* [[Utente:BlackPanther2013/Sandbox/O.v.]]
* [[Utente:BlackPanther2013/Sandbox/S.m.]]
* [[Utente:BlackPanther2013/Sandbox/elefanti]]
{{Tassobox
|nome=Citello della Columbia
|statocons=LC
|statocons_versione=iucn 3.1
|statocons_ref=<ref name="IUCN"/>
|immagine=[[File:Urocitellus columbianus Alberta Martybugs.jpg|230px]]
|didascalia=
<!-- CLASSIFICAZIONE -->
|dominio=[[Eukaryota]]
|regno=[[Animalia]]
|sottoregno=
|superphylum=
|phylum=[[Chordata]]
|subphylum=
|infraphylum=
|microphylum=
|nanophylum=
|superclasse=
|classe=[[Mammalia]]
|sottoclasse=
|infraclasse=
|superordine=
|ordine=[[Rodentia]]
|sottordine=[[Sciuromorpha]]
|infraordine=
|superfamiglia=
|famiglia=[[Sciuridae]]
|sottofamiglia=[[Xerinae]]
|tribù=[[Marmotini]]
|sottotribù=
|genere=[[Urocitellus]]
|genereautore=
|sottogenere=
|specie='''U. columbianus'''
|sottospecie=
<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
|biautore=([[George Ord|Ord]]
|binome=Urocitellus columbianus
|bidata=1815)
<!-- NOMENCLATURA TRINOMIALE: -->
|triautore=
|trinome=
|tridata=
<!-- ALTRO: -->
|sinonimi=''Spermophilus columbianus''
|nomicomuni=
|suddivisione=[[Areale]]
|suddivisione_testo=[[File:Urocitellus columbianus species distribution map.svg|230px]]
}}
Il '''citello della Columbia''' ('''''Urocitellus columbianus''''' [{{zoo|[[George Ord|Ord]]|11815}}]) è una specie di [[Rodentia|roditore]] diffusa in alcune regioni del [[Canada]] e degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nord-occidentali. È il secondo membro per dimensioni del genere ''[[Urocitellus]]'', che fa parte della tribù [[Marmotini]], insieme a marmotte, tamia, cani della prateria e altri scoiattoli di terra [[Olartico|olartici]]. Questi citelli hanno una corporatura robusta, con pelliccia corta e densa, tipicamente fulva sul dorso del naso. Gli incontri sociali talvolta iniziano con un comportamento simile al «baciarsi», mentre l'attività più comune quando si trovano in superficie è restare eretti in posizione vigile. Vivono in ambienti montuosi e altipiani delle regioni settentrionali, e vanno in letargo per 8-9 mesi l'anno, rifugiandosi in tane che possono essere utilizzate per molti anni consecutivi. Al momento della riemersione in primavera, appaiono notevolmente emaciati. Il citello della Columbia attirò per la prima volta l'attenzione della comunità scientifica grazie agli scritti prodotti da [[Spedizione di Lewis e Clark|Lewis e Clark]], mentre nel XXI secolo la genetica molecolare ne ha ulteriormente chiarito le relazioni con altre specie strettamente affini.
[[File:Kangur.rudy.drs.jpg|thumb|Il [[Osphranter rufus|canguro rosso]] è il più grande [[Macropodidae|canguro]] esistente ed è uno dei simboli dell'Australia, raffigurato, insieme all'[[Dromaius novaehollandiae|emù]], sullo [[Stemma dell'Australia|stemma del paese]].<ref name="Egerton, p. 44">{{cita|Egerton, 2005|p. 44}}.</ref>]]
La '''fauna australiana''' comprende una grande varietà di specie animali; inoltre, il 46% degli uccelli, il 69% dei mammiferi, il 94% degli anfibi e il 93% dei rettili che abitano [[Australia (continente)|il continente]] è [[Endemismo|endemico]].<ref name=":0">{{cita web | url=https://soe.environment.gov.au/sites/default/files/soe2016-biodiversity-launch-version2-24feb17.pdf?v=1488792935 | titolo=State of the Environment 2016: Biodiversity | autore=Ian Cresswell e Helen T. Murphy | anno=2017 | editore=Commonwealth of Australia Department of the Environment and Energy | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210826110958/https://soe.environment.gov.au/sites/default/files/soe2016-biodiversity-launch-version2-24feb17.pdf?v=1488792935 | urlmorto=sì}}</ref> Questo elevato livello di endemicità è dovuto al lungo isolamento geografico del continente, alla sua stabilità [[Tettonica delle placche|tettonica]] e agli effetti del cambiamento climatico sul suolo e sulla [[flora]] nel corso delle ere geologiche. Una caratteristica unica della fauna australiana è la relativa scarsità di mammiferi [[Eutheria|placentati]] autoctoni. Di conseguenza, i [[Metatheria|marsupiali]] – un gruppo di mammiferi che allevano i loro piccoli in una tasca detta [[marsupio]], come i [[Macropodidae|canguri]], gli [[Phalangeriformes|opossum]] e i [[dasyuromorphia|dasiuromorfi]] – occupano molte delle [[Nicchia ecologica|nicchie ecologiche]] che in altre parti del mondo sono proprie dei placentati. L'Australia ospita due delle cinque specie esistenti di [[Monotremata|monotremi]] e un gran numero di specie [[Zootossina|velenose]], come [[Ornithorhynchus anatinus|ornitorinchi]], [[Araneae|ragni]], [[Scorpiones|scorpioni]], [[Octopoda|polpi]] e altri [[Mollusca|molluschi]], [[Medusa (zoologia)|meduse]], [[Synanceia|pesci pietra]] e [[Myliobatoidei|pastinache]]. Caso unico al mondo, l'Australia ha più specie di [[Serpentes|serpenti]] velenosi che innocui.
== Descrizioni ==
Il popolamento dell'Australia da parte degli [[Aborigeni australiani|aborigeni]] tra {{M|70000}} e {{M|48000}} anni fa<ref>{{cita libro | autore=Josephine Flood | anno=2004 | titolo=Archaeology of the Dreamtime | editore=J.B. Publishing | città=Marleston | p=283 | isbn=1-876622-50-4}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Rasmussen ''et al.'' | anno=2011 | titolo=An Aboriginal Australian genome reveals separate human dispersals into Asia | rivista=Science | volume=334 | numero=6052 | pp=94-98 | doi=10.1126/science.1211177 | pmid=21940856 | pmc=3991479 | bibcode = 2011Sci...334...94R}}</ref> e degli europei a partire dal 1788, ha avuto conseguenze significative sulla fauna. La caccia, l'introduzione di specie non autoctone e pratiche di gestione del territorio che prevedono la modifica o la distruzione dell'habitat hanno provocato numerose [[Estinzione|estinzioni]].<ref name=":0"/> Secondo gli studiosi, durante l'[[Olocene]] sono scomparse circa 33 [[specie]] o [[sottospecie]] di [[Mammalia|mammiferi]] (di cui 27 sull'isola principale, compreso il [[Thylacinus cynocephalus|tilacino]]), 24 di [[Aves|uccelli]] (tre sull'isola principale), una di [[Reptilia|rettili]] e tre di [[Anura|rane]]. Tra queste sono esclusi [[Taxon|taxa]] dubbi come l'usignolo di macchia del fiume Roper (''[[Drymodes superciliaris#Tassonomia|Drymodes superciliaris colcloughi]]'') e specie che non sono ancora state ufficialmente dichiarate estinte come il toporagno dell'isola di Natale (''[[Crocidura trichura]]''). Lo sfruttamento non sostenibile del territorio minaccia ancora la sopravvivenza di molte specie.<ref name=":0"/> Per contrastare le minacce alla sopravvivenza della sua fauna, l'Australia ha approvato una vasta legislazione federale e statale e ha istituito numerose [[Parchi nazionali dell'Australia|aree protette]].<ref name=":0"/>
Il citello della Columbia è tra i membri più grandi del suo genere, superato solo dal [[Urocitellus parryii|citello di Parry]].<ref name=r2>{{cita|Elliott e Flinders, 1991|p. 1}}.</ref> Ha una struttura corporea robusta e compatta, con una lunghezza totale di 325-410 mm, di cui 80-116 mm costituiti dalla coda. Le zampe posteriori misurano tra i 47 e i 57 mm, mentre l'orecchio è lungo tra i 16 e i 22,5 mm.
La pelliccia è densa e relativamente corta. Sul muso è presente una tipica colorazione bronzea che attraversa il dorso del naso. La pelliccia lungo dorso, zampe e piedi assume tonalità cannella, più scura vicino al corpo. Attorno agli occhi vi è un anello di pelliccia beige chiaro o fulvo chiaro. Sul collo, ai lati delle guance, il pelo è grigio. I fianchi possono essere beige chiaro o grigiastri. La coda è più scura, con sottopelo scuro e alcune macchie beige più chiare sopra, mentre inferiormente varia dal grigio scuro al bianco grigiastro.<ref name=r2/> La [[Muta (biologia)|muta]] avviene diffusamente, senza linee di separazione nette.<ref name=r2/>
== Origini e storia ==
[[File:Columbian Ground Squirrel Roger's Pass.jpg|thumb|left|Un esemplare all'ingresso della tana]]
[[File:Laurasia-Gondwana.png|thumb|Numerose prove indicano che l'Australia facesse parte del supercontinente [[Gondwana]].]]
Sono state descritte due sottospecie, con alcune differenze di aspetto. Rispetto a ''U. c. columbianus'', la popolazione ''U. c. ruficaudus'' presenta una coda più rossiccia e meno grigia sulla superficie superiore. I lati del muso e della gola hanno anch'essi una tonalità rossastra più accentuata. Anche zampe e piedi risultano più scuri.<ref name=r2/> Il cranio di ''U. c. ruficaudus'' è più largo, con arcate zigomatiche più robuste.<ref name=r2/>
Sia gli eventi geologici che quelli climatici hanno contribuito a rendere unica la fauna australiana.<ref name=e14>{{cita|Egerton, 2005|pp. 14, 20}}.</ref> L'Australia in passato faceva parte del supercontinente meridionale [[Gondwana]],<ref name=e20>{{cita|Egerton, 2005|p. 20}}.</ref> che comprendeva anche Sudamerica, Africa, India e Antartide. Il Gondwana iniziò a frammentarsi 140 milioni di anni fa; 50 milioni di anni fa l'Australia si separò dall'Antartide e rimase relativamente isolata fino alla collisione della [[placca indo-australiana]] con l'Asia durante il [[Miocene]], 5,3 milioni di anni fa. L'insediamento e l'[[evoluzione]] della fauna odierna furono apparentemente plasmati dal clima peculiare e dalla geologia del continente. Mentre l'Australia [[Deriva dei continenti|andava alla deriva]], fu, in una certa misura, isolata dagli effetti del cambiamento climatico globale. La fauna unica che ebbe origine nel Gondwana, come i marsupiali, sopravvisse e si [[Radiazione adattativa|adattò]] alle condizioni ambientali australiane.<ref>{{cita libro | autore=Ronald M. Nowak | titolo=Walker's Marsupials of the World | anno=2005 | editore=JHU Press | isbn=978-0-8018-8211-1 | p=5 | url=https://books.google.com/books?id=ldXtY8ppxSQC&pg=PA5}}</ref>
Sono stati osservati diversi esemplari [[Albinismo|albini]]. Un citello albino venne catturato vivo da uno studente vicino a Pullman, Washington, nel 1932, in un campo di erba medica. Questo animale aveva pelo bianco e occhi rosa. Uno zoologo dichiarò l'intenzione di mantenerlo vivo per studiare i modelli di ereditarietà genetica.<ref name=r3>{{cita|Svihla, 1932}}.</ref> L'anno successivo, lo stesso studioso riferì di aver trovato altri tre giovani albini nella medesima area.<ref name=r4>{{cita|Svihla, 1933}}.</ref> Circa 30 anni prima erano state raccolte altre due pelli di esemplari albini, sempre nei pressi di Pullman. Si ipotizzò che il carattere recessivo dell'albinismo persistesse localmente, manifestandosi a intervalli sporadici.<ref name=r3/>
Dopo il [[Miocene]], anche la fauna di origine asiatica fu in grado di stabilirsi in Australia. La [[linea di Wallace]] – la linea immaginaria che separa le regioni [[Zoogeografia|zoogeografiche]] di Asia e Australasia – segue il confine tettonico tra la [[placca euroasiatica]] e quella indo-australiana. Questo confine continentale ha impedito la formazione di ponti di terra e ha determinato una distribuzione zoologica distinta, con sovrapposizioni limitate, della maggior parte della fauna asiatica e australiana, ad eccezione degli uccelli. Dopo la formazione della corrente circumpolare nell'[[Oligocene]] medio (circa 15 milioni di anni fa), il clima australiano è divenuto sempre più arido, dando origine a un gruppo eterogeneo di organismi specializzati all'aridità, proprio come le aree tropicali umide e stagionalmente umide hanno dato origine a specie adattate a questo diverso tipo di clima.
== MammiferiDistribuzione e habitat ==
Il citello della Columbia si trova nelle regioni occidentali del Nord America.<ref name="IUCN"/> È presente lungo le [[Montagne Rocciose]], a partire dal Canada occidentale, nell'Alberta occidentale e nel sud-est della Columbia Britannica.<ref name=r2/> Si trova inoltre nelle regioni occidentali del Montana, attraversando l'Idaho centrale e raggiungendo le aree settentrionali e orientali dello stato di [[Washington (stato)|Washington]].<ref name="IUCN"/> È presente anche nelle pianure della parte orientale dello stato di Washington. In Oregon, si trova nelle zone montuose nella parte centro-orientale dello stato. Questi animali vivono ad altitudini comprese tra i 210 e i 2.440 metri.<ref name=r2/>
[[File:Thylacinus.jpg|thumb|Scomparso nel 1936, il [[Thylacinus cynocephalus|tilacino]] era il più grande mausupiale carnivoro ad essere sopravvissuto fino all'età moderna.<ref name=e77>{{cita|Egerton, 2005|p. 77}}.</ref>]]
Il registro fossile dei mammiferi australiani è ingente, così come il numero dei rappresentanti della fauna mammaliana attuale, dominata dai marsupiali, ma le ricerche tassonomiche a riguardo sono state finora limitate.<ref>{{cita libro | titolo=The Action Plan for Australian Mammals 2012 | autore=John Woinarski, Andrew Burbidge e Peter Harrison | editore=CSIRO Publishing | anno=2014 | url=http://www.publish.csiro.au/pid/7010.htm | isbn=9780643108738 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140607002756/http://www.publish.csiro.au/pid/7010.htm}}</ref><ref name=e34>{{cita|Egerton, 2005|p. 34}}.</ref> I più antichi resti fossili di monotremi rinvenuti in Australia risalgono al [[Cretaceo inferiore]], 145-99 milioni di anni fa,<ref>{{cita pubblicazione | autore=M. Archer ''et al.'' | anno=1985 | titolo=First Mesozoic mammal from Australia-an early Cretaceous monotreme | rivista=[[Nature]] | volume=318 | numero=6044 | pp=363-366 | doi=10.1038/318363a0 | bibcode=1985Natur.318..363A}}</ref> e quelli di [[Metatheria|marsupiali]] e placentati all'[[Eocene]], 56-34 milioni di anni fa.<ref>{{cita pubblicazione | autore=H. Godthelp ''et al.'' | anno=1992 | titolo=Earliest known Australian Tertiary mammal fauna | rivista=Nature | volume=356 | numero=6369 | pp=514-516 | doi=10.1038/356514a0 | bibcode=1992Natur.356..514G}}</ref> Sebbene nell'Eocene marsupiali e placentati antichi abbiano convissuto insieme nel continente, solo i marsupiali sono sopravvissuti fino ad oggi. I placentati non volatori comparvero nuovamente in Australia nel Miocene, quando il continente si avvicinò all'[[Indonesia]], e i resti fossili attribuibili con certezza a [[Rodentia|roditori]] iniziano a comparire nei registri fossili a partire dal Miocene superiore. I marsupiali si sono evoluti per riempire specifiche nicchie ecologiche e in molti casi sono fisicamente simili ai mammiferi placentati dell'[[Eurasia]] e del Nordamerica che occupano nicchie simili, un fenomeno noto come [[Convergenza evolutiva|evoluzione convergente]].<ref>{{cita libro | autore=C. R. Townsend ''et al.'' | anno=2008 | capitolo=Ecology’s evolutionary backdrop | titolo=Essentials of Ecology | edizione=3 | editore=Wiley-Blackwell | isbn=978-1-4051-5658-5}}</ref> Ad esempio, il predatore apicale dell'Australia, il [[Thylacinus cynocephalus|tilacino]],<ref name="e77"/> somigliava in maniera sorprendente ai [[Canidae|canidi]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=Ewen Callaway | data=11 dicembre 2017 | titolo=Tasmanian wolf genome offers clues to its extinction | rivista=Nature | volume=552 | numero=7684 | pp=156-157 | doi=10.1038/d41586-017-08368-1 | bibcode=2017Natur.552..156C | pmid=29239379}}</ref> [[Petauridae|Petauri]] e [[Pteromyini|scoiattoli volanti]] hanno sviluppato adattamenti simili che consentono loro uno stile di vita arboricolo;<ref>{{cita web | url=https://www.encyclopedia.com/environment/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/ringtail-and-greater-gliding-possums-pseudocheiridae | titolo=Ringtail and Greater Gliding Possums (Pseudocheiridae) {{!}} Encyclopedia.com | sito=www.encyclopedia.com | accesso=10 febbraio 2020}}</ref> e [[Myrmecobius fasciatus|numbat]] e [[Vermilingua|formichieri]] sono entrambi insettivori scavatori.<ref name=e78>{{cita|Egerton, 2005|p. 78}}.</ref> In genere i mammiferi australiani sono difficilmente osservabili, in quanto la maggior parte delle specie sono notturne e/o arboricole.
