Lepus corsicanus: differenze tra le versioni
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La
Veniva un tempo considerata una sottospecie della lepre europea (''[[Lepus europaeus]] corsicanus''): solo in tempi recenti, grazie ad osservazioni morfologiche preliminari a partire dagli anni '80 del XX secolo (Angelici, 1989) alle analisi morfometriche (Palacios, 1996<ref>Palacios F. 1996. Systematic of the indegenous hares of Italy traditionally identified as Lepus europaeus Pallas 1778 (Mammalia: Leporidae). Bonn. Zool. Beitr., 46: 59-91.</ref>; Lo Valvo ''et al''., 1997<ref>Lo Valvo M., Barera A., Seminara S. 1997. Biometria e status della Lepre appenninica (Lepus corsicanus de Winton 1898). Il Naturalista Siciliano, IV, 21: 67-74.</ref>; Trocchi ''et al''., 1998<ref>Trocchi V., Riga F., Toso S., Spagnesi M. 1998. La Lepre italica (Lepus corsicanus De Winton, 1898) si conferma una buona specie. Atti II Congresso Italiano di Teriologia. i Mammiferi in Italia: status, tendenze e implicazioni gestionali. Varese, 1998. Riassunti</ref>; Riga ''et al''., 2001<ref>Riga F., Trocchi V., Toso S. 2001. Morphometric differentiation between the Italian hare (Lepus corsicanus De Winton, 1898) and European brown hare (Lepus europaeus Pallas, 1778). Journal of Zoology, 253: 241-252.</ref>, Angelici & Luiselli, 2007) e all'analisi del [[DNA mitocondriale]] (Pierpaoli ''et al''., 1999<ref>Pierpaoli M., Riga F., Trocchi V., Randi E. 1999. Species distinction and evolutionary relationship of the italian hare (Lepus corsicanus De Winton, 1898) as described by mitochondrial DNA sequencing. Mol. Ecol. 8 (11): 1805-1817.</ref>), gli studiosi sono potuti arrivare alla conclusione che si tratta di una specie ben distinta da ''L. europaeus'', dal quale ''[[taxon]]'' si separò all'incirca tre milioni di anni fa<ref name=":0">{{cita libro|autore=Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di)|titolo=Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14|url=http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/qcn_14.pdf|editore=Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica|anno=2002|accesso=20 giugno 2014|dataarchivio=3 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140103235758/http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/biblioteca/qcn_14.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
==Distribuzione==
Fino agli [[anni 1930|anni trenta]] del [[XX secolo]], la specie aveva diffusione praticamente continua in tutta l'[[Italia]] centro-meridionale, a partire dall'[[Isola d'Elba]], in [[Sicilia]] oltre che in [[Corsica]]: a seguito dell'introduzione, a fini venatori, di ''[[Lepus europaeus]]'' in gran parte della penisola, la popolazione di questa specie si è assai frammentata, con popolazioni isolate nelle varie regioni un tempo colonizzate e distribuzione continua solo in ambienti insulari, dove la congenere non è riuscita ad arrivare. La situazione della popolazione corsa della specie, riscoperta recentemente (Scalera & Angelici, 2003; Pietri ''et al'', 2011<ref name=":1" />) che a dispetto del [[nome scientifico]] sarebbe stata introdotta in tempi storici, anche se imprecisati, è attualmente poco conosciuta anche se predominante nei carnieri dei cacciatori rispetto alle altre due specie di lepri presenti (''L. europaeus'' e ''L. granatensis'' (Pietri ''et al''., 2011<ref name=":1">Pietri C., Alves P.C., Melo-Ferreira J. 2011. Hares in Corsica: high prevalence of ''Lepus corsicanus'' and hybridization with introduced ''L. europaeus'' and ''L. granatensis''. Eur. J. Wildl. Res.: DOI 10.1007/s10344-010-0430-9</ref>).
Sebbene
==Descrizione==
===Dimensioni===
Misura circa mezzo metro o poco più
===Aspetto===
La specie è assai somigliante all'affine ''L. europaeus'', con la quale viene spesso confusa. La colorazione del mantello differisce da quella della
==Biologia==
Poco si sa circa le abitudini di questi animali, in quanto fino a poco tempo fa considerati una sottospecie della
==Note==
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