Colombano di Bobbio: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua||San Colombano (disambigua)|San Colombano}}
{{Santo
|nome= San Colombano
|immagine= SaintColumbanusSan Colombano.jpg
|didascalia= Vetrata della cripta dell'abbazia di Bobbio
|note= Abate
|nato= [[Monte Leinster]], [[540]] ca.circa
|morto= [[Bobbio]], 23 novembre]] [[615]]
|venerato da= ChiesaTutte cattolica,le Chiese ortodosseche ammettono il culto dei santi
|beatificazione= [[627]]
|canonizzazione= [[23 novembre]] [[642]]
|santuario principale=[[Abbazia di San Colombano (Bobbio)|Abbaziaabbazia di San Colombano]]
|ricorrenza= [[23 novembre]] in [[Italia]]; ([[21 novembre|21]] e [[24 novembre]] in [[Irlanda]])
|patrono di= [[Motociclismo|motociclisti]],<br />[[Bobbio]],<br />[[Luxeuil-les-Bains]] (Francia)<br />e altre località italiane, europee ed internazionali (vedi [[#Patronati|Patronati]] e [[Chiesa di San Colombano]])
|attributi= Indossante una tonaca monastica di lana bianca con il sole giallo e con un libro in mano ed il bastone monastico in mezzo a lupi e agli orsi.
|patrono di= [[Bobbio]]
}}
 
{{Bio
|Titolo = '''San'''
|Nome = Colombano
|Cognome =
|PreData = in [[Lingua irlandese|irlandese]]: ''Colum Bán'', «Colomba bianca»; latino: ''Columbanus''
|PostCognome = detto '''San Colombano di Luxeuil''' o '''San Colombano di Bobbio''' (''San Culombàn Abè'' in dialetto bobbiese), o San Columba il Vecchio, o ''Colum'' in gaelico.
|Sesso = M
|LuogoNascita = NavanMonte Leinster
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[540]] circa
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|GiornoMeseMorte = 23 novembre
|AnnoMorte = 615
|Attività = abate
|Epoca = 500
|Epoca2 = 600
|Attività = missionarioabate
|Attività2 = scrittoremonaco cristiano
|Attività3 = missionario
|Nazionalità = irlandese
|FineIncipit = è stato un [[monachesimo|monaco]] missionario ed evangelizzatore [[Cristianesimo celtico|celtico]], uomo di azione ed abile diplomatico, noto per aver fondato da [[abate]] numerosi monasteri e chiese in [[Europa]]. È venerato come [[santo]] dalla [[Cristianesimo celtico|Chiesa celtica]], dalla [[Chiesa romana]], dalle [[Chiesa ortodossa|Chiese ortodosse]] e dalla [[Comunione anglicana]]
|PostNazionalità = , noto per aver fondato numerosi monasteri in tutta [[Europa]] e convertendone i pagani
}}
 
È conosciuto anche con altri nomi, impropri e più rari, quali ''san Colombano di Luxeuil'' (in [[Francia]]) o ''san Columba il Vecchio'' o ''san Collin'' in certe zone irlandesi.
È venerato come [[santo]] dalla [[Chiesa cattolica]] che ne celebra la memoria il 23 novembre.
 
Tramite le sue numerose fondazioni contribuì alla diffusione in [[Europa]] del [[monachesimo celtico]]. Diffuse, con il ''Paenitentiale'', l'uso della confessione privata in sostituzione di quella pubblica per il [[Penitenza (sacramento)|sacramento della penitenza]].
San Colombano può essere a buon diritto definito uno dei fondatori del [[monachesimo]] occidentale. Questo non solo per i suoi viaggi, le sue peregrinazioni, le sue fondazioni e le sue iniziative anche culturali, ma fondamentalmente per il suo carattere ed il suo carisma fuori dal comune.
 
== Biografia ==
Verso la fine del VI secolo [[Adalbert de Vogüé]] scrisse: '' un soffio potente venuto dall'Irlanda, passò sulla Gallia merovingia, dopo avervi turbinato per una ventina d'anni, si allontanò verso est, passò le Alpi e discese sull'Italia. Questo ciclone, che scosse molte cose nella Chiesa e nella società, è quello del monaco Colombano. ''
Colombano nacque attorno al [[540]] all'ombra del [[Monte Leinster]]<ref>{{Cita web |url=https://www.thecolumbanway.eu/it/il-patrimonio/la-storia/ |titolo=La soria di Colombano sul portale thecolumbanway.eu |accesso=20 novembre 2020 |dataarchivio=29 dicembre 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201229193647/https://www.thecolumbanway.eu/it/il-patrimonio/la-storia/ |urlmorto=sì }}</ref>, nel [[Regno di Leinster]], oggi tra le contee di [[Contea di Wexford (Irlanda)|Wexford]] e [[Contea di Carlow|Carlow]] del [[Leinster]] ([[Irlanda]] centro-orientale).
Secondo la [[leggenda agiografica]] della sua vita, la madre, in attesa della sua nascita, avrebbe visto un sole uscire dal suo seno per recare al mondo una grande luce.
 
=== Formazione e scelta monastica in Irlanda ===
[[Giona (di Bobbio)|Giona]] monaco ''colombaniano'' venuto a Bobbio dalla Val Susa ne scrive la biografia a partire dal [[639]], unica nel suo genere e di cui tutti gli storici ne hanno tratto
Colombano andò a scuola presso un maestro laico (''fer-lèighin''), apprendendo a leggere e a scrivere con notevole impegno, applicandosi alle arti liberali delle lettere, agli studi grammaticali, alla [[retorica]], alla geometria e a tutte le [[Sacre scritture]]. Come gli altri giovani si occupava inoltre dei lavori della famiglia (allevamento del bestiame, conciatura delle pelli, caccia e pesca) e apprese anche a cavalcare e ad usare l'arco e la spada.
e tradotto la vita del Santo irlandese.
 
Mentre la famiglia ed il [[clan]] prospettavano per lui un futuro radioso, egli pensieroso e titubante cercò una fuga dalle lusinghe del mondo pur rimanendo in famiglia nel villaggio. L'incontro nella foresta con una donna pellegrina consacrata a Dio fu rivelatore, ella riconobbe in lui la vocazione e la preparazione evangelica missionaria e gli rivelò che per il suo futuro doveva lasciare la famiglia e la terra natale per farsi ''pellegrino di Cristo''.
Fondatore della regola e della comunità dei monaci ''colombaniani'' sciolta dal papa [[Niccolò V]] il [[30 settembre]] del [[1448]], che era dedita allo studio ed allo ''scriptorium'' di Bobbio, come abili miniatori e scrittori, diffondendo la cultura libera le scienze e le arti in tutta l'Europa, grazie alla rete dei molti monasteri colombaniani collegati da numerose vie, tra le quali la futura [[Via Francigena]], seguite da studiosi e pellegrini, ma anche della futura [[Via degli Abati]].
 
A quindici anni quindi decise di farsi monaco, nonostante l'opposizione della madre, lasciando amici e compagni ed il clan. La madre, spinta dal dolore e dalla disperazione materna, nell'ultimo addio cercò di fermargli il passo davanti alla soglia di casa, urlando e gettandosi sul pavimento, ma egli rispose con un passo del [[Vangelo]]: ''chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me'', quindi oltrepassò la soglia e la madre salutandola per l'ultima volta.
Successivamente venne anche fatto passare per abate e monaco ''benedettino'' vestendolo con abiti scuri e caratteristici.
 
Questo accadimento segnò Colombano molto più di quel che si pensi, infatti ogni volta che finalmente dopo tanta fatica, sacrificio e dedizione poteva ritagliarsi un momento di pace e tranquillità in un posto che poteva chiamarsi ''casa'', ecco che il fuoco e l'ardore missionario della ''peregrinatio'' si facevano più forti e quindi inesorabile ed inarrestabile la ripresa del cammino errante da pellegrino con una nuova meta ed una nuova avventura.
É in attesa di essere riconosciuto come per [[San Benedetto]] il titolo di Patrono d'Europa.
 
=== Perfezionamento a Cluane Inis e Vita monastica nel Monastero di Bangor ===
É anche patrono dei motociclisti.
[[File:Lower lough erne.jpg|miniatura|upright=1.2|destra|Panoramica del Lough Erne]]
Si recò al monastero di [[Cleenish Island]] (''Cluane Inis'', in gaelico - Cleenish Island, Upper Lough Erne, Co. [[Fermanagh]]<ref>{{Cita web |url=http://columbanus2015.eu/2013/09/09/cleenish-island-archaeological-field-school-25th-sept-to-5th-oct-2013/ |titolo=Scavi a Cleenish Island su columbanus2015.eu |accesso=12 febbraio 2015 |dataarchivio=12 febbraio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150212191612/http://columbanus2015.eu/2013/09/09/cleenish-island-archaeological-field-school-25th-sept-to-5th-oct-2013/ |urlmorto=sì }}</ref>), sull'isola di [[Cleenishmeen Island]] dei laghi [[Lough Erne]] (il monastero di Cleenish in seguito venne ricostruito a [[Bellanaleck]], cui rimangono i resti e la chiesa), dove venne accolto dall'abate ''[[Sinneill]]'', che aveva studiato nell'[[Abbazia di Clonard]] con [[Columba di Iona]] (''Columcille''). Qui Colombano perfezionò le [[Sacre Scritture]] e apprese il [[Lingua latina|latino]].
 
