* [[Utente:BlackPanther2013/Sandbox/O.v.]]
* [[Utente:BlackPanther2013/Sandbox/S.m.]]
* [[Utente:BlackPanther2013/Sandbox/elefanti]]
{{Tassobox
{{Stato storico
|nome=Citello della Columbia
|nomeCorrente = Sogdiana<br/>(o Sogdia)
|statocons=LC
|linkLocalizzazione = Map of Sogdia.png
|statocons_versione=iucn 3.1
|didascaliaLocalizzazione = Estensione approssimativa della Sogdiana, tra i fiumi [[Amu Darya|Oxo]] e [[Syr Darya|Iaxarte]]
|statocons_ref=<ref name="IUCN"/>
|lingua = [[Lingua sogdiana|sogdiano]]
|immagine=[[File:Urocitellus columbianus Alberta Martybugs.jpg|230px]]
|capitale principale = *[[Samarcanda]],
|didascalia=
*[[Bukhara|Buchara]],
<!-- CLASSIFICAZIONE -->
*[[Xuçand|Chudžand]],
|dominio=[[Eukaryota]]
*[[Shahrisabz|Keš]]
|regno=[[Animalia]]
|inizio = VI secolo a.C.
|sottoregno=
|fine = XI secolo d.C.
|superphylum=
|moneta = imitazioni di monete [[Impero sasanide|sasanidi]] e [[wén cinese]], nonché «ibridi» di entrambe.<ref>{{cita web | url=http://www.charm.ru/coins/misc/soghdian-kaiyuan.shtml | titolo=Soghdian Kai Yuans (lectured at the Dutch 1994-ONS meeting) | anno=1994 | accesso=8 giugno 2018 | autore=T. D. Yih e J. de Kreek}}</ref><ref>{{cita web | url=http://numismatics.org/pocketchange/tag/kai-yuan-tong-bao/ | titolo=Samarqand's Cast Coinage of the Early 7th–Mid-8th Centuries AD: Assessment based on Chinese sources and numismatic evidence | data=12 agosto 2016 | accesso=9 giugno 2018 | autore=Andrew Reinhard | sito=Pocket Change – The blog of the [[American Numismatic Society]] | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180612141714/http://numismatics.org/pocketchange/tag/kai-yuan-tong-bao/ | urlmorto=sì}}</ref>
|phylum=[[Chordata]]
|religioni preminenti = [[Zoroastrismo]], [[Manicheismo]], [[Induismo]], [[Buddhismo]], [[Islam]], [[Chiesa nestoriana]]<ref name="Gernet1996">{{cita libro | autore=Jacques Gernet | titolo=A History of Chinese Civilization | url=https://archive.org/details/historyofchinese00gern | data=31 maggio 1996 | editore=Cambridge University Press | isbn=978-0-521-49781-7 | pp=[https://archive.org/details/historyofchinese00gern/page/286 286]-}}</ref>
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|ordine=[[Rodentia]]
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|genere=[[Urocitellus]]
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<!-- NOMENCLATURA BINOMIALE: -->
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<!-- ALTRO: -->
|sinonimi=''Spermophilus columbianus''
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|suddivisione=[[Areale]]
|suddivisione_testo=[[File:Urocitellus columbianus species distribution map.svg|230px]]
}}
Il '''citello della Columbia''' ('''''Urocitellus columbianus''''' [{{zoo|[[George Ord|Ord]]|11815}}]) è una specie di [[Rodentia|roditore]] diffusa in alcune regioni del [[Canada]] e degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nord-occidentali. È il secondo membro per dimensioni del genere ''[[Urocitellus]]'', che fa parte della tribù [[Marmotini]], insieme a marmotte, tamia, cani della prateria e altri scoiattoli di terra [[Olartico|olartici]]. Questi citelli hanno una corporatura robusta, con pelliccia corta e densa, tipicamente fulva sul dorso del naso. Gli incontri sociali talvolta iniziano con un comportamento simile al «baciarsi», mentre l'attività più comune quando si trovano in superficie è restare eretti in posizione vigile. Vivono in ambienti montuosi e altipiani delle regioni settentrionali, e vanno in letargo per 8-9 mesi l'anno, rifugiandosi in tane che possono essere utilizzate per molti anni consecutivi. Al momento della riemersione in primavera, appaiono notevolmente emaciati. Il citello della Columbia attirò per la prima volta l'attenzione della comunità scientifica grazie agli scritti prodotti da [[Spedizione di Lewis e Clark|Lewis e Clark]], mentre nel XXI secolo la genetica molecolare ne ha ulteriormente chiarito le relazioni con altre specie strettamente affini.
La '''Sogdiana''' era un'antica [[Iranici|civiltà iranica]] situata tra i fiumi [[Amu Darya]] e [[Syr Darya]], corrispondente agli attuali [[Uzbekistan]], [[Turkmenistan]], [[Tagikistan]], [[Kazakistan]] e [[Kirghizistan]]. Fu anche una provincia dell'[[Impero achemenide]] e viene menzionata nell'[[Iscrizioni di Bisotun|iscrizione di Behistun]] di [[Dario I di Persia|Dario il Grande]]. La Sogdiana fu conquistata per la prima volta da [[Ciro II di Persia|Ciro il Grande]], fondatore dell'Impero achemenide, e successivamente annessa da [[Alessandro Magno]] nel 328 a.C. Nel corso dei secoli, passò sotto il controllo di diversi imperi: l'[[Impero seleucide]], il [[Regno greco-battriano]], l'[[Impero Kusana|Impero Kushan]], l'[[Impero sasanide]], l'[[Unni bianchi|Impero eftalita]], il [[Khaganato turco occidentale]], fino alla [[conquista islamica della Transoxiana]].
== Descrizioni ==
Le città-stato sogdiane, pur non essendo mai politicamente unite, avevano il loro fulcro nella città di [[Samarcanda]]. La [[lingua sogdiana]], un [[Lingue iraniche orientali|idioma iranico orientale]], non è più parlata oggi, ma un suo discendente, lo [[Lingua yaghnobī|yaghnobi]], è ancora utilizzato da alcune [[Yagnobi|comunità tagike]]. Il sogdiano era ampiamente diffuso in Asia centrale come [[lingua franca]] e veniva usato anche per la redazione di documenti ufficiali nel [[Primo Khaganato turco]].
Il citello della Columbia è tra i membri più grandi del suo genere, superato solo dal [[Urocitellus parryii|citello di Parry]].<ref name=r2>{{cita|Elliott e Flinders, 1991|p. 1}}.</ref> Ha una struttura corporea robusta e compatta, con una lunghezza totale di 325-410 mm, di cui 80-116 mm costituiti dalla coda. Le zampe posteriori misurano tra i 47 e i 57 mm, mentre l'orecchio è lungo tra i 16 e i 22,5 mm.
La pelliccia è densa e relativamente corta. Sul muso è presente una tipica colorazione bronzea che attraversa il dorso del naso. La pelliccia lungo dorso, zampe e piedi assume tonalità cannella, più scura vicino al corpo. Attorno agli occhi vi è un anello di pelliccia beige chiaro o fulvo chiaro. Sul collo, ai lati delle guance, il pelo è grigio. I fianchi possono essere beige chiaro o grigiastri. La coda è più scura, con sottopelo scuro e alcune macchie beige più chiare sopra, mentre inferiormente varia dal grigio scuro al bianco grigiastro.<ref name=r2/> La [[Muta (biologia)|muta]] avviene diffusamente, senza linee di separazione nette.<ref name=r2/>
I Sogdiani furono presenti anche nella [[Storia della Cina#La Cina imperiale|Cina imperiale]], raggiungendo posizioni di rilievo nell'esercito e nell'amministrazione durante la [[dinastia Tang]] (618-907 d.C.). I mercanti e i diplomatici sogdiani si spinsero a ovest fino all'[[Impero bizantino]], svolgendo un ruolo cruciale come intermediari nelle rotte commerciali della [[Via della Seta]]. Inizialmente praticavano religioni come lo [[zoroastrismo]], il [[manicheismo]], il [[buddhismo]] e, in misura minore, il [[Chiesa d'Oriente|cristianesimo nestoriano]]. Tuttavia, la conversione all'[[Islam]] iniziò con la [[Conquista islamica della Transoxiana|conquista musulmana della Transoxiana]] nell'VIII secolo. Entro la fine dell'[[Impero samanide]], nel 999 d.C., la conversione era quasi completa, coincidendo con il declino della lingua sogdiana, gradualmente sostituita dal [[Lingua persiana|neopersiano]].
[[File:Columbian Ground Squirrel Roger's Pass.jpg|thumb|left|Un esemplare all'ingresso della tana]]
Sono state descritte due sottospecie, con alcune differenze di aspetto. Rispetto a ''U. c. columbianus'', la popolazione ''U. c. ruficaudus'' presenta una coda più rossiccia e meno grigia sulla superficie superiore. I lati del muso e della gola hanno anch'essi una tonalità rossastra più accentuata. Anche zampe e piedi risultano più scuri.<ref name=r2/> Il cranio di ''U. c. ruficaudus'' è più largo, con arcate zigomatiche più robuste.<ref name=r2/>
Sono stati osservati diversi esemplari [[Albinismo|albini]]. Un citello albino venne catturato vivo da uno studente vicino a Pullman, Washington, nel 1932, in un campo di erba medica. Questo animale aveva pelo bianco e occhi rosa. Uno zoologo dichiarò l'intenzione di mantenerlo vivo per studiare i modelli di ereditarietà genetica.<ref name=r3>{{cita|Svihla, 1932}}.</ref> L'anno successivo, lo stesso studioso riferì di aver trovato altri tre giovani albini nella medesima area.<ref name=r4>{{cita|Svihla, 1933}}.</ref> Circa 30 anni prima erano state raccolte altre due pelli di esemplari albini, sempre nei pressi di Pullman. Si ipotizzò che il carattere recessivo dell'albinismo persistesse localmente, manifestandosi a intervalli sporadici.<ref name=r3/>
== Geografia ==
La Sogdiana si trovava a nord della [[Battriana]], a est della [[Corasmia]] e a sud-est di [[Kangju]], tra l'Oxo ([[Amu Darya]]) e lo Iaxarte ([[Syr Darya]]), includendo la fertile valle dello [[Zeravshan|Zeravšan]] (conosciuto come Politimeto dagli [[antichi greci]]).<ref name="encyclopedia britannica"/> Il territorio sogdiano corrisponde alle attuali [[Regione di Samarcanda|regioni di Samarcanda]] e [[Regione di Bukhara|Buchara]] in Uzbekistan, oltre alla regione del [[Suƣd|Sughd]] nell'odierno Tagikistan. Durante l'[[Alto Medioevo]], le città sogdiane comprendevano insediamenti che si estendevano fino all'[[Ysyk-Köl|Issyk-Kul]], tra cui il sito archeologico di [[Suyab]].
== EtimologiaDistribuzione e habitat ==
Il citello della Columbia si trova nelle regioni occidentali del Nord America.<ref name="IUCN"/> È presente lungo le [[Montagne Rocciose]], a partire dal Canada occidentale, nell'Alberta occidentale e nel sud-est della Columbia Britannica.<ref name=r2/> Si trova inoltre nelle regioni occidentali del Montana, attraversando l'Idaho centrale e raggiungendo le aree settentrionali e orientali dello stato di [[Washington (stato)|Washington]].<ref name="IUCN"/> È presente anche nelle pianure della parte orientale dello stato di Washington. In Oregon, si trova nelle zone montuose nella parte centro-orientale dello stato. Questi animali vivono ad altitudini comprese tra i 210 e i 2.440 metri.<ref name=r2/>
[[Oswald Szemerényi]] dedica un'approfondita analisi alle etimologie dei nomi etnici antichi legati agli [[Sciti]] nella sua opera ''Four Old Iranian Ethnic Names: Scythian – Skudra – Sogdian – Saka''. Secondo Szemerényi, i nomi forniti dallo storico greco [[Erodoto]], insieme a quelli menzionati nel titolo dell'opera, ad eccezione di [[saci|Saka]], così come molti altri termini per «Sciti» (come l'[[Lingua accadica|assiro]] ''Aškuz'' e il [[Lingua greca|greco]] ''Skuthēs''), derivano dalla radice [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]] antica ''*skeud-'', che significa «spingere, lanciare» (cfr. l'inglese ''shoot'').<ref>{{cita|Szemerényi, 1980|pp. 45-46}}.</ref> ''*skud-'' rappresenta la forma ''zero-grade'', cioè una variante in cui la vocale ''-e-'' è assente. Il nome ricostruito per gli Sciti è ''*Skuδa'' («[[Tiro con l'arco|arciere]]»), che tra gli Sciti Pontici o Reali diventò ''*Skula'', con la sostituzione regolare di ''δ'' con ''l''. Secondo Szemerényi, la Sogdiana ([[lingua persiana antica|antico persiano]]: ''Suguda-''; [[Lingua uzbeka|uzbeko]]: ''Sug'd'', ''Sug'diyona''; [[Lingua persiana|persiano]]: سغد, ''Soġd''; [[Lingua tagika|tagiko]]: ''Суғд'', سغد, ''Suġd''; [[Lingua cinese|cinese]]: 粟特, ''sùtè''; [[Lingua greca|greco]]: Σογδιανή, ''Sogdianē'') deve il proprio nome alla forma ''Skuδa''. Partendo dai nomi della provincia riportati nelle iscrizioni in [[Lingua persiana antica|antico persiano]], ''Sugda'' e ''Suguda'', e applicando le conoscenze derivate dal sogdiano medio, secondo cui la sequenza ''-gd-'' in antico persiano veniva pronunciata come fricativa sonora ''-γδ-'', Szemerényi arriva alla forma ricostruita ''*Suγδa'' come [[Esonimo ed endonimo|endonimo]] del sogdiano antico.<ref>{{cita|Szemerényi, 1980|pp. 26-36}}.</ref> Szemerényi traccia lo sviluppo di ''*Suγδa'' da ''Skuδa'' («arciere») applicando i cambiamenti fonetici evidenti in altre parole sogdiane e nell'indoeuropeo. Il processo evolutivo sarebbe il seguente: ''Skuδa'' > ''*Sukuda'' (per [[anaptissi]], cioè l'aggiunta di una vocale epentetica) > ''*Sukuδa'' (regolarizzazione) > ''*Sukδa'' ([[Sincope (linguistica)|sincope]], perdita di una vocale) > ''*Suγδa'' ([[Assimilazione (linguistica)|assimilazione]]).<ref>{{cita|Szemerényi, 1980|p. 39}}.</ref>
La documentazione fossile nota del citello della Columbia comprende esemplari recuperati dal sito fossile di Wasden (Owl Cave), nella [[contea di Bonneville]], Idaho.<ref name=r5>{{cita|Kurtén e Anderson, 1980|p. 215}}.</ref> I fossili provenienti da questo sito risalgono al tardo [[Pleistocene]] (Rancholabreano).<ref name=r6>{{cita|Kurtén e Anderson, 1980|p. 62}}.</ref> Il sito si trova ad un'altitudine di 1.584 metri.<ref name=r6/> I fossili di piccoli mammiferi rinvenuti in questo sito sono principalmente attribuiti alla predazione da parte di gufi.<ref name=r7>{{cita|Kurtén e Anderson, 1980|pp. 62-63}}.</ref>
== Storia ==
{{Immagine multipla
| larghezza totale = 300
| immagine1 = Necklace Sarazm NMAT SZM5-190 1147-365 (cleanup).jpg
| immagine2 = 12-petalled flower MNAT SZM001.jpg
| sotto = '''A sinistra:''' collana di perline dalla tomba della cosiddetta «principessa di Sarazm», nella [[Sarazm|località omonima]] (metà del IV millennio a.C.).<br/>'''A destra:''' fiore a 12 petali rinvenuto nella struttura di culto di Sarazm (inizi del III millennio a.C.).
}}
=== Preistoria ===
La Sogdiana possedeva una cultura urbana risalente all'[[Età del Bronzo]]: i primi insediamenti urbani di questo periodo compaiono nei reperti archeologici a partire dal sito di [[Sarazm]], in Tagikistan, databile fino al IV millennio a.C. Successivamente, emerge il sito di Kök Tepe, vicino all'odierna Bulungur, in Uzbekistan, che risale almeno al XV secolo a.C.<ref name="Vaissière Encyclopædia Iranica">{{cita web | sito=Encyclopædia Iranica | autore=É. de La Vaissière | url=http://www.iranicaonline.org/articles/sogdiana-iii-history-and-archeology | titolo=SOGDIANA iii. HISTORY AND ARCHEOLOGY | anno=2011 | accesso=31 agosto 2016}}</ref>
La distribuzione del citello della Columbia in Oregon è stata valutata sulla base di esemplari raccolti in 71 località. Oltre il 98% degli esemplari proveniva dall'ecoregione delle [[Foreste delle Blue Mountains|Blue Mountains]],<ref name=r8>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 24}}.</ref> che include le catene montuose [[Wallowa Mountains|Wallowa]] e [[Blue Mountains (Nord-ovest Pacifico)|Blue Moutains]].<ref name=r9>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 188}}.</ref> Gli esemplari restanti provengono dagli altipiani di Owyhee.<ref name=r8/>
=== Periodo avestico (900-500 a.C. ca.) ===
Nell'[[Avesta]], in particolare nello ''Yašt Mihr'' e nel ''Vendidad'', il [[toponimo]] Gava (''gava-'', ''gāum'') viene menzionato come la terra dei Sogdiani. Gava è dunque interpretato come un riferimento alla Sogdiana nell'epoca in cui furono composti i testi avestici.<ref>{{cita|Grenet, 2005|p. 30}}. «Su un totale di sedici paesi, sette sono sempre stati identificati senza ombra di dubbio, poiché hanno mantenuto il loro nome fino ai tempi storici o addirittura fino ai giorni nostri. Cinque di questi paesi si trovano all'inizio dell'elenco, subito dopo Airyana Vaējā: Gava "abitata dai Sogdiani", Merv, Battriana, Nisāya, che si dice si trovi "tra la Margiana e la Battriana" e che quindi corrisponde almeno in parte alla Juzjān medievale nell'Afghanistan nord-occidentale. Segue il sesto paese, Harōiva [...]»</ref> Sebbene non esista un consenso unanime sulla cronologia dell'Avesta, la maggior parte degli studiosi oggi propende per una datazione antica, collocando la composizione dei testi avestici più recenti, come il ''Mihr Yasht'' e il ''Vendidad'', nella prima metà del I millennio a.C.<ref>{{cita|Skjaervø, 1995|p. 166}}. «Il fatto che i testi più antichi dell<nowiki>'</nowiki>''Avestā'' non contengano apparentemente alcun riferimento all'Iran occidentale, compresa la Media, sembrerebbe indicare che furono composti nell'Iran orientale prima che la dominazione dei Medi raggiungesse la zona».</ref>
[[File:Young avestan geography.png|thumb|Overview over the geographical horizon of the [[Avestan period|Young Avestan period]]. Sources for the different localizations are given in the file description.]]
La prima citazione di Gava si trova nello ''Yašt Mihr'', un inno dedicato alla divinità [[Zoroastrismo|zoroastriana]] Mithra. Nel verso 10.14, Mithra viene descritto mentre raggiunge il [[Hara Berezaiti|monte Hara]] e osserva tutte le terre degli Arii (''Airyoshayan''),
== Biologia ==
{{citazione|dove i fiumi che scorrono ampi si gonfiano e scorrono veloci verso Iškata e Pouruta, [[Margiana|Mouru]] e [[Herat|Haroyu]], Gava-Sughda [''gaom-ca suγδəm''] e [[Corasmia|Hvairizem]].|''Yašt Mihr'' 10.14; traduzione di [[Arnaldo Alberti (filologo)|Arnaldo Alberti]]<ref>{{cita|Gershevitch, 1967|pp. 79-80}}.</ref>}}
[[File:Urocitellus columbianus burrow diagram.svg|thumb|left|Schema della tana del citello della Columbia]]
In Alberta, i citelli della Columbia restano in letargo circa 250 giorni all'anno, con solo 69-94 giorni di attività osservati. Il periodo di attività varia a seconda del clima locale, così come delle differenze comportamentali tra individui di diverso sesso ed età.<ref name=r10>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 189}}.</ref> Ogni gruppo di sesso ed età va in letargo a profondità differenti nel terreno e inizia il letargo quando la temperatura del suolo nelle rispettive tane raggiunge il valore massimo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. J. Young | data=luglio 1990 | titolo=Hibernating patterns of free-ranging Columbian ground squirrels | url=http://link.springer.com/10.1007/BF00317201 | rivista=Oecologia | volume=83 | numero=4 | pp=504-511 | doi=10.1007/BF00317201 | pmid=28313184 | bibcode=1990Oecol..83..504Y | issn=0029-8549}}</ref> Durante il letargo, i citelli assumono una posizione verticale, rannicchiati in una palla compatta. La loro temperatura corporea cala notevolmente, il battito cardiaco rallenta, e la respirazione diviene quasi impercettibile.<ref name=r12>{{cita|Shaw, 1918}}.</ref> Il primo gruppo a riemergere in superficie è quello dei maschi adulti, probabilmente a causa della necessità di rigenerare i testicoli per la stagione riproduttiva, dato che in molti citelli è stato osservato che durante il letargo i testicoli si riducono in dimensione e smettono di produrre spermatozoi.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Brian M. Barnes, Maria Kretzmann, Paul Licht e Irving Zucker | data=1 dicembre 1986 | titolo=The Influence of Hibernation on Testis Growth and Spermatogenesis in the Golden-Mantled Ground Squirrel, Spermophilus Lateralis1 | rivista=Biology of Reproduction | volume=35 | numero=5 | pp=1289-1297 | doi=10.1095/biolreprod35.5.1289 | pmid=3828438 | issn=0006-3363}}</ref><ref>{{cita libro | autore=B. J. Verts e Leslie N. Carraway | url=https://www.worldcat.org/oclc/47011896 | titolo=Land mammals of Oregon | anno=1998 | editore=University of California Press | isbn=978-0-520-92031-6 | città=Berkeley | oclc=47011896}}</ref> Seguono poi le femmine adulte, i giovani di un anno (''yearlings''), e infine i giovani nati nell'anno precedente (''juveniles''). Gli animali che vivono ad altitudini e latitudini maggiori emergono più tardi.<ref name=r10/> Alle quote più basse emergono dal letargo e iniziano la stagione riproduttiva più precocemente.<ref name=r12/>
Essi allevano una sola cucciolata all'anno. I piccoli nascono nudi, ciechi e privi di denti. Dopo 5-6 giorni, il loro peso raddoppia. Intorno al dodicesimo giorno sono ricoperti da pelo scuro e setoso. Verso il diciassettesimo giorno, i loro occhi iniziano ad aprirsi. Possono emergere alla luce solare all'esterno della tana intorno al 21°-24° giorno. Dopo quattro settimane sono completamente in grado di lasciare il nido.<ref name=r12/>
La seconda menzione di Gava si trova nel primo capitolo del ''Vendidad'', che contiene un elenco delle sedici buone regioni create da [[Ahura Mazda]] per il popolo iranico. Gava è la seconda regione citata, subito dopo l'[[Airyanem Vaejah|Airyana Vaējā]], considerata la patria di [[Zarathustra]] e degli Iranici secondo la tradizione zoroastriana:
Prima del loro primo letargo, i giovani citelli della Columbia hanno solo poche settimane a disposizione per svezzarsi dal latte materno.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. J. Young | data=luglio 1990 | titolo=Hibernating patterns of free-ranging Columbian ground squirrels | url=http://link.springer.com/10.1007/BF00317201 | rivista=Oecologia | volume=83 | numero=4 | pp=504-511 | doi=10.1007/BF00317201 | pmid=28313184 | bibcode=1990Oecol..83..504Y | issn=0029-8549}}</ref> Per questo motivo, i 27 giorni di allattamento rappresentano la loro principale occasione per accumulare le riserve energetiche necessarie per sopravvivere al letargo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. O. Murie | data=26 maggio 1992 | titolo=Predation by Badgers on Columbian Ground Squirrels | url=https://academic.oup.com/jmammal/article-lookup/doi/10.2307/1382073 | rivista=Journal of Mammalogy | volume=73 | numero=2 | pp=385-394 | doi=10.2307/1382073 | jstor=1382073 | issn=1545-1542}}</ref> La composizione della maggior parte delle sostanze nutritive nel latte materno varia durante l'allattamento; il cambiamento più significativo riguarda il calcio, la cui concentrazione aumenta tipicamente del 134% dal periodo iniziale fino al suo picco (circa 17 giorni [[Puerperio|dopo il parto]]).<ref>{{cita pubblicazione | autore=Amy L. Skibiel e Wendy R. Hood | data=febbraio 2013 | titolo=Milk composition in a hibernating rodent, the Columbian ground squirrel ( Urocitellus columbianus ) | rivista=Journal of Mammalogy | volume=94 | numero=1 | pp=146-154 | doi=10.1644/1-MAMM-A-078.1 | issn=0022-2372}}</ref>
{{citazione|La seconda delle buone terre e dei paesi che io, Ahura Mazdā, ho creato è stata la pianura popolata in Sughdha [''gāum yim suγδō.shaiianəm'']. Subito dopo è giunto [[Angra Mainyu]], che è tutto morte, e con la sua magia ha creato per contro la locusta, che porta morte al bestiame e alle piante.|''Vendidad 1.4''; traduzione di Arnaldo Alberti<ref>{{cita|Darmesteter, 1880|pp. 5-9}}.</ref>}}
Il mammalogo [[Vernon Orlando Bailey]] esaminò una tana di citello della Columbia situata a un'altitudine di circa 2.100 metri vicino al Piegan Pass nel [[Parco nazionale dei ghiacciai (Stati Uniti d'America)|Glacier National Park]]. Alla fine di luglio, una femmina adulta fu osservata mentre portava quotidianamente terra fresca all'ingresso della tana. Dopo la rimozione dell'animale, la tana fu scavata per esaminarne la struttura interna. Il cumulo di terra all'ingresso ammontava approssimativamente a 0,030 m³. Il terreno accumulato era di date differenti, poiché gli strati inferiori risultavano compattati da stagioni precedenti. La tana aveva questo ingresso principale e due ingressi alternativi nascosti alla vista esterna, probabilmente utilizzati come vie di fuga in caso di predatori. I tunnel principali avevano un diametro di circa 89 mm. Lungo la tana erano presenti diverse camere, probabilmente destinate allo stoccaggio temporaneo della terra scavata o come rifugio in caso di pericolo. A circa 2,4 metri dall'ingresso, era stato costruito un nido realizzato con foglie della «''glacier grass''» (''[[Luzula parviflora]]''), un'erba abbondante nella zona. Nel nido erano presenti erbe di età differenti, suggerendo che fosse stato utilizzato durante stagioni precedenti. In una camera adiacente, più in profondità, vi era un vecchio nido abbandonato, parzialmente riempito di escrementi, che apparentemente veniva usato dal citello come latrina.<ref name=r18>{{cita|Bailey e Bailey, 1918|pp. 47-48}}.</ref>
Sebbene sia ampiamente accettato che Gava si riferisca alla regione abitata dai Sogdiani durante il periodo avestico, il suo significato specifico resta incerto.<ref>{{cita|Lurje, 2017}}. «Le prime testimonianze del nome Sogdiana (''Soḡd'') si trovano nell'Avesta (''Vendīdād'', 1.4; ''Yašt'' 10.14; il soprannome delle terre sogdiane nell'Avesta è Gauua [...])»</ref> Ad esempio, Vogelsang collega Gava con Gabae, una fortezza sogdiana situata nella Sogdiana occidentale, e ipotizza che, durante l'epoca avestica, il centro della Sogdiana fosse più vicino a [[Buchara]] piuttosto che a [[Samarcanda]].<ref>{{cita|Vogelsang, 2000|p. 51}}. «Se Gava e Gabae si riferiscono allo stesso luogo, allora il testo attuale sembra riferirsi a una situazione in cui il centro della Sogdiana non si trovava a Samarcanda, ma più a ovest, forse a Buchara o nelle sue vicinanze».</ref>
[[File:Urocitellus columbianus.jpg|thumb|Standing at attention]]
La presenza di due tipi di ingresso della tana è stata notata anche da altri osservatori: un tipo di apertura era piccolo e dello stesso diametro del tunnel, l'altro più grande e a forma di imbuto.<ref name=r19>{{cita|Elliott e Flinders, 1991|p. 3}}</ref> La quantità di terra scavata annualmente è stimata tra i 4 e i 12 kg, con una costruzione annuale di tunnel che varia dai 4 ai 7 metri. La costruzione di una nuova tana comporta lo scavo di 25-50 kg di terra.<ref name=r19/>
Le attività più comuni dei citelli della Columbia quando sono in superficie includono stare in posizione vigile eretta, nutrirsi e prendersi cura del proprio pelo (''grooming'').<ref name=r10/> Passano più tempo in posizione vigile rispetto ad altre attività. I comportamenti aggressivi sono più frequentemente osservati nei maschi adulti, soprattutto all'inizio della stagione.<ref name=r10/> I loro schemi di attività dipendono dal clima e dalla luminosità ambientale, evitando giorni nuvolose, venti freddi e cattivo tempo. Emergono dalle tane circa un'ora prima dell'alba e tornano al tramonto. Sono attivi durante le ore più calde della giornata, ma più frequentemente si osservano intorno a metà mattina.<ref name=r12/>
=== Periodo achemenide (546-327 a.C.) ===
[[File:Artaxerxes III Sogdian soldier.jpg|thumb|upright=0.5|left|Soldato sogdiano sulla tomba di [[Artaserse III di Persia|Artaserse III]] (338 a.C. ca.)]]
