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{{Nota disambigua}}
{{NN|Sicilia|maggio 2018|}}
{{organizzare|Non rispetta [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]]; uso eccessivo del [[Aiuto:Manuale di stile#Grassetto|grassetto]]|geografia|luglio 2017}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Modica
|PanoramaNome ufficiale = VedutaCittà di Modica 01.jpg
|Panorama = Modica sera.jpg
|Didascalia = Panorama di Modica
|Didascalia = [[Duomo di San Giorgio (Modica)|Duomo di San Giorgio]] e panorama serale, 2020
|Bandiera = Gonfalone Comune di Modica.svg
|Stemma = Modica-Stemma (Statuto).svg
|Voce bandiera =
|Bandiera = Modica-Bandiera (var).svg
|Voce stemma =
|Voce bandiera = Modica#Simboli
|Voce stemma = Modica#Simboli
|Stato = ITA
|Note stato =
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|Data rielezione =
|Data istituzione =
|Sottodivisioni = Balata di Modica, Contrada Borgo Montesano, [[Frigintini]], Maganuco, [[Marina di Modica]], Zappulla
|Abitanti = 53460
|Divisioni confinanti = [[Buscemi]] ([[Libero consorzio comunale di Siracusa|SR]]), [[Giarratana]], [[Ispica]], [[Noto (Italia)|Noto]] ([[Libero consorzio comunale di Siracusa|SR]]), [[Palazzolo Acreide]] ([[Libero consorzio comunale di Siracusa|SR]]), [[Pozzallo]], [[Ragusa]], [[Rosolini]] ([[Libero consorzio comunale di Siracusa|SR]]), [[Scicli]]
|Note abitanti = {{istat|088|6|2023|data={{data|8|9|2023}}|accesso={{data|19|9|2023}}}}
|Codice postale =*97015
|Aggiornamento abitanti = 30-6-2023
|Sottodivisioni = Balata di Modica, [[Frigintini]],*97010 <small>([[Marina di Modica]], Maganuco, Zappulla)</small>
|Divisioni confinanti = [[Buscemi]] (SR), [[Giarratana]], [[Ispica]], [[Noto (Italia)|Noto]] (SR), [[Palazzolo Acreide]] (SR), [[Pozzallo]], [[Ragusa]], [[Rosolini]] (SR), [[Scicli]]
|Codice postale = 97015, 97010 (Marina di Modica)
|Zona sismica = 1
|Gradi giorno = 1117
|Nome abitanti = modicani<br/>modicane
|Patrono = [[sanMaria GiorgioSantissima delle Grazie]], <br/>[[Pietro (apostolo)|san Pietro]]<br/>[[san (compatrono)Giorgio Martire]]
|Soprannome= La città del cioccolato
|Festivo = 23 aprile, 29 giugno
|Festivo = <small>''Rispettivamente:''</small><br/>31 maggio<br/>29 giugno<br/>23 aprile
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Modica (province of Ragusa, region Sicily, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Modica nel libero consorzio comunale di Ragusa
|Motto = {{la}} {{maiuscoletto|ModicaComitatus orbisCaput terrarumMothuca imperiumUrbs Fidelis Atque Populosa}}<br/>{{it}} ''Modica, capitale della Contea, città fedele e popolosa''
}}
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Città tardo barocche del [[Val di Noto]] (Sicilia sud orientale)
|nomeInglese = Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
|immagine = Modica-SGiorgio.jpg
|anno = 2002
|tipologia = architettonico
|criterio = C (i) (ii) (iv) (v)
|pericolo = no
|link = 1024
}}
'''Modica''' (''Muòrica'' in {{nomelingua|scn}}) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:53460}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> del [[libero consorzio comunale di Ragusa]] in [[Sicilia]].
 
'''Modica''' (''Muórica'' in {{nomelingua|scn}}<ref>{{cita libro|autore1=Teresa Cappello|autore2=Carlo Tagliavini|wkautore2=Carlo Tagliavini|titolo=Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani|città=Bologna|editore=Pàtron|anno=1981|p=327|sbn=UMC0979712}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> del [[libero consorzio comunale di Ragusa]], in [[Sicilia]].
Città di origini neolitiche, fino al XIX secolo è stata capitale di una [[Contea di Modica|contea]] che ha esercitato una vasta influenza politica, economica e culturale. Il suo centro storico, ricostruito a seguito del devastante [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], costituisce uno degli esempi più significativi di [[Architettura barocca#Architettura tardobarocca e rococò|architettura tardo barocca]].
 
Città di origini neolitiche, fino al [[XIX secolo]] è stata capitale della [[Contea di Modica|contea omonima]], che ha esercitato una vasta influenza politica, economica e culturale. Il suo centro storico, ricostruito a seguito del devastante [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], costituisce uno degli esempi più significativi di [[Architettura barocca#Architettura tardobarocca e rococò|architettura tardo barocca]].
Per i suoi capolavori la città è stata inclusa nel [[2002]], insieme ad alcuni centri del [[Val di Noto]], nella lista dei [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dell'[[UNESCO]].<ref>{{Cita web|url=https://whc.unesco.org/en/list/1024/|titolo=Late Baroque Towns of the Val di Noto &#x28;South-Eastern Sicily&#x29;|autore=UNESCO World Heritage Centre|sito=UNESCO World Heritage Centre|lingua=en|accesso=2022-07-09}}</ref>
 
Per i suoi capolavori la città è stata inclusa il 25 giugno [[2002]], insieme ad alcuni centri del [[Val di Noto]], nella lista dei [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dell'[[UNESCO]].<ref>{{Cita web|url=https://whc.unesco.org/en/list/1024/|titolo=Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)|autore=UNESCO World Heritage Centre|sito=UNESCO World Heritage Centre|lingua=en|accesso=2022-07-09}}</ref>
 
È nota anche per la preparazione del tipico [[Cioccolato di Modica|cioccolato]].
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== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
[[File:Modica Landscape.jpg|miniatura|Panorama di Modica Bassa]]
Mòdica, il cui nome originerebbe dal [[lingua fenicia|fenicio]] ''Mùtika'' (albergo, dimora: chiara l'analogia con la fenicia ''Utica'', città dove si diede la morte [[Catone Uticense]])<ref>{{Cita libro |autore=R. Solarino |titolo=La Contea di Modica |volume=I vol. |editore=Libreria Paolino Editrice |città=Ragusa |anno=1982 |pagina=111}}</ref> o dal [[lingua sicula|siculo]] ''Mùrika'' (roccia nuda, non coltivabile), chiamata in seguito {{polytonic|Μότουκα}} dai [[greco antico|greci]], è situata 15&nbsp;km a sud del [[Ragusa|capoluogo di provincia]], ed il suo territorio urbano si sviluppa su un esteso [[altopiano]] solcato da profondi [[canyon]] (detti localmente "cave"). La città sorge sulla [[confluenza]] di due fiumi a carattere torrentizio che dividono l'altopiano in quattro colline: Pizzo a nord, Idria ad ovest, Giacanta ad est e Monserrato a sud.<br />
I due fiumi, [[Pozzo dei Pruni]] e [[Janni Mauro]] (ormai asciutti e coperti nel tratto urbano), si uniscono a formare il [[Fiumara di Modica|Modicano]], il cui [[alveo]] è stato coperto nei primi del Novecento divenendo l'odierno Corso Umberto I, asse principale della città. Il [[Fiumara di Modica|Modicano]] aveva dignità di fiume perenne, fino ai primi decenni del Novecento, in quanto alimentato da sorgenti permanenti, fra cui la più cospicua quella della Fontana Grande, la quale con le sue acque permetteva che fra il Cinquecento e l'Ottocento, lungo le rive del {{polytonic|Μότουκανυς ποταμός}}, come lo chiamò il geografo greco [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]] nel II secolo dopo Cristo, sorgessero nel tratto modicano del fiume ben 23 [[mulini ad acqua]]. In seguito sorsero i mulini industriali, e l'acqua delle sorgenti fu incanalata nella rete idrica cittadina. Dal Settecento alla fine dell'Ottocento, la presenza lungo gli argini dei torrenti di 17 ponti, che consentivano il transito di uomini, animali e carri da un lato all'altro, fece sì che in una delle prime edizioni, quella del [[1934]]<ref name="Treccani">{{Treccani|modica_(Enciclopedia-Italiana)|Modica|autore=[[Guido Libertini|G. Libertini]], [[Vincenzo Epifanio|V. Epifanio]]|anno=1934|accesso=2021-12-02}}</ref>, dell{{'}}''[[Enciclopedia Treccani]]'', Modica fosse definita «la città più singolare d’Italia, dopo [[Venezia]]», riportando l'impressione che la città aveva suscitato all'abate [[Paolo Balsamo]] da Palermo, nel [[1808]]. Il nucleo urbanistico più antico è situato sulla collina (il cui promontorio è sormontato dai resti del Castello medievale) che separa i due torrenti, e sui versanti da essi creati. Il Comune di Modica gode di un vastissimo territorio comunale sviluppato in senso longitudinale, che partendo dalle pendici dei [[Monti Iblei]], con un'altezza sul [[livello del mare]] compresa fra i 500 e i 550 metri, nei pressi dei comuni montani di [[Giarratana]], [[Monterosso Almo]] e [[Palazzolo Acreide]], degrada lentamente fino alla costa che si affaccia sul [[Canale di Sicilia]], con le sue due frazioni marinare di [[Maganuco]] e [[Marina di Modica]]. Il punto più alto del centro urbano, con i suoi {{M|449|ul=m}} [[Livello del mare|s.l.m.]], corrisponde al campanile della [[chiesa di San Giovanni Evangelista (Modica)|chiesa di San Giovanni Evangelista a Modica]] Alta, mentre la sede comunale, a Modica Bassa, si trova a [[296]] m. di altezza sul [[livello del mare]]. Comprende anche un'isola amministrativa, acquisita nel 1950 da Noto insieme a tutti gli altri territori di quest'ultimo comune che si trovavano alla destra del fiume Tellaro (tranne la contrada San Giacomo, che fu aggregata a Ragusa).
 
Modica è situata a circa {{M|15|u=km}} a sud del [[Ragusa|capoluogo di provincia]], e il suo territorio urbano si sviluppa su un ampio [[altopiano]] inciso da profondi [[canyon]] (localmente denominati ''cave''). La città sorge alla [[confluenza]] di due corsi d’acqua a carattere torrentizio, che suddividono l’altopiano in quattro colline: ''Pizzo'' a nord, ''Idria'' a ovest, ''Giacanta'' a est e ''Monserrato'' a sud.
=== Clima ===
Il territorio comunale si divide in due zone climatiche ovvero la meridionale, o costiera, e la settentrionale, o montuoso-collinare. Il clima a Modica è mite e la neve rappresenta un evento raro nella parte bassa della città, ma più frequente nella parte alta e sull'altopiano, dove ogni anno può verificarsi un evento nevoso anche senza accumulo; alcune nevicate storiche e più consistenti risalgono al 1895 (febbraio), 1905, 1909, 1929, 1956 (febbraio), 1979, 1985 (febbraio), 1998 e 2005 (26 gennaio). Intensissima e della durata di molte ore è stata la nevicata che ha ricoperto di una coltre di oltre 30&nbsp;cm di neve<ref>{{cita web |url=http://www.meteoweb.eu/2015/01/capodanno-modica-neve/372249/ |titolo=La nevicata di capodanno |anno=2015 |mese=01 |accesso=2021-12-02}}</ref> l'intera città, nella nottata di Capodanno [[2015]], dall'una alle sei del mattino circa. Frequente è nella zona montuosa la formazione di [[brina]] e di gelo, mentre è rara la formazione di banchi di nebbia notturni nell'altopiano. La temperatura media annua è di circa {{M|17|ul=°C}} nella parte bassa) e 16&nbsp;°C nella parte alta, con una media a gennaio di 9&nbsp;°C nella parte bassa ed 8&nbsp;°C nella parte alta (con temperature solitamente inferiori ai 4&nbsp;°C durante la notte), e una media a luglio di 26 gradi. L'estate è calda ma asciutta e ventilata, soprattutto nelle parti più alte della città (oltre i {{M|440|ul=m}}). L'inverno è fresco e piovoso, con una pluviometria media annuale di circa {{M|650|ul=mm}} concentrati nel periodo autunno-inverno ed anche in parte della primavera.
 
I torrenti ''Pozzo dei Pruni'' e ''Janni Mauro'' (oggi asciutti e coperti nel tratto urbano) confluiscono a formare il [[Fiumara di Modica|''Modicano'']], il cui [[alveo]] è stato coperto nei primi decenni del Novecento, diventando l’attuale corso Umberto I, asse viario principale della città. Fino ai primi del Novecento il [[Fiumara di Modica|''Modicano'']] aveva carattere perenne, alimentato da sorgenti permanenti, fra le quali la più importante era la Fontana Grande. Le sue acque permisero, tra il Cinquecento e l’Ottocento, l’attività di ben 23 [[mulini ad acqua]] lungo le rive del {{lang|grc|Μότουκανυς ποταμός}}, come lo definì il geografo greco [[Claudio Tolomeo]] nel II secolo d.C. Successivamente sorsero mulini industriali, e l’acqua delle sorgenti fu incanalata nella rete idrica cittadina. Dal Settecento alla fine dell’Ottocento la presenza di 17 ponti lungo gli argini dei torrenti, che permettevano il transito di uomini, animali e carri, contribuì alla fama della città: nella prima edizione del [[1934]]<ref name="Treccani">{{Treccani|modica_(Enciclopedia-Italiana)|Modica|autore=[[Guido Libertini|G. Libertini]], [[Vincenzo Epifanio|V. Epifanio]]|anno=1934|accesso=2021-12-02}}</ref>, dell{{'}}''[[Enciclopedia Treccani]]'', Modica fu definita «la città più singolare d’Italia, dopo [[Venezia]]», riportando l’impressione che ne ebbe l’abate [[Paolo Balsamo]] nel [[1808]].
== Elementi caratteristici ==
{{C|toni troppo enfatici, da integrare in altre sezioni o eliminare|Sicilia|marzo 2020}}
{{Citazione|Un teatro era il paese, un proscenio di pietre rosa, una festa di mirabilia. E come odorava di gelsomino sul far della sera. Non finirei mai di parlarne, di ritornare a specchiarmi in un così tenero miraggio di lontananze…|[[Gesualdo Bufalino]], ''Argo il cieco ovvero i sogni della memoria'' (Tascabili Bompiani, Ed. 2020, pag. 12)}}
[[File:Modica 82-4.jpg|miniatura|Uno scorcio del paesaggio urbano di Modica Bassa.]]
[[File:Castello di Modica.JPG|sinistra|miniatura|Veduta del Castello dei Conti.]]
Modica, come altri centri storici del [[Val di Noto]], deve la sua particolare configurazione urbana alla non comune conformazione del territorio combinata ai vari fenomeni di [[antropizzazione]]. Molte abitazioni della parte vecchia della città, addossate le une sulle altre, sono spesso l'estensione delle antiche grotte, abitate fin dall'[[epoca preistorica]]. Sono state censite circa 700 grotte che una volta erano abitate, o comunque adibite a qualche uso, fra quelle visibili e quelle "inglobate" in nuove costruzioni. Di notevole rilevanza storica è l'ottimo stato di conservazione, in pieno centro storico, della [[necropoli]] del ''Quartiriccio'', al quartiere Vignazza, con alcune decine di tombe a forno scavate nella roccia, risalenti al 2200 a.C.
 
Il nucleo urbano più antico si sviluppa sulla collina, dominata dai resti del [[Castello di Modica|castello medievale]], che separa i due torrenti e sui versanti da essi formati. Il comune dispone di un vasto territorio, esteso in senso longitudinale: dalle pendici dei [[Monti Iblei]], con altitudini comprese fra i 500 e i 550 m [[Livello del mare|s.l.m.]], nei pressi dei comuni montani di [[Giarratana]], [[Monterosso Almo]] e [[Palazzolo Acreide]], degrada gradualmente fino alla costa sul [[Canale di Sicilia]], dove si trovano le frazioni marinare di [[Maganuco]] e [[Marina di Modica]].
Il tessuto urbano, adagiato sui fianchi delle due vallate e sui pianori delle colline sovrastanti, è un intrigo di casette, viuzze e lunghe scale, che non possono non ricordare l'impianto medievale del centro storico, tutto avviluppato intorno allo sperone della collina del Pizzo, sul quale poggiava inaccessibile il [[Castello di Modica|Castello]]. «Modica è un’inaspettata meraviglia… È un effetto bizzarro, unico, qualcosa di addirittura irreale come visto nel prisma deformante del sogno, come un immenso fantasmagorico edifizio di fiaba, il quale, anziché di piani, fosse fatto di strati di case. Da questo accastellarsi, svettano campanili e campanili»: con queste parole il poeta e scrittore veronese [[Lionello Fiumi]] descriveva il suo stupore nel raccontare sulle pagine di un quotidiano il suo viaggio a Modica negli anni sessanta del Novecento. Le chiese solitamente non si affacciano su [[piazza|piazze]], ma su scenografiche scalinate modellate sui declivi delle colline.
 
Il punto più elevato del centro urbano, con i suoi {{M|449|ul=m}} [[Livello del mare|s.l.m.]], corrisponde al campanile della [[chiesa di San Giovanni Evangelista (Modica)|chiesa di San Giovanni Evangelista]] a Modica Alta, mentre la sede comunale, situata a Modica Bassa, si trova a {{M|296|ul=m}} di altitudine. Il territorio comunale comprende anche un’isola amministrativa, acquisita nel 1950 dal comune di Noto, insieme ad altri territori situati alla destra del [[Tellaro (fiume)|fiume Tellaro]] (ad eccezione della contrada San Giacomo, aggregata a Ragusa).
Lo stile prevalente dei monumenti è quello comunemente identificato come [[tardo barocco]], ma più specificatamente, per quel che riguarda Modica, dobbiamo parlare del [[Barocco siciliano]] della [[Sicilia orientale|Sicilia sud orientale]], quello successivo al catastrofico [[terremoto del Val di Noto del 1693]]. L'aspetto molto caratteristico del centro storico è stato turbato da alcuni scempi edilizi succedutisi dagli anni sessanta agli anni Ottanta ad opera di alcuni imprenditori edilizi poco coscienziosi, con il permesso di una classe politica non sempre all'altezza del proprio ruolo.
 
=== Clima ===
Altro elemento caratterizzante il territorio, in particolare la campagna, è la fitta rete di "muri a secco" che delimita gli appezzamenti di terreno, trapunti di maestosi alberi di [[carrubo]], molto frequenti in tutto il territorio provinciale (maggior produttore italiano del suo frutto). La ragione della fitta maglia di [[muri a secco]] va ricercata nella precoce formazione di una classe di piccoli proprietari terrieri, che dalla prima metà del Cinquecento frazionarono un immenso feudo, la [[Contea di Modica]], corrispondente grosso modo al territorio dell'odierna [[Provincia di Ragusa]], delimitando le nuove proprietà con tali recinti.
Il territorio comunale presenta due principali aree climatiche: quella meridionale, costiera, e quella settentrionale, di tipo montuoso-collinare. Il clima è generalmente mite; la neve è un fenomeno raro nella parte bassa della città, ma più frequente nelle zone alte e sull’altopiano, dove ogni anno si possono registrare nevicate, spesso senza accumulo. Eventi nevosi più consistenti si sono verificati nel 1895 (febbraio), 1905, 1909, 1929, 1956 (febbraio), 1979, 1985 (febbraio), 1998 e 2005 (26 gennaio). Particolarmente intensa è stata la nevicata del Capodanno [[2015]], quando, tra l’una e le sei del mattino, una coltre di oltre {{M|30|u=cm}} di neve<ref>{{cita web |url=http://www.meteoweb.eu/2015/01/capodanno-modica-neve/372249/ |titolo=La nevicata di capodanno |anno=2015 |mese=01 |accesso=2021-12-02}}</ref> ha ricoperto l’intera città.
 
Nella zona montuosa sono frequenti la formazione di [[brina]] e il gelo, mentre sono rari i banchi di nebbia notturni sull’altopiano. La temperatura media annua è di circa {{M|17|ul=°C}} nella parte bassa e {{M|16|u=°C}} nella parte alta. A gennaio la media è di {{M|9|u=°C}} nella parte bassa e {{M|8|u=°C}} nella parte alta (con valori notturni spesso inferiori ai {{M|4|u=°C}}), mentre a luglio la media si attesta intorno ai {{M|26|u=°C}}. L’estate è calda ma asciutta e ventilata, soprattutto nelle zone oltre i {{M|440|ul=m s.l.m.}}. L’inverno è fresco e piovoso, con una pluviometria media annua di circa {{M|650|ul=mm}}, concentrata principalmente tra autunno e inverno, e in parte della primavera.
Come retaggio ed eredità di una bizzarria storica, che ha privato Modica della sua secolare centralità politica, amministrativa e culturale, la città conserva una sua autonomia comprensoriale. Per esempio, quando nel [[1955]] fu istituita la [[Diocesi di Ragusa]], la città di Modica, insieme alle limitrofe [[Scicli]], [[Pozzallo]] e [[Ispica]], rimase a far parte della [[Diocesi di Noto]], a cui appartiene dal [[1844]]. Inoltre la città ha mantenuto fino al 2015 il suo storico [[Tribunale]], che risaleva al [[1361]]. Le Istituzioni e le strutture scolastiche, sanitarie e giudiziarie, pertanto, continuano ad essere un punto di riferimento per le popolazioni della parte orientale della provincia iblea, oltreché dell'intero distretto geografico sud orientale dell'Isola.
 