Terminati gli studi si trasferì presso l'[[abbazia di Bangor]] ([[Irlanda del Nord]]), dove sotto la guida dell'abate [[San Comgall|Comgall]] si praticava una stretta disciplina ascetica e la mortificazione corporale. Qui entrando nella comunità monastica si dedicò completamente alla preghiera fino agli estremi della mortificazione corporale. Oltre alla preghiera il lavoro e soprattutto lo studio anche applicato ai numerosi [[Codice (filologia)|codici]] e [[pergamena|pergamene]].
==Biografia==
[[File:Bangabby2.jpg|miniatura|upright=1.2|destra|Il monastero di Bangor]]
Bangor era una cittadella monastica che nel massimo splendore arrivò ad accogliere fino a tremila monaci. Caratteristica la veste bianca, che li rendeva sia simili ai monaci orientali ma anche agli antichi [[druido|druidi]], rimarcando agli occhi dei [[Celti]] il carattere di sacralità di questi uomini.
Dopo aver trascorso molti anni nel monastero rivelò all'abate il desiderio di intraprendere la vita missionaria e di lasciare il monastero e la terra irlandese. Dopo molte insistenze e dopo molto tempo riuscì a convincere l'abate Comgall, egli ormai venerando già prospettava di lasciare il monastero nelle mani capaci e sapienti di Colombano, ma di fronte a tale vocazione e ardore missionario si arrese, radunando l'intera comunità dei monaci nella preghiera e formando assieme a lui un gruppo di giovani monaci che lo avrebbero accompagnato nella sua missione.
 
Inizia quindi da Bangor per Colombano, secondo la tradizione monastica irlandese, la ''peregrinatio pro Domino'', partendo da pellegrino missionario per fondare altri nuclei religiosi e monasteri, evangelizzando e diffondendo la fede cristiana e la cultura.
===Il monachesimo celtico===
San Colombano e la sua terra d'origine, l'Irlanda, sono un tutt'uno e per capire i tratti fondamentali della vita e dell'opera di questo monaco dal carattere d'acciaio, non si può prescindere dal contesto in cui si sono formate la sua cultura e la sua spiritualità.
 
=== Colombano con dodici compagni lascia l'Irlanda ===
L'evangelizzazione dell'Irlanda (detta ''Hibernia'', terra d'inverno, ma anche chiamata l'isola di smeraldo) fu complessa e di lunga durata, il primo tentativo lo si deve al vescovo Palladio, ma non fu molto fruttuoso, ma preparativa alla successiva missione di [[San Patrizio]] che si rivelò un grande successo, anche se combattuta contro numerose eresie ed antichi culti pagani e druidici che sopravvivevano tra la popolazione.
Partì da [[Bangor (Irlanda del Nord)|Bangor]] verso il [[590]], all'età di 50 anni, imbarcandosi con 12 monaci suoi compagni del [[monastero di Bangor]]: Gall ([[San Gallo (monaco)|san Gallo]]), Autierne, Cominin, Eunoch, Eogain, Potentino, Colum (Colomba il giovane), Deslo ([[Deicolo di Lure|Deicolo]]), Luan, Aide, Léobard, e Caldwald.
 
Visitò l'[[isola di Man]] e la piccola [[isola di San Patrizio]].
Il risultato di maggior successo fu la creazione di numerosi monasteri, che operavano come roccaforti dell'ortodossia e servivano per diffondere il cristianesimo nelle terre circostanti.
Sbarcato quindi in [[Cornovaglia]], visitò il monastero di [[Bodmin|Bodmin Moor]] fondato da [[san Guron]] (o ''Goronus''). Percorrendo l'antica strada romana che collegava [[Padstow (Cornovaglia settentrionale)|Padstow]] con [[Fowey (città)|Fowey]] e [[Lostwithiel]], visitò anche il monastero di [[Tintagel]] e arrivò a [[Plymouth]], da dove si imbarcò nuovamente per le [[Gallie]]. I due villaggi di Saint-Colomb-Major e Saint-Colomb-Minor di [[Newquay]] testimoniano questo passaggio.
 
=== Arrivo in Francia, i monasteri in Borgogna e l'abbazia di Luxeuil ===
Altri seguirono il suo esempio, come [[Sant'Enda]] che costruì l'abbazia di Killeany, [[San Finnian di Clonard|San Finniano]] che fondò un monastero a Clonard, l'abate [[Comgall]] che diede origine al monastero di [[Bangor]], dove Colombano si formò, ma anche di [[San Columba di Iona|San Colomba]] e [[San Brendano]] vissuti in quegli stessi anni.
[[File:Saint-Coulomb - Croix des Courtils 01.jpg|miniatura|upright=0.5|sinistra|La grande croce medievale sulla spiaggia di [[Saint-Coulomb]]]]
[[File:AnnegrayRuines.jpg|miniatura|upright=1.0|destra|Le rovine del monastero di Annegray]]
[[File:2020-08 - Monastère de Luxeuil - 06.jpg|miniatura|upright=1.3|destra|L'[[Abbazia di Luxeuil]]]]
[[File:StColombanGrotte1.jpg|miniatura|upright=0.6|sinistra|La Grotta e la Chiesetta di San Colombano a [[Sainte-Marie-en-Chanois]]]]
[[File:2016-10 - Fontaine-lès-Luxeuil - 27.jpg|miniatura|upright=0.6|La chiesa di San Pancrazio, già monastero di [[Fontaine-lès-Luxeuil|Fontaine]]]]
Colombano sbarca sul continente in [[Gallia]], approdando nell'antica [[Armorica]], odierna [[Bretagna]] nella [[Francia]] [[merovingi]]a nei pressi di [[Saint-Malo]] e di [[Mont-Saint-Michel]], presso la spiaggia di Guesclin di [[Saint-Coulomb]], nel luogo dove in seguito venne posta una grande croce. Si recò quindi a [[Rouen]], [[Noyon]] e [[Reims]] in [[Austrasia]] dove venne accolto dal re [[Childeberto II]], successivamente passò in [[Burgundi]]a dove regnava associato al trono sempre Childeberto II e l'ormai anziano re [[Gontrano]]. Grazie alle concessioni del re fondò tre monasteri nel cuore dei [[Vosgi]] (Annegray, [[Abbazia di Luxeuil|Luxeuil]] e Fontaine).
 
Ad Annegray ([[La Voivre (Alta Saona)|La Voivre]]) san Colombano e i suoi compagni riadattarono un antico castello diroccato, ed edificarono un monastero tra il [[591]] ed il [[592]], con una chiesa dedicata a [[san Martino di Tours]]. All'inizio i monaci vissero di elemosina e questue, senza preoccuparsi della fame del freddo e delle malattie, si cibavano delle poche risorse della foresta e dei pesci dei fiumi, ma in seguito appena fu possibile si dedicarono alla coltivazione dei campi.
Un pò per la singolarità del suo sviluppo e per la particolarità della terra in cui fiorì, il monachesimo celtico presentava alcune caratteristiche peculiari che lo distinguevano da quello dell'Europa continentale.
La loro disciplina di vita era rigidissima: silenzio, preghiera, lavoro, mortificazioni e frequenti digiuni anche per la scarsità di cibo. Conducevano una vita solitaria, eppure la loro fama di santità si diffuse ben rapidamente nelle zone circostanti.
 
San Colombano si ritirava nelle grotte dei dintorni per vivervi da [[eremita]], una di queste a [[Sainte-Marie-en-Chanois]], ne ospita ancora la memoria con una cappella dedicata al santo nei pressi della grotta, dove secondo la leggenda dimorava un grande orso che lasciò con mitezza il luogo senza farvi ritorno e miracolosamente sgorgò l'acqua per dissetare il santo nei momenti di ritiro spirituale o quaresimale.
Innanzitutto, il forte radicamento delle istituzoni monastiche, dovuto in primo luogo agli stretti legami tra la vita dei monasteri e quella dei clan e dall'altro, alla circostanza che, mentre in tutto il resto del mondo cristiano romanizzato, la Chiesa, con a capo il vescovo, costituiva la cellula fondamentale dell'organizzazione religiosa, in Irlanda e negli altri paesi celtici mai conquistati dai romani, era esclusivamente il monastero ad esercitare questa funzione, infatti l'abate era anche insignito della dignità episcopale.
Un altro tratto caratteristico del monachesimo celtico è dato dalla ''peregrinatio''.
 
Ben presto le vocazioni cominciarono a moltiplicarsi e divennero numerose le richieste di entrare nella comunità monastica che si ingrandì tanto che fu presto necessario creare un nuovo centro monastico a 8 miglia verso sud-est, presso le rovine dell'odierna città di [[Luxeuil-les-Bains]], allora conosciuta come ''Luxovium'', famosa come città romana dotata di un ricco castello e di terme di acque calde.
Infatti con la conversione degli irlandesi al cristianesimo , molti uomini intrapresero il cammino della pregrinatio in Gran Bretagna e nel continente europeo.
Il castello venne trasformato nel nucleo centrale della grande [[Abbazia di Luxeuil|Abbazia]] dedicato a [[San Pietro]]. Ben presto recuperarono la città e le terme dalle acque medicinali.
 
