Buco nell'ozono: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica Etichette: Annullato Modifica visuale |
mNessun oggetto della modifica |
||
(3 versioni intermedie di 3 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
La '''riduzione dell'ozonosfera''' e il '''buco dell'ozonosfera''' sono due fenomeni connessi con la riduzione dell'[[ozono]] [[stratosfera|stratosferico]], intendendosi con essi rispettivamente:
* il calo lento e globale dell'[[ozono]] [[Stratosfera|stratosferico]] totale ovvero nell'[[ozonosfera]] dai primi [[anni 1980|anni ottanta]] in poi;
* il molto più potente, ma intermittente fenomeno della riduzione dell'ozono delle [[regioni polari]] terrestri, quello a cui
Lo strato di ozono è uno schermo fondamentale per l'intercettazione di radiazioni letali per la [[vita]] sulla [[Terra]], e la sua formazione avviene principalmente nella stratosfera alle più irradiate [[Tropici|latitudini tropicali]], mentre la [[circolazione dell'atmosfera|circolazione globale]] tende poi ad accumularlo maggiormente alle alte [[latitudine|latitudini]] e ai [[Polo geografico|poli]].
Il meccanismo di formazione del buco è diverso dall'assottigliamento alle [[medie latitudini]] dello strato di ozono, ma entrambi i fenomeni si basano sul fatto che gli [[alogeni]], principalmente [[cloro]] e [[bromo]], catalizzano reazioni ozono-distruttive. I composti responsabili appaiono essere principalmente dovuti all'azione umana.
Riga 115:
Dopo gli studi degli anni 2000 si è scoperto che i CFC non sono l'unica fonte di cloro per l'atmosfera: oggi è noto che nella stratosfera i clorocarburi sono sempre esistiti in conseguenza della lenta migrazione del [[clorometano]] prodotto dalla superficie della Terra e negli [[oceani]] sulla base di svariati meccanismi biologici e fotochimici, verificati ''[[in vivo]]'' e ''[[in vitro]]''.<ref>MG Scarratt, RM Moore, (1996) ''Production of Methyl Chloride and Methyl Bromide in Laboratory Cultures of Marine Phytoplankton'', Mar Chem '''54''': 263.</ref><ref>MG Scarratt, RM Moore (1998), ''Production of Methyl Bromide and Methyl Chloride in Laboratory Cultures of Marine Phytoplankton II''. Mar Chem '''59''': 311.</ref><ref>F Laturnus (2001), ''Marine Macroalgae in Polar Regions as Natural Sources for Volatile Organohalogens'', Environ Sci Pollut Res '''8''': 103.</ref><ref>X Ni, LP Hager (1998) cDNA Cloning of ''Batis maritima'' Methyl Chloride Transferase and Purification of the Enzyme. [[Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America|Proc Natl Acad Sci USA]] '''95''': 12866.</ref><ref>X Ni, LP Hager (1999) Expression of ''Batis maritima'' Methyl Chloride Transferase in ''Escherichia coli''. Proc Natl Acad Sci USA '''96''': 3611.</ref> Il [[fluoro]] e i [[:Categoria:Organofluoruri|fluoroderivati organici]], al contrario, sono pressoché assenti da ogni processo di formazione per via biologica.
Il dibattito sul buco dell'ozono è stato molto acceso e agli scienziati e istituzioni che ritenevano prevalere le cause naturale del fenomeno, come le eruzioni vulcaniche<ref>Naomi Oreskes, Erik Conway: [[Mercanti di dubbi]]; edizioni Ambiente, 2019</ref>, si sono contrapposti studi più approfonditi che ritengono determinante il ruolo causato da composti chimici prodotti dall'uomo o da attività dipendenti comunque dal comportamento umano.<ref>{{Citazione|Nel caso dello strato di ozono, il calo dell'ozono sull'Antartide non può essere spiegato solo da cicli naturali ma è causato dall'incremento di agenti chimici di origine antropica nella stratosfera. La relazione tra questi agenti chimici (es. Clorofluorocarboni, noti anche come CFC) e il calo di ozono è stata dimostrata con esperimenti in laboratorio, numerosi studi su modelli e tramite misure dirette nell'atmosfera.|{{Cita pubblicazione|titolo=Questions and Answers about the Environmental Effects of the Ozone Layer Depletion and Climate Change: 2010 Update|autore=UNEP|rivista=Environmental Effects Assessment Panel: 2010|url=http://ozone.unep.org/Assessment_Panels/EEAP/eeap-report2010-FAQ.pdf|lingua=inglese|accesso=7 febbraio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130903160920/http://ozone.unep.org/Assessment_Panels/EEAP/eeap-report2010-FAQ.pdf#|dataarchivio=3 settembre 2013|urlmorto=sì}}|In the case of the ozone layer, the depletion of the ozone over Antarctica cannot be explained by natural cycles alone but is caused by the increase of man-made chemicals in the stratosphere. The relationship between these chemicals (e.g. chlorofluorocarbons, also known as CFCs) and ozone depletion has been shown by experiments in laboratories, numerical modelling studies and by direct measurements in the atmosphere.|lingua=en}}</ref>
Nel giugno del 2016 il [[Massachusetts Institute of Technology|MIT]] annuncia che, dai dati delle rilevazioni sulla quantità di ozono presente sull'[[Antartide]] a ottobre 2015, il buco nell'ozono si è ridotto di circa 4 milioni di km quadrati rispetto all'anno 2000, quando il buco nell'ozono ha raggiunto la sua massima espansione. Questo effetto si deve alla marcata riduzione nelle emissioni di CFC in atmosfera. Gli scienziati ipotizzano che, proseguendo con questa tendenza, il risanamento permanente del buco nell'ozono si avrà intorno al 2050.<ref>{{Cita web|url=https://www.sciencealert.com/the-ozone-hole-is-finally-closing-up|titolo=The Ozone Hole Is Finally Closing Up - ScienceAlert}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://news.mit.edu/2016/signs-healing-antarctic-ozone-layer-0630|titolo=Scientists observe first signs of healing in the Antarctic ozone layer - MIT News}}</ref>
|