== Origini del nome ==
Il''Mòdica'' sito di Modica, che i [[antichi greci|Greci]] chiamaronoderiva {{polytonicgreco antico|Μότουκα|Mótouka|p=no|pp=no|da=si}}<ref>[[Claudio Tolomeo|Tolomeo]] (ca. 100-175 d.C.), il geografo greco-alessandrino, nella sua ''[[Geografia (Tolomeo)|Geografia]]'' III, descrive4, la posizione della città e le sorgenti del fiume ''Mothukanus''13.</ref>,; e{{latino|Mutyca}} i [[Civiltà romana|Romani]]o ''MothycaMutycē'', poiin bizantino Μουδίκ, ''MotycaMoudík'' ({{arabo|موذقة|mūḏiqah}}).<ref>{{Citacita libro |autore=Oreste Badellino |titolo=Dizionario della Lingua Latinadi toponomastica|editore=UTET|città=Torino |editore=Edizione Rosenberg&Sellier |anno=1962 1990|volumep=II vol. 470|linguaisbn=it, lat |p=148688-02-07228-0}}</ref> Si tratta forse di un relitto mediterraneo, come l'altro toponimo simile in Sicilia occidentale, Μοτύη, 'Mŭtȳcē'Motýē''.<ref>{{Citacita libro |autore=FerruccioGiovanni CalonghiAlessio|wkautore=Giovanni Alessio|titolo=DizionarioL'elemento dellagreco linguanella latinatoponomastica della Sicilia|volume=2|città=Torino Firenze|editore=Edizione Rosenberg&SellierSansoni antiquariato|anno=1962 1956|volumesbn=I vol. |lingua=lat, it LO10713804|p=177130}}</ref> (daFantasiosa questrisulta l'ultimaipotesi denominazioneche deriva il toponimo per gli abitanti usatoderivi da Cicerone:una ''Mutycense'')parola e[[lingua infine ''Mutica'', fu popolato prima dai Sicani, poi per un certo periodo anche dai Fenicifenicia|fenicia]].<ref>{{Cita libro |autore=R.Raffaele Solarino |titolo=La Conteacontea di Modica |volumealtri=Iintroduzione vol.di Giorgio Flaccavento |volume=1 |editore=Libreria Paolino Editrice |città=Ragusa |annooriginale=1885 |anno=1982 |sbn=PAL0220584 |p=111 |citazione=Il nome di ''Motuca'' è di origine fenicia, come quello di ''Mutuya'' in Numidia, di ''Muticia'' in Mauritania, di ''Utica'' che diè soprannome glorioso al fiero Catone. […] e l'origine fenicia di Motuca si prova col tempio al sole (Baal), che restò in piedi fino ai tempi di Placido Carrafa, vissuto dal 1617 al 1674, col centrale sacello in cui s'ergeva il delubro del nume… […] … si prova con le molte tombe trovate nel 1878 nel largo di Santa Teresa, a piani orizzontali… con la rituale (dei Fenici, ndr) postura da maestro a libeccio, o da greco a libeccio…}}</ref>, in seguito stabilmente dai [[Siculi]]. Secondo quanto si può dedurre dai frammenti di [[Ellanico di Siracusa|Ellanico]] e [[Filisto]], riferiti alla discesa dei Siculi dal [[Lazio]], e conseguente occupazione della Sicilia orientale<ref>R. Solarino. ''La Contea di Modica'', Libreria Paolino Editrice, ristampa 1982, p. 83</ref> a scapito dei [[Sicani]], la vera e propria fondazione delle città sicule in questa porzione dell'isola si può fare risalire a 80 anni prima della [[guerra di Troia]], quindi verso il 1360 avanti Cristo.<br />
 
Durante il [[Storia della Sicilia islamica|periodo islamico]] e fino al XIV-XV secolo, la città veniva citata nei documenti ufficiali col nome di ''Mohac'' o ''Mudiqah''.
 
Anche in {{nomelingua|scn}} la città è detta ''Mòdica'' e i suoi abitanti ''mudicani'' ma, nel [[dialetto siciliano metafonetico sudorientale|dialetto locale]] contraddistinto da [[rotacismo]] e [[dittongazione]], la dizione è ''Muòrica'' e l'etnico ''muricani''.
;Toponimi derivati
Dal nome di Modica deriva quello di [[Nova Módica]], comune [[Brasile|brasiliano]] dello stato del [[Minas Gerais]], fondato dal missionario modicano, frate Gaspare Zaccaria.
 
== Storia ==
{{vedi anche|Storia di Modica|Contea di Modica}}
 
{{...|centri abitati d'Italia}}
=== Origini preistoriche e popolazioni antiche ===
Il territorio di Modica fu abitato fin dalla preistoria, con insediamenti riconducibili all’eneolitico (3200–2200 a.C.), testimoniati dalla necropoli del quartiere Vignazza, le cui tombe a forno scavate nella roccia risalgono al 2200 a.C. Successivamente l’area fu popolata prima dai Sicani, poi, per un certo periodo, dai Fenici e infine stabilmente dai Siculi. Dai frammenti di Ellanico e Filisto si deduce che la fondazione delle città sicule nella Sicilia orientale, tra cui Modica risalirebbe al 1360 a.C. circa, epoca in cui i Siculi scesero dal Lazio e occuparono il territorio a scapito dei Sicani.
 
=== Periodo greco e romano ===
La leggenda vuole che Modica fosse fondata da Ercole, come riportato dallo storico messinese Buonfiglio nel 1604. I primi insediamenti stabili si consolidarono durante il periodo siceliota e greco, con evidenze archeologiche anche nella vicina Cava d’Ispica. Appare in fonti classiche come Cicerone (nell’orazione contro Verre), Plinio, Tolomeo e Silio Italico.
 
=== Medioevo ===
Nel periodo bizantino, la regione era caratterizzata da piccoli villaggi e fattorie, con testimonianze archeologiche e epigrafi funerarie nella necropoli di Cava Ispica e Modica. Risalgono a questo periodo i ruderi della chiesa di San Pancrazio (VIII–IX secolo). Lo storico cronachista della “Cronaca di Cambridge” menziona la conquista di Modica (annotata come Mudiqah) durante l’espansione araba del 844–845.
 
Nel 1093 i Normanni liberarono Modica dalla dominazione saracena e la resero feudo concesso da Ruggero II a un cavaliere di nome Gualtiero. Sebbene vi siano ipotesi che già nel 1176 la signoria si fosse trasformata in contea, è nel 1296 che Federico III di Sicilia investì ufficialmente Manfredi Chiaramonte come primo Conte di Modica, dando origine alla Contea vera e propria, che comprendeva anche Ragusa, Scicli e Pozzallo.
 
Sotto i Chiaramonte la Contea si ampliò ulteriormente, divenendo un centro politico e giuridico di rilievo. Nel 1361 Federico IV di Sicilia conferì alla Contea l’istituzione della Gran Corte, a cui veniva delegata la giurisdizione criminale suprema, equiparabile a quella della Regia Gran Corte di Palermo.
 
Nel 1392, con l’ascesa dei Cabrera (grazie all’investitura di Martino I), Modica acquisì ampissima autonomia giudiziaria, tanto da essere definita un «Regnum in Regno». I Cabrera mantennero poteri tali da far di Modica un centro di appello che nulla aveva da invidiare alla corte di Palermo.
 
=== Età moderna ===
Dopo la morte senza eredi della dinastia Cabrera, la contea passò agli Enriquez‑Cabrera, che promossero un periodo di sviluppo agricolo, economico e culturale. Uno di essi, Juan Alfonso Enríquez de Cabrera, fu viceré di Sicilia (1641–1643) e fondò il borgo di Vittoria. La contea, pur perdendo terreni, divenne modello di proprietà terriera diffusiva e borghesia emergente. Dopo l’estinzione degli Enriquez‑Cabrera, la contea passò ad altre famiglie nobili (Alvarez de Toledo, Fitz‑James Stuart). Il feudalesimo fu definitivamente abolito nel 1812 e la Contea sciolta nel 1816.
 
=== Età contemporanea ===
Con la soppressione della [[Contea di Modica]] nel [[1816]] e l’abolizione del sistema feudale (1812), la città perse il ruolo politico di capitale di un vasto territorio, pur conservando una rilevante funzione amministrativa e giudiziaria per il circondario. Durante il periodo borbonico rimase sede di uffici regi e di tribunali, e continuò a essere un centro economico agricolo di primo piano per la produzione di cereali, carrube, mandorle e per l’allevamento. L’economia era basata principalmente sul latifondo e sulla piccola proprietà, quest’ultima eredità della frammentazione fondiaria seguita allo smembramento della contea.
 
Nel corso del [[Risorgimento]] Modica fu interessata dai moti antiborbonici che attraversarono la Sicilia, in particolare nel [[1848]] e nel [[1860]]. In seguito alla spedizione dei Mille e al plebiscito del 21 ottobre 1860, la città entrò a far parte del [[Regno d’Italia (1861-1946)|Regno d’Italia]]. Nei decenni successivi, come gran parte della Sicilia, soffrì le difficoltà della transizione post-unitaria: crisi economica, emigrazione verso le Americhe e tensioni sociali legate alla questione agraria.
 
Nella seconda metà del XIX secolo e nei primi decenni del XX secolo Modica vide l’ampliamento dell’abitato oltre i nuclei storici di Modica Alta e Modica Bassa, con la nascita di nuovi quartieri e un potenziamento delle infrastrutture viarie. L’agricoltura restava il settore predominante, ma cominciarono a svilupparsi piccole attività artigianali e commerciali. Nel 1902 fu inaugurata la stazione ferroviaria lungo la linea Siracusa–Licata, favorendo gli scambi con il resto della Sicilia.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], Modica subì bombardamenti aerei e, il 13 luglio [[1943]], fu occupata dalle truppe alleate nel corso dell’[[Operazione Husky]], l’invasione della Sicilia da parte delle forze anglo-americane. Il territorio comunale fu attraversato dalle colonne britanniche dirette verso Ragusa e Siracusa.
 
Nel secondo dopoguerra la città, come molte realtà siciliane, affrontò la ricostruzione e il fenomeno dell’emigrazione verso il nord Italia e l’estero. A partire dagli anni sessanta ebbe inizio una forte espansione urbanistica verso la zona del [[Sacro Cuore (Modica)|Sacro Cuore]], nota come ''Sorda'', che divenne il nuovo polo commerciale e residenziale. Questo sviluppo, non sempre accompagnato da una pianificazione attenta, comportò modifiche profonde nell’assetto urbano, con la costruzione di edifici moderni a scapito di parte del patrimonio storico.
 
Il [[2002]] ha segnato una tappa importante per la valorizzazione culturale di Modica: il centro storico è stato incluso, insieme ad altri sette comuni del [[Val di Noto]], nella lista dei [[Patrimoni dell’umanità]] dell’[[UNESCO]] per il suo patrimonio architettonico tardo-barocco, ricostruito dopo il [[terremoto del Val di Noto del 1693]].
 
Negli ultimi decenni la città ha conosciuto un rilancio turistico grazie alla promozione del suo patrimonio artistico, culturale e gastronomico (in particolare il [[cioccolato di Modica]]). Allo stesso tempo, ha consolidato il ruolo di polo amministrativo e di servizi per la parte orientale del Libero consorzio comunale di Ragusa, del quale fa parte dal 2015, mantenendo strutture scolastiche, sanitarie e giudiziarie di riferimento per l’area.
 
===Simboli===
{{vedi anche|Armoriale dei comuni del Libero consorzio comunale di Ragusa}}
{{citazione|D'azzurro, all'aquila di argento, con la testa rivolta, tenente tra gli artigli la lista d'argento con la scritta di nero in lettere capitali {{maiuscoletto|Contea di Modica}}, caricata in petto d'uno scudetto di azzurro, alla torre al naturale. Lo scudo è sormontato dalla corona comitale.<ref>{{cita testo|url= http://www.comune.modica.rg.it/statuto_comune_modica.pdf |titolo= Statuto comunale |autore= Comune di Modica |p= 2}}</ref>}}
[[File:Modica-Stemma 2.svg|100px|left|thumb|Lo stemma utilizzato dal Comune di Modica]]
Il gonfalone è un drappo di azzurro.<ref>{{cita web|url= https://www.ecodegliblei.it/LA-CITTA-DI-MODICA-E-IL-BLASONE-PERDUTO-DI-CARMELO-CATALDI.htm |titolo= La Città di Modica ed il blasone perduto |autore= Carmelo Cataldi}}</ref>
[[File:Gonfalone Comune di Modica.svg|100px|right|thumb|Il gonfalone del Comune di Modica]]
;Stemma
{{citazione|D'azzurro, all'aquila monocipite d'argento, tenente con gli artigli un nastro con la scritta CONTEA DI MODICA, coronata dalla corona comitale.<ref>{{cita testo|url= http://www.comune.modica.rg.it/statuto_comune_modica.pdf |titolo= Statuto comunale |autore= Comune di Modica |p= 10 |citazione= Il Comune ha come segno distintivo lo stemma civico che riporta in campo azzurro un'aquila monocipite in argento con in testa la corona comitale. L'aquila porta tra gli artigli un nastro con la scritta: Contea di Modica.}}</ref>}}
 
;Gonfalone
{{citazione|Drappo rettangolare verticale di velluto azzurro con in centro riportato, in colore argento, lo stemma del comune.<ref>{{cita web|url= https://www.ecodegliblei.it/LA-CITTA-DI-MODICA-E-IL-BLASONE-PERDUTO-DI-CARMELO-CATALDI.htm |titolo= La Città di Modica ed il blasone perduto |autore= Carmelo Cataldi}}</ref>}}
 
;Bandiera
La bandiera che adotta il Comune è un vessillo partito di rosso e di blu, contenente lo stemma comunale e, sopra di esso, la denominazione {{maiuscoletto|Comune di Modica}} in caratteri dorati.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine= Corona di Città Italiana.svg
|nome_onorificenza= Titolo di Città
|collegamento_onorificenza= Titolo di città in Italia
|motivazione= [[Regio decreto|Decreto]] di [[Francisco Fernández de la Cueva (viceré 1575)|Francisco Fernández de la Cueva]], VII [[Duca di Alburquerque|duca d’Alburquerque]] e [[viceré di Sicilia]]
|data= 12 novembre [[1631]]<ref>{{Cita web|url=https://www.araldicacivica.it/comune/modica/|titolo=Città di Modica – (RG) |accesso=9 settembre 2025}}</ref>}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Città tardo barocche del [[Val di Noto]] (Sicilia sud-orientale)
|nomeInglese = Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
|immagine = Modica-SGiorgio.jpg
|anno = 2002
|tipologia = architettonico
|criterio = C (i) (ii) (iv) (v)
|pericolo = no
|link = 1024
}}
 
===Architetture religiose===
{{Vedi anche|Chiese di Modica}}
==== Duomo di San Giorgio (Chiesa Madre) ====
{{Vedi anche|Duomo di San Giorgio (Modica)}}
[[File:Modica, Duomo di San Giorgio.jpg|miniatura|LaFacciata facciatadel della Chiesa MadreDuomo di San Giorgio.]]
Il Duomo di San Giorgio in Modica viene spesso indicato e segnalato come monumento simbolo del [[Barocco siciliano]] tipico di questo estremo lembo d'Italia. La chiesa di San Giorgio, inserita nella Lista Mondiale dei Beni dell'Umanità dell'[[UNESCO]], è il risultato finale della ricostruzione sei/settecentesca, avvenuta in seguito ai disastrosi terremoti che colpirono Modica nel [[1542]], nel [[1613]] e nel [[1693]] (il più grave, vedi [[Terremoto del Val di Noto]]); lievi danni apportarono i sismi nell'area iblea succedutisi nel corso del Settecento e nel [[1848]].
 
Il Duomo di San Giorgio è considerato il principale monumento simbolo del [[Barocco siciliano]] dell’estremo sud-orientale della Sicilia ed è inserito nella lista del [[Patrimonio dell’umanità]] [[UNESCO]] insieme agli altri centri tardo-barocchi del [[Val di Noto]]. L’edificio attuale è il risultato della ricostruzione successiva ai terremoti del [[1542]], [[1613]] e soprattutto del [[1693]], che distrussero gran parte della città.
L'imponente facciata a torre, che si eleva per un'altezza complessiva di 62 metri, fu costruita a partire dal [[1702]] e completata, nel coronamento finale e con l'apposizione della croce in ferro sulla guglia, nel [[1842]]<sup>[[Duomo di San Giorgio (Modica)#cite note-12|[12]]]</sup>.
 
La facciata a torre, alta 62 metri, fu edificata a partire dal [[1702]] e completata nel [[1842]]. La cupola raggiunge i 36 metri e l’accesso avviene tramite una scalinata monumentale di 164 gradini, progettata nel 1814 da Francesco Di Marco e completata nel 1818, ampliata nella parte inferiore tra il 1874 e il 1880.
La facciata attuale - dalle sorprendenti analogie con la coeva ''[[Hofkirche (Dresda)|Katholische Hofkirche]] di [[Dresda]]'' - fu realizzata modificando, forse anche con parziali demolizioni, quella secentesca preesistente, di cui non abbiamo documenti o disegni ma che aveva resistito alla forza del terremoto. Peraltro mai furono sospese le attività liturgiche nel Duomo, salvo qualche mese dopo il tremendo [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]] che ne aveva fatto crollare i tetti, ripristinati i quali già nel [[1696]], alla visita pastorale del [[vescovo di Siracusa]], la chiesa era nel pieno esercizio delle sue funzioni.
[[File:Cathedral of San Giorgio in Modica.JPG|sinistra|miniatura|La scalinata e i giardini del Duomo.]]
La cupola s'innalza per 36 metri. Una scenografica scalinata di 164 gradini, disegnata per la parte sopra strada dal gesuita Francesco Di Marco nel 1814 e completata nel [[1818]], conduce ai cinque portali del tempio, che fanno da preludio alle cinque navate interne della chiesa, che ha pianta basilicale a croce latina e tre absidi dopo il transetto. La parte della scalinata sotto il Corso San Giorgio fu progettata nel [[1874]] dall'architetto Alessandro Cappellani Judica e completata nel [[1880]]. La prospettiva frontale di tutto l'insieme è arricchita da un giardino pensile su più livelli, detto Orto del Piombo, costeggiato dalla scalinata monumentale, e compone una scenografia che ricorda [[Trinità dei Monti]] in Roma.
 
L’interno, a cinque navate con 22 colonne corinzie, custodisce numerose opere d’arte, tra cui il monumentale organo ottocentesco di Casimiro Allieri, il polittico dell’altare maggiore di [[Bernardino Nigro]] (1573), la Madonna della Neve di scuola gaginiana (1511) e tele di [[Filippo Paladini]] e Cicalesius.
L'interno della chiesa è a cinque navate, con 22 colonne sormontate da capitelli corinzi. Il tempio è dedicato ai martiri [[san Giorgio]] e sant'[[Ippolito di Roma|Ippolito]], e fra le navate vi si possono ammirare un monumentale organo con 4 tastiere, 80 registri e 3000 canne, perfettamente funzionante, costruito tra il [[1885]] e il [[1888]] dal bergamasco Casimiro Allieri; un dipinto di scuola toscana, ''L'Assunta'' del tardo-manierista fiorentino [[Filippo Paladini]] ([[1610]]); una pittura naif su legno, ''La Natività'' del pittore milanese [[Carlo Cane]] (1615-1688), della seconda metà del Seicento; la tela ([[1671]]) del ''Martirio di Sant'Ippolito'' del Cicalesius, una statua marmorea di scuola gaginiana, la ''Madonna della Neve'' della bottega di [[Bartolomeo Berrettaro]] e [[Giuliano Mancino]], del [[1511]]; il polittico dell'altare maggiore, composto da ben 10 tavole, attribuite per molto tempo al messinese [[Girolamo Alibrandi]] come opera del [[1513]]. Ma gli storici dell'arte del Novecento e gli studiosi contemporanei<ref>{{Cita testo |autore=Pietro Boncoraglio |titolo=Il Polittico di San Giorgio in Modica: attribuzioni dell'Opera e nuovo documento su Bernardino Niger |pubblicazione=Archivum historicum mothycense |numero=fascicolo n. 16-17 |città=Modica |editore=Dialogo in coll. con Ente Liceo Convitto |anno=2012 |pagine=59-71}}</ref> hanno attribuito in maniera definitiva l'opera al pittore tardo manierista modicano (per matrimonio) [[Bernardino Nigro]] ([[1538]] - [[1590]])<ref>{{Cita libro |url=http://books.google.it/books?id=PVku08BCtuIC&pg=PA290&lpg=PA290&dq=Bernardino+Nigro&source=bl&ots=FCAdHloATO&sig=OgJWpT_Hp4V8f9RhhzKVXui99gE&hl=it&ei=COXRS_z4L5-CmwOkzY3UDw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=9&ved=0CCAQ6AEwCA#v=onepage&q=Bernardino%20Nigro&f=false |voce=Bernardino Nigro da Modica |titolo=Storia dell’arte nell’Italia meridionale: Il Cinquecento |autore=Francesco Abbate |editore=Donzelli Editore |città=Roma |anno=1997 |volume=III vol. |pagina=290 |accesso=2021-12-02}}</ref>, datandola [[1573]]; le pale raffigurano le scene della Sacra Famiglia e della vita di Gesù, dalla Natività fino alla Resurrezione e all'Ascensione, oltre a 2 riquadri con le classiche iconografie dei due santi cavalieri, San Giorgio che sconfigge il Drago, e San Martino che divide il proprio mantello con Gesù, che gli si presenta sotto le vesti di un povero accattone.
 
==== Duomo di San Pietro ====
{{Vedi anche|Duomo di San Pietro (Modica)}}
[[File:Sicilia Modica7 tango7174.jpg|miniatura|Facciata barocca e scalinata del Duomo di ''San Pietro''.]]
Un documento del vescovo di Siracusa ne attesta l'esistenza in sito nel [[1396]], ma la data della sua prima edificazione è da collocarsi dal [[1301]] al 1350 circa, come attestato dallo storico secentesco Placido Carrafa. Eretta in collegiata con bolla di Clemente VIII del 2 gennaio [[1597]], due secoli dopo per Decreto Regio di Carlo III di Borbone ([[1797]]), ed in seguito a secolare disputa, è stata dichiarata Chiesa Madre al pari di San Giorgio, la chiesa "ufficiale" dei Conti. Fa parte anch'essa della lista dei Monumenti Bene dell'Umanità dell'[[UNESCO]].
 
Un documento del [[vescovo di Siracusa]] attesta l’esistenza del Duomo di San Pietro nel [[1396]], ma la prima edificazione è databile tra il [[1301]] e il [[1350]], secondo quanto riferito dallo storico secentesco Placido Carrafa. Elevata a collegiata con bolla di [[Clemente VIII]] il 2 gennaio [[1597]], fu dichiarata [[chiesa madre]] al pari del [[Duomo di San Giorgio (Modica)|duomo di San Giorgio]] con decreto reale di [[Carlo III di Borbone]] del [[1797]], a conclusione di una secolare disputa tra i due luoghi di culto. L’edificio è incluso nella lista dei beni del [[Patrimonio dell’umanità]] dell’[[UNESCO]] e dispone di una scalinata ornata dalle statue dei [[apostoli|dodici Apostoli]].
==== Chiesa di Santa Maria del Gesù ====
 
==== Complesso di Santa Maria del Gesù ====
{{vedi anche|Chiesa di Santa Maria del Gesù (Modica)}}
[[File:Santa Maria del Gesù a Modica.jpg|miniatura|upright=0.9left|Chiostro di S.Santa Maria del Gesù dopo il restauro (2010).]]
 