Un altro monastero, con una chiesa dedicata a [[san Pancrazio]], venne fondato successivamente anche a [[Fontaine-lès-Luxeuil|Fontaine]], luogo scelto sempre per la ricchezza di acque termali.
Nel continente europeo si osservava la regola ''benedettina'', che insisteva sulla necessità che il monaco instaurasse un legame stabile con la comunità, in Irlanda il dovere della stabilità della dimora non era sentita.
[[File:LuxeuilBasilikaColumban-Denkmal.jpg|miniatura|upright=0.8|sinistra|La statua del santo a Luxeuil]]
San Colombano si trasferì nel [[593]] a Luxeuil, da dove diresse i tre monasteri con i suoi priori. Vi scrisse due regole, la ''Regula monachorum'' (che disegna l'immagine ideale del monaco) e la ''Regula coenobialis'' (codice e regola dei monaci nel monastero), e il ''Paenitentiale'', colonne portanti della ''Regola di San Colombano''.
La vita monastica oltre che sul lavoro e la preghiera, era basata su pratiche ascetiche e sulla penitenza e comprendeva inoltre la pratica della lettura e scrittura quotidiane dei monaci, per alimentarne lo spirito: nei monasteri vennero anche fondati gli ''[[centro scrittorio|scriptoria]]'', per la produzione di pergamene per copiare i numerosi scritti sia religiosi che soprattutto nel numeroso campo delle arti liberali, scienze, musica ed arti varie allora conosciuti allo scopo di preservare gli antichi testi classici greci e latini che scienze e conoscenze moderne, per diffonderne il sapere.
 
=== Attriti e contrasti con il clero romano e la casa regnante, la regina Brunechilde e la cacciata di Colombano ===
La ''peregrinatio'' di matrice celtica rappresentava una forma estrema di distacco da tutti e da tutto, un esule volontario, straniero in terra straniera, per nessun'altra ragione se non per Cristo.
Benvoluti dai potenti ed acclamati dalle folle, questi religiosi intransigenti e severi con sé stessi e con il prossimo, godevano della stima di tutti. Ad interrompere questa armoniosa sintonia intervennero fattori e circostanze concomitanti al progressivo radicarsi dei monaci ''colombaniani'' nella regione.
Le prime difficoltà arrivarono da parte del clero romano, essendo i monaci appartenenti alla Chiesa celtica. Nel giro di pochi anni i fedeli avevano cominciato a frequentare in massa questi monasteri, dove ricevevano cure mediche ed istruzioni pratiche sui metodi di coltivazione ed aratura delle terre. Molti avevano scelto i territori monastici come luogo sicuro dove stabilirsi per proteggersi dalle angherie dei potenti di turno. Così i piccoli centri divennero ben presto fiorenti cittadine con centri di scambio commerciale, agricolo e fiere.
 
Alcuni vescovi della Borgogna mal digerivano il fiero spirito indipendente di questo monaco irlandese, cocciuto e poco incline al compromesso. Egli negava loro qualsiasi potere di giurisdizione sui territori dell'abbazia e dei monasteri dell'ordine, secondo principi ed usi prettamente irlandesi che consideravano qualunque suolo evangelizzato dal paganesimo con una fondazione monastica, autonomo ed indipendente, con usi, leggi e consuetudini irlandesi, come fosse terra irlandese, secondo un'antica tradizione riconosciuta dalla chiesa.
Questi elementi non potevano non incidere sullo sviluppo del monachesimo celtico, che ovunque si diffuse, mantenne certe caratteristiche differenti dalla ''Regola benedettina''.
 
Soprattutto nacquero sospetti sulle novità della confessione e della [[Penitenza tariffata|''penitenza'' ''tariffata'']] al posto di quella rara in forma pubblica di fronte al popolo o di quella unica all'avvicinarsi della morte.
===Colombano===
 
I monasteri entrarono definitivamente in conflitto con l'episcopato della Chiesa di Roma francese agli inizi del [[VII secolo]], quando i sospetti si tramutarono in ostilità, allorché Colombano ebbe il coraggio di rimproverarli apertamente per i costumi di alcuni di loro.
====La gioventù (540-557)====
Egli si difese denunciando che il peccato non è una colpa, ma una malattia che può colpire tutti, anche i vescovi ed i potenti, e quindi per curare la malattia occorre una cura adeguata al male, ma dato che l'uomo può ''ammalarsi'' nuovamente occorre che la cura sia ripetuta.
Colombano, il cui nome in gaelico è ''Colum'', nacque intorno al [[540]] nella cittadina di [[Navan]] nel [[Leinster]] in Irlanda centro-orientale, essa è la data universalmente accettata, anche se alcuni la spostano al 543.
 
Colombano desiderava seguire le tradizioni della propria terra di origine che divergevano dalla liturgia della chiesa continentale e romana, in particolare nel differente calcolo della [[data della Pasqua]], ritenuto da Colombano giusto secondo il calendario romano in uso al tempo di [[Gesù]] e dell'evangelizzazione dell'Irlanda.
Una notte sua madre, già in attesa del bambino, scorse all'improvviso un sole grande e scintillante uscire dal suo seno e recare al mondo una grande luce, ed interpellati alcuni sapienti le dissero che portava nel grembo un uomo di grandi qualità, che avrebbe compiuto cose utili per la sua salvezza e opportune per quella del prossimo.
 
Sulla datazione pasquale Colombano entrò quindi in aperto conflitto con l'episcopato e con l'allora [[re di Burgundia]] [[Teodorico II (Merovingi)|Teodorico II]], tanto da essere ufficialmente convocato in processo ecclesiastico.
Colombano nacque da una famiglia numerosa, che gli assicurò un eccellente educazione pressoché in ogni settore dello scibile allora in voga.
Fu convocato nel [[603]] a [[Chalon-sur-Saône]]<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/30200 San Colombano - Udienza generale 11.06.2008 di Papa Benedetto XVI]</ref> per rendere conto davanti a un sinodo delle sue consuetudini relative alla penitenza e soprattutto sulla [[Pasqua]]. Invece di presentarsi al sinodo, egli mandò una lettera in cui minimizzava la questione sottoponendola al Papa, e invitando i Padri sinodali a discutere non solo del problema della data della Pasqua, problema piccolo secondo lui, «ma anche di tutte le necessarie normative canoniche che, cosa più grave, sono disattese da molti» (cfr Epistula II,1). Contemporaneamente scrisse a [[papa Bonifacio IV]], come qualche anno prima già si era rivolto a [[papa Gregorio Magno]] (cfr Epistula I) per difendere la tradizione irlandese (cfr Epistula III), ma lasciando ogni decisione al papa, suo unico superiore a cui si sarebbe uniformato, e non ad un anonimo sinodo locale.
 
Anche con la casa regnante iniziarono, quasi contemporaneamente, diversi contrasti.
La sua educazione fu sostanzialmente legata al gaelico che al [[lingua latina|latino]] e allo studio con profitto dei testi sulle arti liberali, le lettere, la grammatica e la geometria.
Inizialmente i rapporti erano stati piuttosto sereni, ma di fronte agli atteggiamenti peccaminosi del sovrano, la schiettezza di Colombano che condannava questi atti in modo aperto, divenne scomoda al punto da non essere più tollerata.
La regina reggente [[Brunechilde]], nonna del re e vera sovrana indiscussa, fu fortemente irritata dalle sue critiche al comportamento proprio e del nipote. Nel [[609]] Colombano fu espulso da Luxeuil e incarcerato a [[Besançon]], da dove però, allentatasi la sorveglianza, riuscì a fuggire per tornare a Luxeuil. Nuovamente arrestato, nel [[610]] fu condotto in barca lungo la [[Loira]] verso [[Nantes]], da dove avrebbe dovuto ritornare per mare verso l'Irlanda con i suoi dodici compagni.
 
Secondo la leggenda agiografica, durante il viaggio, giunti presso [[Tours]], essendogli stato negato dai soldati il permesso di visitare la tomba di [[Martino di Tours|san Martino]], il battello si diresse miracolosamente verso l'approdo, dove si incagliò, e i soldati riuscirono a rimuoverlo solo dopo che a Colombano fu concesso quanto desiderava. A Nantes l'assoluta mancanza di vento impedì la partenza verso l'Irlanda e, quando la scorta si fu miracolosamente addormentata, Colombano sfuggì di nuovo alla sorveglianza.
All'età di 7 anni viene affidato agli insegnamenti di un maestro laico del luogo, un ''fer-lèighin'', che lo inizia all'arte di leggere e scrivere, cose del tutto nuova nell'isola abituata alla tradizione orale.
 
=== Neustria e Austrasia ===
Tutto ciò lo rese eccellente scrittore, in grado di usare un latino correttissimo, ma allo stesso tempo un grande conoscitore delle dottrine.
Sfuggito al re burgundo, Colombano passò quindi in [[Neustria]], dirigendosi verso [[Rouen]], [[Soissons]] e [[Parigi]]. Qui regnava [[Clotario II]], che gli concesse la sua protezione. In Neustria, [[santa Fara]] (Borgundofara), figlia di amici di Colombano, fondò l'abbazia femminile di [[Faremoutiers]], mentre il santo e i suoi compagni e seguaci fondarono altri monasteri, tra i quali [[Remiremont]], [[Rebais]], [[Jumièges]], [[Noirmoutier-en-l'Île|Noirmoutier]], [[Saint-Omer (Passo di Calais)|Saint-Omer]].
 
