrini, Bosio, Nardo, 1976|pp. 29-30}}.</ref> Sempre a Quinzano sono stati trovati numerosi resti del successivo [[periodo interglaciale di Riss-Würm]], come punte di lancia, asce, falcetti e frammenti di ossa [[cranio|craniche]] umane. Altri insediamenti del [[paleolitico medio]] sono stati trovati sulle [[Torricelle]], sul Monte Cucco, sul [[Monte Loffa]] e ad [[Azzago]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 224}}.</ref> I ritrovamenti comunque fanno supporre che non si trattassero di veri e propri stabili stanziamenti dell'uomo, in quanto risulta che praticasse una vita nomade, anche se si presume che la zona della ''Cà Verde'' rappresentasse
[[File:Stratigraphy Grotta di Fumane 5.jpg|
Gli studi effettuati hanno suggerito che nel [[paleolitico superiore]] le popolazioni stanziate nella bassa Lessinia fossero in ritardo per quanto riguarda la civilizzazione rispetto ai modelli più generali. Scarse, infatti, le testimonianze artistiche e manufatti complessi risalenti a questo periodo.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 231}}.</ref> Per trovare segni di una civiltà più complessa bisogna aspettare l'[[età del rame]]<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 239}}.</ref> che ha visto la presenza dell'uomo sulle colline di [[Marcellise]], a Ponte di Veja, sul Monte Loffa, a [[Molina (Fumane)|Molina]],<ref name="Boldini250">{{cita|Bodini, 2005|p. 250}}.</ref> in località ''Colombare'' di [[Negrar]] dove è stato rinvenuto un focolare, probabilmente utilizzato per scopi rituali.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 244}}.</ref>
È degli inizi del [[II millennio a.C.]], in piena [[età del ferro]], che in zona si riscontra il fenomeno dei [[Castelliere|castellieri]], piccoli insediamenti di capanne ubicate a semicerchio, fortificati con mura di pietrame a secco e posti sulla sommità dei rilievi.<ref name=Bodini249/> Nonostante ne rimangano solo alcune tracce confuse nel territorio circostante, alcuni di essi sono stati identificati nei pressi di Arbizzano (Negrar), [[Fumane]], [[Marano di Valpolicella]]. Uno dei meglio conservati, risalente all'[[età del ferro]], venne trovato a ''Castel Sottosengia'', nei pressi di [[Breonio]], oggi scomparso per far posto a una cava di marmo.<ref name="Boldini250" />
<ref>{{cita|Aspes, 1984|pp. 806-808}}.</ref> Il ritrovamento in loco di alcuni materiali come lo [[Stagno (elemento chimico)|stagno]] e il [[rame]] ha suggerito che le popolazioni locali intraprendessero commerci con Molti ritrovamenti degli oggetti ritrovati si trovano oggi al [[Museo paleontologico e preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo]] e al [[Museo civico di storia naturale (Verona)|Museo civico di storia naturale
=== Epoca romana ===
[[File:MosaicoNegrar.jpg|
Fin da prima dell'inizio della dominazione [[antica Roma|romana]], che
Sul territorio veronese confluivano due tra le più importanti [[strada romana|strade romane]], la via [[Claudia Augusta]] che congiungeva il nord Europa alla [[pianura padana]] e la [[via Postumia]] che partendo dalla [[Liguria]] si estendeva fino ai confini più orientali dell'[[impero romano|impero]]. Il passaggio di queste fondamentali vie, che si congiungevano nella città di Verona, rendeva la zona strategicamente importantissima. La loro presenza influì anche sul territorio collinare lessinico dove vennero realizzate vie secondarie che si congiungevano
A quel tempo la Lessinia, facente parte dell'''agro veronese'', risultava quasi interamente occupata da boschi per la parte più bassa (''Frizzolana'' e ''Selva veronensis'') mentre le spianate più in quota (''Lessinium'') erano adibite a pascolo estivo. Oltre alle attività di pascolo, in Lessinia si praticava la raccolta di erbe, di bacche, di funghi, di legname da ardere e per l'edilizia.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 292-293}}.</ref> Dalle cave si estraeva pietra calcarea bianca e rossastra largamente impiegata per gli edifici cittadini.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 290}}.</ref> Nonostante ciò gran parte del territorio risultava disabitato. Pochi furono, dunque, i segni lasciati dai
Diversa la situazione per i paesi a fondo valle in cui, conseguentemente alla [[centuriazione]] del II secolo a.C., si sviluppò un'intensa attività agricola e dove,
A partire dal [[IV secolo]] si