La documentazione fossile nota del citello della Columbia comprende esemplari recuperati dal sito fossile di Wasden (Owl Cave), nella [[contea di Bonneville]], Idaho.<ref name=r5>{{cita|Kurtén e Anderson, 1980|p. 215}}.</ref> I fossili provenienti da questo sito risalgono al tardo [[Pleistocene]] (Rancholabreano).<ref name=r6>{{cita|Kurtén e Anderson, 1980|p. 62}}.</ref> Il sito si trova ad un'altitudine di 1.584 metri.<ref name=r6/> I fossili di piccoli mammiferi rinvenuti in questo sito sono principalmente attribuiti alla predazione da parte di gufi.<ref name=r7>{{cita|Kurtén e Anderson, 1980|pp. 62-63}}.</ref>
=== Monotremi e marsupiali ===
{{doppia immagine|centro|Tachyglossus aculeatus side on.jpg||Platypus.jpg||[[Tachyglossus aculeatus|Echidna]]|[[Ornithorhynchus anatinus|Ornitorinco]]|larghezza totale=400}}
In Australia vivono due delle cinque specie viventi di [[Monotremata|monotremi]]: l'[[Ornithorhynchus anatinus|ornitorinco]] e l'[[Tachyglossus aculeatus|echidna]];<ref name="e36">{{cita|Egerton, 2005|p. 36}}.</ref> le altre tre specie, gli [[Zaglossus|zaglossi]], si trovano solo in Nuova Guinea. I monotremi si differenziano dagli altri mammiferi per le loro modalità di riproduzione, soprattutto per il fatto di deporre le uova invece di dare alla luce piccoli vivi.<ref name="e36"/> L'ornitorinco – un mammifero anfibio [[Zootossina|velenoso]], oviparo e con il becco d'anatra – è considerato una delle creature più strane del regno animale. Quando fu presentato per la prima volta da [[Joseph Banks]] ai naturalisti inglesi, venne inizialmente considerato un falso.<ref name="e36"/><ref name="m44">{{cita|Menkhorst e Knight|p. 44}}.</ref> L'echidna è rivestita di peli e di aculei sul dorso e possiede un muso tubolare al posto della bocca e una lingua in grado di muoversi dentro e fuori dal muso a una velocità di 100 volte al minuto per catturare le [[Isoptera|termiti]].<ref name=m44/><ref name=e37>{{cita|Egerton, 2005|p. 37}}.</ref>
[[File:SpottedQuoll 2005 SeanMcClean.jpg|left|thumb|Il [[Dasyurus maculatus|dasiuro gigante]], [[specie a rischio]], è il marsupiale carnivoro più grande del continente australiano.<ref name=70-76>{{cita|Egerton, 2005|pp. 70-76}}.</ref><ref name=m48>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 48}}.</ref>]]
L'Australia ospita la più grande e diversificata gamma di [[Metatheria|marsupiali]] al mondo.<ref name=e39>{{cita|Egerton, 2005|p. 39}}.</ref> I marsupiali sono caratterizzati dalla presenza di una tasca in cui allevano i loro piccoli dopo la nascita.<ref name=e39/> I marsupiali carnivori – [[Dasyuromorphia|Dasiuromorfi]] – sono rappresentati da due famiglie sopravvissute: i [[Dasyuridae|Dasiuridi]] con 55 specie e i Mirmecobidi con una sola specie, il [[Myrmecobius fasciatus|numbat]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=C. E. Cooper | anno=2011 | titolo=''Myrmecobius fasciatus'' (Dasyuromorphia: Myrmecobiidae) | rivista=Mammalian Species | volume=43 | numero=1 | pp=129-140 | doi=10.1644/881.1}}</ref> Il tilacino era il rappresentante più grande dei Dasiuromorfi,<ref name=m46>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 46}}.</ref> nonché l'unico rappresentante della famiglia dei [[Thylacinidae|Tilacinidi]], ma l'ultimo esemplare morì in cattività nel 1936.<ref name="e77"/> Attualmente il marsupiale carnivoro più grande del mondo è il [[Sarcophilus harrisii|diavolo della Tasmania]]: delle dimensioni di un cane di piccola taglia, è in grado di cacciare attivamente, sebbene sia principalmente uno spazzino.<ref name=m46/><ref name=e69>{{cita|Egerton, 2005|p. 69}}.</ref> Scomparso dall'isola principale circa 600 anni fa, ora si trova solo in [[Tasmania]].<ref name=e69/> In Australia vivono quattro specie di [[Dasyurus|dasiuro]], o quoll, tutte quante minacciate.<ref name=m48/> Ad esempio, si ritiene che il dasiuro orientale sia estinto nell'isola principale dagli anni '60, anche se da allora sono stati portati avanti programmi di reintroduzione.<ref>{{cita web | titolo=In Situ Work | url=http://conservationjournal.world/in-situ-work/ | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180905132154/http://conservationjournal.world/in-situ-work/ | sito=Conjour}}</ref><ref>{{cita web | autore=Ainslie Drewitt Smith | data=29 ottobre 2020 | titolo=Newborn eastern quoll joeys to be tracked with tail transmitters | sito=ABC News Illawarra | url=https://www.abc.net.au/news/2020-10-29/newborn-quoll-joeys-to-be-tracked-with-tail-transmitters/12823180 | accesso=26 agosto 2021}}</ref> Tutti gli altri Dasiuridi sono chiamati colloquialmente «topi marsupiali»:<ref name=e68>{{cita|Egerton, 2005|p. 68}}.</ref> la maggior parte di loro pesa meno di 100 g.<ref>{{cita libro | curatore=D. Macdonald e A. K. Lee | anno=1984 | titolo=The Encyclopedia of Mammals | editore=Facts on File | città=New York | pp=[https://archive.org/details/encyclopediaofma00mals_0/page/838 838-845] | isbn=978-0-87196-871-5 | url=https://archive.org/details/encyclopediaofma00mals_0/page/838}}</ref> Esistono due specie di [[Notoryctes|talpa marsupiale]] – ordine [[Notoryctes|Notorittemorfi]] – che abitano i deserti dell'Australia occidentale. Queste rare creature carnivore, cieche e prive di orecchie, trascorrono la maggior parte del tempo sottoterra e sono poco conosciute.<ref>{{cita|Egerton, 2005|p. 57}}.</ref><ref>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 52}}.</ref>
[[File:Sugies03 hp.jpg|thumb|Il [[Petaurus breviceps|petauro dello zucchero]].]]
I [[bandicoot]] e i [[Macrotis|bandicoot coniglio]] – ordine [[Peramelemorphia|Peramelemorfi]] – sono marsupiali [[Onnivoro|onnivori]].<ref name=e7879>{{cita|Egerton, 2005|pp. 78-79}}.</ref> In Australia ne esistono otto specie, la maggior parte delle quali è in via di estinzione.<ref name=mb>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|pp. 80-84}}.</ref><ref>{{cita web | titolo=Types of Bandicoots | url=http://www.bandicoot.net.au/types_of_bandicoots.htm | accesso=7 gennaio 2012 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110317072153/http://www.bandicoot.net.au/types_of_bandicoots.htm}}</ref> Queste piccole creature condividono diverse caratteristiche fisiche particolari: un corpo tozzo e arcuato con un muso lungo e leggermente affusolato, grandi orecchie diritte, zampe lunghe e sottili e una coda sottile.<ref name=mb/> L'origine evolutiva di questo gruppo non è chiara, poiché condividono caratteristiche sia dei marsupiali carnivori che di quelli erbivori.
[[File:Australia Cairns Koala.jpg|left|thumb|Di norma il [[Phascolarctos cinereus|koala]] non ha bisogno di bere, in quanto ricava i liquidi necessari dalle foglie di cui si nutre.]]
I marsupiali con due denti anteriori sulla mandibola (diprotodonti) e con zampe [[Sindattilia|sindattile]] sono classificati nell'ordine dei [[Diprotodontia|Diprotodonti]] e suddivisi ulteriormente nei sottordini [[Vombatiformes|Vombatiformi]], [[Macropodiformes|Macropodiformi]] e [[Phalangeriformes|Falangeriformi]]. I Vombatiformi comprendono il koala e le tre specie di [[Vombatidae|vombato]]. Il [[Phascolarctos cinereus|koala]], uno dei marsupiali più noti dell'Australia, è una specie arboricola che si nutre delle foglie di varie specie di [[Eucalyptus|eucalipto]].<ref name=m86>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 86}}.</ref> I vombati, al contrario, vivono sul terreno e si nutrono di [[Poaceae|erbe]], [[Cyperaceae|carici]] e [[Radice (botanica)|radici]];<ref name=m86/> utilizzano i loro denti diprotodonti e i potenti artigli per scavare estesi sistemi di tane; hanno abitudini principalmente crepuscolari e [[Animale notturno|notturne]].<ref name=m86/>
La distribuzione del citello della Columbia in Oregon è stata valutata sulla base di esemplari raccolti in 71 località. Oltre il 98% degli esemplari proveniva dall'ecoregione delle [[Foreste delle Blue Mountains|Blue Mountains]],<ref name=r8>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 24}}.</ref> che include le catene montuose [[Wallowa Mountains|Wallowa]] e [[Blue Mountains (Nord-ovest Pacifico)|Blue Moutains]].<ref name=r9>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 188}}.</ref> Gli esemplari restanti provengono dagli altipiani di Owyhee.<ref name=r8/>
I [[Phalangeriformes|Falangeriformi]] sono rappresentati da sei famiglie con 27 specie di [[Phalangeriformes|opossum]], un gruppo diversificato di marsupiali arboricoli di dimensioni variabili da quelle dell'[[Cercartetus lepidus|opossum pigmeo della Tasmania]], del peso di appena 7 g,<ref>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 92}}.</ref> a quelle del [[Pseudocheirus peregrinus|coda ad anello orientale]] e del [[Trichosurus vulpecula|tricosuro volpino]], grandi come un gatto.<ref>{{cita|Egerton, 2005|p. 60}}.</ref><ref name=m90>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 90}}.</ref> Il [[Petaurus breviceps|petauro dello zucchero]] e il [[Petaurus norfolcensis|petauro scoiattolo]] sono due specie comuni di marsupiali volanti, diffusi nelle foreste di eucalipto dell'Australia orientale, mentre l'[[Acrobates pygmaeus|acrobata pigmeo]] è il marsupiale volante più piccolo.<ref name=e6465>{{cita|Egerton, 2005|pp. 64-65}}.</ref><ref name=m94>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 94}}.</ref> Gli opossum volanti sono dotati di una membrana, detta «patagio», che si estende dal quinto dito dell'arto anteriore fino al primo dito del piede posteriore; queste membrane, quando sono distese, consentono loro di planare tra gli alberi.
== Biologia ==
I Macropodiformi sono suddivisi in tre famiglie: gli [[Hypsiprymnodontidae|Ipsiprimnodontidi]], con una sola specie, il topo canguro muschiato;<ref name=e55>{{cita|Egerton, 2005|p. 55}}.</ref> i [[Potoroidae|Potoroidi]], con 8 specie; e i [[Macropodidae|Macropodidi]], rappresentati in Australia da 41 specie.<ref name=m1718>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|pp. 17-18}}.</ref> I Macropodiformi si trovano in tutti gli ambienti australiani, ad eccezione delle aree alpine. Ai Potoroidi appartengono le bettonge e i ratti canguro, piccole specie che costruiscono nidi e trasportano materiale vegetale con la coda.<ref name=m17>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|pp. 17, 104-110}}.</ref> I Macropodidi comprendono i [[Macropodidae|canguri]], i [[wallaby]] e i loro simili; le loro dimensioni variano ampiamente da una specie all'altra. La maggior parte dei Macropodiformi ha grandi zampe posteriori e piedi posteriori lunghi e stretti,<ref name=m1718b>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|pp. 17-18, 110-120}}.</ref> con una disposizione caratteristica delle quattro dita, e forti [[Coda (anatomia)|code]] muscolose, che usano per spostarsi saltando.<ref name=e42>{{cita|Egerton, 2005|p. 42}}.</ref> Il topo canguro muschiato è il macropodiforme più piccolo ed è l'unica specie quadrupede e non bipede,<ref name=m110>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 110}}.</ref> mentre il maschio di [[Osphranter rufus|canguro rosso]] è il più grande: può raggiungere un'altezza di circa 2 m e un peso di 85 kg.<ref name="Egerton, p. 44"/><ref name=m120>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 120}}.</ref>
[[File:Urocitellus columbianus burrow diagram.svg|thumb|left|Schema della tana del citello della Columbia]]
In Alberta, i citelli della Columbia restano in letargo circa 250 giorni all'anno, con solo 69-94 giorni di attività osservati. Il periodo di attività varia a seconda del clima locale, così come delle differenze comportamentali tra individui di diverso sesso ed età.<ref name=r10>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 189}}.</ref> Ogni gruppo di sesso ed età va in letargo a profondità differenti nel terreno e inizia il letargo quando la temperatura del suolo nelle rispettive tane raggiunge il valore massimo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. J. Young | data=luglio 1990 | titolo=Hibernating patterns of free-ranging Columbian ground squirrels | url=http://link.springer.com/10.1007/BF00317201 | rivista=Oecologia | volume=83 | numero=4 | pp=504-511 | doi=10.1007/BF00317201 | pmid=28313184 | bibcode=1990Oecol..83..504Y | issn=0029-8549}}</ref> Durante il letargo, i citelli assumono una posizione verticale, rannicchiati in una palla compatta. La loro temperatura corporea cala notevolmente, il battito cardiaco rallenta, e la respirazione diviene quasi impercettibile.<ref name=r12>{{cita|Shaw, 1918}}.</ref> Il primo gruppo a riemergere in superficie è quello dei maschi adulti, probabilmente a causa della necessità di rigenerare i testicoli per la stagione riproduttiva, dato che in molti citelli è stato osservato che durante il letargo i testicoli si riducono in dimensione e smettono di produrre spermatozoi.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Brian M. Barnes, Maria Kretzmann, Paul Licht e Irving Zucker | data=1 dicembre 1986 | titolo=The Influence of Hibernation on Testis Growth and Spermatogenesis in the Golden-Mantled Ground Squirrel, Spermophilus Lateralis1 | rivista=Biology of Reproduction | volume=35 | numero=5 | pp=1289-1297 | doi=10.1095/biolreprod35.5.1289 | pmid=3828438 | issn=0006-3363}}</ref><ref>{{cita libro | autore=B. J. Verts e Leslie N. Carraway | url=https://www.worldcat.org/oclc/47011896 | titolo=Land mammals of Oregon | anno=1998 | editore=University of California Press | isbn=978-0-520-92031-6 | città=Berkeley | oclc=47011896}}</ref> Seguono poi le femmine adulte, i giovani di un anno (''yearlings''), e infine i giovani nati nell'anno precedente (''juveniles''). Gli animali che vivono ad altitudini e latitudini maggiori emergono più tardi.<ref name=r10/> Alle quote più basse emergono dal letargo e iniziano la stagione riproduttiva più precocemente.<ref name=r12/>
Essi allevano una sola cucciolata all'anno. I piccoli nascono nudi, ciechi e privi di denti. Dopo 5-6 giorni, il loro peso raddoppia. Intorno al dodicesimo giorno sono ricoperti da pelo scuro e setoso. Verso il diciassettesimo giorno, i loro occhi iniziano ad aprirsi. Possono emergere alla luce solare all'esterno della tana intorno al 21°-24° giorno. Dopo quattro settimane sono completamente in grado di lasciare il nido.<ref name=r12/>
=== Mammiferi placentati ===
[[File:Dingo2.jpg|thumb|Il [[Canis lupus dingo|dingo]] è stato il primo mammifero placentato introdotto in Australia dall'uomo, circa 4000 anni fa.<ref name=m200>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|p. 200}}.</ref><ref name=e82>{{cita|Egerton, 2005|p. 82}}.</ref>]]
I mammiferi placentati indigeni dell'Australia appartengono a due ordini: i pipistrelli – ordine dei Chirotteri – rappresentati da sei famiglie; e i topi e i ratti – ordine dei [[Rodentia|Roditori]], famiglia dei [[Muridae|Muridi]]. Ci sono solo due [[Genere (tassonomia)|generi]] endemici di pipistrelli,<ref name=e82/> nonostante l'Australia ospiti il 7% delle specie di pipistrelli esistenti al mondo.<ref>{{cita web | autore=Wildcare Australia Inc. | titolo=Bats - Wildcare Australia | url=http://wildcare.org.au/species-information/bats/#:~:text=Australia%20has%2077%20different%20species,at%20least%2031%20different%20species. | sito=Wildcare Australia Inc.}}</ref> I roditori arrivarono per la prima volta in Australia 5-10 milioni di anni fa<ref name=e82/> e andarono incontro ad un'ampia radiazione adattativa che diede origine alle specie note collettivamente come «vecchi endemismi».<ref name=e93>{{cita|Egerton, 2005|p. 93}}.</ref> I vecchi endemismi sono rappresentati da 14 generi esistenti. Un milione di anni fa, i [[Rattus|ratti]] raggiunsero l'Australia dalla [[Nuova Guinea]] e si evolvettero in sette specie di ''Rattus'', chiamate collettivamente «nuovi endemismi».<ref name=e93/>
Prima del loro primo letargo, i giovani citelli della Columbia hanno solo poche settimane a disposizione per svezzarsi dal latte materno.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. J. Young | data=luglio 1990 | titolo=Hibernating patterns of free-ranging Columbian ground squirrels | url=http://link.springer.com/10.1007/BF00317201 | rivista=Oecologia | volume=83 | numero=4 | pp=504-511 | doi=10.1007/BF00317201 | pmid=28313184 | bibcode=1990Oecol..83..504Y | issn=0029-8549}}</ref> Per questo motivo, i 27 giorni di allattamento rappresentano la loro principale occasione per accumulare le riserve energetiche necessarie per sopravvivere al letargo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. O. Murie | data=26 maggio 1992 | titolo=Predation by Badgers on Columbian Ground Squirrels | url=https://academic.oup.com/jmammal/article-lookup/doi/10.2307/1382073 | rivista=Journal of Mammalogy | volume=73 | numero=2 | pp=385-394 | doi=10.2307/1382073 | jstor=1382073 | issn=1545-1542}}</ref> La composizione della maggior parte delle sostanze nutritive nel latte materno varia durante l'allattamento; il cambiamento più significativo riguarda il calcio, la cui concentrazione aumenta tipicamente del 134% dal periodo iniziale fino al suo picco (circa 17 giorni [[Puerperio|dopo il parto]]).<ref>{{cita pubblicazione | autore=Amy L. Skibiel e Wendy R. Hood | data=febbraio 2013 | titolo=Milk composition in a hibernating rodent, the Columbian ground squirrel ( Urocitellus columbianus ) | rivista=Journal of Mammalogy | volume=94 | numero=1 | pp=146-154 | doi=10.1644/1-MAMM-A-078.1 | issn=0022-2372}}</ref>
In seguito all'insediamento umano, molti altri mammiferi [[Placentalia|placentati]] sono stati introdotti in Australia e ora sono tornati allo stato [[Specie ferale|selvatico]].<ref name=e82/> Il primo tra questi è stato il [[Canis lupus dingo|dingo]].<ref name=e82/> I fossili suggeriscono che le popolazioni giunte da nord portarono il dingo in Australia circa 5000 anni fa.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. Savolainen ''et al.'' | anno=2004 | titolo=A detailed picture of the origin of the Australian dingo, obtained from the study of mitochondrial DNA | rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America | volume=101 | numero=33 | pp=12387-12390 | doi=10.1073/pnas.0401814101 | pmid=15299143 | pmc=514485 | bibcode=2004PNAS..10112387S}}</ref> Quando gli europei si stabilirono in Australia, liberarono intenzionalmente molte specie in natura, tra cui la [[Vulpes vulpes|volpe rossa]], la [[Lepus europaeus|lepre comune]] e il [[Oryctolagus cuniculus|coniglio selvatico]].<ref name=e82/><ref name=e105107>{{cita|Egerton, 2005|pp. 105-107}}.</ref> Altre specie domestiche, invece, sono fuggite dalla cattività e nel tempo hanno costituito popolazioni selvatiche come il [[Bos javanicus|banteng]], il [[Felis catus|gatto]], il [[Dama dama|daino]], il [[Cervus elaphus|cervo nobile]], il [[Rusa unicolor|sambar dell'India]], il [[Rusa timorensis|sambar dalla criniera]], il [[Axis axis|cervo pomellato]], il [[Axis porcinus|cervo porcino]], il [[Equus caballus|cavallo]], l'[[Equus asinus|asino]], il [[Sus scrofa domesticus|maiale]], la [[Capra hircus|capra]], il [[Bubalus bubalis|bufalo indiano]] e il [[Camelus dromedarius|dromedario]].<ref name=e106110>{{cita|Egerton, 2005|pp. 106-110}}.</ref><ref name=m208220>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|pp. 208-220}}.</ref> Sono solo tre le specie di mammiferi placentati non autoctoni che non furono deliberatamente introdotte in Australia: il [[Mus musculus|topolino delle case]], il [[Rattus rattus|ratto comune]] e il [[Rattus norvegicus|ratto delle chiaviche]].