Il sovrano achemenide [[Ciro II di Persia|Ciro il Grande]] conquistò la Sogdiana durante le sue [[Ciro II di Persia#La conquista delle regioni orientali|campagne in Asia centrale]] tra il 546 e il 539 a.C.,<ref>{{cita libro | autore=Kirill Nourzhanov e Christian Bleuer | anno=2013 | titolo=Tajikistan: a Political and Social History | città=Canberra | editore=Australian National University Press | p=12 | isbn=978-1-925021-15-8}}</ref> fatto menzionato dallo storico greco [[Erodoto]] nelle sue ''[[Storie (Erodoto)|Storie]]''.<ref name="simonin 2012 sogdiana">{{cita web | autore=Antoine Simonin | data=8 gennaio 2012 | titolo=Sogdiana | url=https://www.worldhistory.org/sogdiana/ | sito=World History Encyclopedia | accesso=31 agosto 2016}}</ref> [[Dario I di Persia|Dario I]] introdusse il [[Alfabeto aramaico|sistema di scrittura aramaico]] e la monetazione in Asia centrale, incorporando inoltre i Sogdiani nel suo [[esercito permanente|esercito regolare]] come soldati e cavalieri.<ref name="baumer 2012 pp202-203"/> La Sogdiana viene anche citata nell'[[Iscrizioni di Bisotun|iscrizione di Behistun]] fatta realizzare da Dario.<ref>{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=1981 | capitolo=Introductory Note | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | pp. 2-3 | isbn=0-520-03765-0}}</ref><ref>{{cita web | url=http://www.avesta.org/vendidad/vd1sbe.htm | titolo=Avesta: Vendidad (English): Fargard 1 | sito=Avesta.org | accesso=4 gennaio 2016 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161004213252/http://www.avesta.org/vendidad/vd1sbe.htm | dataarchivio=4 ottobre 2016}}</ref><ref name="dresden 2003 p1216"/> Un contingente di soldati sogdiani combatté nell'esercito principale di [[Serse I di Persia|Serse I]] durante la sua seconda, e in ultima analisi fallita, [[Seconda guerra persiana|invasione della Grecia]] nel 480 a.C.<ref name="dresden 2003 p1216"/><ref name="dresden 1981 p3">{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=1981 | capitolo=Introductory Note | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | p. 3 | isbn=0-520-03765-0}}</ref> Un'iscrizione persiana di [[Susa (città antica)|Susa]] afferma che il palazzo reale locale era decorato con [[lapislazzuli]] e [[corniola]] provenienti dalla Sogdiana.<ref name="dresden 2003 p1216"/>
Quando i citelli della Columbia si incontrano tra loro, spesso si toccano reciprocamente la bocca e il naso, compiendo un atto simile a un bacio. Questi saluti durano da 1 a 5 secondi e possono precedere altre interazioni sociali, inclusa l'attività sessuale.<ref name=r10/>
Durante questo periodo di dominio persiano, la metà occidentale dell'[[Anatolia|Asia Minore]] faceva parte della civiltà greca. Quando gli Achemenidi conquistarono la regione, incontrarono una persistente resistenza e frequenti rivolte. Una delle soluzioni adottate fu quella di attuare una pulizia etnica delle regioni ribelli, deportando i sopravvissuti verso aree remote dell'impero. Così, la Sogdiana finì per ospitare una significativa popolazione greca.
[[File:Sogdian Tribute Bearers on the Apadana Staircase 16 (Best Viewed Size "Large") (4689076272).jpg|thumb|300px|Un [[Rilievo (scultura)|bassorilievo]] achemenide di [[Persepoli]], risalente al V secolo a.C., mostra dei sogdiani nell'atto di offrire doni tributari al re persiano [[Dario I di Persia|Dario I]]]]
Dato che non sono stati trovati riferimenti nei documenti storici a specifici [[Satrapo|satrapi]] (cioè governatori provinciali achemenidi) della Sogdiana, la ricerca moderna ha concluso che la regione fosse amministrata dalla vicina satrapia della [[Battriana]].<ref>{{cita libro | autore=Pierre Briant | anno=2002 | titolo=From Cyrus to Alexander: a History of the Persian Empire | traduttore=Peter T. Daniels e Winona Lake | editore=Eisenbrauns | p=746 | isbn=1-57506-120-1}}</ref> I satrapi erano spesso parenti dei sovrani persiani, specialmente figli che non erano stati designati come [[Erede al trono|eredi al trono]].<ref name="simonin 2012 sogdiana"/> La Sogdiana rimase probabilmente sotto il controllo persiano fino al 400 a.C. circa, durante il regno di [[Artaserse II di Persia|Artaserse II]].<ref name="baumer 2012 p207">{{cita libro | autore=Christoph Baumer | anno=2012 | titolo=The History of Central Asia: the Age of the Steppe Warriors | città=Londra, New York | editore=I.B. Tauris | p=207 | isbn=978-1-78076-060-5}}</ref> Alcune regioni ribelli dell'impero persiano approfittarono della debolezza di Artaserse II e alcune, come l'[[XXVIII dinastia egizia|Egitto]], riuscirono a recuperare la loro indipendenza. La significativa perdita di territorio centroasiatico da parte della Persia viene generalmente attribuita alla debolezza del sovrano. Tuttavia, diversamente dall'Egitto, rapidamente riconquistato dall'Impero persiano, la Sogdiana rimase indipendente fino alla conquista da parte di [[Alessandro Magno]]. Quando quest'ultimo [[Alessandro Magno#Conquista dell'Impero persiano|invase l'Impero persiano]], Farasmane, sovrano già indipendente della [[Corasmia]], si alleò con i Macedoni e inviò truppe al Alessandro nel 329 a.C. per la sua prevista campagna contro gli [[Sciti]] della regione del [[Mar Nero]] (campagna che tuttavia non si concretizzò mai).<ref name="baumer 2012 p207"/>
[[Clinton Hart Merriam|C. Hart Merriam]], scrivendo nel 1891, riportò osservazioni locali sul comportamento di questi citelli in Idaho. Se disturbati fuori dalla tana, si ergevano in posizione vigile, osservando fino a quando qualcuno non si avvicinava a pochi metri, poi correvano rapidamente verso la tana emettendo fischi e squittii. Gli abitanti locali li chiamavano ''Seven sleepers'' («sette dormienti») perché trascorrevano circa sette mesi all'anno sottoterra. Vennero descritti come ben forniti di grasso al momento di entrare in letargo, ma molto magri e deboli quando riemergevano la primavera successiva. I cumuli di terra scavati dai citelli avevano un'altezza compresa tra 7 a 25 cm di altezza. Le tane scendevano verticalmente per 46-61 cm.<ref name=r20>{{cita|Merriam, 1891|p. 40}}.</ref>
Durante il periodo achemenide (550-330 a.C.), i sogdiani vissero come popolazione [[Nomadismo|nomade]] simile ai vicini [[Yuezhi]], i quali parlavano la [[lingua battriana]], una [[Lingue indoiraniche|lingua indoiranica]] strettamente imparentata con il sogdiano,<ref>{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | editore=Oxford University Press | p=72 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref> e già praticavano il commercio via terra. Alcuni di loro, inoltre, si erano progressivamente stabiliti praticando l'agricoltura.<ref name="liu 2010 p67">{{cita libro | autore=Xinru Liu | anno=2010 | titolo=The Silk Road in World History | città=Oxford e New York | editore=Oxford University Press | p=67}}</ref> Analogamente agli Yuezhi, che inviavano doni tributari di [[giada]] agli [[Imperatore della Cina|imperatori cinesi]], i sogdiani sono ricordati nei registri persiani per aver offerto preziosi regali di [[lapislazzuli]] e [[corniola]] al [[Re dei re|re]] persiano [[Dario I di Persia|Dario I]].<ref name="liu 2010 p67"/> Sebbene talvolta indipendenti e al di fuori dei confini di grandi imperi, i sogdiani non formarono mai un grande impero autonomo, a differenza degli Yuezhi, che stabilirono l'[[Impero Kushan|Impero kushan]] (30-375 d.C.) in Asia centrale e [[Asia meridionale|meridionale]].<ref name="liu 2010 p67"/>
== Ecologia ==
=== Periodo ellenistico (327-145 a.C.)===
[[File:Squirrel Posing at Logan Pass.jpg|thumb|left|Squirrel posing at Logan Pass]]
{{Immagine multipla
I citelli della Columbia vivono in colonie distribuite in modo discontinuo all'interno del loro areale. Sono presenti in habitat alpini e subalpini, ai margini di prati o su cumuli rialzati dove si verificano inondazioni stagionali. Non si trovano frequentemente in ambienti rocciosi, praterie alpine sassose (''fellfield''), lande di erica (''heather'') o aree erbose alpine (''herbfield'') come invece avviene in prati e praterie. Possono anche occupare habitat disturbati, incluse le aree disboscate. In zone in cui [[Simpatria|coabitano]] con il citello di Belding (''[[Urocitellus beldingi]]''), occupano le aree con altitudine maggiore e clima più umido. Il citello di Belding preferisce invece regioni più secche e caratterizzate da vegetazione arbustiva di artemisia.<ref name=r19/> In Oregon, il citello della Columbia si trova principalmente nelle Blue Mountains, insieme ad altri mammiferi caratteristici tra cui: il toporagno montano (''[[Sorex monticolus]]''), il citello di Belding (''[[Urocitellus beldingi]]''), lo scoiattolo rosso (''[[Tamiasciurus hudsonicus]]''), il gopher del nord (''Thomomys talpoides''), il campagnolo rossastro del nord (''Clethrionomys gapperi'') e lo zapo occidentale (''[[Zapus princeps]]'').<ref name=r21>{{cita|Verts e Carraway, 1998|p. 33}}.</ref>
| larghezza totale = 250
| direzione = verticale
| immagine1 = Head of Bactrian ruler (Satrap), Temple of the Oxus, Takht-i-Sangin, 3rd-2nd century BCE (left side).jpg
| immagine2 = Sogdian barbaric copy of a coin of Euthydemus.jpg
| sotto = '''In alto:''' testa in argilla dipinta e [[alabastro]] di un [[Mōbadh|sacerdote zoroastriano]] che indossa un caratteristico copricapo in stile [[Battriana|battriano]], Takht-i Sangin, Tagikistan, III-II secolo a.C.<br/>'''In basso:''' una [[Barbaro|rozza]] imitazione di una moneta del re [[Regno greco-battriano|greco-battriano]] [[Eutidemo I]], proveniente dalla regione della Sogdiana; la legenda sul rovescio è in scrittura [[Lingua aramaica|aramaica]].
}}
Divenuta indipendente e bellicosa, la Sogdiana rappresentò una regione di confine che isolava i Persiani Achemenidi dagli [[Sciti]] nomadi a nord e a est.<ref>{{cita libro | autore=Robin Lane Fox | anno=1986 | annooriginale=1973 | citazione=La provincia della Sogdiana era per l'Asia ciò che la Macedonia era per la Grecia: un cuscinetto tra una fragile civiltà e gli inquieti barbari oltre confine, fossero gli Sciti dei tempi di Alessandro o più tardi gli [[Unni bianchi]], i Turchi o i Mongoli che si riversavano a sud per distruggere la sottile vernice della società iraniana. | p=301 | titolo=Alexander the Great}}</ref> Inizialmente fu guidata da [[Besso (satrapo)|Besso]], il [[satrapo]] achemenide della [[Battriana]]. Dopo aver assassinato [[Dario III di Persia|Dario III]] durante la fuga dall'esercito [[Regno di Macedonia|greco macedone]],<ref>John Prevas (2004), ''Envy of the Gods: Alexander the Great's Ill-Fated Journey across Asia'', Da Capo Press, pp 60–69.</ref><ref>Independent Sogdiana: Lane Fox (1973, 1986:533) notes [[Quintus Curtius]], vi.3.9: with no satrap to rule them, they were under the command of [[Bessus]] at [[Gaugamela]], according to [[Arrian]], iii.8.3.</ref> egli divenne pretendente al trono achemenide. La [[Rocca sogdiana]], detta anche Rocca di Arimaze, una fortezza situata in Sogdiana, fu conquistata nel 327 a.C. dalle forze di [[Alessandro Magno]], il ''[[basileus]]'' della Grecia macedone, conquistatore dell'Impero achemenide persiano.<ref>{{cita libro | curatore=L. T. Bernd Horn e Emily Spencer | anno=2012 | titolo=No Easy Task: Fighting in Afghanistan | editore=Dundurn Press Ltd | p=40 | isbn=978-1-4597-0164-9}}</ref> [[Ossiarte|Oxiarte]], un nobile sogdiano della Battriana, aveva sperato di mettere al sicuro sua figlia [[Rossane|Roxane]] nella fortezza della Rocca sogdiana, tuttavia dopo la sua caduta Roxane divenne ben presto moglie di Alessandro, una delle sue diverse spose.<ref name="ahmed 2004 p61">{{cita libro | autore=S. Z. Ahmed | anno=2004 | titolo=Chaghatai: the Fabulous Cities and People of the Silk Road | città=West Conshokoken | editore=Infinity Publishing | p=61}}</ref> Roxane, una sogdiana il cui nome ''Roshanak'' significa «piccola stella»,<ref name="livius roxane">{{cita web | sito=Livius.org | url=https://www.livius.org/articles/person/roxane/ | capitolo=Roxane | titolo=Articles on Ancient History | data=17 agosto 2015 | accesso=29 agosto 2016}}</ref><ref name="strachan 2008 p87">{{cita libro | autore=Edward Strachan e Roy Bolton | anno=2008 | titolo=Russia and Europe in the Nineteenth Century | città=Londra | editore=Sphinx Fine Art | p=87 | isbn=978-1-907200-02-1}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Lucas Christopoulos | data=agosto 2012 | capitolo=Hellenes and Romans in Ancient China (240 BC – 1398 AD) | curatore=Victor H. Mair | titolo=Sino-Platonic Papers | numero=230 | editore=Chinese Academy of Social Sciences, University of Pennsylvania Department of East Asian Languages and Civilizations | p=4 | issn=2157-9687}}</ref> fu madre di [[Alessandro IV di Macedonia]], che ereditò il trono alla morte di suo padre nel 323 a.C. (anche se l'impero fu presto suddiviso dalle [[guerre dei diadochi]]).<ref>{{cita libro | curatore=William Smith ''et al.'' | anno=1873 | titolo=A Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Volume 1 | città=Londra | editore=John Murray | p=122}}</ref>
Non è nota alcuna descrizione di predazione da parte dei citelli della Columbia verso altri vertebrati. Tuttavia, è stato osservato il cannibalismo. In alcuni casi, le femmine adulte possono anche uccidere i piccoli. È stato ipotizzato che specie simpatriche, come il gopher del nord, il peromisco cervo (''[[Peromyscus maniculatus]]'') e l'arvicola della Pennsylvania (''[[Microtus pennsylvanicus]]''), possano sfruttare o depredare tane già fornite di provviste. Nel 1985 furono riportate osservazioni relative a possibili uccisioni di arvicole della Pennsylvania da parte dei citelli della Columbia. Tali uccisioni non sembravano motivate dalla predazione, ma piuttosto dalla difesa del territorio e delle risorse.<ref name=r22>{{cita|Harris, 1985}}.</ref>
Dopo una lunga campagna per reprimere la resistenza sogdiana e aver fondato avamposti militari presidiati da veterani macedoni, Alessandro unificò la Sogdiana con la Battriana, formando un'unica satrapia. Il nobile e condottiero sogdiano [[Spitamene]] (370-328 a.C.), alleato con tribù scite, guidò una rivolta contro le forze di Alessandro. Questa rivolta venne repressa da Alessandro e dai suoi generali [[Aminta (ufficiale di Alessandro Magno)|Aminta]], [[Cratero]] e [[Ceno (generale)|Ceno]], con l'aiuto di truppe locali battriane e sogdiane.<ref name="holt 1989 pp64-65">{{cita libro | autore=Frank L. Holt | anno=1989 | titolo=Alexander the Great and Bactria: the Formation of a Greek Frontier in Central Asia | città=Leida, New York, Copenaghen e Colonia | editore=E. J. Brill | pp=64-65 | isbn=90-04-08612-9}}.</ref> Sconfitti i ribelli sciti e sogdiani, Spitamene sarebbe stato tradito dalla moglie stessa e decapitato.<ref>{{cita libro | autore=Frank L. Holt | anno=1989 | titolo=Alexander the Great and Bactria: the Formation of a Greek Frontier in Central Asia | città=Leida, New York, Copenaghen e Colonia | editore=E. J. Brill | p=65 | isbn=90-04-08612-9}}.</ref> In seguito al suo matrimonio con Roxane, Alessandro incoraggiò i suoi soldati a sposare donne sogdiane per scoraggiare ulteriori ribellioni.<ref name="ahmed 2004 p61"/><ref>{{cita libro | autore=Frank L. Holt | anno=1989 | titolo=Alexander the Great and Bactria: the Formation of a Greek Frontier in Central Asia | città=Leida, New York, Copenaghen, Colonia | editore=E. J. Brill | pp=67-68 | isbn=90-04-08612-9}}</ref> Tra queste c'era [[Apama I|Apama]], figlia del ribelle Spitamene, che sposò [[Seleuco I Nicatore]] e gli diede un figlio, [[Antioco I|erede]] al [[Impero seleucide|trono seleucide]].<ref name="magill et al 1998 p1010">{{cita libro | autore=Frank N. Magill ''et al.'' | anno=1998 | titolo=The Ancient World: Dictionary of World Biography, Volume 1 | città=Pasadena, Chicago, Londra | editore=Fitzroy Dearborn Publishers, Salem Press | p=1010 | isbn=0-89356-313-7}}</ref> Secondo lo storico romano [[Appiano di Alessandria|Appiano]], Seleuco I diede il nome di Apama a tre nuove città ellenistiche in Asia (vedi ''[[Apamea (disambigua)|Apamea]]'').<ref name="magill et al 1998 p1010"/><ref>{{1911|source=Apamea}}</ref>
Le densità delle popolazioni risulta più alta nei «terreni agricoli di fondo valle» rispetto ai «campi di grano». Nell'Idaho subalpino è stata rilevata una densità di 35 individui per ettaro. In Alberta, la densità di giovani è stata stimata tra 5 e 20 per ettaro, mentre per gli individui più anziani la stima varia da 12 a 16 per ettaro.<ref name=r19/>
La potenza militare dei sogdiani non si riprese mai del tutto. In seguito, la Sogdiana fece parte per circa un secolo del [[Ellenismo|Regno ellenistico]] [[Regno greco-battriano|greco-battriano]], uno stato separatista dell'Impero seleucide fondato nel 248 a.C. da [[Diodoto I]].<ref>{{cita libro | autore=Lucas Christopoulos | data=agosto 2012 | capitolo=Hellenes and Romans in Ancient China (240 BC – 1398 AD) | curatore=Victor H. Mair | titolo=Sino-Platonic Papers | numero=230 | editore=Chinese Academy of Social Sciences, University of Pennsylvania Department of East Asian Languages and Civilizations | pp=8-9 | issn=2157-9687}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=1981 | capitolo=Introductory Note | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | pp. 3-5 | isbn=0-520-03765-0}}</ref> [[Eutidemo I]], già satrapo della Sogdiana, sembra aver detenuto il territorio sogdiano come rivale pretendente al trono greco-battriano; le [[Monetazione greca antica|sue monete]] vennero successivamente imitate localmente, portando iscrizioni in [[Lingua aramaica|aramaico]].<ref>{{cita libro | autore=Jeffrey D. Lerner | anno=1999 | titolo=The Impact of Seleucid Decline on the Eastern Iranian Plateau: the Foundations of Arsacid Parthia and Graeco-Bactria | città=Stoccarda | editore=Steiner | pp=82-84 | isbn=3-515-07417-1}}</ref> Il re greco-battriano [[Eucratide I]] potrebbe aver temporaneamente riconquistato la sovranità sulla Battriana.
I citelli della Columbia sono descritti come «tra i citelli più vegetariani in assoluto». Nella prima parte della stagione, si nutrono prevalentemente di vegetazione fresca e succulenta. Quando la vegetazione diventa più dura, si orientano maggiormente verso semi e granaglie. Alla fine della stagione, appaiono visibilmente ingrassati. L'esame del contenuto gastrico di un gruppo di 43 citelli ha rivelato materiale vegetale in tutti i casi. Nell'86% degli stomaci analizzati fu rinvenuta esclusivamente vegetazione, mentre il 2% conteneva tracce di altri mammiferi e il 14% resti di insetti.<ref name=r12/>
=== Periodo saka e kushan (146 a.C.-260 d.C.) ===
[[File:Saka warrior Termez Achaeological Museum.jpg|thumb|upright|left|Testa di un guerriero [[Saci|saka]], raffigurato come nemico sconfitto degli [[Yuezhi]], da [[Khalchayan]], nella [[Battriana]] settentrionale, I secolo a.C.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Kazim Abdullaev | titolo=Nomad Migration in Central Asia (in After Alexander: Central Asia before Islam) | rivista=Proceedings of the British Academy | anno=2007 | volume=133 | pp=87-98 | url=https://www.academia.edu/6864202}}</ref><ref>{{cita libro | titolo=Greek Art in Central Asia, Afghan – Encyclopaedia Iranica | url=http://www.iranicaonline.org/articles/greece-viii#prettyPhoto}}</ref><ref>Indicato come saka anche in [https://i.pinimg.com/originals/bf/c2/42/bfc242271c38d714044837d179faab53.jpg questa fonte].</ref>]]
Infine, la Sogdiana fu occupata da popolazioni [[Nomadismo|nomadi]] quando i [[Saci|Saka]] invasero e sconfissero il [[Regno greco-battriano]] intorno al 145 a.C., seguiti poco dopo dagli [[Yuezhi]], predecessori nomadi dei [[Impero Kusana|Kushan]]. Da quel momento fino a circa il 40 a.C. gli Yuezhi coniarono timidamente monete che imitavano ancora le immagini dei sovrani greco-battriani Eucratide I ed [[Eliocle I]].<ref name="Michon, Daniel 2015 pp 112">{{cita libro | autore=Daniel Michon | anno=2015 | titolo=Archaeology and Religion in Early Northwest India: History, Theory, Practice | città=Londra, New York, Nuova Delhi | editore=Routledge | pp=112-123 | isbn=978-1-138-82249-8}}</ref>
I citelli della Columbia possono essere parassitati dalla zecca delle Montagne Rocciose (''[[Dermacentor andersoni]]''), vettore dei batteri che causano la [[febbre maculosa delle Montagne Rocciose]]. Altri parassiti esterni includono i pidocchi ''Enderleinellus suturalis'' e ''Neohaemotopinus laeviusculus''; le pulci ''Neopsylla inopina'', ''Opisocrostis tuberculatus'' e ''Oropsylla idahoensis''; gli acari ''Dermacarus heptneri'', ''Androlaelaps fahrenholz'', ''[[Macrocheles]] sp. e ''Pygmephorus erlangensis''. Tra i parassiti interni vi sono il protozoo ''Trypanosoma otospermophili'' e le specie del genere ''[[Eimeria]]'': ''Eimeria bilamellata'', ''Eimeria callospermophili'' e ''Eimeria lateralis''. È stata segnalata anche la presenza di ''[[Yersinia pestis]]'', causa della [[peste nera]]. Essi possono fungere da riserva naturale per virus come quelli dell'encefalite di Powassan o di Saint Louis, sulla base di alcune analisi sierologiche. I citelli della Columbia possono inoltre soffrire di dermatite provocata da ''Dermatophilus congolensis''.<ref name=r23>{{cita|Elliott e Flinders, 1991|p. 4}}.</ref>
Gli Yuezhi vennero visitati in [[Transoxiana]] da una missione cinese guidata da [[Zhang Qian]] nel 126 a.C.,<ref name="megalithic">{{cita web | url=http://www.megalithic.co.uk/article.php?sid=18006 | titolo=Silk Road, North China | autore=C. Michael Hogan | sito=The Megalithic Portal | curatore=A. Burnham}}</ref> con lo scopo di stabilire un'alleanza offensiva con gli Yuezhi contro gli [[Xiongnu]]. Zhang Qian, che trascorse un anno in Transoxiana e [[Battriana]], scrisse un dettagliato resoconto nello ''Shiji'', che fornisce molte informazioni sulla situazione in [[Asia centrale]] dell'epoca.<ref>{{cita|Watson, 1993|pp. 233.236}}</ref> La richiesta di alleanza fu tuttavia respinta dal figlio del re yuezhi ucciso, il quale preferì mantenere la pace in Transoxiana piuttosto che cercare vendetta.
