Scicli: differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
{{Template:Comune
|nomeComuneNome = Scicli
|linkStemmaNome ufficiale = Comune di Scicli-Stemma.png
|Panorama = Scicli, Ragusa, Italy.jpg
|siglaRegione = SIC
|Didascalia = Panorama dalle ''curve di san Marco'', 2014
|siglaProvincia = RG
|Voce bandiera = Scicli#Gonfalone
|latitudineGradi = 36
|Voce stemma = Scicli#Stemma
|latitudineMinuti = 47
|Bordo bandiera = no
|latitudineSecondi = 0
|Inno =
|longitudineGradi = 14
|Motto = {{la}} {{maiuscoletto|Siclis Urbs Inclita Et Victoriosa Armorum Sedes Quarta}}<ref name="Cataudella" /><br />{{it}} ''Scicli, città inclita e vittoriosa, quarta sede delle armi''
|longitudineMinuti = 42
|Stato = ITA
|longitudineSecondi = 0
|Grado amministrativo = 3
|mappaX = 199
|Divisione amm grado 1 = Sicilia
|mappaY = 337
|Divisione amm grado 2 = Ragusa
|altitudine = 108
|Amministratore locale = Mario Marino
|superficie = 137,57
|Partito = [[indipendente (politica)|indipendente]] di [[centro-destra in Italia|centro-destra]]
|abitanti = 25.832
|annoData elezione = 3127-126-042022
|Data istituzione = 1271 [[avanti Cristo]]<ref name="Cataudella">{{Cita libro|titolo = Scicli. Storia e Tradizioni|autore = Bartolo Cataudella|editore = Comune di Scicli|città = Scicli|anno = 1970}}</ref>
|densita = 187
|Sottodivisioni = Bruca, Cava d'Aliga, [[Donnalucata]], Playa Grande, [[Sampieri]]<ref name="Scicli (RG)|p =1">{{Cita testo| autore = Comune di Scicli (RG)| titolo = Statuto Comunale| url = https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/29 |p = 3}} </ref>
|frazioni = Donnalucata, Scicli, Sampieri, Cava d'Aliga e Playa Grande
|comuniLimitrofiDivisioni confinanti = [[Modica]], [[Ragusa]]
|Zona sismica = 2
|cap = 97018
|Gradi giorno = 899
|prefisso = 0932
|Nome abitanti = sciclitano, sciclitani<br />sciclitana, sciclitane
|istat = 088011
|Patrono = [[Madonna delle Milizie]]<br/>Beato [[Guglielmo Buccheri]] o da [[Noto (Italia)|Noto]]
|fiscale = I535
|Festivo = <small>''Rispettivamente:''</small><br/>ultimo sabato di [[maggio]]<br/>secondo venerdì dopo la Domenica di [[Pasqua]]
|nomeAbitanti = sciclitani
|PIL =
|patrono = Madonna delle milizie
|PIL procapite = € {{formatnum:17500}}
|festivo = ultimo sabato di maggio
|Mappa = Map of comune of Scicli (province of Ragusa, region Sicily, Italy).svg
|sito = http://www.comune.scicli.rg.it/
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Scicli nel Libero consorzio comunale di Ragusa
}} <!-- fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Comune -->
}}
'''Scicli''' è un comune di 25.560 abitanti della [[provincia di Ragusa]].
'''Scicli''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> del [[libero consorzio comunale di Ragusa]], in [[Sicilia]].
 
Essendo una monumentale città [[barocco|barocca]], il 25 giugno [[2002]] il suo centro storico è stato insignito del titolo di [[Patrimonio dell'umanità]] da parte dell'[[UNESCO]], insieme con altri sette comuni nella lista delle [[Città tardo barocche del Val di Noto]].
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Scrive così [[Elio Vittorini]] nel suo romanzo incompiuto ''Le città del mondo'':
 
{{citazione|La città di Scicli sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini...}}
 
Scicli dista 24 chilometri da [[Ragusa]]. Il suo territorio comunale si estende dal mare alle propaggini meridionali del tavolato ibleo. I paesaggi sono molto vari: si passa dalla costa (alternando quella bassa e sabbiosa a modeste falesie calcaree) coperta dalla [[macchia mediterranea]] ai pendii dolci di origine alluvionale dell'entroterra con [[ulivi]], [[mandorli]] e [[carrubi]] fino a giungere ai rilievi calcarei della parte settentrionale e interna in cui sorge il capoluogo.
 
Il territorio comunale è solcato da diversi corsi d'acqua, i quali hanno tutti carattere torrentizio e pressoché stagionale (fatta eccezione per l'[[Irminio]]); gli altri principali torrenti intercettano il centro di Scicli e sono il ''[[Fiumara di Modica|Mothucanus]]'' (o ''torrente Modica-Scicli''), il ''torrente di Santa Maria La Nova'' (un tempo chiamato ''di santa Venera'') e quello ''di San Bartolomeo''. Nei millenni, ognuno di questi ha scavato nel tavolato ibleo profonde gole che oggi ne caratterizzano il paesaggio. La città moderna è adagiata nella conca in cui questi tre [[canyon]] omonimi confluiscono.
 
Sul versante sismico, l’area di Scicli rientra nella classificazione stabilita per l’area del libero consorzio comunale di Ragusa, ovvero la zona 2, che presenta una sismicità media e consente di contestualizzare, in chiave storica, alcuni eventi sismici documentati nel territorio.
 
=== Clima ===
Il clima di Scicli è tipicamente mediterraneo, con estati calde e secche e inverni miti e piovosi. Le temperature medie oscillano con valori compresi tra circa 11°C invernali e 25 °C estivi, mentre le temperature massime medie raggiungono punte di circa 31°C in piena estate. Le precipitazioni sono maggiormente concentrate nei mesi invernali, con valori che possono arrivare fino a 90 mm in dicembre, mentre l’estate presenta condizioni molto secche.
 
{{ClimaAnnuale
| nome = Scicli <ref>{{cita web |url= https://en.climate-data.org/europe/italy/sicily/scicli-13884/ |titolo=Climate Data – Scicli |accesso = 16 aprile 2025}}</ref>
| equatoriale = n
| tempmax = 16;16.0;18.0;21.0;24.0;28.0;31.0;31.0;29.0;26.0;20.0;17.0
| tempmedia = 11;11.0;13.0;15.0;18.0;22.0;25.0;25.0;23.0;20.0;16.0;12.0
| tempmin = 6;6.0;8.0;10.0;12.0;16.0;19.0;19.0;17.0;14.0;11.0;7.0
| tempassmax = 18;19;20;24;28;32;35;35;33;29;22;19
| annotempassmax = 2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010
| tempassmin = 2;2;3;5;7;10;12;12;9;6;3;2
| annotempassmin = 2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010;2010
| warm = 0;0;0;0;1;5;15;15;8;1;0;0
| giornigelo = 5;5;2;0;0;0;0;0;0;0;1;3
| giornighiaccio = 0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0
| nubi = 6;6;5;4;3;2;2;2;3;4;5;6
| pioggia = 70;60;50;40;30;20;10;15;30;50;80;90
| giornipioggia = 7;6;6;5;4;3;2;3;4;6;8;9
| neve = 0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0
| giornineve = 0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0
| mantonevoso = 0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0
| giornigrandine = 0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0;0
| giorninebbia = 4;3;3;2;1;0;0;0;1;2;3;4
| umidomax = 80;80;75;70;65;60;55;55;60;65;70;75
| umido = 75;75;70;65;60;55;50;50;55;60;65;70
| umidomin = 65;65;60;55;50;45;40;40;45;50;55;60
| giornisereno = 10;12;15;18;20;25;30;30;25;20;15;12
| elio = 3;4;5;6;7;8;9;9;7;5;4;3
| sole = 100;120;150;180;210;240;250;250;220;180;140;110
| oresoleggiamento = 120;140;160;180;210;240;260;260;220;180;140;120
| pressionereale = 1020;1018;1015;1012;1010;1008;1007;1007;1009;1012;1015;1018
| pressione = 1020;1018;1015;1012;1010;1008;1007;1007;1009;1012;1015;1018
| tensionevapore = 6;7;8;10;12;14;15;15;13;10;8;6
| vento = SSW;SSW;SSW;SSW;WNW;WNW;WNW;WNW;WNW;SSW;SSW;SSW
| intensità = 3.5;3.5;3.5;3.5;3.5;3.5;3.5;3.5;3.5;3.5;3.5;3.5
}}
 
== Origini del nome ==
Le origini della città di Scicli sono molto antiche e risalgono probabilmente al [[Siculi|periodo siculo]], quindi oltre 3000 anni fa. Il nome, secondo alcuni studiosi, deriva da ''Šiclis'', uno degli appellativi utilizzati per indicare i [[Siculi]].
 