[[File:Dugong.jpg|thumb|Il [[Dugong dugon|dugongo]] è una specie minacciata: le acque australiane ne ospitano la popolazione più consistente.<ref name=e102>{{cita|Egerton, 2005|p. 102}}.</ref><ref name=m254>{{cita|Menkhorst e Knight, 2005|p. 254}}.</ref>|left]]
Nelle acque costiere australiane vivono quarantasei specie di mammiferi marini dell'ordine dei [[Cetacea|Cetacei]]. Poiché la maggior parte di queste specie ha una distribuzione cosmopolita, alcuni autori non le considerano specie australiane. Sono presenti dieci specie di [[Mysticeti|misticeti]], di cui le più facilmente osservabili sono la [[Megaptera novaeangliae|megattera]], la [[Eubalaena australis|balena franca australe]], la [[Balaenoptera acutorostrata|balenottera minore]] e la [[Balaenoptera musculus|balenottera azzurra]].<ref name=m22240>{{cita|Menkhorst e Knight, 204|pp. 22, 240}}.</ref> Vi sono 36 specie di odontoceti, tra cui rappresentanti di tutti i sei i generi della famiglia degli [[Ziphiidae|Zifidi]] e 20 specie di [[Delphinidae|delfini oceanici]], tra cui l'[[Orcaella heinsohni|orcella australiana]], una specie descritta per la prima volta nel 2005.<ref>{{cita web | autore=AAP | titolo=New species of Reef dolphin discovered | url=http://www.theage.com.au/news/national/new-species-of-reef-dolphin-discovered/2005/07/04/1120329383156.html | accesso=7 gennaio 2012 | sito=The Age | data=5 luglio 2005 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131207084927/http://www.theage.com.au/news/national/new-species-of-reef-dolphin-discovered/2005/07/04/1120329383156.html}}</ref> Alcuni delfini, come l'[[Orcinus orca|orca]], si possono trovare in tutte le acque attorno al continente; altri, come l'orcella australiana, sono confinati alle calde acque settentrionali.<ref name=m224234>{{cita|Menkhorst e Knight, 2004|pp. 224-234}}.</ref> Il [[Dugong dugon|dugongo]] è una specie marina in via di estinzione che abita le acque dell'Australia nord-orientale e nord-occidentale, in particolare quelle dello [[stretto di Torres]].<ref name=e82/><ref name=m254/> Può misurare fino a 3 m di lunghezza e pesare fino a 400 kg.<ref name=m254/> Il dugongo è l'unico mammifero marino erbivoro dell'Australia: si nutre di [[Alismatales|fanerogame marine]] nelle zone costiere.<ref name=m254/><ref>{{cita web | autore=Lawler ''et al.'' | anno=2002 | titolo=Dugongs in the Great Barrier Reef: Current State of Knowledge | url=https://web.archive.org/web/20140221185455/http://www.reef.crc.org.au/publications/brochures/dugong_2002.pdf | editore=Cooperative Research Centre (CRC) for The [[Grande barriera corallina|Great Barrier Reef]] World Heritage Area}}</ref> La distruzione dei letti di fanerogame marine costituisce una minaccia per la sopravvivenza di questa specie.<ref name=e102/> Al largo della costa meridionale vivono undici specie di [[pinnipedia|pinnipedi]].
Il mammalogo [[Vernon Orlando Bailey]] esaminò una tana di citello della Columbia situata a un'altitudine di circa 2.100 metri vicino al Piegan Pass nel [[Parco nazionale dei ghiacciai (Stati Uniti d'America)|Glacier National Park]]. Alla fine di luglio, una femmina adulta fu osservata mentre portava quotidianamente terra fresca all'ingresso della tana. Dopo la rimozione dell'animale, la tana fu scavata per esaminarne la struttura interna. Il cumulo di terra all'ingresso ammontava approssimativamente a 0,030 m³. Il terreno accumulato era di date differenti, poiché gli strati inferiori risultavano compattati da stagioni precedenti. La tana aveva questo ingresso principale e due ingressi alternativi nascosti alla vista esterna, probabilmente utilizzati come vie di fuga in caso di predatori. I tunnel principali avevano un diametro di circa 89 mm. Lungo la tana erano presenti diverse camere, probabilmente destinate allo stoccaggio temporaneo della terra scavata o come rifugio in caso di pericolo. A circa 2,4 metri dall'ingresso, era stato costruito un nido realizzato con foglie della «''glacier grass''» (''[[Luzula parviflora]]''), un'erba abbondante nella zona. Nel nido erano presenti erbe di età differenti, suggerendo che fosse stato utilizzato durante stagioni precedenti. In una camera adiacente, più in profondità, vi era un vecchio nido abbandonato, parzialmente riempito di escrementi, che apparentemente veniva usato dal citello come latrina.<ref name=r18>{{cita|Bailey e Bailey, 1918|pp. 47-48}}.</ref>
== Uccelli ==
[[File:Urocitellus columbianus.jpg|thumb|Standing at attention]]
[[File:Emu showing feet.jpg|thumb|L'[[Dromaius novaehollandiae|emù]] è il secondo uccello più grande del mondo. Uno dei simboli dell'Australia, compare anche sul suo [[Stemma dell'Australia|stemma]].]]
La presenza di due tipi di ingresso della tana è stata notata anche da altri osservatori: un tipo di apertura era piccolo e dello stesso diametro del tunnel, l'altro più grande e a forma di imbuto.<ref name=r19>{{cita|Elliott e Flinders, 1991|p. 3}}</ref> La quantità di terra scavata annualmente è stimata tra i 4 e i 12 kg, con una costruzione annuale di tunnel che varia dai 4 ai 7 metri. La costruzione di una nuova tana comporta lo scavo di 25-50 kg di terra.<ref name=r19/>
L'Australia e i suoi territori ospitano circa 800 specie di uccelli:<ref name=e122>{{cita|Egerton, 2005|p. 122}}.</ref> il 45% di queste è endemico del paese.<ref>{{cita libro | titolo=Numbers of Living Species in Australia and the World | autore=A. D. Chapman | anno=2009 | editore=Australian Biological Resources Study | p=14 | url=http://www.environment.gov.au/system/files/pages/2ee3f4a1-f130-465b-9c7a-79373680a067/files/nlsaw-2nd-complete.pdf | edizione=2 | isbn=9780642568618 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170918185050/http://www.environment.gov.au/system/files/pages/2ee3f4a1-f130-465b-9c7a-79373680a067/files/nlsaw-2nd-complete.pdf}}</ref> Il record fossile degli uccelli in Australia è frammentario; tuttavia, sono stati scoperti i resti di antenati delle specie contemporanee risalenti già all'[[Oligocene]] superiore.<ref>{{cita web | autore=Australian Museum | anno=2001 | url=https://web.archive.org/web/20080223081807/http://www.amonline.net.au/birds/research/figure1.htm | titolo=Fossil history of birds: fossil history overview}}</ref> Tra gli uccelli che ebbero origine nel Gondwana ci sono i [[ratiti]] incapaci di volare (l'[[Dromaius novaehollandiae|emù]] e il [[Casuarius casuarius|casuario dall'elmo]]),<ref name=e124125>{{cita|Egerton, 205|pp. 124-125}}.</ref> i [[Megapodiidae|megapodi]] (il [[Leipoa ocellata|fagiano australiano]] e il [[Alectura lathami|tacchino di boscaglia australiano]]),<ref name=e126127>{{cita|Egerton, 2005|pp. 126-127}}.</ref> e un ingente numero di forme endemiche di [[Psittaciformes|pappagalli]] (ordine Psittaciformi). In Australia vive un sesto dei pappagalli del mondo,<ref name=e193>{{cita|Egerton, 2005|p. 193}}.</ref> tra cui molti [[Cacatuidae|cacatua]] e il [[Eolophus roseicapilla|galah]].<ref name=e192206>{{cita|Egerton, 2005|pp. 192-206}}.</ref> Il [[Dacelo|kookaburra]], il più grande rappresentante della famiglia dei [[Alcedinidae|martin pescatori]], è famoso per il suo richiamo, che ricorda stranamente una sguaiata risata umana.<ref name=e221>{{cita|Egerton, 2005|p. 221}}.</ref> La [[Antigone rubicunda|gru brolga]], l'unica specie di gru esclusiva dell'Australia, condivide il suo habitat con la più ampiamente diffusa [[Antigone antigone|gru antigone]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=K. S. Gopi Sundar, John D. A. Grant, Veltheim Inka, Swati Kittur, Kate Brandis, Michael A. McCarthy e Elinor C. Scambler | anno=2018 | titolo=Sympatric cranes in northern Australia: abundance, breeding success, habitat preference and diet | url=https://doi.org/10.1080/01584197.2018.1537673 | rivista=Emu - Austral Ornithology | volume=119 | numero=1 | pp=79-89 | doi=10.1080/01584197.2018.1537673}}</ref>
[[File:Gang-gang female MJC01.jpg|left|thumb|upright|Femmina di [[Callocephalon fimbriatum|cacatua gang-gang]].]]
Tra i [[Passeriformes|passeriformi]], noti anche come uccelli conori,<ref name=e224>{{cita|Egerton, 2005|p. 224}}.</ref> figurano molte specie di [[Troglodytidae|scriccioli]],<ref name=e229236>{{cita|Egerton, 2005|pp. 229–-36}}.</ref> [[Petroicidae|petroiche]],<ref name=e248250>{{cita|Egerton, 2005|pp. 248-250}}.</ref> [[Artamidae|rondini dei boschi]],<ref name=e265268>{{cita|Egerton, 2005|pp. 265-268}}.</ref> [[Acanthiza|uccelli canori australasiatici]],<ref name=e237>{{cita|Egerton, 2005|p. 237}}.</ref> [[Pardalotidae|pardaloti]],<ref name=e233234>{{cita|Egerton, 2005|pp. 233-234}}.</ref> moltissimi [[Meliphagidae|mangiatori di miele]],<ref name=e238246>{{cita|Egerton, 2005|pp. 238-246}}.</ref> [[Climacteridae|rampichini arborei australasiatici]],<ref name=e228>{{cita|Egerton, 2005|p. 228}}.</ref> [[Menura|uccelli lira]],<ref name=e226227>{{cita|Egerton, 2005|pp. 226-227}}.</ref> [[Paradisaeidae|uccelli del paradiso]] e [[Ptilonorhynchidae|uccelli giardinieri]].<ref name=e268272>{{cita|Egerton, 2005|pp. 268, 272}}.</ref> L'[[Ptilonorhynchus violaceus|uccello di raso]] ha attirato l'interesse degli psicologi evoluzionisti: ha un complesso rituale di corteggiamento in cui il maschio crea un pergolato pieno di oggetti lucenti di colore blu per attirare le compagne.<ref name=e273>{{cita|Egerton, 2005|p. 273}}.</ref>
Le attività più comuni dei citelli della Columbia quando sono in superficie includono stare in posizione vigile eretta, nutrirsi e prendersi cura del proprio pelo (''grooming'').<ref name=r10/> Passano più tempo in posizione vigile rispetto ad altre attività. I comportamenti aggressivi sono più frequentemente osservati nei maschi adulti, soprattutto all'inizio della stagione.<ref name=r10/> I loro schemi di attività dipendono dal clima e dalla luminosità ambientale, evitando giorni nuvolose, venti freddi e cattivo tempo. Emergono dalle tane circa un'ora prima dell'alba e tornano al tramonto. Sono attivi durante le ore più calde della giornata, ma più frequentemente si osservano intorno a metà mattina.<ref name=r12/>
Colonizzatori relativamente recenti provenienti dall'[[Eurasia]] sono le [[Hirundinidae|rondini]], le [[Alaudidae|allodole]],<ref name=e275>{{cita|Egerton, 2005|p. 275}}.</ref> i [[Turdidae|tordi]],<ref name=e290291>{{cita|Egerton, 2005|pp. 290-291}}.</ref> le [[Cisticola|cisticole]], le [[Nectariniidae|nettarinie]] e alcuni [[Rapace|rapaci]], tra cui la grande [[aquila audax|aquila codacuneata]]. Numerose specie di uccelli sono state introdotte dall'uomo: alcune, come il [[Carduelis carduelis|cardellino]] e il [[Chloris chloris|verdone]],<ref name=e282>{{cita|Egerton, 2005|p. 282}}.</ref> coesistono felicemente con le specie australiane, mentre altre, come lo [[Sturnus vulgaris|storno]], il [[Turdus merula|merlo]], il [[Passer domesticus|passero domestico]] e la [[Acridotheres tristis|maina comune]], si sono rivelate nocive per alcune specie di uccelli autoctoni, tanto da destabilizzare l'ecosistema nativo.