[[File:Columbian Ground Squirrel Cranbrook.jpg|left|thumb|Columbian ground squirrel in [[North Central Rockies forests|North Central Rockies Forests]]]]
[[File:Noin-Ula carpet, Yuezhi fighting a SogdianNoin-Ula carpet, Yuezhi fighting a Sogdian.jpg|thumb|upright|Un guerriero [[yuezhi]] (a sinistra) combatte contro un sogdiano protetto da uno scudo (a destra), tappeto di Noin-Ula, I secolo a.C./d.C.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Sergey A. Yatsenko | titolo=Yuezhi on Bactrian Embroidery from Textiles Found at Noyon uul, Mongolia | rivista=The Silk Road | anno=2012 | volume=10 | url=http://www.silkroadfoundation.org/newsletter/vol10/SilkRoad_10_2012_yatsenko.pdf | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170114012702/http://www.silkroadfoundation.org/newsletter/vol10/SilkRoad_10_2012_yatsenko.pdf | urlmorto=no}}</ref>]]
Il trattamento delle femmine di citello della Columbia con polvere antipulci ha prodotto un miglioramento nelle condizioni fisiche degli animali trattati. Le femmine trattate hanno prodotto cucciolate più numerose e guadagnato peso dalla nascita allo svezzamento dei piccoli, mentre quelle non trattate hanno perso peso nello stesso periodo.<ref>{{cita pubblicazione | autore=P. Neuhaus | titolo=Parasite removal and its impact on litter size and body condition in Columbian ground squirrels (Spermophilus columbianus) | rivista=Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences | data=7 novembre 2003 | volume=270 | numero=Suppl_2 | pp=S213-S215 | doi=10.1098/rsbl.2003.0073 | pmid=14667386 | pmc=1809932}}</ref>
Zhang Qian riportò anche:
Tra i predatori del citello della Columbia vi sono l'orso grizzly (''[[Ursus arctos horribilis]]''), il coyote (''[[Canis latrans]]''), la martora del Pacifico (''[[Martes caurina]]''), il lupo (''[[Canis lupus]]''), il tasso americano (''[[Taxidea taxus]]''), varie specie di [[Mustelidae|donnole]] (''[[Mustela]]'' e ''[[Neogale]]''), e il puma (''[[Puma concolor]]''). Tra gli uccelli predatori vi sono l'aquila reale (''[[Aquila chrysaetos]]''), la poiana della Giamaica (''[[Buteo jamaicensis]]'') e l'astore (''[[Accipiter gentilis]]'').<ref name=r23/>
{{citazione|I Grandi Yuezhi vivono a 2.000 o 3.000 ''li'' [832–1.247 chilometri] a ovest di ''[[Dayuan]]'', a nord del fiume ''Gui'' <nowiki>[</nowiki>[[Amu Darya|Oxo]]<nowiki>]</nowiki>. Sono confinanti a sud con ''[[Daxia]]'' <nowiki>[</nowiki>[[Battriana]]<nowiki>]</nowiki>, a ovest con ''Anxi'' <nowiki>[</nowiki>[[Partia]]<nowiki>]</nowiki> e a nord con ''[[Kangju]]'' [oltre il corso medio dello [[Jaxartes|Iaxarte]]/Syr Darya]. Sono una nazione di [[Nomadismo|nomadi]], che si spostano di luogo in luogo con le loro mandrie, e i loro costumi sono simili a quelli degli Xiongnu. Dispongono di circa 100.000 o 200.000 arcieri guerrieri.|''Shiji'', 123<ref>{{cita|Watson, 1993|p. 234}}.</ref>}}
== Tassonomia ==
Dal I secolo d.C., gli Yuezhi si trasformarono nel potente [[Impero kushan]], esteso dalla Sogdiana fino all'[[India]] orientale. L'Impero kushan divenne il centro del redditizio commercio centroasiatico, iniziando a coniare monete originali recanti i volti dei propri sovrani.<ref name="Michon, Daniel 2015 pp 112"/> Si narra che abbiano collaborato militarmente con i Cinesi contro incursioni nomadi, specialmente quando si allearono con il generale della [[dinastia Han]], [[Ban Chao]], contro i Sogdiani nell'anno 84, in occasione del tentativo di questi ultimi di appoggiare una rivolta del re di [[Kashgar]].<ref name="de crespigny 2007 5-6">{{cita libro | autore=Rafe de Crespigny | anno=2007 | titolo=A Biographical Dictionary of Later Han to the Three Kingdoms (23–220 AD) | città=Leida | editore=Koninklijke Brill | pp=5-6 | isbn=90-04-15605-4}}</ref>
[[File:Urocitellus columbianus 2 (Glacier NP, 2009).jpg|thumb|right|Columbian ground squirrel]]
In 1891, Merriam published an account of the mammals of Idaho, based on an expedition. He concluded that the Columbian ground squirrel is the same animal as the "Burrowing Squirrel" reported by [[Lewis and Clark]]. At the time, that animal had been thought to be the prairie dog. However, Merriam's assessment was that this was not the case and the animal described by Lewis and Clark was the same as an animal described by naturalist [[John Richardson (naturalist)|John Richardson]] in 1829.{{sfn|Merriam|1891|pp=40–41}} Richardson described it as a variant of the Arctic ground squirrel, obtained from the Rocky Mountains near the source of the Elk River.{{sfn|Richardson|1829|p=106}} Merriam knew of the presence of the squirrel, but his party was there late in the season and no squirrels were directly observed in the field.{{sfn|Merriam|1891|p=40}} However, Merriam reported that he was able to obtain "a fine series of specimens" from near Moscow, within about {{convert|40|m|km}} from the locale where Lewis and Clark's obtained their specimens. Other were obtained from a site even closer. Based on his observations and comparison with the notes of Lewis and Clark, Merriam assessed that the Columbian ground squirrel was not a variant of the Arctic ground squirrel, but a separate species, which he named as ''Spermophilus columbianus'', rejecting the genus designation ''Arctomys'' and reapplying the species designation originally applied by [[George Ord|Ord]] in 1815.{{sfn|Merriam|1891|pp=40–41}}
Two subspecies are described. The first, ''Spermophilus columbianus columbianus'' is the type described by Ord in 1815. The specimen type was taken "between the forks of the Clearwater and Kooskooskie rivers", in [[Idaho]].{{sfn|Thorington|Hoffman|2005|p=806}} ''Spermophilus columbianus albertae'', described in 1903 by [[Joel Asaph Allen]], is a synonym. Another synonymous designation, ''Anisonyx brachiura'', was applied by [[Constantine Samuel Rafinesque|Rafinesque]] in 1817. The third synonym, ''Spermophilus columbianus erythrogluteia'', was the animal designated by Richardson in 1829.{{sfn|Helgen|Cole|Helgen|Wilson|2009|p=297}}
<gallery widths="200px" heights="150px" perrow="4">
File:Orlat plaque encounter.jpg|Scene di battaglia tra guerrieri saka del ''Kangju'', placche di Orlat, I secolo d.C.<ref name="SPL42">{{cita libro | autore=Djangar Ilyasov | titolo=Splendeurs des oasis d'Ouzbékistan | anno=2022 | editore=Louvre Editions | città=Parigi | isbn=978-8412527858 | pp=42-47}}</ref>
File:Orlat plaque hunter.jpg|Cacciatore raffigurato su placca di Orlat
File:Kalchayan Prince (armour).jpg|Modello di armatura [[Catafratto|catafratta]] [[Saci|saka]] con protezione per il collo, proveniente da [[Khalchayan]], I secolo a.C., [[Museo delle arti dell'Uzbekistan]], n° 40<ref name="SPL56">{{cita libro | autore=Grenet Frantz | titolo=Splendeurs des oasis d'Ouzbékistan | anno=2022 | editore=Louvre Editions | città=Parigi | isbn=978-8412527858 | p=56}}</ref>
</gallery>
The second subspecies, ''Spermophilus columbianus ruficaudus'' was described in 1928 by [[Arthur H. Howell]].{{sfn|Thorington|Hoffman|2005|p=806}} The type was taken near [[Wallowa Lake]] in northeastern Oregon.{{sfn|Elliott|Flinders|1991|p=1}}
=== Epoca sasanide (260-479 d.C.) ===
La conoscenza storica riguardo alla Sogdiana risulta piuttosto lacunosa durante il periodo dell'[[Impero partico]] (247 a.C. - 224 d.C.) in Persia.<ref name="dresden 1981 p5">{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=1981 | capitolo=Introductory Note | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londea | editore=University of California Press | p=5 | isbn=0-520-03765-0}}</ref><ref name="dresden 2003 p1217">{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=2003 | capitolo=Sogdian Language and Literature | curatore=Ehsan Yarshater | titolo=The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods | città=Cambridge | editore=Cambridge University Press | p=1217 | isbn=0-521-24699-7}}</ref> Il successivo [[Impero sasanide]] persiano conquistò e incorporò la Sogdiana come satrapia nel 260;<ref name="dresden 1981 p5"/> un'[[Res gestae divi Saporis|iscrizione risalente al regno di Sapore I]] menziona esplicitamente la «Sogdiana fino alle montagne di [[Tashkent]]» come parte dei suoi territori, specificando che tale regione costituiva il confine nord-orientale dell'Impero sasanide con quello dei [[Impero Kusana|Kushan]].<ref name="dresden 2003 p1217"/> Tuttavia, già dal V secolo l'area fu conquistata dal rivale [[Unni bianchi|Impero degli Eftaliti]].<ref name="dresden 1981 p5"/>
They have also been referred to as the burrowing squirrel.{{sfn|Bailey|1936|p=147}}
=== Epoca eftalita (479-557 d.C.) ===
[[File:Sogdiana. Samarkand (Pre-Ikhshid), Hephthalite tamgha S2 on the reverse.jpg|thumb|Monetazione locale di [[Samarcanda]], Sogdiana, con il ''tamgha'' degli [[Unni bianchi|Eftaliti]] [[File:Hephthalite tamgha.jpg|15px]] sul rovescio.<ref>{{cita|Alram, 2008}}.</ref>]]
Gli [[Unni bianchi|Eftaliti]] conquistarono il territorio della Sogdiana e lo incorporarono nel loro impero intorno al 479, anno in cui si registra l'ultima ambasceria indipendente conosciuta dei Sogdiani in Cina.<ref name="CP"/><ref>{{cita|de la Vaissière, 2003|pp. 128-129}}.</ref>
Below is a [[cladogram]] of ground squirrels (tribe [[Marmotini]]) derived from maximum parsimony analysis.{{sfn|Helgen|Cole|Helgen|Wilson|2009|p=274}}
Gli Eftaliti potrebbero aver costruito grandi città fortificate di tipo [[Ippodamo|ippodameo]] (con mura rettangolari e una rete ortogonale di strade) in Sogdiana, come [[Buchara]] e [[Panjakent|Pendžikent]], come avevano già fatto a [[Herat]], proseguendo l'opera urbanistica iniziata dai [[Kidariti]].<ref>{{cita|de la Vaissière, 2003|pp. 128-129}}.</ref> Gli Eftaliti probabilmente governavano attraverso una confederazione di governatori o sovrani locali legati da accordi di alleanza. Uno di questi vassalli potrebbe essere stato Asbar, sovrano di Vardanzi, che coniava anche una propria moneta durante quel periodo.<ref>{{cita|Adylov e Mirzaahmedov, 2006|pp. 34-36}}</ref>
[[File:Varahsha, Relief of a hunter, 5th-7th century CE.jpg|thumb|left|Rilievo di un cacciatore, [[Varahša|Varachša]], Sogdiana, V-VII secolo d.C.]]
La ricchezza proveniente dai riscatti e tributi dei Sasanidi agli Eftaliti potrebbe essere stata reinvestita in Sogdiana, il che spiegherebbe la prosperità della regione a partire da quell'epoca.<ref>{{cita|de la Vaissière, 2003|pp. 128-129}}.</ref> La Sogdiana, situata al centro di una nuova [[Via della Seta]] tra la Cina, l'Impero sasanide e l'[[Impero bizantino]], divenne estremamente prospera sotto l'élite nomade eftalita.<ref>{{cita|de la Vaissière, 2012|pp. 144-160}} «La Sogdiana, sotto la guida delle sue élite nomadi, divenne il principale centro di ricchezza agricola e demografica dell'Asia centrale».</ref> Gli Eftaliti assunsero il ruolo di principali intermediari lungo la [[Via della Seta]], succedendo in questo ai [[Impero Kusana|Kushan]], e affidarono ai mercanti sogdiani locali il commercio della seta e di altri beni di lusso tra l'Impero cinese e quello sasanide.<ref name="JAM28">{{cita libro | autore=James A. Millward | titolo=The Silk Road: A Very Short Introduction | anno=2013 | editore=Oxford University Press US | isbn=978-0-19-978286-4 | p=28 | url=https://books.google.com/books?id=M0uMBi67IngC&pg=PA28}}</ref>
{{clade| style=font-size:85%; line-height:85%
A causa dell'occupazione eftalita della Sogdiana, la monetazione locale originale fu sommersa da un grande afflusso di monete sasanidi, ricevute come tributo dagli Eftaliti. Questa monetazione si diffuse poi lungo la [[Via della Seta]].<ref name="CP">{{cita pubblicazione | autore=Chengguo Pei | titolo=The Silk Road and the economy of Gaochang: evidence on the Circulation of silver coins | rivista=Silk Road | anno=2017 | volume=15 | p=57 | url=https://religiondocbox.com/74666854-Islam/Volume-contents.html}}</ref> Il simbolo degli Eftaliti compare nella monetazione residua di [[Samarcanda]], probabilmente come risultato del controllo eftalita sulla Sogdiana, e diventa prominente nella monetazione sogdiana dal 500 al 700, inclusa quella dei loro successori indigeni, gli Ikhshid (642-755), fino alla [[conquista musulmana della Transoxiana]].<ref>{{cita|Rezakhani, 2017|p. [https://books.google.com/books?id=bjRWDwAAQBAJ&pg=PA138 138]}}.</ref><ref name="MF">{{cita pubblicazione | autore=Michael Fedorov | titolo=ON THE PORTRAITS OF THE SOGDIAN KINGS (IKHSHĪDS) OF SAMARQAND | rivista=Iran | anno=2007 | volume=45 | p=155 | doi=10.1080/05786967.2007.11864723 | jstor=25651416 | url=https://www.jstor.org/stable/25651416 | issn=0578-6967}}</ref>
|1={{clade
|1={{clade
=== Epoca turca (557-742 d.C.) ===
|label1=''[[Notocitellus]]''
[[File:An Jia with a Turkic Chieftain in Yurt. Xi’an, 579 CE. Shaanxi Provincial Institute of Archaeology, Xi’an.jpg|thumb|Il mercante sogdiano An Jia con un capo turco nella sua ''[[yurta]]'', 579 d.C.]]
|1={{clade
I Turchi del [[Primo Khaganato turco]] e i Sasanidi sotto [[Cosroe I]] si allearono contro gli Eftaliti e li sconfissero dopo una battaglia durata otto giorni nei pressi di [[Karshi|Karši]], la [[battaglia di Bukhara]], forse nel 557.<ref>{{cita libro | autore=Michael Maas | titolo=The Cambridge Companion to the Age of Attila | data=29 settembre 2014 | editore=Cambridge University Press | isbn=978-1-316-06085-8 | p=284 | url=https://books.google.com/books?id=e0dcBAAAQBAJ&pg=PA284}}</ref> I Turchi mantennero il controllo dell'area a nord dell'Oxo, compresa tutta la Sogdiana, mentre i Sasanidi ottennero i territori a sud del fiume. I Turchi si frammentarono nel 581, e il [[Khaganato turco occidentale]] assunse il controllo della Sogdiana.
|1=''N. adocetus''
|2=''N. annulatus'' }}
I resti archeologici suggeriscono che i [[Popolazioni turche|Turchi]] divennero probabilmente i principali partner commerciali dei Sogdiani, come sembra indicare la tomba del mercante sogdiano An Jia.<ref name="FG141">{{cita pubblicazione | autore=Frantz Grenet e Pénélope Riboud | titolo=A Reflection of the Hephthalite Empire: The Biographical Narrative in the Reliefs of the Tomb of the Sabao Wirkak (494–579) | rivista=Bulletin of the Asia Institute | anno=2003 | volume=17 | pp=141-142 | url=https://www.podgorski.com/main/assets/documents/A_reflection_of_the_Hephtalite_empire.pdf | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220531060342/https://www.podgorski.com/main/assets/documents/A_reflection_of_the_Hephtalite_empire.pdf | urlmorto=no}}</ref> I Turchi appaiono anche numerosi nei celebri affreschi di Afrasiab a [[Samarcanda]], dove sembrano essere raffigurati mentre assistono alla ricezione del sovrano sogdiano locale Varkhuman nel VII secolo.<ref name="SW">{{cita libro | autore=Susan Whitfield | titolo=The Silk Road: Trade, Travel, War and Faith | anno=2004 | editore=British Library. Serindia Publications, Inc. | isbn=978-1-932476-13-2 | p=110 | url=https://books.google.com/books?id=ArWLD4Qop38C&pg=PA110}}</ref><ref>{{cita libro | autore=James A. Millward | titolo=Eurasian Crossroads: A History of Xinjiang | anno=2007 | editore=Columbia University Press | isbn=978-0-231-13924-3 | p=31 | url=https://books.google.com/books?id=8FVsWq31MtMC&pg=PA31}}</ref> Questi dipinti indicano che la Sogdiana era, all'epoca, un ambiente estremamente cosmopolita, come dimostra la presenza di delegazioni di varie nazioni, inclusi inviati cinesi e coreani.<ref name="SW"/><ref>{{cita pubblicazione | autore=Matteo Compareti | titolo=The Chinese Scene at Afrāsyāb | rivista=Eurasiatica | anno=2007 | url=https://www.researchgate.net/publication/287420208}}</ref> A partire dal 650 circa, la Cina avviò la [[conquista dei Turchi occidentali]], e i sovrani sogdiani come Varkhuman, insieme ai [[Khaganato turco occidentale|Turchi occidentali]], divennero nominalmente vassalli della Cina, come parte del protettorato di Anxi della [[dinastia Tang]], fino alla [[conquista musulmana della Transoxiana]].<ref name="CB243">{{cita libro | autore=Christoph Baumer | titolo=The History of Central Asia, 4-volume set | data=18 aprile 2018 | editore=[[Bloomsbury Publishing]] | isbn=978-1-83860-868-2 | p=243 | url=https://books.google.com/books?id=DhiWDwAAQBAJ&pg=RA1-PA243}}</ref>
|label2=''[[Ammospermophilus]]''
[[File:Afrasiab West Wall.jpg|thumb|center|upright=3|Ambasciatori di varie nazioni ([[Cina]], [[Corea]], principati iranici ed eftaliti...) rendono omaggio al re Varkhuman e forse al [[khagan]] dei [[Khaganato turco occidentale|Turchi occidentali]] Shekui, sotto l'imponente presenza di ufficiali e cortigiani turchi. Affreschi di Afrasiab, [[Samarcanda]], 648-651 d.C.<ref name="CB243"/>]]
|2={{clade
|1=''A. harrisii''
=== Epoca araba (VIII secolo) ===
|2={{clade
{{Immagine multipla|larghezza totale=400|allinea didascalia=center
|1=''A. leucurus''
| allinea = right
|2={{clade
| direzione = orizzontale
|1=''A. harrisii''
| immagine1 = Letter of an Arab Emir to Devashtich.jpg
|2=''A. interpres'' }} }} }} }}
| didascalia1 = Lettera di un emiro arabo al sovrano sogdiano Divashtich, trovata a Monte Mugh
|2={{clade
| immagine2 = Wealthy Arab, Palace of Devashtich, Penjikent.jpg
|1={{clade
| didascalia2 = Arabo ricco, affreschi del palazzo di Divashtich, [[Pendžikent]]
|label1=''[[Otospermophilus]]''
}}
|1={{clade
==== Periodo omayyade (fino al 750) ====
|1={{clade
[[Qutayba ibn Muslim]] (669-716), governatore del [[Grande Khorasan]] sotto il [[califfato omayyade]] (661-750), iniziò la conquista musulmana della Sogdiana all'inizio dell'VIII secolo, ricevendo aiuto dal sovrano locale di [[Balkh]], che si schierò dalla parte degli Omayyadi.<ref name="dresden 2003 p1217"/><ref>{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=457-58}}</ref> Tuttavia, quando il suo successore al-Jarrah ibn Abdallah governò il Khorasan (717-719), molti Sogdiani autoctoni convertiti all'Islam iniziarono a ribellarsi, in quanto non più esentati dal pagamento della tassa sui non-musulmani, la ''[[jizya]]'', a causa di una nuova legge che imponeva ai convertiti la prova della [[circoncisione]] e della capacità di leggere il [[Corano]].<ref name="dresden 2003 p1217"/><ref name="litvinski et al 1999 p459">{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | p=459}}</ref> Con l'aiuto dei Turchi [[Turgesh]], i Sogdiani riuscirono a espellere la guarnigione araba omayyade da Samarcanda, respingendo i tentativi omayyadi di riconquista fino all'arrivo di [[Sa'id ibn Amr al-Harashi]] (fl. 720-735). [[Gurak]], il sovrano sogdiano (''ikhshid'') di Samarcanda, che aveva precedentemente rovesciato nel 710 il sovrano filoomayyade Tarkhun, decise che la resistenza contro la vasta armata araba di al-Harashi era inutile, e convinse i suoi seguaci a sottomettersi agli Omayyadi.<ref name="litvinski et al 1999 p459"/> Divashtich (r. 706-722), sovrano sogdiano di [[Pendžikent]], guidò le sue forze verso la catena montuosa dello [[Monti Zeravshan|Zeravšan]] (vicino all'odierna Zeravšan, in Tagikistan), mentre i Sogdiani guidati da Karzanj, sovrano di Pai (odierna [[Kattakurgan]], Uzbekistan), fuggirono verso il principato di Fergana, dove il loro sovrano at-Tar (o Alutar) promise loro sicurezza e rifugio dagli Omayyadi. Tuttavia, at-Tar informò segretamente al-Harashi dei Sogdiani nascosti a [[Khujand|Chudžand]], che furono quindi massacrati dalle forze di al-Harashi dopo il loro arrivo.<ref>{{cita libro | autore=B. A. Litvinski, A. H. Jalilov e A. I. Kolesnikov | anno=1999 | capitolo=The Arab Conquest | titolo=History of Civilizations of Central Asia: Volume III, the Crossroads of Civilizations: A.D. 250–750 | curatore=B. A. Litvinski, Zhang Guangda e R. Shabani Samghabadi | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=459-60}}</ref>
|1=''O. atricapillus''
|2=''O. beecheyi'' }}
Dal 722, in seguito all'invasione musulmana, nuovi gruppi di Sogdiani, molti dei quali [[cristiani nestoriani]], emigrarono verso est, dove i Turchi erano stati più tolleranti verso la loro religione già dai tempi delle persecuzioni religiose sasanidi. Crearono in particolare colonie nell'area del [[Semirechye|Semireč'e]], dove continuarono a prosperare fino al X secolo con l'ascesa dei [[Qarluq|Karluk]] e del [[Karakhanidi|Khanato dei Kara-Khanidi]]. Questi Sogdiani sono noti per la produzione di splendidi piatti d'argento con iconografia cristiana orientale, come il celebre ''piatto di Anikova''.<ref name="ES">{{cita libro | autore=Eleanor Sims | titolo=Peerless images: Persian painting and its sources | anno=2002 | editore=New Haven: Yale University Press | isbn=978-0-300-09038-3 | pp=293-294 | url=https://archive.org/details/peerlessimagespe0000sims/page/294/mode/1up}}</ref><ref name="SEDU">{{cita web | titolo=Anikova Plate The Sogdians | url=https://sogdians.si.edu/anikova-plate/ | sito=sogdians.si.edu}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Briton O'Daly | titolo=An Israel of the Seven Rivers | rivista=Sino-Platonic Papers | anno=2021 | pp=10-12 | url=https://sino-platonic.org/complete/spp308_Zhetysu_Karluk_Turks_Sogdians.pdf | citazione=I popoli turchi, sia indirettamente che direttamente, contribuirono a portare il cristianesimo nello [[Semireč'e|Zhetysu]] dopo che il Khaganato Göktürk conquistò la regione nel VI secolo. In seguito a quella conquista, i Sogdiani, un popolo iranico storicamente noto per la sua influenza commerciale lungo le reti della Via della Seta, colonizzarono l'area con l'incoraggiamento dei governanti turchi desiderosi di sviluppo economico. Tra questi primi coloni sogdiani vi erano probabilmente anche cristiani siriaci, e le persecuzioni religiose nell'impero sasanide spinsero anch'esse cristiani a rifugiarsi nello Zhetysu, dove i Turchi al potere offrivano una maggiore tolleranza religiosa. La regione visse uno sviluppo religioso-politico significativo quando i [[Qarluq|Turchi Karluk]] conquistarono lo Zhetysu nel 766 e poi, molto probabilmente, si convertirono al cristianesimo siriaco alla fine dell'VIII secolo.}}</ref>
|2=''O. variegatus'' }}
|label2=''[[Callospermophilus]]''
==== Califfato abbaside (750-819) ====
|2={{clade
[[File:Decorated niche, 750-825 CE, Afrasiab, Samarkand.jpg|thumb|Nicchia decorata della maschea abbaside di [[Afrasiab]], Samarcanda, 750-825 d.C.<ref>{{cita libro | autore=Viola Allegranzi e Sandra Aube | titolo=Splendeurs des oasis d'Ouzbékistan | anno=2022 | editore=Louvre Editions | città=Parigi | isbn=978-8412527858 | p=181}}</ref>]]
|1=''C. saturatus''
Gli Omayyadi [[Rivoluzione abbaside|caddero]] nel 750 sotto il [[califfato abbaside]], che rapidamente affermò la propria presenza in Asia centrale dopo la vittoria nella [[battaglia del Talas]] (presso il [[Talas (fiume)|fiume Talas]], odierno Kirghizistan) nel 751 contro la dinastia cinese Tang. Questo conflitto, incidentalmente, introdusse la tecnica cinese della fabbricazione della carta nel [[mondo islamico]].<ref name="hanks 2010 p4">{{cita libro | autore=Reuel R. Hanks | anno=2010 | titolo=Global Security Watch: Central Asia | città=Santa Barbara, Denver, Oxford | editore=Praeger | p=4}}</ref> Le conseguenze culturali e le ramificazioni politiche di questa battaglia determinarono il ritiro dell'Impero cinese dall'Asia centrale. Inoltre, consentirono l'ascesa dell'[[Impero samanide]] (819-999), uno stato persiano centrato a Buchara (nell'attuale [[Uzbekistan]]), che formalmente riconosceva gli Abbasidi come sovrani supremi, pur mantenendo una notevole autonomia e portando avanti la tradizione commerciale dei Sogdiani.<ref name="hanks 2010 p4"/> Tuttavia, la [[lingua sogdiana]] cominciò gradualmente a declinare a favore del [[Lingua persiana|persiano]] dei Samanidi (antenato del moderno [[Lingua tagica|tagico]]), lingua parlata da poeti e intellettuali celebri come [[Firdusi]] (940-1020).<ref name="hanks 2010 p4"/> Anche le religioni originarie dei Sogdiani declinarono progressivamente: zoroastrismo, buddhismo, [[manicheismo]] e [[cristianesimo nestoriano]] scomparvero dalla regione entro la fine del periodo samanide.<ref name="hanks 2010 p4"/> I Samanidi furono anche responsabili della conversione delle [[popolazioni turche]] circostanti all'[[Islam]].