Colombano si spostò quindi nel [[611]] alla corte di [[Teodeberto II]], [[re d'Austrasia]], passando per le città di [[Coblenza]], [[Magonza]], [[Strasburgo]], [[Basilea]] e [[Costanza (Germania)|Costanza]]. Il re lo invitò ad evangelizzare le terre ancora pagane dei [[Sassoni]] e degli [[Alemanni]] lungo il fiume [[Reno]] e Colombano fondò un nuovo monastero a [[Bregenz]], sulla riva del [[lago di Costanza]], l'[[eremo di Sant'Aurelia]]. Egli venne però espulso dal duca alemanno [[Cunzone]], su istigazione della popolazione pagana locale<ref>{{Cita libro|curatore=Gian Carlo Alessio|traduttore=Gian Carlo Alessio|titolo=[[Cronache di San Gallo]]|anno=2004|editore=Giulio Einaudi Editore|città=Torino|p=7|capitolo=Ratperto, 1 [2]|ISBN=88-06-17085-6}}</ref>.
Colombano con la famiglia era anche dedito ai vari lavori del clan, l'allevamento del bestiame, la conciatura delle pelli, la pesca e la caccia; infatti assieme al padre impara la pesca del salmone.
 
=== In Italia e a Bobbio ===
Inoltre sotto la guida vigile di sapienti maestri d'armi egli si impegna in appassionati allenamenti quotidiani con i compagni che lo rendono presto robusto ed agile, impara a cavalcare, l'uso dell'arco e della spada in difesa della verità e della giustizia.
[[File:Targa di San Colombano Abbazia di Bobbio.jpeg|miniatura|upright=1.4|La Targa di San Colombano in bronzo posta nel giardino dell'[[Abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]]]]
[[File:Bobbio - Basilica di San Colombano Abate - 2023-09-30 18-00-45 001.jpeg|miniatura|upright=1.4|Arca sepolcrale di San Colombano (XV secolo) all'interno dell'[[abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]]]]
[[File:Agilulf's Italy-it.svg|thumb|upright=0.5|sinistra|Il regno Longobardo al tempo di [[Agilulfo]]]]
Nel [[612]] Colombano decise di recarsi a [[Roma]] per ottenere il rispetto da parte della Chiesa romana nella figura del [[papa Bonifacio IV]]. Lungo il cammino il suo discepolo [[san Gallo (monaco)|Gallo]] fu costretto a fermarsi perché ammalato e fondò in quel luogo l'[[Abbazia di san Gallo]]. Secondo la leggenda agiografica, per essersi voluto fermare in seguito alla malattia, Colombano avrebbe imposto al discepolo di non celebrare più messa fino alla sua morte. Nel momento della morte di Colombano, Gallo avrebbe avuto in sogno la visione di Colombano che in forma di colomba bianca saliva al cielo e avrebbe celebrato dunque la sua prima messa in suo onore.
 
Giunto a [[Pavia]] (allora capitale del [[regno longobardo]]) nel 612<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/9838988/Il_monastero_di_San_Colombano_di_Bobbio_dalla_sua_fondazione_614_alla_creazione_della_diocesi_Bobbiese_1014_|titolo=Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla sua fondazione (614) alla creazione della diocesi Bobbiese (1014)}}</ref>, Colombano si pose sotto la protezione del [[re dei Longobardi]] [[Agilulfo]], che era tuttavia [[arianesimo|ariano]], e della regina [[Teodolinda]], che gli chiesero un suo intervento nella spinosa [[Scisma tricapitolino|questione tricapitolina]]. Intervento che egli fece, come documentano le sue Lettere, richiamando le comunità cristiane all'ortodossia e alla fedeltà al vescovo di Roma, e prendendo le distanze da [[Agrippino di Como|Agrippino]], vescovo di Como, cristianizzatore delle terre lariane e allineato con la politica di autonomia dal papato seguita dal [[Patriarcato di Aquileia]], di cui lo stesso Agrippino era espressione.
Inoltre ogni 3 anni a maggio va alla fortezza di [[Collina di Tara|Tara]], dove si tiene una grande Fiera e dove risiede il re supremo, li si emanano le leggi e si conciliano le controversie.
 
Colombano ottenne la possibilità di creare sun nuovo centro di vita monastica. Il luogo, segnalato da un certo Giocondo, si trovava nel cuore dell'Appennino in Val Trebbia. Nella zona vi era l'antico borgo romano del ''[[Castrum]] di [[Bobbio]]''.
Una vigilia di Pasqua, nel raccoglimento solenne della veglia, Colombano e i sui giovani compagni d'armi ricevolo l'iniziazione cristiana del Battesimo, immergendosi nelle acque e segnato in fronte con l'olio benedetto (''myron''), per poi condividere il pane e il vino del mistero eucaristico assieme a tutta la comunità.
 
Colombano giunse a Bobbio nell'autunno del [[614]] con il proprio discepolo [[Attala (abate)|Attala]]. A Bobbio, egli riparò l'antica basilica romana di San Pietro e vi costruì attorno delle strutture in legno, che costituirono il primo nucleo della futura [[abbazia di San Colombano]]. Secondo la leggenda agiografica, nonostante la presenza di una fitta boscaglia, che ostacolava il trasporto dei materiali da costruzione, san Colombano avrebbe sollevato i tronchi come fuscelli, facendo il lavoro di trenta o quaranta uomini. La leggenda riferisce anche dell'episodio dell'orso e del bue, che fu in seguito numerose volte raffigurato nell'arte: un orso uscito dalla foresta avrebbe ucciso uno dei due buoi aggiogato all'aratro di un contadino, ma san Colombano avrebbe convinto l'orso a lasciarsi aggiogare all'aratro per terminare il lavoro al posto del bue ucciso.
In quegli anni si fa un gran parlare del monaco [[San Brendano]] partito dall'Irlanda con 17 compagni e di come dopo una lunga e burrascosa navigazione durata 7 anni sia giunto evangelizzando vari luoghi alla Terra dei Beati; questa narrazione incuriosirà molto il ragazzo.
 
Nella quaresima del [[615]] Colombano si ritirò nell'[[Eremo di San Michele (Coli)|eremo di San Michele]] presso [[Coli]], lasciando a Bobbio come suo vice Attala e tornando al monastero solo alla domenica. Qui gli giunse la visita di [[san Eustasio|Eustasio]], suo monaco [[priore]] a Luxeuil (e futuro successore), inviato dal re [[Clotario II]], il quale aveva nel frattempo riunito sotto il suo dominio i tre regni merovingi precedentemente esistenti e desiderava il suo ritorno in Francia.
Ormai grande a 15 anni per le consuetudini del luogo arriva l'età delle feste con gli amici e i balli con le regazze e si avvicina il tempo del matrimonio, ma lui non sa decidersi ed è combattuto, ed allora si rifugia nei boschi nel fitto della foresta dove risiede una donna, una druidessa chiaroveggente che aveva anche dei poteri taumaturgici, che gli rivela quele sarà la sua futura nuova strada e vita.
 
Colombano morì a Bobbio, nell'abbazia che aveva fondato, all'età di 75 anni, la domenica 23 novembre del [[615]]. Come secondo abate del monastero gli succedette Attala (615-627). La sua tomba si trova tuttora nella cripta dell'abbazia insieme a quelle degli abati suoi successori (Attala, [[Bertulfo di Bobbio|Bertulfo]], [[Bobuleno di Bobbio|Bobuleno]] e [[Cumiano di Bobbio|Cumiano]]), e di altri diciotto monaci e di tre monache.
Fu così che poco dopo la morte di [[San Benedetto da Norcia|San Benedetto]] in [[Italia]], egli maturò la fede e comunicò alla famiglia la sua intenzione di prendere i voti monastici.
 
[[Giona di Bobbio|Giona]], monaco nell'[[abbazia di San Colombano]] a [[Bobbio]], fu incaricato dall'abate Attala di scrivere una biografia in [[Lingua latina|latino]] del santo che è la fonte principale per le vicende della sua vita.
La decisione incontrò la ferma opposizione della madre e la scena della partenza fu tragica, come scrisse Giona: ''A sua madre che, stesa sulla soglia, gli sbarrava il passaggio chiede di lasciarlo partire. Lei gridando e rimanendo ostinatamente stesa sul pavimento, risponde che non glielo permetterebbe mai. Scavalcandola, lui oltrepassa la soglia e la prega di mettersi l'animo in pace: non la rivedrebbe più in questa vita, ma se ne andrebbe ovunque la via della salvezza abbia a condurlo''.
 