Quando i citelli della Columbia si incontrano tra loro, spesso si toccano reciprocamente la bocca e il naso, compiendo un atto simile a un bacio. Questi saluti durano da 1 a 5 secondi e possono precedere altre interazioni sociali, inclusa l'attività sessuale.<ref name=r10/>
Circa 200 specie di [[uccelli marini]] vivono sulla costa australiana, tra cui molte forme migratrici. L'Australia si trova all'estremità meridionale della rotta migratoria Asia orientale-Australasia degli uccelli acquatici, che si estende dall'[[Circondario federale dell'Estremo Oriente|Estremo Oriente russo]] e dall'Alaska, attraverso il [[Sud-est asiatico]], fino all'Australia e alla Nuova Zelanda.<ref>{{cita web | autore=Nell Lewis, Woojin Lee e Carlotta Dotto | titolo=The planet's most threatened flight path, and the $3 billion plan to protect it | url=https://www.cnn.com/interactive/2022/07/world/most-threatened-flight-path-c2e-spc/ | accesso=22 marzo 2024 | sito=www.cnn.com}}</ref> Circa due milioni di uccelli percorrono questa rotta da e per l'Australia ogni anno.<ref>{{cita web | anno=2016 | titolo=Wetlands and migratory shorebirds | url=https://www.dcceew.gov.au/water/wetlands/publications/factsheet-wetlands-migratory-shorebirds | sito=Australian Government Department of Climate Change, Energy, the Environment and Water}}</ref> Un grande uccello marino molto comune è il [[Pelecanus conspicillatus|pellicano australiano]], che si può trovare nella maggior parte dei corsi d'acqua del continente.<ref name=e146147>{{cita|Egerton, 2005|pp. 146-147}}.</ref> Il [[Eudyptula minor|pinguino minore blu]] è l'unica specie di [[Spheniscidae|pinguino]] che nidifica sull'isola principale.<ref name=e136>{{cita|Egerton, 2005|p. 136}}.</ref>
[[Clinton Hart Merriam|C. Hart Merriam]], scrivendo nel 1891, riportò osservazioni locali sul comportamento di questi citelli in Idaho. Se disturbati fuori dalla tana, si ergevano in posizione vigile, osservando fino a quando qualcuno non si avvicinava a pochi metri, poi correvano rapidamente verso la tana emettendo fischi e squittii. Gli abitanti locali li chiamavano ''Seven sleepers'' («sette dormienti») perché trascorrevano circa sette mesi all'anno sottoterra. Vennero descritti come ben forniti di grasso al momento di entrare in letargo, ma molto magri e deboli quando riemergevano la primavera successiva. I cumuli di terra scavati dai citelli avevano un'altezza compresa tra 7 a 25 cm di altezza. Le tane scendevano verticalmente per 46-61 cm.<ref name=r20>{{cita|Merriam, 1891|p. 40}}.</ref>
== Anfibi e rettili ==
[[File:Pobblebonk02.jpg|thumb|La [[Limnodynastes dumerilii|rana banjo orientale]] è una specie di anuro comune in tutta l'Australia orientale.<ref name=e370371>{{cita|Egerton, 2005|pp. 370-371}}.</ref>]]
L'Australia ospita quattro famiglie di rane autoctone e una specie di [[Bufonidae|rospo]] introdotta, il [[Rhinella marina|rospo marino]].<ref name=e388389>{{cita|Egerton, 2005|pp. 366, 379, 388-389}}.</ref> Quest'ultimo venne introdotto nel paese nel 1935 in un fallito tentativo di tenere sotto controllo gli insetti che danneggiavano le coltivazioni di [[Saccharum officinarum|canna da zucchero]]. Da allora è diventato una specie nociva devastante, diffusasi in tutta l'Australia settentrionale. Oltre a competere con gli insettivori autoctoni per le risorse alimentari, il rospo marino produce un veleno tossico per la fauna locale,<ref name=e389>{{cita|Egerton, 2005|p. 389}}.</ref> nonché per gli esseri umani.<ref>{{cita web | autore=Invasive Species Specialist Group | titolo=Ecology of Bufo marinus | data=1 giugno 2006 | sito=Global Invasive Species Database | url=http://www.issg.org/database/species/ecology.asp?si=113&fr=1&sts= | accesso=2 luglio 2009 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090817231108/http://www.issg.org/database/species/ecology.asp?si=113&fr=1&sts=}}</ref> I Miobatracoidei, o rane australi,<ref name=e366>{{cita|Egerton, 2005|p. 366}}.</ref> costituiscono il gruppo di rane più numeroso del paese, con le due famiglie dei [[Myobatrachidae|Miobatrachidi]] (85 specie in 12 generi) e dei [[Limnodynastidae|Limnodinastidi]] (40 specie in 7 generi).<ref>{{cita web | url=http://www.environment.gov.au/biodiversity/abrs/publications/fauna-of-australia/pubs/volume2a/07-fauna-2a-amphibia-myobatrachidae.pdf | titolo=7. Family Myobatrachidae | autore=Murray J. Littlejohn, J. Dale Roberts, Graham F. Watson e Margaret Davies | anno=1993 | sito=Fauna of Australia series, Environment Australia website | editore=Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts, Australian Government | accesso=19 agosto 2010 | città=Canberra | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110320221926/http://www.environment.gov.au/biodiversity/abrs/publications/fauna-of-australia/pubs/volume2a/07-fauna-2a-amphibia-myobatrachidae.pdf}}</ref> Un membro degno di nota dei Miobatrachidi è la variopinta [[Pseudophryne corroboree|rana corroboree]], in via di estinzione.<ref name=e377>{{cita|Egerton, 2005|p. 377}}.</ref> Le rane arboricole della famiglia dei [[Pelodryadidae|Pelodriadidi]]<ref name=e379>{{cita|Egerton, 2005|p. 379}}.</ref> sono comuni nelle zone più piovose delle coste settentrionali e orientali;<ref name=e379387>{{cita|Egerton, 2005|pp. 379-387}}.</ref> in Australia se ne trovano 90 specie appartenenti a tre generi. I [[Microhylidae|Microilidi]], rappresentati da 24 specie appartenenti a due generi, sono limitati alle foreste pluviali dell'Australia settentrionale e agli habitat limitrofi:<ref>{{cita web | url=http://www.environment.gov.au/biodiversity/abrs/publications/fauna-of-australia/pubs/volume2a/09-fauna-2a-amphibia-microhylidae.pdf | titolo=9. Family Microhylidae | autore=Thomas C. Burton | anno=1993 | sito=Fauna of Australia series, Environment Australia website | editore=Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts, Australian Government | accesso=19 agosto 2010 | città=Canberra | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110320222003/http://www.environment.gov.au/biodiversity/abrs/publications/fauna-of-australia/pubs/volume2a/09-fauna-2a-amphibia-microhylidae.pdf}}</ref> tra questi vi è la specie più piccola del paese, la [[Cophixalus exiguus|rana esigua]]. I [[Ranidae|Ranidi]], la famiglia di anuri più diffusa al mondo, è rappresentata da una sola specie, la [[Papurana daemeli|rana dei boschi australiana]], presente unicamente nelle foreste pluviali del Queensland.<ref name=e388>{{cita|Egerton, 2005|p. 388}}.</ref> Come altrove, negli ultimi anni si è verificato un rapido declino delle popolazioni di rane in Australia.<ref name=e385/> Sebbene le ragioni di questo declino non siano state ancora chiarite con precisione, esso può essere almeno in parte attribuito a una letale malattia [[Chytridiomycota|fungina]] degli anfibi, la [[chitridiomicosi]].<ref name=e385>{{cita|Egerton, 2005|p. 385}}.</ref> Un'altra teoria tira in ballo il fatto, dimostrato da varie ricerche, che le specie dell'emisfero australe hanno in media 4,6 milioni di anni, rispetto a una media di 2,9 milioni di anni di quelle dell'emisfero boreale: i ricercatori ritengono che questa differenza di età sia dovuta alla serie di periodi glaciali che hanno colpito l'emisfero boreale, che potrebbero aver portato all'estinzione le specie più vecchie.<ref name="Young">{{cita web | url=http://www.australiangeographic.com.au/journal/australian-amphibians-among-oldest-in-the-world.htm/ | titolo=Australian species are older, study says | autore=Emma Young | data=21 luglio 2010 | sito=Australian Geographic | accesso=5 agosto 2010 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100725081627/http://www.australiangeographic.com.au/journal/australian-amphibians-among-oldest-in-the-world.htm}}</ref>
[[File:SaltwaterCrocodile('Maximo').jpg|left|thumb|Il [[Crocodylus porosus|coccodrillo marino]] è la specie di coccodrillo più grande del mondo.<ref name=e299>{{cita|Egerton, 2005|p. 299}}.</ref>]]
In Australia vivono due specie di [[Crocodylidae|coccodrilli]]. Il [[Crocodylus porosus|coccodrillo marino]], conosciuto colloquialmente come ''salty'', è la più grande specie di coccodrillo oggi esistente: può superare i 7 m di lunghezza<ref name=e298299>{{cita|Egerton, 2005|pp. 298-299}}.</ref> e i 1000 kg di peso,<ref>{{cita web | url=http://www.flmnh.ufl.edu/cnhc/csp_cpor.htm | titolo=Crocodilian Species – Australian Saltwater Crocodile (Crocodylus porosus) | sito=Flmnh.ufl.edu | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110717042556/http://www.flmnh.ufl.edu/CNHC/csp_cpor.htm}}</ref><ref>{{cita web | url=http://www.australianfauna.com/saltwatercrocodile.php | titolo=Saltwater Crocodile | sito=Australianfauna.com | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110725033425/http://www.australianfauna.com/saltwatercrocodile.php}}</ref><ref name=autogenerated1>{{cita libro |autore=Wood | titolo=The Guinness Book of Animal Facts and Feats | editore=Sterling Pub. Co. Inc. | anno=1983 | isbn=978-0-85112-235-9}}</ref> ed è in grado di uccidere un uomo.<ref name=e298>{{cita|Egerton, 2005|p. 298}}.</ref> Vive sulla costa e nelle acque dolci dei fiumi e delle zone umide dell'Australia settentrionale, e viene allevato per la carne e la pelle.<ref name=e298/> Il [[Crocodylus johnsoni|coccodrillo di Johnson]], presente solo nell'Australia settentrionale, non è considerato pericoloso per l'uomo.<ref name=e299/>
== Ecologia ==
Le coste australiane sono visitate da sei specie di [[Cheloniidae|tartarughe marine]]: la [[Natator depressus|tartaruga dorso piatto]], la [[Chelonia mydas|tartaruga verde]], la [[Eretmochelys imbricata|tartaruga embricata]], la [[Lepidochelys olivacea|tartaruga olivacea]], la [[Caretta caretta|tartaruga comune]] e la [[Dermochelys coriacea|tartaruga liuto]];<ref name=e300302>{{cita|Egerton, 2005|pp. 300-302}}.</ref> tutte quante sono protette nelle acque australiane.<ref>{{cita web | url=http://www.environment.gov.au/coasts/species/turtles/index.html | titolo=Marine Turtles | sito=Environment.gov.au | data=27 agosto 2007 | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110823192139/http://www.environment.gov.au/coasts/species/turtles/index.html}}</ref> Nelle zone umide del paese vivono otto specie di [[Testudines|tartarughe]] d'acqua dolce della famiglia dei [[Chelidae|Chelidi]] appartenenti a cinque generi diversi.<ref name=ttwg>{{cita pubblicazione | autore=[[Turtle Taxonomy Working Group]] | anno=2014 | capitolo=Turtles of the World, 7th edition: annotated checklist of taxonomy, synonymy, distribution with maps, and conservation status | curatore=A. G. J. Rhodin, P. C. H. Pritchard, P. P. van Dijk, B. A. Saumure, K. A. Buhlmann, J. B. Iverson e [[Russell Mittermeier|R. A. Mittermeier]] | titolo=Conservation Biology of Freshwater Turtles and Tortoises: A Compilation Project of the IUCN/SSC Tortoise and Freshwater Turtle Specialist Group | rivista=Chelonian Research Monographs | volume=5 | numero=7 | pp=000.329–479 | urlarchivio=http://archive.wikiwix.com/cache/20150502204705/http://www.iucn-tftsg.org/wp-content/uploads/file/Accounts/crm_5_000_checklist_v7_2014.pdf | doi=10.3854/ crm.5.000.checklist.v7.2014}}</ref> La [[Carettochelys insculpta|tartaruga muso di porco]] è l'unica tartaruga australiana che non appartiene a quella famiglia.<ref name=>{{cita|Egerton, 2005|p. 305}}.</ref> L'Australia è l'unico continente in cui non vive nessuna tartaruga terrestre della superfamiglia [[Testudinoidea]],<ref>{{cita web | url=http://www.environment.gov.au/biodiversity/abrs/publications/fauna-of-australia/pubs/volume2a/15-fauna-2a-chelonia-general.pdf | titolo=15. General Description and Definition of the Order Chelonia | autore=John M. Legler | anno=1993 | sito=Fauna of Australia series, Environment Australia website | editore=Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts, Australian Government | accesso=19 agosto 2010 | città=Canberra | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110320222149/http://www.environment.gov.au/biodiversity/abrs/publications/fauna-of-australia/pubs/volume2a/15-fauna-2a-chelonia-general.pdf}}</ref> esclusa l'Antartide.
[[File:Squirrel Posing at Logan Pass.jpg|thumb|left|Squirrel posing at Logan Pass]]
[[File:BlueTonguedLizard 2005 SeanMcClean.jpg|thumb|upright|Le [[Tiliqua|tilique]] dalla lingua blu sono tra le specie più grandi di [[Scincidae|scinco]].]]