|2={{clade
|1=''C. lateralis''
==== Periodo samanide (819-999) ====
|2=''C. madrensis'' }} }} }}
I Samanidi occuparono la regione sogdiana dall'819 circa fino al 999, stabilendo inizialmente la loro capitale a [[Samarcanda]] (819-892), e successivamente a [[Bukhara|Buchara]] (892-999).
|2={{clade
|label1=''[[Marmota]]''
===Turkic conquests: Kara-Khanid Khanate (999–1212)===
|1={{clade
[[File:Kara-Khanid ruler (sitting cross-legged on a throne), Afrasiab, circa 1200 CE.jpg|thumb|Dettaglio di un sovrano kara-khanide di Samarcanda (seduto a gambe incrociate su un trono nel rilievo completo ricostruito), [[Afrasiab]], [[Samarcanda]], 1200 d.C. circa<ref>{{cita libro | autore=Yury Karev | titolo=Turko-Mongol rulers, cities and city life | anno=2013 | editore=Brill | città=Leida | isbn=9789004257009 | pp=114-115 | citazione=I reperti ceramici e monetali rinvenuti nel padiglione possono essere datati non prima della seconda metà del XII secolo, e più probabilmente verso la fine di quel secolo. Questo è l'unico padiglione tra quelli scavati che era decorato con pitture, le quali non lasciano dubbi sull'identità del padrone del luogo. [...] L'intero progetto artistico mirava a esaltare la figura reale e la magnificenza della sua corte. [...] le scene principali della parete nord rappresentano il sovrano seduto a gambe incrociate su un trono (vedi Figg. 13, 14) [...] Si trattava senza dubbio di una residenza privata del sovrano qarakhanide e della sua famiglia, e non di un luogo destinato a solenni ricevimenti.}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Grenet Frantz | titolo=Splendeurs des oasis d'Ouzbékistan | anno=2022 | editore=Louvre Editions | città=Parigi | isbn=978-8412527858 | pp=221-222 | citazione=Pitture murali che ornavano [...] la residenza privata degli ultimi sovrani qarakhanidi di Samacanda (fine del XII - inizio del XIII secolo) [...] il sovrano seduto, con le gambe ripiegate sul trono, tiene una freccia, simbolo del potere (Fig. 171).}}</ref> Il rilievo fu probabilmente danneggiato nel 1212, quando lo scià [[Muhammad II di Corasmia|Muḥammad b. Tekish]] dell'[[impero corasmio]] conquistò Samarcanda.<ref>{{cita libro | autore=Yury Karev | titolo=Turko-Mongol rulers, cities and city life | anno=2013 | editore=Brill | città=Leida | isbn=9789004257009 | p=120 | citazione=Non si può escludere che questa azione fosse collegata ai drammatici eventi dell'anno 1212, quando Samarcanda fu conquistata dal khwarazmshah Muḥammad b. Tekish.}}</ref>]]
|1=''M. monax''
Nel 999 l'Impero samanide fu conquistato da una potenza islamica turca, il [[Khanato kara-khanide]] (840-1212).<ref>{{cita libro | autore=Reuel R. Hanks | anno=2010 | titolo=Global Security Watch: Central Asia | città=Santa Barbara, Denver, Oxford | editore=Praeger | pp=4-5}}</ref>
|2=''M. marmota''
|3={{clade
A partire dal 1212, i Kara-Khanidi di Samarcanda furono conquistati dai [[Impero Corasmio|Corasmi]]. Poco dopo, tuttavia, la [[Invasione mongola della Corasmia|Corasmia fu invasa]] dal primo [[Impero mongolo]], e il suo sovrano [[Gengis Khan]] distrusse le città un tempo fiorenti di Buchara e Samarcanda.<ref>{{cita libro | autore=Sophie Ibbotson e Max Lovell-Hoare | anno=2016 | titolo=Uzbekistan | edizione=2 | editore=Bradt Travel Guides Ltd | pp=12-13 | isbn=978-1-78477-017-4}}</ref> Tuttavia, nel 1370, Samarcanda vide una rinascita come capitale dell'[[Impero timuride]]. Il sovrano turco-mongolo [[Tamerlano]] impose l'immigrazione forzata a Samarcanda di artigiani e intellettuali provenienti da tutta l'Asia, trasformandola non solo in un nodo commerciale, ma anche in una delle città più importanti del mondo islamico.<ref>{{cita libro | autore=Sophie Ibbotson e Max Lovell-Hoare | anno=2016 | titolo=Uzbekistan | edizione=2 | editore=Bradt Travel Guides Ltd | pp=14-15 | isbn=978-1-78477-017-4}}</ref>
|1=''M. flaviventris''
|2={{clade
== Economia e diplomazia ==
|1=''M. caligata''
=== L'Asia centrale e la Via della Seta ===
|2={{clade
{{Immagine multipla | larghezza totale=300 | immagine1=Sogdian-fragment-ca. 700 AD.jpg | immagine2=Wine cup with elephant heads on ring handle, Sogdiana, probably Uzbekistan, early 7th century AD, hammered silver with mercury gilding - Freer Gallery of Art - DSC05588.JPG | sotto='''A sinistra:''' frammento di tessuto di [[seta]] [[Broccato|broccata]] sogdiana, 700 d.C. ca.<br/>'''A destra:''' coppa sogdiana in [[argento]] [[Doratura|dorato]] al [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]], VII secolo d.C.}}
|1=''M. olympus''
La maggior parte dei mercanti non percorreva personalmente l'intera [[Via della Seta]], ma commerciava i beni attraverso intermediari stabiliti in città-oasi, come [[Khotan]] o [[Dunhuang]]. I Sogdiani, tuttavia, riuscirono a creare una rete commerciale che si estendeva per circa 2.400 chilometri dalla Sogdiana fino alla Cina. Anzi, i Sogdiani si dedicarono con tale intensità al commercio che i [[Saci|Saka]] del [[regno di Khotan]] chiamavano ''suli'' («sogdiano») ogni mercante, indipendentemente dalla cultura o dall'etnia.<ref name=wood>{{cita libro | autore=Francis Wood | anno=2002 | titolo=The Silk Road: Two Thousand Years in the Heart of Asia | url=https://archive.org/details/silkroadtwothous0000wood | editore=University of California Press | città=Berkeley, CA | pp=[https://archive.org/details/silkroadtwothous0000wood/page/65 65-68] | isbn=978-0-520-24340-8}}</ref> I Sogdiani avevano imparato l'arte del commercio dai Kushan, insieme ai quali inizialmente controllarono gli scambi nella [[valle di Fergana]] e nel [[Kangju]] agli albori della Via della Seta. Dopo il crollo dell'[[Impero kushan]], divennero essi stessi i principali intermediari commerciali della regione.<ref>{{cita libro | autore=Riaz Dean | titolo=The Stone Tower: Ptolemy, the Silk Road, and a 2,000-Year-Old Riddle | editore=Penguin Viking | anno=2022 | isbn=978-0-670-09362-5 | città=Delhi | pp=94-102 | capitolo=Sogdian Traders}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Étienne de La Vaissière | titolo=Sogdian Traders: A History | editore=Brill | anno=2005 | isbn=90-04-14252-5 | città=Leida | pp=32, 84, 91 | traduttore=James Ward}}</ref>
|2=''M. vancouveriensis'' }} }} }}
|4={{clade
A differenza degli imperi antichi, la regione sogdiana non fu mai un territorio racchiuso entro confini fissi, bensì una rete di [[città-stato]] che collegavano un'oasi all'altra, connettendo la Sogdiana a [[Storia dell'impero bizantino|Bisanzio]], [[Storia dell'India|India]], [[Indocina]] e [[Storia della Cina|Cina]].<ref>{{cita libro | autore=Svetlana Gorshenina e Claude Rapin | anno=2001 | titolo=De Kaboul à Samarcande: Les archéologues en Asie centrale | serie=[[Découvertes Gallimard]] | volume=411 | città=Parigi | editore=Éditions Gallimard | p=104 | capitolo=Chapitre 5: Des Kouchans à l'Islam – Les Sogdiens sur la route de la soie | lingua=fr | isbn=978-2-07-076166-1}}</ref> I contatti tra la Sogdiana e la Cina furono avviati dall'ambasceria dell'esploratore cinese [[Zhang Qian]] durante il regno dell'[[Han Wudi|imperatore Wu]] (r. 141-87 a.C.) della precedente [[dinastia Han]]. Zhang scrisse un resoconto dettagliato della sua visita alle [[Xiyu|Regioni Occidentali]] dell'Asia centrale e denominò la Sogdiana come «[[Kangju]]».<ref>{{cita libro | autore=Burton Watson | anno=1993 | titolo=Records of the Great Historian, Han Dynasty II | editore=Columbia University Press | p=234 | isbn=0-231-08167-7}}; vedi anche: {{cita libro | autore=Michael Loewe | anno=2000 | titolo=A Biographical Dictionary of the Qin, Former Han, and Xin Periods (221 BC – AD 24) | città=Leida, Boston, Colonia | editore=Koninklijke Brill NV | p=278 | isbn=90-04-10364-3}}</ref>
|1={{clade
{{Immagine multipla | allinea=left | larghezza totale=353 | immagine1=Hommes au banquet, pigment sur plâtre, Penjikent, Tadjikistan.jpg | immagine2=Fregio rosso, palazzo di varakhsha, camera 11, pareti sud ed est (parz), VII-VIII sec, 03.JPG | sotto='''A sinistra:''' Sogdiani che banchettano, murale da [[Pendžikent]], Tagikistan, VII secolo d.C.<br/>'''A destra:''' dettaglio da un murale di [[Varahša|Varakhsha]], VI secolo d.C., raffigurante [[Elefante da guerra|cavalieri su elefanti]] in lotta con [[Panthera tigris|tigri]] e mostri}}
|1=''M. broweri''
In seguito all'ambasceria di Zhang Qian, le relazioni commerciali cinesi con l'Asia centrale e la Sogdiana fiorirono rapidamente,<ref name="megalithic"/> con molte missioni inviate dalla Cina durante tutto il I secolo a.C. Nello ''[[Shiji]]'', pubblicato nel 94 a.C., lo storico cinese [[Sima Qian]] annotò che «la più grande di queste ambascerie verso stati stranieri comprendeva diverse centinaia di persone, mentre persino le più piccole superavano i cento membri [...] In un solo anno, venivano inviate dalle cinque o sei fino a più di dieci delegazioni».<ref>''[[Shiji]]'', traduzione di Burton Watson.</ref> Nel commercio della seta, i Sogdiani fungevano da intermediari fondamentali tra l'Impero Han cinese e l'[[Impero partico]] del Medio Oriente e dell'Asia occidentale.<ref name="howard 2012 p133"/> Essi continuarono ad avere un ruolo chiave nel commercio tra Cina e Asia centrale lungo la Via della Seta fino al X secolo, e la loro lingua servì da ''[[lingua franca]]'' commerciale fin dal IV secolo.<ref>{{cita libro | autore=Reuel R. Hanks | anno=2010 | titolo=Global Security Watch: Central Asia | città=Santa Barbara, Denver, Oxford | editore=Praeger | p=3}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=2003 | capitolo=Sogdian Language and Literature | curatore=Ehsan Yarshater | titolo=The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods | città=Cambridge | editore=Cambridge University Press | p=1219 | isbn=0-521-24699-7}}</ref>
|2={{clade
{{Immagine multipla | larghezza totale=300 | immagine1=The Sogdian An Jia (contoured).jpg | immagine2=ForeignMerchant at the silk road.jpg | sotto='''A sinistra:''' An Jia, mercante e ufficiale sogdiano in Cina, raffigurato sulla sua tomba (579 d.C.)<br/>'''A destra:''' [[Ceramica cinese|figurina in ceramica]] di un mercante sogdiano, Cina settentrionale, dinastia Tang, VII secolo d.C.}}
|1=''M. menzbieri''
{{Immagine multipla | larghezza totale=300 | immagine1=SogdianCoin6thCentury.JPG | immagine2=ChineseShapedSogdianCoinKelpin8thCenturyCE.jpg | sotto='''A sinistra:''' moneta sogdiana, VI secolo, [[British Museum]]<br/>'''A destra:''' meneta sogdiana con influenze cinesi, da [[Contea di Kalpin|Kelpin]], VIII secolo}}
|2=''M. caudata'' }} }}
Dopo essere stati dominati da Alessandro Magno, i Sogdiani della città di Marakanda ([[Samarcanda]]) acquisirono un ruolo preminente come mercanti itineranti, occupando una posizione strategica lungo l'antica Via della Seta.<ref>{{cita libro | autore=S. Z. Ahmed | anno=2004 | titolo=Chaghatai: the Fabulous Cities and People of the Silk Road | città=West Conshohocken | editore=Infinity Publishing | pp=61-65}}</ref> Furono attivamente coinvolti nella diffusione di fedi come il [[manicheismo]], lo [[zoroastrismo]] e il [[buddhismo]] lungo la Via della Seta. Il [[Storiografia cinese|testo cinese]] ''Sui Shu'' (''[[Libro dei Sui]]'') descrive i Sogdiani come «mercanti abili» che attiravano nella loro terra numerosi commercianti stranieri.<ref name="howard 2012 p134">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | p=134}}</ref> I Cinesi li consideravano mercanti nati, istruiti fin dall'infanzia all'attività commerciale. Documenti scoperti da Sir [[Aurel Stein]] ed altri indicano che già nel IV secolo essi monopolizzavano probabilmente il commercio tra India e Cina. Una lettera scritta da mercanti sogdiani, datata al 313, ritrovata in una torre di guardia in rovina nel [[Gansu]], era destinata ai mercanti di Samarcanda e li avvisava che, dopo che Liu Cong del regno Han-Zhao aveva saccheggiato [[Luoyang]] causando la fuga dell'[[Dinastia Jìn|imperatore jin]] dalla capitale, non c'era più alcuna opportunità commerciale nella zona per i mercanti indiani e sogdiani.<ref name="dresden 1981 p3"/><ref name="howard 2012 pp133-34">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | pp=133-34}}</ref> Nel 568, inoltre, una delegazione turco-sogdiana visitò l'imperatore romano a Costantinopoli per ottenere il permesso di commerciare, favorendo negli anni successivi la fioritura delle attività commerciali tra queste regioni.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Rose | titolo=The Sogdians: Prime Movers between Boundaries | rivista=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East | volume=30 | numero=3 | anno=2010 | p=412}}</ref> Sintetizzando, i Sogdiani dominarono il commercio lungo la Via della Seta dal II secolo a.C. fino al X secolo.<ref name=wood/>
|2={{clade
|1={{clade
[[Suyab]] e [[Taraz|Talas]], nell'attuale [[Kirghizistan]], furono i principali centri sogdiani nel nord che dominarono le rotte carovaniere tra il VI e l'VIII secolo.<ref>{{cita libro | autore=Grégoire Frumkin | anno=1970 | titolo=Archaeology in Soviet Central Asia | città=Leida, Colonia | editore=E. J. Brill | pp=35-37}}</ref> I loro interessi commerciali erono protetti dalla rinnovata potenza militare dei [[Göktürk]], il cui impero era basato sul potere politico del clan [[Ashina]] e sull'influenza economica dei Sogdiani.<ref>{{cita libro | autore=André Wink | titolo=Al-Hind: The Making of the Indo-Islamic World | editore=Brill Academic Publishers | anno=2002 | isbn=0-391-04173-8}}</ref><ref name="Iranica">{{cita web | sito=Encyclopædia Iranica | autore=Étienne de la Vaissiere | url=http://www.iranicaonline.org/articles/sogdian-trade | titolo=Sogdian Trade | anno=2004 | accesso=4 novembre 2011}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Sören Stark | capitolo=Die Alttürkenzeit in Mittel- und Zentralasien | titolo=Archäologische und historische Studien (Nomaden und Sesshafte, vol. 6) | editore=Reichert | anno=2008 | isbn=3-89500-532-0 | lingua=de}}</ref> Il commercio sogdiano, con alcune interruzioni, proseguì fino al IX secolo. Ad esempio, cammelli, donne, ragazze, argento e oro furono sequestrati in Sogdiana durante una razzia di Qapaghan Qaghan (692-716), sovrano del [[secondo khaganato turco|Secondo Khaganato turco]].<ref>{{cita libro | autore=Jonathan Karam Skaff | anno=2012 | titolo=Sui-Tang China and Its Turko-Mongol Neighbors: Culture, Power, and Connections, 580–800 | serie=Oxford Studies in Early Empires | url=https://books.google.com/books?id=5OpoAgAAQBAJ&pg=PA245 | editore=Oxford University Press | p=245 | isbn=978-0-19-987590-0}}</ref> Nel X secolo, la Sogdiana fu incorporata nell'[[Impero uiguro]], che fino all'840 comprendeva la parte settentrionale dell'Asia centrale. Questo [[khaganato]] riceveva enormi forniture di seta dalla Cina della dinastia Tang in cambio di cavalli, affidandosi ai Sogdiani per rivendere buona parte di questa seta più a occidente.<ref name="liu 2001 p169"/> Secondo Peter B. Golden, gli [[Uiguri]] non solo adottarono il [[Alfabeto sogdiano|sistema di scrittura]] e le religioni dei Sogdiani, come il manicheismo, il buddhismo e il cristianesimo, ma li considerarono anche come «mentori», sostituendoli gradualmente nel ruolo di mercanti e [[Grotte dei mille Buddha di Bezeklik|diffusori di cultura]] lungo la Via della Seta.<ref>{{cita libro | autore=Peter B. Golden | anno=2011 | titolo=Central Asia in World History | città=Oxford, New York | editore=Oxford University Press | p=47 | isbn=978-0-19-515947-9}}</ref> I geografi musulmani del X secolo fecero riferimento a documenti sogdiani risalenti al periodo 750-840. Dopo la fine dell'impero uiguro, il commercio sogdiano entrò in crisi. In seguito alla [[conquista musulmana della Transoxiana]] nell'VIII secolo, i [[Samanidi]] ripresero i traffici commerciali lungo la via nord-occidentale verso i [[Cazari]] e gli [[Urali]], e lungo quella nord-orientale verso le vicine tribù turche.<ref name="Iranica"/>
|1=''M. baibacina''
|2=''M. bobak'' }}
Durante il V e il VI secolo, molti Sogdiani si stabilirono nel [[Corridoio di Hexi]], in Cina, mantenendo l'autonomia amministrativa e avendo un funzionario ufficiale chiamato ''sabao'', il che indica la loro importanza nella struttura socioeconomica cinese. L'influenza sogdiana sul commercio cinese è evidente anche in un documento cinese che elenca le tasse pagate sulle carovane commerciali nella regione di [[Turfan]], mostrando che ventinove delle trentacinque transazioni commerciali coinvolgevano mercanti sogdiani, e in tredici casi sia l'acquirente sia il venditore erano sogdiani.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Rose | titolo=The Sogdians: Prime Movers between Boundaries | rivista=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East | volume=30 | numero=3 | anno=2010 | p=416}}</ref> Le merci portate in Cina includevano [[uva]], [[Medicago sativa|erba medica]] e [[Impero sasanide|argenteria sasanide]], oltre a contenitori di vetro, corallo mediterraneo, immagini buddhiste in ottone, stoffe di lana romana e [[Via dell'ambra|ambra baltica]]. Questi beni erano scambiati con carta, rame e seta cinese.<ref name=wood/> Nel VII secolo, il pellegrino buddhista cinese [[Xuanzang]] annotò con approvazione che i bambini sogdiani venivano istruiti a leggere e scrivere fin dall'età di cinque anni, sebbene le loro capacità venissero poi indirizzate al commercio, fatto che deluse lo studioso Xuanzang. Egli registrò inoltre che i Sogdiani svolgevano altri mestieri quali agricoltori, tessitori di tappeti, vetrai e intagliatori di legno.<ref>{{cita|Wood, 2002|p. 66}}.</ref>
|2={{clade
|1=''M. camtschatica''
=== Commercio e diplomazia con l'impero bizantino ===
|2={{clade
[[File:Tang Dynasty emissaries at the court of Varkhuman in Samarkand carrying silk and a string of silkworm cocoons, 648-651 CE, Afrasiyab murals, Samarkand.jpg|thumb|Seta cinese in Sogdiana: emissari della [[dinastia Tang]] alla corte di Varkhuman, ikhshid della Sogdiana, a [[Samarcanda]], portano seta filata e bozzoli di bachi da seta, 655 d.C. ca., affreschi di Afrasiab, Samarcanda.]]