La chiesa di Santa Maria del Gesù (1478-1481) e l'annesso convento (1478-1520), [[Monumento Nazionale]], resistiti a vari terremoti, appartennero ai Frati [[Francescani]] Minori Osservanti. La chiesa conserva uno splendido chiostro a due ordini in stile tardo-gotico, con tante colonnine variamente decorate e ognuna diversa dall'altra. La chiesa fu costruita restaurando un preesistente edificio francescano già presente almeno dal [[1343]], e grazie alla volontà e alla munificenza della contessa Giovanna Ximenes de Cabrera, al fine di celebrarvi, nel gennaio del [[1481]], le nozze della propria figlia Anna con [[Fadrique Enríquez de Velasco|Fadrique Enríquez]], primo cugino del Re di Spagna [[Ferdinando il Cattolico]].
La chiesa di Santa Maria del Gesù (1478-1481) e l’annesso convento (1478-1520), dichiarati [[Monumento nazionale (Italia)|Monumento Nazionale]], appartennero ai frati [[Francescani]] Minori Osservanti e sono tra i pochi complessi religiosi cittadini ad aver resistito ai principali terremoti della zona. La chiesa, sorta sul sito di un precedente edificio francescano documentato almeno dal [[1343]], conserva un chiostro a due ordini in stile tardo gotico, caratterizzato da colonnine tutte diverse tra loro. Fu edificata per volontà della contessa Giovanna Ximenes de Cabrera, che ne finanziò la costruzione in occasione delle nozze della figlia Anna con [[Fadrique Enríquez de Velasco]], cugino del re di Spagna [[Ferdinando II di Aragona|Ferdinando il Cattolico]], celebrate nel gennaio [[1481]].
 
==== Chiesa di San Giovanni Evangelista ====
{{Vedi anche|Chiesa di San Giovanni Evangelista (Modica)}}
[[File:Modica Church.jpg|miniatura|sinistra|La facciataFacciata della chiesa di San Giovanni Evangelista.]]
 
La chiesa di San Giovanni Evangelista presenta una facciata la cui ultima versione è stata rifatta dopo il [[1839]], per essere completata fra il [[1893]] ed il [[1901]]. Il luogo di culto si trova in questo sito dal [[1150]] (bolla di [[papa Eugenio III]]). Un documento del marzo [[1217]] cita le chiese di San Giovanni e di San Giorgio in Modica come poste sotto la tutela della [[Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea|Chiesa di Mileto]], in Calabria.
La chiesa di San Giovanni Evangelista presenta una facciata ricostruita a partire dal [[1839]] e completata tra il [[1893]] e il [[1901]]. Il luogo di culto è attestato in questo sito sin dal [[1150]], come indicato in una bolla di [[Eugenio III]]. Un documento del marzo [[1217]] menziona le chiese di San Giovanni e di San Giorgio in Modica come poste sotto la giurisdizione della [[Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea|Chiesa di Mileto]], in [[Calabria]].
 
==== Palazzo della Cultura e Museo Civico (ex Monastero delle Benedettine) ====
L'ex Monastero delle [[Ordine di San Benedetto|Benedettine]] (XVI-XIX secolo), oggi sede del ‘’‘Palazzo della Cultura’’’, è attestato in questo sito almeno dal [[1626]], insieme alla chiesa delle sante Caterina e Scolastica, poi adattata a usi civili nei primi decenni del XX secolo. Dedicato a San Benedetto nel [[1637]], il monastero fu requisito dal governo regio nel [[1860]]. Dal [[1881]] ospita, al piano terra, la [[Società Operaia di Mutuo Soccorso]], che conserva uno dei due cortili interni e alcune colonne originarie.
 
Dal 2 giugno [[1862]] fino a settembre [[2003]] l’edificio fu sede dello [[Tribunale di Modica|storico tribunale di Modica]], e per decenni il salone delle conferenze accolse la [[Corte d’assise]]. Nel [[2003]] è stato inaugurato il museo civico-archeologico, intitolato all’intellettuale modicano Franco Libero Belgiorno (1906-1971).
 
Durante lavori di restauro negli ambienti della Società Operaia è emerso, sotto l’intonaco di una sala, un confessionale in pietra di epoca storica, incassato nella muratura e dotato di pareti divisorie e grate metalliche.
==== Palazzo della Cultura e Museo Civico ====
L'ex Monastero delle [[Ordine di San Benedetto|Benedettine]], (XVI-XIX secolo), poi diventato Palazzo della Cultura, era presente in questo sito già nel [[1626]], insieme alla chiesa delle Sante Caterina e Scolastica ristrutturata per usi civili nei primi decenni del Novecento. Il Monastero, dedicato a San Benedetto nel [[1637]], fu requisito dal governo regio nel [[1860]]; ospita nelle sue ampie stanze, a partire dal 2003, il museo civico-archeologico intitolato all'intellettuale modicano Franco Libero Belgiorno (1906-1971). Al piano terra è ubicata dal [[1881]] la Società Operaia di Mutuo Soccorso, la quale racchiude al suo interno uno dei due atri ed alcune colonne del vecchio monastero. Il Palazzo è stato la sede dello storico [[Tribunale]] di Modica dal 2 giugno [[1862]] fino a settembre [[2003]], e il salone delle conferenze sino ad alcuni decenni fa era sede della [[Corte d'assise]]. Lavori di restauro murario delle stanze della Società Operaia, tendenti a riportare all'antico le superfici interne, hanno riservato una sorpresa: dietro l'intonaco di una camera, che è stato ovviamente asportato, è stato riportato alla luce, dopo più di un secolo, un superbo ''confessionale in pietra'', incassato nella muratura, con tanto di pareti divisorie e grate metalliche.
 
==== ChiesaComplesso di Santa Maria del CarmineCarmelo ====
{{Vedi anche|Chiesa del Carmine (Modica)}}
La chiesa di Santa Maria del Carmelo, detta "del Carmine" (fine XIV - inizi XV secolo), è uno dei pochi monumenti che resistette alla violenza del [[terremoto del 1693]]. E infatti il prospetto, che aveva in parte superato anche il [[terremoto del 1542]] e quello del [[1613]], è arricchito da un bel portale risalente alla fine del Trecento, già dichiarato [[Monumento Nazionale]] all'inizio del XX secolo, sovrastato da un rosone francescano con dodici ''raggi'', il tutto in stile [[tardo gotico]] [[Chiaramonte|chiaramontano]].
 
La chiesa di Santa Maria del Carmelo, comunemente detta del Carmine (fine XIV – inizi XV secolo), è uno dei pochi edifici modicani a essere sopravvissuti ai terremoti del [[1542]], [[1613]] e [[1693]]. Il prospetto conserva un portale trecentesco in stile [[tardo gotico]] [[Chiaramonte|chiaramontano]], sormontato da un rosone francescano a dodici raggi; l’insieme è stato dichiarato [[Monumento nazionale (Italia)|Monumento Nazionale]] agli inizi del XX secolo.
==== Convento del Carmine ====
 
L'edificazione avvenne a seguire la chiesa omonima, fra la fine del [[Trecento]] e la prima metà del [[Quattrocento]], per ospitare i frati [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]] giunti in Sicilia già da qualche decennio. Il convento era dotato di 23 celle, ed è stato sottoposto a varie ristrutturazioni ed ampliamenti da sovraelevazione nel corso dei secoli, soprattutto dopo i danni del terremoto del 1693, e successivamente, quando fu requisito dal Regno d'Italia nel [[1861]] per farne sede della Caserma dei [[Carabinieri]]. È in questa occasione che vengono a scomparire gli orti antistanti il convento, per essere trasformati nella pubblica piazza del Carmine, intitolata nel secolo successivo a Giacomo Matteotti. Il prospetto è stato interamente rifatto, in stile neorinascimentale-liberty. Trasferitasi l'Arma dei Carabinieri in altra sede intorno al 2000, sono stati pensati, progettati, ed in questo inizio d'anno 2012 quasi conclusi, degli importanti lavori di restauro e consolidamento, che hanno portato a fortuiti rinvenimenti delle strutture portanti medievali, sono state scrostate le mura, e riportati alla luce i pavimenti in acciottolato del XIV secolo, gli archi ogivali gotici che immettono da un ambiente conventuale ad un altro, delle finestrelle in stile svevo chiaramontano del XIV secolo. Il pavimento di un ambiente, confinante con l'attigua ex chiesa di San Giovanni Battista dei Cavalieri Gerosolimitani, sembra, per il suo disegno geometrico, con quasi certezza appartenere ad una vecchia strada laterale al convento stesso inglobata successivamente all'interno della struttura conventuale. Le notevoli risultanze e rinvenimenti di questi restauri sono stati presentati nel corso della XX giornata del Fondo Ambiente Italiano ([[Fondo per l'ambiente italiano|FAI]]), del 24 e 25 marzo 2012.
Il convento annesso, edificato tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento per ospitare i frati [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]], comprendeva 23 celle ed è stato più volte ristrutturato e ampliato. Dopo il terremoto del 1693 subì interventi di ricostruzione; successivamente, nel [[1861]], fu requisito dal Regno d’Italia e adibito a caserma dei [[Carabinieri]], con la demolizione degli orti antistanti per far posto all’attuale piazza del Carmine (oggi piazza [[Giacomo Matteotti]]). In tale occasione il prospetto fu rifatto in stile neorinascimentale-liberty.
 
Dopo il trasferimento dei Carabinieri all’inizio degli anni 2000, sono stati avviati lavori di restauro e consolidamento, che hanno riportato alla luce elementi medievali originari: pavimenti in acciottolato del XIV secolo, archi ogivali gotici, finestrelle in stile svevo-chiaramontano e il tracciato di una strada antica inglobata in epoca successiva nella struttura conventuale. Le scoperte sono state presentate durante la XX giornata del [[Fondo per l’ambiente italiano|FAI]] (24–25 marzo 2012).
 
==== Complesso di San Domenico ====
[[File:Modica-chiesa-di-s-domenico.JPG|miniatura|Facciata della chiesa di San Domenico]]
La chiesa di San Domenico, o del Rosario ([[1678]]), conserva uno dei pochi prospetti rimasti integri dopo il [[terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]]. La prima edificazione, con annesso convento dei [[Domenicani]], risale al [[1461]] ed è la quindicesima istituzione dell’ordine in Sicilia patrocinata dalla casata [[Almirante di Castiglia]], [[Enríquez (famiglia)|Enríquez]]-[[Cabrera (famiglia)|Cabrera]], [[conti di Modica]].<ref>{{Cita libro|pagina=368|autore=Juan Lopez|titolo=Quinta parte dell’Istoria di San Domenico, e del suo Ordine de’ Predicatori|url=https://books.google.it/books?id=ztt1qsJEHFsC|editore=Stamperia di Iacopo Mattei|città=Messina|anno=1652}}</ref>
 
L’interno custodisce tele del Cinquecento e una cappella, un tempo riservata alla preghiera dei frati, decorata con pitture murali e stucchi di pregio. Dal [[1869]] il convento è sede del Palazzo municipale, sebbene documenti archivistici attestino che già nel [[1626]] vi si riunisse il consesso dei giurati cittadini.
==== Chiesa di San Domenico, ex-convento e cripta ====
La chiesa di San Domenico, detta del Rosario ([[1678]]), presenta uno dei pochi prospetti rimasti integri dopo il terremoto del [[1693]].<br />
L'originaria costruzione della chiesa, con l'annesso convento dei [[Domenicani]] risale al [[1461]]. Quindicesima istituzione dell'ordine in terra di Sicilia patrocinata dai membri della casata [[Almirante di Castiglia]], [[Enríquez (famiglia)|Henriquez]]-[[Cabrera (famiglia)|Cabrera]], [[Conti di Modica]].<ref>{{Cita libro |pagina=368 |autore=Juan Lopez |titolo=Quinta parte dell’Istoria di San Domenico, e del suo Ordine de’ Predicatori |url=https://books.google.it/books?id=ztt1qsJEHFsC |editore=Stamperia di Iacopo Mattei |città=Messina |anno=1652}}</ref> Il luogo sacro è ricco di interessanti tele del Cinquecento, e ha una cappella interna, un tempo riservata alla preghiera dei frati, riccamente decorata con pitture murali e pregevoli stucchi. Il convento è sede del Palazzo Municipale, dal [[1869]], anche se da documenti d'archivio risulta che il consesso dei Giurati (come si chiamavano allora i consiglieri) ivi si riunivano già nel [[1626]]. Nell'atrio è visitabile un'interessante cripta sotterranea (Seicento), scoperta da Giovanni Modica Scala a metà Novecento, contenente resti ossei, attribuibili ai frati domenicani stessi, e che lascia intravedere tracce di affreschi. Il convento era sede, per la diocesi di Siracusa, del [[Tribunale dell'Inquisizione]], o Sant'Uffizio.
 
Nell’atrio è visitabile una cripta sotterranea seicentesca, scoperta a metà Novecento da Giovanni Modica Scala, contenente resti ossei attribuiti ai frati domenicani e tracce di affreschi. In epoca storica, il convento ospitò anche il [[Tribunale dell’Inquisizione]] per la diocesi di Siracusa.
==== Chiesa di Santa Maria di Betlem con preesistente Cappella Palatina ====
 
==== Chiesa di Santa Maria di Betlem e Cappella Palatina con Portale De Leva ====
{{Vedi anche|Chiesa di Santa Maria di Betlem (Modica)}}
[[File:Modica-chiesa-santa-maria-di-betlem.JPG|miniatura|Chiesa di Santa Maria di Betlem]]
La chiesa di Santa Maria di Betlem è una delle quattro antiche ''[[Collegiata|collegiate]]'' (dal [[1645]]) della città e risale al XIV secolo. La Cappella Palatina, preesistenza architettonica costruita fra la fine del Quattrocento e i primi decenni del Cinquecento, è un [[Monumento Nazionale]], facente parte dell'apposito elenco dei beni da salvaguardare, istituito intorno al 1930 dal governo del Regno d'Italia.
La chiesa di Santa Maria di Betlem, documentata dal XIV secolo, è una delle quattro antiche [[collegiata|collegate]] cittadine, titolo conferitole nel [[1645]]. All’interno è custodita la Cappella Palatina, edificata tra la fine del XV e i primi decenni del XVI secolo, dichiarata [[Monumento nazionale (Italia)|Monumento Nazionale]] e inserita, intorno al 1930, nell’elenco ufficiale dei beni tutelati del Regno d’Italia.
 
Tra gli elementi di pregio si annovera anche il Portale De Leva, risalente ai primi anni del XIV secolo e anch’esso [[Monumento nazionale (Italia)|Monumento Nazionale]]. Esempio dello stile [[gotico chiaramontano]], presenta un’ampia ogiva scolpita a tre ordini con motivi geometrici a zig-zag e decorazioni fitomorfe, in particolare foglie di acanto, che richiamano i coevi portali della [[Cattedrale di Nicosia]] e della [[Chiesa di San Francesco d’Assisi (Palermo)|chiesa di San Francesco d’Assisi di Palermo]]. Originariamente appartenente a una chiesetta dedicata ai santi Filippo e Giacomo, sopravvissuta al [[terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]] e successivamente trasformata in cappella privata della famiglia De Leva, fu in seguito incorporato nel loro palazzo settecentesco.
 
===== Portale de Leva =====
Il Portale [[Giuseppe De Leva Gravina|De Leva]], di primo Trecento, [[Monumento Nazionale]], è un elegante esempio dello stile [[gotico chiaramontano]] che poi dominò come stile in [[Sicilia]] nel corso di tutto il Trecento. È, insieme al portale della Cappella Palatina custodita all'interno della [[Chiesa di Santa Maria di Betlem (Modica)|chiesa di Santa Maria di Betlem]], il più bel portale di Modica, con gli archi di una grande ogiva scolpiti a tre ordini, con decorazioni geometriche a zig zag, e foglie di acanto a completare la fitta trama di ricami arabeschi. Era con molta probabilità la porta d'ingresso di una chiesetta (dedicata ai santi Filippo e Giacomo), come fa pensare una piccola finestra circolare che sormonta il portale, e che doveva contenere un rosone, tipico ornamento ecclesiastico. La chiesetta, sopravvissuta al terremoto del [[1693]], sarebbe poi divenuta cappella privata della nobile famiglia De Leva, incorporata nel loro settecentesco Palazzo. Il portale, coi suoi fraseggi arabo normanni, ricorda i coevi portali della [[Cattedrale di Nicosia]] e della [[chiesa di San Francesco d'Assisi (Palermo)|chiesa di San Francesco d'Assisi di Palermo]].
{{citazione|La porta della casa De Leva è l’ultimo avanzo frammentario di una Chiesetta gotica non più esistente, arieggiante… la splendida ogiva delle due grandi finestre della Cattedrale di Palermo.|Salvatore Minardo in ''Modica Antica'', opera edita nel [[1952]].}}
 
==== Convento e chiesaComplesso dei Cappuccini ====
{{Vedi anche|Convento dei Cappuccini (Modica)}}
Il settecentesco [[Convento dei Cappuccini (Modica)|convento dei Frati Cappuccini]] e l'annessa chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, sempre del Settecento, sono notevoli per il perfetto stato di conservazione. Il convento ha un bellissimo chiostro lastricato con suggestive basole di pietra locale, con un pozzo al centro, il tutto tipico delle silenziose e affascinanti costruzioni francescane. La chiesa, cui si arriva percorrendo un vialetto circondato da alti cipressi, nasconde al suo interno due capolavori scultorei in legno indorato, un ''reliquiario'' e la ''custodia del Santissimo Sacramento''.
 
Il complesso dei Cappuccini comprende il [[Convento dei Cappuccini (Modica)|convento dei frati cappuccini]] e la chiesa della Madonna delle Grazie, entrambi edificati nel XVIII secolo e giunti in ottimo stato di conservazione. Il convento è caratterizzato da un chiostro lastricato con basole in pietra locale, con un pozzo centrale, secondo la tipologia architettonica tradizionale delle costruzioni francescane.
 
La chiesa, raggiungibile percorrendo un viale fiancheggiato da cipressi, conserva al suo interno due opere lignee dorate di pregio, un reliquiario e la custodia del [[Santissimo Sacramento]].
 
==== Santuario della Madonna delle Grazie ====
{{vedi anche|Santuario della Madonna delle Grazie (Modica)}}
 
Il santuario, edificato nel Seicento, sorge a Modica Bassa ed è sorto in seguito a un evento ritenuto miracoloso: il 4 maggio 1615 fu ritrovata una tavoletta di ardesia raffigurante la Madonna con il Bambino che, secondo la devozione popolare, bruciò per tre giorni senza consumarsi, suscitando la volontà della comunità di erigere un luogo di culto in quel punto. La costruzione fu affidata all’architetto siracusano Vincenzo Mirabella, del quale è conservato il mausoleo in una cappella interna.
====Altre architetture religiose====
 
* Ex chiesa di San Giovanni Battista dei [[Cavalieri di Malta]], il cui prospetto fu demolito nei primi del Novecento onde ricostruirvi, in stile liberty, il Cinema Moderno ([[1926]]), chiuso intorno al 1980. Su una parete laterale resiste murata una grande Croce, simbolo della Gran Commenda dell'Ordine di Malta, presente a Modica nella originaria chiesa in questo sito dal [[1350]], fino al [[1862]], 25 maggio, Decreto Regio di esproprio di tutti i beni dei religiosi conventuali. Un accurato restauro degli spazi interni, insieme ad un adeguato arredamento, ha trasformato l'ex chiesa in un moderno ''Auditorium'', intitolato al musicista e compositore modicano [[Pietro Floridia]].
Il prospetto attuale, frutto di una ricostruzione in stile tardo-barocco dopo il terremoto del 1693, è caratterizzato da robuste colonne doppiamente rastremate, simili a quelle della facciata del Duomo di San Giorgio. Nel 1627 la Madonna delle Grazie fu proclamata patrona principale della città, per volontà del consiglio cittadino. Il santuario è stato elevato al titolo di basilica minore nel gennaio 2015.
* Chiesa-eremo di ''San Giacomo extra moenia'' (XIII/XIV secolo, non visitabile). È la più antica chiesa dell'intera provincia, sito di pellegrinaggi da tutta la regione per il culto a San Giacomo, fino ai primi decenni del Novecento. È [[Monumento Nazionale]] (uno dei 5 presenti nella città di Modica). Nell'abside spicca una "Deposizione di Cristo" trecentesca, di autore ignoto. Caratteristica all'esterno la Croce cosiddetta "a vela", che ricorda il simbolo dei Cavalieri di Malta.
 