I citelli della Columbia vivono in colonie distribuite in modo discontinuo all'interno del loro areale. Sono presenti in habitat alpini e subalpini, ai margini di prati o su cumuli rialzati dove si verificano inondazioni stagionali. Non si trovano frequentemente in ambienti rocciosi, praterie alpine sassose (''fellfield''), lande di erica (''heather'') o aree erbose alpine (''herbfield'') come invece avviene in prati e praterie. Possono anche occupare habitat disturbati, incluse le aree disboscate. In zone in cui [[Simpatria|coabitano]] con il citello di Belding (''[[Urocitellus beldingi]]''), occupano le aree con altitudine maggiore e clima più umido. Il citello di Belding preferisce invece regioni più secche e caratterizzate da vegetazione arbustiva di artemisia.<ref name=r19/> In Oregon, il citello della Columbia si trova principalmente nelle Blue Mountains, insieme ad altri mammiferi caratteristici tra cui: il toporagno montano (''[[Sorex monticolus]]''), il citello di Belding (''[[Urocitellus beldingi]]''), lo scoiattolo rosso (''[[Tamiasciurus hudsonicus]]''), il gopher del nord (''Thomomys talpoides''), il campagnolo rossastro del nord (''Clethrionomys gapperi'') e lo zapo occidentale (''[[Zapus princeps]]'').<ref name=r21>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 33}}.</ref>
L'Australia è l'unico continente<ref>{{cita web | data=4 giugno 2022 | titolo=There's a potentially dangerous myth about venomous snakes that researchers have proven very wrong | url=https://www.abc.net.au/news/science/2022-06-05/venomous-snakes-can-climb-trees-disproving-myth/100861486 | accesso=31 maggio 2024 | sito=ABC News}}</ref><ref>{{cita web | anno=2004 | titolo=Very venomous but | url=https://www.wettropics.gov.au/site/user-assets/docs/80VeryVenomousBut.pdf | sito=Queensland Parks and Wildlife Service, Cooperative Research Center for Tropical Savannas Management}}</ref> in cui i serpenti velenosi superano in numero i loro cugini innocui.<ref name=e341>{{cita|Egerton, 2005|p. 341}}.</ref> I serpenti australiani appartengono a sette famiglie. Di questi, le specie più velenose, tra cui il [[Oxyuranus microlepidotus|taipan dell'interno]] e quello [[Oxyuranus scutellatus|costiero]],<ref name=e352>{{cita|Egerton, 2005|p. 352}}.</ref> il [[Pseudonaja textilis|serpente bruno orientale]]<ref name=e351>{{cita|Egerton, 2005|p. 351}}.</ref> e il [[Notechis scutatus|serpente tigre]], appartengono alla famiglia degli [[Elapidae|Elapidi]].<ref name=e352356>{{cita|Egerton, 2005|pp. 352, 356}}.</ref> Delle 365 specie di elapidi, 138 si trovano in Australia<ref name=w526>{{cita|Wilson e Swan, 2017|p. 526}}</ref> e 103 di queste sono endemiche; a questa famiglia appartengono anche le trentadue specie di [[Hydrophiinae|serpenti di mare]], molte delle quali estremamente velenose, che vivono nelle acque dell'Australia settentrionale. Lungo la costa vivono anche due specie di serpenti di mare della famiglia degli [[Acrochordidae|Acrocordidi]]. L'Australia possiede solo 5 specie della famiglia di serpenti più rappresentata al mondo, quella dei [[Colubridae|Colubridi]]; nessuna di queste è endemica e si ritiene che siano giunte in epoca relativamente recente dall'Asia. Completano la fauna dei serpenti una specie della famiglia dei [[Natricidae|Natricidi]], sei specie della famiglia degli [[Homalopsidae|Omalopsidi]], 14 specie di [[Pythonidae|pitoni]] e 45 specie di [[Typhlopidae|serpenti ciechi]] insettivori.<ref name=w476>{{cita|Wilson e Swan, 2017|p. 476}}.</ref>
Non è nota alcuna descrizione di predazione da parte dei citelli della Columbia verso altri vertebrati. Tuttavia, è stato osservato il cannibalismo. In alcuni casi, le femmine adulte possono anche uccidere i piccoli. È stato ipotizzato che specie simpatriche, come il gopher del nord, il peromisco cervo (''[[Peromyscus maniculatus]]'') e l'arvicola della Pennsylvania (''[[Microtus pennsylvanicus]]''), possano sfruttare o depredare tane già fornite di provviste. Nel 1985 furono riportate osservazioni relative a possibili uccisioni di arvicole della Pennsylvania da parte dei citelli della Columbia. Tali uccisioni non sembravano motivate dalla predazione, ma piuttosto dalla difesa del territorio e delle risorse.<ref name=r22>{{cita|Harris, 1985}}.</ref>
Ci sono più specie di serpenti a Darwin che in qualsiasi altro capoluogo di stato australiano: nella sua area si trovano 34 specie di serpenti (esclusi quelli marini), di cui 23 sono state segnalate da cacciatori di serpenti professionisti nella città stessa.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Tom Parkin, Chris J. Jolly, Alana de Laive e Brenton von Takach | anno=2021 | titolo=Snakes on an urban plain: Temporal patterns of snake activity and human–snake conflict in Darwin, Australia | url=https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/aec.12990 | rivista=Austral Ecology | volume=46 | numero=3 | pp=449-462 | doi=10.1111/aec.12990 | bibcode=2021AusEc..46..449P | issn=1442-9985}}</ref> Fortunatamente per gli abitanti di Darwin, solo una piccola percentuale di queste specie è altamente velenosa rispetto a quelle che si trovano generalmente in altre città, trattandosi quasi tutte di pitoni e colubridi relativamente innocui, con un numero limitato di elapidi.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Damian Christopher Lettoof, Tom Parkin, Chris James Jolly, Alana de Laive e Brenton von Takach | data=1 aprile 2023 | titolo=Snake life history traits and their association with urban habitat use in a tropical city | rivista=Urban Ecosystems | volume=26 | numero=2 | pp=433-445 | doi=10.1007/s11252-023-01327-x | issn=1573-1642 | bibcode=2023UrbEc..26..433L}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Brenton von Takach, Damian Christopher Lettoof, Tom Parkin, Alana de Laive, Luke Allen e Chris J. Jolly | anno=2023 | titolo=Analysing spatiotemporal patterns of snake occurrence in an Australian city to help manage human-wildlife conflict | url=https://doi.org/10.1007/s10531-023-02752-2 | rivista=Biodiversity and Conservation | volume=33 | pp=347-360 | doi=10.1007/s10531-023-02752-2 | issn=1572-9710}}</ref>
[[File:Perentie Lizard Perth Zoo SMC Spet 2005.jpg|left|thumb|In Australia vivono 31 specie di [[Varanus|varani]].<ref name=w458>{{cita|Wilson e Swan, 2017|p. 458}}.</ref>]]
In Australia ci sono 784 specie di lucertole,<ref name="Database">{{cita web | url=http://www.reptile-database.org | titolo=The Reptile Database | editore=The Reptile Database | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151102083427/http://reptile-database.org/}}</ref> con rappresentanti di sette famiglie.<ref name=e306>{{cita|Egerton, 2005|p. 306}}.</ref> Ci sono ben 220 specie di [[Gekkota|gechi]], ripartite in 31 generi, diffuse un po' ovunque.<ref name="Database"/> Tra questi sono degni di nota i [[Pygopodidae|Pigopodidi]], una famiglia di gechi privi di arti endemica della regione australiana:<ref name=e315>{{cita|Egerton, 2005|p. 315}}.</ref> nel paese si trovano tutte e 44 le specie della famiglia, ripartite in sette generi.<ref name="Database"/> Gli [[Agamidae|Agamidi]] sono rappresentati da 88 specie di 15 generi diversi,<ref name="Database"/> tra cui il [[Moloch horridus|moloch]], le sei specie di [[Pogona|drago barbuto]] e il [[Chlamydosaurus kingii|clamidosauro]].<ref name=e319323>{{cita|Egerton, 2005|pp. 319, 323}}.</ref> In Australia vivono 31 specie di [[Varanidae|varani]]<ref name="Database"/> (famiglia dei Varanidi), note comunemente come ''[[Varanus|goanna]]''.<ref name=e324>{{cita|Egerton, 2005|p. 324}}.</ref> La più grande tra queste è il [[Varanus giganteus|varano gigante]], che può raggiungere i 2 m di lunghezza.<ref name=e327>{{cita|Egerton, 2005|p. 327}}.</ref> Ci sono ben 445 specie di [[Scincidae|scinchi]] appartenenti a 48 generi, che costituiscono più del 50% di tutte le specie di lucertole australiane;<ref name="Database"/> a questo gruppo appartengono le [[Tiliqua|tilique]] dalla lingua blu.<ref name=e339>{{cita|Egerton, 2005|p. 339}}.</ref>
Le densità delle popolazioni risulta più alta nei «terreni agricoli di fondo valle» rispetto ai «campi di grano». Nell'Idaho subalpino è stata rilevata una densità di 35 individui per ettaro. In Alberta, la densità di giovani è stata stimata tra 5 e 20 per ettaro, mentre per gli individui più anziani la stima varia da 12 a 16 per ettaro.<ref name=r19/>
== Pesci ==
[[File:Maccullochella peelii peelii.jpg|thumb|Il [[Maccullochella peelii|merluzzo del Murray]] è il più grande pesce osseo esclusivamente d'acqua dolce dell'Australia.<ref>{{cita web | autore=Dianne Bray e Vanessa Thompson | titolo=Murray Cod, Maccullochella peelii | url=http://www.fishesofaustralia.net.au/home/species/4655 | sito=Fishes of Australia | accesso=6 ottobre 2014 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141009095015/http://www.fishesofaustralia.net.au/home/species/4655}}</ref>]]
Nelle acque australiane vivono più di 5000 specie di pesci;<ref>{{cita web | autore=[[Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization|CSIRO]] | anno=2004 | titolo=Standard Names of Australian Fish | url=https://web.archive.org/web/20160503030003/http://www.marine.csiro.au/caab/namelist.htm}}</ref><ref name=fishes/> di queste, il 24% è endemica. Tuttavia, a causa della relativa scarsità di corsi d'acqua, in Australia vivono solo circa 300 specie d'acqua dolce.<ref name=":1">{{cita libro | autore=Gerald R. Allen, S. H. Midgley e M. Allen | url=https://www.worldcat.org/oclc/49901785 | titolo=Field guide to freshwater fishes of Australia | anno=2002 | editore=Western Australian Museum | isbn=0-7307-5486-3 | città=Perth, W.A. | pp=vii, 54-55 | oclc=49901785}}</ref> Due famiglie di pesci d'acqua dolce hanno origini antiche: gli [[Osteoglossinae|arawana]] od osteoglossidi e il [[Neoceratodus forsteri|neoceratodo]].<ref name=e409>{{cita|Egerton, 2005|p. 409}}.</ref> Il neoceratodo è il [[Dipnoi|pesce polmonato]] più primitivo, essendosi evoluto prima che l'Australia si separasse dal Gondwana.<ref name=":1"/><ref name=Frentiu>{{cita pubblicazione | autore=F. D. Frentiu, J. R. Ovenden e R. Street | titolo=Australian lungfish (''Neoceratodus forsteri'': Dipnoi) have low genetic variation at allozyme and mitochondrial DNA loci: a conservation alert? | rivista=Conservation Genetics | volume=2 | numero=1 | pp=63-67 | doi=10.1023/A:1011576116472 | anno=2001}}</ref> Uno dei più piccoli pesci d'acqua dolce, limitato alla regione sud-occidentale del paese, è il [[Lepidogalaxias salamandroides|pesce salamandra]], che può sopravvivere alla disidratazione durante la stagione secca interrandosi nel fango.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Tim M. Berra e Bradley J. Pusey | data=ottobre 1997 | titolo=Threatened fishes of the world: ''Lepidogalaxias salamandroides'' Mees, 1961 (Lepidogalaxiidae) | rivista=Environmental Biology of Fishes | volume=50 | numero=2 | pp=201-202 | doi=10.1023/A:1007322606248 | bibcode=1997EnvBF..50..201B}}</ref> Altre famiglie di possibile origine gondwaniana sono i [[Retropinnidae|Retropinnidi]], i [[Galaxiidae|Galaxiidi]], gli [[Aplochitonidae|Aplochitonidi]] e i [[Percichthyidae|Percictidi]]. Tralasciando queste specie più antiche, il 70% dei pesci d'acqua dolce australiani presenta affinità con specie marine tropicali indo-pacifiche adattatesi a vivere nelle acque dolci.<ref>{{cita libro | autore=W. D. Williams e G. R. Allen | anno=1987 | capitolo=Origins and adaptations of the fauna of inland waters | curatore=D. W. Walton | titolo=Fauna of Australia | volume=Volume 1A | editore=Australian Government Publishing Service | città=Canberra}}</ref> Queste specie includono [[Petromyzontiformes|lamprede]] d'acqua dolce,<ref name=e395>{{cita|Egerton, 2005|p. 395}}.</ref> [[Clupeidae|aringhe]], [[Plotosidae|pesci gatto]], [[Melanotaeniidae|pesci arcobaleno]] e circa 50 specie della famiglia degli [[Eleotridae|Eleotridi]], tra cui il [[Oxyeleotris lineolata|merluzzo dormiglione]].<ref name=p1236>{{cita|Prokop, 2006|pp. 12, 36}}.</ref> Tra le prede più ambite dai pescatori vi sono il [[Lates calcarifer|barramundi]],<ref name=e440>{{cita|Egerton, 2005|p. 440}}.</ref> il [[Maccullochella peelii|merluzzo del Murray]] e il [[Macquaria ambigua|persico dorato]].<ref name=e1018>{{cita|Prokop, 2006|pp. 10, 18}}.</ref> Nel [[Territorio del Nord]] vivono due specie minacciate di [[Glyphis|squalo d'acqua dolce]].<ref>{{cita web | titolo=Northern River Shark | url=https://www.iucnredlist.org/species/42712/68624151 | sito=IUCN Red List}}</ref><ref>{{cita web | titolo=Speartooth Shark | url=https://www.iucnredlist.org/species/39379/68624306 | sito=IUCN Red List}}</ref>
[[File:Phyllopteryx taeniolatus1.jpg|thumb|left|Il [[Phyllopteryx taeniolatus|drago marino comune]], un pesce imparentato con [[Syngnathidae|pesci pipa e cavallucci di mare]], vive nelle acque intorno all'Australia meridionale.<ref name=e434>{{cita|Egerton, 2005|p. 434}}.</ref>]]
Nei corsi d'acqua australiani sono state introdotte diverse specie esotiche di pesci d'acqua dolce, tra cui la [[Salmo trutta|trota comune]], il [[Salvelinus fontinalis|salmerino di torrente]], la [[Oncorhynchus mykiss|trota iridata]], il [[Salmo salar|salmone europeo]], il [[Oncorhynchus tshawytscha|salmone reale]], il [[Perca fluviatilis|pesce persico]], la [[Cyprinus carpio|carpa]] e la [[Gambusia holbrooki|gambusia]].<ref>{{cita libro | autore=R. Wager e P. Jackson | anno=1993 | titolo=The Action Plan for Australian Freshwater Fishes | url=https://web.archive.org/web/20050719035500/http://www.deh.gov.au/biodiversity/threatened/action/fish/index.html | editore=Queensland Department of Primary Industries Fisheries Division | isbn=0-642-16818-0}}</ref> La gambusia è una specie particolarmente aggressiva, nota per molestare e mordere le pinne di altri pesci. La sua presenza è stata correlata al declino e alla scomparsa locale di diverse specie di piccoli pesci autoctoni. Le specie di trota introdotte hanno avuto gravi impatti negativi su diverse specie di pesci autoctoni di montagna, come il [[Maccullochella macquariensis|merluzzo trota]], il [[Macquaria australasica|persico di Macquarie]] e il [[Galaxias olidus|galaxide di montagna]], nonché su altre specie di montagna come la [[Ranoidea spenceri|raganella di Spencer]]. La carpa è fortemente implicata nella drastica scomparsa delle alghe acquatiche, nel declino di piccole specie di pesci autoctoni e nell'intorbidimento delle acque nel [[bacino Murray-Darling]] nell'Australia sud-occidentale.
I citelli della Columbia sono descritti come «tra i citelli più vegetariani in assoluto». Nella prima parte della stagione, si nutrono prevalentemente di vegetazione fresca e succulenta. Quando la vegetazione diventa più dura, si orientano maggiormente verso semi e granaglie. Alla fine della stagione, appaiono visibilmente ingrassati. L'esame del contenuto gastrico di un gruppo di 43 citelli ha rivelato materiale vegetale in tutti i casi. Nell'86% degli stomaci analizzati fu rinvenuta esclusivamente vegetazione, mentre il 2% conteneva tracce di altri mammiferi e il 14% resti di insetti.<ref name=r12/>
La maggior parte delle specie ittiche australiane è marina e il 75% di esse vive in acque tropicali.<ref name=fishes>{{cita web | titolo=Dianne Bray | titolo=Introduction to Australia's Fishes | url=http://www.fishesofaustralia.net.au/home/content/166 | sito=Fishes of Australia | accesso=6 ottobre 2014 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140822031656/http://fishesofaustralia.net.au/home/content/166}}</ref> Ciò si deve in parte all'enorme estensione di acque territoriali australiane, che coprono una superficie di 9 milioni di km².<ref name=fishes/> Tra i gruppi di particolare interesse ci sono le [[Muraenidae|murene]] e i [[Holocentridae|pesci scoiattolo]],<ref name=e413420>{{cita|Egerton, 2005|pp. 413, 420}}.</ref> così come i [[Syngnathinae|pesci pipa]] e i [[Hippocampus|cavallucci di mare]],<ref name=e433434>{{cita|Egerton, 2005|pp. 433-434}}.</ref> i cui maschi covano le uova della compagna in un'apposita tasca.<ref name=e434/> Nelle acque australiane vivono 80 specie di [[Epinephelinae|cernie]], tra cui uno dei [[Osteichthyes|pesci ossei]] più grandi del mondo, la [[Epinephelus lanceolatus|cernia gigante]], che può raggiungere i 2,7 m di lunghezza e i 400 kg di peso.<ref>{{IUCN|summ=7858|autore=S. Fennessy, D. A. Pollard e M. Samoilys | anno=2018 | titolo=Epinephelus lanceolatus}}</ref> I [[Carangidae|caranghi]], un gruppo di 50 specie di pesci argentati che si muovono in banco, e i [[Pagrus auratus|dentici]] sono specie popolari per la pesca commerciale.<ref name=e449451>{{cita|Egerton, 2005|pp. 449, 451}}.</ref> La [[Grande barriera corallina|Grande Barriera Corallina]] ospita un'enorme varietà di pesci tropicali di piccole e medie dimensioni, come i [[Pomacentridae|pesci damigella]], i [[Chaetodontidae|pesci farfalla]], i [[Pomacanthidae|pesci angelo]],<ref name=e459463>{{cita|Egerton, 2005|pp. 459-463}}.</ref> i [[Gobiidae|ghiozzi]], i [[Apogonidae|pesci cardinale]], i [[Labridae|labri]],<ref name=e446>{{cita|Egerton, 2005|pp. 446, 467-468, 478}}.</ref> i [[Balistidae|pesci balestra]] e i [[Acanthuridae|pesci chirurgo]].<ref name=e480>{{cita|Egerton, 2005|pp. 480, 486}}.</ref> Qui vivono anche diverse specie velenose, tra cui alcune specie di [[Synanceia|pesci pietra]] e [[Tetraodontidae|pesci palla]] e il [[Pterois volitans|pesce scorpione]], tutti dotati di tossine in grado di uccidere un essere umano.<ref name=e435>{{cita|Egerton, 2005|pp. 435, 489-490}}.</ref> Vi sono 11 specie velenose di [[Myliobatoidei|pastinache]], la più grande delle quali è la [[Dasyatis brevicaudata|pastinaca liscia]].<ref name=e406>{{cita|Egerton, 2005|p. 406}}.</ref> I [[Sphyraena|barracuda]] sono una delle specie più grandi della barriera corallina.<ref name=e481>{{cita|Egerton, 2005|p. 481}}.</ref> Tuttavia, i grossi pesci tropicali non dovrebbero essere mangiati, in quanto potrebbero provocare avvelenamenti da [[ciguatera]].