|1=''M. himalayana''
Poco dopo il [[Introduzione delle uova di baco da seta nell'Impero bizantino|contrabbando di uova di baco da seta nell'Impero bizantino]] dalla Cina da parte di monaci [[cristiani nestoriani]], lo storico bizantino del VI secolo [[Menandro Protettore]] riferisce come i Sogdiani avessero tentato di stabilire un commercio diretto della [[seta]] cinese con l'[[Impero bizantino]]. Dopo aver stretto alleanza con il sovrano sasanide [[Cosroe I]] per sconfiggere l'Impero eftalita, [[Istämi]], il sovrano [[göktürk]] del [[Primo Khaganato turco]], fu avvicinato da mercanti sogdiani che richiedevano il permesso di ottenere un'udienza con il re dei re sasanide, per il privilegio di attraversare i territori persiani e commerciare con i Bizantini.<ref name="howard 2012 p133">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel'' | editore=McFarland & Company | anno=2012 | p=133}}</ref> Istämi rifiutò la prima richiesta, ma quando approvò una seconda ambasceria sogdiana diretta al sovrano sasanide, quest'ultimo fece avvelenare i membri della delegazione.<ref name="howard 2012 p133"/> Maniakh, un diplomatico sogdiano, convinse allora Istämi a inviare un'ambasceria direttamente a [[Costantinopoli]], capitale bizantina, che arrivò nel 568 offrendo non solo seta in dono al sovrano bizantino [[Giustino II]], ma anche proponendo un'alleanza contro la Persia sasanide. Giustino II accettò e inviò a sua volta un'ambasceria al Khaganato turco, assicurando così il commercio diretto della seta desiderato dai Sogdiani.<ref name="howard 2012 p133"/><ref name="liu 2001 p168"/><ref name="dresden 1981 p9"/>
|2=''M. sibirica'' }} }} }} }} }} }} }} }}
[[File:Lions, soie polychrome sogdienne, Asie centrale.jpg|thumb|left|Motivo di un leone su [[seta]] [[Policromia|policroma]] sogdiana, VIII secolo d.C., probabilmente da [[Bukhara]]]]
|2={{clade
Sembra, tuttavia, che il commercio diretto con i Sogdiani sia rimasto limitato, considerando la scarsa quantità di [[Monetazione romana|monete romane]] e [[Monetazione bizantina|bizantine]] trovate nei siti archeologici centroasiatici e cinesi di quest'epoca. Sebbene [[Relazioni diplomatiche sino-romane|ambascerie romane]] avessero apparentemente raggiunto la Cina Han già a partire dal 166,<ref>{{cita libro | autore=Rafe de Crespigny | anno=2007 | titolo=A Biographical Dictionary of Later Han to the Three Kingdoms (23–220 AD) | città=Leida | editore=Koninklijke Brill | p=600 | isbn=978-90-04-15605-0}}</ref> e gli [[Civiltà romana|antichi Romani]] importassero seta cinese mentre i Cinesi della dinastia Han importavano oggetti in vetro romani (come dimostrato da ritrovamenti nelle loro tombe),<ref>{{cita libro | autore=Maria Brosius | anno=2006 | titolo=The Persians: An Introduction | città=Londra e New York | editore=Routledge | pp=122-123 | isbn=0-415-32089-5}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Jiayao An | anno=2002 | capitolo=When Glass Was Treasured in China | curatore=Annette L. Juliano e Judith A. Lerner | titolo=Silk Road Studies: Nomads, Traders, and Holy Men Along China's Silk Road, 7 | città=Turnhout | editore=Brepols Publishers | pp=79-94 | isbn=2-503-52178-9}}</ref> Valerie Hansen (2012) osserva che nessuna moneta romana del periodo della [[Repubblica romana]] (507-27 a.C.) o del [[Principato (storia romana)|Principato romano]] (27 a.C. - 330 d.C.) è stata rinvenuta in Cina.<ref name="hansen 2012 p97">{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | città=Oxford | editore=Oxford University Press | p=97 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref> Tuttavia, Warwick Ball (2016) ha rivisto tale concezione, indicando il ritrovamento di un tesoretto composto da sedici monete romane a [[Xi'an]], in Cina (anticamente [[Chang'an]]), risalenti ai regni di vari imperatori da [[Tiberio]] (14-37) fino ad [[Aureliano]] (270-275).<ref name="ball 2016 p154">{{cita libro | autore=Warwick Ball | anno=2016 | titolo=Rome in the East: Transformation of an Empire | edizione=2 | città=Londra e New York | editore=Routledge | isbn=978-0-415-72078-6 | p=154}}</ref> Le più antiche monete d'oro (''[[Solido (moneta)|solidi]]'') dell'Impero romano d'Oriente ritrovate in Cina risalgono invece al regno dell'imperatore bizantino [[Teodosio II]] (r. 408-450) e, in totale, solo quarantotto di esse sono state trovate (contro circa milletrecento monete d'argento) nello [[Xinjiang]] e nel resto della Cina.<ref name="hansen 2012 p97"/> L'uso delle monete d'argento a [[Turfan]] continuò ben oltre la campagna Tang contro Karakhoja e la conquista cinese del 640, con un graduale passaggio alla monetazione cinese in bronzo nel corso del VII secolo.<ref name="hansen 2012 p97"/> Il fatto che queste monete romane orientali fossero quasi sempre rinvenute insieme a monete persiane sasanidi d'argento, e che le monete d'oro bizantine fossero utilizzate soprattutto come oggetti cerimoniali o [[Talismano|talismani]], conferma la centralità preminente dell'area della [[Grande Persia]] nel commercio cinese lungo la Via della Seta centroasiatica, rispetto all'Impero romano d'Oriente.<ref>{{cita libro | autore=Valerie Hansen | anno=2012 | titolo=The Silk Road: A New History | città=Oxford | editore=Oxford University Press | pp=97-98 | isbn=978-0-19-993921-3}}</ref>
|label1=''[[Spermophilus]]''
|1={{clade
=== Mercanti sogdiani nel Bacino del Tarim ===
|1={{clade
[[File:Cave 188, lunette, Central Asian foreigner.jpg|thumb|Straniero centroasiatico in adorazione di [[Maitreya]], [[:Commons:Category:Buddha Cave (Cave 188)|Grotta 188]]]]
|1=''S. musicus''
Le [[grotte di Kizil]] vicino a [[Kucha]], nel cuore del [[Bacino del Tarim]], presentano molte scene raffiguranti mercanti dell'Asia centrale risalenti al V-VI secolo: queste combinano l'influenza della sfera dell'Iran orientale, all'epoca occupata dall'[[Impero sasanide]] e dagli [[Eftaliti]], con forti elementi culturali sogdiani.<ref name="EH48">{{cita libro | autore=Herbert Hertel | titolo=Along the Ancient Silk Routes: Central Asian Art from the West Berlin State Museums | anno=1982 | pp=48-49 | url=https://archive.org/details/AlongtheAncientSilkRoutesCentralAsianArtfromtheWestBerlinStateMuseums/page/n47/mode/2up}}</ref><ref name="CB99">{{cita libro | autore=Christoph Baumer | titolo=The History of Central Asia: 4-volume set | data=18 aprile 2018 | editore=Bloomsbury Publishing | isbn=978-1-83860-868-2 | pp=99, 484 | url=https://books.google.com/books?id=DhiWDwAAQBAJ&pg=RA1-PA99}}</ref> La Sogdiana, posta al centro di una rinnovata [[Via della Seta]] che collegava la Cina all'Impero sasanide e all'[[Impero bizantino]], conobbe allora una fase di grande prosperità.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Etienne de la Vaissière | titolo=Oxford Handbook of Late Antiquity: 5 Central Asia and the Silk Road | curatore=S. Johnson | serie=Oxford Handbook of Late Antiquity | editore=Oxford University Press | pp=144-160 | anno=212 | url=https://www.academia.edu/4824639}}</ref>
|2={{clade
|1=''S. pygmaeus''
Lo stile artistico di questo periodo nelle grotte di Kizil si caratterizza per marcati elementi iranici e sogdiani, probabilmente introdotti grazie al vivace commercio tra Sogdiani e Tocari. Questa influenza appare particolarmente evidente nei [[Caffettano|caftani]] centroasiatici con decorazioni tessili sogdiane e nelle lunghe spade sogdiane impugnate da molte delle figure rappresentate.<ref name="CB165">{{cita libro | autore=Christoph Baumer | titolo=The History of Central Asia: 4-volume set | data=18 aprile 2018 | editore=Bloomsbury Publishing | isbn=978-1-83860-868-2 | p=165 | url=https://books.google.com/books?id=DhiWDwAAQBAJ&pg=RA1-PA165}}</ref> Altri motivi decorativi tipicamente sogdiani sono animali, come anatre, inseriti all'interno di medaglioni perlati.<ref name="CB165"/>
|2={{clade
|1=''S. major''
<gallery widths="150px" heights="200px" perrow="5">
|2=''S. pygmaeus'' }} }} }}
File:Dragon-King Mabi saving traders, Kizil cave 14.jpg|Il Re-Drago salva dei mercanti, Grotta 14, [[Grotte di Kizil]]
|2={{clade
File:Dragon-King Mabi saving traders, Kizil cave_17.jpg|Drago bicefalo che cattura mercanti, Grotta 17
|1={{clade
Sab leading the way, Kizil Cave 17.jpg|Sab che apre la strada ai 500 mercanti, Grotta 17 di Kizil
|1={{clade
</gallery>
|1=''S. dauricus''
{{clear}}
|2=''S. xanthopyrmnus'' }}
|2=''S. suslicus'' }}
=== Mercanti, generali e uomini di stato sogdiani nella Cina imperiale ===
|2={{clade
{{Immagine multipla | larghezza totale=500 | immagine1=BezeklikSogdianMerchants.jpg | immagine2=Sogdians having a toast, with females wearing Chinese headdresses.jpg | sotto='''A sinistra:''' offerenti sogdiani inginocchiati davanti al [[Buddha]] (affresco, con dettaglio), [[Grotte dei Mille Buddha di Bezeklik]], vicino [[Turpan]] nel [[Bacino del Tarim]] orientale, Cina, VIII secolo.<br/>'''A destra:''' Sogdiani intenti in un brindisi, con donne che indossano copricapi cinesi. Letto funerario di Anyang, 550-577 d.C.<ref>{{cita pubblicazione | autore=Gustina Scaglia | titolo=Central Asians on a Northern Ch'i Gate Shrine | rivista=Artibus Asiae | anno=1958 | volume=21 | numero=1 | p=17 | doi=10.2307/3249023 | jstor=3249023 | url=https://doi.org/10.2307/3249023 | issn=0004-3648}}</ref>}}
|1=''S. citellus''
Oltre ai Sogdiani dell'Asia centrale che operarono come intermediari lungo la Via della Seta, molti altri Sogdiani si stabilirono permanentemente in Cina per diverse generazioni. Numerosi Sogdiani risiedevano a [[Luoyang]], capitale della [[Dinastia Jìn|dinastia Jin]] (266-420), ma furono costretti a fuggire in seguito al crollo della dinastia Jin nel nord della Cina nel 311 e all'ascesa delle tribù nomadi settentrionali.<ref name="howard 2012 pp133-34"/>
|2={{clade
|1=''S. relictus''
Nel 1907, [[Aurel Stein]] scoprì cinque lettere scritte in sogdiano, note come «Lettere antiche», in una torre di guardia abbandonata nei pressi di Dunhuang. Una di queste lettere fu scritta da una donna sogdiana di nome Miwnay, madre di una bambina chiamata Shayn, indirizzata a sua madre Chatis in Sogdiana. Miwnay e sua figlia erano state abbandonate in Cina dal marito Nanai-dhat, anch'egli sogdiano. Dopo averle costrette a seguirlo fino a Dunhuang, Nanai-dhat le lasciò sole, sostenendo che avrebbero dovuto mettersi al servizio degli Han cinesi. Miwnay cercò aiuto da un parente di suo marito, Artivan, e poi da un altro sogdiano, Farnkhund, ma entrambi le abbandonarono a loro volta. Miwnay e sua figlia Shayn furono così costrette a diventare servitrici di famiglie cinesi dopo aver vissuto di carità da parte di un sacerdote. Miwnay maledisse il marito sogdiano per averla abbandonata, dichiarando che avrebbe preferito sposare un maiale o un cane.<ref>{{cita web | url=https://depts.washington.edu/silkroad/texts/sogdlet.html | titolo=The Sogdian Ancient Letters 1, 2, 3, and 5 | traduttore=Nicholas Sims-Williams | sito=Silk Road Seattle – University of Washington}}</ref><ref>{{cita web | url=https://www.historyofinformation.com/detail.php?id=5032 | titolo=Aurel Stein Discovers the Sogdian "Ancient Letters" 313 CE to 314 CE | autore=Jeremy Norman | sito=History of Information}}</ref><ref>{{cita libro | capitolo=Sogdian Ancient Letter No. 3 | curatore=Susan Whitfield | titolo=The Silk Road: Trade, Travel, War and Faith | anno=2004 | p=248}}</ref><ref>{{cita web | url=https://sogdians.si.edu/ancient-letters/ | titolo=Ancient Letters | sito=The Sogdians – Influencers on the Silk Roads | editore=Freer Gallery of Art and Arthur M. Sackler Gallery, Smithsonian Institution}}</ref><ref>{{cita web | url=https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/869 | titolo=Sogdian Ancient Letter III: Letter to Nanaidhat | autore=Kimon Keramidas | sito=NYU | editore=Telling the Sogdian Story: A Freer/Sackler Digital Exhibition Project | accesso=19 aprile 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231019174747/https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/869 | urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web | url=http://ringmar.net/irhistorynew/index.php/welcome/introduction-4/from-temujin-to-genghis-khan/5-2-a-nomadic-state/5-3-how-to-conquer-the-world/5-4-dividing-it-all-up/sogdian-letters/ | titolo=Sogdian letters | sito=ringmar.net | data=5 marzo 2021 | editore=History of International Relations}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Étienne de la Vaissière | anno=2005 | titolo=Sogdian Traders: A History | url=https://brill.com/downloadpdf/book/9789047406990/BP000005.xml | serie=Handbook of Oriental Studies. Section 8 Uralic & Central Asian Studies | volume=10 | editore=Brill | capitolo=Chapter Two About the Ancient Letters | pp=43-70 | isbn=978-90-47-40699-0 | doi=10.1163/9789047406990_005}}</ref><ref>{{cita libro | url=https://brill.com/display/book/9789047406990/BP000005.xml | doi=10.1163/9789047406990_005 | capitolo=About the Ancient Letters | titolo=Sogdian Traders | anno=2005 | pp=43-70 | editore=Brill | isbn=9789047406990 | autore=Étienne de la Vaissière}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Vladimir A. Livšic | curatore=Andrei Orlov e Basil Lourie| anno=2009 | titolo=Symbola Caelestis: Le symbolisme liturgique et paraliturgique dans le monde chrétien | url=https://brill.com/downloadpdf/journals/scri/5/1/article-p344_21.xml | città=Piscataway | editore=Gorgias Press | capitolo=Sogdian "Ancient Letters" (II, IV, V) | pp=344-352 | isbn=9781463222543}}</ref> Un'altra lettera della stessa collezione fu scritta dal sogdiano Nanai-vandak, indirizzata ai suoi connazionali rimasti a Samarcanda, in cui li informava di una rivolta di massa degli Xiongnu contro i dominatori Han della dinastia Jin occidentale. Egli riferì ai suoi compatrioti che tutti i membri della diaspora sogdiana e indiana nella capitale cinese della dinastia Jin occidentale, Luoyang, erano morti di fame a causa della rivolta degli Xiongnu, in precedenza sottomessi agli Han. L'imperatore cinese Han aveva abbandonato Luoyang quando questa venne assediata dai ribelli Xiongnu e il suo palazzo fu incendiato. Nanai-vandak aggiunse anche che la città di Ye era ormai distrutta, e che la ribellione degli Xiongnu aveva avuto conseguenze disastrose per la diaspora sogdiana in Cina.<ref>{{cita web | titolo=Ancient Letters | sito=Encyclopædia Iranica | data=15 dicembre 1985 | autore=N. Sims-Williams | pp=7-9 | volume=II | url=https://www.iranicaonline.org/articles/ancient-letters}}</ref><ref>{{cita web | url=https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/851 | titolo=Sodgian Ancient Letter II | auore=Kimon Keramidas | sito=NYU | editore=Telling the Sogdian Story: A Freer/Sackler Digital Exhibition Project | accesso=19 aprile 2023 | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230925174224/https://kimon.hosting.nyu.edu/sogdians/items/show/851 | urlmorto=sì}}</ref> Era inoltre frequente che uomini cinesi Han comprassero ragazze sogdiane come schiavi a scopi sessuali.<ref>{{cita libro | curatore=Eric Trombert, Étienne de la Vaissière | autore=Valerie Hansen | anno=2005 | titolo=Les sogdiens en Chine | url=https://books.google.com/books?id=O44MAQAAMAAJ&q=Chinese+male+master+and+a+Sogdian+female+slave. | capitolo=The Impact of the Silk Road Trade on a Local Community: The Turfan Oasis, 500–800 | editore=École française d'Extrême-Orient | pp=295-300 | isbn=9782855396538}}</ref>
|2={{clade
[[File:Yingpan man (detail).jpg|thumb|upright|left|L'uomo di Yingpan, [[Xinjiang]], Cina, IV-V secolo. potrebbe essere stato un mercante sogdiano.<ref name="RFG">{{cita libro | autore=Sarah Cheang, Erica de Greef e Yoko Takagi | titolo=Rethinking Fashion Globalization | data=15 luglio 2021 | editore=Bloomsbury Publishing | isbn=978-1-350-18130-4 | p=101 | url=https://books.google.com/books?id=MostEAAAQBAJ&pg=PT101}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Tingting Wang, Benjamin T. Fuller, Hongen Jiang, Wenying Li, Dong Wei e Yaowu Hu | titolo=Revealing lost secrets about Yingpan Man and the Silk Road | rivista=Scientific Reports | data=13 gennaio 2022 | volume=12 | numero=1 | pp=669 | doi=10.1038/s41598-021-04383-5 | pmid=35027587 | pmc=8758759 | bibcode=2022NatSR..12..669W | issn=2045-2322}}</ref>]]
|1=''S. erythrogenys''
Tuttavia, alcuni Sogdiani continuarono a vivere nel Gansu.<ref name="howard 2012 pp133-34"/> Una comunità sogdiana rimase nella capitale della dinastia Liang settentrionale, [[Wuwei]], ma quando i Liang Settentrionali vennero sconfitti dai [[Wei Settentrionali]] nel 439, molti Sogdiani furono forzatamente trasferiti nella capitale dei Wei Settentrionali, [[Datong]], favorendo così scambi e commercio nella nuova dinastia.<ref>{{cita libro | autore=Xiao Li | titolo=Studies on the History and Culture Along the Continental Silk Road | data=10 settembre 2020 | editore=Springer Nature | isbn=978-981-15-7602-7 | p=11 | url=https://books.google.com/books?id=DW78DwAAQBAJ&pg=PA11 | citazione=È evidente che, quando i Wei Settentrionali sconfissero i Liang Settentrionali e ne conquistarono la capitale (439), catturarono un gran numero di mercanti sogdiani che vivevano a Wuwei e li reinsediarono a Pingcheng (l'attuale Datong), capitale dei Wei Settentrionali.}}</ref> Numerosi [[:Commons:Category:Central Asian objects of Northern Wei tombs|oggetti di origine centroasiatica]] sono stati rinvenuti nelle tombe dei Wei settentrionali, come ad esempio nella tomba di Feng Hetu.<ref>{{cita libro | autore=James C. Y. Watt | titolo=China: Dawn of a Golden Age, 200–750 AD | anno=2004 | editore=Metropolitan Museum of Art | isbn=978-1-58839-126-1 | pp=148-160 | url=https://books.google.com/books?id=JbdS-R3y72MC&pg=PA148}}</ref>
|2={{clade
|1=''S. citellus''
Altri Sogdiani giunsero dall'Occidente e ricoprirono incarichi nella società cinese. Il ''[[Storia delle dinastie settentrionali|Bei Shi]]''<ref>Capitolo 92, p. 3047.</ref> descrive un sogdiano giunto da Anxi (Sogdiana occidentale o [[Partia]]) in Cina, diventato un ''sabao'' (薩保, termine dal [[Lingua sanscrita|sanscrito]] ''sarthavaha'', ovvero «capo carovana»,<ref name="liu 2001 p168">{{cita libro | autore=Xinru Liu | capitolo=The Silk Road: Overland Trade and Cultural Interactions in Eurasia | titolo=Agricultural and Pastoral Societies in Ancient and Classical History | curatore=Michael Adas | città=Filadelfia | editore=Temple University Press | anno=2001 | p=168}}</ref> che risiedeva a Jiuquan durante il periodo dei [[Wei Settentrionali]] (386-535), e fu antenato di An Tugen, un uomo che, da semplice mercante, raggiunse l'alto grado di ministro durante la [[dinastia Qi Settentrionale]] (550-577).<ref name="howard 2012 p134"/><ref>{{cita web | autore=Étienne de la Vaissière | titolo=CHINESE-IRANIAN RELATIONS xiii. Eastern Iranian Migrations to China | url=https://iranicaonline.org/articles/chinese-iranian-xiii | sito=iranicaonline.org}}</ref> Valerie Hansen sostiene che in quel periodo, estendendosi fino alla [[dinastia Tang]] (618-907), i Sogdiani «divennero il gruppo non-cinese più influente residente in Cina». Due diversi tipi di Sogdiani arrivarono in Cina: ambasciatori e mercanti. Gli ambasciatori sogdiani si stabilirono definitivamente, sposarono donne cinesi, acquistarono terre, e i nuovi arrivati si insediarono permanentemente invece di tornare nella loro terra natale in Sogdiana.<ref name="howard 2012 p134"/> Erano concentrati soprattutto intorno a Luoyang e Chang'an, ma anche a [[Xiangyang]], nell'attuale provincia dell'[[Hubei]], e costruivano [[Tempio del Fuoco|templi]] [[zoroastriani]] per servire le loro comunità una volta che esse raggiungevano la soglia di circa 100 famiglie.<ref name="howard 2012 p134"/> Dalla dinastia Qi Settentrionale fino al periodo Tang, i leader di queste comunità, chiamati ''sabao'', vennero integrati nella gerarchia ufficiale statale cinese.<ref name="howard 2012 p134"/>
|2={{clade
|1=''S. pallidicauda''
Tra il VI e il VII secolo, le famiglie sogdiane residenti in Cina costruirono tombe di rilievo con [[Epitaffio|epitaffi]] funerari che illustravano la storia delle loro illustri famiglie. Le loro pratiche funerarie fondevano elementi cinesi, come i letti funerari intagliati, con sensibilità zoroastriane, come quella di separare il corpo dalla terra e dall'acqua.<ref>{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | pp=134-35}}</ref> Le tombe sogdiane in Cina figurano tra le più sontuose del periodo, inferiori soltanto a quelle imperiali, suggerendo così che i ''sabao'' sogdiani fossero tra i membri più ricchi della società.<ref name="FG">{{cita libro | autore=Frantz Grenet | titolo=Histoire et cultures de l'Asie centrale préislamique | anno=2020 | editore=Collège de France | città=Parigi | isbn=978-2-7226-0516-9 | url=https://journals.openedition.org/annuaire-cdf/pdf/15896 | p=320 | citazione=Si tratta delle decorazioni funerarie più ricche di quell'epoca, seconde solo a quelle della famiglia imperiale; è probabile che i ''sabao'' fossero tra gli elementi più facoltosi della popolazione.}}</ref>
|2={{clade
[[File:Huteng dancer.jpg|thumb|Danzatrice [[Lingua sogdiana|sogdiana]] ''huteng'', [[:Commons:Category:Pagoda of Xiuding Temple|pagoda del tempio Xiuding]], [[Anyang]], [[Hunan]], Cina, [[dinastia Tang]], VII secolo.]]
