Mario Giaccone: differenze tra le versioni
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|Epoca = XX
|Epoca2 = XXI
|Attività = ex ciclista▼
▲|Attività = ciclista
|Attività2 = dirigente sportivo
|Attività3 =
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|Cittadinanza =
|PostNazionalità =
|FineIncipit =
|Didascalia2 =
|DimImmagine =
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In un'intervista del 2014 ha raccontato di esser sempre stato innamorato dalla bicicletta, quasi ossessionato, al punto di allenarsi alle 3 del mattino, pedalando sulle strade del [[Lago Maggiore]] dove transitavano i camion, che seguiva perché illuminavano il percorso<ref name=LaStampa20141029 />. Più precisamente, il suo allenamento prevedeva due volte a settimana la sveglia alle 3 del mattino, mentre nei restanti giorni di allenamento in distensione si alzava all'alba. L'attività proseguiva dunque fino alle 8<ref name=LAzione19701205 />. Memore di tutto ciò, si dice convinto che solo chi ha praticato il ciclismo può capire la vita del corridore<ref name=LaStampa20141029 />.
Ha sempre affrontato le corse in modo combattivo e spericolato, rimediando numerose cadute e fratture<ref name=LaStampa20141029
Diversi giornalisti della stampa nazionale gli dedicarono interventi: Gino Sala ([[l'Unità]]) lo descrisse combattivo e aggressivo<ref name=Sala19670902 />; Nino Rota ([[La Gazzetta dello Sport]]) gli attribuì una discreta personalità che in gara attirava l'antipatia di numerosi avversari, assieme a notevole furbizia e intelligenza; Gino Ardemagni ([[Tuttosport]]) confermò l'impressione di furbizia e scaltrezza, assieme a un deciso ''piglio bersaglieresco''<ref name=LAzione19680610 />.
Nei primi tempi correva impetuosamente, guidato soprattutto dall'istinto e dal temperamento impulsivo, giocando ogni volta il tutto e per tutto, giungendo sovente esausto al finale. Col tempo, tuttavia, maturò un approccio più ragionato alle competizioni: essendosi affermato come corridore e sottoposto di conseguenza a marcamenti più stretti, iniziò a pianificare lo svolgimento delle gare e il relativo dispendio di energie<ref name=LAzione19701205 /><ref name=LAzione19680610 />.▼
▲Nei primi tempi correva impetuosamente, guidato soprattutto dall'istinto e dal temperamento impulsivo, giocando ogni volta il tutto e per tutto, giungendo sovente esausto al finale e mancando quindi della necessaria convinzione in volata. Col tempo, tuttavia, maturò un approccio più ragionato alle competizioni: essendosi affermato come corridore e sottoposto di conseguenza a marcamenti più stretti, iniziò a pianificare lo svolgimento delle gare e il relativo dispendio di energie<ref name=LAzione19701205 /><ref name=LAzione19680610 />.
Relativamente al [[doping]] ha espresso un'opinione netta: chi ne fa uso merita la [[squalifica]] a vita<ref name=LaStampa20141029 />.
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|collegamento_onorificenza=Stella al merito sportivo
|motivazione=
|data=2019<ref>{{cita news | accesso = 3 giugno 2025 | data = 26 agosto 2019 | rivista = Corriere di Novara | p = 30 | url = https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3865462;1 | città = Novara | titolo = Il Coni premia lo sport novarese | autore = [[Attilio Mercalli]]}}</ref>
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