[[File:Wobbegong.jpg|thumb|Con una lunghezza di 3 m circa, il [[Orectolobus maculatus|wobbegong maculato]] è il [[Orectolobidae|wobbegong]] di maggiori dimensioni.<ref name=k12>{{cita|Kuiter, 2000|p. 12}}.</ref>]]
Gli [[Selachimorpha|squali]] vivono in tutte le acque costiere e negli ambienti estuarini del litorale australiano. Se ne contano 183 specie, tra cui 31 specie di [[Carcharhinidae|squali requiem]], 12 di [[Scyliorhinidae|gattucci]], 10 di [[Orectolobidae|wobbegong]] e 12 di [[Squalidae|spinaroli]]. Sono presenti tre specie della famiglia degli [[Heterodontidae|Eterodontidi]]: lo [[Heterodontus portusjacksoni|squalo testa di toro di Port Jackson]], lo [[Heterodontus zebra|squalo testa di toro zebra]] e lo [[Heterodontus galeatus|squalo testa di toro crestato]].<ref name=k8>{{cita|Kuiter, 2000|p. 8}}.</ref> Nel 2004, in Australia sono stati registrati 12 attacchi di squalo non provocati, di cui due fatali.<ref>{{cita web | autore=International Shark Attack File | anno=2005 | titolo=SAF Statistics for the Worldwide Locations with the Highest Shark Attack Activity Since 1990 | url=http://archive.wikiwix.com/cache/20110217024855/http://www.flmnh.ufl.edu/fish/sharks/statistics/statsw.htm | editore=Florida Museum of Natural History}}</ref> Solo 3 specie di squalo rappresentano una minaccia significativa per l'uomo: lo [[Carcharhinus leucas|squalo leuca]], lo [[Galeocerdo cuvier|squalo tigre]] e lo [[Carcharodon carcharias|squalo bianco]]. Alcune spiagge popolari del Queensland e del [[Nuovo Galles del Sud]] sono protette da reti anti-squalo, un metodo di difesa che ha ridotto considerevolmente la popolazione di squali, sia pericolosi che innocui, a causa degli impigliamenti accidentali. Anche la pesca eccessiva ha ridotto considerevolmente il numero di squali nelle acque australiane e diverse specie sono ora in pericolo. Uno [[Megachasma pelagios|squalo megamouth]] è stato trovato arenato su una spiaggia di [[Perth]] nel 1988:<ref name=e397>{{cita|Egerton, 2005|p. 397}}.</ref> questa specie è molto poco conosciuta, ma questa scoperta potrebbe indicare la presenza della specie nelle acque costiere australiane.
I citelli della Columbia possono essere parassitati dalla zecca delle Montagne Rocciose (''[[Dermacentor andersoni]]''), vettore dei batteri che causano la [[febbre maculosa delle Montagne Rocciose]]. Altri parassiti esterni includono i pidocchi ''Enderleinellus suturalis'' e ''Neohaemotopinus laeviusculus''; le pulci ''Neopsylla inopina'', ''Opisocrostis tuberculatus'' e ''Oropsylla idahoensis''; gli acari ''Dermacarus heptneri'', ''Androlaelaps fahrenholz'', ''[[Macrocheles]] sp. e ''Pygmephorus erlangensis''. Tra i parassiti interni vi sono il protozoo ''Trypanosoma otospermophili'' e le specie del genere ''[[Eimeria]]'': ''Eimeria bilamellata'', ''Eimeria callospermophili'' e ''Eimeria lateralis''. È stata segnalata anche la presenza di ''[[Yersinia pestis]]'', causa della [[peste nera]]. Essi possono fungere da riserva naturale per virus come quelli dell'encefalite di Powassan o di Saint Louis, sulla base di alcune analisi sierologiche. I citelli della Columbia possono inoltre soffrire di dermatite provocata da ''Dermatophilus congolensis''.<ref name=r23>{{cita|Elliott e Flinders, 1991|p. 4}}.</ref>
== Invertebrati ==
[[File:Columbian Ground Squirrel Cranbrook.jpg|left|thumb|Columbian ground squirrel in [[North Central Rockies forests|North Central Rockies Forests]]]]
{| class="wikitable" style="margin:1em; font-size:80%; float:right;"
Il trattamento delle femmine di citello della Columbia con polvere antipulci ha prodotto un miglioramento nelle condizioni fisiche degli animali trattati. Le femmine trattate hanno prodotto cucciolate più numerose e guadagnato peso dalla nascita allo svezzamento dei piccoli, mentre quelle non trattate hanno perso peso nello stesso periodo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. Neuhaus | titolo=Parasite removal and its impact on litter size and body condition in Columbian ground squirrels (Spermophilus columbianus) | rivista=Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences | data=7 novembre 2003 | volume=270 | numero=Suppl_2 | pp=S213-S215 | doi=10.1098/rsbl.2003.0073 | pmid=14667386 | pmc=1809932}}</ref>
|- style="background:pink;"
!Gruppo tassonomico
!width="70"|Numero di specie descritte
!width="70"|Numero di specie stimate in Australia
|-
|[[Porifera|Poriferi]]
|1476
|~3500
|-
|[[Cnidaria|Cnidari]]
|1705
|~2200
|-
|[[Platyhelminthes|Platelminti]]
|1593
|~{{M|10000}}
|-
|[[Acanthocephala|Acantocefali]]
|56
|~160
|-
|[[Nematoda|Nematodi]]
|~2060
|~{{M|30000}}
|-
|[[Mollusca|Molluschi]]
|~8700
|~{{M|12250}}
|-
|[[Annelida|Anellidi]]
|2192
|~4230
|-
|[[Onychophora|Onicofori]]
|71
|~80
|-
|[[Crustacea|Crostacei]]
|7266
|~9500
|-
|[[Arachnida|Aracnidi]]
|6615
|~{{M|31338}}
|-
|[[Insecta|Insetti]]
|~{{M|62000}}
|~{{M|205000}}
|-
|[[Echinodermata|Echinodermi]]
|1475
|~2000
|-
|Altri invertebrati
|~2371
|~5015
|-
|colspan="3"| <small>Basato su: Williams ''et al.'', 2001<ref name="Williams">{{cita libro | autore=J. Williams ''et al.'' | anno=2001 | titolo=Biodiversity, Australia State of the Environment Report 2001 | url=https://web.archive.org/web/20110327235509/http://environment.gov.au/soe/2001/publications/theme-reports/biodiversity/pubs/biodiversity.pdf | editore=CSIRO Publishing on behalf of the Department of the Environment and Heritage | città=Canberra | isbn=0-643-06749-3}}</ref> e Chapman, 2009<ref>{{cita web | url=https://www.environment.gov.au/system/files/pages/2ee3f4a1-f130-465b-9c7a-79373680a067/files/nlsaw-2nd-complete.pdf | titolo=Numbers of Living Species in Australia and the World | autore=Arthur D. Chapman | data=settembre 2009 | editore=Australian Biological Resources Study | edizione=2 | accesso=27 agosto 2021}}</ref></small>
|}
Delle {{M|200000}} specie animali che si stima vivano in Australia, circa il 96% sono invertebrati. Sebbene non si conosca a pieno l'intera varietà della fauna invertebrata, il 90% degli [[Insecta|insetti]] e dei [[Mollusca|molluschi]] è considerato endemico.<ref name="Williams"/> Gli invertebrati occupano molte nicchie ecologiche e sono di fondamentale importanza nei vari ecosistemi come decompositori,<ref name=e492>{{cita|Egerton, 2005|p. 492}}.</ref> impollinatori e fonte di cibo.<ref name=e494495>{{cita|Egerton, 2005|pp. 494-495, 520, 553}}.</ref> Il gruppo più grande di invertebrati è quello degli insetti, che comprende il 75% delle specie animali conosciute d'Australia. Gli ordini di insetti più diversificati sono i [[Coleoptera|Coleotteri]], con {{M|28200}} specie di [[Coleoptera|scarabei]] e [[Curculionoidea|curculioni]],<ref name=e538>{{cita|Egerton, 2005|pp. 538-540}}.</ref> i [[Lepidoptera|Lepidotteri]], con {{M|20816}} specie di [[Farfalla|farfalle]] e [[Falena|falene]],<ref name=e545>{{cita|Egerton, 2005|p. 545}}.</ref> e gli [[Hymenoptera|Imenotteri]], con circa {{M|14800}} specie di [[Formicidae|formiche]], [[Anthophila|api]] e [[Apocrita|vespe]].<ref name="CSIRO-Entomology">{{cita web | autore=CSIRO Entomology | titolo=Insects and their allies | url=https://web.archive.org/web/20050615124728/http://www.ento.csiro.au/education/insects_allies.html}}</ref> L'ordine dei [[Diptera|Ditteri]], che include [[Diptera|mosche]] e [[Culicidae|zanzare]], è rappresentato da 7786 specie.<ref name=e542>{{cita|Egerton, 2005|pp. 542-543}}.</ref> L'ordine degli [[Hemiptera|Emitteri]], che comprende cimici, afidi e cicaline,<ref name=e533>{{cita|Egerton, 2005|pp. 533-535}}.</ref> conta 5650 specie; e quello degli [[Orthoptera|Ortotteri]], che comprende [[Caelifera|cavallette]], [[Gryllidae|grilli]] e [[Tettigoniidae|tettigonie]], 2827.<ref name=e528>{{cita|Egerton, 2005|pp. 528-531}}.</ref> Tra le specie introdotte che rappresentano una minaccia significativa per le specie autoctone ricordiamo la [[Vespula germanica|vespa di terra]],<ref name=e552>{{cita|Egerton, 2005|p. 552}}.</ref> la [[Solenopsis invicta|formica di fuoco]],<ref>{{cita web | url=http://entomology.ifas.ufl.edu/creatures/urban/ants/red_imported_fire_ant.htm#economic | titolo=Red imported fire ant – Solenopsis invicta | sito=Entomology.ifas.ufl.edu | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160921211110/http://entomology.ifas.ufl.edu/creatures/urban/ants/red_imported_fire_ant.htm#economic}}</ref> la [[Anoplolepis gracilipes|formica pazza gialla]]<ref>{{cita web | autore=Synergy International Limited | url=http://www.issg.org/database/species/ecology.asp?si=110&fr=1&sts=&lang=EN | titolo=Issg Database: Ecology of Anoplolepis gracilipes | sito=Issg.org | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120212184249/http://www.issg.org/database/species/ecology.asp?si=110&fr=1&sts=&lang=EN}}</ref> e l'[[Apis mellifera|ape europea]], che compete con le api autoctone.<ref name=e553>{{cita|Egerton, 2005|p. 553}}.</ref>
[[File:Green ants.jpg|left|thumb|In Australia sono state descritte 1275 tra specie e sottospecie di formiche.<ref>{{cita web | autore=S. Shattuck e N. Barnett | anno=2001 | url=https://web.archive.org/web/20080315185148/http://www.ento.csiro.au/science/ants/ants_in_australia.htm | titolo=Australian Ants Online | editore=CSIRO Entomology}}.</ref> Queste formiche tessitrici (''[[Oecophylla smaragdina]]'') sono diffuse nell'Australia tropicale e costruiscono nidi fatti di foglie.<ref name=e555>{{cita|Egerton, 2005|p. 555}}.</ref>]]
L'Australia presenta un'ampia varietà di [[Arachnida|aracnidi]], tra cui 78 famiglie di ragni<ref>{{cita libro | titolo=A Field Guide to Spiders of Australia | autore=Robert Whyte e Greg Anderson | editore=CSIRO Publishing | anno=2017 | isbn=9780643107076 | città=Clayton, Victoria, Australia}}</ref> con 79 specie abbastanza familiari da aver ricevuto un nome comune. Sono numerose le specie altamente velenose, tra cui il famigerato [[Atrax robustus|ragno dei cunicoli]] e altri migalomorfi, il cui [[Morsicatura di ragno|morso può essere letale]].<ref name=e563>{{cita|Egerton, 2005|p. 563}}.</ref> In passato si riteneva che il [[Latrodectus hasselti|ragno dalla schiena rossa]] fosse mortale, poiché si pensava che la mancanza di decessi dal 1956 fosse dovuta allo sviluppo di un antidoto, ma questo si è dimostrato non migliore di un semplice placebo.<ref>{{cita libro | autore=Julian White | url=https://www.worldcat.org/oclc/794734478 | titolo=A clinician's guide to Australian venomous bites and stings: incorporating the updated CSL antivenom handbook | anno=2012 | editore=CSL Limited | isbn=978-0-646-57998-6 | città=Parkville, Vic. | oclc=794734478}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Carol Booth | data=luglio-settembre 2008 | titolo=Along Came A Spider | url=http://www.australiangeographic.com.au/journal/along-came-a-spider.htm | urlmorto=sì | rivista=Australian Geographic | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091006070407/http://www.australiangeographic.com.au/journal/along-came-a-spider.htm}}</ref> Ci sono migliaia di specie di acari e zecche della sottoclasse [[Acarina]].<ref name=e557>{{cita|Egerton, 2005|p. 557}}.</ref> L'Australia ospita anche almeno 150 specie di [[Pseudoscorpionida|pseudoscorpioni]], dei quali si stima che ce ne siano altre 550 in attesa di essere descritte,<ref>{{cita web | titolo=Order SCORPIONES | url=https://biodiversity.org.au/afd/taxa/PSEUDOSCORPIONES | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150304135805/http://www.biodiversity.org.au/afd/taxa/Scorpiones | sito=Australian Faunal Directory}}</ref> e almeno 17 generi di scorpioni con 120 specie.<ref>{{cita web | titolo=Names List for SCORPIONES | url=https://biodiversity.org.au/afd/taxa/SCORPIONES/names | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180511100909/https://biodiversity.org.au/afd/taxa/SCORPIONES/names | sito=Australian Faunal Directory}}</ref>
Tra i predatori del citello della Columbia vi sono l'orso grizzly (''[[Ursus arctos horribilis]]''), il coyote (''[[Canis latrans]]''), la martora del Pacifico (''[[Martes caurina]]''), il lupo (''[[Canis lupus]]''), il tasso americano (''[[Taxidea taxus]]''), varie specie di [[Mustelidae|donnole]] (''[[Mustela]]'' e ''[[Neogale]]''), e il puma (''[[Puma concolor]]''). Tra gli uccelli predatori vi sono l'aquila reale (''[[Aquila chrysaetos]]''), la poiana della Giamaica (''[[Buteo jamaicensis]]'') e l'astore (''[[Accipiter gentilis]]'').<ref name=r23/>
Nella (sotto)classe degli [[Annelida|Anellidi]] [[Oligochaeta|Oligocheti]] ci sono molte famiglie di vermi acquatici e, tra i [[Verme|vermi]] terrestri nativi: gli [[Enchytraeidae|Enchitreidi]] («vermi da vaso») e lombrichi veri e propri delle famiglie [[Acanthodrilidae|Acantodrilidi]], [[Octochaetidae|Ottochetidi]] e [[Megascolecidae|Megascolecidi]]. A quest'ultima appartiene il più grande lombrico del mondo, il [[Megascolides australis|lombrico gigante del Gippsland]], presente solamente nel [[Gippsland]], una regione del [[Victoria (Australia)|Victoria]].<ref name=e518>{{cita|Egerton, 2005|p. 518}}.</ref> In media raggiunge gli 80 cm di lunghezza, ma sono stati trovati esemplari lunghi fino a 3,7 m.
[[File:Wolf spider&egg sac02.jpg|thumb|Il [[Lycosidae|ragno lupo]] ''Lycosa godeffroyi'' è comune in molte zone dell'Australia. In questa famiglia di ragni, la femmina trasporta il sacco ovarico.]]
La grande famiglia dei [[Parastacidae|Parastacidi]] comprende 124 specie di gamberi d'acqua dolce australiani. Tra questi rientrano il gambero più piccolo del mondo, il [[Tenuibranchiurus|gambero di palude]], che non supera i 30 mm di lunghezza,<ref>{{cita web | autore=John W. Short | data=novembre 2000 | titolo=Freshwater Crayfish | url=http://www.qm.qld.gov.au/inquiry/factsheets/leaflet0057.pdf | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090602082709/http://www.qm.qld.gov.au/inquiry/factsheets/leaflet0057.pdf | sito=Crustaceans 1 | editore=Queensland Museum}}</ref> e quello più grande, il [[Astacopsis gouldi|gambero d'acqua dolce gigante della Tasmania]],<ref name=e575>{{cita|Egerton, 2005|p. 575}}.</ref> che può raggiungere i 76 cm di lunghezza e i 4,5 kg di peso.<ref>{{cita web | url=http://www.environment.gov.au/biodiversity/threatened/publications/lobster.html | titolo=Tasmanian Giant Freshwater Lobster (''Astacopsis gouldi'') | editore=Department of the Environment, Water, Heritage and the Arts | data=9 febbraio 2007 | accesso=16 marzo 2010 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100205071506/http://www.environment.gov.au/biodiversity/threatened/publications/lobster.html}}</ref> Ai gamberi del genere ''[[Cherax]]'' appartiene lo [[Cherax destructor|yabby comune]],<ref name=e575/> nonché tipiche specie da allevamento come il [[Cherax cainii|marron]] e il [[Cherax quadricarinatus|gambero dalle chele rosse del Queensland]]. In Australia si trovano anche varie specie del genere ''[[Engaeus]]'', note comunemente come gamberi di terra. Queste non sono interamente acquatiche, perché trascorrono la maggior parte della loro vita all'interno di tane sotterranee. L'Australia ospita sette specie di granchi d'acqua dolce del genere ''[[Austrothelphusa]]''. Questi granchi vivono nascosti lungo le rive dei corsi d'acqua e possono sigillare l'ingresso delle loro tane, sopravvivendo a diversi anni di siccità. I [[Anaspididae|gamberetti di montagna]] d'acqua dolce sono un peculiare gruppo estremamente primitivo, che presenta somiglianze con specie fossili risalenti a 200 milioni di anni fa.