|1=''S. fulvus''
Oltre al ruolo di mercanti, monaci e funzionari governativi, i Sogdiani prestarono servizio anche come soldati nell'esercito Tang.<ref name="howard 2012 p135">{{cita libro | autore=Michael C. Howard | titolo=Transnationalism in Ancient and Medieval Societies, the Role of Cross Border Trade and Travel | editore=McFarland & Company | anno=2012 | p=135}}</ref> [[An Lushan]], figlio di padre sogdiano e madre göktürk, ascese fino alla carica fdi governatore militare (''jiedushi'') nel nord-est della Cina, prima di scatenare la [[ribellione di An Lushan]] (755-763), che divise profondamente le lealtà dei Sogdiani residenti in Cina.<ref name="howard 2012 p135"/> La ribellione fu appoggiata da numerosi Sogdiani e, una volta sconfitta, molti furono massacrati o cambiarono il proprio cognome per nascondere le origini sogdiane, facendo sì che da quel momento si sappia ben poco della presenza sogdiana nella Cina settentrionale.<ref>{{cita pubblicazione | autore=J. Rose | titolo=The Sogdians: Prime Movers between Boundaries | rivista=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East | volume=30 | numero=3 | anno=2010 | p=417}}</ref> Il generale ribelle Gao Juren, di origine [[Goguryeo]] (Corea), ordinò un massacro di massa dei Sogdiani (definiti «Hu dell'Asia occidentale») a Fanyang (nota oggi come [[Jicheng (Pechino)|Jicheng]] l'attuale Pechino), nella regione di Youzhou, identificandoli dai loro «grandi nasi», e utilizzò delle lance per impalare i loro bambini durante la sua rivolta contro l'imperatore ribelle degli Yan, Shi Chaoyi, e [[Ribellione di An Lushan#La rivolta|contro le forze della dinastia Yan guidate dal comandante turco Ashina Chengqing]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=Valerie Hansen | anno=2003 | titolo=New Work on the Sogdians, the Most Important Traders on the Silk Road, A.D. 500–1000 | jstor=4528925 | rivista=T'oung Pao | volume=89 | numero=1/3 | p=158 | doi=10.1163/156853203322691347}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Valerie Hansen | titolo=The Silk Road: A New History | anno=2015 | editore=Oxford University Press | isbn=978-0-19-021842-3 | pp=157-158 | url=https://books.google.com/books?id=FDdRDAAAQBAJ&pg=PA157 | capitolo=Chapter 5 – The Cosmopolitan Terminus of the Silk Road}}</ref> I Sogdiani furono massacrati a Youzhou nel 761. Youzhou comprendeva anche Linzhou, una prefettura «protetta», dove i Sogdiani risiedevano in gran numero.<ref>{{cita libro | autore=Kenneth T. Morrow | data=maggio 2019 | titolo=Negotiating Belonging: The Church of the East's Contested Identity in Tang China | editore=The University of Texas at Dallas | url=https://utd-ir.tdl.org/bitstream/handle/10735.1/6946/ETD-5608-017-MORROW-260204.19.pdf | pp=110, 111}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Étienne de la Vaissière | anno=2018 | titolo=Sogdian Traders: A History | serie=Handbook of Oriental Studies. Section 8 Uralic & Central Asian Studies | url=https://books.google.com/books?id=cqWODwAAQBAJ&pg=PA220 | editore=Brill | p=220 | isbn=978-90-474-0699-0}}</ref> Gao Juren, così come il generale ribelle Tian Shengong, intendeva defezionare verso la dinastia Tang e, per convincere i Tang a riconoscerlo ufficialmente come signore della guerra regionale, offrì il massacro degli «Hu» (barbari centroasiatici) come sacrificio di sangue, mostrando la sua lealtà senza cedere territorio, secondo quanto descritto nel libro ''Storia di An Lushan'' (安祿山史記).<ref>{{cita libro | autore=Lee Chamney | titolo=The An Shi Rebellion and Rejection of the Other in Tang China, 618–763 | editore=University of Alberta Libraries | pp=93, 94 | citeseerx=10.1.1.978.1069}}</ref><ref>{{cita libro | titolo=History of An Lushan (An Lushan Shiji 安祿山史記) "唐鞠仁今城中殺胡者重賞﹐於是羯胡盡殪﹐小兒擲於中空以戈_之。高鼻類胡而濫死者甚眾"}}</ref> Un'altra fonte sostiene invece che Gao Juren avrebbe massacrato questi «barbari Hu» per privare Ashina Chengqing della sua base di sostegno etnica, dato che gruppi come Tiele, Tongluo, Sogdiani e Turchi appoggiavano Ashina Chengqing contro le forze Mohe, Xi, Khitan e di origine Goguryeo guidate da Gao Juren stesso. Gao Juren fu poi ucciso da Li Huaixian, fedele a Shi Chaoyi.<ref>{{cita web | url=https://www.163.com/dy/article/F4S4NUB7052384UI.html | titolo=成德军的诞生:为什么说成德军继承了安史集团的主要遗产 | sito=时拾史事 | data=8 febbraio 2020 | lingua=zh}}</ref><ref>{{cita web | url=https://books.google.com/books?id=AdjzDwAAQBAJ&q=%E8%93%9F%E9%97%A8%E5%86%85%E4%B9%B1&pg=PT423 | autore=李碧妍 | titolo=《危机与重构:唐帝国及其地方诸侯》| data=1 agosto 2015}}</ref> Un massacro simile fu compiuto dal generale ribelle Tian Shengong, ex-generale Yan, contro mercanti musulmani arabi e persiani durante la rivolta di An Lushan, noto come massacro di Yangzhou (760).<ref>{{cita libro | autore=Lei Wan | anno=2017 | titolo=The earliest Muslim communities in China | serie=Qiraat No. 8 (February – March 2017) | editore=King Faisal Center For Research and Islamic Studies | isbn=978-603-8206-39-3 | p=11 | url=https://www.kfcris.com/pdf/6b438689cf0f36eb4ce727e76d747c3d5af140055feaf.pdf | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220210005920/https://www.kfcris.com/pdf/6b438689cf0f36eb4ce727e76d747c3d5af140055feaf.pdf | urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita|Qi, 2010|pp. 221-227}}.</ref> Anche Tian Shengong voleva defezionare verso la dinastia Tang, e poiché la corte Tang presentava la guerra come conflitto tra «barbari Hu» ribelli Yan e i cinesi della dinastia Tang, egli sacrificò stranieri di varie etnie per dimostrare la sua lealtà ai Tang.<ref>{{cita libro | autore=Lee Chamney | titolo=The An Shi Rebellion and Rejection of the Other in Tang China, 618–763 | editore=University of Alberta Libraries | url=https://era.library.ualberta.ca/items/d0d042f4-42df-407d-add7-567543d720a1/view/ef1dbd57-a18a-4436-97a6-a6084c17a8d9/Lee-20Chamney-20Thesis-20final-20draft.pdf | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200218121905/https://era.library.ualberta.ca/items/d0d042f4-42df-407d-add7-567543d720a1/view/ef1dbd57-a18a-4436-97a6-a6084c17a8d9/Lee-20Chamney-20Thesis-20final-20draft.pdf | urlmorto=no | pp=91, 92, 93}}</ref><ref>[[Libro dei Tang]] "至揚州,大掠百姓商人資產,郡內比屋發掘略遍,商胡波斯被殺者數千人" "商胡大食, 波斯等商旅死者數千人波斯等商旅死者數千人."</ref>
|2={{clade
|1=''S. erythrogenys''
Nonostante ciò, i Sogdiani continuarono a commerciare in Cina anche dopo la ribellione, ma molti furono costretti a celare le proprie origini etniche. Un caso noto fu quello di An Chongzhang, ministro della guerra e duca di Liang, che nel 756 chiese all'[[Su Zong|imperatore Suzong di Tang]] di poter cambiare il proprio cognome in Li Baoyu, per la vergogna di condividere lo stesso cognome con il capo della ribellione.<ref name="howard 2012 p135"/> Tale modifica fu estesa retroattivamente anche ai suoi antenati.<ref name="howard 2012 p135"/>
|2=''S. major'' }} }} }} }} }} }} }} }} }}
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I cristiani [[Nestorianesimo|nestoriani]], come il sacerdote [[Battriana|battriano]] Yisi di [[Balkh]], contribuirono militarmente alla repressione della rivolta di An Lushan, collaborando con il generale Tang Guo Ziyi. Yisi agì personalmente come comandante militare , e sia lui sia la Chiesa d'Oriente furono ricompensati dalla dinastia Tang con titoli e onori, come descritto sulla [[stele nestoriana]].<ref>{{cita pubblicazione | autore=Scott Fitzgerald Johnson | data=26 maggio 2017 | titolo=Silk Road Christians and the Translation of Culture in Tang China | url=https://cambridge.org/core/journals/studies-in-church-history/article/abs/silk-road-christians-and-the-translation-of-culture-in-tang-china/D8E48283153EA2E3C38AF5D36E238A0D | rivista=Studies in Church History | volume=53 | pp=15-38 | editore=Published online by Cambridge University Press | doi=10.1017/stc.2016.3}}</ref><ref>{{cita libro | curatore=Li Tang, Dietmar W. Winkler e Max Deeg | anno=2013 | titolo=From the Oxus River to the Chinese Shores: Studies on East Syriac Christianity in China and Central Asia | url=https://books.google.com/books?id=VYaMuV3N5vUC&dq=yisi+stele+guo+lushan&pg=PA113 | editore=LIT Verlag Münster | p=113 | capitolo=A BELLIGERENT PRIEST – YISI AND HIS POLITICAL CONTEXT | isbn=978-3-643-90329-7}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Max Deeg | anno=2007 | titolo=The Rhetoric of Antiquity. Politico-Religious Propaganda in the Nestorian Steleof Chang'an 安長 | rivista=Journal for Late Antique Religion and Culture | volume=1 | pp=17-30 | issn=1754-517X | doi=10.18573/j.2007.10291}}</ref><ref>{{cita libro | autore=R. Todd Godwin | anno=2018 | titolo=Persian Christians at the Chinese Court: The Xi'an Stele and the Early Medieval Church of the East | serie=Library of Medieval Studies | url=https://books.google.com/books?id=wbmKDwAAQBAJ&dq=yisi+stele+guo+lushan&pg=PT179 | editore=Bloomsbury Publishing | isbn=978-1-78672-316-1}}</ref><ref>{{cita pubblicazione | autore=Ken-pa Chin | data=26 settembre 2019 | titolo=Jingjiao under the Lenses of Chinese Political Theology | rivista=Religions | volume=10 | numero=10 | pp=551 | doi=10.3390/rel10100551 | città=Department of Philosophy, Fu Jen Catholic University, New Taipei City 24205, Taiwan}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Tiziana Lippiello | curatore=Barbara Hoster, Dirk Kuhlmann e Zbigniew Wesolowski | anno=2017 | titolo=Rooted in Hope: China – Religion – Christianity Vol 1: Festschrift in Honor of Roman Malek S.V.D. on the Occasion of His 65th Birthday | serie=Monumenta Serica Monograph Series | url=https://books.google.com/books?id=iYmjDgAAQBAJ&dq=yisi+stele+guo&pg=PT300 | editore=Routledge | capitolo=On the Difficult Practice of the Mean in Ordinary Life Teachings From the Zhongyong* | isbn=978-1-351-67277-1}}</ref>
|1={{clade
|label1=''[[Ictidomys]]''
Il monaco buddhista esoterico Amoghavajra utilizzò rituali contro An Lushan, mentre Chang'an era occupata dai ribelli nel 756. I rituali di Amoghavajra erano esplicitamente mirati a provocare morte, disastri e malattie contro An Lushan.<ref>{{cita libro | autore=Geoffrey C. Goble | anno=2019 | titolo=Chinese Esoteric Buddhism: Amoghavajra, the Ruling Elite, and the Emergence of a Tradition | serie=The Sheng Yen Series in Chinese Buddhist Studies | url=https://books.google.com/books?id=tImQDwAAQBAJ&dq=%22rituals+that+brought+disease%2C+disaster%2C+and+death+to+one%27s+enemies%22&pg=PT20 | editore=Columbia University Press | pp=10, 11 | isbn=978-0-231-55064-2}}</ref> Grazie al suo contributo nella vittoria contro i ribelli, il Buddhismo Esoterico divenne la setta buddhista ufficiale sostenuta dalla dinastia Tang, denominata «Buddhismo Imperiale», con finanziamenti e appoggio per la scrittura di scritture sacre, monasteri e templi. I discepoli di Amoghavajra svolgevano cerimonie per lo stato e l'imperatore.<ref>{{cita libro | autore=Geoffrey C. Goble | anno=2019 | titolo=Chinese Esoteric Buddhism: Amoghavajra, the Ruling Elite, and the Emergence of a Tradition | serie=The Sheng Yen Series in Chinese Buddhist Studies | url=https://books.google.com/books?id=tImQDwAAQBAJ&dq=%22its+monasteries+were+established+by+the+state+over+several+centuries+in+order+to+supernormally+benefit+the+Chinese+imperium%22&pg=PT21 | editore=Columbia University Press | pp=11, 12 | isbn=978-0-231-55064-2}}</ref> L'imperatore Tang Suzong fu incoronato ''[[cakravartin]]'' da Amoghavajra dopo la vittoria contro An Lushan nel 759, avendo invocato contro di lui il ''vidyaraja'' Acala. Amoghavajra inviò anche messaggi segreti con informazioni militari strategiche al principe ereditario Li Heng (il futuro Suzong).<ref>{{cita libro | curatore=Ann Heirman, Stephan Peter Bumbacher e Martin Lehnert | anno=2007 | volume=16 of Handbook of Oriental Studies. Section 8 Uralic & Central Asian Studies (Volume 16 of Handbuch der Orientalistik: Achte Abteilung, Central Asia) (Volume 16 of Handbuch der Orientalistik. 8, Zentralasien) | titolo=The Spread of Buddhism | url=https://books.google.com/books?id=kr_M1e7yImoC&dq=%22Though+Amoghavajra+had+been+detained+in+the+occupied+capital+he+was+able+to+secretly+communicate+strategically+sensitive+information+to+Li+Heng%22&pg=PA262 | editore=BRILL | p=262 | capitolo=Antric Threads Between India and China 1. Tantric Buddhism—Approaches and Reservations | isbn=978-90-04-15830-6}}</ref>
|1={{clade
|1=''I. mexicanus''
Epitafi risalenti alla dinastia Tang attestano coppie miste cristiane a [[Luoyang]], come quello della donna cristiana nestoriana sogdiana, la «signora An» (安氏), deceduta nell'821, sposata con Hua Xian (花献), un cristiano nestoriano cinese, deceduto nell'827. Probabilmente, gli uomini cinesi cristiani sposavano donne sogdiane per la mancanza di donne cinesi cristiane disponibili.<ref>{{cita libro | autore=Kenneth T. Morrow | data=maggio 2019 | titolo=Negotiating Belonging: The Church of the East's Contested Identity in Tang China | editore=THE UNIVERSITY OF TEXAS AT DALLAS | url=https://utd-ir.tdl.org/bitstream/handle/10735.1/6946/ETD-5608-017-MORROW-260204.19.pdf | pp=109-135, viii, xv, 156, 164, 115, 116}}</ref> Un altro epitafio di Luoyang riguarda una donna cristiana nestoriana sogdiana, anch'essa cognominata An, sepolta dal figlio ufficiale militare nel gennaio 815. Suo marito, un cinese, aveva il cognome He (和), e sulla stele funeraria la famiglia venne descritta come multietnica.<ref>{{cita libro | autore=Kenneth T. Morrow | data=maggio 2019 | titolo=Negotiating Belonging: The Church of the East's Contested Identity in Tang China | editore=The University of Texas at Dallas | url=https://utd-ir.tdl.org/bitstream/handle/10735.1/6946/ETD-5608-017-MORROW-260204.19.pdf | pp=155–156, 149, 150, viii, xv}}</ref> I figli di queste unioni miste avevano varie opportunità di carriera nell'amministrazione civile e militare, e professavano apertamente il cristianesimo, sostenendo monasteri cristiani.<ref>{{cita libro | autore=Kenneth T. Morrow | data=maggio 2019 | titolo=Negotiating Belonging: The Church of the East's Contested Identity in Tang China | editore=The University of Texas at Dallas | url=https://utd-ir.tdl.org/bitstream/handle/10735.1/6946/ETD-5608-017-MORROW-260204.19.pdf | pp=164}}</ref>
|2={{clade
[[File:Northern Zhou Dynasty Tomb of Shijun (roof reconstructed).jpg|thumb|Tomba di Wirkak, ufficiale sogdiano in Cina, costruita a [[Xi'an]] nel 580, durante la [[dinastia Zhou Settentrionale]]. Xi'an City Museum.]]
|1=''I. parvidens''
Durante la dinastia Tang e le successive [[Cinque dinastie e dieci regni|Cinque Dinastie]] e [[dinastia Song]], esisteva una numerosa comunità sogdiana anche nel cosmopolita emporio commerciale di Dunhuang, nel Gansu, un importante centro di apprendimento buddhista e sede delle [[Grotte di Mogao|grotte buddhiste di Mogao]].<ref>{{cita libro | autore=Imre Galambos | anno=2015 | capitolo=''She'' Association Circulars from Dunhuang | curatore=Antje Richter | titolo=A History of Chinese Letters and Epistolary Culture | editore=Brill | città=Leida, Boston | pp=870-71}}</ref> Sebbene Dunhuang e il Corridoio di Hexi fossero stati conquistati dall'[[Impero tibetano]] dopo la rivolta di An Lushan, nell'848 il generale cinese Zhang Yichao (799-872) riuscì a strappare il controllo della regione ai Tibetani durante la loro guerra civile, istituendo il ''Circuito di Guiyi'' sotto l'imperatore Xuānzong dei Tang (r. 846-859).<ref>{{cita libro | autore=Gertraud Taenzer | anno=2016 | capitolo=Changing Relations between Administration, Clergy and Lay People in Eastern Central Asia: a Case Study According to the Dunhuang Manuscripts Referring to the Transition from Tibetan to Local Rule in Dunhuang, 8th–11th Centuries | curatore=Carmen Meinert | titolo=Transfer of Buddhism Across Central Asian Networks (7th to 13th Centuries) | città=Leida, Boston | editore=Brill | pp=35-37}}</ref><ref name="ZZTJ249">''Zizhi Tongjian'', [[:zh:s:資治通鑑/卷249|vol. 249]].</ref> Anche se la regione passò occasionalmente sotto il dominio di diversi stati, mantenne il suo carattere multilingue, come dimostra la grande quantità di manoscritti (religiosi e secolari) in [[Lingua cinese|cinese]] e tibetano, ma anche in [[Lingua sogdiana|sogdiano]], [[Lingua saka|khotanese]] (un'altra [[Lingue iraniche orientali|lingua iranica orientale]] autoctona della [[Xiyu|regione]]), [[Lingua uigura|uiguro]] e [[Lingua sanscrita|sanscrito]].<ref>{{cita libro | autore=Imre Galambos | anno=2015 | capitolo=''She'' Association Circulars from Dunhuang | curatore=Antje Richter | titolo=A History of Chinese Letters and Epistolary Culture | editore=Brill | città=Leida, Boston | pp=871}}</ref>
|2=''I. tridecemlineatus'' }} }}
|2={{clade
Esistevano nove importanti clan sogdiani, noti come ''Zhāowŭ jiŭ xìng'' (昭武九姓). I nomi di questi clan sono stati dedotti dai cognomi cinesi elencati in un manoscritto di Dunhuang dell'epoca Tang (''Pelliot chinois 3319V'').<ref name="hansen 2012 p98"/> Ogni nome di «clan» corrispondeva a una diversa città-stato, poiché i Sogdiani adottavano il nome della loro città d'origine come cognome cinese.<ref>{{cita libro | autore=Imre Galambos | anno=2015 | capitolo=''She'' Association Circulars from Dunhuang | curatore=Antje Richter | titolo=A History of Chinese Letters and Epistolary Culture | editore=Brill | città=Leida, Boston | pp=871-72}}</ref> Tra questi, il cognome sogdiano più diffuso in Cina era Shí (石), generalmente attribuito a chi proveniva da Chach (l'odierna [[Tashkent]]). Anche i seguenti cognomi appaiono frequentemente nei manoscritti e nei registri di Dunhuang: Shǐ (史, da Kesh, l'attuale [[Šachrisabz]]), An (安, da Buchara), Mi (米, da [[Pendžikent]]), Kāng (康, da [[Samarcanda]]), Cáo (曹, da Kabudhan, a nord del fiume [[Zeravshan|Zeravšan]]), e Hé (何, da Kushaniyah).<ref name="hansen 2012 p98"/><ref>{{cita libro | autore=Imre Galambos | anno=2015 | capitolo=''She'' Association Circulars from Dunhuang | curatore=Antje Richter | titolo=A History of Chinese Letters and Epistolary Culture | editore=Brill | città=Leida, Boston | pp=872}}</ref> Si dice che [[Confucio]] abbia espresso il desiderio di vivere tra le «nove tribù», il che potrebbe essere un riferimento proprio alla comunità sogdiana.<ref>{{cita web | autore=Ha-Sung H. Chung | titolo=Traces of the Lost 10 Tribes of Israel in Chinese and Korean Sources | url=https://www.academia.edu/61126693}}</ref>
|label1=''[[Poliocitellus]]''
[[File:Tang Sancai Porcelain with Musicians on a Camel (no background).jpg|thumb|Statuetta [[Dinastia Tang|Tang]] in ''[[sancai]]'' di mercanti sogdiani a dorso di [[Camelus bactrianus|cammello battriano]], 723, [[Xi'an]].]]
|1=''P. franklinii''
L'influenza dei sogdiani sinizzati e multilingui durante il periodo ''Guiyijun'' (歸義軍, circa 850-1000) di Dunhuang è evidente in un gran numero di manoscritti redatti con [[caratteri cinesi]] scritti da sinistra a destra, anziché verticalmente, rispecchiando la direzione di lettura dell'[[alfabeto sogdiano]].<ref>{{cita libro | autore=Imre Galambos | anno=2015 | capitolo=''She'' Association Circulars from Dunhuang | curatore=Antje Richter | titolo=A History of Chinese Letters and Epistolary Culture | editore=Brill | città=Leida, Boston | pp=870, 873}}</ref> I Sogdiani di Dunhuang comunemente formavano o aderivano a gruppi laici nelle loro comunità locali, incontrandosi regolarmente nelle [[Taverna (pubblico esercizio)|taverne]] di proprietà sogdiana, come menzionato nelle loro [[Epistola|lettere epistolari]].<ref>{{cita libro | autore=Imre Galambos | anno=2015 | capitolo=''She'' Association Circulars from Dunhuang | curatore=Antje Richter | titolo=A History of Chinese Letters and Epistolary Culture | editore=Brill | città=Leida, Boston | pp=872-73}}</ref> I Sogdiani che vivevano a Turfan sotto la dinastia Tang e nel Regno di [[Gaochang]] erano impegnati in diverse occupazioni, tra cui agricoltura, serizio militare, pittura, lavorazione del cuoio e commercio di prodotti come quelli in ferro.<ref name="hansen 2012 p98"/> I Sogdiani avevano iniziato a migrare a Turfan fin dal IV secolo, ma il ritmo della migrazione aumentò significativamente dopo la [[Conquista islamica della Persia|conquista musulmana della Persia]] e la [[Conquista islamica della Persia|caduta dell'Impero sasanide]] nel 651, seguite dalla conquista islamica di Samarcanda nel 712.<ref name="hansen 2012 p98"/>
|2={{clade
|label1=''[[Cynomys]]''
== Lingua e cultura ==
|1={{clade
Il VI secolo è considerato l'apice della cultura sogdiana, a giudicare dall'altamente sviluppata tradizione artistica che caratterizzò questo periodo. In quell'epoca, i Sogdiani erano già consolidati nel loro ruolo di mercanti itineranti e intermediari commerciali dell'Asia centrale, contribuendo attivamente allo scambio di beni, cultura e religioni.<ref>{{cita libro | autore=Luce Boulnois | anno=2005 | titolo=Silk Road: Monks, Warriors & Merchants | editore=Odyssey Books | pp=239-241 | isbn=962-217-721-2}}</ref> Durante il [[Medioevo]], la [[Monti Zeravshan|valle dello Zeravšan]], attorno a Samarcanda, mantenne il suo nome sogdiano originario, ''Samarkand''.<ref name="encyclopedia britannica">{{1911|source=Sogdiana}}</ref> Secondo l<nowiki>'</nowiki>''[[Encyclopædia Britannica Eleventh Edition|Encyclopædia Britannica]]'', i geografi arabi medievali la consideravano una delle quattro regioni più belle del mondo.<ref name="encyclopedia britannica"/> Nei luoghi in cui i Sogdiani migrarono in numero considerevole, la loro lingua lasciò un'impronta significativa. Ad esempio, durante la dinastia cinese Han, il nome locale della città-stato di [[Loulan]] nel Bacino del Tarim era ''Kroraina'', probabilmente [[Lingua greca|derivato dal greco]], a causa della [[Regno indo-greco|vicina influenza ellenistica]].<ref>{{cita libro | autore=Kazuo Enoki | anno=1998 | capitolo=Yü-ni-ch'êng and the Site of Lou-Lan; and The Location of the Capital of Lou-Lan and the Date of the Kharoshthi Inscriptions | curatore=Rokuro Kono | titolo=Studia Asiatica: The Collected Papers in Western Languages of the Late Dr. Kazuo Enoki | città=Tokyo | editore=Kyu-Shoin | pp=211-57}}</ref> Tuttavia, secoli dopo, nel 664, il monaco buddhista cinese della dinastia Tang [[Xuanzang]] la indicò col nome di ''Nafupo'' (納縛溥), che secondo Hisao Matsuda sarebbe una traslitterazione del termine sogdiano ''Navapa'', che significa «acqua nuova».<ref>{{cita pubblicazione | autore=Lucas Christopoulos | data=agosto 2012 | capitolo=Hellenes and Romans in Ancient China (240 BC – 1398 AD) | curatore=Victor H. Mair | rivista=Sino-Platonic Papers | numero=230 | editore=Chinese Academy of Social Sciences, University of Pennsylvania Department of East Asian Languages and Civilizations | pp=20-21 | issn=2157-9687}}</ref>
|1={{clade
|1=''C. ludovicianus''
=== Arte ===
|2=''C. mexicanus'' }}
Gli affreschi di Afrasiab, risalenti al VI-VII secolo e situati a Samarcanda, Uzbekistan, rappresentano un raro esempio sopravvissuto di arte sogdiana. Questi dipinti, che mostrano scene di vita quotidiana e avvenimenti come l'arrivo di ambasciatori stranieri, si trovano tra le rovine di residenze aristocratiche. Non è chiaro se qualcuna di queste dimore palaziali servisse anche come palazzo ufficiale dei sovrani di Samarcanda.<ref>{{cita libro | autore=A. M. Belenitskii e B. I. Marshak | anno=1981 | capitolo=Part One: the Paintings of Sogdiana | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | p=47 | isbn=0-520-03765-0}}</ref> I più antichi murali monumentali sogdiani ancora esistenti risalgono al V secolo e si trovano a Pendžikent, Tagikistan.<ref>{{cita libro | autore=A. M. Belenitskii e B. I. Marshak | anno=1981 | capitolo=Part One: the Paintings of Sogdiana | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | p=13 | isbn=0-520-03765-0}}</ref> Oltre a rivelare aspetti della vita sociale e politica dei Sogdiani, l'arte sogdiana è stata fondamentale per aiutare gli storici a comprendere le loro credenze religiose. Ad esempio, è evidente che i Sogdiani buddhisti incorporarono alcune delle loro [[Mitologia persiana|divinità iraniche]] nel loro pantheon buddhista. A [[Semireč'e|Zhetysu]], placche sogdiane [[Doratura|dorate]] in bronzo su un [[tempio buddhista]] mostrano una coppia di divinità, maschile e femminile, con le mani tese che reggono un [[Camelus|cammello]] in miniatura, un'immagine non buddhista che si ritrova anche nei dipinti di Samarcanda e Pendžikent.<ref>{{cita libro | autore=A. M. Belenitskii e B. I. Marshak | anno=1981 | capitolo=Part One: the Paintings of Sogdiana | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | pp=34-35 | isbn=0-520-03765-0}}</ref>
|2={{clade
|1=''C. parvidens''
=== Lingua ===
|2={{clade
[[File:Rubbing of Epitaph of the Sa-pao Wirkak (Part 1).jpg|thumb|upright=2|Epitaffio in sogdiano dei figli di Wirkak, un mercante e funzionario sogdiano morto in Cina nel 580 d.C.]]
|1=''C. gunnisoni''
I Sogdiani parlavano una [[Lingue iraniche orientali|lingua iranica orientale]] chiamata ''sogdiano'', strettamente imparentata con il [[Lingua battriana|battriano]], il [[Lingua corasmia|corasmio]] e il [[Lingua saka|saka]] [[Regno di Khotan|khotanese]], diffuse lingue iraniche orientali dell'Asia centrale in epoca antica.<ref name="dresden 1981 p5"/><ref name="tafazzoli 2003 p323">{{cita libro | autore=A. Tafazzoli | anno=2003 | capitolo=Iranian Languages | curatore=C. E. Bosworth e M. S. Asimov | titolo=History of Civilizations of Central Asia, Volume IV: The Age of Achievement, A.D. 750 to the End of the Fifteenth Century | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | p=323}}</ref> Il sogdiano era parlato anche nella città-stato [[oasi]] di [[Turfan]], nella regione del [[Bacino del Tarim]], nel nord-ovest della Cina (nell'odierno [[Xinjiang]]).<ref name="tafazzoli 2003 p323"/> A giudicare dall'iscrizione sogdiana di Bugut in [[Mongolia]], datata intorno al 581, il sogdiano fu anche una lingua ufficiale del Primo Khaganato turco, fondato dai [[Göktürk]].<ref name="dresden 1981 p9">{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=1981 | capitolo=Introductory Note | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | p=9 | isbn=0-520-03765-0}}</ref><ref name="tafazzoli 2003 p323"/>
|2=''C. leucurus'' }} }} }}
|label2=''[[Xerospermophilus]]''
Il sogdiano era scritto principalmente con tre alfabeti: l'[[alfabeto sogdiano]], l'[[alfabeto siriaco]] e l'alfabeto manicheo, tutti derivati dall'[[alfabeto aramaico]],<ref>{{cita libro | autore=A. Tafazzoli | anno=2003 | capitolo=Iranian Languages | curatore=C. E. Bosworth e M. S. Asimov | titolo=History of Civilizations of Central Asia, Volume IV: The Age of Achievement, A.D. 750 to the End of the Fifteenth Century | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=325-26}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Mark J. Dresden | anno=1981 | capitolo=Introductory Note | curatore=Guitty Azarpay | titolo=Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art | città=Berkeley, Los Angeles, Londra | editore=University of California Press | pp=5-6 | isbn=0-520-03765-0}}</ref> largamente usato sia nell'[[Impero achemenide]] che in quello [[Impero partico|partico]] dell'antico Iran.<ref name="baumer 2012 pp202-203">{{cita libro | autore=Christoph Baumer | anno=2012 | titolo=The History of Central Asia: the Age of the Steppe Warriors | città=Londra, New York | editore=I.B. Tauris | p=202-203 | isbn=978-1-78076-060-5}}</ref><ref>{{cita libro | autore=Mary Boyce | anno=1983 | capitolo=Parthian Writings and Literature | curatore=Ehsan Yarshater | titolo=Cambridge History of Iran, 3.2 | città=Londra e New York | editore=Cambridge University Press | pp=1151-1152 | isbn=0-521-20092-X}}</ref> L'alfabeto sogdiano formò la base dell'antico [[alfabeto uiguro]] dell'VIII secolo, dal quale fu poi derivato l'[[Scrittura mongola|alfabeto mongolo]] usato nel primo [[Impero mongolo]] durante il XIII secolo.<ref>{{cita libro | autore=A. Tafazzoli | anno=2003 | capitolo=Iranian Languages | curatore=C. E. Bosworth e M. S. Asimov | titolo=History of Civilizations of Central Asia, Volume IV: The Age of Achievement, A.D. 750 to the End of the Fifteenth Century | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | p=325}}</ref> Successivamente, nel 1599, il capo jurchen Nurhaci adottò l'alfabeto mongolo per renderlo adatto alla lingua [[manciù]].