Si è discusso anche se fosse possibile identificare Scicli con [[Casmene]], seconda colonia siracusana fondata nel [[645 a.C.]], 20 anni dopo Acre, l'odierna [[Palazzolo Acreide]], ma questo dato era già stato smentito da Di Vita, che aveva identificato il sito di Casmene in Monte Casale.
== Geografia ==
Scicli dista 24 chilometri da [[Ragusa]]. Il comune si situa sul mare a sud del capoluogo di provincia. Scicli è nella parte interna e collinare del comune.
 
== Storia ==
=== Protostoria ===
Scicli si estende su una larga pianura incastonata all’interno di tre valli strette ed incassate dette “cave” (le valli di Modica, di Santa Maria La Nova, e di San Bartolomeo), scavate da corsi d’acqua torrentizi. Le sue origini sono molto antiche e risalgono, con ogni probabilità, al periodo siculo, quindi circa tre mila anni fa. Il nome Scicli si pensa che derivi da Siclis uno degli appellativi utilizzati per indicare il popolo dei [[siculi]].
La presenza umana nel territorio di Scicli risale al periodo [[calcolitico]], come dimostrano i ritrovamenti della ''Grotta Maggiore'' situata vicino all'Ospedale Busacca, datati fra l'[[età del rame]] e l'[[età del bronzo]] antico ([[III millennio a.C.|III]]-[[II millennio a.C.]] – [[XVIII secolo a.C.|XVIII a.C.]]-[[XV secolo a.C.]]).
 
Scicli sarebbe stata fondata (o restaurata) nel 1271 [[Avanti Cristo|a.C.]], da Siculus, [[Siculi|re dei Siculi]], come attesta il Deliberato del Consiglio Comunale del 5 novembre [[1653]], emesso per giustificare la precedenza dei Giurati Municipali sciclitani rispetto a quelli ragusani, ai funerali del conte di Modica [[Juan Alfonso Enríquez de Cabrera]].<ref name="Cataudella" />
La presenza umana nel territorio di Scicli risale addirittura al periodo [[Calcolitico|eneolitico]], come dimostrano i ritrovamenti della Grotta Maggiore situata vicino all’Ospedale Maggiore, datati fra l’età del rame e l’età del bronzo antico (III-II millennio a.C – XVIII-XV sec. A.C).
</br>La caratteristica conformazione del territorio con la presenza di “cave” e [[grotta|grotte carsiche]], ha favorito la nascita di numerosi insediamenti rupestri. Oltre a quello preistorico di Grotta Maggiore, ricordiamo anche l’insediamento tardo bizantino del [[VII secolo|VII sec. d.C.]] sito in località Castellaccio, e l’insediamento rupestre bizantino (VIII sec. d. C.) e medievale (X-XI sec. d.C.) in località Chiafura, visibile sino ai nostri giorni. </br>Ritrovamenti archeologici, in particolare i resti di un abitato greco presso la foce dell'Irminio, testimoniano la presenza, o comunque dei contatti di primaria importanza con i greci. Così come [[Comiso]] e [[Ispica]], Scicli vanta la propria discendenza dalla Città greca-siracusana ''[[Casmene]]'', fondata nel [[vII secolo AC|VII sec. A.C.]] Per motivi topografici l'ipotesi che Scicli possa discendere da Casmene è da considerare comunque non realistica.
 
=== Epoca antica ===
Oltre ai resti greci sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dei [[Cartagine|cartaginesi]], presenti nell’isola fino alla '''conquista romana''' avvenuta nel [[III secolo AC|III sec. AC]]. Sotto il dominio romano Scicli divenne città "decumana", ovvero città sottoposta al tributo della "decima" consistente nel pagamento di un decimo del raccolto.
Ritrovamenti archeologici, in particolare i resti di un abitato greco presso la foce dell'[[Irminio]], testimoniano la presenza, o comunque dei contatti di primaria importanza con i greci.
 
Oltre ai resti greci sono state trovate tracce che testimoniano la presenza dei [[cartaginesi]], presenti nell'isola fino alla [[Sicilia (provincia romana)|conquista romana]] avvenuta nel [[III secolo a.C.]]. Sotto il dominio romano, Scicli divenne città "decumana", ovvero città sottoposta al tributo della "decima", consistente nel pagamento di un decimo del raccolto. Dopo la [[caduta dell’imperodell'Impero romano d'Occidente]], Scicli passò ai [[bizantini]] èe subì, come altre città dell’dell'[[Sicilia|Isola]], le incursioni dei Barbari[[barbari]].
 
La caratteristica conformazione del territorio con la presenza di ''cave'' e [[grotta|grotte carsiche]], ha favorito la nascita di numerosi insediamenti rupestri.
[[Image:Scicli-StBartelemy.jpg|thumb|left|Scicli, S. Bartolomeo]]
La città antica sorgeva sul colle di San Matteo, dove ancora oggi si trovano i resti di un Castello che rendeva l'antico abitato difficile da espugnare. Una struttura fortificata doveva comunque esistere già nel periodo bizantino come si evince da fonti arabe:
 
Nel [[I secolo d.C.]], Scicli inizia a dipendere dalla neonata [[diocesi di Siracusa]], una delle più antiche del mondo.
''“ l'anno duecentocinquanta (864-65)… I Musulmani, assediata Scicli, la presero”''
 
=== Medioevo ===
L'assedio da parte degli arabi fa presupporre la presenza di un sistema di difesa fortificato a salvaguardia dell'abitato. Verso la metà del [[XIV secolo]] esistevano due Castelli: il Castellaccio “castrum magnum” ed il Castello dei tre Cantoni “castrum parvum” ambedue in contrada Castellaccio.
Oltre a quello preistorico di ''Grotta Maggiore'', ricordiamo anche il tardo insediamento bizantino del [[VII secolo]] sito in località ''Castellaccio'', e l'insediamento rupestre probabilmente bizantino ([[VIII secolo d.C.]]) e medievale ([[XII secolo]] d.C.) in località [[Chiafura]], visibile sino ai nostri giorni. Con gli Arabi prima e poi con i [[Normanni]], Scicli conobbe un periodo di notevole sviluppo agricolo e commerciale. Lo storico arabo [[Edrisi]] nella prima metà del [[XII secolo]], esaltò la prosperità economica di Scicli con queste parole:
{{Citazione|rocca di Siklah, posta in alto sopra un monte, è delle più nobili, e la sua pianura delle più ubertose. Dista dal mare tre miglia circa. Il paese prospera moltissimo: popolato, industre, circondato da una campagna abitata, [provveduto] di mercati, a' quali vien roba da tutti i paesi. [Qui godesi] ogni ben di Dio ed ogni più felice condizione: i giardini producono tutta sorte di frutte; i legni arrivano di Calabria, d'Africa, di Malta e di tanti altri luoghi; i poderi e i seminati sono fertilissimi ed eccellenti sopra tutt'altri; la campagna vasta e ferace: ed ogni cosa va per lo meglio in questo paese. I fiumi [del territorio], abbondanti di acqua, muovono di molti molini.|[[Edrisi]]}}Si sa molto poco, comunque, del periodo arabo della storia di Scicli, poiché non si conoscono al momento iscrizioni<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Salvo Micciché e Stefania Fornaro|titolo=Scicli. Storia, cultura e religione (secc. V-XVI)|edizione=Carocci Editore|anno=2018|p=44 e ss.}}</ref> utili a tracciare una storia chiara dell'operato degli Arabi. È noto che sia stata l'ultima città del sud-est siciliano a cadere sotto gli [[Aghlabidi]] di Mahmud, figlio dell'emiro Khafagah ibn Sewada, nell'[[864]].<ref name=VisitVigata>{{cita web|url=https://www.visitvigata.com/scicli-la-storia/|titolo=La storia di Scicli|accesso=7 aprile 2025}}</ref><ref name="Cataudella" /> Inoltre, si hanno forse alcune tracce di toponomastica araba in nomi di contrade e siti (come quelli di Donnalucata, Donna Fridda, ''Marsa Šiklah'', nome arabo di contrada Pisciotto, ''il porto di Scicli'' in arabo, e forse il sito di Chiafura)<ref>{{Cita libro|autore=Salvo Micciché|titolo=Scicli: onomastica e toponomastica|edizione=Il Giornale di Scicli|anno=2017|ISBN=9788826000299}}</ref>.
 