[[File:Common clownfish.jpg|thumb|Un'[[Heteractis magnifica|anemone di mare magnifica]] della [[Grande barriera corallina|Grande Barriera Corallina]], con un [[Amphiprion ocellaris|pesce pagliaccio]].|left]]
Nelle acque australiane si trova un'enorme varietà di invertebrati marini; in particolare la [[Grande barriera corallina|Grande Barriera Corallina]] ospita gran parte di questa diversità. Gruppi particolarmente ben rappresentati sono i [[Porifera|Poriferi]] o spugne,<ref name=e497>{{cita|Egerton, 2005|p. 497}}.</ref> gli [[Cnidaria|Cnidari]] ([[Medusa (zoologia)|meduse]], [[Anthozoa|coralli]] e [[Actiniaria|anemoni di mare]]), gli [[Ctenophora|Ctenofori]],<ref name=e499>{{cita|Egerton, 2005|pp. 499-506}}.</ref> gli [[Echinodermata|Echinodermi]] ([[Echinoidea|ricci di mare]], [[Asteroidea|stelle marine]], [[Ophiuroidea|stelle serpentine]] e [[Holothuroidea|cetrioli di mare]]), i [[Brachiopoda|Brachiopodi]]<ref name=e597>{{cita|Egerton, 2005|pp. 597-606}}.</ref> e i Molluschi ([[Chiocciola|chiocciole]], [[Lumaca|lumache]], [[Patellogastropoda|patelle]], [[Teuthida|calamari]], [[Octopoda|polpi]], [[Cardiidae|cardi]], [[Ostreidae|ostriche]], [[Vongola|vongole]] e [[Polyplacophora|chitoni]]).<ref name=e494>{{cita|Egerton, 2005|p. 494}}.</ref> Tra gli invertebrati velenosi ricordiamo la [[Chironex fleckeri|vespa di mare]], il [[Hapalochlaena|polpo dagli anelli blu]],<ref name=ill>{{cita|Egerton, 2005|pp. 502, 596}}.</ref> e dieci specie di [[Conidae|conidi]], che possono causare insufficienza respiratoria e morte negli esseri umani.<ref name=ill/> La [[Acanthaster planci|stella di mare corona di spine]] di solito popola la barriera corallina a basse densità; tuttavia, in condizioni che non sono ancora ben comprese, può riprodursi fino a raggiungere una densità di popolazione insostenibile quando i coralli vengono divorati a una velocità superiore a quella con cui si rigenerano: ciò rappresenta una seria minaccia per la conservazione della barriera corallina. Altri invertebrati marini problematici comprendono sia specie autoctone come il riccio di mare viola e il riccio di mare bianco, che in alcuni casi, a causa dell'eccessivo sfruttamento dei loro predatori naturali, come [[Haliotidae|abaloni]] e [[Jasus edwardsii|aragoste]], possono impossessarsi di interi habitat marini, ricoprendo il fondale con migliaia di esemplari; che introdotte, come la [[Arcuatula senhousia|cozza asiatica]], la [[Perna canaliculus|cozza verde della Nuova Zelanda]], la [[Mytilopsis sallei|cozza a strisce nere]] e la [[Asterias amurensis|stella marina del Pacifico settentrionale]], che soppiantano tutti i molluschi autoctoni.
== Tassonomia ==
Ci sono molti crostacei marini unici nelle acque australiane. La classe più nota, a cui appartengono tutte le specie commestibili di crostacei, è [[Malacostraca]]. Le calde acque dell'Australia settentrionale ospitano molte specie di crostacei [[Decapoda|decapodi]], come [[Brachyura|granchi]], [[Anomura|falsi granchi]], [[Paguroidea|paguri]], [[Palinuridae|aragoste]], [[Caridea|gamberetti]] e [[Dendrobranchiata|gamberi]]. I [[Peracarida|peracaridi]], quali [[Amphipoda|anfipodi]] e [[Isopoda|isopodi]], sono più diversificati nelle acque più fredde dell'Australia meridionale. Gruppi marini meno noti ma ben rappresentati sono le classi [[Remipedia]], [[Cephalocarida]], [[Branchiopoda]], [[Maxillopoda]] (cui appartengono i [[Cirripedia|cirripedi]], i [[Copepoda|copepodi]] e i [[Argulidae|pidocchi dei pesci]]) e [[Ostracoda]].<ref name=e569>{{cita|Egerton, 2005|pp. 569-570}}.</ref> Specie degne di nota sono il [[Pseudocarcinus gigas|granchio gigante della Tasmania]], la seconda specie di granchio più grande al mondo,<ref>{{cita web | url=https://www.britannica.com/EBchecked/topic/141462/crab/1592/Distribution-and-variety#ref=ref3637 | titolo=Crab (crustacean) :: Distribution and variety. – Britannica Online Encyclopedia | sito=Britannica.com | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110606120420/https://www.britannica.com/EBchecked/topic/141462/crab/1592/Distribution-and-variety#ref=ref3637}}</ref> che vive in acque profonde e può pesare fino a 13 kg,<ref name=e577>{{cita|Egerton, 2005|p. 577}}.</ref> e l'[[Panulirus cygnus|aragosta australiana]], che, come tutte le altre [[Palinuridae|aragoste]], è priva di chele.<ref name="e575"/>
[[File:Urocitellus columbianus 2 (Glacier NP, 2009).jpg|thumb|right|Columbian ground squirrel]]
In 1891, Merriam published an account of the mammals of Idaho, based on an expedition. He concluded that the Columbian ground squirrel is the same animal as the "Burrowing Squirrel" reported by [[Lewis and Clark]]. At the time, that animal had been thought to be the prairie dog. However, Merriam's assessment was that this was not the case and the animal described by Lewis and Clark was the same as an animal described by naturalist [[John Richardson (naturalist)|John Richardson]] in 1829.{{sfn|Merriam|1891|pp=40–41}} Richardson described it as a variant of the Arctic ground squirrel, obtained from the Rocky Mountains near the source of the Elk River.{{sfn|Richardson|1829|p=106}} Merriam knew of the presence of the squirrel, but his party was there late in the season and no squirrels were directly observed in the field.{{sfn|Merriam|1891|p=40}} However, Merriam reported that he was able to obtain "a fine series of specimens" from near Moscow, within about {{convert|40|m|km}} from the locale where Lewis and Clark's obtained their specimens. Other were obtained from a site even closer. Based on his observations and comparison with the notes of Lewis and Clark, Merriam assessed that the Columbian ground squirrel was not a variant of the Arctic ground squirrel, but a separate species, which he named as ''Spermophilus columbianus'', rejecting the genus designation ''Arctomys'' and reapplying the species designation originally applied by [[George Ord|Ord]] in 1815.{{sfn|Merriam|1891|pp=40–41}}
Two subspecies are described. The first, ''Spermophilus columbianus columbianus'' is the type described by Ord in 1815. The specimen type was taken "between the forks of the Clearwater and Kooskooskie rivers", in [[Idaho]].{{sfn|Thorington|Hoffman|2005|p=806}} ''Spermophilus columbianus albertae'', described in 1903 by [[Joel Asaph Allen]], is a synonym. Another synonymous designation, ''Anisonyx brachiura'', was applied by [[Constantine Samuel Rafinesque|Rafinesque]] in 1817. The third synonym, ''Spermophilus columbianus erythrogluteia'', was the animal designated by Richardson in 1829.{{sfn|Helgen|Cole|Helgen|Wilson|2009|p=297}}
== Specie invasive==
[[File:Bufo marinus from Australia.JPG|thumb|Il velenoso [[Rhinella marina|rospo marino]].]]
L'introduzione di specie esotiche, volontaria e accidentale, ha fatto sì che oggi in Australia si trovi un numero considerevole di [[Specie alloctona|specie invasive]], [[Specie ferale|ferali]] e nocive che sono proliferate causando un impatto negativo sull'ambiente. Gli organismi introdotti possono modificare l'ambiente in vari modi. I [[Coniglio|conigli]] rendono i terreni praticamente sterili mangiando di tutto.<ref name=e106>{{cita|Egerton, 2005|pp. 106-107}}.</ref> Le [[Vulpes vulpes|volpi rosse]] influiscono sulla fauna [[Endemismo|endemica]] locale attraverso la [[predazione]], mentre il [[Rhinella marina|rospo marino]] avvelena i predatori che lo divorano.<ref name=e105>{{cita|Egerton, 2005|pp. 105, 389}}.</ref> Alcune [[Cladocera|pulci d'acqua]] potrebbero essere state introdotte in Australia dall'uomo<ref>{{cita pubblicazione | autore=Dmitry P. Karabanov, Eugeniya I. Bekker, Russell J. Shiel e Alexey A. Kotov | data=27 marzo 2018 | titolo=Invasion of a Holarctic Planktonic cladoceran ''Daphnia galeata'' Sars (Crustacea: Cladocera) in the Lower Lakes of South Australia | rivista=[[Zootaxa]] | volume=4402 | numero=1 | pp=136-148 | doi=10.11646/zootaxa.4402.1.6 | pmid=29690281 | url=https://www.researchgate.net/publication/324041905}}</ref> o dagli uccelli.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Dmitry P. Karabanov, Eugeniya I. Bekker, Petr G. Garibian, Russell J. Shiel, Tsuyoshi Kobayashi, Derek J. Taylor e Alexey A. Kotov | data=15 febbraio 2022 | titolo=Multiple Recent Colonizations of the Australian Region by the ''Chydorus sphaericus'' Group (Crustacea: Cladocera) | rivista=Water | volume=14 | numero=4 | pp=594 | doi=10.3390/w14040594}}</ref> Altre specie invasive sono uccelli (la [[Acridotheres tristis|maina comune]]), pesci (la [[Cyprinus carpio|carpa]]), insetti (la [[Solenopsis invicta|formica di fuoco]]) e [[Mollusca|molluschi]] (la [[Arcuatula senhousia|cozza asiatica]]). Il problema è aggravato ulteriormente dall'introduzione di [[flora]] esotica, nonché di patogeni, funghi e parassiti. Un esempio di questo sono le alghe verdi-azzurre che si stanno diffondendo in molti specchi d'acqua del Victoria rurale, come il sistema dei laghi del Gippsland.
The second subspecies, ''Spermophilus columbianus ruficaudus'' was described in 1928 by [[Arthur H. Howell]].{{sfn|Thorington|Hoffman|2005|p=806}} The type was taken near [[Wallowa Lake]] in northeastern Oregon.{{sfn|Elliott|Flinders|1991|p=1}}
Per tenere sotto controllo queste specie sono stati sviluppati programmi costosi, laboriosi e dispendiosi in termini di tempo, che però hanno avuto scarso successo, tanto che le specie alloctone continuano a costituire una problematica importante per la conservazione della biodiversità australiana.<ref>{{cita web | autore=Wildlife-reporter | data=14 luglio 2017 | titolo=The damage of invasive species in Australia | url=https://wildlife-reporter.com/2017/07/14/the-damage-of-invasive-species-in-australia/ | accesso=30 ottobre 2021 | sito=Wildlife-reporter.com | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211030165443/https://wildlife-reporter.com/2017/07/14/the-damage-of-invasive-species-in-australia/ | urlmorto=sì}}</ref>
They have also been referred to as the burrowing squirrel.{{sfn|Bailey|1936|p=147}}
Molte delle specie introdotte non sono regolamentate dai servizi per la fauna selvatica e possono essere regolarmente cacciate tutto l'anno. Alcuni stati promuovono persino iniziative di caccia, anche se l'efficacia di questi programmi è stata oggetto di discussione.<ref>{{cita web | titolo=Is hunting conservation? | url=https://invasives.org.au/our-work/feral-animals/hunting-conservation/ | accesso=26 agosto 2021 | sito=Invasive Species Council}}</ref>
Below is a [[cladogram]] of ground squirrels (tribe [[Marmotini]]) derived from maximum parsimony analysis.{{sfn|Helgen|Cole|Helgen|Wilson|2009|p=274}}
Secondo un rapporto del 2023 co-redatto dal biologo Tim Low, le specie invasive sono state la principale causa di estinzione degli animali nativi australiani dagli anni '60 in poi.<ref>{{cita web | data=8 novembre 2023 | titolo=Since 1960, Australia has lost 23 native animals in an extinction wave | sito=ABC News | url=https://www.abc.net.au/news/rural/2023-11-08/native-species-lost-to-modern-extinction/103055638 | accesso=8 novembre 2023}}</ref>
{{clade| style=font-size:85%; line-height:85%
== Impatto umano e conservazione ==
|1={{clade
Per almeno {{M|40000}} anni, la fauna australiana ha rivestito un ruolo fondamentale nello stile di vita tradizionale degli [[Aborigeni australiani|aborigeni]], che facevano affidamento su molte specie come fonte di cibo e di pelli. Tra i vertebrati che venivano cacciati più comunemente vi erano canguri, opossum, pinnipedi, pesci e la [[Ardenna tenuirostris|berta codacorta]], che, proprio per il suo impiego alimentare, ricevette il nomignolo di ''muttonbird'', «uccello montone». Tra gli invertebrati sfruttati a scopo alimentare vi erano insetti come la [[Agrotis infusa|falena bogong]] e le larve della falena ''[[Endoxyla leucomochla]]'' (note con il nomignolo di ''witchetty grub'') e molluschi. La pratica di incendiare regolarmente vaste aree di boscaglia per facilitare la caccia ha avuto ripercussioni sia sulla flora che sulla fauna e si pensa che abbia contribuito all'estinzione di grandi erbivori con una dieta specializzata, come gli uccelli incapaci di volare del genere ''[[Genyornis]]''.<ref>{{cita pubblicazione | autore=G. H. Miller | anno=2005 | titolo=Ecosystem Collapse in Pleistocene Australia and a Human Role in Megafaunal Extinction | rivista=[[Science]] | volume=309 | numero=5732 | pp=287-290 | pmid=16002615 | doi=10.1126/science.1111288 | bibcode=2005Sci...309..287M | url=http://doc.rero.ch/record/14709/files/PAL_E1537.pdf}}</ref> Il ruolo ricoperto dalla caccia e dalla modifica del paesaggio ad opera degli aborigeni nell'estinzione della [[megafauna australiana]] è tuttora dibattuto,<ref name="Thompson">{{cita libro |autore=J. M. Thomson ''et al.'' | anno=1987 | capitolo=Human Exploitation of and Introductions to the Australian Fauna | curatore=D. W. Walton | titolo=Fauna of Australia | volume=Volume 1A | editore=Australian Government Publishing Service | città=Canberra}}</ref> ma è sempre più accettata l'idea che i responsabili dell'estinzione della megafauna siano stati gli esseri umani.<ref>{{cita pubblicazione | titolo=Robustness despite uncertainty: regional climate data reveal the dominant role of humans in explaining global extinctions of Late Quaternary megafauna | autore=Lewis J. Bartlett, David R. Williams, Graham W. Prescott, Andrew Balmford, Rhys E. Green, Anders Eriksson, Paul J. Valdes, Joy S. Singarayer e Andrea Manica | data=1 febbraio 2016 | rivista=Ecography | volume=39 | numero=2 | pp=152-161 | doi=10.1111/ecog.01566 | url=https://research-information.bristol.ac.uk/ws/files/80785540/Bartlett_et_al_2015.pdf}}</ref>
|1={{clade
[[File:Grey Nurse Shark at Fish Rock Cave, NSW.jpg|thumb|Lo [[Carcharias taurus|squalo toro]] è una specie gravemente minacciata presente lungo la costa dell'Australia orientale.|left]]
|label1=''[[Notocitellus]]''
Nonostante il grande impatto degli aborigeni sulle popolazioni di specie autoctone, questo è considerato meno significativo di quello che hanno avuto i coloni europei,<ref name="Thompson"/> che hanno modificato il paesaggio su scala molto più ampia. Dopo l'insediamento degli europei, lo sfruttamento diretto della fauna autoctona, la distruzione dell'habitat e l'introduzione di predatori esotici ed erbivori competitori hanno portato all'estinzione di 25 specie di mammiferi, 7 di uccelli e 5 di rane. Oggi gran parte della fauna australiana gode di protezione legale.<ref name="Egerton, p. 44"/> Nel 1999 è stato istituito l'Environment Protection and Biodiversity Conservation Act federale per venire incontro ai requisiti richiesti dalla [[Convenzione sulla diversità biologica]] del 1992, cui l'Australia era stata una dei firmatari. Questa legge protegge tutte le specie autoctone e prevede l'identificazione e la protezione delle [[Specie a rischio|specie minacciate]]. Ogni stato e territorio stila un elenco statutario delle specie minacciate. Attualmente, ai sensi dell'EPBC Act vengono classificate come in pericolo o minacciate 380 specie animali.<ref>{{cita web | autore=Department of the Environment and Heritage | titolo=EPBC Act List of Threatened Fauna | url=https://web.archive.org/web/20060427012826/http://www.deh.gov.au/cgi-bin/sprat/public/publicthreatenedlist.pl?wanted=fauna | data=27 aprile 2006}}</ref> Più in generale, è stata intrapresa una catalogazione completa di tutte le specie d'Australia, un passo fondamentale nella conservazione della fauna e della biodiversità del paese. Nel 1973, il governo federale ha istituito l'Australian Biological Resources Study (ABRS), che coordina le ricerche sulla tassonomia, l'identificazione, la classificazione e la distribuzione delle specie di flora e fauna. L'ABRS gestisce database online gratuiti che catalogano gran parte delle specie australiane descritte.