* Chiesa di San Paolo (Sei-Settecento), ricca di tele e statue, e con un bel pavimento in ceramiche di Caltagirone.
==== Altre architetture religiose ====
* Chiesa di San Girolamo (Seicento): minuscola chiesa con un piccolo spiazzale antistante, tra strette scalinate che scendono e salgono fra le case che circondano questa chiesetta di quartiere.
*Ex chiesa di San Giovanni Battista dei [[Cavalieri di Malta]] – L’edificio, documentato dal [[1350]], fu sede della Gran Commenda dell’Ordine di Malta fino alla soppressione del [[1862]]. Il prospetto fu demolito nei primi anni del XX secolo per fare posto al Cinema Moderno ([[1926]]), chiuso intorno al 1980. Una croce, simbolo dell’Ordine, è ancora visibile su una parete laterale. Gli interni sono oggi adattati ad auditorium, intitolato al musicista modicano [[Pietro Floridia]].
[[File:Santissimo Salvatore, church in Modica, Italy.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.4|Chiesa del Santissimo Salvatore]]
*Chiesa-eremo di San Giacomo extra moenia (XIII-XIV secolo, non visitabile) – Considerata la chiesa più antica della provincia, fu meta di pellegrinaggi fino ai primi decenni del Novecento. È [[Monumento nazionale (Italia)|Monumento Nazionale]] e conserva nell’abside una Deposizione di Cristo trecentesca di autore ignoto. All’esterno si distingue una croce “a vela”, simile a quelle dei Cavalieri di Malta.
* ''Chiesa del Santissimo Salvatore'' (XV secolo, ricostruita nel XVIII), ricca di pregevoli stucchi e di notevoli tele, fra cui un{{'}}''Immacolata'' ([[1765]]) del palermitano Pietro Spinosa, ha un superbo altare maggiore in marmo, con cinque medaglioni raffiguranti altrettanti episodi biblici. Della chiesa originaria del Quattrocento si conservano solo la base del campanile, una croce di pietra scolpita ed una campana datata [[1537]]. Rimaneggiata più volte nel tempo, negli anni Venti del Settecento è documentata la presenza di [[Rosario Gagliardi]] per un intervento nello spazio absidale.
*Chiesa di San Paolo (XVII-XVIII secolo) – Custodisce tele e statue e un pavimento in ceramica di Caltagirone.
* Chiesa di Sant'Anna ([[1686]]) ed ex-convento dei [[Frati Minori Riformati|Francescani Riformati]] ([[1613]]), sede della Sezione di Modica dell'Archivio di Stato di Ragusa, in cui è depositato l'importante ''Archivio della Contea di Modica''. In cima all'imponente prospetto barocco dell'ex-convento, che domina sulla parte bassa della città, si trova la bellissima aquila reale in pietra che rappresenta lo stemma della Contea.
*Chiesa di San Girolamo (XVII secolo) – Piccola chiesa di quartiere, situata in uno spiazzo tra le scalinate del centro storico.
* ''Palazzo Tommasi Rosso/Tedeschi'' (fine Settecento), si trova lungo il corso Umberto, subito dopo il Duomo di San Pietro, ed è caratterizzato dalla lunga serie di mensole che sorreggono sei dei sette balconi, le quali sono scolpite con mascheroni raffiguranti vecchioni, suonatori di flauto, putti, delfini e pettorute sirene.
*Chiesa del Santissimo Salvatore (XV secolo, ricostruita nel XVIII) – Ricca di stucchi e tele, tra cui un’Immacolata ([[1765]]) di Pietro Spinosa. L’altare maggiore in marmo presenta cinque medaglioni con scene bibliche. Dell’edificio originario si conservano la base del campanile, una croce in pietra e una campana del [[1537]].
* Chiesetta di Santa Lucia (Settecento), incastonata nel cuore del quartiere Francavilla, nel bel mezzo di quel ''grattacielo orizzontale'' di case che si accavallano in ordine sparso dalla parte più alta di Corso Umberto, sollevando lo sguardo verso la cima della collina, dominata dal Belvedere del Pizzo.
*Chiesa di Sant’Anna ([[1686]]) ed ex convento dei [[Frati Minori Riformati|francescani riformati]] ([[1613]]) – Ospita la Sezione di Modica dell’Archivio di Stato di Ragusa, con il fondo dell’Archivio della Contea di Modica. Il prospetto barocco dell’ex convento è coronato da un’aquila reale in pietra, simbolo della Contea.
* Chiesa di San Michele (Seicento), col grazioso campanile che fa compagnia in tante stampe alla maestosa cupola, alta 36 metri, del limitrofo Duomo di San Giorgio.
*Chiesetta di Santa Lucia (XVIII secolo) – Inserita nel quartiere Francavilla, è circondata da case disposte sul pendio verso il belvedere del Pizzo.
* Chiesa di San Giuseppe ([[1613]]), a pochi metri dall'entrata del Castello, con annesso un piccolo convento ([[1894]]) dei Gesuiti. Distrutta e abbandonata dopo il sisma del [[1693]], fu restaurata e riaperta al culto nel [[1894]]. La chiesetta conserva al suo interno, certamente proveniente dalla preesistente chiesa distrutta dal sisma, una bellissima ''Natività'' in marmo, datata [[1511]], rappresentante un piccolo presepio con tutti i classici personaggi ed ambienti, con ai lati quattro bellissime teste di angeli, che insieme al volto della Madonna sembrano di scuola gaginiana.
*Chiesa di San Michele (XVII secolo) – Affianca la cupola del duomo di San Giorgio e ne condivide la scenografia urbana.
* Chiesa dei Santi Nicolò ed Erasmo, con prospetto rifatto in stile neoclassico nell'Ottocento.
*Chiesa di San Giuseppe ([[1613]]) – Situata nei pressi del castello, con annesso convento gesuitico (1894). Distrutta dal terremoto del 1693, fu restaurata e riaperta nel 1894. Conserva una Natività marmorea (1511) attribuita alla scuola gaginiana.
* Chiesa di Santa Teresa d'Avila ed ex Monastero delle [[Carmelitane Scalze]].
*Chiesa dei Santi Nicolò ed Erasmo – Prospetto rifatto in stile neoclassico nell’Ottocento.
* Chiesa di San Teodoro (Seicento/Settecento), rifatta intorno alla metà dell'Ottocento dalla famiglia Grimaldi (si veda lo stemma sul prospetto).
*Chiesa di Santa Teresa d’Avila ed ex monastero delle [[Carmelitane Scalze]].
* Chiesa di Sant'Antonino (Cinquecento, ricostruita nel Settecento). La cripta sotterranea ingloba la vecchia chiesa del XVI secolo.
*Chiesa di San Teodoro (XVII-XVIII secolo) – Ricostruita a metà Ottocento dalla famiglia Grimaldi.
* Chiesa di San Ciro ([[1856]]), piccolissima, con buone tele ottocentesche, pregevoli statue nella ''Cappella del Cristo morto e dell'Addolorata''.
*Chiesa di Sant’Antonino (XVI secolo, ricostruita nel XVIII) – La cripta ingloba i resti della chiesa originaria.
* Chiesa di San Martino, settecentesca, ricchissima di stucchi, non visitabile.
*Chiesa di San Ciro ([[1856]]) – Piccola chiesa con tele ottocentesche e statue nella Cappella del Cristo morto e dell’Addolorata.
* Chiesa di Sant'Andrea (prospetto rifatto nel Settecento).
*Chiesa di San Martino (XVIII secolo) – Riccamente decorata in stucco; non visitabile.
* Chiesa di S.Maria della Catena, anche questa ricostruita nel Settecento.
* Chiesa di SantaSant’Andrea Margherita, ricostruitaProspetto rifatto nel SettecentoXVIII secolo.
*Chiesa di Santa Maria della Catena – Ricostruita nel XVIII secolo.
* Chiesa di San Francesco Saverio (Badia), originaria del Cinquecento, restaurata nel Settecento, ricca di bellissimi stucchi, visitabile nel tardo pomeriggio dei giorni feriali, quando ivi si celebra la Santa Messa per le [[Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù]].
*Chiesa di Santa Margherita – Ricostruita nel XVIII secolo.
*Chiesa di San Francesco Saverio (Badia) – Originaria del XVI secolo, restaurata nel XVIII, con interni ricchi di stucchi; aperta nel tardo pomeriggio per la messa delle [[Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù]].
 
=== Architetture civili ===
==== Palazzo Polara ====
[[File:Modica-palazzo-polara.JPG|sinistra|miniatura|Palazzo Polara]]
 
Il Palazzo Polara, situato alla sinistra del [[Duomo di San Giorgio (Modica)|duomo di San Giorgio]], fu edificato alla fine del XVIII secolo in stile tardo barocco. Sul frontone campeggia lo stemma di famiglia con la stella polare. L’edificio è preceduto da un elegante scalone e la sua facciata, in continuità scenografica con la scalinata monumentale e il prospetto del duomo, domina la parte bassa del centro storico e le colline circostanti, offrendo un colpo d’occhio che si apre verso il belvedere di Modica Alta, noto come Pizzo.
==== Palazzo Polara ====
Sul lato sinistro del Duomo di San Giorgio è visibile Palazzo Polara, della fine del Settecento, sul cui frontone spicca lo stemma della famiglia con la stella polare. ''Palazzo Polara'', è una costruzione in stile tardo barocco, introdotta da un elegante scalone. La facciata, in un tutt'uno scenografico con la scalinata monumentale ed il prospetto del Duomo di San Giorgio, domina la parte bassa del centro storico di Modica e le colline che la circondano facendole corona, in un suggestivo colpo d'occhio che ci conduce verso il Belvedere della città alta, il cosiddetto ''Pizzo''.
 
==== Palazzo Castro Grimaldi ====
[[File:Palazzo Castro Grimaldi.jpg|miniatura|Palazzo Castro Grimaldi]]
Situato nel cuore di Modica Alta, Palazzo Castro Grimaldi fu costruito, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, su commissione del cav. Francesco Castro, per abitarlo con la consorte donna Grazietta Grimaldi, benefattrice della città e discendente di un ramo dei principi Grimaldi di Monaco. Il Palazzo si trova in una posizione strategica, a pochi metri dal maestoso Duomo di San Giorgio. Dai suoi terrazzi è possibile godere di una vista unica che racchiude il meraviglioso centro storico, i palazzi nobiliari di Modica Alta e Modica Bassa, fino ai quartieri più lontani che si ergono sulle colline della città. Nel 1903, per volere della famiglia Castro - Grimaldi, il palazzo subì dei lavori di ristrutturazione e da allora gli interni non sono più stati rimaneggiati. Gli arredi, i suppellettili, i dipinti, gli affreschi, la carta da parati, tutto è rimasto intatto, al fine di preservare il fascino storico della dimora e mantenerne vive le tradizioni. Gli interni del Palazzo, con i dettagli preziosi e le decorazioni eleganti, opera dei migliori artigiani siciliani dell’epoca, rivelano il gusto tipico della nobiltà siciliana di fine ‘800 e inizio ‘900.
 
Situato nel cuore di Modica Alta, il Palazzo Castro Grimaldi fu costruito tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo su commissione del cavaliere Francesco Castro, per risiedervi con la consorte donna Grazietta Grimaldi, benefattrice della città e discendente di un ramo dei principi Grimaldi di Monaco. L’edificio si trova a breve distanza dal [[Duomo di San Giorgio (Modica)|duomo di San Giorgio]] e dai suoi terrazzi si gode un’ampia veduta sul centro storico e sui quartieri collinari di Modica.
==== Palazzo Napolino-Tommasi Rosso ====
 
Posto nel cuore dell'antico quartiere di Francavilla, alle spalle del Duomo di San Giorgio e nei pressi dell'entrata del Castello dei Conti, è fra le testimonianze più significative dell'architettura tardo-barocca di Modica. La sua costruzione risale alla seconda metà del XVIII secolo. La sua facciata comprende un bel portale d'ingresso, le cui colonne ai lati lasciano scendere degli eleganti tendaggi scolpiti nella pietra, ed emergenti dalla bocca di due leoni. Il portale è sovrastato da un elegante balcone in ferro battuto, sorretto da mensoloni decorati con mascheroni. Altri due balconi sono posti simmetricamente ai lati di quello centrale, a completare il prospetto di quella che è riconosciuta come la più elegante architettura civile del barocco modicano. Edificato dai Lorefice, poi passato ai Napolino ed infine ai Tommasi Rosso.
Nel [[1903]] il palazzo fu oggetto di lavori di ristrutturazione, dopodiché gli ambienti interni non subirono modifiche sostanziali, conservando arredi, suppellettili, dipinti, affreschi e carta da parati originali. Le decorazioni e i dettagli d’interni, opera di artigiani siciliani dell’epoca, testimoniano il gusto e lo stile della nobiltà isolana tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.
 
==== Palazzo Lorefice-Napolino-Tommasi Rosso ====
Situato nel quartiere di Francavilla, alle spalle del [[Duomo di San Giorgio (Modica)|duomo di San Giorgio]] e vicino all’ingresso del [[Castello dei Conti (Modica)|castello dei Conti]], il palazzo Lorefice Napolino Tommasi Rosso è considerato una delle più significative espressioni dell’architettura civile tardo-barocca di Modica.
 
Edificato nella seconda metà del XVIII secolo, presenta un portale incorniciato da colonne da cui scendono tendaggi scolpiti nella pietra, emergenti dalla bocca di due leoni. Sopra il portale si apre un balcone in ferro battuto, sorretto da mensoloni decorati con mascheroni; altri due balconi simmetrici completano il prospetto. La proprietà, costruita dalla famiglia Lorefice, passò in seguito ai Napolino e infine ai Tommasi Rosso.
 
==== Palazzo degli Studi ====
[[File:Along Corso Umberto Modica Sicily Sicilia Italy in 1992.jpg|miniatura|left|Veduta di Corso Umberto I: cona sinistra, Palazzo degli studi e, a sinistra.destra, il teatro Garibaldi]]
 
Il Palazzo degli Studi ([[1610]] - [[1630]]) era in realtà il convento dei [[Gesuiti]], i quali fin dal loro insediamento nella struttura ne fecero il Collegio dove istruire i rampolli dell'aristocrazia di Modica. Il Collegio, costruito ampliando e restaurando un palazzo donato al Comune dal nobile palermitano Alliata, era annesso alla chiesa dei Santissimi Gesù e Maria, o del Collegio (poi diventata ''Santa Maria del Soccorso''), il cui prospetto barocco fu rifatto nel [[1714]] su progetto di [[Rosario Gagliardi]], mentre il convento, resistendo al terremoto del 1693, determinò la scelta dei Gesuiti e del popolo modicano di non spostare la città sugli altopiani limitrofi. L'intero edificio sorse per volontà della contessa [[Vittoria Colonna de Cabrera]], che si fece promotrice<ref name="ReferenceB"/> della venuta a Modica dei Gesuiti, e contribuì finanziariamente, insieme al Comune e ai possidenti del tempo, al che nella capitale della Contea si istituissero corsi di studio di livello universitario. Fu dunque sede del Collegio Gesuitico sin dal [[1630]], del Ginnasio comunale nel [[1862]], del Regio Istituto Tecnico "Archimede" dal [[1866]], e ospita, dal [[1878]], il [[Liceo classico Tommaso Campailla|Liceo Classico]] intitolato allo scienziato e filosofo modicano [[Tommaso Campailla]].
Il Palazzo degli Studi (1610-1630) fu costruito come convento dei [[Gesuiti]], che lo adibirono a collegio per l’istruzione dei figli dell’aristocrazia modicana. L’edificio sorse per volontà della contessa [[Vittoria Colonna de Cabrera]], promotrice<ref name="ReferenceB"/> dell’insediamento gesuitico in città, che contribuì al finanziamento insieme al Comune e ai possidenti locali, con l’obiettivo di istituire corsi di studio di livello universitario nella capitale della [[Contea di Modica]].
 
Il complesso, ampliato e restaurato a partire da un palazzo donato dal nobile palermitano Alliata, era annesso alla chiesa dei Santissimi Gesù e Maria, o del Collegio (oggi Santa Maria del Soccorso), il cui prospetto barocco fu ricostruito nel [[1714]] su progetto di [[Rosario Gagliardi]]. Il convento resistette al [[terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], condizionando la decisione dei Gesuiti e della popolazione di non trasferire il centro abitato sugli altopiani vicini.
 
Il palazzo ospitò il Collegio gesuitico dal [[1630]], divenne sede del Ginnasio comunale nel [[1862]] e, dal [[1866]], del Regio Istituto Tecnico “Archimede”. Dal [[1878]] è sede del [[Liceo classico Tommaso Campailla]], intitolato allo [[Tommaso Campailla|scienziato e filosofo modicano]].
 
==== Teatro Giuseppe Garibaldi ====
[[File:Modica-teatro-garibaldi-b.jpg|miniatura|Teatro Garibaldi]]
 
La prima costruzione fu realizzata fra il [[1815]] e il [[1820]], accorpando un magazzino con la casa di un aristocratico, e fu chiamato ''Real Teatro Ferdinandeo'' in onore al regnante dell'epoca. Aveva due file di 24 palchi e la platea. Nel [[1844]] fu affidato all'ingegner Salvatore Riga il compito di progettare l'ampliamento del teatro, raddoppiando la grandezza della platea, innalzando una terza fila di palchi ed aggiungendo il loggione, riproducendo così lo stile dei teatri lirici all'italiana presenti nelle maggiori città siciliane. Eseguiti i lavori fra il [[1852]] ed il [[1857]] sotto la direzione dell'architetto Salvatore Toscano, il teatro, dopo l'Unità d'Italia fu intitolato a Garibaldi. Esso si presenta con la facciata in stile liberty (o neoclassico), con i due piani sormontati da una balaustra che presenta al centro un pannello scultoreo decorato con strumenti musicali. Sopra il pannello fu posto, sorretto da due figure maschili, un orologio, con in cima l'aquila, simbolo della Contea di Modica. Fu inaugurato nel [[1857]] con la ''Traviata'' di [[Giuseppe Verdi]]. È un piccolo vero gioiello, che in miniatura riproduce i teatri delle grandi città, con la sua platea, i suoi tre ordini di palchi molto eleganti, il loggione, la volta istoriata nell'agosto-settembre [[1999]] con un grandioso dipinto, un olio su tela (diametro m. 4,40) del maestro [[Piero Guccione]] e degli altri del Gruppo di Scicli, i pittori Franco Sarnari, Giuseppe Colombo e Piero Roccasalva. Dopo lavori di restauro e di messa in sicurezza, è stato riaperto al pubblico definitivamente nel [[2004]]. Nel [[Dicembre]] [[2016]], sono stati avviati i lavori di recupero della [[Golfo mistico|fossa orchestrale]] al fine di ospitare spettacoli di [[Opera|opera in musica]]. Con i suoi 313 posti complessivi il Teatro Garibaldi è tornato ad essere il luogo di intrattenimento culturale per eccellenza per i modicani, ma anche per gli appassionati di teatro e musica di vario genere dell'intero comprensorio orientale della provincia. Al fine di valorizzare il Teatro ai massimo livelli, per quanto riguarda la sua funzione culturale, e per la fruizione turistica, nel corso del [[2009]] è stato approntato lo statuto della ''Fondazione Teatro Garibaldi''<ref>{{Cita web |url=http://www.fondazioneteatrogaribaldi.it/ |titolo=Il sito della Fondazione, completo di stagione teatrale |editore=Fondazione Teatrogaribaldi |accesso=2021-012-02}}</ref>, istituita ufficialmente il 29 gennaio [[2010]], che ogni anno organizza una stagione teatrale con spettacoli di prosa e musicali, valorizzando anche le realtà locali con rassegne di teatro dialettale e con una rassegna musicale dedicata al Liceo Musicale dell'I.I.S. "G. Verga" di Modica<ref>{{Cita web|url=http://www.fondazioneteatrogaribaldi.it/stagione/stagione-2017-liceo-musicale-verga.html|titolo=Teatro Garibaldi - Stagione 2017|sito=fondazioneteatrogaribaldi.it-it|accesso=27 giugno 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908011105/http://www.fondazioneteatrogaribaldi.it/stagione/stagione-2017-liceo-musicale-verga.html|dataarchivio=8 settembre 2017}}</ref>.
Il Teatro Garibaldi fu costruito tra il [[1815]] e il [[1820]] accorpando un magazzino e la casa di un aristocratico, con il nome di ''Real Teatro Ferdinandeo'' in onore del sovrano dell’epoca. L’edificio originario disponeva di due ordini di 24 palchi e di una platea.
 
Nel [[1844]] l’ingegnere Salvatore Riga progettò un ampliamento che prevedeva il raddoppio della platea, l’aggiunta di un terzo ordine di palchi e del loggione, ispirandosi ai teatri lirici all’italiana delle principali città siciliane. I lavori, eseguiti tra il [[1852]] e il [[1857]] sotto la direzione dell’architetto Salvatore Toscano, portarono all’attuale assetto.
 
Dopo l’[[Unità d’Italia|Unità]], il teatro fu intitolato a [[Giuseppe Garibaldi]] e inaugurato nel [[1857]] con [[La Traviata]] di [[Giuseppe Verdi]]. La facciata, in stile liberty o neoclassico, è caratterizzata da due piani sormontati da una balaustra con pannello scultoreo raffigurante strumenti musicali; sopra di esso, sorretto da due figure maschili, si trova un orologio coronato dall’aquila, simbolo della [[Contea di Modica]].
 
Dopo interventi di restauro e messa in sicurezza, il teatro è stato riaperto definitivamente nel [[2004]]. Nel dicembre [[2016]] sono stati avviati i lavori per il recupero del [[golfo mistico]] in vista della programmazione di spettacoli d’opera.
 
==== Palazzo Grimaldi ====
Il Palazzo Grimaldi, edificato tra il XVIII e il XIX secolo, sorge lungo il corso principale di Modica, a poche decine di metri dal [[Duomo di San Pietro (Modica)|Duomo di San Pietro]]. È affiancato dal portale della chiesetta di San Cristoforo, antica cappella privata della famiglia Grimaldi.
Palazzo Grimaldi, XVIII-XIX secolo, con l'annesso portale della Chiesetta di S. Cristoforo, cappella privata della famiglia Grimaldi, si incontra lungo il corso principale a poche decine di metri dal Duomo di San Pietro. Rappresenta, forse, con i suoi 14 balconi in due piani, il più bell'esempio di edificio in stile neorinascimentale fra quelli che si affacciano sul centro storico di Modica Bassa. Il terzo piano è stato sovrapposto nel secondo Ottocento ma il progettista ha lavorato nel segno di chi lo aveva preceduto, inserendo le mensole sotto i balconi del terzo piano. Qui, peraltro, il partito centrale ripropone un balcone quasi identico a quello del secondo piano, in cui si nota la presenza ai lati degli scudi araldici di famiglia. Il palazzo è sede della [[Giovan Pietro Grimaldi|Fondazione Giovan Pietro Grimaldi]], creata dall'illustre fisico che fu anche [[Rettori dell'Università di Catania|Magnifico Rettore dell'Università di Catania]], nonché fratello del celebre agronomo [[Clemente Grimaldi|Clemente]], ed ospita nei suoi saloni una Pinacoteca, ricca di opere pittoriche dei più noti artisti dell'area iblea dalla seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] fino ai nostri giorni.
 
Considerato uno dei più pregevoli esempi di architettura neorinascimentale del centro storico di Modica Bassa, il palazzo si distingue per la facciata con quattordici balconi distribuiti su due piani. Il terzo piano, aggiunto nel secondo Ottocento, fu progettato in armonia con la struttura originaria, riprendendo le mensole sotto i balconi e il partito centrale con un balcone simile a quello del secondo piano, affiancato da scudi araldici di famiglia.
 
Il palazzo è sede della [[Giovan Pietro Grimaldi|Fondazione Giovan Pietro Grimaldi]], istituita dall’omonimo fisico e già [[Università degli Studi di Catania|rettore dell’Università di Catania]], fratello dell’agronomo [[Clemente Grimaldi]]. Nei saloni è ospitata una pinacoteca con opere di artisti dell’area iblea dalla seconda metà dell’[[XIX secolo|Ottocento]] ai giorni nostri.
 