== L'eredità di san Colombano ==
Questo segnò molto Colombano, infatti ovunque si trovò in seguito, si sentiva esule e ne maturò sempre il convincimento in base alla ''peregrinatio'' di lasciare quel posto per un altro.
{{vedi anche|Monachesimo colombaniano}}
[[File:FigStColombanNavan-mini.JPG|miniatura|San Colombano. Statua del santo nella città natale di [[Navan]]]]
Nel panorama del monachesimo altomedioevale, l'abbazia di Bobbio acquisì un notevole rilievo, grazie non solo alla notevole dotazione patrimoniale, e alla protezione regia e poi imperiale di cui godette fin dalla sua fondazione, ma anche e soprattutto per l'attività culturale che vi si svolgeva.
Già nell'[[VIII secolo]] l'abbazia fu nota per l'attività del suo ''[[Scriptorium di Bobbio|scriptorium]]'' e per la ricchezza della sua [[biblioteca]].
 
=== Regola di san Colombano ===
====Clinish Island (557-571)====
La [[regola monastica]] di san Colombano si compone di due scritti:
Si recò quindi al monastero di [[Clinish Island]] (''Cluane Inis'', in gaelico), un luogo agreste di pesca e pascolo sull'isola di Cleen, circondata dalle acque profonde del lago Erne nella valle dello Shannon nel territorio di Fermanagh dell'[[Ulster]].
* la ''regula monachorum'', in 10 capitoli (obbedienza, silenzio, digiuno, disprezzo dei beni terreni, ripudio della vanità, castità, preghiera, discrezione, mortificazione di superbia e orgoglio, buon esempio);
* la ''regula cenobialis'', con numerosi capitoli relativi alle penitenze per le colpe dei monaci.
 
Colombano scrisse inoltre il ''Paenitentiale'', che seguendo l'evangelico [[discorso della Montagna]] esalta la debolezza e l'umiltà contro il vigore fisico intellettuale e la potenza politica.
Colombano viene accolto dal dotto abate di nome [[Sinneill]], conosciuto e stimato da tutti per la sua grande fede e per essere un abile maestro; egli aveva studiato al monastero di Clonard con il venerato ''Columcille''.
 
La regola prevedeva pratiche [[Ascetismo|ascetiche]] e penitenza. Comprendeva l'obbligo per i monaci di esercitarsi ogni giorno anche nel campo culturale e di leggere e copiare i libri, istituendo ''[[centro scrittorio|scriptoria]]'' e biblioteche nei monasteri.
Questi lo introdusse alla studio della Sacra Srittura applicandosi con vivo ardore, leggendo testi in pergamena su tutto il meglio fiorito nel mondo classico; con i compagni, la cui madre lingua è il gaelico, impara il latico classico che diviene la sua seconda lingua ed e dotato di grande memoria tanto da destare l'ammirazione dell'abate, ma l'ideale di vita monastica lo spinse a lasciare quel luogo.
La regola fu approvata al concilio di [[Mâcon]] nel [[627]], grazie anche all'opera dell'abate di Luxeuil [[san Eustasio]].
Venne parzialmente modificata già dalla fine del [[VII secolo]], assimilandosi progressivamente alla meno severa regola [[Ordine benedettino|benedettina]] verso la metà dell'[[VIII secolo]], ed adottandola definitivamente dopo il [[Concilio di Aquisgrana|Capitolare di Aquisgrana]] del [[817]] voluto dall'imperatore [[Ludovico il Pio]], attraverso il riformatore [[San Benedetto d'Aniane]] abate di [[Abbazia di Novalesa|Novalesa]], ed imposto a tutti i monasteri.
 
=== Sermoni e Lettere ===
Egli ha concluso gli studi ed ha il titolo di ''maestro'', grazie ai suoi brillanti esami.
Sono attribuiti a Colombano 17 sermoni, di cui 13 ufficialmente accettati come opere autentiche del santo irlandese.
 
Vi sono sei lettere che Colombano scrisse a papi, vescovi e sovrani:
====Bangor (571-590)====
# ''Lettera I'' - Scritta attorno all'anno [[600]] e indirizzata a [[papa Gregorio Magno]] (590-604), è incentrata sulla complessa questione della datazione della [[Pasqua]]
Divenne monaco presso il monastero di [[Bangor (Irlanda del Nord)|Bangor]] (Irlanda del Nord), sotto la guida dell'[[abate]] [[San Comgall|Comgall]], uomo di grande zelo religioso, severissimo e fermo sostenitore della disciplina regolare ascetica e dei principi di mortificazione corporale.
# ''Lettera II'' - Scritta nel [[603]] ed indirizzata ai Vescovi presenti al Sinodo di [[Chalon-sur-Saône]], cui era invitato, indetto per giungere a una composizione della controversia sulla datazione della Pasqua
# ''Lettera III'' - Scritta o nel [[604]] a [[papa Sabiniano]] o forse fra il [[609]] e [[610]] a [[papa Bonifacio IV]]. Non potendosi recare a Roma, Colombano scrisse al successore di papa Gregorio Magno, riaffermando la tradizione irlandese e chiedendo l'approvazione alla Sede Apostolica
# ''Lettera IV'' - Scritta a [[Nantes]] nel [[610]] da Colombano ai suoi monaci dell'[[Abbazia di Luxeuil]], dopo il suo arresto ed essere stato bandito dal regno dalla regina [[Brunechilde]] e suo nipote [[Teodorico II (Visigoti)|Teodorico II]], da Nantes attendeva di essere imbarcato per l'Irlanda, ma poi riuscì a scappare
# ''Lettera V'' - Scritta nel [[613]] a [[papa Bonifacio IV]], preoccupato dalla situazione complessa dell'Italia settentrionale, dall'[[arianesimo]] e dalle divisioni in seno alla Chiesa
# ''Lettera VI'' - Non datata, la lettera è scritta a un discepolo non precisato, che di nuovo chiede di essere istruito
 
=== Poesie o Carmi ===
La sua Regola era ben più severa di quella praticata a ''Clinish Island''.
* ''Carme sulla fugacità della vita terrena''
* ''Versi di Colombano ad Unaldo''
* ''Versi di Colombano a Seth''
* ''Carme navale''
* ''Colombano al fratello Fidolio''
 
== Culto ==
Ma l'originalità del monachesimo [[celti]]co si manifesta anche attraverso altre caratteristiche: era consueto in questo periodo portare avanti la cosiddetta ''peregrinatio pro Domino'' per mare, ovvero la partenza in nave e l'arrivo in una terra isolata dove sarebbe sorto un nuovo [[monastero]].
=== Reliquie ===
Parte del teschio del Santo, che è nella teca del ''Busto argenteo di San Colombano'', e gli utensili appartenuti al monaco irlandese (come la ''Tazza di San Colombano'' ed il ''Coltello di San Colombano'') sono conservati nel Museo dell'[[Abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]].
 
=== Patronati ===
Fu così che Colombano nuovamente sentì la necessità di lasciare il cenobio, ma dovette superare le resistenze di ''Comgall'' il quale gli disse che non sarebbe partito da solo.
{{vedi anche|Chiesa di San Colombano}}
San Colombano il 23 novembre [[2002]] è stato ufficialmente nominato [[santo patrono]] dei motociclisti, in ricordo della sua vita perennemente in viaggio lungo l'Europa, alla ricerca di persone, esperienze e della trasmissione del messaggio cristiano<ref name=patrono>[http://archiviostorico.corriere.it/2002/novembre/23/centauri_hanno_protettore_monaco_San_co_5_0211235719.shtml Da un articolo del Corriere Della Sera]</ref>. Con una cerimonia al [[Passo del Penice]] è stato posto un monumento ai motociclisti con la statua del santo protettore in alto ed un mosaico, opera dell'architetto Giovanni Sartori con la scritta «Gli amici di San Colombano - Federazione motociclistica italiana - 23.11.2002», posto ai piedi del monumento al centro del piazzale del passo appenninico fra il confine regionale emiliano e lombardo. Alla proclamazione e benedizione si sono avuti gli interventi del primate d'Irlanda, il cardinale [[Cahal Brendan Daly]], per la benedizione, di mons. Piero Coletto, segretario dell'associazione «Amici di San Colombano», del presidente della Federazione motociclistica italiana, Paolo Sesti, del presidente degli Amici di San Colombano, Agostino Zanetti e del sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, attorniato dai membri del Moto club Bobbio. Presenti gli ambasciatori d'Irlanda in Italia e presso la Santa Sede e numerose autorità civili, militari, religiose e sportive<ref name=patrono />.
 
=== Feste ===
L'Europa e l'Italia erano devastate dalle invasioni barbariche e dalla guerra gotica ed i Longobardi avevano raso al suolo il monastero di [[Montecassino]] e spinto i Benedettini a rifugiarsi a [[Roma]] con le reliquie del fondatore; dopo la morte del [[Papa Pelagio]] subentrò in nuovo [[Papa Gregorio I]] che portò in Italia ed in Europa una nuova aria che favorì la rinascita cristiana in Europa.
Il giorno di festa per San Colombano è stato inserito nel [[calendario liturgico]] della [[Chiesa cattolica]] il 15 maggio 1969 da parte di [[Papa Paolo VI]], su domanda dell'allora vescovo di Bobbio [[Pietro Zuccarino]]<ref>Settimanale "La Trebbia" n°20 del 24 maggio 1969, pag. 1 - Bobbio</ref>
 
La festa in onore del santo a [[Bobbio]], celebrata ogni anno in occasione della sua festività il [[23 novembre]], è preceduta da una [[novena]] di preghiera nella cripta dell'abbazia, e comprende processioni e cerimonie religiose presso l'abbazia.
====Nella Gallia merovingia e a Luxeuil (590-610)====
Infatti partì da Bangor verso il [[590]], all'età di 50 anni, egli si imbarcò con 12 compagni monaci discepoli della scuola di Bangor: Gall ([[San Gallo (santo)|San Gallo]]), Autierne, Cominin, Eunoch, Eogain, Potentino, Colum (Colomba il giovane), Deslo, Luan, Aide, Léobard, e Caldwald.
 