|1={{clade
|1=''N. adocetus''
|2=''N. annulatus'' }}
|label2=''[[Ammospermophilus]]''
|2={{clade
|1=''A. harrisii''
|2={{clade
|1=''A. leucurus''
|2={{clade
|1=''A. harrisii''
|2=''A. interpres'' }} }} }} }}
|2={{clade
|1={{clade
|label1=''[[Otospermophilus]]''
|1={{clade
|1={{clade
|1=''O. atricapillus''
|2=''O. beecheyi'' }}
|2=''O. variegatus'' }}
|label2=''[[Callospermophilus]]''
|2={{clade
|1=''C. saturatus''
|2={{clade
|1=''C. lateralis''
|2=''C. madrensis'' }} }} }}
|2={{clade
|label1=''[[Marmota]]''
|1={{clade
|1=''M. monax''
|2=''M. marmota''
|3={{clade
|1=''M. flaviventris''
|2={{clade
|1=''M. caligata''
|2={{clade
|1=''M. olympus''
|2=''M. vancouveriensis'' }} }} }}
|4={{clade
|1={{clade
|1=''M. broweri''
|2={{clade
|1=''M. menzbieri''
|2=''M. caudata'' }} }}
|2={{clade
|1={{clade
|1=''M. baibacina''
|2=''M. bobak'' }}
|2={{clade
|1=''M. camtschatica''
|2={{clade
|1=''M. himalayana''
|2=''M. sibirica'' }} }} }} }} }} }} }} }}
|2={{clade
|label1=''[[Spermophilus]]''
|1={{clade
|1={{clade
|1=''S. musicus''
|2={{clade
|1=''S. pygmaeus''
|2={{clade
|1=''S. major''
|2=''S. pygmaeus'' }} }} }}
|2={{clade
|1={{clade
|1={{clade
|1=''S. dauricus''
|2=''S. xanthopyrmnus'' }}
|2=''S. suslicus'' }}
|2={{clade
|1=''S. citellus''
|2={{clade
|1=''S. relictus''
|2={{clade
|1=''S. erythrogenys''
|2={{clade
|1=''S. citellus''
|2={{clade
|1=''S. pallidicauda''
|2={{clade
|1=''S. fulvus''
|2={{clade
|1=''S. erythrogenys''
|2=''S. major'' }} }} }} }} }} }} }} }} }}
|2={{clade
|1={{clade
|label1=''[[Ictidomys]]''
|1={{clade
|1=''I. mexicanus''
|2={{clade
|1=''I. parvidens''
|2=''I. tridecemlineatus'' }} }}
|2={{clade
|label1=''[[Poliocitellus]]''
|1=''P. franklinii''
|2={{clade
|label1=''[[Cynomys]]''
|1={{clade
|1={{clade
|1=''C. ludovicianus''
|2=''C. mexicanus'' }}
|2={{clade
|1=''C. parvidens''
|2={{clade
|1=''C. gunnisoni''
|2=''C. leucurus'' }} }} }}
|label2=''[[Xerospermophilus]]''
|2={{clade
|1={{clade
|1=''X. mohavensis''
|2=''X. tereticaudus'' }}
|2={{clade
|1=''X. spilosoma''
|2={{clade
|1=''X. perotensis''
|2=''X. spilosoma'' }} }} }} }} }} }}
|label2=''[[Urocitellus]]''
|2={{clade
|1=''U. townsendii''
|2={{clade
|1=''U. washingtonii''
|2={{clade
|1={{clade
|1=''U. brunnenus''
|2={{clade
|1=''U. townsendii''
|2={{clade
|1=''U. mollis''
|2=''U. townsendii'' }} }} }}
|2={{clade
|1={{clade
|1=''U. armatus''
|2=''U. beldingi'' }}
|2={{clade
|1=''U. columbianus''
|2={{clade
|1=''U. undulatus''
|2={{clade
|1=''U. parryii''
|2={{clade
|1=''U. elegans''
|2=''U. richardsonii'' }}
|3=''U. parryii'' }} }} }} }} }} }} }} }} }} }}
==Human interactions==
L'Australian Wildlife Conservancy è il più grande proprietario privato del paese di terreni destinati alla conservazione: si dedica alla protezione delle specie in via di estinzione su 4,8 milioni di ettari di terra nelle regioni più popolari, come il Kimberley, Capo York, il Lago Eyre e il Top End. Questa organizzazione senza scopo di lucro sta lavorando duramente per evitare l'estinzione delle specie autoctone in via di estinzione in vari santuari della fauna selvatica.<ref>{{cita web | url=https://www.environment.gov.au/land/nrs/getting-involved/conservation-organisations/australian-wildlife-conservancy | titolo=Australian Wildlife Conservancy | sito=Australian Government Department of the Environment And Energy}}</ref>
[[File:George Ord, in Rhoads reprint.jpg|thumb|left|upright|Ornithologist [[George Ord]] published the first scientific description of the Columbia ground squirrel]]
With the advent of intensive agricultural practices in their range, Columbian ground squirrels came to be seen as pests, negatively impacting harvests of wheat and other crops. In 1910, the Washington Agricultural Experiment Station began a comprehensive study in a ___location known as ''the Citellary'' (named after the contemporary genus name of the animal ''Citellus''). ''The Citellary'' was composed of yards that enclosed natural squirrel dens and was 50 by 90 feet, surrounded by a fence. Associated cabins were used for the study of brooding and hibernating animals. This provided conditions to closely observe them in a near natural setting.{{sfn|Shaw|1918}}
===Conservation status===
L'Australia è membro della [[Commissione internazionale per la caccia alle balene|Commissione baleniera internazionale]] e si oppone fermamente alla caccia commerciale alle balene: nelle acque australiane tutte le specie di cetacei sono protette.<ref>{{cita web | url=http://www.environment.gov.au/coasts/species/cetaceans/conservation/index.html | titolo=Whale Protection – How is Australia protecting whales? | sito=Environment.gov.au | data=11 giugno 2010 | accesso=24 luglio 2011 | urlmorto=no | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110811091037/http://www.environment.gov.au/coasts/species/cetaceans/conservation/index.html}}</ref> L'Australia è anche firmataria dell'accordo [[CITES]] e proibisce l'esportazione di specie in via di estinzione. Per proteggere e preservare gli ecosistemi unici del paese sono state create [[Parchi nazionali dell'Australia|aree protette]] in ogni stato e territorio. Queste aree protette includono parchi nazionali e riserve di altro tipo, così come 64 zone umide registrate ai sensi della [[Convenzione di Ramsar]] e 16 siti [[patrimonio dell'umanità]]. Nel 2002, il 10,8% della superficie australiana (un'estensione pari a {{M|774619,51}} km²) godeva di un qualche grado di protezione.<ref>{{cita web | autore=Department of the Environment and Heritage | anno=2002 | url=https://web.archive.org/web/20111115093748/http://environment.gov.au/parks/nrs/science/capad/2002/index.html}}</ref> Per preservare la biodiversità marina, in molte zone sono stati istituiti anche parchi marini: nel 2002, queste aree coprivano circa il 7% ({{M|646000}} km²) delle acque territoriali dell'Australia.<ref>{{cita web | autore=Department of the Environment and Heritage | anno=2002 | titolo=About the National Representative System of Marine Protected Areas (NRSMPA) | url=https://web.archive.org/web/20070906213557/http://www.environment.gov.au/coasts/mpa/nrsmpa/index.html}}</ref> La gestione della [[Grande barriera corallina|Grande Barriera Corallina]] è affidata alla Great Barrier Reef Marine Park Authority in base a specifiche leggi federali e statali. Alcune delle risorse ittiche australiane sono già [[Sovrapesca|sovrasfruttate]],<ref>{{cita libro | curatore=G. Newton e J. Boshier | anno=2001 | titolo=Coasts and Oceans Theme Report, Australia State of the Environment Report 2001 | url=https://web.archive.org/web/20120112225809/http://www.environment.gov.au/soe/2001/publications/theme-reports/coasts/pubs/coasts.pdf | editore=CSIRO Publishing on behalf of the Department of the Environment and Heritage | città=Canberra | isbn=0-643-06749-3}}</ref> e sono state stabilite quote per il prelievo sostenibile di molte specie marine.
The [[IUCN]] lists the Columbian ground squirrel as a species of [[least concern]]. The reason for this listing is that the animal is widespread and common in its range and no major threats to the survival of the species are identified. Population trends are listed as stable.<!-- this section all same ref -->{{sfn|''IUCN Red List''|2016}} Similarly, the state of [[Montana]], considers Columbian ground squirrels an important part of the state's ecosystem, noting that the animals are abundant with a wide spread distribution and are not vulnerable through most of their range.<ref name="Montana Field Guide">{{cite web|title=Columbian Ground Squirrel – ''Urocitellus columbianus''|url=http://FieldGuide.mt.gov/speciesDetail.aspx?elcode=AMAFB05070|website=Montana Field Guide|publisher=Montana Natural Heritage Program and Montana Fish, Wildlife and Parks|access-date=5 March 2015}}</ref>
{{Clear}}
==References==
Il ''rapporto sullo stato dell'ambiente del 2001'', redatto da ricercatori indipendenti per conto del governo federale, concluse che le condizioni dell'ambiente e la gestione ambientale in Australia erano peggiorate rispetto al precedente rapporto del 1996. Di particolare rilevanza per la conservazione della fauna selvatica, il rapporto ha indicato molte cause che pongono gravi problemi alla protezione della biodiversità, tra cui la [[salinizzazione]], le condizioni idrologiche fluttuanti, la bonifica dei terreni, la frammentazione degli ecosistemi, la cattiva gestione dell'ambiente costiero e le [[Specie alloctona|specie invasive]].<ref>{{cita libro | autore=Australian State of the Environment Committee | anno=2001 | titolo=Australia State of the Environment 2001 | url=https://web.archive.org/web/20101101221045/http://environment.gov.au/soe/2001/publications/report/index.html | editore=CSIRO Publishing on behalf of the Department of the Environment and Heritage | isbn=0-643-06745-0}}</ref>
'''Footnotes:'''
{{Reflist|30em}}
'''Sources:'''
== Note ==
{{sfn whitelist|CITEREFThoringtonHoffman2005}}
<references/>
{{Refbegin}}
* {{cite book|last1=Bailey|first1=Vernon|last2=Bailey|first2=Florence Merriam|title=Wild animals of Glacier National Park|date=1918|publisher=Government Printing Office|___location=Washington|pages=45–49|url=https://archive.org/stream/wildanimalsofgla00unit#page/n5/mode/2up|access-date=21 February 2015}}
* {{cite journal|last1=Bailey|first1=Vernon|title=The mammals and life zones of Oregon|journal=North American Fauna|date=June 1936|volume=55|url=https://www.biodiversitylibrary.org/bibliography/19694#/summary|doi=10.5962/bhl.title.19694|pages=147–149}}
*{{Cite journal|last=Barnes|first=Brian|date=1986|title=The Influence of Hibernation on Testis Growth and Spermatogenesis in the Golden-Mantled Ground Squirrel, Spermophilus Lateralis|url=https://www.academia.edu/19013846|journal=Biology of Reproduction|volume=35|issue=5 |pages=1289–1297|doi=10.1095/biolreprod35.5.1289 |pmid=3828438 |doi-access=free}}
*{{Cite journal|doi=10.2307/3504178|jstor=3504178|title=''Spermophilus columbianus''|journal=Mammalian Species|issue=372|pages=1–9|year=1991|last1=Elliott|first1=C. L.|last2=Flinders|first2=J. T.|url=http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-372-01-0001.pdf|access-date=2015-02-19|archive-url=https://web.archive.org/web/20150220020533/http://www.science.smith.edu/msi/pdf/i0076-3519-372-01-0001.pdf|archive-date=2015-02-20|url-status=dead}}
*{{cite journal|last1=Harris|first1=M. A.|title=Possible occurrence of inter-specific killing by a Columbian ground squirrel, ''Spermophilus columbianus''|journal=Canadian Field-Naturalist|date=1985|volume=99|issue=2|pages=250–252|url=https://www.biodiversitylibrary.org/page/28065267|access-date=1 March 2015}}
* {{cite journal|last1=Helgen|first1=Kristofer M.|last2=Cole|first2=F. Russell|last3=Helgen|first3=Lauren E.|last4=Wilson|first4=Don E.|title=Generic Revision in the Holarctic Ground Squirrel Genus Spermophilus|journal=Journal of Mammalogy|date=April 2009|volume=90|issue=2|pages=270–305|doi=10.1644/07-MAMM-A-309.1|s2cid=28483038|doi-access=free|url=https://zenodo.org/records/895398/files/article.pdf}}
* {{cite book|last1=Kurtén|first1=Björn|last2=Anderson|first2=Elaine|title=Pleistocene mammals of North America.|date=1980|publisher=Columbia University Press|___location=New York|isbn=0231037333}}
* {{cite iucn|author=Cassola, F.|year=2016|title=''Urocitellus columbianus''|volume=2016|page=e.T42466A22265632|doi=10.2305/IUCN.UK.2016-3.RLTS.T42466A22265632.en|access-date=30 July 2021|ref={{sfnRef|''IUCN Red List''|2016}}}}
* {{cite journal|last1=Merriam|first1=C. Hart|title=Mammals of Idaho|journal=North American Fauna|date=30 July 1891|volume=5|pages=39–42|doi=10.3996/nafa.5.0002}}
*{{Cite journal|last=Murie|first=Jan O.|date=1992|title=Predation by Badgers on Columbian Ground Squirrels|url=https://www.jstor.org/stable/1382073|journal=Journal of Mammalogy|volume=73|issue=2 |pages=385–394|doi=10.2307/1382073 |jstor=1382073 |url-access=subscription}}
* {{cite book|last1=Richardson|first1=John|title=Fauna boreali-americana|date=1829|publisher=J. Murray|___location=London|url=https://archive.org/stream/faunaborealiamer01rich#page/160|access-date=20 February 2015}}
* {{cite book|last=Shaw|first=WT|title=California Ground Squirrels: A Bulletin Dealing with Life Histories, Habits and Control of the Ground Squirrels of California|chapter-url=https://books.google.com/books?id=CckyAQAAMAAJ&pg=PA710|access-date=1 March 2015|series=11, 12|volume=VII|year=1918|publisher=California state printing office|chapter=The Columbian ground squirrel (''Citellus columbianus columbianus'')}} <!-- {{sfn|Shaw|1918|p=}} -->
* {{Cite journal|last=Skibiel|first=Amy|date=2013|title=Milk composition in a hibernating rodent, the Columbian ground squirrel (Urocitellus columbianus)|journal=Journal of Mammalogy|volume=94|pages=146–154|doi=10.1644/1-MAMM-A-078.1 |s2cid=86280776 |doi-access=free}}
*{{cite journal|last1=Svihla|first1=Arthur|title=An Albino Columbian Ground Squirrel taken near Pullman, Washington|journal=The Murrelet|date=May 1932|volume=13|issue=2|page=55|jstor=3534104}}
* {{cite journal|last1=Svihla|first1=Arthur|title=Occurrence of a colony of albino ground squirrels near Pullman, Wash.|journal=The Murrelet|date=September 1933|volume=14|issue=3|page=78|jstor=3535311}}
* {{MSW3 Sciuridae | id = 12401015 | page = 806}}
* {{cite book <!-- I own hard copy of this book --Gaff -->|last1=Verts|first1=B.J.|last2=Carraway|first2=Leslie N|title=Land mammals of Oregon|url=https://books.google.com/books?id=8KI1AmzIDnwC|date=1998|publisher=University of California Press|___location=Berkeley|isbn=9780520211995|access-date=20 February 2015}}
*
*{{Cite journal|last=Young|first=P. J.|date=1990|title=Hibernating patterns of free-ranging Columbian ground squirrels|url=https://link.springer.com/article/10.1007/BF00317201|journal=Oecologia|volume=83|issue=4 |pages=504–511|doi=10.1007/BF00317201 |pmid=28313184 |bibcode=1990Oecol..83..504Y |s2cid=2681433 }}
*{{Refend}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
|