|2={{clade
|1={{clade
Il popolo [[Yagnobi|Yaghnobi]], che vive ancora oggi nella provincia di [[Suƣd|Sughd]], in [[Tagikistan]], parla [[Lingua yaghnobī|un discendente della lingua sogdiana]].<ref name="dresden 2003 p1217"/><ref>{{cita libro | autore=Paul Bergne | titolo=The Birth of Tajikistan: National Identity and the Origins of the Republic | url=https://books.google.com/books?id=3coojMwTKU8C&pg=PA6 | data=15 giugno 2007 | editore=I.B. Tauris | isbn=978-1-84511-283-7 | pp=6-}}</ref> Lo ''yaghnobi'' è in gran parte una continuazione del dialetto sogdiano medievale della regione di [[Ushrusana|Osrushana]], nella parte occidentale della [[valle di Fergana]].<ref>{{cita libro | autore=A. Tafazzoli | anno=2003 | capitolo=Iranian Languages | curatore=C. E. Bosworth e M. S. Asimov | titolo=History of Civilizations of Central Asia, Volume IV: The Age of Achievement, A.D. 750 to the End of the Fifteenth Century | città=Delhi | editore=Motilal Banarsidass Publishers Private Limited | pp=2 e 5}}</ref> La grande maggioranza dei Sogdiani si assimilò ad altri gruppi locali come i Battriani, i [[Corasmia|Corasmi]] e i [[Persiani]], adottando il persiano come lingua. Nell'819, la popolazione persianofona fondò l'Impero samanide nella regione. I Samanidi sono tra gli antenati degli attuali [[Tagichi]]. Numerosi [[Parole imparentate|vocaboli]] sogdiani sono ancora riscontrabili nella lingua tagica moderna, sebbene quest'ultima sia una [[Lingue iraniche occidentali|lingua iranica occidentale]].
|1=''X. mohavensis''
|2=''X. tereticaudus'' }}
=== Clothing ===
|2={{clade
[[File:Sogdian New Year Festival, Northern Qi.jpg|thumb|Sogdians, depicted on the [[Anyang funerary bed]], a Sogdian sarcophagus in China during the [[Northern Qi]] dynasty (550–577 AD). [[Guimet Museum]].]]
|1=''X. spilosoma''
Early medieval Sogdian costumes can be divided in two periods: [[Hephthalite|Hephtalitic]] (5th and 6th centuries) and Turkic (7th and early 8th centuries). The latter did not become common immediately after the political dominance of the [[Gökturks]] but only in c. 620 when, especially following [[Western Turkic Khaganate|Western Turkic]] Khagan [[Tong Yabghu Qaghan|Ton-jazbgu]]'s reforms, Sogd was Turkized and the local nobility was officially included in the Khaganate's administration.<ref name="YatsenkoSogdianCostume">{{cite journal|url=http://www.transoxiana.org/Eran/Articles/yatsenko.html |first=Sergey A. |last=Yatsenko |title=The Late Sogdian Costume (the 5th – 8th centuries) |journal=Transoxiana |issue=Webfestschrift Marshak |year=2003}}</ref>
|2={{clade
|1=''X. perotensis''
For both sexes clothes were tight-fitted, and narrow waists and wrists were appreciated. The silhouettes for grown men and young girls emphasized wide shoulders and narrowed to the waist; the silhouettes for female aristocrats were more complicated. The Sogdian clothing underwent a thorough process of Islamization in the ensuing centuries, with few of the original elements remaining. In their stead, turbans, [[kaftan]]s, and sleeved coats became more common.<ref name="YatsenkoSogdianCostume" />
|2=''X. spilosoma'' }} }} }} }} }} }}
|label2=''[[Urocitellus]]''
=== Religious beliefs ===
|2={{clade
{{further|Silk Road transmission of Buddhism|Mar Ammo|Bible translations into Sogdian}}
|1=''U. townsendii''
The Sogdians practiced a variety of religious faiths. However, Zoroastrianism was most likely their main religion, as demonstrated by material evidence, such as the discovery in Samarkand, Panjakent and Er-Kurgan of murals depicting votaries making offerings before fire altars and [[ossuaries]] holding the bones of the dead – in accordance with Zoroastrian ritual. At [[Turfan]], Sogdian burials shared similar features with traditional Chinese practices, yet they still retained essential Zoroastrian rituals, such as [[Tower of Silence|allowing the bodies to be picked clean]] by [[scavenger]]s before burying the bones in ossuaries.<ref name="hansen 2012 p98">Hansen, Valerie (2012), ''The Silk Road: A New History'', Oxford University Press, p. 98, {{ISBN|978-0-19-993921-3}}.</ref> They also [[Animal sacrifice|sacrificed animals]] to Zoroastrian deities, including the supreme deity [[Ahura Mazda]].<ref name="hansen 2012 p98" /> Zoroastrianism remained the dominant religion among Sogdians until after the [[Early Muslim conquests|Islamic conquest]], when they gradually converted to Islam, as is shown by Richard Bulliet's "conversion curve".<ref name="Tobin">Tobin 113–115</ref>
|2={{clade
|1=''U. washingtonii''
One of the most widely worshiped deities in Sogdia was the goddess [[Nana (Bactrian goddess)|Nana]], derived from the Mesopotamian goddess [[Nanaya]], and is traditionally depicted as a 4 armed goddess riding a lion, holding the sun and moon. She and the river god [[Oxus (god)|Oxus]] were some of the most widely attested deities from the region.<ref>{{Cite book |last=Shenkar |first=Michael |url=https://books.google.com/books?id=WZ6XCgAAQBAJ |title=Intangible Spirits and Graven Images: The Iconography of Deities in the Pre-Islamic Iranian World |date=8 September 2014 |publisher=BRILL |isbn=978-90-04-28149-3 |language=en}}</ref> She was regarded as a civic and astral goddess, and her sacred city was Panjikent.
|2={{clade
|1={{clade
{{multiple image| align = right |total_width=400 | direction = horizontal | header = | header_align = left/right/center | footer = '''Left''': An 8th-century [[Tang dynasty]] [[Chinese ceramics|Chinese clay figurine]] of a Sogdian man wearing a distinctive cap and face veil, a probable [[Mobad|Zoroastrian priest]] engaging in a ritual at a [[fire temple]], since face veils were used to avoid contaminating the holy fire with breath or saliva; [[Museum of Oriental Art (Turin)]], Italy.<ref>Lee Lawrence. (3 September 2011). [https://www.wsj.com/articles/SB10001424053111904332804576540533071105892 "A Mysterious Stranger in China"]. ''[[The Wall Street Journal]]''. Retrieved 31 August 2016.</ref><br /> '''Right''': A Zoroastrian fire worship ceremony, depicted on the [[Tomb of Anjia]], a Sogdian merchant in China.<ref>{{cite journal |last1=Jin |first1=Xu 徐津 |title=The Funerary Couch of An Jia and the Art of Sogdian Immigrants in Sixth-century China |journal=The Burlington Magazine |date=1 January 2019 |page=824 |url=https://www.academia.edu/40962371}}</ref>| footer_align = left | image1 = Dinastia tang, shanxi, straniero dal volto velato, 600-750 ca.JPG| image2 = Gable of the stone gate of the Tomb of An Jia with reproduction.jpg}}
|1=''U. brunnenus''
The Sogdian religious texts found in China and dating to the [[Northern and Southern dynasties#The Northern dynasties|Northern dynasties]], [[Sui dynasty|Sui]], and Tang are mostly Buddhist (translated from Chinese sources), Manichaean, and [[Nestorian Christian]], with only a small minority of Zoroastrian texts.<ref name="Grenet">{{cite journal|last=Grenet |first=Frantz |title=Religious Diversity among Sogdian Merchants in Sixth-Century China: Zoroastrianism, Buddhism, Manichaeism, and Hinduism | journal=Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East |volume=27 |issue=2 |year=2007 |publisher=Duke University Press |pages=463–478 |doi=10.1215/1089201x-2007-017|s2cid=144300435 }}</ref> But, tombs of Sogdian merchants in China dated to the last third of the 6th century show predominantly Zoroastrian motifs or Zoroastrian-Manichaean syncretism, while archaeological remains from Sogdiana appear fairly Iranian and conservatively Zoroastrian.<ref name="Grenet" />
|2={{clade
|1=''U. townsendii''
However, the Sogdians epitomized the religious plurality found along the trade routes. The largest body of Sogdian texts are Buddhist, and Sogdians were among the principal translators of Buddhist sutras into Chinese. However, Buddhism did not take root in Sogdiana itself.<ref>A. M. Belenitskii and B. I. Marshak (1981), "Part One: the Paintings of Sogdiana" in Guitty Azarpay, ''Sogdian Painting: the Pictorial Epic in Oriental Art'', Berkeley, Los Angeles, London: University of California Press, p. 35, {{ISBN|0-520-03765-0}}.</ref> Additionally, the [[Bulayiq]] monastery to the north of Turpan contained Sogdian Christian texts, and there are numerous Manichaean texts in Sogdiana from nearby Qocho.<ref>J. Rose, 'The Sogdians: Prime Movers between Boundaries', ''Comparative Studies of South Asia, Africa and the Middle East'', vol. 30, no. 3 (2010), pp. 416–7</ref> The reconversion of Sogdians from Buddhism to Zoroastrianism coincided with the adoption of Zoroastrianism by the Sassanid Empire of Persia.<ref name="liu 2001 p168" /> From the 4th century onwards, Sogdian Buddhist pilgrims left behind evidence of their travels along the steep cliffs of the [[Indus River]] and [[Hunza Valley]]. It was here that they carved images of the [[Buddha]] and holy [[stupa]]s in addition to their full names, in hopes that the Buddha would grant them his protection.<ref>Liu, Xinru (2010), ''The Silk Road in World History'', Oxford and New York: Oxford University Press, p 67–8.</ref>
|2={{clade
|1=''U. mollis''
The Sogdians also practiced Manichaeism, the faith of [[Mani (prophet)|Mani]], which they spread among the Uyghurs. The [[Uyghur Khaganate]] (744–840 AD) developed close ties to Tang China once it had aided the Tang in suppressing the rebellion of An Lushan and his Göktürk successor [[Shi Siming]], establishing an annual trade relationship of one million bolts of Chinese silk for one hundred thousand horses.<ref name="liu 2001 p169">Liu, Xinru, "The Silk Road: Overland Trade and Cultural Interactions in Eurasia", in ''Agricultural and Pastoral Societies in Ancient and Classical History'', ed. Michael Adas, American Historical Association, Philadelphia: Temple University Press, 2001, p. 169.</ref> The Uyghurs relied on Sogdian merchants to sell much of this silk further west along the Silk Road, a symbiotic relationship that led many Uyghurs to adopt [[Chinese Manichaeism|Manichaeism from the Sogdians]].<ref name="liu 2001 p169" /> However, evidence of Manichaean liturgical and canonical texts of Sogdian origin remains fragmentary and sparse compared to their corpus of Buddhist writings.<ref>Dresden, Mark J. (2003), "Sogdian Language and Literature", in Ehsan Yarshater, ''The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods'', Cambridge: Cambridge University Press, p. 1224, {{ISBN|0-521-24699-7}}.</ref> The Uyghurs were also followers of Buddhism. For instance, they can be seen wearing silk robes in the ''praṇidhi'' scenes of the [[Bezeklik Thousand Buddha Caves|Uyghur Bezeklik Buddhist murals]] of Xinjiang, China, particularly Scene 6 from Temple 9 showing [[:File:BezeklikSogdianMerchants.jpg|Sogdian donors to the Buddha]].<ref name="gasparini 2014 pp134-163">Gasparini, Mariachiara. "[http://heiup.uni-heidelberg.de/journals/index.php/transcultural/article/view/12313/8711#_edn32 A Mathematic Expression of Art: Sino-Iranian and Uighur Textile Interactions and the Turfan Textile Collection in Berlin]", in Rudolf G. Wagner and Monica Juneja (eds), ''Transcultural Studies'', Ruprecht-Karls Universität Heidelberg, No 1 (2014), pp 134–163</ref><ref>{{cite journal|url=http://heiup.uni-heidelberg.de/journals/index.php/transcultural/article/view/12313/8711#_edn32 |title=A Mathematic Expression of Art: Sino-Iranian and Uighur Textile Interactions and the Turfan Textile Collection in Berlin |journal=Transcultural Studies |date=3 January 2014 |volume=1 |issue=2014 |doi=10.11588/ts.2014.1.12313 |access-date=25 July 2017|last1=Gasparini |first1=Mariachiara }}</ref>
|2=''U. townsendii'' }} }} }}
|2={{clade
[[File:Shiva with Trisula Panjikent 7th–8th century CE Hermitage Museum.jpg|thumb|left|[[Shiva]] (with [[trisula]]), attended by Sogdian devotees. [[Penjikent murals|Penjikent]], 7th–8th century AD. [[Hermitage Museum]].]]
|1={{clade
In addition to [[Puranas|Puranic cults]], there were five [[Hindu deities]] known to have been worshipped in Sogdiana.<ref name="kumar 2007 p8" /> These were [[Brahma]], [[Indra]], [[Shiva|Mahadeva]] (Shiva), [[Narayana]], and [[Vaishravana]]; the gods Brahma, Indra, and Shiva were known by their Sogdian names Zravan, Adbad and Veshparkar, respectively.,<ref name="kumar 2007 p8" /> As seen in an 8th-century mural from Panjakent, portable [[fire altar]]s can be "associated" with [[Mahadeva (Buddhism)|Mahadeva]]-Veshparkar, Brahma-Zravan, and Indra-Abdab, according to Braja Bihārī Kumar.<ref name="kumar 2007 p8">Braja Bihārī Kumar (2007). "India and Central Asia: Links and Interactions", in J.N. Roy and B.B. Kumar (eds), ''India and Central Asia: Classical to Contemporary Periods'', 3–33. New Delhi: Published for Astha Bharati Concept Publishing Company. {{ISBN|81-8069-457-7}}, p. 8.</ref>
|1=''U. armatus''
|2=''U. beldingi'' }}
Among the Sogdian Christians known in China from inscriptions and texts were An Yena, a Christian from An country (Bukhara). Mi Jifen a Christian from Mi country (Maymurgh), Kang Zhitong, a Sogdian Christian cleric from Kang country (Samarkand), Mi Xuanqing a Sogdian Christian cleric from Mi country (Maymurgh), Mi Xuanying, a Sogdian Christian cleric from Mi country (Maymurgh), An Qingsu, a Sogdian Christian monk from An country (Bukhara).<ref>{{cite book |last=Nicolini-Zani |first= Mattco |editor1-last=Tang |editor1-first=Li |editor2-last=Winkler |editor2-first=Dietmar W. |date=2013 |title= From the Oxus River to the Chinese Shores: Studies on East Syriac Christianity in China and Central Asia |url= https://books.google.com/books?id=VYaMuV3N5vUC&pg=PA151 |publisher= LIT Verlag Münster |edition= illustrated |isbn=978-3-643-90329-7 }}</ref><ref>{{cite book |author= S.V.D. Research Institute, Monumenta Serica Institute |date=2009 |title= Monumenta Serica: Journal of Oriental Studies, Volume 57 |url= https://books.google.com/books?id=NzxDAQAAIAAJ&q=yena+sogdian+name |quote= The first one is the funerary inscription of another Bukharan Christian, who died during the Jinglong JptH era (707–710) in Guilin ££^, southern China, and whose name was An Yena^Wffi (see Jiang Boqin 1994). The second is the epitaph of the Sogdian gentleman Mi Jifen ^Iffi^ (714–805) from Maymurgh; in his study Ge Chengyong has discovered that Mi's son was a Christian monk and that his family was therefore most probably Christian, too (see Ge Chengyong 2001). Generally ... |publisher=H. Vetch |page=120 }}</ref><ref>{{cite book |last= Nicolini-Zani |first= Matteo |date=2006 |title= La via radiosa per l'Oriente: i testi e la storia del primo incontro del cristianesimo con il mondo culturale e religioso cinese (secoli VII-IX) |series= Spiritualità orientale |url= https://books.google.com/books?id=xhYQAQAAIAAJ&q=yena+sogdian |quote=... di almeno un testo cristiano in cinese, il rotolo P. 3847, contenente la traduzione cinese dell'inno siriaco Gloria in excelsis Deo, di cui fu redatta anche una traduzione sogdiana(giunta a noi in frammenti) a Bulayìq (Turfan). L'unico elemento che ci conferma, infine, una assai probabile presenza cristiana in quest'epoca nel sud della Cina, legata ai commerci marittimi, è il ritrovamento presso Guilin (odierno Guangxi) dell'epitaffio funebre del cristiano An Yena, morto tra il 707 e il 709. |publisher=Edizioni Qiqajon, Comunità di Bose |page=121 |isbn=88-8227-212-5 }}</ref>
|2={{clade
|1=''U. columbianus''
[[File:Bezeklik caves, Pranidhi scene 14, temple 9.JPG|thumb|Pranidhi scene, temple 9 (Cave 20) of the [[Bezeklik Thousand Buddha Caves]], [[Turfan]], [[Xinjiang]], China, 9th century AD, with kneeling figures with [[Caucasian race|Caucasian]] features and [[Green-eyed|green eyes]] praying in front of the Buddha. Modern scholarship has identified [[:File:BezeklikSogdianMerchants.jpg|''praṇidhi'' scenes of the same temple]] (No. 9) as depicting Sogdians,<ref name="gasparini 2014 pp134-163" /> who inhabited Turfan as an ethnic minority during the phases of [[Tang dynasty|Tang Chinese]] (7th–8th century) and [[Kingdom of Qocho|Uyghur rule]] (9th–13th century).<ref name="hansen 2012 p98" />]]
|2={{clade
When visiting [[Yuan-era]] [[Zhenjiang]], [[Jiangsu]], China during the late 13th century, the [[Venice|Venetian]] explorer and merchant [[Marco Polo]] noted that [[Europeans in Medieval China|a large number]] of [[Christian church]]es had been built there. His claim is confirmed by a Chinese text of the 14th century explaining how a Sogdian named Mar-Sargis from Samarkand founded six [[Church of the East in China|Nestorian Christian churches]] there, in addition to one in [[Hangzhou]] during the second half of the 13th century.<ref>Emmerick, R. E. (2003) "Iranian Settlement East of the Pamirs", in Ehsan Yarshater, ''The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods'', Cambridge: Cambridge University Press, pp 275.</ref> Nestorian Christianity had existed in China earlier during the Tang dynasty when a Persian monk named [[Alopen]] came to Chang'an in 653 to [[proselytize]], as described in a dual Chinese and [[Syriac language]] inscription from Chang'an (modern Xi'an), dated to the year 781.<ref>Emmerick, R. E. (2003) "Iranian Settlement East of the Pamirs", in Ehsan Yarshater, ''The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods'', Cambridge: Cambridge University Press, pp 274.</ref> Within the Syriac inscription is a list of priests and monks, one of whom is named Gabriel, the [[archdeacon]] of "Xumdan" and "Sarag", the Sogdian names for the Chinese capital cities [[Chang'an]] and [[Luoyang]], respectively.<ref>Emmerick, R. E. (2003) "Iranian Settlement East of the Pamirs", in Ehsan Yarshater, ''The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods'', Cambridge: Cambridge University Press, pp 274–5.</ref> In regards to textual material, the earliest Christian [[gospel]] texts [[Bible translations into Sogdian|translated into Sogdian]] coincide with the reign of the Sasanian Persian monarch [[Yazdegerd II]] (r. 438–457), and were translated from the ''[[Peshitta]]'', the standard version of the [[Bible]] in [[Syriac Christianity]].<ref>Dresden, Mark J. (2003), "Sogdian Language and Literature", in Ehsan Yarshater, ''The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods'', Cambridge: Cambridge University Press, pp 1225–1226, {{ISBN|0-521-24699-7}}.</ref>
|1=''U. undulatus''
|2={{clade
==Slave trade ==
|1=''U. parryii''
{{further|History of slavery in China|Iranians in China}}
|2={{clade
[[Slavery]] existed in China since ancient times, although during the Han dynasty the proportion of slaves to the overall population was roughly 1%,<ref>Hulsewé, A.F.P. (1986). "Ch'in and Han law", in The Cambridge History of China: Volume I: the Ch'in and Han Empires, 221 B.C. – A.D. 220, 520–544. Edited by Denis Twitchett and Michael Loewe. Cambridge: Cambridge University Press, pp 524–525, {{ISBN|0-521-24327-0}}.</ref> far lower than the estimate for the contemporary [[Greco-Roman world]] (estimated at 15% of [[Demography of the Roman Empire|the entire population]]).<ref>Hucker, Charles O. (1975). ''China's Imperial Past: An Introduction to Chinese History and Culture''. Stanford: Stanford University Press, p. 177, {{ISBN|0-8047-0887-8}}.</ref><ref>For specific figures in regards to percentage of the population being enslaved, see Frier, Bruce W. (2000). "Demography", in Alan K. Bowman, Peter Garnsey, and Dominic Rathbone (eds), ''The Cambridge Ancient History XI: The High Empire, A.D. 70–192''. Cambridge: Cambridge University Press, pp 827–54.</ref> During the Tang period, slaves were not allowed to marry a commoner's daughter, were not allowed to have sexual relations with any female member of their master's family, and although fornication with female slaves was forbidden in the [[Tang Code|Tang code of law]], it was widely practiced.<ref>Anders Hansson (1996), ''Chinese Outcasts: Discrimination and Emancipation in Late Imperial China'', Leiden, New York, Koln: E.J. Brill, pp 38–39, {{ISBN|90-04-10596-4}}.</ref> [[Manumission]] was also permitted when a slave woman gave birth to her master's son, which allowed for her elevation to the legal status of a commoner, yet she could only live as a [[concubine]] and not as the wife of her former master.<ref>Anders Hansson (1996), ''Chinese Outcasts: Discrimination and Emancipation in Late Imperial China'', Leiden, New York, Koln: E.J. Brill, p. 39, {{ISBN|90-04-10596-4}}.</ref>
|1=''U. elegans''
|2=''U. richardsonii'' }}
[[File:Contract written in Sogdian for the purchase of a slave in 639 CE, Astana Tomb No. 135.jpg|thumb|left|Contract written in Sogdian for the purchase of a slave in 639 CE, [[Astana Tomb]] No. 135.<ref>{{cite journal |last1=Pei |first1=Chengguo |title=The Silk Road and the Economy of Gaochang: Evidence on the Circulation of Silver Coins |journal=The Silk Road |date=2017 |volume=15 |page=40 |url=http://www.silkroadfoundation.org/newsletter/vol15/srjournal_v15.pdf |archive-url=https://web.archive.org/web/20210517030834/http://www.silkroadfoundation.org/newsletter/vol15/srjournal_v15.pdf |archive-date=17 May 2021 |url-status=live}}</ref>]]
|3=''U. parryii'' }} }} }} }} }} }} }} }} }} }}
Sogdian and Chinese merchants regularly traded in slaves in and around Turpan during the Tang dynasty. [[Turpan]] under [[Tang dynasty]] rule was a center of major commercial activity between Chinese and [[Sogdian people|Sogdian]] merchants. There were many inns in Turpan. Some provided Sogdian sex workers with an opportunity to service the [[Silk Road]] merchants, since the official histories report that there were markets in women at [[Kucha]] and [[Khotan]].<ref>Xin Tangshu 221a:6230. In addition, [[Susan Whitfield]] offers a fictionalized account of a Kuchean courtesan's experiences in the 9th century without providing any sources, although she has clearly drawn on the description of the prostitutes' quarter in [[Chang'an]] in Beilizhi; Whitfield, 1999, pp. 138–154.</ref> The Sogdian-language contract buried at the [[Astana Cemetery|Astana graveyard]] demonstrates that at least one Chinese man bought a Sogdian girl in 639 AD. One of the archaeologists who excavated the Astana site, Wu Zhen, contends that, although many households along the Silk Road bought individual slaves, as demonstrated in the earlier documents from Niya, the Turpan documents point to a massive escalation in the volume of the slave trade.<ref>Wu Zhen 2000 (p. 154 is a Chinese-language rendering based on Yoshida's Japanese translation of the Sogdian contract of 639).</ref> In 639 a female Sogdian slave was sold to a Chinese man, as recorded in an [[Astana]] cemetery legal document written in Sogdian.<ref name="Skaff2012">{{cite book|author=Jonathan Karam Skaff|title=Sui-Tang China and Its Turko-Mongol Neighbors: Culture, Power, and Connections, 580–800|url=https://books.google.com/books?id=qTm6Yka5GigC&pg=PA70|date=23 August 2012|publisher=OUP US|isbn=978-0-19-973413-9|pages=70–}}</ref> Khotan and [[Kucha]] were places where women were commonly sold, with ample evidence of the slave trade in Turfan thanks to contemporary textual sources that have survived.<ref name="TrombertVaissière2005">{{cite book|author1=Éric Trombert|author2=Étienne de La Vaissière|title=Les sogdiens en Chine|url=https://books.google.com/books?id=O44MAQAAMAAJ&q=slave|year=2005|publisher=École française d'Extrême-Orient|isbn=978-2-85539-653-8|page=299}}</ref><ref name="TrombertVaissière">{{cite web |url=http://history.yale.edu/sites/default/files/files/hansen-silk-road-trade.pdf |archive-url=https://web.archive.org/web/20131105062305/http://history.yale.edu/sites/default/files/files/hansen-silk-road-trade.pdf |archive-date=5 November 2013 |url-status=live |title=Les Sogdiens en Chine: The Impact of the Silk Road Trade on a Local Community: The Turfan Oasis, 500–800 |first=Valerie |last=Hansen|website=History.yale.edu|access-date=25 July 2017}}</ref> In [[Tang poetry]] Sogdian girls also frequently appear as [[waiting staff|serving maids]] in the taverns and inns of the capital Chang'an.<ref>Rong, Xinjiang, "New light on Sogdian Colonies along the Silk Road : Recent Archaeological Finds in Northern China (Lecture at the BBAW on 20 September 2001)", in ''Berichte und Abhandlungen'' (17 December 2009); 10, S., p. 150.</ref>