Si fa risalire all'anno [[1091]] il passaggio definitivo di Scicli al dominio [[Normanni|normanno]] per opera di [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero d'Altavilla]], il cui esercito avrebbe combattuto una battaglia nei pressi di Scicli nella quale sconfisse gli Arabi nella sua marcia verso [[Noto (Italia)|Noto]] e [[Malta]]. A questa battaglia, che sarebbe avvenuta nella Piana ''dei Milici'', è legata la leggenda della ''Madonna delle Milizie'':<ref>Melchiorre Trigilia, [https://play.google.com/books/reader?id=2dyPAQAAQBAJ&printsec=frontcover&output=reader&hl=it&pg=GBS.PA1 ''La Madonna dei Milici di Scicli''], Modica, 1990.</ref> si narra che la battaglia finale contro i Saraceni, guidati da un non ben identificato [[Emiro]] ''Belcane'', sia stata vinta dai Cristiani per l'intercessione della Vergine Maria scesa su un bianco cavallo a difesa di Scicli, «''mea civitas dilecta''»<ref>Rino Cammilleri, ''Tutti i giorni con Maria, calendario delle apparizioni'', Edizioni Ares, 2020, p. 102 (formato Kindle).</ref>. Della tradizione si tratta in una memoria dei cosiddetti [[Codici Sciclitani]], ma il documento è ritenuto dalla maggioranza degli studiosi un falso<ref>{{Cita libro|autore=Ignazio La China|titolo=La Madonna delle Milizie tra tradizione e storia|edizione=Il minuto d'Oro|anno=2016|città=Scicli}}</ref>. Nella località dell'avvenimento fu costruita tra il [[1091]] e il [[1093]] la chiesetta della [[Madonna delle Milizie|Madonna ''dei Milici'']]. La battaglia viene ricordata ogni anno con la ''Festa delle Milizie'', una delle principali attrazioni religioso-folcloristiche di Scicli. I Normanni ([[1090]]-[[1195]]) introdussero il [[Feudalesimo|sistema feudale]] già diffuso altrove, e Scicli fu riconosciuta come città demaniale; inoltre, le venne assegnato il motto di {{maiuscoletto|Urbs Inclita et Victoriosa}}.<ref name="Cataudella" />
Sotto il [[Alto Medioevo#Gli Arabi in Sicilia|'''dominio Arabo''']], Scicli conobbe un periodo di notevole sviluppo agricolo e commerciale e lo storico arabo [[Edrisi]] nella prima metà del [[XII secolo]], esaltò la prosperità economica di Scicli con queste parole:
 
Ai Normanni successero gli [[Hohenstaufen]], quando [[Enrico VI di Svevia]] si impossessò del trono di Sicilia nel [[1194]]. Tramite il Real Rescritto di Barletta del 14 febbraio [[1245]], [[Federico II di Svevia]] riconfermò alla città il privilegio di ''demaniale'' e il motto araldico.<ref name="Cataudella" /> Nel [[1255]], durante la lotta dei Papi contro la casa Sveva, [[Papa Alessandro IV]] concesse a titolo di feudo alcuni territori, tra cui Scicli, [[Modica]] e [[Palazzolo Acreide]], a Ruggiero Fimetta, nobile di Lentini già esiliato da Federico II,<ref name=":0" /> che si era ribellato agli Svevi, ma Ruggiero non arrivò mai a prendere possesso della città perché fu ucciso. Anche sotto gli [[Hohenstaufen]], Scicli conservò il privilegio di città demaniale. La sua storia segue quella della Sicilia, per cui con la caduta degli Hohenstaufen avvenuta nel [[1266]], passò sotto la [[Angioini|dominazione Angioina]], mal tollerata, a causa della politica di [[Carlo I d'Angiò]] che, diversamente dai suoi predecessori normanni e svevi, considerava il Regno di Sicilia territorio di conquista e di sfruttamento economico e finanziario. La politica oppressiva di Carlo D'Angiò fu causa di un'insurrezione in tutta la Sicilia, nota come i [[Vespri Siciliani]]. Il 5 aprile [[1282]] Scicli, insieme a [[Modica]] e [[Ragusa]], insorge contro le guarnigioni francesi del luogo, cacciandole e ponendosi sotto la protezione di [[Pietro III d'Aragona]].
''“rocca di Siklah, posta in alto sopra un monte, è delle più nobili, e la sua pianura delle più ubertose. Dista dal mare tre miglia circa. Il paese prospera moltissimo: popolato, industre, circondato da una campagna abitata, [provveduto] di mercati, a’ quali vien roba da tutti i paesi. [Qui godesi] ogni ben di Dio ed ogni più felice condizione: i giardini producono tutta sorte di frutte; i legni arrivano di Calabria, d’Africa, di Malta e di tanti altri luoghi; i poderi e i seminati sono fertilissimi ed eccellenti sopra tutt’altri; la campagna vasta e ferace: ed ogni cosa va per lo meglio in questo paese. I fiumi [del territorio], abbondanti di acqua, muovono di molti molini.”''
 
Nel [[1283]], la città fu brevemente assediata da Roberto, conte d'Artois, in un fallito tentativo della restaurazione angioina. Seguì un secondo assedio, nel [[1299]], condotto da Roberto d'Angiò, duca di Calabria, al quale gli sciclitani seppero valorosamente resistere.
Si fa risalire all’anno [[1091]] la liberazione definitiva di Scicli dal dominio [[Saraceni|saraceno]] per opera di [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero d’Altavilla]] e il passaggio al dominio [[Normanni|normanno]]. A questa battaglia, avvenuta nella Piana dei Milici è legata la leggenda della ''Madonna delle Milizie''. Si narra che la battaglia finale, avvenuta nel marzo 1091, fu vinta dai Cristiani per l'intercessione della Vergine Maria scesa su un bianco cavallo a difesa di Scicli. Nella località dell’avvenimento venne costruita la chiesetta della Madonna dei Milici.
</br>La battaglia è ricordata ogni anno con la ''Festa delle Milizie'', una delle principali attrazioni folcloristiche di Scicli.
 
Fu sotto la dominazione aragonese che si formò la [[contea di Modica]], e Scicli ne venne a far parte, seguendone le sorti sotto i Mosca ([[1283]]-[[1296]]), i [[Chiaramonte]] ([[1296]]-[[1392]]), i [[Cabrera (famiglia)|Cabrera]] ([[1392]]-[[1565]]), gli [[Enríquez]]-Cabrera ([[1565]]-[[1704]]; [[1729]]-[[1742]]) ed i [[Filippo V di Spagna|Borbone di Spagna]] ([[1704]]-[[1720]]).
I '''Normanni''' ([[1090]]-[[1195]]) introdussero il [[Feudalesimo|sistema feudale]] già diffuso altrove, e Scicli ed altre città vicine, furono considerate cittá demaniali. Nel [[1093]] Scicli viene ricordata come dipendente dalla diocesi di [[Siracusa]].
 
Nel [[1353]], i Chiaramonte e i Palizzi, allora ribelli, concessero di fermarsi in città a Nicolò Acciaiuoli, ammiraglio del Re di Napoli, e la sua numerosa flotta, con la quale ripartì poco dopo per assediare [[Milazzo]]. [[1360|Sette anni più tardi]], la città non seguì i Chiaramonte nella lotta contro Re [[Federico III di Sicilia|Federico III]]. Nel [[1392]], Paolo e Lenzo di Gizia (o Iozzia) tentarono di sollevare il popolo contro i Cabrera, nuovi conti di Modica dopo la caduta dei Chiaramonte, in un fallimentare tentativo immediatamente sedato.
Ai Normanni successero gli [[Svevi]] (Arrigo Imperatore di Svezia si impossessò del trono di Sicilia nel 1195). Nel [[1255]] durante la lotta dei Papi contro la casa Sveva, [[Papa Alessandro VI]] concesse alcuni territori tra cui Scicli, Modica e Palazzolo, a titolo di Feudo, a Ruggiero Fimeta “Rogerio Finente de Leontino” che si era ribellato agli Svevi. Ruggiero non arrivò mai a prendere il possesso della città perché fu sconfitto.
 
=== Età moderna ===
Anche sotto gli Svevi, Scicli conservó il privilegio di cittá demaniale. La sua storia segue quella della Sicilia, per cui con la caduta dei Svevi avvenuta nel [[1266]], passò sotto la [[Angioini|dominazione Angioina]], mal tollerata, a causa della politica di [[Carlo I d'Angiò]] che, diversamente dai suoi precedessori normanni e svevi, considerava il Regno di Sicilia territorio di conquista e di vantaggi economici e finanziari. La politica di Carlo D’Angiò fu causa di un’insurrezione in tutta la Sicilia, nota come i [[Vespri Siciliani]]. Il 5 aprile 1282 Scicli, insieme a [[Modica]] e [[Ragusa]] insorge contro le guarnigioni francesi del luogo cacciandole e ponendosi sotto la protezione di [[Pietro III d'Aragona]].
Alla fine del [[XV secolo]], al periodo della cacciata degli ebrei, Scicli fu l'unica città a consentir loro di partire senza essere perseguiti; così avvenne dal [[porto di Pozzallo]] il 20 settembre [[1492]].
 