==== Casa natale di Salvatore Quasimodo ====
[[File:Targa Quasimodo 1.JPG|miniatura|206x206px|Targa di Salvatore Quasimodo, affissa sulla sua casa natale]]
La casa natale di [[Salvatore Quasimodo]] (in via Posterla, alle spalle del Duomo di San Pietro), in cui il 20 agosto [[1901]]<ref>Giusto estratto di nascita redatto in pari data, alle ore 10.40, presso l'ufficio anagrafico del Comune di Modica, dove il padre, e due testimoni (Giuseppe e Francesca) dichiarano che alle 4.10 antimeridiane, in una casa sita in via Posterla, è venuto alla luce un bambino, di sesso maschile, cui è stato imposto il nome di Quasimodo Salvatore Giuseppe Virgilio Francesca (dove Giuseppe e Francesca sono aggiunti in onore ai testimoni e futuri padrino e madrina). Una copia di tale estratto, insieme ad un atto di nascita redatto in tempi successivi, sono affissi ad una parete della casa natale.</ref> nacque il poeta, insignito del [[Premio Nobel per la Letteratura]] il 10 dicembre 1959. La casa, dove il poeta visse insieme alla famiglia fino alla fine di settembre del 1902<ref>A causa della disastrosa alluvione che colpì Modica il 26 settembre del 1902, e che tanta desolazione e paura lasciò nella popolazione colpita, il nonno paterno di Salvatore, di nome Vincenzo, partì da Roccalumera per portare con sé il piccolo con la madre ed il primogenito Vincenzo (nome del nonno come usanza dei tempi passati) nella cittadina di origine della famiglia. Il padre, in servizio a Modica alla data della nascita, nel frattempo, dopo 2 mesi, era stato trasferito alla stazione ferroviaria di Gela.</ref>,contiene un letto in ferro battuto, un [[inginocchiatoio]], un capezzale e altri mobili ed arredi di primo Novecento; inoltre sono presenti una vecchia macchina da scrivere [[Olivetti]], uno scrittoio, una collezione di dischi, una libreria con annessi libri, provenienti da uno degli studi di Milano, che il figlio Alessandro ha venduto alla Regione Siciliana nel [[1996]], insieme ad altri oggetti regolarmente inventariati dall'Assessorato Regionale ai Beni Culturali. Da un vecchio nastro, ai visitatori viene fatta ascoltare la voce del Poeta che recita alcune sue poesie, e sempre dalla sua viva voce, il discorso dal titolo "Il Politico ed il Poeta" da Quasimodo letto a Stoccolma in occasione del conferimento del Nobel.
 
La casa natale di [[Salvatore Quasimodo]], situata in via Posterla, alle spalle del [[Duomo di San Pietro (Modica)|Duomo di San Pietro]], è il luogo in cui il poeta nacque il 20 agosto [[1901]]<ref>Giusto estratto di nascita redatto in pari data, alle ore 10:40, presso l’ufficio anagrafico del Comune di Modica, dove il padre, e due testimoni (Giuseppe e Francesca) dichiarano che alle 4:10 antimeridiane, in una casa sita in via Posterla, è venuto alla luce un bambino di sesso maschile, cui è stato imposto il nome di ''Quasimodo Salvatore Giuseppe Virgilio Francesca''. Una copia di tale estratto, insieme ad un atto di nascita redatto in tempi successivi, sono affissi a una parete della casa natale.</ref>.
====Altre architetture civili====
 
* Palazzo Ascenzo (fine Settecento), di fronte al Palazzo di Città, è caratterizzato da poderosi mensoloni a piede unico, a sostegno dei balconi.
Quasimodo, insignito del [[Premio Nobel per la Letteratura]] il 10 dicembre 1959, visse in questa abitazione con la famiglia fino alla fine di settembre [[1902]], quando, a seguito della disastrosa alluvione che colpì Modica il 26 settembre, la madre, il fratello e lo stesso poeta si trasferirono a [[Roccalumera]], paese d’origine della famiglia<ref>A causa della disastrosa alluvione che colpì Modica il 26 settembre del 1902, il nonno paterno Vincenzo partì da Roccalumera per portare con sé il piccolo con la madre ed il primogenito Vincenzo nella cittadina d’origine della famiglia. Il padre, in servizio a Modica alla nascita, era stato trasferito alla [[Stazione di Gela|stazione ferroviaria di Gela]] due mesi dopo.</ref>.
* Palazzo Cannizzaro (ex Manenti) (Settecento), si trova subito dopo il precedente salendo il Corso sul lato sinistro. Incompleto, essendo stato costruito solo il portale centrale e l'ala sinistra, il Palazzo presenta tre bei balconi spagnoleggianti, dei quali i due laterali sostenuti da cinque mensole in cui sono scolpiti vari mascheroni, uno dei quali raffigura il primo proprietario del palazzo.
 
* Palazzo Salemi (edificato dal 1631 al 1640), con i suoi caratteristici portici (dialetto: Ponti Pulèra), già Palazzo Comunale dalla seconda metà del Seicento al [[1869]], presenta a piano terra un portico con sei arcate, sormontato al piano superiore da una lunga balconata continua.
L’abitazione, oggi museo, conserva arredi e mobili d’epoca, tra cui un letto in ferro battuto, un [[inginocchiatoio]], un capezzale, oltre a una macchina da scrivere [[Olivetti]], uno scrittoio, una collezione di dischi e una libreria con volumi provenienti da uno degli studi milanesi del poeta, acquistati dalla Regione Siciliana nel [[1996]]. Ai visitatori vengono proposte registrazioni originali della voce di Quasimodo, comprese alcune sue poesie e il discorso ''Il Politico ed il Poeta'', letto a Stoccolma in occasione del conferimento del Nobel.
* Palazzo Papa, già Grimaldi (secoli XVII-XIX), nei pressi del Duomo di San Giorgio, lungo la strada che porta all'ingresso del Castello.
 
* Palazzo Napolino/De Naro Papa (Ottocento), nella parte alta della città, di fronte alla chiesa di San Giovanni Evangelista; presenta una bella loggia, a sostegno di una terrazza, con tre arcate, sormontate da tre mascheroni.
==== Altre architetture civili ====
* Palazzo Rubino, o anche Palazzo Trombadore (fine Settecento-primo Ottocento), con notevolissimo prospetto tardo-barocco, dove gli elementi stilistici delle mensole, con mascheroni e decorazioni fogliacee, testimoniano la persistenza del gusto [[rococò]] in pieno Ottocento.
*Palazzo Ascenzo (fine Settecento), di fronte al Palazzo di Città, caratterizzato da poderosi mensoloni a piede unico a sostegno dei balconi.
* Palazzo ex-convento dei [[Mercedari]], con annesso ''Museo delle Arti e Tradizioni Popolari''.
*Palazzo Cannizzaro (ex Manenti; Settecento), situato subito dopo il precedente salendo il Corso sul lato sinistro. Incompleto, essendo stata costruita solo la parte centrale e l’ala sinistra, presenta tre balconi in stile spagnoleggiante, dei quali i due laterali sono sorretti da cinque mensole scolpite con mascheroni, uno dei quali raffigura il primo proprietario.
*Palazzo Salemi (1631-1640), noto per i caratteristici portici (in dialetto: ''Ponti Pulèra''), già sede del Palazzo Comunale dalla seconda metà del Seicento al [[1869]], con un portico a sei arcate al piano terra e una lunga balconata continua al piano superiore.
*Palazzo Papa, già Grimaldi (secoli XVII-XIX), nei pressi del Duomo di San Giorgio, lungo la strada che conduce all’ingresso del Castello.
*Palazzo Napolino/De Naro Papa (Ottocento), nella parte alta della città, di fronte alla chiesa di San Giovanni Evangelista, con elegante loggia a tre arcate sormontate da mascheroni, a sostegno di una terrazza.
*Palazzo Rubino, o Palazzo Trombadore (fine Settecento-primo Ottocento), con notevole prospetto tardo-barocco; le mensole, ornate di mascheroni e decorazioni fogliacee, testimoniano la persistenza del gusto [[rococò]] in pieno Ottocento.
*Palazzo ex convento dei [[Mercedari]], con annesso Museo delle Arti e Tradizioni Popolari.
*Palazzo Tommasi Rosso/Tedeschi (fine XVIII secolo), lungo corso Umberto, noto per le mensole scolpite con mascheroni, putti, delfini e sirene.
 
=== Architetture militari ===
==== Castello dei Conti di Modica ====
{{Vedi anche|Castello di Modica}}
[[File:Palazzo-contea.JPG|miniatura|L'ingressoleft|Ingresso del Castello dei Conti.]]
 
In cima ad una rupe, costruito sul pianoro conclusivo di un promontorio roccioso a becco d'aquila, ha rappresentato per tanti secoli la sede del potere politico e amministrativo di quella che fu la [[Contea di Modica]]. Dal punto di vista monumentale, il Castello, o ciò che di esso rimane, nato come fortificazione rupestre che si sovrappone ad un'emergenza funeraria del tipo di [[Pantalica]], viene modificato in varie epoche tra l'VIII e il XIX secolo, e si erge su un promontorio roccioso difficilmente attaccabile, con due lati su tre costituiti da pareti a strapiombo.
In cima a una rupe, sul pianoro terminale di un promontorio roccioso a becco d’aquila, sorgeva il Castello, per secoli sede del potere politico e amministrativo della [[Contea di Modica]]. Nato come fortificazione rupestre su un preesistente complesso funerario di tipo [[Pantalica]], subì trasformazioni in diverse epoche, dall’VIII al XIX secolo. La sua posizione strategica, con due lati su tre costituiti da pareti a strapiombo, lo rendeva difficilmente espugnabile e ne fece un elemento cardine nella difesa della città.
 
==== Torretta dell'Orologio ====
[[File:Castello Modica.jpg|miniatura|upright=1.1|Il Castello dei Conti di Modica; la Torretta dell'Orologio. del Castello]]
Sui resti post-terremoto (fine XVII secolo) di una torretta di avvistamento (''fano'') medioevale del castello dei Conti, posta a cavaliere delle mura sottostanti, è stato apposto, nel [[1725]]<ref>{{Cita libro |autore=Arturo Belluardo |titolo=Alla scoperta di Modica |editore=Edizioni Corriere di Modica |città=Modica |anno=1970}}</ref>, un orologio meccanico a contrappesi, ancora perfettamente funzionante, i cui complessi meccanismi vengono controllati e riavviati ogni 24 ore circa. Nel [[1777]] viene inviata lettera a Re Ferdinando di Borbone, in cui si chiede autorizzazione alla spesa per un primo restauro, in quanto «il primo orologio è arrivato a tale stato che rendesi affatto inservibile… perché tutte le ruote sono contorte in grado che da più tempo a questa parte or non suona, ed or trasferisce notabilmente le ore in grave pregiudizio del pubblico nella vita civile»<ref>{{Cita libro |titolo=Alla scoperta di Modica |editore=Edizioni Corriere di Modica |città=Modica |anno=1970 |pagine=341-342}}</ref>. Gli ingranaggi, che permettono il funzionamento di quest'orologio esclusivamente in modo meccanico, vengono quotidianamente curati e regolati da un tecnico del Comune. L'interno della torretta - caratterizzato grandi molle metalliche, pesi e contrappesi, grosse funi e catene<ref>«coll’aggiunta di un'altra campana…che con ore e quarti, e le sfere molto si rendono utili e commode al pubblico, e specialmente agl'infermi che hanno il loro abitato nella parte di sotto…obbligandosi» (don Giuseppe Maffei, virtuoso orologiaio, romano di nascita) «di farlo magistralmente, tocchetto di mezzogiorno e mezza notte con suoi martelli, corde e màzzere di lunghezza palmi sette, ed altezza palmi tre e mezzo»... {{cita libro |autore=Arturo Belluardo |titolo=Alla scoperta di Modica |editore=Edizioni Corriere di Modica |città=Modica |anno=1970 |pagina=342}} Lettera con richiesta di autorizzazione alle spese, indirizzata, il 21 gennaio [[1777]], a Ferdinando di Borbone, Re delle Due Sicilie.</ref> - è visitabile soltanto in particolari occasioni. Dalla balaustra della torre si può godere di un suggestivo, insolito, panorama sulla parte bassa del centro storico. La torre dell'orologio - imponente testimone secolare della vita cittadina - è sempre stata considerata il "simbolo" dell'antica nobile Città di Modica e insieme alle due chiese maggiori di Modica - dichiarate "patrimonio dell'Umanità" - è il monumento più fotografato della Città.
 
=== Siti archeologici ===
==== Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore ====
[[File:Cristo Pantocratore Modica.jpg|alt=Cristo Pantocratore nella chiesa di San Nicolò a Modica|miniatura|Dettaglio di affresco nel catino absidale della chiesa rupestre di San Nicolò a Modica, rappresentante il Cristo Pantocratore]]
Presenta dei magnifici affreschi sulla nuda roccia, di stile tardo-bizantino, databili fra il XII e il XVI secolo (l'anno 1594 si trova dipinto sulla roccia accanto a una raffigurazione): si tratta di una grotta artificiale, in pieno centro cittadino, nella quale si osservano diversi cicli di affreschi; una chiesa rupestre definita dagli studiosi un ''unicum'' nel panorama della Sicilia medievale. L'affresco principale è un bellissimo ''Cristo Pantocratore'' posto al centro dell'abside, dove si raffigura un Cristo benedicente racchiuso in una mandorla seduto su un trono fra due coppie di Angeli. Sul lato destro dell'abside si trova un catino battesimale, scavato nella roccia, per il battesimo con rito orientale. Ultimi in ordine di tempo, alcuni lavori di scavo hanno portato alla luce una serie di cripte e di tombe terragne.
 
La chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore, considerata la più antica chiesa di Modica<ref>{{Cita web|url=https://www.beniculturali.it/luogo/chiesa-rupestre-di-san-nicolo-inferiore|titolo=Chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore|sito=Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo|data=2022-05-05|lingua=it|accesso=2024-07-02}}</ref>, è costituita da un unico ambiente scavato nella roccia di circa {{M|45|u=mq}}, con abside interamente rivestito di affreschi in stile bizantino. In posizione centrale campeggia un Cristo Pantocratore racchiuso in una grande mandorla e circondato da angeli, mentre sul lato destro dell’abside si trova un catino battesimale, anch’esso scavato nella roccia, destinato al battesimo secondo il rito orientale. Recenti scavi hanno riportato alla luce un complesso di cripte e tombe terragne.
==== Cava Ispica ====
[[File:Cava Ispica 2.JPG|miniatura|upright=0.9|Grotta di Cava Ispica]]
[[Cava Ispica]] (il nome precede quello dell'omonima, vicina città, chiamata [[Ispica|Spaccaforno]] fino al [[1936]]) raccoglie, in tredici chilometri di lunghezza, numerose testimonianze di epoche diverse: dalle grotticelle sicule a forno dell'età del bronzo, alle catacombe cristiane del Basso Impero (IV-V secolo dopo Cristo), dagli affreschi rupestri della "Grotta dei Santi", ai ruderi della chiesetta [[Arte bizantina|bizantina]] di San Pancrati. Notevole la catacomba della ''Larderia'', un cimitero ipogeico che in circa 500 m² (secondo in Sicilia per estensione) racchiude ben 464 tombe, suddivise in tre gallerie sotterranee, delle quali la principale è lunga circa trenta metri. Il sito è in effetti una vera e propria ''città nella roccia'', dove nei pressi delle grotte abitate dagli uomini e dagli animali domestici, ce ne erano altre adibite a magazzini, o a luoghi di culto con altari e affreschi sulla nuda roccia. Infine, nascoste dalla vegetazione o protette da una certa difficoltà di accesso, negli anfratti più ripidi della ''cava'', centinaia di grotte ad uso funerario.
 
La chiesa fu scoperta nel 1987 dallo studioso modicano Duccio Belgiorno all’interno di una grotta adibita a locale di sgombero e, nel 1992, fu acquisita dal Centro Studi sulla Contea di Modica. L’articolazione interna e la presenza dell’[[iconostasi]] attestano la destinazione al culto orientale, al servizio di un quartiere cittadino abitato da un piccolo nucleo di origine greca, che contribuì al processo di cristianizzazione della città e del territorio dopo la conquista normanna e la rifondazione, nel 1093, della diocesi di Siracusa<ref name=":0">{{Cita web|url=https://www.beniculturali.it/luogo/chiesa-rupestre-di-san-nicolo-inferiore|titolo=Chiesa rupestre di San Nicolò inferiore|sito=Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo|data=2022-05-05|lingua=it|accesso=2024-07-02}}</ref>.
La cava, che in alcuni punti è profonda anche cento metri e larga più di 500, presenta una vegetazione rigogliosa, attrazione per varie specie di uccelli, tale da conferire al luogo notevole importanza anche dal punto di vista naturalistico.<br />Lungo la vallata sono presenti una miriade di grotte naturali o scavate nelle roccia dalla mano dell'uomo, alcune difficili da raggiungere, se non con corde, stretti camminamenti tra i massi o scale. Molte grotte sono contigue, magari su piani sovrapposti comunicanti tra di loro tramite botole artificiali praticate nelle pareti rocciose.
 
Nel [[1577]] la chiesa di San Nicolò venne annessa alla vicina e più importante parrocchia di San Pietro<ref>{{Cita web|url=https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-rupestre-di-san-nicolo-inferiore?ldc|titolo=CHIESA RUPESTRE DI SAN NICOLÒ INFERIORE {{!}} Luogo FAI|sito=fondoambiente.it|lingua=it|accesso=2024-07-02}}</ref>.
D'interesse storico e archeologico è il cosiddetto "castello sicano" a cinque piani, interamente incassato nella roccia, vera e propria fortezza scavata in una parete calcarea che scende a picco per trenta metri di altezza. Forse era la residenza del principe del luogo.
 
==== Cava d'Ispica ====
{{Vedi anche|Cava Ispica}}
[[File:Cava d'Ispica (lato Modica) 01.jpg|miniatura|Paesaggio della Cava d'Ispica]]
[[File:Cava Ispica 2.JPG|miniatura|upright=0.9|Grotta di Cava d'Ispica]]
 
[[Cava d’Ispica]] – il cui nome è anteriore a quello dell’omonima città vicina, chiamata [[Ispica|Spaccaforno]] fino al [[1936]] – si estende per circa tredici chilometri e custodisce testimonianze di epoche diverse: dalle grotticelle sicule a forno dell’età del bronzo, alle catacombe cristiane del Basso Impero (IV-V secolo), dagli affreschi rupestri della Grotta dei Santi ai ruderi della chiesetta [[Arte bizantina|bizantina]] di San Pancrati. Tra i siti più rilevanti vi è la catacomba della Larderia, un cimitero ipogeico di circa {{M|500|u=m²}} – il secondo per estensione in Sicilia – che raccoglie 464 tombe disposte in tre gallerie sotterranee, la principale delle quali lunga circa trenta metri.
 
L’insieme costituisce una vera e propria “città nella roccia”, dove accanto alle grotte destinate ad abitazione umana e per animali domestici si trovano ambienti adibiti a magazzini o a luoghi di culto, con altari e affreschi su roccia viva. Nascoste dalla vegetazione o rese inaccessibili dalla morfologia impervia, centinaia di grotte funerarie si aprono negli anfratti più scoscesi della cava.
 
La vallata, che in alcuni tratti raggiunge i cento metri di profondità e i cinquecento di ampiezza, presenta una vegetazione rigogliosa che ospita numerose specie di uccelli, conferendo al luogo un notevole interesse anche naturalistico. Lungo il percorso si susseguono grotte naturali e artificiali, talvolta disposte su più livelli e comunicanti mediante botole scavate nella roccia, accessibili solo con corde, passerelle o ripidi gradini.
 
Di particolare interesse storico-archeologico è il cosiddetto “castello sicano”, una fortezza rupestre a cinque piani interamente scavata in una parete calcarea a picco alta circa trenta metri, forse antica residenza del principe locale.
 
==== Cava Lazzaro ====
{{Vedi anche|Cava Lazzaro}}
La valle di [[Cava Lazzaro]] annuncia quella di Cava Ispica, e rappresenta una fra le più interessanti stazioni archeologiche del paleolitico siciliano. Presenta grotte a forno e ad anticella, oltre a caverne templari ad uso religioso, con escavazioni a mano di pilastri e colonne. Di notevole pregio archeologico è la ''Tomba Orsi'', certamente riservata ad un personaggio importante del luogo, con un prospetto molto esteso in lunghezza e ornato con finti pilastri, sui quali sono scolpiti simboli geometrici; prende il nome da colui che la scoprì, l'archeologo [[Paolo Orsi]]. A Cava Lazzaro sono stati rinvenuti strumenti di amigdala, vasellame della civiltà castellucciana, manufatti vari di civiltà presicule comprese nel periodo XXII-XV secolo avanti Cristo (''facies'' di Castelluccio, prima età del bronzo), tutti conservati al Museo Civico di Modica. A Cava Lazzaro è stato trovato pure un cranio assegnato dal Pigorini al tipo di [[Neanderthal]], e che è visibile al [[Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini|Museo Etnografico L. Pigorini]] di [[Roma]].
[[File:Cava Lazzaro 01.jpg|miniatura|Panorama di Cava Lazzaro]]
 
La valle di [[Cava Lazzaro]], che precede quella di Cava Ispica, costituisce una delle più importanti stazioni archeologiche del paleolitico siciliano. Vi si trovano grotte a forno e ad anticella, nonché caverne templari a uso religioso, con pilastri e colonne scavati a mano. Di particolare rilievo è la Tomba Orsi, probabilmente destinata a un personaggio di alto rango, caratterizzata da un prospetto insolitamente esteso ornato con finti pilastri recanti motivi geometrici; la denominazione è dovuta all’archeologo [[Paolo Orsi]], che ne effettuò la scoperta.
 
Gli scavi hanno restituito strumenti in amigdala, vasellame della civiltà castellucciana e manufatti di culture presicule databili tra il XXII e il XV secolo a.C. (''facies'' di Castelluccio, prima età del bronzo), oggi conservati presso il Museo Civico di Modica. Nel sito è stato rinvenuto anche un cranio neandertaliano, classificato da Luigi Pigorini e attualmente esposto al [[Museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini]] di [[Roma]].
 