=== Epoca medioevale ===
==== Alto
[[File:Chiesa San Giovanni in Loffa.jpg|
[[File:Pieve Di San Floriano (VR).jpg|
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]] si assistette
Il nome [[Valpolicella]] (''Valle Pulliscella''), la zona che comprende la parte sud-ovest della Lessinia, compare invece per la prima volta in un decreto di [[Federico Barbarossa]] del 24 agosto 1177 in cui l'imperatore concede alla Congregazione del Clero le terre intorno al ''Castrum Rotaris'' nei
Il territorio della [[Valpantena]]
==== Età comunale: produzione di lana
{{Vedi anche|Della Scala}}
[[File:Chiesa di San Leonardo sul monte Moro 5.jpg|
Con l'avvento dell'[[età comunale]] si ebbe un ripopolamento della zona con Grezzana, elevata a sede [[pieve|pievana]], centro più importante.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 360}}.</ref> Fiscalmente la valle era organizzata in un [[colonnato]] mentre giurisdizionalmente in un [[capitanato]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 365-366}}.</ref> Questo nuovo assetto politico si ripercuote sul territorio che vede il progressivo abbandono dei castelli fino a far scomparire ogni traccia,
Nel corso del [[XIII secolo]] a Verona si viene ad affermare l'
==== L'immigrazione dei Cimbri ====
{{Vedi anche|Cimbri (minoranza linguistica)}}
Il 5 febbraio 1287, mentre [[Alberto della Scala]] è signore di Verona, il [[vescovo di Verona|vescovo]] Bartolomeo della Scala concede
=== Dominazione veneziana ===
[[File:Carta Almagià.jpg|
Terminato il potere degli scaligeri e dopo una breve parentesi sotto il dominio dei [[Visconti]] e dei [[Carraresi]], con la [[dedizione di Verona a Venezia]] del 1404 anche la Lessinia diviene territorio della [[Serenissima]] e tale rimarrà fino alla sua caduta, fatta eccezione per il periodo della [[guerra della Lega di Cambrai]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 423}}.</ref>
La necessità di poter contare su popolazioni fedeli residenti nei pressi dei confini portò la Repubblica di Venezia a confermare e ad ampliare diritti e privilegi già accordati agli abitanti di
La più antica raffigurazione cartografica della Lessinia appare in una carta del 1440, detta carta dell'Almagià, ove è disegnata gran parte del territorio Veronese. In tale documento sono ben riconoscibili, tra gli altri insediamenti, Sant'Anna d'Alfaedo con le località Cona e Cerna, entrambi con relativa chiesa, la zona di Selva circondata da boschi; [[Boscochiesanuova]] si presenta con molti edifici ed
Grazie ai privilegi concessi dalla Serenissima e al periodo di relativa pace, tra il [[XIV secolo|XIV]] e il [[XVI secolo]] la popolazione della Lessinia crebbe costantemente così come andarono ad affermarsi ulteriori attività, come la pastorizia e l'agricoltura, in aggiunta alle tradizionali produzioni di carbone e alla raccolta della legna. Nonostante ciò la popolazione viveva ancora in gravi ristrettezze
=== Dall'età moderna al XX secolo ===
[[File:Cippi.svg|miniatura|sinistra|verticale|[[Cippo di confine|Cippi di confine]] di confine della Lessinia]]
[[File:Facciata SUD forte Tesoro.jpg|miniatura|sinistra|[[Forte Monte Tesoro]]]]
Quando le truppe [[Napoleone|napoleoniche]] si insediarono in Lessinia a seguito della [[pace di Presburgo]] del 1805 iniziarono grandi cambiamenti nell'assetto amministrativo della zona: i confini mutarono più volte e l'apparato burocratico andò incontro a semplificazioni. La presenza delle truppe nei paesi lessinici fu numerosa e spesso malvista dalla popolazione.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 482}}.</ref> Con l'intento di conoscere meglio le popolazioni che qui risiedevano, i francesi compirono due censimenti e studiarono la diffusione della lingua cimbra appurando che veniva parlata ancora a [[Selva di Progno]], [[Campofontana]] e [[Giazza]]. Inoltre vennero fondate le prime scuole pubbliche laiche.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 482-483}}.</ref> Tali riforme continuarono con la successiva dominazione [[impero austriaco|austriaca]] che si protrasse tra il 1814 e il 1866 quando vi fu l'[[Plebiscito del Veneto del 1866|annessione del Veneto]] al [[regno d'Italia]]. In questo periodo vi fu anche l'istituzione di un servizio medico gratuito pensato prevalentemente per contenere eventuali [[epidemie]],<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 484}}.