Dalla fine dell’[[estate]] del [[1535]] fino al [[7 giugno]] [[1754]], Scicli fu sede della quarta delle dieci ''Sergenzie'' (circoscrizioni militari) dell’isola, competente per il territorio [[Contea di Modica|comitale]] e le sue coste. La forza militare della sergenzia era costituita da 673 pedoni (fanti), suddivisi in tre compagnie (quella di Scicli, da 245 uomini di truppa, quella di Modica con 207 fanti e quella di Ragusa con 221 uomini), e da 214 cavalieri, organizzati in quattro compagnie, come attestato dalle Costituzioni del Regno del [[1537]] e dalle istruzioni della milizia ordinaria, riformata nel [[1595]] dal conte Olivarez, [[viceré]] e Capitano Generale di Sicilia. Il comando era affidato ad un Sergente Maggiore, stipendiato con {{formatnum:1800}} ducati l'anno, più vacazioni. Ogni prima domenica del mese di marzo, si svolgeva la rivista dei reparti presso la Piazza d'Armi del Castello dei Tre Cantoni.<ref name="Cataudella" /> In questo periodo, al motto cittadino fu aggiunta la parte recitante {{maiuscoletto|Armorum Sedes Quarta}}.
Fu sotto la dominazione aragonese che si formò la contea di Modica, e Scicli ne venne a far parte, seguendone le sorti sotto i Mosca (1283- 1296), i Chiaramonte (1296-1392), i Cabrera (1392-1477) e gli Enriquez-Cabrera (1477-1702). Dal 1535 al 1754 Scicli fu anche capoluogo di Sede d’Armi (circoscrizioni militari che erano dieci in tutta la Sicilia) e nel [[1860]], con un plebiscito, proclamò la sua '''[[Spedizione dei Mille|annessione al Piemonte]]'''.
 
Il 6 luglio [[1573]], la [[Marina ottomana|flotta imperiale ottomana]] fece visita alle coste cittadine, venendo prontamente respinta dai 600 cavalli del [[Principato di Butera|principe di Butera]]; tra morti e prigionieri, gli ottomani persero circa 250 persone.
Scicli, con un passaggio graduale dal colle al piano, assunse la sua forma topografica tra il XIV ed il XVI secolo. La popolazione era aumentata notevolmente ma la peste del [[1626]] la ridusse drasticamente di quasi due terzi portandola da 11000 a 4000 abitanti circa. Dopo la peste, anche grazie ad agevolazioni economiche a favore di chi decideva di risiedere in città, si ebbe un nuovo sviluppo demografico, ma il tremendo terremoto del [[1693]] causò 3000 morti e la distruzione di gran parte della città. Da quelle macerie, Scicli rinacque in chiave [[Barocco|barocca]], e oggi è caratterizzata da numerosi edifici settecenteschi.
 
La città, con uno spostamento graduale dell'abitato dal colle al piano, assunse la sua forma topografica tra il [[XIV secolo|XIV]] ed il [[XVI secolo]] e la sua popolazione ebbe un incremento. Il [[XVII secolo]], però, si rivelò un periodo di grandi disgrazie. Già nel [[1575]], vi fu la [[peste]]. Nel [[1612]], nel [[1615]] e nel [[1618]] si verificarono alluvioni e nubifragi, mentre gli anni [[1611]] e [[1616]] furono caratterizzati da una siccità estrema. Nel [[1619]] Scicli fu colpita da un’invasione di cavallette, negli anni [[1616]], [[1637]] e [[1666]] fu invasa dalle locuste, nel [[1687]] invece dalle cavallette e nel gennaio del [[1626]] fu l’unica città della Contea a essere devastata dalla peste, che ridusse drasticamente la popolazione di quasi due terzi, portandola da {{formatnum:11000}} a {{formatnum:4000}} abitanti circa. Nel novembre [[1642]], Scicli venne visitata per diversi giorni da [[Juan Alfonso Enríquez de Cabrera]], almirante di Castiglia, viceré di Sicilia e conte di Modica, accompagnato dalla famiglia e da un corteo di circa {{formatnum:3000}} persone.<ref name="Cataudella" /> Il 14 aprile [[1675]], la flotta francese comandata da Du Quesne attraccò sulle coste sciclitane.
 
Nella seconda metà del XVII secolo, anche grazie ad agevolazioni economiche a favore di chi decideva di risiedere in città, si ebbe un nuovo sviluppo demografico, ma il tremendo [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]] causò circa {{formatnum:3000}} morti su circa {{formatnum:9382}} abitanti e la distruzione di gran parte della città. Da quelle macerie, Scicli rinacque in chiave [[Barocco|barocca]], con la costruzione di numerosi palazzi nobiliari settecenteschi, come Palazzo Spadaro (di stile [[tardo-Barocco]]; di proprietà della omonima famiglia di origine [[modica]]na trasferitasi a Scicli nel [[XVII secolo]]), Palazzo Beneventano, Palazzo Fava, Palazzo Veneziano-Sgarlata, Palazzo Bonelli-Patanè e Palazzo Conti. Inoltre, in città nacque l’Accademia degli “Invillupati” ([[1624]]-[[1693]]), che fu ricostituita dopo il sisma con il nome di “Redivivi”.<ref name="AlbergoDiffuso">{{cita web|url=https://sciclialbergodiffuso.it/scicli-albergo-diffuso/un-po-di-storia/|titolo=Un po' di storia|accesso=7 aprile 2025}}</ref><ref name=ProLoco>{{cita web|url=https://prolocoscicli.it/scicli/storia/|titolo=Storia|accesso=7 aprile 2025}}</ref>
 
Nel [[1713]], la Sicilia veniva assegnata a [[Vittorio Amedeo II di Savoia]], al quale furono rivolti omaggi dai Cittadini Giurati di Scicli, come testimonia la sua lettera autografa del 6 novembre dello stesso anno, inviata a suddetti Giurati come ringraziamento;<ref name="Cataudella" /> la [[contea di Modica]], però, restò sotto il dominio del [[Re di Spagna]]. Nel [[1720]] tornò al potere il [[Regno di Sicilia]], scacciando successivamente gli spagnoli, ma lasciandone le suddivisioni geografiche. La [[contea di Modica|contea]] così passò sotto altre 3 famiglie: gli [[Casa d'Alba|Alba]] (1742-1755), i [[de Silva]] (1755-1802) e gli [[Stuart]] (1802-1816).<ref name=ProLoco /><ref>{{cita web|url=http://www.scicli.com/scicli/scicli.htm|titolo=Ubicazione di Scicli e delle sue Borgate|accesso=7 aprile 2025}}</ref>
 
Durante la prima metà del [[XVIII secolo]], la città ricevette la visita, durata un solo giorno, dei Viceré di Sicilia Gioacchino Fernandez Portocarrero, conte di Palma e Cristoforo Fernandez de Cordova, conte di Sastago. Le notti del 15 e del 16 dicembre [[1732]], sulla città e sul resto della Sicilia fu visibile l'[[Aurora polare|aurora boreale]].
 
=== Età contemporanea ===
L'8 dicembre [[1816]], il [[Regno di Sicilia]] si fuse col [[Regno di Napoli]], formando il [[Regno delle Due Sicilie]] e, [[12 dicembre|quattro giorni dopo]], tramite la legge n. 570<ref>{{cita web|url=https://siusa-archivi.cultura.gov.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=profist&Chiave=264|titolo=Comune (Regno delle due Sicilie), 1816 - 1860|accesso=27 marzo 2025}}</ref>, la [[contea di Modica]] venne abolita. Il primo gennaio [[1818]], per effetto del decreto reale n. 932 dell'11 ottobre 1817 ''sull'amministrazione civile de' dominj oltre il Faro'', i Consigli Civici delle città del Regno furono sostituiti dai Decurionati, organi deliberativi formati dal Sindaco, dal 1º Eletto, dal 2º Eletto e da 10 Membri. Inoltre, Scicli ed altri 31 comuni furono amministrativamente inquadrati nella [[Provincia di Siracusa (Regno delle Due Sicilie)|Valle minore di Siracusa]] (che il 9 dicembre [[1820]] diventò [[Provincia (Italia)|provincia]] e il 23 agosto [[1837]] si trasformò in quella di [[Noto (Italia)|Noto]]), occupante la parte sud-orientale del [[Val di Noto]]; la città divenne anche capoluogo dell'omonimo circondario, che insieme ad altri sei circondari fu parte del [[distretto di Modica]].
 