==== Cava dei Servi ====
{{Vedi anche|Cava dei Servi}}
[[File:Cava dei servi 01.jpg|miniatura|Panorama di Cava dei Servi]]
Essa alterna pareti rocciose a strapiombo, a zone dall'andamento pianeggiante, a gole profonde invase dall'acqua del torrente (a regime permanente) [[Tellesimo]]: morfologia complessa e variegata che attribuisce alla zona particolare bellezza, grazie anche alla ricca vegetazione presente sui versanti e nel fondo valle. Si possono, infatti, ammirare boschi con lecci e querce, e tratti di Gariga<ref>C.I.R.S. Ragusa. Comune di Modica. ''La valle del Tellesimo'', volume di Speleologia Iblea n. 9, 2002.</ref>, tipica formazione discontinua di cespugli e piccoli arbusti, fra i quali predominante è il timo arbustivo (''Thymus capitatus''), che è quella essenza aromatica, cibo preferito delle api, le quali producono il più famoso miele ibleo, appunto il ''miele di timo''. Infine, presenti larghi tratti di macchia mediterranea. Nella parte iniziale, la Cava dei Servi (di Dio), diventata Parco forestale, si presenta ampia e di facile accesso. Lungo la cava scorre il torrente Tellesimo, un affluente del [[Tellaro (fiume)|Tellaro]], che forma ad un certo punto del suo corso il Gorgo della campana, un laghetto a forma circolare di cui non si è ancora riusciti a misurare la profondità. Questo torrente è uno dei più singolari della zona iblea: nasce in contrada [[San Giacomo Bellocozzo|Bellocozzo]] all'interno proprio della Cava dei Servi e termina dopo circa 15&nbsp;km confluendo nel fiume Tellaro, in territorio di [[Noto (Italia)|Noto]]. La cava lungo cui scorre il Tellesimo ha pareti a strapiombo traforate da parecchie grotte, e diventa, nella parte terminale, stretta e tortuosa, conservando così, grazie alla sua impervietà, un ecosistema ancora integro. Per quanto riguarda la fauna, oltre ad uccelli come falchi, poiane, beccacce e tortore, si possono incontrare volpi, martore, istrici e gatti selvatici. Cava dei Servi fu abitata dall'uomo fin dalla preistoria. Su una collina chiamata Cozzo Croce si trovano, infatti, alcune necropoli attribuibili all'[[età del bronzo]], con due monumenti funerari ([[dolmen]]) realizzati con lastroni infissi nel terreno e disposti circolarmente, oltre ad alcune tombe a grotticella e altre ad ''enchytrismòs'', queste ultime per il ritrovamento in esse di vasi o anfore contenenti tracce di ceneri, in riferimento alla usanza protostorica in questa parte di Sicilia di ricorrere a tale modalità di conservazione dei resti mortali dei defunti. Si chiama "Cava dei Servi" perché si dice che in passato qua venissero i Servi di Dio.
 
La Cava dei Servi alterna pareti rocciose a strapiombo, tratti pianeggianti e gole profonde percorse dal torrente [[Tellesimo]], a regime permanente. Questa morfologia complessa e variegata, unita alla ricca vegetazione dei versanti e del fondovalle, conferisce al luogo un fascino particolare. Si incontrano boschi di lecci e querce, tratti di gariga<ref>C.I.R.S. Ragusa, Comune di Modica, ‘‘La valle del Tellesimo’’, in ‘‘Speleologia Iblea’’, n. 9, 2002.</ref> – formazione discontinua di cespugli e arbusti dominata dal timo arbustivo, essenza aromatica prediletta dalle api per la produzione del rinomato miele di timo – e vaste aree di macchia mediterranea.
 
Nella parte iniziale, la cava, oggi Parco forestale, si presenta ampia e di facile accesso. Il torrente Tellesimo, affluente del [[Tellaro (fiume)|Tellaro]], lungo il suo corso forma il suggestivo Gorgo della Campana, laghetto circolare di profondità ignota. Il Tellesimo nasce in contrada [[San Giacomo Bellocozzo|Bellocozzo]], all’interno stesso della Cava dei Servi, e dopo circa {{M|15|u=km}} confluisce nel Tellaro, in territorio di [[Noto (Italia)|Noto]]. La valle che attraversa è segnata da pareti rocciose traforate da grotte e, nella parte terminale, si restringe in un percorso tortuoso e impervio, preservando così un ecosistema integro.
 
La fauna include falchi, poiane, beccacce e tortore, oltre a volpi, martore, istrici e gatti selvatici. L’area fu abitata sin dalla preistoria: sul vicino Cozzo Croce si trovano necropoli dell’[[età del bronzo]], con due dolmen costituiti da lastroni infissi a terra disposti in cerchio, tombe a grotticella e sepolture ad ''enchytrismòs'', contenenti anfore o vasi con ceneri, secondo un uso protostorico diffuso nella Sicilia sud-orientale. Il toponimo “Cava dei Servi” deriva dalla tradizione secondo cui in passato il luogo fosse frequentato dai [[Servo di Dio|Servi di Dio]].
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
==== Pre-Unità d'Italia ====
{|border=1 align=right
|+ Popolazione Storica di Modica<ref>{{Cita libro |autore=Domenico Ligresti |titolo=La contea di Modica (secoli XIV-XVII) |volume=II vol. |pagina=96}}</ref>
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| [[1852]] || align="right" | {{formatnum:29337}}
|}
==== Post-Unità d'Italia ====
{{Demografia/Modica}}
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
La popolazione straniera ufficialmente residente a Modica al 31 dicembre 2024 era di 2 341 persone, 1 194 maschi, 1 147 femmine<ref>{{Cita web|url=https://demo.istat.it/app/?l=it&a=2024&i=P03|titolo=Bilancio demografico popolazione straniera|sito=demo.istat.it|accesso=2025-09-13}}</ref>.
La popolazione straniera ufficialmente<ref>[http://demo.istat.it/str2014/index.html Numero e nazionalità degli stranieri residenti a Modica]</ref> residente a Modica al 31 dicembre [[2014]] era di {{formatnum:1742}} persone, 858 maschi, 884 femmine. Suddivisi per nazionalità di provenienza, contribuiscono maggiormente gli stranieri originari da: [[Marocco]] (444), [[Romania]] (298), [[Albania]] (249), [[Tunisia]] (189), [[Cina]] (82), [[Polonia]] (75), [[Ucraina]] (67), [[Bangladesh]] (41), [[Senegal]] (38), [[India]] (37), [[Venezuela]] (31), [[Germania]] (28), altri stati a seguire.
 
Modica è l'unica città in [[Sicilia]] ad avere promosso un progetto per rifugiati e richiedenti asilo politico, donne in gravidanza, sole o con minori.
 
[[File:Dialetti italiani meridionali estremi.jpg|miniatura|upright=0.9|Distribuzione del [[gruppo siciliano]].]]
 
=== Lingue e dialetti ===
{{Vedi anche|Lingua siciliana}}
 
[[File:Dialetti italiani meridionali estremi.svg|miniatura|upright=0.9|Distribuzione della [[lingua siciliana]] nel meridione d'Italia, 1977]]
 
Oltre alla [[Lingua italiana|lingua ufficiale italiana]], a Modica si parla la [[lingua siciliana]] nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle [[lingue romanze]] e classificato nel [[Gruppo siciliano|gruppo meridionale estremo]], deriva dalla posizione geografica dell'[[Isola di Sicilia|isola]], la cui centralità nel [[mar Mediterraneo]] ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea.
 
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==== Il tribunale ====
Modica fu scelta nel febbraio del [[1361]], in quanto capoluogo dell'omonima contea, come sede di un ''Tribunale di Gran Corte'', che aveva gli stessi poteri della Regia Gran Corte di Palermo; il re Federico IV d'Aragona conferì a Federico III Chiaramonte, Conte di Modica, la giurisdizione criminale amplissima tramite la concessione dell'esercizio del ''merum Imperium seu jurisdictionem criminalem''. Poi, [[Martino I di Sicilia|Martino I Re di Sicilia e di Spagna]], con Diploma di investitura del 20 giugno [[1392]], concedette a [[Bernardo Cabrera]] i tre gradi di giudizio (''concedimus merum et mixtum imperium, maximum medium et minimum tam civilem quam criminalem et cum appellationibus quibuscumque''<ref>{{Cita libro |autore=Giuseppe Barone |titolo=La contea di Modica, dalle origini al Cinquecento |pagina=10}}</ref>), corrispondenti a quelli esercitati dalle Corti di I grado e d'Assise, ''et cum appellationibus''<ref>{{Cita libro |autore=E. Sipione |titolo=Patronato di santi e controversie parrocchiali nella città di Modica |pagina=289, nota n. 21}}</ref>, cioè la giurisdizione civile e criminale propria delle Corti di Appello e della Corte di Cassazione.
[[File:Comandante ModicaScala.JPG|miniatura|Giovanni Modica Scala (1920-2003), comandante della locale Polizia Municipale dal 1948 al 1985, e in seguito storico e scrittore, al cui nome è stata intitolata un'arteria stradale.<ref>[http://www.comune.modica.gov.it/content/modica-inaugurazione-questa-mattina-dellarteria-%E2%80%9Cgiovanni-modica-scala%E2%80%9D-che-collega-la-ex-ss Comune Modica, intitolazione e inaugurazione via Giovanni Modica Scala] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141029174753/http://www.comune.modica.gov.it/content/modica-inaugurazione-questa-mattina-dellarteria-%E2%80%9Cgiovanni-modica-scala%E2%80%9D-che-collega-la-ex-ss |data=29 ottobre 2014}}</ref>]]
 
La Corte d'Assise, istituita nel [[1866]] nella riforma giudiziaria successiva all'Unità d'Italia, fu operativa a Modica fino al [[1905]]. Nel 1951, in seguito alla riforma dell'ordinamento relativo, fu istituita la Corte d'Assise di primo grado a Siracusa, tuttavia dal [[1963]] al [[1969]], la Corte ad anni alterni veniva convocata a Modica e Ragusa in sessione straordinaria; è rimasto solo il Tribunaletribunale civile e penale di I grado, al servizio dei comuni di Modica, Scicli, Ispica e Pozzallo. Alla presenza del Tribunale è associata la storica sede della Casacasa Circondarialecircondariale.
 
Dal 2014 viene dismessa la Casacasa Circondarialecircondariale di Piano del Gesù a Modica Alta, e nel 2015 il Tribunale.
 
==== L'antico Ospedale della Pietà e il Museo della Medicina ====
Il primo Ospedale, nel senso stretto del termine, a Modica fu, nel [[1600]], l'Ospedale della Pietà (o di Santa Maria della Pietà)<ref name="ReferenceC">{{Cita libro |autore=Giorgio Cavallo |titolo=L’Ospedale degli Onesti}}</ref>, nell'edificio della Commenda Gerosolimitana accanto alla chiesa di San Giovanni Battista, dei Cavalieri di Malta, dove era appunto la loro ''Sacra Domus Hospitalis'', ricovero per i pellegrini, sin dal 1391, come da lettera di [[Martino I di Sicilia|Re Martino di Spagna e di Sicilia]]. Tale Ospedale restò in attività fino agli anni settanta del secolo appena trascorso, essendo assurto nel frattempo a fama nazionale come ''Sifilocomio Campailla''. Le ''Botti del Campailla'' curarono i malati di lue celtica (sifilide) ininterrottamente dal [[1698]] fino all'avvento della penicillina, nel [[1943]]. Negli ultimi decenni di attività di tale ospedale, con il metodo delle Botti del Campailla vennero curate le malattie reumatiche e nevralgiche.
 
All'interno dell'ex Sifilocomio si conservano ancora<ref name="ReferenceC"/> le botti del Campailla nella loro originaria collocazione di fine Seicento, ed in questo locale è stato costituito una sorta di ''Museo della Medicina'', dove sono conservati tanti strumenti medici e chirurgici dell'Ottocento e del Novecento. Un'altra porzione di tale Museo si trova nei bassi dello stesso Palazzo Campailla, dove si conserva un prezioso Tavolo Anatomico (Settecento) su cui si esercitavano nelle dissezioni gli allievi della Scuola Medica Modicana<ref>{{Cita libro |autore=Autori varî |titolo=Tommaso Campailla e la Scuola Medica Modicana |pagina=123 |editore=IngegniCulturaModica |città=Modica |anno=2010}}</ref> (secoli XVII-XIX), famosa in tutta la Sicilia, e che ebbe fra i suoi figli più illustri il fondatore Diego Matarazzo (1642-1702), poi lo stesso [[Tommaso Campailla]], il clinico Gaspare Cannata (1718-1771, docente in ''medicina pratica'' all'[[Università di Palermo]]), per finire con Giovanni Michele Gallo (1729-1786) e con Pietro Polara (1768-1837), nominato nel [[1827]] Presidente della Commissione Centrale di vaccinazione di Palermo<ref>{{Cita libro |autore=A. Belgiorno |titolo=Memorie storiche e uomini illustri della Contea di Modica |pagina=144}}</ref>.
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La riforma regionale della rete ospedaliera ha previsto per l'Ospedale Maggiore di Modica: Cardiologia 12 posti letto ordinari + 2 in day hospital; Unità coronarica 4 posti letto; Chirurgia generale 16 + 2; Geriatria 18 + 2; Medicina 22 + 2; Nefrologia 16 + 2; Urologia 2 posti letto in day hospital; Oculistica 4 in day hospital; Ortopedia 16 + 2; Ostetricia e Ginecologia 12 + 2; Otorinolaringoiatria 3 in day hospital; Pediatria 7 + 1; Terapia intensiva 6 posti letto ordinari; Dialisi 12; Malattie infettive 12 + 2. Previsti, altresì, i servizi di Cardiologia, Laboratorio analisi, Farmacia, Medicina trasfusionale ed il Pronto soccorso. Il 20 settembre [[2010]] è stato aperto il reparto "Hospice", con 10 posti per malati terminali.
 
Dal 7 maggio 2022, l'Ospedale Maggiore di Modica è stato intitolato a "Nino Baglieri", un tetraplegico modicano che trasformò la sua sofferenza in un intenso cammino di fede, diventando simbolo di resilienza e speranza cristiana.<ref>{{Cita web|lingua=it-it|autore=Simone Digrandi|url=https://www.asp.rg.it/comunicati/2468-comunicato-n-61-nuova-intitolazione-dell-ospedale-di-modica-a-nino-baglieri.html#:~:text=Ragusa,%205%20maggio%202022%20-%20L,ha%20assicurato%20la%20sua%20presenza.|titolo=Comunicato n. 61 - Nuova intitolazione dell’ospedale di Modica a Nino Baglieri|sito=ASP Ragusa|data=2022-05-05|accesso=2025-01-20}}</ref>
 
=== Gli studi ===
Modica, che dal XV secolo circa fino agli anni trenta del XX era la quarta città della [[Sicilia]] per numero di abitanti e importanza politica, è stata economicamente e culturalmente vivace, anche grazie alla presenza di enti d'istruzione ecclesiastici e laici che l'hanno resa un notevole centro di studi.
 
I [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|Carmelitani]] e i [[Domenicani]] vi stabilirono degli ''[[studia]]'' nel [[XIV secolo|XIV]] e nel [[XV secolo]]. Già nel [[1549]] a Modica esisteva una [[scuola pubblica]], il cui insegnante veniva pagato dal Comune con 4 [[Oncia (moneta)|once]] annue. Nel [[1550]] i [[Francescani]] ''Minori Osservanti'', presenti a Modica dal [[1343]], insegnavano filosofia, teologia, latino e lettere umane, nel loro ''amplissimum studium philosophiae'', presso il [[Convento di Santa Maria del Gesù]], completato per la munificenza dei conti Anna e Federico Enriquez Cabrera. I [[Gesuiti]] vi fondarono<ref name="ReferenceA">{{Cita libro |autore=Giorgio Colombo |titolo=Collegium Mothycense degli Studi Secondari e Superiori}}</ref> nel [[1630]], su iniziativa della contessa [[Vittoria Colonna de Cabrera]] (che donò {{formatnum:12000}} [[ducati]] d'oro<ref name="ReferenceB">{{Cita libro |autore=Giorgio Cavallo |titolo=Gli studi universitari a Modica |pagina=p. 19, nota n. 15}}</ref>, da sommarsi ai {{formatnum:10000}} deliberati dal Consiglio cittadino) uno di quegli importanti collegi pubblici per cui furono giustamente famosi. Il Collegio Gesuitico concedeva Lauree<ref>Vincenzo Giardina. ''La Famiglia Grimaldi'', Modica, 1925, p. 22</ref>. in [[Teologia]], in Materie Umanistiche ([[Filosofia]], Retorica, Umane [[Letteratura|lettere]]) e [[Arti Liberali]] ([[Fisica]], [[Matematica]]) fino al [[1767]].<br />
 
Da una delibera inviata nel [[1832]] alla Commissione di Pubblica Istruzione di Palermo, in cui si chiedeva che si autorizzasse la ''riapertura'' delle ''cattedre di Leggi e di Medicina, abolite'' (con disposizione del [[1775]]) ''nei Collegi per doversi studiare nelle [[Università]]'', si deduce che fino al [[1767]] il Reale Collegio Gesuitico di Modica concesse anche i ''Diplomi di esercizio in tutte le professioni libere, di Avvocati, Medici, Notari, ecc. che divenivano esecutivi col visto del Governatore della Contea''<ref>{{Cita libro |autore=Vincenzo Giardina |titolo=La Famiglia Grimaldi |città=Modica |anno=1925 |pagina=p. 7, nota n. 2}}</ref>.
 
Dal [[1812]] al [[1860]] i [[Gesuiti]] tornarono ad insegnare<ref name="ReferenceA"/> le discipline che si studiano nelle [[istruzione secondaria|scuole secondarie]] superiori ([[diritto]], [[zoologia]], [[Arte|arti]], [[scienze]] e lettere). L'Istituto Tecnico "Archimede" fu, nel [[1866]], una delle prime scuole secondarie superiori statali ad essere fondate in [[Sicilia]], fra i primi cinque nel Regno d'Italia nel suo genere. Nel [[1889]], l'"Archimede" di Modica era l'unico [[Istituto Tecnico]] dell'intera [[provincia di Siracusa]] ed è l'istituzione scolastica con il più alto numero di iscritti dell'intera [[Provincia di Ragusa]].
 
Pochi anni dopo, nel [[1875]], il Ginnasio comunale circondariale (corrispondente alla [[Scuola media inferiore]] per i primi tre anni, poi al biennio del Liceo Classico), attivo, per decreto di stato prodittatoriale, fin dal [[1862]], fu trasformato in "[[Liceo Ginnasio]]" Comunale, divenuto infine nel [[1878]] "Regio Liceo Ginnasio" intitolato a [[Tommaso Campailla]].<br />
 
Il [[Liceo classico Tommaso Campailla|liceo classico "Tommaso Campailla"]] fu tra i primi venti licei italiani nati subito dopo l'Unità d'Italia, ed al rilevamento del [[1889]] contava più iscritti del [[Liceo Gargallo]] di Siracusa, fondato posteriormente.
 
=== Tradizioni e folclore ===
Oggi Modica presenta le seguenti istituzioni scolastiche ed universitarie:
[[File:maronnavasavasa2.jpg|miniatura|sinistra|La Madonna ''Vasa-Vasa'' incontra suo Figlio risorto|235x235px]]
* corso di laurea in Scienze del Governo e dell'Amministrazione del dipartimento di Scienze Politiche dell'[[Università degli Studi di Catania]] (fino al 2010);
* corso di laurea in "Economia Aziendale" del dipartimento di Economia e Commercio afferente al medesimo ateneo (fino al 2010);
* corso di laurea in Scienze Sociali del dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali dell’Università dell'[[Università di Messina]] (dal 1989), che subentrò all'iniziativa privata del gesuita P. Salvatore Scimè, che aveva fondato una "Scuola Superiore di Servizio Sociale", attiva nel ventennio precedente;
* [[Liceo classico Tommaso Campailla|Istituto d'istruzione superiore "G.Galilei/T.Campailla"]] (ad indirizzo classico, scientifico e artistico);
* Istituto Tecnico Commerciale per Ragionieri "Archimede" comprendente anche l'istituto Tecnico per Geometri: costruzioni, ambiente e territorio;
* Istituto Professionale per l'Agricoltura e l'Ambiente & per Servizi Alberghieri e Ristorazione "Principi Grimaldi";
* Istituto d'istruzione superiore "Giovanni Verga" (comprendente liceo musicale, liceo linguistico, liceo delle scienze umane, liceo economico-sociale, liceo coreutico, I.P.I.A. "Indirizzo Produzioni Industriali e Artigianali" - opzione "Arredi e forniture d'interni");
* Istituto scolastico paritario "Europa";
* Associazione Regionale C.I.O.F.S. Sicilia.
 
* '''Madonna Vasa-Vasa''': si svolge la mattina di [[Pasqua]] e, dal [[2016]], anche in edizione serale. Le sue origini risalgono almeno al [[1645]].<ref>Il mastro Pietro Baldanza, il 15/01/1645, chiede alla Corte del Patrimonio della contea l'esazione dalla gabella, in quanto esercente di un'arte rara, essendo «architetto e intagliatore di legnami oltre che ogni anno e nella festa della SS.ma Resurrezione nella processione che si suole fare in detto giorno fa una demonstrazione con la figura della Madonna con certo artificio di legnami che pare che la figura fosse viva et induce molta devotione…». {{Cita libro |autore=G. Raniolo |titolo=Introduzione alle consuetudini ed agli istituti della Contea di Modica |pagina=71 |volume=II vol.}}</ref> La processione rappresenta l’incontro tra la Madonna e il Cristo Risorto, reso unico a Modica dal simulacro della Vergine: una statua lignea mossa come un burattino dell’[[Opera dei Pupi|opera dei pupi siciliani]], capace di muovere le braccia, benedire e chinarsi a baciare il petto del Figlio. A mezzogiorno, tra ali di folla festante, spari di mortaretti e scampanio, la Madonna, non appena “scorge” in lontananza Gesù Risorto, viene liberata dal mantello nero del lutto, rivelando un vestito celeste. Nello stesso istante, dal basamento del simulacro si alzano in volo numerose colombe bianche, simbolo di gioia pasquale e di rinnovata speranza.
=== Geografia antropica ===
La città è divisa nei nuclei urbani storici di ''Modica Alta'' (intorno al Castello) e ''Modica Bassa'' (lungo i torrenti adesso coperti), cui si è aggiunto a partire dagli anni sessanta del secolo scorso il nuovo quartiere residenziale del ''Sacro Cuore'', denominato tradizionalmente ''Sorda''. Tale nome deriva dalla presenza nella zona (quando era ancora aperta campagna e distava circa 3 km dal centro abitato) di un'osteria, la cui proprietaria era, per l'appunto, [[sordità|sorda]]. Dal modo di dire in dialetto modicano "Andiamo alla/dalla sorda" per indicare il locale, si è così passati ad indicare il quartiere "Sorda" quando questo si è urbanizzato.
 