</ref> tipiche erano quelle di [[pellagra]], [[vaiolo]] e [[colera]], che mietevano vittime tra la popolazione [[malnutrizione|malnutrita]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 485}}.</ref> A seguito della [[terza guerra d'indipendenza]] la Lessinia annessa all'Italia tornò ad essere terra di confine con l'[[impero austriaco]]. Sorsero pertanto numerosi edifici militari difensivi come il [[forte Masua]] sul [[Monte Pastello]], il [[forte San Briccio]], il [[forte Santa Viola]] sopra [[Azzago]] e il forte Monte Tesoro. Venne inoltre potenziata la rete di vie carrabili.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 487}}.</ref> La seconda metà del [[XIX secolo]] non fu facile per la popolazione lessinica: gravi carestie associate ad una disoccupazione portò [[Emigrazione veneta|molta gente ad emigrare]] all'estero.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 487-488}}.</ref> Le attività più diffuse tra la povera popolazione residente si limitavano all'allevamento, alla produzione di formaggio e, nella zona centrale e orientale, di [[carbone]]; diffusa anche l'estrazione del [[ghiaccio]] che avveniva nelle tipiche ''[[Giassara|giassare]]''.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 490-491}}.</ref> Le difficili condizioni di vita portarono, inoltre, ad una notevole diffusione del fenomeno del [[contrabbando]] con il vicino [[Tirolo]] (Vedi [[
Essendo un territorio di confine si temette che la Lessinia potesse essere un teatro di battaglie nel corso della [[prima guerra mondiale]] e pertanto venne fortificata con [[trincea|trincee]], [[strada militare|strade militari]] e disboscamenti. Le preoccupazioni, tuttavia, non furono esatte e l'altopiano servì solo come seconda linea e come campo di addestramento dei soldati mentre le [[Battaglia degli Altipiani|attività belliche]] si concentrarono sul vicino [[monte Pasubio]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 497}}.</ref> Con la [[Armistizio di Villa Giusti|fine delle ostilità]] il Trentino divenne italiano e quindi la Lessina cessò di essere un territorio di frontiera. Le già provate popolazioni che qui risiedevano videro peggiorare ancora di più le loro condizioni di vita tanto che si registrò una forte emigrazione, non solo all'estero, ma anche nei territori vicini. La [[seconda guerra mondiale]] non coinvolse più di tanto l'altopiano che, comunque, venne occupato dalla ''[[Wehrmacht]]'' dopo il 1943. L'evento più significativo fu un incendio appiccato dai soldati [[Germania nazista|tedeschi]] in alta val d'Alpone in segno di [[rappresaglia]] per un'azione portata a segno dei [[partigiani]] contro le truppe di occupazione.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 501}}.</ref>
Terminata la guerra, il successivo [[Miracolo economico italiano|miracolo economico che investì l'Italia]] non fu sufficiente a mettere un freno allo spopolamento delle zone più elevate e remote della Lessina. Anzi, l'introduzione di nuove tecnologie e la crescita del settore industriale e dei servizi a valle fece scomparire alcune delle attività tipiche delle montagne tanto che i molti residenti finirono per trasferirsi in città abbandonando le antiche contrade che finirono per essere completamente disabitate. In contrapposizione a ciò, a partire dagli [[anni 1960]] e nei centri più grandi, si iniziò a costruire nuove residenze utilizzate dai cittadini come seconde case per la villeggiatura e, in contemporanea, a nascere il fenomeno del turismo dell'altopiano.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 502}}.</ref>
== Flora e fauna ==
[[File:Bosco Chiesanuova (Grietz Dossetti Tinazzo) Lessinia VR Italy 2013-04-01 photo CTG ACA LESSINIA Paolo Villa 0055sp 02.jpg|
=== Birdwatching ===
In Lessinia sono state osservate 170 specie dal 2006 al 2012, da quelle più comuni come i diversi turdidi, fringillidi e cince, a quelli più usuali nell'ambiente alpino come [[gallo cedrone]], [[fagiano di monte]], [[aquila reale]], [[picchio muraiolo]] e [[merlo acquaiolo]], a quelli più atipici come la [[cicogna nera]], il [[cavaliere d'Italia]], il [[cormorano]], l'[[airone cenerino]], l'[[airone guardabuoi]], la [[marzaiola]] o il [[totano moro]]<ref>[http://www.veronabirdwatching.org/associazione/pubblicazioni.html Resoconti ornitologici della Lessinia]</ref>.