==== Dal Risorgimento alla Provincia di Ragusa====
Scicli partecipò ai [[Moti del 1820-1821|moti carbonari]], durante i quali, nel [[1820]], fu incendiato l’archivio municipale e la città rimase per alcuni giorni in balia del popolo, e alla [[Rivoluzione siciliana del 1848|rivoluzione del 1848]].<ref name=ProLoco /> In quest’ultima occasione, nella città si formò un comitato segreto, composto principalmente da esponenti della borghesia emergente e da alcune famiglie aristocratiche, durato dal 18 febbraio [[1848]] sino al 14 aprile [[1849]]. Si arrivò persino ad eleggere, l'8 agosto [[1848]], Francesco Spadaro Ferreri, barone di Passanitello, come rappresentante cittadino presso il [[Parlamento del Regno di Sicilia|Parlamento siciliano]].<ref name="Aprile">{{Cita libro|titolo=Le rivoluzioni di Scicli nel 1848 e nel 1860 (e della Sicilia Sud-Orientale) per la Libertà e l'Unità d'Italia|autore=Angelo Aprile|editore=Edizioni "Cannizzaro & C."|città=Modica|anno=1960}}</ref> Nel [[1837]], nel [[1867]] e nel [[1887]], la città fu colpita da epidemie di [[colera]].<ref name="Cataudella" /> Dal 15 maggio [[1844]], Scicli fa parte della [[diocesi di Noto]], nata per scorporamento territoriale della parte occidentale dell'[[arcidiocesi di Siracusa]].
 
Nel [[1860]], le azioni militari dei patrioti anti-borbonici iniziarono nei primi mesi dell'anno, sia nelle campagne circostanti che nel centro abitato, con proteste in fronte al Municipio. All'inizio del mese di maggio, le piccole sommosse si trasformano in combattimenti veri e propri; la notte del 15 maggio, il Comitato di Guerra cittadino, presieduto dal barone Antonio Beneventano, ordina ai patrioti l'attacco a tutti i posti di guardia doganale compresi tra [[Scoglitti]] e [[Pozzallo]], in modo tale da potersi impadronire del telegrafo di Punta Corvo; il 17 maggio, una grande folla di cittadini sventolanti il [[Tricolore]], insieme alle bande musicali, acclamò il previsto arrivo a Palermo de[[Spedizione dei Mille|i Mille]]. Il Comitato Rivoluzionario, quindi, occupò il telegrafo sottomarino Sicilia - Malta, abolì il balzello del macinato, cacciò i funzionari borbonici e inviò una squadra di uomini presso [[Ragusa]], [[Comiso]], [[Vittoria (Italia)|Vittoria]] e [[Catania]], per farle insorgere. In risposta ai fermenti rivoluzionari, da [[Noto (Italia)|Noto]] e [[Siracusa]] venne spedita una colonna di 700 soldati, che fu respinta dai cittadini e dai patrioti armati.<ref name="Aprile" /> Il 7 giugno [[1860]], il popolo sciclitano proclamò, dopo la [[Spedizione dei Mille|vittoria garibaldina]], l’annessione al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Piemonte]], con [[Giuseppe Garibaldi]] [[Dittatura di Garibaldi|dittatore supremo dell’isola]]. In quell’occasione, presso la chiesa di Sant’Ignazio, [[Pasquale Calvi]], già protagonista dei moti del 1848 e in seguito deputato del Regno d’Italia, guidò un’assemblea che sancì ufficialmente il plebiscito di annessione, il primo della Sicilia, ufficialmente confermato dalla deliberazione del Consiglio Civico del 5 luglio successivo.<ref name="Cataudella" /> Il coinvolgimento della città nella causa garibaldina fu significativo: numerosi furono gli sciclitani che si arruolarono nei corpi volontari, tra cui Stanislao Carrabba, veterano del 1848 e comandante delle oltre 200 [[Camicie rosse|Camicie Rosse]] sciclitane, i fratelli Raimondo e Stanislao Penna, i fratelli Giuseppe e Gaetano Celestri, il giovane Arturo Mormina e il carmelitano, don Raffaele Pappalardo.<ref name=risorgimento>{{cita web|url=https://www.academia.edu/11005920/Il_Risorgimento_a_Scicli|titolo=Il Risorgimento a Scicli|accesso=1º aprile 2025}}</ref> Il 26 agosto [[1860|successivo]], il decreto protodittatoriale n. 170, di [[Agostino Depretis]], intitolato "''Legge che chiama in vigore in Sicilia la legge comunale e provinciale del Regno d'Italia''", estese anche alla Sicilia la [[legge 23 ottobre 1859 n. 3702|legge Rattazzi]], che trasformò i vecchi distretti in circondari, con Scicli facente parte del [[circondario di Modica]], mantenendo la continuità amministrativa.<ref>{{cita libro | nome= | cognome= | titolo= Raccolta degli Atti del Governo Dittatoriale e Protodittatoriale in Sicilia (1860)| anno= 1861| editore= Stabilimento Tipografico di Francesco Lao| città= [[Palermo]]|url = https://www.giustizia.it/resources/cms/documents/Atti_governo_Sicilia_1860_ridotto.pdf|p = 270}}</ref> Tramite il [[Plebiscito delle province siciliane del 1860|plebiscito delle province siciliane del 21 ottobre 1860]] e il Regio Decreto n. 4499 del 17 dicembre successivo, intitolato "''Sull’annessione delle province siciliane al Regno di Sardegna''", avvenne l’annessione formale al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], che il [[Proclamazione del Regno d'Italia|17 marzo 1861]] diventò il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
 
Dopo l’unificazione, il governo piemontese amministrò il Sud Italia senza tenere conto delle tradizioni e delle esigenze locali. I siciliani si trovarono soggetti a un potere centralista che impose il peso del debito pubblico e la leva militare obbligatoria. Dal 20 marzo [[1865]], a seguito della [[legge 20 marzo 1865, n. 2248|legge Lanza]], Scicli fu uno dei comuni facenti parte della rinata [[Provincia di Siracusa]]; nel [[1873]]-[[1874|74]], si formarono associazioni operaie, come ''I Figli del Lavoro''. Una figura di spicco di questo periodo fu il [[barone]] Francesco Mormina Penna (Scicli, 1º agosto [[1860]] – Scicli, 13 febbraio [[1925]]), fervente mazziniano e membro del Comitato insurrezionale del 1860, oltre che fondatore del [[Fasci siciliani|Fascio Siciliano dei Lavoratori]] cittadino, il 29 gennaio 1893, con circa 200 aderenti. Da quel momento cominciarono a sventolare le prime bandiere rosse e si iniziò a celebrare il [[Festa dei lavoratori|Primo Maggio]], alimentando le paure delle classi dominanti riguardo all’avanzata del socialismo e poi del comunismo. Nel ventennio [[1890]]-[[1910]], Scicli fu protagonista di un grande sviluppo urbanistico: vennero realizzati gli sventramenti del quartiere Scifazzo (o sant'Antonio), per costruire la Stradanuova (attuale corso Re Umberto I) e di via San Giuseppe, di via Maestranza (attuale via Nazionale) e di via del Corso di san Michele (attuale via Francesco Mormino Penna), la pavimentazione stradale, e poi il maestoso ospedale Busacca, autentico gioiello – per quell'epoca – di edilizia ospedaliera. Vennero inoltre aboliti i pozzi d'acqua privati, in quanto si era provveduto anche alla costruzione della rete idrica, allacciata all'acquedotto, rifornito dalla sorgente di san Guglielmo e [[Corrado Confalonieri|san Corrado]].<ref name="Cataudella" />
 