Sogdian slave girls and their Chinese male owners made up the majority of Sogdian female-Chinese male pairings, while free Sogdian women were the most common spouse of Sogdian men. A smaller number of Chinese women were paired with elite Sogdian men. Sogdian man-and-woman pairings made up eighteen out of twenty-one marriages according to existing documents.<ref name="TrombertVaissière" /><ref name="TrombertVaissière2005 2">{{cite book|author1=Éric Trombert|author2=Étienne de La Vaissière|title=Les sogdiens en Chine|url=https://books.google.com/books?id=O44MAQAAMAAJ&q=slave|year=2005|publisher=École française d'Extrême-Orient|isbn=978-2-85539-653-8|pages=300–301}}</ref>
A document dated 731 AD reveals that precisely forty [[Bolt (cloth)|bolts]] of silk were paid to a certain Mi Lushan, a slave dealing Sogdian, by a Chinese man named Tang Rong (唐榮) of Chang'an, for the purchase of an eleven-year-old girl. A person from Xizhou, a Tokharistani (i.e. Bactrian), and three Sogdians verified the sale of the girl.<ref name="TrombertVaissière" /><ref name="TrombertVaissière2005 3">{{cite book|author1=Éric Trombert|author2=Étienne de La Vaissière|title=Les sogdiens en Chine|url=https://books.google.com/books?id=O44MAQAAMAAJ&q=Mi+Lushan|year=2005|publisher=École française d'Extrême-Orient|isbn=978-2-85539-653-8|page=300}}</ref>
Central Asians like Sogdians were called "Hu" (胡) by the Chinese during the Tang dynasty. Central Asian "Hu" women were stereotyped as barmaids or dancers by Han in China. Han Chinese men engaged in mostly extra-marital sexual relationships with them as the "Hu" women in China mostly occupied positions where sexual services were sold to patrons like singers, maids, slaves and prostitutes.<ref>{{cite book |last= Abramson |first=Marc S. |series=Encounters with Asia|date= 2011 |title= Ethnic Identity in Tang China|url=https://books.google.com/books?id=-GLGnRspmcAC&dq=%22vast+numbers+of+non-Han+women+served+in+subordinate+positions%22&pg=PA20|___location= |publisher=University of Pennsylvania Press|page=20 |isbn=978-0812201017}}</ref><ref>{{cite book |last= Abramson |first=Marc S. |series=Encounters with Asia|date= 2011 |title= Ethnic Identity in Tang China|url=https://books.google.com/books?id=-GLGnRspmcAC&pg=PA202|___location= |publisher=University of Pennsylvania Press|page=202 |isbn=978-0812201017}}</ref><ref>{{cite book |last= Abramson |first=Marc S. |series=Encounters with Asia|author-link= |date= 2011 |title= Ethnic Identity in Tang China|url=https://books.google.com/books?id=-GLGnRspmcAC&dq=%22the+hu-chi,+mainly+Iranian+girls,+found+in+China+during+the+Tang+period%22&pg=PA235|___location= |publisher=University of Pennsylvania Press|page=235 |isbn=978-0812201017|quote=Katô Hakushi Kanreki Kinen Ronbunshû Kankôkai. 83–91. Tokyo: Fuzanbô. ———. 1948. Tôshi sôshô. Tokyo: Kaname Shohô. ———. 1961. “The hu-chi, mainly Iranian girls, found in China during the Tang period.}}</ref><ref>{{cite book |last= Light|first=Nathan |date= 1998|title= Slippery Paths: The Performance and Canonization of Turkic Literature and Uyghur Muqam Song in Islam and Modernity|url=https://books.google.com/books?id=mCRkAAAAMAAJ&q=%22the+hu-chi,+mainly+Iranian+girls,+found+in+China+during+the+Tang+period%22|___location= |publisher=Indiana University|page=303 |quote=... see Mikinosuke ISHIDA, " Etudes sino – iraniennes, I : A propos du Hou – siuan – wou, " AIRDTB, 6 ( 1932 ) 61–76, and " The Hu – chi, Mainly Iranian Girls, found in China during the Tang Period, " MRDTB, 20 ( 1961 ) 35–40 .}}</ref><ref>{{cite book |number=29 of Bibliographies and indexes in religious studies|last1= Israeli|first1=Raphael |last2= Gorman|first2=Lyn |date= 1994 |title=Islam in China: A Critical Bibliography|url=https://books.google.com/books?id=lLHgAAAAMAAJ&q=%22the+hu-chi,+mainly+Iranian+girls,+found+in+China+during+the+Tang+period%22|issn=0742-6836 |publisher=Greenwood Press|isbn=0313278571|page=153 |edition=illustrated, annotated|quote=... 1033 Chinese Mohammedans, " 9012 " How Can We Best Reach the Mohammedan Women ?, " 6025 " How Islam Entered China, " 1057 " The Hu - Chi, Mainly Iranian Girls Found in China during the Tang Period, " 2010 " The Hui and the ...}}</ref><ref>{{cite book|editor-last= Ling|editor-first1=Scott K. |date= 1975|title=近三十年中國文史哲論著書目: Studies on Chinese Philosophy, Religion, History, Geography, Biography, Art, and Language and Literature|url=https://books.google.com/books?id=QrlqXza9oKAC&dq=%22the+hu-chi,+mainly+Iranian+girls,+found+in+China+during+the+Tang+period%22&pg=PA209|publisher=Liberal Arts Press|isbn=9575475399|page=209 |edition=illustrated, annotated|quote=... 1033 Chinese Mohammedans, " 9012 " How Can We Best Reach the Mohammedan Women ?, " 6025 " How Islam Entered China, " 1057 " The Hu - Chi, Mainly Iranian Girls Found in China during the Tang Period, " 2010 " The Hui and the ...}}</ref> Southern [[Baiyue]] girls were exoticized in poems.<ref>{{cite book |last= 李 |first= 白|date= |title=全唐詩|url=https://zh.wikisource.org/wiki/%E5%85%A8%E5%94%90%E8%A9%A9/%E5%8D%B7184#%E8%B6%8A%E5%A5%B3%E8%A9%9E%E4%BA%94%E9%A6%96|___location= |publisher= |page= |chapter=卷184#越女詞五首 卷一百八十四}}</ref> Han men did not want to legally marry them unless they had no choice such as if they were on the frontier or in exile since the Han men would be socially disadvantaged and have to marry non-Han.<ref>{{cite book |last= Abramson |first=Marc S. |series=Encounters with Asia|author-link= |date= 2011 |title= Ethnic Identity in Tang China|url=https://books.google.com/books?id=-GLGnRspmcAC&dq=%22documented+cases+of+marriage+between+Han+men+and+non-Han+women+occurred+when+the+Han+men+were+in+socially+liminal+situations%22&pg=PA158 |___location= |publisher=University of Pennsylvania Press|page=158|isbn=978-0812201017}}</ref><ref>{{cite book |last= Abramson |first=Marc S. |series=Encounters with Asia|author-link= |date= 2011 |title= Ethnic Identity in Tang China|url=https://books.google.com/books?id=-GLGnRspmcAC&pg=PA218 |___location= |publisher=University of Pennsylvania Press|page=218|isbn=978-0812201017}}</ref><ref>{{cite book |last= 劉 |first= 昫|date= |title=舊唐書|url=https://zh.wikisource.org/wiki/%E8%88%8A%E5%94%90%E6%9B%B8/%E5%8D%B7193 |chapter=卷193 卷一百九十三}}</ref> The task of taking care of herd animals like sheep and cattle was given to "Hu" slaves in China.<ref>{{cite book |last= Abramson |first=Marc S. |series=Encounters with Asia|author-link= |date= 2011 |title= Ethnic Identity in Tang China|url=https://books.google.com/books?id=-GLGnRspmcAC&dq=%22presented+the+captured+women+and+livestock%22&pg=PA136 |___location= |publisher=University of Pennsylvania Press|pages=135, 136|isbn=978-0812201017}}</ref>
== Modern historiography ==
{{further|German Turfan expeditions|Albert von Le Coq}}
[[File:KhunakCoin.jpg|thumb|A minted [[Bukhar Khudahs|silver coin of Khunak]], king of [[Bukhara]], early 8th century, showing the [[Crown (headgear)|crowned]] king [[Obverse and reverse|on the obverse]], and a [[Fire temple|Zoroastrian fire altar]] on the reverse.]]
In 1916, the French [[Sinologist]] and historian [[Paul Pelliot]] used [[Dunhuang manuscripts|Tang Chinese manuscripts]] excavated from Dunhuang, Gansu to identify an ancient Sogdian colony south of [[Lop Nur]] in Xinjiang (Northwest China), which he argued was the base for the [[spread of Buddhism]] and Nestorian Christianity in China.<ref name="rong 2009 p148">Rong, Xinjiang, "New light on Sogdian Colonies along the Silk Road : Recent Archaeological Finds in Northern China (Lecture at the BBAW on 20 September 2001)", in ''Berichte und Abhandlungen'' (17 December 2009); 10, S., p. 148.</ref> In 1926, Japanese scholar Kuwabara compiled evidence for Sogdians in Chinese historical sources, and by 1933, Chinese historian Xiang Da published his ''Tang Chang'an and Central Asian Culture'', detailing the Sogdian influence on Chinese social religious life in the [[History of Xi'an|Tang-era Chinese capital city]].<ref name="rong 2009 p148" />
The Canadian Sinologist [[Edwin G. Pulleyblank]] published an article in 1952, demonstrating the presence of a Sogdian colony founded in Six Hu Prefectures of the [[Ordos Loop]] during the Chinese Tang period, composed of Sogdians and Turkic peoples who migrated from the [[Mongolian steppe]].<ref name="rong 2009 p148" /> The Japanese historian Ikeda on wrote an article in 1965, outlining the history of the Sogdians inhabiting Dunhuang from the beginning of the 7th century, analyzing lists of their [[Chinese surname|Sinicized names]] and the role of Zoroastrianism and Buddhism in their religious life.<ref>Rong, Xinjiang, "New light on Sogdian Colonies along the Silk Road : Recent Archaeological Finds in Northern China (Lecture at the BBAW on 20 September 2001)", in ''Berichte und Abhandlungen'' (17 December 2009); 10, S., pp 148–9.</ref> Yoshida Yutaka and Kageyama Etsuko, Japanese [[ethnographer]]s and [[linguist]]s of the Sogdian language, were able to reconstruct Sogdian names from forty-five different Chinese [[transliteration]]s, noting that these were common in Turfan whereas Sogdians living closer to the center of Chinese civilization for generations adopted traditional [[Chinese name]]s.<ref name="hansen 2012 p98" />
== Notable people ==
* [[Amoghavajra]], prolific translator and one of the most politically powerful Buddhist monks of Chinese history, of Sogdian descent through his mother<ref name="Lehnert">
{{Cite book
|last = Lehnert
|first = Martin
|year = 2010
|title = Esoteric Buddhism and the Tantras in East Asia
|publisher = Brill
|page = 351
|isbn=978-90-04-20401-0
|url = https://brill.com/abstract/book/edcoll/9789004204010/Bej.9789004184916.i-1200_033.xml
}}
</ref><ref name="Yang">
{{Cite thesis
|last = Yang
|first = Zeng
|year = 2010
|title = A Biographical Study on Bukong 不空 (aka. Amoghavajra, 705–774) : Networks, Institutions, and Identities
|publisher = University of British Columbia
|page = 23
|doi = 10.14288/1.0363332
|url = https://open.library.ubc.ca/cIRcle/collections/ubctheses/24/items/1.0363332
}}
</ref>
* [[An Lushan]] (安祿山),<ref name="howard 2012 p135" /> a military leader of Sogdian (from his father's side) and [[Gökturks|Tūjué]] origin during the [[Tang dynasty]] in China; he rose to prominence by fighting (and losing) frontier wars between 741 and 755. Later, he precipitated the catastrophic [[An Lushan Rebellion]], which lasted from 755 to 763 and led to the decline of the Tang dynasty
* [[An Qingxu]] (安慶緒), son of [[An Lushan]]
* [[An Chonghui]] (安重誨), a minister of China's [[Later Tang]]
* [[An Congjin]] (安從進), a general of Later Tang and China's [[Later Jin (Five Dynasties)]]
[[File:Sogdian musicians on the tomb of Wirkak.jpg|thumb|Sogdian musicians and attendants on the [[tomb of Wirkak]], 580 AD.]]
* [[An Chongrong]] (安重榮), a general of China's Later Jin (Five Dynasties)
* [[Apama]],<ref name="magill et al 1998 p1010" /> daughter of [[Spitamenes]] (see below) and wife of [[Seleucus I Nicator]], founder of the [[Seleucid Empire]]
* [[Azanes (general)|Azanes]],<ref name="dresden 2003 p1216">Mark J. Dresden (2003), "Sogdian Language and Literature", in Ehsan Yarshater, ''The Cambridge History of Iran, Vol III: The Seleucid, Parthian, and Sasanian Periods'', Cambridge: Cambridge University Press, p. 1216, {{ISBN|0-521-24699-7}}.</ref> son of Artaios, who led a contingent of Sogdian troops in the [[Persian army]] of [[Xerxes I]] during the [[Second Persian invasion of Greece]] in 480 BC
* [[Divashtich]],<ref>{{cite book |last1=Vohidov |first1=Rahim |last2=Eshonqulov |first2=Husniddin |date=2006 |title=O'zbek Mumtoz Adabiyoti Tarixi (Eng qadimgi davrlardan XVI asr oxirigacha)|url=http://n.ziyouz.com/books/kollej_va_otm_darsliklari/ona-tili_va_adabiyot/O'zbek%20mumtoz%20adabiyoti%20tarixi%20(Rahim%20Vohidov,%20Husniddin%20Eshonqulov).pdf |publisher=O'zbekiston Respublikasi Oliy Va O'rta Maxsus Ta'lim Vazirligi |chapter=III-BOB X X II ASRLAR O'ZBEK ADABIYOTI 3 .1 . X -X II asrlardagi madaniy hayot|page=52 }}</ref> 8th-century ruler of [[Panjakent]]
* [[Fazang]],<ref name="Gernet1996 2">{{cite book|author=Jacques Gernet|title=A History of Chinese Civilization|url=https://archive.org/details/historyofchinese00gern|url-access=registration|date=31 May 1996|publisher=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-49781-7|pages=[https://archive.org/details/historyofchinese00gern/page/278 278]–}}</ref> Buddhist monk and influent philosopher of the 7th century, considered the founder of the [[Huayan school]]
* [[Gurak]],<ref name="litvinski et al 1999 p459" /> 8th-century ruler of [[Samarkand]]
* [[Kang Senghui]] (康僧會),<ref name="Nguyen2008">{{cite book|author=Tai Thu Nguyen|title=The History of Buddhism in Vietnam|url=https://books.google.com/books?id=tUN8tC0ftJcC&pg=PA36|year=2008|publisher=CRVP|isbn=978-1-56518-098-7|pages=36–}}</ref> Buddhist monk of the 3rd century who lived in [[Jiaozhi]] (modern-day [[Vietnam]]) during the [[Three Kingdoms]] period
* Kang Jing (康景)? – a possible Sogdian who worked at the [[Ming dynasty]] Mansion of the Prince of Qin ([[w:zh:明朝藩王列表 (秦王系)|明朝藩王列表 (秦王系)]]) as a servant<ref>{{cite book |last=Chen (陈) |first=Boyi (博翼) |date=2011 |chapter=10 跋《明秦府承奉正康公墓志铭》"A Sogdian Descendant?—Study of the Epitaph of Kang Jing: The Man Who Served at Ming Prince Qin's Mansion"|title=Collected Studies on Ming History 明史研究论丛 |url=https://www.academia.edu/18786949 |volume=9|publisher=China Academic Journal Electronic Publishing House |pages=283–297 }}</ref><ref name="中國文物硏究所">{{cite book|author=中國文物硏究所|title=新中國出土墓誌: 陜西 (no.1-2)|year=1994|url=https://books.google.com/books?id=LS8aAQAAMAAJ&q=%E6%98%8E%E7%A7%A6%E5%BA%9C%E6%89%BF%E5%A5%89%E6%AD%A3%E5%BA%B7%E5%85%AC%E5%A2%93%E5%BF%97%E9%93%AD|publisher=文物出版社|isbn=978-7-5010-0662-5}}</ref>
* [[Khaydhar ibn Kawus al-Afshin]],<ref name="RaffatʻAlavī1985">{{cite book|author1=Donné Raffat|author2=Buzurg ʻAlavī|title=The Prison Papers of Bozorg Alavi: A Literary Odyssey|url=https://books.google.com/books?id=mhmwnM9o6i4C&pg=PA85|year=1985|publisher=Syracuse University Press|isbn=978-0-8156-0195-1|pages=85–}}</ref> a general of the [[Abbasid caliphate]] and a [[vassal]] of the Abbasids as the prince of [[Osrushana]] during the 9th century
* [[Kaydar Nasr ibn 'Abdallah]],<ref>[[Ibn Taghribirdi]], Jamal al-Din Abu al-Mahasin Yusuf (1930), ''Nujum al-zahira fi muluk Misr wa'l-Qahira, Volume II'', Cairo: Dar al-Kutub al-Misriyya, p. 218.</ref> Abbasid governor of [[Egypt in the Middle Ages|Egypt]] during the 9th century
* [[Li Baoyu]] (李抱玉),<ref name="howard 2012 p135" /> formerly known as An Chongzhang (安重璋) and [[Chinese nobility|ennobled]] as Duke Zhaowu of [[Western Liang (Sixteen Kingdoms)|Liang]] (涼昭武公), a general of the Chinese Tang dynasty who fought against the rebellion of [[An Lushan]] and the [[Tibetan Empire]]
* [[Mi Fu]] (米芾),<ref name="kai">{{cite book|author=Kaikodo (Gallery : New York, N.Y.), Sarah Handler|url=https://books.google.com/books?id=wQpJAQAAIAAJ|title=懐古堂|pages=74|publisher=[[LIT Verlag|LIT]]|year=1999|isbn=978-962-7956-20-4|quote=Mi Fu (1052-1107), a Northerner by birth (and of Sogdian heritage) developed a passionate attachment to [...]}}</ref> painter, poet, and calligrapher of the [[Song dynasty]]
* [[Malik ibn Kaydar]],<ref>Gordon, Matthew S. (2001), ''The Breaking of a Thousand Swords: A History of the Turkish Military of Samarra (A.H. 200-275/815-889 C.E.)'', Albany, NY: State University of New York Press, p. 77, {{ISBN|0-7914-4795-2}}.</ref> a 9th-century general of the Abbasid caliphate
* [[Muzaffar ibn Kaydar]], son of Kaydar Nasr ibn 'Abdallah (see above), and yet another Abbasid governor of Egypt during the 9th century
* [[Oxyartes]],<ref name="ahmed 2004 p61" /><ref name="livius roxane" /><ref name="strachan 2008 p87" /> Sogdian warlord from [[Bactria]], follower of [[Bessus]], and father of [[Roxana]], the wife of [[Alexander the Great]]
* [[Roxana]],<ref name="ahmed 2004 p61" /><ref name="livius roxane" /><ref name="strachan 2008 p87" /><ref>Carlos Ramirez-Faria (2007), ''Concise Encyclopedia of World History'', New Delhi: Atlantic Publishers & Distributors, p. 450, {{ISBN|81-269-0775-4}}.</ref> the primary wife of Alexander the Great during the 4th century BC
* [[Shi Jingtang]] (石敬瑭),<ref>{{cite thesis|type= PhD|last= Barenghi|first= Maddalena|title= Historiography and Narratives of the Later Tang (923–936) and Later Jin (936–947) Dynasties in Tenth- to Eleventh century Sources|date= 2014|url= https://edoc.ub.uni-muenchen.de/20635/|page= 3-4}}</ref> Emperor of China, [[temple name]] Gaozu (高祖)
* [[Spitamenes]],<ref name="holt 1989 pp64-65" /> a Sogdian warlord who led an uprising against Alexander the Great in the late 4th century BC
* [[Tarkhun]],<ref name="litvinski et al 1999 p459" /> 8th-century ruler of Samarkand
* [[Abu'l-Saj Devdad]], emir and official of the Abbasid caliphate and ancestor of the [[Sajid dynasty]]<ref>Clifford Edmund Bosworth, The New Islamic Dynasties: A Chronological and Genealogical Manual, Columbia University, 1996. pg 147: "The Sajids were a line of caliphal governors in north-western Persia, the family of a commander in the 'Abbasid service of Soghdian descent which became culturally Arabised."</ref>
*[[Muhammad al-Bukhari]], Hadith composer and Islamic scholar, writer of [[Sahih al-Bukhari|''Salih Al-Bukhari'']].<ref>{{Cite book |last=Latham |first=John Derek |title=A Guide to Eastern Literatures |publisher=C. Tinling & Co |year=1971 |isbn=0297002740 |editor-last=Lang |editor-first=David Marshall |___location=London |pages=33 |language=en |chapter=Arabic Literature}}</ref>
==Human interactions==
== Diaspora areas ==
[[File:George Ord, in Rhoads reprint.jpg|thumb|left|upright|Ornithologist [[George Ord]] published the first scientific description of the Columbia ground squirrel]]
* A community of merchant Sogdians resided in [[Northern Qi]] era [[Ye (ancient China)|Ye]].<ref name="Gernet1996 3">{{cite book|author=Jacques Gernet|title=A History of Chinese Civilization|url=https://archive.org/details/historyofchinese00gern|url-access=registration|date=31 May 1996|publisher=Cambridge University Press|isbn=978-0-521-49781-7|pages=[https://archive.org/details/historyofchinese00gern/page/193 193]–}}</ref>
With the advent of intensive agricultural practices in their range, Columbian ground squirrels came to be seen as pests, negatively impacting harvests of wheat and other crops. In 1910, the Washington Agricultural Experiment Station began a comprehensive study in a ___location known as ''the Citellary'' (named after the contemporary genus name of the animal ''Citellus''). ''The Citellary'' was composed of yards that enclosed natural squirrel dens and was 50 by 90 feet, surrounded by a fence. Associated cabins were used for the study of brooding and hibernating animals. This provided conditions to closely observe them in a near natural setting.{{sfn|Shaw|1918}}
* A community of Sogdians existed in [[Jicheng (Beijing)]] since at least the time of the [[Tang dynasty]]. They were targeted for slaughter by the Tang government during the [[An Lushan rebellion]].<ref>{{cite journal |last1=Hansen |first1=Valerie |date=2003 |title=New Work on the Sogdians, the Most Important Traders on the Silk Road, A.D. 500–1000 |jstor=4528925|journal=T'oung Pao |volume=89 |issue=1/3 |pages=158 |doi= 10.1163/156853203322691347}}</ref><ref>{{cite book |last1=Hansen |first1=Valerie |title=The Silk Road: A New History |date=2015 |publisher=Oxford University Press |isbn=978-0-19-021842-3 |pages=157–158 |edition=illustrated, reprint |chapter-url=https://books.google.com/books?id=FDdRDAAAQBAJ&pg=PA157 |chapter=CHAPTER 5 The Cosmopolitan Terminus of the Silk Road}}</ref>
* [[Zoroastrianism in Sichuan#Sogdians|Sogdians in Yizhou (Sichuan)]]
* Turkic Khaganate era [[Inner Mongolia]].<ref>{{cite journal|author=Pulleyblank, Edwin G.|title=A Sogdian Colony in Inner Mongolia. |journal=T'oung Pao |series=Second Series|volume=41|year=1952|issue=4/5 |pages=317–56|doi=10.1163/156853252X00094 |jstor=4527336}}</ref>
===Conservation status===
== See also ==
The [[IUCN]] lists the Columbian ground squirrel as a species of [[least concern]]. The reason for this listing is that the animal is widespread and common in its range and no major threats to the survival of the species are identified. Population trends are listed as stable.<!-- this section all same ref -->{{sfn|''IUCN Red List''|2016}} Similarly, the state of [[Montana]], considers Columbian ground squirrels an important part of the state's ecosystem, noting that the animals are abundant with a wide spread distribution and are not vulnerable through most of their range.<ref name="Montana Field Guide">{{cite web|title=Columbian Ground Squirrel – ''Urocitellus columbianus''|url=http://FieldGuide.mt.gov/speciesDetail.aspx?elcode=AMAFB05070|website=Montana Field Guide|publisher=Montana Natural Heritage Program and Montana Fish, Wildlife and Parks|access-date=5 March 2015}}</ref>
{{Ancient history}}
{{Clear}}
* [[Ancient Iranian peoples]]
* [[Buddhism in Afghanistan]]
* [[Buddhism in Khotan]]
* [[Étienne de La Vaissière]]
* [[History of Central Asia]]
* [[Huteng]]
* [[Iranian languages]]
* [[Kangju]]
* [[List of ancient Iranian peoples]]
* [[Margiana]]
* [[Philip (satrap)]]
* [[Poykent]]
* ''[[Sogdian Daēnās]]''
* [[Sughd Province]]
* [[Tajiks]]
* [[Tomb of Wirkak]]
* [[Tomb of Yu Hong]]
* [[Tocharians]]
* [[Yaghnobi people]]
* [[Yagnob Valley]]
* [[Yazid ibn al-Muhallab]]
== References ==
'''Footnotes:'''
=== Citations ===
{{reflistReflist|30em}}
=== '''Sources ===:'''
{{sfn whitelist|CITEREFThoringtonHoffman2005}}
{{refbegin}}
{{Refbegin}}
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* {{cite journal|last1=Svihla|first1=Arthur|title=Occurrence of a colony of albino ground squirrels near Pullman, Wash.|journal=The Murrelet|date=September 1933|volume=14|issue=3|page=78|jstor=3535311}}
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