== Opere ==
La navigazione fu burrascosa, dapprima toccò l'isola di [[Man]], poi ripartì verso la [[Cornovaglia]], li scesero nei pressi di [[Newquay]] fino al borgo di [[Bodmin Moor]] e poi scendere nell'odierna [[Plymouth]], dove ripartirono per la [[Bretagna]] e la Gallia, l'odiena [[Francia]].
* San Colombano abate, ''Istruzioni e regola dei monaci'', Abbazia San Benedetto, Milano 1997.
* San Colombano, ''Lettere e poesie'', Abbazia San Benedetto, Milano 1998. ISBN 978-88-87796-36-0
* ''San Colombano. Le opere'', a cura di Inos Biffi e Aldo Granata, Jaca Book, Milano 2001
* ''San Colombano, Le opere - Lettere - Istruzioni - Regole - Penitenziale - Poesie'', a cura di don Aldo Maggi, 2ª edizione, p.&nbsp;190, Edizioni La Trebbia, Spampa Grafiche Bobiensi, Bobbio, novembre 2020
 
== Note ==
In [[Francia]] approdò sulle coste dell'[[Armorica]] nei pressi di [[Saint-Malo]] e di [[Mont-Saint-Michel]], ma non si fermò qui poiché continuò la sua peregrinazione in cerca di un luogo dove non solo avrebbe portato la cristianizzazione ma avrebbe potuto associare la costruzione di un monastero.
<references />
 
== Bibliografia ==
La vita religiosa era allora pressoché estinta e rimaneva la flebile fede cristiana e la regione si trovava sotto il dominio della dinastia [[merovingi]]a, divisa in regni vari in lutta perenne tra loro.
* [[Giona di Bobbio]], ''Vita Sancti Columbani et discipulorum eius'', Francia [[642]] circa.
** Giona di Bobbio, ''Vita di San Colombano'', Abbazia San Benedetto, Milano 1999.
** Giona di Bobbio, ''Vita di San Colombano e dei suoi discepoli'', a cura di Inos Biffi e di Costante Marabelli, Ed. Jaca Book, Milano 2001.
** Giona di Bobbio, ''Vita di San Colombano e dei suoi discepoli'', con in appendice i ''Miracula sancti Columbani'', a cura di don Aldo Maggi, 2ª edizione, p.&nbsp;143, Edizioni La Trebbia, Spampa Grafiche Bobiensi, Bobbio, novembre 2020.
* ''Miracula sancti Columbani'' (opera di un anonimo monaco di Bobbio, indirizzata al vescovo di Tortona, ''Giseprando'' [944-963/967], per contrastare le pretese da quest'ultimo avanzate sul patrimonio dell'abbazia)
* {{DBI
|nome = COLOMBANO, santo
|nomeurl =
|autore = Donald A. Bullough
|anno = 1982
|pagine =
|volume = 27
|accesso = 29 dicembre 2015
|cid =
}}
 
== Voci correlate ==
Ovinque passasse Colombano evangelizzava le genti del posto grazie alla sua esperienza di predicatore.
* [[Monachesimo irlandese]]
* [[Abbazia di San Colombano]] a [[Bobbio]]
* [[Monachesimo colombaniano]]
 
== Altri progetti ==
Egli si sposto poi verso est passando per [[Rouen]], [[Noyon]] e [[Reims]] e inoltrandosi nei confini del regno di [[Austrasia]] passò in [[Burgundia]] l'odierna [[Borgogna]], dove regnava il re [[Gontrano]].
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
Fu così che grazie alle concessioni del re Gontrano, Colombano portò avanti la propria opera: fondò infatti tre monasteri, quello di [[Annegray]], [[Luxeuil-les-Bains|Luxeuil]] e [[Fontaine-Chaalis|Fontaines]], tutti sotto la sua ''Regola'' detta poi ''colombaniana'', che era basata su pratiche ascetiche e sulla penitenza, e che a differenza di quella ''benedettina'' fa obbligo al monaco di esercitarsi ogni giorno anche nel campo culturale (la sua massima era: ... ''poiché ogni giorno è necessario alimentarsi onde crescere, altrettando ogni giorno è doveroso pregare, lavorare e leggere''...) e di copiare i libri per diffondere la cultura e per far ciò istituendo degli ''scriptorium'' e delle biblioteche.
* {{Collegamenti esterni}}
*''[http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080611.html Udienza generale dell'11 giugno 2008 su san Colombano (Benedetto XVI)], vatican.va, consultato il 28 marzo 2020''
* {{cita web|http://www.saintcolumban.eu/|Portale su San Colombano}}
* {{cita web|https://www.thecolumbanway.org/it/home-it/|Il Cammino di San Colombano}}
* {{cita web|http://www.sulleormedisancolombano.it/|Sulle orme di San Colombano - Bobbio e dintorni}}
* {{cita web|url=http://www.paginecattoliche.it/modules.php?name=News&file=article&sid=555|titolo=Storia di San Colombano|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071214162814/http://www.paginecattoliche.it//modules.php?name=News&file=article&sid=555|dataarchivio=14 dicembre 2007}}
 
{{Box successione
''Annegray'' era un antico castello diroccato, che essi adattarono alle esigenze di un monastero intorno tra [[591]] ed il [[592]], la cui chiesa era dedicata a [[San Martino]], non evevano chiesto l'autorizzazione dell'Arcivescovo di [[Besançon]] per rimanere indipendenti.
|tipologia = ecclesiastico
 
|carica = [[Abati di Bobbio|Abate di San Colombano (Bobbio)]]
All'inizio i monaci vivevano di elemosina e questue, ma in seguito si dedicarono sempre più alla coltivazione dei campi, tanto da destare l'ammirazione per lo zelo e le misure agricole adottate.
|immagine= Template-Abbot - Provost.svg|30px
 
|periodo = [[24 luglio]] [[613]]-[[23 novembre]] [[615]]
Nonostante la vita solitaria, la fama dei monaci si diffuse velocemente nelle zone circostanti e molte persone bisognose di guarigioni accorrevano al monastero, grazie anche alla fama di abili farmacisti e medici.
|precedente = Fondatore
 
|successivo = [[Attala (abate)|Sant'Attala]]<br />[[615]]-[[10 marzo]] [[627]]
I monaci ''colombaniani'' conducevano una vita durissima fatta di preghiera, lavoro, mortificazioni e digiuni e lo stesso Colombano si allontanava dal cenobio per vivere nella solitudine ascetica ed eremitica isolandosi da tutti, rifugiandosi in alcune grotte in preghiera ed in meditazione della natura che lo circondava.
}}
 
{{Controllo di autorità}}
[[Giona (di Bobbio)|Giona]] scrisse: ''persino le fiere selvatiche gli obbediscono, come quella volta in cui Colombano intendeva stabilirsi per un periodo di deserto in una grotta che scoprì essere occupata da un orso; invitato l'animale ad andarsene, questo immediatamente lasciò il suo rifugio e se ne andò, senza più importunare il monaco''.
{{Portale|biografie|Cattolicesimo|Medioevo}}
 
Di episodi simili se ne leggono parecchi nella ''Vita Columbani'', come quella volta che durante la mietitura il monaco ''Teodegisilo'' si tagliò un dito con la falce e dolorante interruppe il lavoro, allora Colombano si precipitò dal fratello infortunato ed inumidendogli il dito con la sua saliva lo guarì prodigiosamente, invitandolo a riprendere subito il lavoro dei campi.
 
Le numerose richieste di entrare a far parte della piccola comunità monastica lo costrinsero a cercare un luogo alternativo a 8 miglia a sud-est da Annegray, nei pressi dell'antica città termale di ''Luxeuil'', ormai in rovina ed in abbandono, in un ambiente naturale circondato da dirupi, dove essi procedettero alla costruzione del nuovo monastero ed alla chiesa dedicata a [[San Pietro]].
 
Colombano si stabilì poi definitivamente a ''Luxeuil'' nel [[593]] e da qui diresse i tre monasteri con l'aiuto dei suoi [[priore|priori]], infatti è di poco successiva l'istituzione di un altra comunità a ''Fontaines'', con la chiesa dedicata a [[San Pancrazio]], per il motivo del moltiplicarsi degli aspiranti monaci e delle persone che affluivano sempre più numerose in cerca di conforto spirituale attirate dalla fama di santita di quei luoghi.
 
Successivamente costituì e scrisse due regole, la ''Regula monachorum'' e la ''Regula cenobialis'', nonché del ''Paenitentiale'', che necessariamente tutti i monaci dovevano seguire; ed inoltre egli faceva da spola da un cenobio all'altro per controllarne il funzionamento.
 