La [[Prima Guerra Mondiale]] fece registrare alla città 319 caduti su una popolazione di circa {{formatnum:20202}} abitanti, corrispondenti a circa l’1,58% del totale (ricordati da una lapide affissa sulla parte destra di Palazzo Palle e da altre due poste all'interno della [[Chiesa di San Giovanni Evangelista (Scicli)|chiesa di San Giovanni]], come deliberato dal Consiglio comunale nel [[1925]]). Sul fronte militare, la città si distinse ottenendo 58 decorazioni al valor militare – tra cui 18 medaglie d’argento, 29 medaglie di bronzo, 11 croci di guerra e 7 riconoscimenti plurimedagliati –, testimonianza delle gesta eroiche compiute dai suoi cittadini. Inoltre, il ''Libretto commemorativo del soldato di Scicli Bartolomeo Giavatto'' del [[1920]], conservato presso la Biblioteca Alessandrina di Roma, testimonia l’importanza attribuita alla memoria individuale e collettiva di quell’epoca; parallelamente, la corrispondenza con la nobildonna Giuseppina Scimone evidenzia l’attivismo delle “dame” di carità sciclitane, impegnate a sostenere i militari e le famiglie in difficoltà.<ref>{{Cita libro | cognome = Barone | nome = Giuseppe | titolo = Gli Iblei nella Grande Guerra | editore = Cliomedia Officina | città = Ragusa | anno = 2015 | isbn = 978-88-941300-2-7 | pp = 8–13, 19, 25}}</ref> Durante gli [[anni 1920]], venne costruito l'impianto di fognatura. Dal 2 gennaio [[1927]], in parallelo all'abolizione di tutti i circondari, su decisione del Consiglio dei Ministri del 6 dicembre [[1926]], insieme ad altri 11 comuni, il comune ha costituito ed è stato parte della [[Provincia di Ragusa]]. Nel [[1932]], è stato allacciato alla rete dell'energia elettrica.<ref name="Cataudella" />
 
==== Seconda Guerra Mondiale ====
Durante la [[seconda guerra mondiale]] Scicli fu bombardata numerose volte, tra il [[1941]] ed il [[1943]] (durante quest’ultimo anno, se ne ricordano tre: alle ore 11 del 28 gennaio 1943, mietendo 25 vite; alle ore 15:15 del 17 febbraio 1943, mietendo una vita; la terza volta entro l'inverno del 1943, mietendo diverse vite)<ref>{{cita web|url=https://www.ilovescicli.it/bombardamenti-scicli-guerra-mondiale-petizione/|titolo=I tre bombardamenti a Scicli della guerra mondiale. Una petizione per ricordare|accesso=7 aprile 2025}}</ref>; come il resto della Sicilia, inoltre, fu coinvolta direttamente negli eventi bellici a seguito dello sbarco alleato dell’[[Sbarco in Sicilia|Operazione Husky]], iniziata il 10 luglio [[1943]]. La difesa della città e delle aree limitrofe era affidata principalmente alla [[206ª Divisione costiera|206ª Divisione Costiera]], comandata dal [[generale di divisione]] [[Achille d'Havet]]. A difesa dell’area sciclitana operava il 123º Reggimento di Fanteria Costiero, comandato dal colonnello Giuseppe Primaverile ([[Mazara del Vallo]] ([[Libero consorzio comunale di Trapani|TP]]), 5 gennaio 1890 – ?, ?), con sede a palazzo Spadaro, le quali truppe, quell'anno, furono passate in rivista dal [[Principe di Piemonte|principe ereditario]] [[Umberto II di Savoia|Umberto di Savoia]].<ref name="BUNKER" /> Il reggimento comprendeva i battaglioni 542º, 381º e 383º, oltre a unità di artiglieria. La strategia difensiva prevedeva la resistenza contro eventuali sbarchi nemici e il contrasto ai paracadutisti alleati. Le operazioni belliche interessarono direttamente Scicli nei giorni successivi allo sbarco; per la difesa della città, furono disposti dei distaccamenti per la difesa contraerea sui colli di san Matteo, della Croce ed al cozzo dell'Impiso; inoltre, una compagnia di bersaglieri fu di stanza a Torrepalombo.<ref name="Cataudella" /> Un episodio significativo per la città vide protagonista proprio Primaverile, che ricevette una richiesta di resa da parte degli Alleati tramite un italo-americano che lo contattò telefonicamente. Rifiutando l’offerta, Primaverile lanciò un contrattacco, riuscendo a catturare oltre cento paracadutisti nemici, che furono consegnati ai [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] di Scicli. Nonostante la resistenza, le truppe italiane furono progressivamente sopraffatte dalla superiorità numerica e dall’equipaggiamento avanzato degli Alleati. Il colonnello D’Apollonio, al comando delle truppe italiane tra Ispica e Scicli, fu costretto a ordinare la ritirata.<ref>{{cita web|url=http://www.museosicilia1943.it/site/la-guerra-nel-ragusano/|titolo=Secondo Conflitto Mondiale. La Guerra nel Ragusano|accesso=7 aprile 2025}}</ref> Il 12 luglio 1943, alle ore 11:00, una vettura militare statunitense, sventolante bandiera bianca, fece ingresso nella città. L’ufficiale a bordo fu condotto da Primaverile, al quale comunicò la presenza di numerose forze alleate pronte all’attacco (artiglieria sulle colline circostanti l'abitato e velivoli in volo pronti a bombardare), ottenendo la resa formale della piazza. Dopo il disarmo, i circa cento militari italiani presenti si dispersero, facendo ritorno alle rispettive famiglie. In seguito all’occupazione, presso il Palazzo Municipale si insediò un capitano britannico con funzioni di amministratore locale per conto del governo militare alleato, per il quale si misero immediatamente al servizio i Carabinieri Reali della tenenza cittadina.<ref name=AlbergoDiffuso /><ref name="BUNKER">{{cita libro | autore= Lorenzo Bovi, Cesare Iudica, Giuseppe Primaverile | titolo= BUNKER - Guida Storico Turistica. La difesa di Scicli e Santa Croce Camerina | anno= 2024 | editore= Nuova Grafica Invernale, con il patrocinio gratuito dei Comuni di Scicli e Santa Croce Camerina | città= Scicli, Santa Croce Camerina}}</ref>
 
==== Dal secondo dopoguerra a oggi ====
Dopo la fine della guerra, Scicli conobbe un periodo di ripresa economica e sociale, caratterizzato dal ritorno alla vita democratica e dalla riorganizzazione dei partiti politici locali. L’agricoltura rimase il principale settore economico, con la coltivazione di carrubi, uliveti e vigne, ma fu a partire dagli [[anni 1960]] che la serricoltura assunse un ruolo centrale nello sviluppo economico della città. La produzione di primaticci e fiori divenne una delle principali fonti di reddito per il territorio, affiancata dalla crescita dell’artigianato, in particolare nella lavorazione del ferro battuto e nella produzione di infissi in alluminio.<ref name=ProLoco />
 
Il 24 ottobre [[1951]], nell'ambito di un viaggio istituzionale straordinario atto a verificare le condizioni della [[Sicilia]] successive alle alluvioni che l'avevano colpita, Scicli fu visitata da [[Luigi Einaudi]], secondo [[Presidente della Repubblica Italiana]], e da sua moglie [[Ida Pellegrini]], [[Consorti dei presidenti della Repubblica Italiana|Prima Dama d’Italia]]. La coppia presidenziale fu accolta dall'allora Sindaco, Ignazio Occhipinti.<ref>{{Cita web|url=https://archivio.quirinale.it/aspr/diari/EVENT-002-000791/presidente/luigi-einaudi.html|titolo=Viaggio del Presidente della Repubblica e della Signora Einaudi in Sicilia, Calabria e Sardegna in occasione delle alluvioni (21-27 ottobre 1951)|accesso=27 agosto 2025}}</ref>
 
Negli ultimi decenni del XX secolo e nei primi anni del XXI, Scicli ha incominciato a valorizzare il proprio patrimonio storico e culturale, puntando sul turismo come nuova leva di sviluppo. L’inserimento del centro storico nel Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2002, insieme alle altre città tardo-barocche del Val di Noto, ha contribuito ad aumentare l’attrattività turistica. La città è inoltre diventata nota a livello nazionale ed internazionale grazie alla popolarità della serie televisiva della [[Rai]] ''[[Il commissario Montalbano]]'', che ha reso celebri molti dei suoi scorci architettonici e paesaggistici.
 
Dal 4 agosto [[2015]], è uno dei 12 comuni che compongono il [[libero consorzio comunale di Ragusa]].
 