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=== Il lupo ===
Nei primi mesi del 2012 un evento di eccezionale interesse naturalistico si è verificato in Lessinia. A seguito di dispersione naturale, è avvenuto l'incontro e la stabilizzazione di due lupi appartenenti a popolazioni differenti: un maschio di nome Slavc appartenente alla popolazione dinarica in dispersione dalla Slovenia, monitorato con radiocollare nell'ambito del progetto europeo “Life SloWolf”, ed una femmina appartenente alla popolazione italiana. La presenza di questi due lupi in Lessinia è di straordinario interesse scientifico ed è il primo caso – dopo la scomparsa del lupo sulle Alpi - che una coppia della specie si sia formata con individui appartenenti a due popolazioni diverse: quella dinarica e quella italiana. Il lupo era presente sulle Alpi fino alla fine del XIX secolo e, più sporadicamente, nei primi decenni del XX secolo.▼
▲Nei primi mesi del 2012,
In Veneto gli ultimi avvistamenti di lupo risalgono al 1931 nella zona di Belluno (Fossa, 1988), mentre in Lessinia la specie sembra essere scomparsa nella prima metà del 1800 (Garbini, 1898) , con sporadiche presenze isolate registrate nel 1880 (Benetti, 2003). Il lupo in Lessinia è storicamente legato alle tradizioni socio-culturali della popolazione cimbra, come attestato da toponimi, favole, leggende, proverbi e modi di dire dedicati a questo animale. <br> ▼
▲In Veneto gli ultimi avvistamenti di lupo risalgono al 1931 nella zona di Belluno (Fossa, 1988), mentre in Lessinia la specie sembra essere scomparsa nella prima metà del 1800 (Garbini, 1898) , con sporadiche presenze isolate registrate nel 1880 (Benetti, 2003). Il lupo in Lessinia è storicamente legato alle tradizioni socio-culturali della popolazione cimbra, come attestato da toponimi, favole, leggende, proverbi e modi di dire dedicati a questo animale.
In località «Riserva di Buse di Sopra» (Comune di Velo Veronese) vi è una stele che porta la seguente iscrizione:1657 - CO - VELO - P - IL - CAS0 - FORD0 - DI - MADA - DE - LA - VALLE - 1655. Vicino a questa vi è un pozzo ed una pozza per abbeverare il bestiame al pascolo, denominati rispettivamente il «Posso del Loo» e la «Possa del Loo». Circa l'erezione di questa stele e la denominazione dei depositi d'acqua ecco quanto raccontava la nonna di uno degli scriventi, A. Benetti : "''Nella contrada "Valle della Ba" (Camposilvano) viveva in tempi antichi una donna che si chiamava Maddalena. Nella contrada non vi erano pozzi da cui attingere acqua e così la donna, quando faceva la "lissia" (bucato) andava fino al "Posso del Loo" (Pozzo del Lupo) a prenderne un "col". Quando doveva "resentarla" (sciacquarla) occorreva molta acqua e allora preferiva portare la "lissia" sul posto risparmiando così molta fatica. Un giorno la "pora" Maddalena si recò al "Posso del Loo" per risciacquare il bucato e, mentre era intenta a questo lavoro, uscì fuori dal bosco un Lupo che la mangiò. Il Lupo mangiò solo la parte destra del corpo, non potendo toccare la sinistra perché vi batte il cuore. Dopo questo fatto, il Comune di Velo fece fare la lapide per ricordare ai passanti di dire una "Rechia meterna (requiem) per quella poveradonna". La credenza, ancora diffusa nella zona di Camposilvano, che i Lupi non potessero cibarsi della parte sinistra del corpo umano, nacque certamente da questo caso"''.<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Attilio Benetti, Laura Bonomi|titolo=IL LUPO IN LESSINIA NEI RACCONTI DEI NOSTRI VECCHI - Lessinia ieri oggi domani 1978}}</ref>
La presenza del lupo in Lessinia è tutt'oggi controversa, in quanto spesso divide l'opinione pubblica cittadina tra chi vede questa presenza in maniera positiva e favorevole al corretto mantenimento della biodiversità, e chi vede la presenza del lupo come un grosso problema a causa delle ingenti predazioni sugli animali d'allevamento. In Lessinia 11 consigli comunali hanno votato nel 2014 all'unanimità delle delibere comunali che chiedevano lo spostamento totale del predatore in altre aree e l'abbandono del progetto Life wolf alps.