[[File:San Giorgio in Modica, Sicily.jpg|miniatura|Il simulacro di San Giorgio in mezzo alla folla festante|392x392px]]
==== Quartieri cittadini ====
 
[[File:Panorama Modica.jpg|miniatura|Panorama di Modica Bassa e Modica Alta.]]
* '''Festa di San Giorgio''': si celebra il 23 aprile se cade di domenica, altrimenti la prima domenica successiva (nel [[2011]], eccezionalmente, l’8 maggio). Il protagonista è il simulacro del Santo Cavaliere che uccide il drago, portato a spalla lungo le vie del centro storico tra grande partecipazione popolare. La festa culmina a tarda sera, quando il simulacro rientra nel Duomo di San Giorgio accompagnato da spettacolari fuochi d’artificio.
* '''Eurochocolate - ChocoBarocco - ChocoModica''': manifestazione dedicata al [[Cioccolato di Modica|cioccolato modicano]], che unisce degustazioni, tour guidati, mostre e convegni. L’evento, divenuto uno degli appuntamenti più attesi, celebra il tipico cioccolato a lavorazione “a freddo” insieme ad altre eccellenze dolciarie locali, offrendo al pubblico l’occasione di scoprire le tradizioni gastronomiche della città.
* '''Settimana Quasimodiana''': dal [[1996]], ogni anno, in occasione dell’anniversario della nascita (20 agosto) del poeta e premio Nobel [[Salvatore Quasimodo]], Modica ospita spettacoli, conferenze e letture pubbliche. A supporto delle iniziative opera il ''Parco Letterario Salvatore Quasimodo''<ref name="salvatore-quasimodo.it">{{Cita web |url=http://www.salvatore-quasimodo.it/parco.htm |titolo=Parco Letterario Salvatore Quasimodo |accesso=2021-12-02 |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722051818/http://www.salvatore-quasimodo.it/parco.htm |urlmorto=sì }}</ref>, che ha sedi anche a [[Roccalumera]], paese d’origine della famiglia, e a [[Messina]], città dove il poeta trascorse gli anni della formazione e degli studi.
 
== Cultura ==
=== Musei ===
*Museo civico archeologico "Franco Libero Belgiorno";<ref>{{Cita web|url=https://cultura.gov.it/luogo/museo-civico-f-l-belgiorno|titolo=Museo civico "F. L. Belgiorno"|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
*Pinacoteca di Palazzo Grimaldi;<ref>{{Cita web|url=https://www.balarm.it/eventi/il-palazzo-neorinascimentale-e-la-pinacoteca-coi-ritratti-visite-alla-fondazione-grimaldi-di-modica-90996|titolo="Il palazzo neorinascimentale e la pinacoteca coi ritratti": visite alla Fondazione Grimaldi di Modica|data=2018|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
*Museo Ornitologico Faunistico di Palazzo dei Mercedari;<ref>{{Cita web|url=https://www.videomediterraneo.it/notizie/attualita/modica-inaugurato-il-museo-ornitologico-a-palazzo-dei-mercedari/|titolo=Modica: inaugurato il Museo Ornitologico a Palazzo dei Mercedari|data=7 marzo 2022|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
*Muse neolitico;<ref>{{Cita web|url=https://www.paesionline.it/italia/musei-e-pinacoteche-modica/la-citta-nella-roccia-museo-del-neolitico-e-museo-visuo-tattile|titolo=La città nella Roccia: Museo del Neolitico e Museo visuo-tattile a Modica}}</ref>
*Museo del cioccolato;<ref>{{Cita web|url=https://www.scoprimodica.it/cosa-vedere/i-musei/museo-del-cioccolato/|titolo=Museo del Cioccolato}}</ref>
*Museo della Medicina “Sifilicomio Campailla";<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/musei/museo-tommaso-campailla|titolo=Museo della Medicina “Sifilicomio Campailla}}</ref>
*Museo del Mulino ad Acqua e Casa del Mugnaio<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/sicilia-musei-monumenti/mulino-ad-acqua-museo-in-grotte|titolo=Mulino ad Acqua Museo in Grotte}}</ref>
*Museo Ibleo delle Arti e Tradizioni Popolari "S. Guastella";<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/musei/museo-ibleo-delle-arti-e-tradizioni-popolari-modica|titolo=Museo Ibleo delle Arti e Tradizioni Popolari "S. Guastella"|data=28 maggio 2025|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
*Museo Internazionale della Pipa Amorelli;<ref>{{Cita web|url=https://www.lasicilia.it/cultura/a-modica-il-museo-della-pipa-in-esposizione-pipe-gioiello-1206522/|titolo=A Modica il Museo della Pipa: in esposizione pipe gioiello|data=6 marzo 2022|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
*Museo di Santa Maria di Betlem;<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/musei/museo-santa-maria-di-betlem|titolo=Museo Santa Maria di Betlem|data=25 febbraio 2024|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
*Museo della Memoria: Sicilia, 1943;<ref>{{Cita web|url=https://www.museionline.info/sicilia-musei-monumenti/museo-della-memoria-sicilia-1943|titolo=Museo della Memoria Sicilia 1943}}</ref>
*Museo Etnografico;<ref>{{Cita web|url=https://www.simoutique.com/murika-racconti-di-pietra/|titolo=Mùrika, Racconti di pietra}}</ref>
*Casa-museo di [[Tommaso Campailla]];<ref>{{Cita web|url=https://tourletterarioibleo.it/listing/casa-natale-tommaso-campailla/|titolo=Casa natale Tommaso Campailla|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
*Casa-museo di [[Salvatore Quasimodo]].<ref>{{Cita web|url=https://www.casaquasimodo.it/|titolo=Casa Quasimodo – Museo Casa natale Salvatore Quasimodo|accesso=18 agosto 2025}}</ref>
 
== Geografia antropica ==
=== Urbanistica ===
Come altri centri del [[Val di Noto]], Modica presenta un impianto urbano modellato dalla morfologia del territorio e da secoli di [[antropizzazione]]. Nel centro storico molte abitazioni sono ricavate dall’ampliamento di antiche grotte, abitate fin dall’[[età preistorica]]: ne sono state censite circa 700, comprese quelle inglobate in edifici successivi. In pieno centro si trova la [[necropoli]] del Quartiriccio, nel quartiere Vignazza, con tombe a forno scavate nella roccia e databili al 2200 a.C.
 
Il tessuto urbano si sviluppa lungo i fianchi delle due vallate e sui pianori delle colline, con un reticolo di vicoli, case e scalinate che richiama l’impianto medievale e si concentra intorno allo sperone del Pizzo, sede del castello. Le chiese sono generalmente collocate su scenografiche scalinate adattate al pendio, piuttosto che su piazze pianeggianti.
 
=== Suddivisioni amministrative ===
Il centro abitato è tradizionalmente suddiviso in due nuclei storici: Modica Alta, sviluppatasi intorno al [[Castello di Modica|Castello dei Conti]], e Modica Bassa, sorta lungo il tracciato dei torrenti oggi coperti. A partire dagli anni sessanta del XX secolo si è aggiunto il quartiere residenziale del Sacro Cuore, comunemente denominato ‘‘Sorda’’. Il toponimo deriva da un’osteria presente nella zona quando questa era ancora in aperta campagna, a circa {{M|3|u=km}} dal centro cittadino, gestita da una donna affetta da [[sordità]]. L’espressione dialettale «andare dalla sorda» passò a indicare l’area, divenuta successivamente il moderno quartiere.
 
==== Quartieri ====
[[File:Panorama Modica.jpg|miniatura|Panorama di Modica]]
{{div col|cols=4}}
* Piano Gesù o Carcere
* Consolo
* San Giovanni (quartiere storico)
* Santa Teresa o Pianta (quartiere storico)
* Castello (quartiere storico)
* San Giorgio (quartiere storico)
* Francavilla o Costa (quartiere storico)
* Porta d'Anselmod’Anselmo (quartiere storico)
* Vignazza o Malvaxia (quartiere storico)
*Sant’Andrea
* Sant'Andrea
* Santa Maria
* Fontana
* Casale (quartiere storico)
* Corpo di Terra (quartiere storico)
* Cartellone (quartiere storico)
* San Francesco alla cavaCava
* Santissimo Salvatore (quartiere storico)
*Sant’Anna
* Sant'Anna
* Cappuccini
* Dente (quartiere d'orienteorientale)
* Idria
* Madonna delle Grazie
* Fiumara
* Tirella
* Serrameta
* San Giuliano
* Caitina
* Treppiedi
* Rocciola
* Sacro Cuore
* Michelica
*Sant’Elena
*Trebbalate
*Pietre Nere
*Serrapero
{{div col end}}
 
==== Frazioni e contrade ====
[[File:Spiaggia di Marina di Modica.JPG|miniatura|Spiaggia di Marina di Modica]]
* Balata di Modica: frazione rurale situata lungo la strada tra Frigintini e [[San Giacomo (Ragusa)|San Giacomo]]
*Balata di Modica – frazione rurale situata lungo la strada fra Frigintini e [[San Giacomo (Ragusa)|San Giacomo]].
* [[Cava Ispica]]: oltre ad essere rinomato sito archeologico, è una contrada rurale a metà strada fra Modica e Rosolini.
*[[Cava Ispica]] – contrada rurale e sito archeologico, a metà strada tra Modica e Rosolini.
* [[Frigintini]]: frazione rurale dell'altopiano, a {{M|11|ul=km}} dal centro storico (circa 5.000 abitanti). Fu acquisita nel 1950 da Noto.
*[[Frigintini]] – frazione rurale dell’altopiano, a {{M|11|ul=km}} dal centro storico, con circa {{formatnum:5000}} abitanti. Fu acquisita nel 1950 dal comune di Noto.
* Maganuco: frazione e località balneare, situata fra [[Pozzallo]] e Marina di Modica.
*Maganuco [[Marina di Modica]]: frazione e località balneare, asituata 20&nbsp;kmtra circa[[Pozzallo]] dale centro storicoMarina di Modica.
*[[Marina di Modica]] – frazione e località balneare, a circa {{M|20|u=km}} dal centro storico.
* Pisciotto: contrada costiera situata a metà tra la frazione di Sampieri del Comune di [[Scicli]] e Marina di Modica.
*Pisciotto Zappulla: frazionecontrada rurale,costiera asituata metàtra stradala frafrazione Modicadi [[Sampieri]] ([[Scicli]]) e Marina di Modica.
*Zappulla – frazione rurale posta tra Modica e Marina di Modica.
 
== Economia ==
[[File:Ceratonia siliqua MHNT.BOT.2011.3.89.jpg|miniatura|[[Ceratonia siliqua|Carrubbe]]]]
 
=== Agricoltura, zootecnia, artigianato, edilizia ===
L’economia di Modica si fonda storicamente sull’agricoltura, sull’artigianato e sull’edilizia, settori che hanno garantito continuità produttiva e occupazionale. Tra le colture più diffuse spiccano il carrubo, l’ulivo e il grano, ai quali si lega una fitta presenza di oleifici, mulini e mangimifici, questi ultimi connessi sia alle attività agricole che all’allevamento.
L'economia della città trova la sua forza nell'agricoltura, l'artigianato e l'edilizia. Rilevante è la coltivazione del [[Ceratonea siliqua|carrubo]], dell'[[Olea europaea|ulivo]] e del [[triticum|grano]], da cui una buona presenza di oleifici e mulini, oltreché di mangimifici, questi ultimi legati sia all'attività agricola che agli allevamenti. Il vasto territorio comunale, per quanto riguarda l'ulivo, è suddiviso in 3 (Frigintini, Valle del Tellaro, Valle dell'Irminio) delle 8 sottozone in cui avviene la produzione delle olive che danno origine all'[[Monti Iblei (olio)|olio DOP Monti Iblei]]. Discreta anche la produzione della fava cottoia modicana, di miele ibleo e di mais, quest'ultimo per il ciclo locale dell'allevamento. La consistenza dell'allevamento bovino conta, sulla base dei dati della banca dati dell'Anagrafe zootecnica nazionale, di circa 22.000-23.000 capi ripartiti in circa 570 allevamenti (dati riferiti al 31/12/2017). L'orientamento produttivo di tali capi è prevalentemente lattifero con la razza frisona italiana in testa, seguita dalla bruna italiana e dalla pezzata rossa. Tuttavia, è presente anche un numero rilevante di allevamenti della linea vacca-vitello, mentre gli allevamenti solamente da ingrasso sono meno diffusi. L'estrazione e la lavorazione della pietra (famosa e molto usata in [[Sicilia]] la ''pietra bianca di Modica''), il commercio ed il turismo, sono altre voci importanti. Negli ultimi 15 anni ha avuto una grande espansione il ''Polo Commerciale'', nella zona nuova della città, che calamita gli acquisti del vasto territorio di Sud-Est siciliano, comprendente tutta la provincia iblea e la parte più a sud di quella di Siracusa. Nel campo dell'allevamento riveste particolare importanza il polo avicolo modicano, nato negli anni sessanta, e secondo in Italia solo al polo avicolo romagnolo per produttività e fatturato: il territorio di Modica produce circa un terzo del fabbisogno di uova della [[Sicilia]], {{formatnum:800000}} uova al giorno da parte di un milione di galline ovaiole, e copre un'importante quota del mercato italiano delle carni di pollo, con otto milioni di polli macellati in un anno. Tale indotto dà lavoro a circa {{formatnum:2000}} addetti<ref>{{Cita web |url=http://www.corrierediragusa.it/articoli/economia/modica/9982-venti-aziende-avicole-hanno-dato-vita-al-consorzio-avicolo-ibleo-per-il-decollo-del-settore.html |titolo=Il Consorzio Avicolo Ibleo |accesso=1 agosto 2010 |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722031000/http://www.corrierediragusa.it/articoli/economia/modica/9982-venti-aziende-avicole-hanno-dato-vita-al-consorzio-avicolo-ibleo-per-il-decollo-del-settore.html |urlmorto=sì }}</ref>. Viene allevata l'antica razza bovina modicana, di millenaria origine africana<ref>{{cita web |url=http://www.rivistadiagraria.org/riviste/vedi.php?news_id=210&cat_id=72 |titolo=Origini della razza bovina modicana}}</ref> (come dimostrano studi genetici), e che alimenta una produzione lattiero-casearia con ricotta, formaggi freschi e caciocavallo. Copre abbondantemente il mercato locale l'allevamento di suini. La caratteristica [[cioccolato di Modica|cioccolata]] artigianale ha una produzione annua di {{M|20|ul=t}}. Modica fa parte delle Associazioni Nazionali delle Città dei Sapori, oltre che delle Città del Pane, dell'Olio e del Gelato. Sono presenti due torrefazioni di caffè.
 
Il vasto territorio comunale comprende tre sottozone (Frigintini, Valle del Tellaro, Valle dell’Irminio) fra le otto previste per la produzione dell’olio DOP Monti Iblei. Rilevante anche la produzione di fava cottoia modicana, di miele ibleo e di mais, destinato in gran parte al ciclo locale dell’allevamento.
 
La zootecnia è un altro pilastro dell’economia: secondo i dati della banca dati dell’Anagrafe zootecnica nazionale, al 31 dicembre 2017 si contavano circa 22.000-23.000 capi bovini distribuiti in 570 allevamenti. La produzione è soprattutto lattifera, con prevalenza della razza frisona italiana, seguita dalla bruna italiana e dalla pezzata rossa; non mancano tuttavia allevamenti orientati alla linea vacca-vitello, mentre quelli da ingrasso risultano meno diffusi. Degno di nota è l’allevamento della razza bovina modicana, di origine millenaria africana<ref>{{cita web |url=http://www.rivistadiagraria.org/riviste/vedi.php?news_id=210&cat_id=72 |titolo=Origini della razza bovina modicana}}</ref>, che alimenta una qualificata produzione lattiero-casearia di ricotta, formaggi freschi e caciocavallo. È ampiamente praticato anche l’allevamento suino.
 
Un settore di assoluto rilievo è quello avicolo: sorto negli anni Sessanta, costituisce oggi uno dei poli produttivi più importanti d’Italia, secondo solo a quello romagnolo per volumi e fatturato. Il comparto modicano produce circa un terzo del fabbisogno siciliano di uova (circa 800.000 al giorno da parte di un milione di galline ovaiole) e garantisce un notevole apporto anche al mercato nazionale delle carni di pollo, con oltre otto milioni di capi macellati l’anno. L’indotto impiega circa 2.000 addetti<ref>{{Cita web |url=http://www.corrierediragusa.it/articoli/economia/modica/9982-venti-aziende-avicole-hanno-dato-vita-al-consorzio-avicolo-ibleo-per-il-decollo-del-settore.html |titolo=Il Consorzio Avicolo Ibleo |accesso=1 agosto 2010 |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722031000/http://www.corrierediragusa.it/articoli/economia/modica/9982-venti-aziende-avicole-hanno-dato-vita-al-consorzio-avicolo-ibleo-per-il-decollo-del-settore.html |urlmorto=sì }}</ref>.
 
Accanto a ciò, ha un ruolo rilevante l’estrazione e lavorazione della pietra, in particolare della celebre pietra bianca di Modica, ampiamente utilizzata in edilizia in tutta la Sicilia. Negli ultimi quindici anni si è inoltre affermato il Polo Commerciale nella zona nuova della città, punto di riferimento per l’intera Sicilia sud-orientale, capace di attrarre acquirenti dalla provincia di Ragusa e dal settore meridionale di quella di Siracusa.
 
Infine, meritano menzione le produzioni artigianali tipiche: in primo luogo la cioccolata di Modica, lavorata con metodo tradizionale, che raggiunge una produzione annua di circa 20 tonnellate. La città aderisce a diverse reti nazionali di promozione gastronomica, tra cui le Città dei Sapori, le Città del Pane, le Città dell’Olio e le Città del Gelato. Completano il quadro due torrefazioni di caffè attive sul territorio.
 
=== Razza bovina modicana ===
La [[modicana (razza bovina)|razza bovina modicana]], detta anche "a manto rosso", è considerata la più antica razza autoctona siciliana. È caratterizzata<ref>{{cita web |url=http://www.agraria.org/razzebovineminori/modicana.htm |titolo=Caratteristiche della razza bovina modicana}}</ref> da forme armoniose, corna incurvate a lira, mantello fine e lucente, nonché da uno sguardo particolarmente vivace.
Famosissima è la [[modicana (razza bovina)|razza modicana]] "a manto rosso", caratterizzata<ref>{{cita web |url=http://www.agraria.org/razzebovineminori/modicana.htm |titolo=Caratteristiche della razza bovina modicana}}</ref> dalla bellezza delle forme, dalla incurvatura a lira delle corna, dalla finezza e dalla lucentezza del mantello e dalla vivacità dell'occhio. La razza bovina modicana è la più antica razza autoctona siciliana, di probabilissima origine africana, avendo gli studiosi riscontrato moltissime analogie nel DNA di razze bovine presenti in Egitto. La presenza nella zona iblea è testimoniata anche dalla raffigurazione, scoperta di recente, di una vacca rossa modicana nei mosaici policromi, risalenti al V secolo dopo Cristo, venuti alla luce nella ''Villa Romana del Tellaro'', nelle campagne di [[Noto (Italia)|Noto]] (SR), a pochi km da Modica.<ref>Pagina 19 del quotidiano "La Sicilia" di Catania, del 26 ottobre 2007.</ref>. Abituata da millenni al pascolo brado, la razza modicana è nota anche per la sua frugalità, per la notevole resistenza fisica e per l'indole socievole. Le sue carni sono apprezzate in tutta la Sicilia, mentre il latte è di ottima qualità, seppure la produzione lattiera per capo è molto inferiore a quella delle razze appositamente selezionate e alimentate a questo scopo. Il mantello della Modicana è di colore uniforme rosso scuro, con sfumature dal nero dei tori al fromentino chiaro delle vacche. Sfumature nere specie nella parte anteriore e sulla fascia esterna delle cosce. Fiocco della coda nero. Il maschio presenta un mantello più scuro. La produzione di latte è di circa 18/22&nbsp;kg al giorno, con una percentuale di grasso di circa il 4%. Il suo patrimonio genetico è conservato presso varie Università ed Istituti italiani, che ne fanno oggetto di studi, tesi al rilancio del suo allevamento nelle zone climatiche storicamente più consone alle sue caratteristiche, come l'intero territorio siciliano, e nell'ultimo secolo la Sardegna. Proprio in questa regione con un incrocio genetico mirato è stata selezionata la razza Modicano-Sarda, grazie all'iniziativa di due allevatori sardi che nel [[1870]] trasferirono nella propria regione due tori di razza modicana, che incrociarono con mucche locali, per ottenere una razza ibrida, ma molto conveniente come resa economica, in rapporto ai ridotti costi di allevamento.
 
Le origini della razza sono probabilmente africane, come dimostrano le molte analogie riscontrate dagli studiosi nel DNA con bovini allevati in Egitto. La sua presenza nell’area iblea è attestata anche da una raffigurazione musiva di una vacca rossa modicana, risalente al V secolo d.C., rinvenuta nei mosaici policromi della Villa Romana del Tellaro, nelle campagne di [[Noto (Italia)|Noto]], a pochi chilometri da Modica<ref>aPagina 19 del quotidiano "La Sicilia", Catania, 26 ottobre 2007.</ref>.
 
Da millenni abituata al pascolo brado, la modicana è nota per la sua frugalità, la resistenza fisica e l’indole socievole. Le carni risultano molto apprezzate in tutta la Sicilia, mentre il latte, pur di eccellente qualità, ha una resa quantitativa inferiore rispetto a quella delle razze selezionate esclusivamente a fini lattiferi.
 
Il mantello è generalmente rosso scuro uniforme, con variazioni che vanno dal nero tipico dei tori al fromentino chiaro delle vacche. Non mancano sfumature nere, soprattutto nella parte anteriore del corpo e lungo la fascia esterna delle cosce, mentre il fiocco della coda è nero; nei maschi il colore tende a essere più scuro. La produzione media di latte è di circa 18-22 kg al giorno, con un contenuto in grasso intorno al 4%.
 
Il patrimonio genetico della razza è oggi conservato presso vari istituti e università italiane, che lo studiano in vista di un rilancio dell’allevamento, nelle aree climatiche più adatte come la Sicilia e, dall’ultimo secolo, anche la Sardegna. Proprio in quest’isola, nel 1870, due allevatori introdussero due tori modicani, che vennero incrociati con vacche locali, dando origine alla razza Modicano-Sarda, ibrida ma particolarmente redditizia per il favorevole rapporto tra resa economica e costi di allevamento.
 