=== Simboli ===
{{vedi anche|Armoriale dei comuni del Libero consorzio comunale di Ragusa}}
[[File:Scicli-Stemma.svg|150px|left|thumb|Lo stemma del Comune di Scicli]]
[[File:Scicli-Gonfalone.svg|150px|right|thumb|Il gonfalone del Comune di Scicli]]
==== Stemma ====
Lo stemma di Scicli (utilizzato dal comune anche se privo di formale atto di concessione) raffigura un leone, simbolo legato ad Ercole, con corona radiata in atto di salire su tre monti decrescenti da sinistra a destra, rappresentanti il controllo del comune sulle tre Cave di Modica, di Santa Maria La Nova e di San Bartolomeo, il tutto dorato in campo azzurro. Lo scudo è circoscritto da rami di alloro e quercia ed è sormontato da una corona di dominio feudale.<ref name="Statuto">{{Cita testo| autore = Comune di Scicli (RG)| titolo = Statuto Comunale| url = https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/9%252Ff%252F2%252FD.9cb8b6fb163cce7b9756/P/BLOB%3AID%3D29/E/pdf| formato = PDF|p = 1}}</ref>
 
==== Gonfalone ====
Il gonfalone è un drappo rettangolare a tre frange di velluto cremisi, con al centro riportato, in colori dorati (pur se il comune non ha ricevuto il [[Titolo di città in Italia|titolo di città]]), lo stemma del comune.<ref name="Statuto" />
 
==== Motto ====
Il motto del comune è {{maiuscoletto|Siclis Urbs Inclita Et Victoriosa Armorum Sedes Quarta}}, ovvero ''Scicli, città inclita e vittoriosa, quarta sede delle armi''.<ref name="Cataudella" />
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = [[Città tardo barocche del Val di Noto]] (Sicilia sud orientale)
|nomeInglese = Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
|immagine = Scicli Palazzo Beneventano.jpg
|didascalia = Mascherone di palazzo Beneventano
|anno = 2002
|tipologia = architettonico
|criterio = C (i) (ii) (iv) (v)
|pericolo = no
|link = 1024
}}
Dalla motivazione di iscrizione nella [[World Heritage List]] dell'UNESCO:
{{citazione|[…] La via Mormino Penna, per la ricca presenza di edifici del Settecento, e il Palazzo Beneventano rappresentano un capolavoro del genio creativo umano dell'età tardo-barocca. Si può infatti dire che sia questa l'epoca che definisce nel complesso il continuum dell'ambiente urbano della via, in cui anche quegli edifici che appartengono all'Ottocento e al Novecento si sono adattati all'immagine prevalente… Palazzo Beneventano, il più famoso edificio nobiliare di Scicli ed uno dei più interessanti della Sicilia barocca, inserito dal Blunt nella sua rassegna sul barocco siciliano e successivamente notato da numerosi altri autori, è per la sua unicità anch'esso un capolavoro, in particolar modo per l'aspetto scultoreo che caratterizza le sue due facciate fastosamente decorate dai lapidici locali […]}}
 
=== Architetture religiose ===
{{Sequenza immagini
|larghezza=200px
|titolo= Chiese
|File:SAN MATTEO SCICLI WIKI.JPG|La [[Chiesa di San Matteo (Scicli)|Chiesa di San Matteo]] e il Torrino dell'Orologio
|File:Scicli StIgnatiusLoyolaChurch 010 1109.jpg|Chiesa di San Guglielmo
|File:Chiesa della Madonna di Fàtima, Scicli (RG).jpg|Chiesa della Madonna di Fàtima
|File:Scicli StMariaConsolationChurch 010 1495.jpg|Chiesa di Maria Santissima della Consolazione e via di Santa Maria La Nova
|File:Chiesa di San Giuseppe, Scicli (RG).jpg|Chiesa di San Giuseppe
|File:Chiesa di San Vito, Scicli (RG).jpg|Chiesa di San Vito
|File:Scicli SantaMaria la Nova 010 1520.jpg|[[Chiesa di Santa Maria La Nova (Scicli)|Chiesa di Santa Maria La Nova]]
|File:Eremo di San Guglielmo, Scicli (RG).jpg|Eremo di San Guglielmo
|File:Chiesa rupestre del Santo Spirito, Scicli (RG).jpg|La Chiesa rupestre del Santo Spirito vista dal sagrato della [[Chiesa di Santa Maria La Nova (Scicli)|chiesa di Santa Maria La Nova]]
}}
 
{{Sequenza immagini
|larghezza=200px
|titolo= Complessi ecclesiastici
|File:Chiesa della Madonna del Carmine, Scicli (RG).jpg|Chiesa della Madonna del Carmine
|File:Convento e chiesa di Santa Maria della Croce Scicli.jpg|Complesso di Santa Maria della Croce
|File:Chiesa di Santa Maria del Gesù, a Scicli (RG).jpg|Chiesa di Santa Maria del Gesù
|File:Complesso di Santa Maria del Rosario, Scicli (RG).jpg|Complesso di Santa Maria del Rosario
|File:Convento dei Cappuccini, Scicli (RG).jpg|Rovine del Complesso dei Cappuccini
|File:Convento dei francescani conventuali di Sant'Antonino, Scicli (RG).jpg|Rovine del Convento dei francescani conventuali di Sant'Antonino
|File:Convento della Madonna delle Milizie, Scicli (RG).jpg|Santuario della Madonna delle Milizie
}}
==== Chiesa di San Matteo Apostolo ed Evangelista ====
Simbolo di Scicli e chiesa madre fino al 7 ottobre 1874, la [[Chiesa di San Matteo (Scicli)|Chiesa di San Matteo]] è posta sul colle omonimo, sito della città vecchia, ad un'altezza di 228 m sul livello del mare. È l'edificio ecclesiastico più antico della città, tanto che alcuni storiografi ne fanno risalire la fondazione all'epoca paleocristiana, altri alla dominazione normanna. Di certo, durante il medioevo esisteva nello stesso sito una grande basilica a tre navate con un alto campanile collocato a sud, dietro alle absidi; l'attuale pianta dovrebbe rispecchiare per sommi capi quella medievale: tre navate a cinque campate che sfociano in un ambiente centrico formato dal transetto e dalle tre absidi rettangolari.
 
==== Chiesa di San Guglielmo <small>(Chiesa Madre; ex Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola)</small> ====
Risalente al 1751 e annessa al Collegio gesuitico demolito a metà del XX secolo, è la chiesa madre della città dal 7 ottobre 1874, anno del trasferimento della matrice dalla chiesa di San Matteo. Segue i dettami dell'architettura gesuitica internazionale. Presenta tre navate, con cappelle laterali, presbiterio e coro absidato.
 
==== Chiesa di San Giovanni Evangelista ====
La facciata concavo-convessa a tre ordini della [[Chiesa di San Giovanni Evangelista (Scicli)|Chiesa di San Giovanni Evangelista]] rivela influssi borrominiani (si prenda ad esempio [[San Carlino alle Quattro Fontane]], a [[Roma]]). L'interno a pianta ellittica è coperto da una cupola (con i finestroni che si aprono direttamente sull'imposta di quest'ultima), preceduta da un endonartece e conclusa da un'abside. Gli stucchi e le decorazioni dell'interno sono dei secoli XIX e XX.
 
==== Cappella della Madonna della Grazia ====
Antica edicola votiva sita a pochi passi dalla chiesa della Croce; fu eretta nel 1602 con il sagrato antistante scavato nella roccia. La cappella fu edificata per contenere il quadro miracoloso della Vergine "Madre della Città di Scicli" sino al 1615 (ora custodito nella Chiesa della Madonna del Carmine). A causa della traslazione all'interno della chiesa conventuale, furono i numerosi miracoli lì avvenuti grazie al quadro taumaturgo. Essi furono attestati dai frati del convento della Croce e dal notaio Mirabella (come attesta la tavola con memoriale, visibile accanto al quadro).
 
==== Chiesa del Calvario ====
Situata sul Colle della Croce, è risalente almeno al 1521. L’ingresso presenta un portone decorato con simboli della Passione, mentre l’interno, scavato nella roccia, conserva un pavimento originale e un altare in pietra con un paliotto raffigurante ''La Pietà''. Le pareti ospitano nicchie con busti della Madonna e di San Giovanni e affreschi che ritraggono la Crocifissione. Un bassorilievo del Cristo deposto è visibile dietro l’altare. La presenza della lettera ''tau'' suggerisce un legame con il [[Complesso di Santa Maria della Croce|Convento della Croce]]. Dopo il [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], la chiesa custodì gli Oli Sacri della [[Chiesa di San Matteo (Scicli)|chiesa (all’epoca ancora matrice) di San Matteo]]. La notte del [[Giovedì santo|Giovedì Santo]], era meta di un pellegrinaggio penitenziale.
 
==== Chiesa della Madonna di Fàtima ====
Costruita immediatamente dopo la fine della [[Seconda Guerra Mondiale]], è la chiesa che serve l'omonimo quartiere, nel centro geografico della città. Ha subito importanti lavori di restauro degli interni alla fine del [[2024]].
 