== Arte e cultura ==
=== Architettura ===
[[File:CasaAltaValpolicella.jpg|miniatura|Tipiche case rurali in pietra della Lessinia]]
A sollecitare particolare interesse sono i piccoli paesi, attorniati dalle loro decine di contrade, che comprendono dalle due fino ad una cinquantina di abitazioni, nella parte più montana, sopra gli 800 m s.l.m.. In questi contesti l'utilizzo della [[pietra della Lessinia|pietra]] sfruttando la grande disponibilità di tale materiale attraverso le cave rispetto alla più scarsa disponibilità di legname da costruzione ha dato origine ad una caratteristica peculiare<ref>{{Cita web |url=https://verona.com/it/verona/lessinia-larchitettura/ |accesso= 4 luglio 2023 | titolo= L'architettura in Lessinia}}</ref>. I muri a secco, i tetti delle case sono composti da lastroni in pietra e rispecchiano la tipologia di costruzione delle numerose [[alpeggio|malghe]]. Anche i pavimenti delle case erano e, anche dopo le necessarie ristrutturazioni, sono stati mantenuti spesso in pietra, immancabile il camino all'interno e massicce travi in legno a sostenere i piani superiori.
La pietra veniva, inoltre, usata per muri di confine, lavatoi, e scolpita diventava croci ed edicole religiose spesso raffiguranti la Passione di Cristo o la Vergine Maria<ref>{{Cita web |url=https://www.visitlessinia.eu/it/cosa-vedere-fare/storia-e-cultura/architettura/ |titolo=Architettura in Lessinia tra cultura e storia |accesso=4 luglio 2023}}</ref>. Diffuse pure le ''giassàre'' o ''glazzàre'' ovvero le [[ghiacciaia|ghiacciaie]] in dialetto locale. Ormai abbandonate, la più nota e meglio tenuta è quella di Grietz, di forma circolare, sulla strada che collega Bosco Chiesanuova con San Giorgio.