Ma la situazione non fu sempre facile, e dopo una ventina d'anni in Borgogna, all'inizio del [[VII secolo]], infatti, nacquero non pochi conflitti tra l'abate e l'[[vescovo|episcopato]] [[Francia|francese]]: Colombano era deciso a far valere le tradizioni della propria terra originaria sulle terre francesi considerando i suoi monasteri come fazzoletti di terra irlandese, appellandosi al Concilio di Costantinopoli del [[381]], secondo il quale le chiese fondate tra i popoli pagani potevano seguire gli usi della chiesa d'origine.
 
A questo si aggiunsero le divergenze di carattere dottrinale come ad esempio il differente calcolo delle festività e della [[Pasqua]], incontrando l'ostilità dei vescovi, del re [[Teodorico II (Merovingi)]] e l'ira della nonna regina [[Brunechilde]], di cui censurava il comportamento, pertanto, nel [[609]] viene espulso da ''Luxeuil'' ed esiliato a [[Besançon]], in attesa che il re decidesse per la sua sorte.
 
A Besançon non mancò di annunciare la parola di Dio ed anche ad un gruppo di carcerati, ottenendone la conversione e la liberazione miracolosa mediante la rottura dei ceppi che li tenevano legati, come racconta ''Giona''; dopo un certo tempo calando la sorveglianza egli si sottrasse all'esilio e ritornò a Luxeuil senza alcuna autorizzazione.
 
La regina Brunechilde furiosa convinse il re Teodorico ad arrestare Colombano dai soldati minacciandoli di una morte orribile se non avessero compiuto la missione, data la ritrosia per l'enorme fama dell'abate.
 
Quindi nel [[610]] viene condotto a [[Nantes]] in catene e sotto scorta su di una nave lungo la Loira verso l'Atlantico per costringerlo al rimpatrio in Irlanda assieme ai 12 monaci irlandesi.
 
Il viaggio fu incredibilmente avventuroso, anche perche la gente saputo l'arresto dell'abate Colombano accorreva protestando lungo il percorso. Da Besançon, passarono per [[Autun]], [[Saulieu]], [[Avallon]], [[Auxerre]], [[Nevers]] e [[Fleury]].
 
Ad [[Orléans]] dove attraccarono per una sosta gli fu vietato persino di entrare in chiesa e negato il cibo, portatogli solo dal monaco ''Potentino'' che era rimasto libero, nei pressi di [[Tours]] Colombano espresse il desiderio di visitare e pregare sulla tomba del santo [[San Martino]], ma nonostante l'opposizione dei soldati il battello si diresse miracolosamente verso l'approdo incagliandosi e non muovendosi più, allora gli fu concesso di visitare il santo, solo dopo il battello si disincagliò da solo e ripartirono, passando per [[Angers]] e finalmente arrivando alla meta di Nantes.
 
A [[Nantes]] i prodigi si moltiplicarono, l'assoluta mancanza di vento rese impossibile l'allontanamento della nave dal porto, un segnale che fece capire a Colombano che il Signore non voleva che facesse ritorno in patria.
 
Si trattenne in quella città per un certo periodo, ma poi riuscì a sottrarsi al controllo della scorta che miracolosamente si addormentò in blocco e si diresse verso nord, lungo la valle del [[Reno]], fino alla [[Neustria]] verso [[Rouen]], [[Soissons]] e [[Parigi]].
 
====In Neustria (610-611)====
 
In Neustria regnava [[Clotario II]], future re di tutta la Gallia unificata, dal quale Colombano ed i suoi ottenne aiuto e protezione.
 
In quegli anni risale anche la fondazione dell'abbazia femminile di [[Faremoutiers]], ad opera della giovane [[Santa Fara]], che in origine si chiamava Borgundofara, modificando il nome da monaca; essa era figlia di cari amici di Colombano.
 
Ma la sua avventura non terminò poiché si diresse verso l’esterno fondando altri monasteri con i compagni monaci, tra i quali [[Remiremont]], [[Jumièges]], [[Noirmoutier]], [[Saint-Omer]], ecc., tutti secondo la sua regola.
 
====In Austrasia (611-612)====
 
Nel frattempo Colombano, con l'aiuto del re Clotario II, si diresse alla corte di [[Teodeberto II]] re d'[[Austrasia]], una regione nel cuore dell'Europa al confine con le terre dei [[Sassoni]] e degli [[Alemanni]], passando per le città di [[Coblenza]], [[Magonza]], [[Strasburgo]], [[Basilea]] e [[Costanza]]; il re lo invitò ad essere suo ospite in quelle terre ancora pagane.
 
Egli accettò di portare l'evangelizzazione in quelle terre utilizzando il fiume [[Reno]] come via per gli spostamenti in una regione impervia e montuosa; si trasferì verso [[Bregenz]] località indicatagli dal re, sulla riva del [[lago di Costanza]], in una zona a cavallo dell'odierna [[Svizzera]], [[Francia]] e [[Germania]].
 
A ''Bregenz'' nel [[611]] Colombano vi fondo il suo nuovo monastero, l'Eremo di [[Sant'Aurelia]], che col tempo divenne una nuova Luxeuil; anche se lui anticipò che non si sarebbe fermato li a lungo, giusto il tempo di evangelizzare i [[Sassoni]] e soprattutto gli [[Alemanni]].
 
Nel [[612]] il re Teodeberto II subì la definitiva sconfitta ad opera di Teodorico II, che a poco morì ed il re Clotario II ne approfittò prendendosi i regni e facendo uccidere tutti i rilali pretendenti e la regina Brunechilde in modo orribile, proprio come aveva profetizzato Colombano.
 
Colombano era gia' partito verso l'Italia, infatti ancora perseguitato dall'episcopato e dalla dinastia [[Burgundi|burgunda]], decise di recarsi a [[Roma]] per avere l’approvazione di [[Papa Bonifacio IV]].
 
Ma in uno dei monasteri costruiti assieme ai monaci, dovette fermarsi perché il suo fedele discepolo [[San Gallo (santo)|San Gallo]], assalito dalla febbre e impossibilitato a partire, gli chiese di poter rimanere, ma egli a questa "disobbedienza" rispose vietandogli per penitenza di celebrare la messa fino alla sua morte; in quel luogo crebbe la celebre [[Abbazia di San Gallo]].
 
La leggenda vuole che il monaco, che diede anche il nome all'attuale città svizzera di [[San Gallo]], in sogno ebbe la visione di Colombano in forma di colomba bianca salire al cielo e così celebrò la messa in suo onore, proprio mentre il Santo sul letto di morte chiese di mandare il suo bastone abbaziale al suo compagno in segno di riconciliazione.
 
====In Italia (612-615)====
In [[Italia]] nel [[612]] giunse nel regno dei [[Longobardi]] a [[Milano]] e, sotto protezione del re [[Longobardi|longobardo]] [[Agilulfo]], [[ariano]] ma tollerante. Questi insieme alla moglie [[Teodolinda]], gli chiese un suo intervento nella spinosa ''questione tricapitolina''; quindi Colombano tenta un avvicinamento della corte longobarda alla Sede Apostolica.
 
Colombano accetta anche perché in quelle terre vi erano ancora eresie e numerose sopravvivenze pagane.
 
La ricompensa per quell'intensa attività consiste nell'offrire a Colombano la possibilità di creare sul suolo demaniale un nuovo centro di vita monastica. Un certo ''Giocondo'' segnala il nome di [[Bobbio]], e la stessa regina Teodolinda, fervente cristiana, sale sulla vetta del [[Monte Penice]] nel [[612]], allo scopo di ricognizione del luogo già sacro, e lì gli promette il territorio in cambio di dedicare alla Madonna la piccola chiesetta in cima alla vetta, che diventerà il futuro [[Santuario di Santa Maria]].
Nel documento di donazione del 24 luglio [[613]], sono rispettati i diritti del condottiero e duca ''Sundrarit'' sulle saline di Bobbio, ma sono ridotti ad una metà del reddito, in comunione con il nuovo monastero.
 
Nel [[614]] quindi parte da Milano, viaggiando prima sul [[Ticino]] e poi lungo il [[Po]], da cui risalì la valle del torrente [[La Versa]] per imboccare a [[Canevino]] l'alta [[Val Tidone]] e seguendo il corso di quest'altro torrente fino al [[Monte Penice]] ed al suo [[Passo del Penice|passo]] fino in [[Val Trebbia]] ed a Bobbio, accanto all'omonino torrente.
 
[[Immagine:Basilica di San Colombano - Bobbio.jpg|right|thumb|240px|L'[[Abbazia di San Colombano]]]]
 
====Bobbio (614-615)====
San Colombano giunse a [[Bobbio]] nell'autunno del [[614]] con [[Sant'Attala abate|Sant'Attala]], constata lo stato di abbandono dell'antica ''chiesa di S. Pietro'' (situata dove ora vi è il [[Castello Malaspiniano (Bobbio)|Castello di Malaspina-Dal Verme]]) e la ripara, ed attorno vi dispone alcune costruzioni in legno, come primo centro di vita monastica.
 