=== Il cioccolato modicano ===
{{vedi anche|Cioccolato di Modica}}
[[File:CioccolatoModicano2012-10.jpg|thumb|Il cioccolato di Modica, prodotto con tecniche di lavorazione simili a quelle dell'antico ''[[Xocoatl|xocoātl]]'' [[Aztechi|azteco]]]]
Tipica produzione della città è la famosa ''[[Cioccolato di Modica|ciucculatta]]'', prodottarealizzata seguendosecondo un'anticaun’antica ricettatecnica di derivazione azteca, dagiunta cuia Modica derivaattraverso la ricettatradizione modicanaspagnola. La lavorazione è, rigorosamente artigianale e a bassa temperatura, cosa che impedisce la perdita o l'alterazione organolettical’alterazione delle componenti organolettiche del cacao. Inoltre: la pasta di cacao non arrivasi a fondersifonde con lo zucchero (lavorazione a crudo), dando sostanzaorigine ada una cioccolata fondente, leggermentea granulosagrana grossa, senza aggiunta di grassi vegetali aggiunti,e nonresistente soggettaal acalore liquefarsiestivo. fraCaratteristica lepeculiare maniè allela temperaturepossibilità estive,di ed in cui è possibiledistinguere al gusto distinguere nettamente i tre elementiingredienti cheessenziali la compongono: cacao, zucchero e spezie (nella ricetta tradizionale, latradizionalmente cannella o la vaniglia). Conquistato dall'originalità e dal gusto della cioccolata modicana, così di essa scriveva [[Leonardo Sciascia]]: «Altro richiamo, per restare alla gola, è quello del cioccolato di Modica e quello di Alicante (e non so se di altri paesi spagnoli): un cioccolato fondente di due tipi - alla vaniglia, alla cannella - da mangiare in tocchi o da sciogliere in tazza: di inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all'Archetipo, all'assoluto, che il cioccolato altrove prodotto - sia pure il più celebrato - ne sia l'adulterazione, la corruzione». Nel 2018 il cioccolato di Modica ha ottenuto dall'Unione europea il riconoscimento di [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|Indicazione geografica protetta]] (IGP).
 
A celebrare l’originalità di questa produzione fu anche [[Leonardo Sciascia]], che la paragonò al cioccolato spagnolo di Alicante, definendola «di inarrivabile sapore», un vero e proprio archetipo rispetto al quale ogni altro cioccolato appariva come «adulterazione» o «corruzione».
 
Nel 2018 il cioccolato di Modica ha ottenuto dall’Unione europea il riconoscimento di [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|Indicazione geografica protetta]] (IGP), consacrandone definitivamente la fama internazionale.
 
=== Turismo ===
Il turismo a Modica è in forte crescita, favorito anche grazie all'inserimentodall’inserimento di alcuni importantidei monumentisuoi inpiù stileimportanti tardomonumenti baroccotardo-barocchi nella Lista deidel BeniPatrimonio dell'Umanitàdell’Umanità da parte dell'dell’[[UNESCO]]<ref>Uno dei più importanti [http://www.viaggiandofacile.it/2011/09/13/hotels-com-un-agosto-targato-sicilia-terrasini-trapani-e-modica-sono-state-tra-le-mete-piu-gettonate-questestate siti mondiali per prenotazioni turistiche] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120504032659/http://www.viaggiandofacile.it/2011/09/13/hotels-com-un-agosto-targato-sicilia-terrasini-trapani-e-modica-sono-state-tra-le-mete-piu-gettonate-questestate/ |data=4 maggio 2012}} Haha segnalato un incremento delle ricerche per il mese di agosto rispetto all'annoall’anno precedente del 461%.</ref>. ''L'architetturaLa opulentacittà deiè palazzistata edescritta delledalla chiese.rivista LeDove decorazionicome allegoriche dei balconi e delle facciate. L'urbanistica folle. La città è un'un’«oasi colta e felice che seduce a prima vista,» grazie anchealla alloricchezza stiledelle di vita rilassato'' (tratto dalla rivista "Dove"). La frazione balneare di [[Marina di Modica]] è indicataarchitetture, per il [[2015]], con due vele nella [[Guida Blu]] edita da [[Legambiente]] e dal [[Touring Club Italiano]]<ref>{{cita web |url=http://www.legambiente.it/guida-blu/2015 |titolo=Guida Blu |anno=2015 |accesso=2021-12-02}}</ref>. Notevolissimo il contributo per il turismo cosiddetto "culturale" è venuto, oltre che dall'UNESCO e dal caratteristico [[Cioccolato modicano]] esportato in tutto il mondo, anche dal fatto che la città è divenuta uno degli scenari preferiti della nota serie televisiva de ''[[Il commissario Montalbano]]'', tratta dai romanzi di [[Andrea Camilleri]], e con attore protagonista [[Luca Zingaretti]]. Il trend di crescita del turismo ha avuto una notevole spinta dal successo della manifestazione ''Eurochocolate'' che, come detto prima, si svolge ogni anno, e attrae turisti e curiosi provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo. La versione modicana, ''Chocobarocco'', della kermesse perugina, è dedicata alle produzionidecorazioni artigianali del cioccolato, e ha fatto stabilmente inserire la cittàallegoriche di Modica nei circuiti del turismo cosiddetto ''enogastronomico''. Il successo dei percorsi enogastronomici ed il riconoscimento dell'UNESCO hanno, inoltre, generato un boom della domanda immobiliare da parte di toscani, campani, romanibalconi e milanesi, ma anche di gruppi stranieri, inglesifacciate e francesi,all’originalità (ma anche scandinavi e russi), che hanno deciso di fare delle coste del modicano, e della zona iblea in generale, le loro coste, e dei bagli delle nostre campagne, le loro masserie o i loro bed & breakfast. A Marina di Modica è presente un'[[aviosuperficie]]<ref>{{cita web|url=http://www.ulm.it/hangar/campi/scheda1.htm?chiave=267&condizione=regione&sel_ordine=nome+asc&valore=sicilia|titolo=Sito Aviazione Leggera On Line}}</ref> con pista di oltre 600m in terra battuta<ref>{{Cita web |url=http://195.103.234.163/Applicazioni/avioeli/Avio_04.asp?selaeroporto=410 |titolo=Sito dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile |accesso=23 giugno 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110529142524/http://195.103.234.163/Applicazioni/avioeli/Avio_04.asp?selaeroporto=410 |dataarchivio=29 maggio 2011 |urlmorto=sì}}</ref> disponibile per tutti gli amanti deldell’impianto volourbanistico.
 
La frazione balneare di [[Marina di Modica]] ha ottenuto nel [[2015]] il riconoscimento di due vele nella [[Guida Blu]] di [[Legambiente]] e del [[Touring Club Italiano]]<ref>{{cita web |url=http://www.legambiente.it/guida-blu/2015 |titolo=Guida Blu |anno=2015 |accesso=2021-12-02}}</ref>.
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:maronnavasavasa2.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.1|Madonna Vasa-Vasa]]
 
Un contributo decisivo al cosiddetto turismo culturale è giunto, oltre che dal riconoscimento UNESCO e dalla notorietà internazionale del [[cioccolato di Modica]], dal fatto che la città è stata scelta come set della serie televisiva [[Il commissario Montalbano]], tratta dai romanzi di [[Andrea Camilleri]] e interpretata da [[Luca Zingaretti]]. La visibilità garantita dalla fiction ha determinato un forte incremento dei flussi turistici.
* '''Madonna Vasa-Vasa''': si svolge nella mattinata di Pasqua. Risalente almeno<ref>Un mastro Pietro Baldanza, il 15/01/1645, chiede alla Corte del Patrimonio della contea l'esazione dalla gabella, in quanto esercente di un'arte rara, essendo «architetto e intagliatore di legnami oltre che ogni anno e nella festa della SS.ma Resurrezione nella processione che si suole fare in detto giorno fa una demonstrazione con la figura della Madonna con certo artificio di legnami che pare che la figura fosse viva et induce molta devotione…». {{Cita libro |autore=G. Raniolo |titolo=Introduzione alle consuetudini ed agli istituti della Contea di Modica |pagina=71 |volume=II vol.}}</ref> al [[1645]], rappresenta l'incontro fra la Madonna ed il Cristo Risorto, reso caratteristico ed emozionante in questa versione modicana dal fatto che il simulacro di Maria, in pratica un burattino in legno sul tipo dei [[Opera dei Pupi|pupi Siciliani]], muove le braccia, impartisce benedizioni e si china a baciare il petto del figlio risorto. A mezzogiorno in punto, fra ali di folla acclamanti, spari di bombe e campane a festa, alla Madonna, non appena "scorge" in lontananza Gesù Risorto, viene fatto cadere il manto nero che la ricopre, lasciando così scoperto il suo vestito azzurro; contemporaneamente vengono liberate in volo una decina di colombe bianche, nascoste in precedenza nel basamento del simulacro della Madonna.
 
* '''Festa del Patrono San Giorgio''', il 23 aprile se cade di domenica, oppure la prima domenica successiva alla data (nel [[2011]] eccezionalmente i festeggiamenti hanno avuto luogo l'8 di maggio): il simulacro raffigurante il Santo Cavaliere che uccide il drago, viene portato a spalle lungo tutto il centro storico della città, prima a Modica Alta, poi a Modica Bassa, a partire dal primo pomeriggio, per finire con i ''giri'' festanti all'interno del Duomo dalle 23:00 circa.
A ciò si aggiunge il successo di Eurochocolate, che a Modica assume il nome di Chocobarocco e che, incentrata sulle produzioni artigianali del cioccolato, ha stabilmente inserito la città nei circuiti del turismo enogastronomico.
* '''Eurochocolate - ChocoBarocco - ChocoModica''': l'evento rappresenta l'occasione giusta per visitare la città partecipando a tour guidati e per degustare tutte le specialità dolciarie locali. In occasione della Kermesse del cioccolato di Modica si svolgono una serie di convegni ed eventi incentrati sul cacao, sulla tipica [[cioccolato modicano|cioccolata]] modicana e sui prodotti dolciari per i quali Modica è rinomata.
 
* '''Settimana Quasimodiana''': puntualmente dal [[1996]] si tengono varie rappresentazioni culturali che ricordano, nell'anniversario della sua nascita (20 agosto), il poeta [[Salvatore Quasimodo]], che a Modica appunto venne alla luce. A Modica opera il ''Parco Letterario Salvatore Quasimodo''<ref name="salvatore-quasimodo.it">{{Cita web |url=http://www.salvatore-quasimodo.it/parco.htm |titolo=Parco Letterario Salvatore Quasimodo |accesso=2021-12-02 |dataarchivio=22 luglio 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722051818/http://www.salvatore-quasimodo.it/parco.htm |urlmorto=sì }}</ref>, che ha sedi pure a [[Roccalumera]], paese d'origine della famiglia, e a Messina, dove il poeta trascorse buona parte dell'adolescenza, e dove intraprese gli studi superiori.
Il boom di interesse culturale ed enogastronomico, unito alla valorizzazione del patrimonio architettonico, ha determinato anche una significativa crescita della domanda immobiliare, con l’acquisto di residenze e masserie da parte di famiglie e gruppi provenienti da varie regioni italiane (Toscana, Campania, Lazio, Lombardia) e da Paesi esteri, in particolare Regno Unito, Francia, Scandinavia e Russia.
* '''Sagra del carrubo''', a Frigintini in settembre o ottobre: si degustano tutte le specialità a base di carrube: lolli (cavatelli cotti in sciroppo di carrube e ricoperti con mandorla tritata abbrustolita), gelo, biscotti e caramelle.
 
* '''Presepe Vivente''': durante le festività di Natale, un Presepe Vivente viene rappresentato lungo i vicoletti e le scalinate di uno degli antichi quartieri del centro storico della città, oppure, a volte, fuori città, nella zona archeologica di [[Cava Ispica]], nella suggestiva ambientazione delle grotte scavate dall'uomo nel corso dei secoli. L'edizione [[2007]] è stata ambientata nei bassi e negli anfratti rocciosi su cui poggiano i resti del Castello dei Conti. L'edizione [[2009]] si è svolta nel caratteristico parco urbano di San Giuseppe ''Timpuni''.
A Marina di Modica è inoltre attiva un’[[aviosuperficie]]<ref>{{cita web|url=http://www.ulm.it/hangar/campi/scheda1.htm?chiave=267&condizione=regione&sel_ordine=nome+asc&valore=sicilia|titolo=Sito Aviazione Leggera On Line}}, con pista in terra battuta di oltre 600 metri{{Cita web |url=http://195.103.234.163/Applicazioni/avioeli/Avio_04.asp?selaeroporto=410 |titolo=Sito dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile |accesso=23 giugno 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110529142524/http://195.103.234.163/Applicazioni/avioeli/Avio_04.asp?selaeroporto=410 |dataarchivio=29 maggio 2011 |urlmorto=sì}}</ref>, a disposizione degli appassionati di volo turistico.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
[[File:La galleria Mandriavecchia in direzione Modica.jpg|miniatura|Autostrada A18 Siracusa - Gela verso Modica]]
In automobile Modica è raggiungibile da Catania percorrendo l'[[autostrada Catania-Siracusa]], che prosegue con la [[Autostrada A18 Siracusa-Gela|A18 Siracusa-Modica]]. Altro percorso è quello della [[Strada statale 194 Ragusana]], che da Catania va verso Ragusa, immettendosi poi senza soluzione di continuità sulla Statale 514 e sulla Statale 115, direttamente fino all'uscita per Modica. La Statale 115 garantisce i collegamenti con le città della Provincia di Siracusa da una parte, e sull'altro versante con Gela, Agrigento, fino a Trapani, e le relative Province. Inoltre la SS 115 collega Modica con i comuni limitrofi di Ragusa, Comiso e Vittoria nel versante occidentale, e con i comuni, confinanti, di Ispica, Rosolini e Noto nel versante orientale. Strade provinciali collegano Modica con i comuni di Scicli, Pozzallo e Giarratana, e con le frazioni di Marina di Modica e di Sampieri (Scicli). Nei pressi della città, lungo la SS 115, si trova il [[Ponte Guerrieri|viadotto Guerrieri]], che per alcuni anni ebbe il primato di ponte stradale più alto d'Europa.
Modica è servita dall'[[Autostrada A18 Siracusa-Gela|autostrada A18 Siracusa - Gela]]<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.regione.sicilia.it/la-regione-informa/autostrada-a18-schifani-inaugura-nuovo-tratto-ispicapozzallo-modica-traguardo-importante|titolo=Autostrada A18, Schifani inaugura il nuovo tratto Ispica/Pozzallo-Modica: «Traguardo importante»|sito=www.regione.sicilia.it|data=2023-07-12|accesso=2025-01-14}}</ref> e dalla [[strada statale 115 Sud Occidentale Sicula]], che garantisce i collegamenti con le città dei liberi consorzi comunali di Siracusa e Gela. Strade provinciali collegano Modica con i comuni di Scicli, Pozzallo e Giarratana, e con le frazioni di Marina di Modica e di Sampieri (Scicli). Nei pressi della città, lungo la SS 115, si trova il [[Ponte Guerrieri|viadotto Guerrieri]], che per alcuni anni ebbe il primato di ponte stradale più alto d'Europa.
 
=== Trasporto pubblico ===
Dal 2024, il trasporto pubblico di Modica è gestito dalla società privata siciliana [[SAIS Autolinee]], che garantisce collegamenti urbani tra le diverse parti della città.
 
=== Ferrovie ===
{{Vedi anche|Stazione di Modica}}
[[File:Stazione di Modica S1.jpg|miniatura|Stazione di Modica]]
La linea ferroviaria che attraversa il territorio comunale e serve la città di Modica è la [[Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì]]. La linea è a semplice binario non elettrificata. La [[stazione di Modica]] è stazione capotronco, da cui si originano i treni verso Siracusa (con le coincidenze per Catania e Messina) e verso Caltanissetta Xirbi (con le coincidenze per Palermo). Frequenti treni regionali collegano Modica con i comuni di Ragusa, Comiso, Vittoria, Gela, Licata, Canicattì, fino a Caltanissetta in direzione ovest, mentre sul versante orientale Modica è collegata con i comuni di Scicli, Pozzallo, Ispica, Rosolini, Noto, Avola, Siracusa ed Augusta.
Modica è attraversata dalla [[ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì]] ed è servita dalla [[stazione di Modica|sua stazione ferroviaria]].
 
=== Aeroporto ===
{{Vedi anche|Aeroporto di Comiso}}
[[File:Torre di controllo Ragusa.jpg|miniatura|La torre di controllo dell'aeroporto "Pio La Torre".]]
L'[[aeroporto di Comiso|aeroporto "Pio La Torre"]] dista circa 40&nbsp;km da Modica: venne utilizzato dal [[Secondo dopoguerra in Italia|dopoguerra]] fino all'inizio degli anni Settanta dall'[[Alitalia]]<ref>{{cita web|url=http://www.soaco.it/|titolo=Sito della Società aeroportuale|accesso=2021-12-02}}</ref>. Non è raggiungibile da Modica con servizi di trasporto pubblico.
 
L'[[aeroporto di Catania-Fontanarossa]] dista da Modica circa 100&nbsp;km, ed è raggiungibile anche con i servizi di autobus dell'AST, che offrono 7 corse dirette di andata e ritorno verso l'aerostazione.
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|7 dicembre 1993|28 maggio 2002|Carmelo Mario Ruta|[[La Rete (partito politico)|La Rete]] - [[L'Ulivo]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|28 maggio 2002|3 marzo 2008|Pietro Torchi Lucifora|[[Casa delle Libertà]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|3 marzo 2008|1º luglio 2008|Giovanni Bologna||''[[Commissario prefettizio|Commissario]]''|}}
{{ComuniAmminPrec|1º luglio 2008|26 giugno 2013|Antonino Buscema|[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrec|26 giugno 2013|127 giugno 20182022|Ignazio Abbate|[[Unione di Centro (2002)|UdC]] - [[lista civica|Liste civiche]]|[[Sindaco|Rieletto il (Italia)|Sindaco]]|12 giugno 2018.}}
{{ComuniAmminPrec|12 giugno 2018|7 giugno 2022|Ignazio31 Abbatemaggio 2023|UdCDomenica - Liste civicheFicano|–|[[Sindaco''Commissario (Italia)|Sindaco]]prefettizio''|}}
{{ComuniAmminPrec|7 giugno 2022|31 maggio 2023|Domenica''in Ficanocarica''|Maria Monisteri Caschetto|[[Democrazia Cristiana (Sicilia)|DC]] - Liste civiche |CommissarioSindaco|}}
{{ComuniAmminPrec|31 maggio 2023|''in carica''|Maria Monisteri Caschetto|[[Democrazia Cristiana (Sicilia)|DC]] - Liste civiche|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Gemellaggi ===
* {{Gemellaggio|Italia|Marsala|2016}}<ref>{{cita web|url=http://www.pippogaliponews.it/?p=5261|titolo=Gemellaggio con Marsala|accesso=2021-12-02}}</ref><ref>{{cita web|url=httphttps://www.itacanotizie.it/2016/12/07/marsala-domani-la-firma-dellaccordo-gemellaggio-modica/amp/|titolo=Marsala: domani la firma dell'accordo gemellaggio con Modica|accesso=2021-12-02}}</ref>
* {{Gemellaggio|Italia|Alcamo|2023}}
 
== Sport ==
=== Calcio ===
* La Pro Volley Team Modica 1975, ha disputato in passato anche una stagione in A2, nel 2017/2018 vince il campionato di B2, giocando la stagione successiva in B1.
Il [[Polisportiva Modica Calcio|Modica Calcio]] è la principale squadra cittadina, e gioca le sue partite allo stadio Vincenzo Barone.
* L'U.S. Volley Modica maschile milita in serie B2, dove al termine della stagione 2013/14 è retrocesso in serie C. Ma la società, grazie al suo blasone ed alla sua solidità economica, è stata ripescata per il torneo di serie B2 2014/15. Alla fine di quest'ultima stagione ha chiuso il torneo al 5º posto, mantenendo il diritto alla disputa della B2 anche per la prossima stagione.
 
* [[A.S.D. Modica Calcio|Modica Calcio]], ha disputato due campionati di serie C2, nel 1981/82 e nel 2005/06; ha chiuso il campionato regionale di Eccellenza siciliana 2014/15 al 12º posto, conquistando la permanenza nella categoria in seguito a gara di Play out contro il Città di Vittoria, vinta 2-0.
=== Pallavolo ===
* Il 15 maggio [[1999]] la 1ª tappa del [[Giro d'Italia 1999|Giro d'Italia]], partendo da Agrigento, si concluse a Modica con la vittoria di [[Ivan Quaranta]].
Il Volley Modica partecipa ai [[Serie A3 (pallavolo)|campionati nazionali di Serie A3]].
* [[Giorgio Avola]] è il fiorettista modicano, Campione d'Europa under 23 individuale (27 aprile [[2010]]), e campione d'Europa a squadre (21 luglio [[2010]]). Il 5 agosto [[2012]] alle [[Giochi della XXX Olimpiade|Olimpiadi di Londra]], è pervenuto alla medaglia d'oro a squadre. Insieme ad [[Andrea Baldini]], [[Andrea Cassarà]] e [[Valerio Aspromonte]] fa parte del quartetto nazionale che ha vinto tre prove di Coppa del Mondo nel [[2012]], a Parigi, Seul e San Pietroburgo. Sempre nel [[2011]] si è prima laureato Campione d'Europa individuale e poi a squadre agli [[campionato europeo di scherma 2011|europei di Sheffield]] e si è piazzato terzo ai [[campionato mondiale di scherma 2011|mondiali di Catania]]. Giorgio Avola si è confermato, per il terzo anno di fila, campione d'Europa di fioretto a squadre nei campionati europei di [[Legnano]], il 19 giugno [[2012]]. Nel [[2013]], infine, un anno dopo la medaglia d'oro olimpica, per Giorgio Avola è arrivata la conferma ai campionati mondiali di scherma di [[Budapest]], dove ha vinto la medaglia d'oro a squadre di fioretto sempre insieme ai compagni d'arme Andrea Cassarà Andrea Baldini e Valerio Aspromonte.
* Nel fioretto maschile la squadra della Scherma Modica composta da Orazio Iozzia, Carlo Cavallo, Walter Polara e Giuseppe Di Martino ha conquistato la serie A1 assicurandosi la partecipazione ai Campionati Italiani 2013.
* Valeria Calabrese, Campione d'Europa (agosto [[2010]]) di boxe femminile, cat. fino a 48&nbsp;kg, in Ungheria. Ha vinto per quattro volte il titolo mondiale di full contact, sempre nella cat. fino a 48&nbsp;kg.
* Giuseppe Gerratana, ha conquistato l'argento nei 3000 siepi agli Assoluti 2012 di Atletica Leggera, tenutisi a Bressanone.
 
=== LetteraturaCiclismo ===
Il 15 maggio 1999 la 1ª tappa del [[Giro d'Italia 1999|Giro d'Italia]] si concluse a Modica con la vittoria di [[Ivan Quaranta]].
A Modica è ambientato il romanzo ''Argo il cieco ''di [[Gesualdo Bufalino]].
 
== Note ==
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* [[Contea di Modica]]
* [[Cioccolato modicano]]
* [[Cultura nel ragusano]]
* [[Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì]]
* [[Vastedda modicana]]