=== Musei ===
[[File:Museo Geopaleontologico di Camposilvano 02.jpg|miniatura|sinistra|[[Museo geopaleontologico di Camposilvano]]]]
In Lessinia vi sono diversi musei, perlopiù naturalistici ma non mancano le collezioni [[etnografia|etnografiche]]. Il [[Museo dei Fossili di Bolca]] dedica due sale ai reperti [[fossili]] di oltre 150 [[specie]] di pesci, 250 di vegetali, oltre che insetti e [[fauna]] minore. Presso il [[Museo Geopaleontologico di Camposilvano]] si possono trovare fossili del [[mesozoico]] e [[cenozoico]] trovati sia sull'altopiano che in altre regioni fornendo così una completa visione della storia [[geologia|geologica]] e [[paleontologia|paleontologica]] del luogo. Il [[Museo paleontologico e preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo]] espone reperti rinvenuti nelle cave di pietra della zona tra cui fossili di pesci, di squali, di rettili marini e [[ammoniti]]. Vi è anche una sezione dedicata alla [[preistoria]] con oggetti trovati nei dintorni di Fumane. A [[Molina (Fumane)|Molina]] vi è il [[Museo Botanico della Lessinia]] che vanta una collezione di circa 300 specie erbacee, arbustive e arboree tipiche della zona. La visita al museo può essere completata con il vicino [[Parco delle cascate di Molina|Parco delle Cascate]] e con la visita alle antiche corti di pietra.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 173}}.</ref>▼
▲In Lessinia vi sono diversi musei, perlopiù naturalistici ma non mancano le collezioni [[etnografia|etnografiche]]. Il [[Museo dei
Il [[Museo dei fossili di Roncà]], fondato nel 1975, offre testimonianze dell'ambiente di 40 milioni di anni fa come fossili di [[foraminiferi]], [[molluschi]], [[rettili]], [[mammiferi]] e piante. Il [[Museo Etnografico di Bosco Chiesanuova]] si prefigge lo scopo di illustrare i tipici lavori dei popoli che un volta vivevano in Lessinia, come il taglio della legna, la produzione di carbone vegetale, la lavorazione del latte e la produzione di ghiaccio. A [[Giazza]] il [[Museo dei Cimbri di Giazza|Museo dei Cimbri]] offre un percorso espositivo relativo alla storia, alla cultura e alla lingua degli antichi Cimbri. Infine, il [[Museo dei Trombini]] a a [[Selva di Progno]] espone alcuni tipi di [[Trombino (arma)|trombino]] tra i quali un esemplare di fabbricazione veneziana risalente al 1500. Menzione va fatta anche per l'[[Area Floro-Faunistica di Malga Derocon]], ad [[Erbezzo]], permette ai visitatori di osservare esemplari di [[camosci]], [[cervo|cervi]], [[capriolo|caprioli]] allo stato di semi libertà, oltre a 60 specie floristiche della Lessinia, un giardino roccioso e alcun faggi secolari.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 174}}.</ref>▼
▲Il [[Museo dei fossili di Roncà]], fondato nel 1975, offre testimonianze dell'ambiente di 40 milioni di anni fa come fossili di [[foraminiferi]], [[molluschi]], [[rettili]], [[mammiferi]] e piante. Il [[Museo
=== Cultura cimbra ===
{{...|montagna}}
== Economia ==
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=== Turismo ===
Il turismo in Lessinia è prevalentemente di tipo confinante,
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Le ville ===
{{...|montagna}}
=== Architetture religiose ===
[[File:PieveSanGiorgioGrande.jpg|
* [[Pieve di San Giorgio di Valpolicella]], a San Giorgio di [[Sant'Ambrogio di Valpolicella]]. Sorta su un precedente tempio [[longobardi|longobardo]], di cui è ancora presente un interessante [[ciborio]], l'edificio [[Architettura romanica|romanico]] è stato edificato nell'[[XI secolo]]. Nel Medioevo ha ospitato una collegiale di [[sacerdote|sacerdoti]] ed un [[seminario]].
* [[Chiesa di San Leonardo sul monte Moro]], a [[San Mauro di Saline]]. L'attuale edificio venne realizzato nel 1388 su
* [[Chiesa di San Giovanni in Loffa]], a [[Sant'Anna d'Alfaedo]]
* [[Chiesa di Sant'Antonio (Monteforte d'Alpone)|Chiesa di Sant'Antonio]], a Vestenavecchia (VR). Fu eretta dai Vescovi verso la fine del XIII secolo sulle rovine del castello (e con materiali dello stesso) e venne dedicata a Sant'Antonio Abate. La chiesa fu rimaneggiata all'esterno nel 1537; nel 1650 venne innalzato sia l'elegante altare [[barocco]], sia l'[[abside]] che per anni custodì un antico Crocifisso ligneo del Cinquecento.
=== Altri luoghi di interesse storico-naturalistico ===
* [[Ponte di Veja]], a [[Sant'Anna d'Alfaedo]], si tratta di un [[arco naturale]] con una arcata di circa quaranta metri, uno spessore minimo di nove metri e una larghezza di venti metri.
* [[Parco delle cascate di Molina]], a [[Molina (Fumane)|Molina]] di [[Fumane]], è un parco naturale famoso per le sue cascate.
* [[Cave di Prun]], a [[Negrar]], sono antiche cave sotterranee di marmo. Secondo le fonti storiche, queste monumentali cave già esistevano agli inizi del [[XIII secolo]].