Bobbio era un avamposto nel cuore dell'Appennino in una zona fertile e molto produttiva, dove abbondavano acque correnti e c'era pesce in quantità e vi erano anche antiche terme e sorgenti sia termali che [[salsa (geologia)|saline]] da cui ricavarne il [[sale]]. Questo rappresentava un avamposto religioso e politico, protetto a controllato dal regno longobardo e difeso nei confronti della vicina terra ligure ancora [[bizantini|bizantina]].
 
La nuova [[Abbazia di San Colombano|abbazia]] e la cittadina furono la sua ultima creatura ed anche qui si rivelarono prodigi miracolosi, infatti ''Giona'' racconta che durante i lavori di restauro il luogo si trovava nella fitta boscaglia, per cui era difficile spostare i tronchi degli alberi e portarli fino al monastero, ma Colombano sollevava i tronchi come fossero fuscelli, facendo il lavoro di 30 o 40 uomini.
 
Inoltre la leggenda narra anche la famosissima ''leggenda dell'orso e del bue'' riprodotta sia nell'abbazia che in molti posti, essa racconta che un orso uscito dalla foresta si avventò verso una coppia di buoi, che assieme ad un contadino trainavano un aratro nei campi, uccidendone uno, ma Colombano avvertito da esso, parlò all'orso aggiogandolo e ponendolo al posto del bue ucciso per finire di arare il terreno.
 
Nella quaresima del [[615]] si ritira nell'eremo, da lui fondato, di ''S. Michele'' nella ''Curiasca'' di [[Coli]], lasciando a Bobbio come suo vice ''Attala'', e tornando al monastero solo alla domenica.
 
In quel periodo giunse la visita del suo fedele discepolo [[San Eustasio]], suo successore a Luxeuil, inviato a Bobbio dal re [[Clotario II]] nuovo re dei Franchi, per proporgli di rientrare in Francia, ma Colombano pur gradendo la richiesta, dovette rifiutare, sottolinendo che la ''peregrinatio'', una volta intrapresa non ammette ritorno.
 
Dopo un solo anno di permanenza a Bobbio, e all'età 75 anni, muore nel monastero la domenica [[23 novembre]] del [[615]], gli successe Sant'Attala come abate.
 
===Il Santo irlandese===
 
Le spoglie di San Colombano riposano nel sepolcro della '''cripta''' dell'[[Abbazia di San Colombano]], accanto a Sant'Attala, [[San Bertulfo abate|San Bertulfo]], [[San Bobuleno abate|San Bobuleno]], [[San Cumiano abate|San Cumiano]] 19 monaci e 3 monache, che si pensa fossero un primo esempio poi abrogato di monachesimo al femminile.
 
La storia della sua vita e dell'Abbazia, ci giungono grazie al monaco [[Giona (di Bobbio)|Giona]] di Bobbio, incaricato da Sant'Attala e poi da San Bertulfo come monaco bibliogafo.
 
Bobbio inoltre ha innalzato alle porte della città, per chi proviene da [[Piacenza]] lungo la [[Strada Statale 45 di Val Trebbia]], un alta statua ad opera di ''Beniamino Falda'' di [[Vicenza]].
 
Si ricorda il [[23 novembre]] come Santo Patrono di Bobbio (''Patrono ad Bobi''); il secondo Santo Patrono è il ''Vescovo di Bobbio'' Sant'[[Antonio Maria Gianelli]] e la Patrona è la ''Madonna dell'Aiuto'' del [[Santuario di N.S. dell'Aiuto in Bobbio]].
 
==L'eredità di San Colombano==
Nel panorama del monachesimo altomedioevale, Bobbio acquisì un rilievo di portata europea, grazie non solo alla notevole dotazione patrimoniale e alla protezione regia e poi imperiale di cui godeva fin dalla sua fondazione, ma anche e soprattutto all'altissimo livello dell'attività culturale che vi si svolgeva.
 
Nel [[Medioevo]] il monastero era il centro di conservazione e trasmissione della cultura, il luogo in cui ci si prendeva cura di preziosi manoscritti per tramandarli alle generazioni successive dopo averli meravigliosamente miniati ed eveltualmente glossati.
 
Ciò accade in modo particolare per Bobbio, che già nel [[VIII secolo]] diventa famosa per l'intensa attività del suo ''[[centro scrittorio|scriptorium]]'', il luogo dove si trascrivevano i testi che costituivano il patrimonio culturale ereditato dall'antichità classica: opere letterarie e scientifiche, oltre agli scritti dei Padri della Chiesa, ai testi sacri e ai libri liturgici, ma anche testi di tutto lo scibile umano, come testi di arte, musica, medicina, erboristeria e farmacia, letteratura, astronomia ed astrologia, flora e fauna e scienze naturali, agricoltura ed innesti, specie per caltivazione della vite, ma anche per i castagneti ed oliveti, ecc; ma anche meccanica e fisica utilizzati per la cosruzione di strade, ponti, mulini, frantoi ecc. .
 
Vi è inoltre l'introduzione della minuscola carolina e la prima enciclopedia universale di tutte le scienze ed arti.
 
Questi testi assieme ai famosi codici bobbiensi andarono ad arricchire una biblioteca vastissima, famosa in tutta Europa e da dove giungevano molti studiosi per imparare ma anche per insegnare nelle scuole monastiche da sempre come la biblioteca aperte a tutti persino anche ai poveri, ma fino allametà del [[XV secolo]], quando l'ordine fu chiuso e lo ''scriptorium'' venne sigillato e fu vietata, pena la morte, la consultazione dei testi antichi entrati a far parte dei libri vietati dall'inquisizione.
 
[[Umberto Eco]] dedica a ciò nel [[1980]] il libro [[Il nome della rosa (romanzo)|Il nome della rosa]].
 
Ora purtroppo rimane molto meno di un terzo del patrimonio che si stima fosse stato accumulato nel [[IX secolo]], molto lo si può trovare in museo sparsi sia in Italia che in Europa, ma anche collezioni private: Madrid, Londra, Parigi, Milano, Roma, Torino, ecc. .
 
Inoltre Bobbio via via diventò un feudo monastico enorme che si collegava in rete con numerosi monasteri sia in Italia che in Europa e da cui riceveva fondi per lo scriptorium, ma anche dava copia dei testi ai vari centri scrittori dei vari monasteri diffondendo la cultura in tutta Europa.
 
L'organizzazione impartita da Colombano al cenobio bobbiese venne parzialmente modificata già a partire dalla fine del [[VII secolo]] con l'introduzione inizialmente a fianco e poi in sostituzione della Regola dettata dal fondatore, di quella [[benedettina]], meno severa.
 
Infatti dopo che i [[Longobardi]] avevano raso al suolo [[Montecassino]] ed i benedettini erano dovuti scappare a Roma con le spoglie del santo fondatore, fin dal [[643]] furono accolti a Bobbio e poi nei vari monasteri sparsi in Italia ed in Europa, salvandoli dall'obblio a cui sarebbero potuti cadere.
 
I monasteri e le via aperte in Italia ed in Europa da San Colombano sono il luogo in cui si impianta e cresce l'Ordine e la Regola benedettina, che aveva risciato di essere distrutta dalle invasioni e distruzioni barbariche.
 
Non è una caso se [[Robert Schuman]], [[Konrad Adenauer]] e poi [[De Gasperi]], indicano San Colombano come il protettore di chi si prodiga proprio per l'[[Europa]].
 
Colombano inoltre in due lettere al Papa lo invita a farsi garante dell'unità della Chiesa di tutta l'Europa (''totius Europae'' egli scrive), il mondo che lui aveva attraversato e per cui aveva speso la sua vita.
 
==Regola di San Colombano==
La Regola di San Colombano si compone di più parti:
*la ''Regula monachorum'', che si compone di 10 capitoli: obbedienza, silenzio, digiuno, disprezzo dei beni terreni, ripudio della vanità, castità, preghiera, discrezione, mortificazione di superbia e orgoglio, buon esempio;
*la ''Regula cenobialis'', formata da una lunga serie di capitoli penitenziali relativi alle colpe dei monaci;
*il ''Paenitentiale'', che vuole aiutare il monaco ma anche l'uomo nella conquista della dignità, secondo il ''Sermone della Montagna'', con una difesa dei deboli e degli umili contro chi esalta il vigore fisico intellettuale e politico; egli scrisse: ''senza dignità non c'e' libertà, e senza libertà non c'e' dignità''.
 
Essa fu approvata al ''Concilio di [[Mâcon]]'' nel [[627]], grazie anche all'opera dell'abate di Luxeuil [[San Eustasio]].
 
==Bibliografia==
* Giona di Bobbio. ''La vita di San Colombano''. Bobbio, VII secolo.
* Carlo Guido Mor. ''San Colombano e la politica ecclesiastica di Agilulfo''. Piacenza, [[1933]].
* ''Dio è corazza dei forti. Testi del cristianesimo celtico (VI-X sec.)''. Rimini, Il Cerchio, [[1998]].
 
==Voci correlate==
* [[Bobbio]]
* [[Abbazia di San Colombano (Bobbio)|Abbazia di San Colombano]]
* [[Santuario di Santa Maria|Santuario di Santa Maria in Monte Penice]]
* [[Ponte Gobbo]]
* [[Luxeuil-les-Bains|Luxeuil]]
* [[Monachesimo]]
 
==Discorso del Papa su San Colombano==
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20080611_it.html
 
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