* [[Riparo Solinas]], a Fumane, attualmente noto come Grotta di Fumane, fu abitato per un lunghissimo periodo che va da circa 60.000 anni fa con presenze dell'[[Homo neanderthalensis]] fino al crollo della grotta che si presume risalga a 25.000 anni fa conseguenza ed effetto di una [[glaciazione]]. Viene considerato da molti il sito più importante in Europa per il lungo periodo di utilizzo e per caratteristiche proprie.
== Sport ==
[[File:LessiniaBike.jpg|
I monti della Lessinia offrono numerose opportunità agli sportivi. Nel periodo invernale nella zona intorno a [[Malga San Giorgio]] (località di [[Bosco Chiesanuova]])
D'estate la Lessinia vede la presenza di numerosi escursionisti, e negli ultimi anni è notevolmente cresciuta la presenza di amanti della [[mountain bike]]. I percorsi sterrati attraverso le malghe hanno fatto da richiamo agli amanti della bicicletta da fuoristrada. Nelle zone intorno a Sega di Ala si teneva ogni anno la ''Lessinia Bike'', gara che vedeva impegnati numerosi atleti in un percorso che toccava i più suggestivi luoghi della Lessinia occidentale. La parte orientale è invece teatro di molte edizioni di un'altra importante gara di mountain bike: la ''Lessinia Legend''. Importante anche la presenza degli appassionati di [[bicicletta da corsa]], la cui meta preferita è l'attraversamento del [[passo delle Fittanze]], in particolare della dura salita che parte da Sdruzzinà ([[Ala (Italia)|Ala]]).
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=== Bibliografiche ===
{{note strette}}
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=
* {{cita libro|autore=AA.VV.|
* {{cita libro
* {{cita libro|
* {{cita libro|autore1=Giambattista Pellegrini|autore2=Luciano Bosio|autore3=Dante Nardo|titolo=Il Veneto preromano e romano|opera=Storia della cultura veneta|cid=Pellegrini, Bosio e Nardo, 1976|anno=1976|editore=Neri Pozza Editore|isbn=no|volume=I}}
* {{cita libro|curatore1=Pietro Piazzola|curatore2=Giuseppe Rama|titolo=Lessinia, territorio e cultura|città=Giazza|editore=Curatorium Cimbricum Veronense|anno=2002|SBN=TO01960106||cid=Piazzolo e Rama, 2002}}
* {{cita libro|autore1=Eugenio Turri|autore2=Vincenzo Pavan|autore3=Corrado Balistreri Trincanato|titolo=L'architettura di pietra in Lessinia. Percorso nella tradizione architettonica della Lessinia Veronese|url=https://archive.org/details/larchitetturadip0000euge|anno=2015|editore=Studio 7|isbn=978-8890976162}}
== Voci correlate ==
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* [[Lessini Durello]]
* [[Contrabbando tra Ala e la Lessinia]]
* [[Parco naturale regionale della Lessinia]]
* [[Aree naturali protette del Trentino-Alto Adige]]
* [[Zone di protezione speciale]]
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== Collegamenti esterni ==
* [https://www.larenadomila.it/storia/lessinia.html Lessinia in veronese] su [https://www.larenadomila.it www.larenadomila.it]
* {{cita web|https://vimeo.com/32114125|Riprese aeree di Roberto Mettifogo del Parco della Lessinia ed alcune zone limitrofe}}▼
* {{cita web|http://www.veronabirdwatching.org/associazione/pubblicazioni.html|Associazione Verona Birdwatching: resoconti ornitologici}}
* {{cita web|http://www.filmfestivallessinia.it|Film Festival della Lessinia}}
* {{cita web | 1 = http://www.prealpiveronesi.it | 2 = Guida alle Prealpi Veronesi (Baldo, Carega, Lessinia, Valpolicella) | accesso = 14 aprile 2020 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20190906105934/http://prealpiveronesi.it/ | dataarchivio = 6 settembre 2019 | urlmorto = sì }}
* {{cita web
*[https://www.altipascolidellalessinia.it/]{{cita web|1=https://www.pecorabrogna.it|2=Pecora Brogna|accesso=21 ottobre 2022}}
*
▲*
{{Aree naturali protette in Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Veneto}}
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