==== Chiesa del Santissimo Salvatore ====
È la chiesa del Villaggio ''Jungi'', costruita dopo la fine della [[Seconda Guerra Mondiale]]. Si distingue da tutte le altre per il massiccio uso di vetro nella costruzione della facciata. Essendo stata costruita tra le ore 18:00 del 27 giugno [[1965]] e il giugno [[1968]], è la più giovane chiesa di Scicli.
 
==== Chiesa di Santa Maria della Consolazione ====
La struttura attuale delle navate resistette al sisma del 1693 e risale al 1600 circa; l'abside, il cupolino e gli ambienti adiacenti (ovvero la Sala del Capitolo e la sagrestia) furono ricostruiti successivamente, secondo uno stile pomposamente settecentesco-rococò; notevole risulta la pavimentazione a tarsie marmoree del presbiterio nonché il fastoso organo settecentesco e gli stalli lignei ottocenteschi. Era precedentemente intitolata a [[Tommaso (apostolo)|San Tommaso Apostolo]].
 
==== Chiesa di San Bartolomeo Apostolo ====
La [[Chiesa di San Bartolomeo (Scicli)|Chiesa di San Bartolomeo Apostolo]] risale ai primi anni del XV secolo; inserita nella "cava" omonima, la cui facciata a torre dei primi dell'Ottocento riprende temi già sviluppati a Ragusa da Rosario Gagliardi (nel Duomo di San Giorgio) e da fra' Alberto Maria San Giovanni Battista (riguardo la chiesa di San Giuseppe), entrambi a Ragusa Ibla. L'interno è ad unica navata a croce greca e si presenta sostanzialmente tardo barocco-rococò; custodisce un ciclo di stucchi che vanno dal Settecento all'Ottocento.
 
==== Chiesa di San Giuseppe ====
Si trova nel quartiere omonimo, edificata dove già dal 1507 esisteva una cappella dedicata al Santo dalla nobile famiglia locale di Giannantonio Miccichè, crollata in parte durante il terremoto del 1693 e ricostruita nello stile barocco dell’epoca, caratterizzante tutto il Val di Noto. L’esterno è molto sobrio, con una facciata concava datata 1722; l'interno è settecentesco, con interventi anche ottocenteschi, ricco di stucchi barocchi e una volta dai colori molto eleganti. Custodisce due statue di grande valore: la lignea settecentesca di San Giuseppe, laminata in argento, opera dello scultore napoletano Pietro Padula e, soprattutto, quella marmorea del 1497 di Sant'Agrippina, attribuita a Gabriele di Battista, vero e proprio capolavoro del quattrocento siciliano. Di rilievo anche il dipinto seicentesco che rappresenta la Cacciata dei mercanti dal Tempio da parte di Gesù e quello del 1765 della Madonna della Grazia (o del Latte) con le martiri siciliane, Santa Lucia e Sant'Agata. Infine, è importante evidenziare la presenza delle due acquasantiere seicentesche, realizzate con pietra pece ragusana e pietra calcarea di Comiso.
 
==== Chiesa di San Michele Arcangelo ====
La [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Scicli)|Chiesa di San Michele Arcangelo]], come la vicina [[Chiesa di San Giovanni Evangelista (Scicli)|chiesa di San Giovanni Evangelista]], mostra una struttura architettonica palesemente settecentesca e un apparato decorativo in stucco ottocentesco già pienamente Neoclassico. L'impianto è trapezoidale, coperto da una volta in stucco a guscio di noce e concluso da un'abside semicircolare.
 
==== Chiesa di San Pietro Apostolo, primo Papa ====
Situata sulle pendici occidentali del colle di San Matteo, è una delle prime chiese cristiane scavate nella roccia. Risale al XVII secolo, quando la grotta originaria fu ampliata; fu chiusa al culto nei primi anni del XIX secolo. L'edificio, oggi in stato di conservazione precario, è ad unica navata con tre campate. La parte originaria, un ambiente ipogeo dietro l'altar maggiore, è l'unica testimonianza della chiesa rupestre, ora abbandonata e utilizzata come rifugio antiaereo durante la [[seconda guerra mondiale]]. L'accesso a quest'area avviene tramite due aperture simmetriche. L'interno conserva tracce del pavimento originale e di affreschi, tra cui uno che raffigura l'[[Ultima Cena]], danneggiato dalle incrostazioni.
 
==== Chiesa di San Vito Martire ====
Situata nel quartiere Pendinello sul colle di San Matteo, fu fondata nel [[1508]] da Giovanni Burgaletta nell'antico quartiere del Pendinello. Il complesso si trova su un pianoro che fiancheggia la strada regia verso la città antica e la [[Chiesa di San Matteo (Scicli)|chiesa di San Matteo]]. La facciata, di stile rinascimentale, è delimitata da paraste di ordine tuscanico e un cornicione mistilineo. Sopra il portale, ora deteriorato, si trova una finestra circolare, mentre lo stemma e il mascherone sulla pietra di volta sono quasi illeggibili. All’interno, un altare dedicato a [[Carlo Borromeo|San Carlo]] era famoso per la sua ricchezza e le sculture, ma la chiesa fu chiusa al culto nel [[XIX secolo]]. Nonostante non fosse distrutta dal [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], nel [[XX secolo]] fu trasformata in canile comunale e, successivamente, il tetto crollò.
 
==== Chiesa di Santa Lucia ====
Sorge in cima al colle di San Matteo e fu fondata nel [[XVII secolo]]. La prima notizia che si ha di tale chiesa risale al 26 novembre [[1570]], quando viene nominata in un atto stipulato presso il notaio Carlo Guarino. Fa poi parte dell'itinerario della processione di San Guglielmo stabilito dal [[Arcidiocesi di Siracusa|vescovo di Siracusa]], monsignor Francesco Fortezza, nel [[1684]]. In seguito, il Municipale Magistrato eleggeva periodicamente un procuratore per le rendite di questa chiesa.
 
==== Chiesa di Santa Maria della Catena ====
Risalente agli anni precedenti al Mille, è scavata nella roccia di calcare alle falde del Colle di San Matteo, in una zona dove i primi Cristiani eressero santuari per venerare la Madonna. Questi santuari si trovavano in spelonche intorno al colle e alle vallate di Santa Lucia e San Bartolomeo, aree che un tempo facevano parte del perimetro urbano dell’antica Scicli. Nel 1667, un atto notarile documenta l’istituzione di un Beneficio legato alla chiesa, appartenente a Don Francesco Sicoli. La chiesa ricevette anche terre donate da Don Ignazio Bono nel 1720. Ogni anno, si celebrava la festa della [[Madonna della Catena]], raffigurata con il Bambino Gesù e una catena, simbolo di protezione per i Cristiani sciclitani rapiti dai pirati. Un’antica statua della Madonna della Catena, realizzata nel 1100, viene portata in processione per la città. All’interno, si trova una pila d’acquasantiera di epoca bizantina, e la facciata, con portale ad arco, presenta colonne e capitelli in stile tardo-antico. Nel 1200, la chiesa fu trasferita in una grotta vicina, dove è ancora presente, e fu arricchita con stucchi dorati e pitture.
 
==== Chiesa di Santa Maria La Nova ====
Di origini antichissime (probabilmente bizantine), dal 1994 la [[Chiesa di Santa Maria La Nova (Scicli)|Chiesa di Santa Maria La Nova]] è sede del santuario di Maria Santissima della Pietà. La grande fabbrica ha attraversato vicende costruttive particolarmente complesse e travagliate. La maggior parte delle notizie che si hanno sono riferibili all'edificio seicentesco e alle successive ricostruzioni. La chiesa è stata retta da sempre da una potente confraternita, che tra l'altro nel XVI secolo acquisì l'ingente eredità del banchiere Pietro di Lorenzo, detto Busacca, benefattore di Scicli.
 
==== Chiesa di Santa Teresa d'Avila ====
La facciata della [[Chiesa di Santa Teresa (Scicli)|Chiesa di Santa Teresa d'Avila]] rivela influenze ancora legate alla tradizione architettonica precedente il terremoto del 1693. L'interno tardobarocco è uno dei più ricchi della Libero consorzio comunale per gli stucchi, le tele, le sculture e le pavimentazioni a tarsie bianche e nere.
 
==== Chiesa rupestre di Santa Maria di Piedigrotta ====
Scavata ai piedi del Colle della Croce nella cava di San Bartolomeo, fu fondata nel 1630 grazie a un Beneficio. Le donazioni di terreni provenivano da Don Giuseppe Miccichè, fondatore del Collegio dei Gesuiti di Scicli, e da altri Benefici della Basilica Collegiata di San Bartolomeo. All’interno, nell’abside della chiesa, si trova l’incantevole scultura in pietra marmorea locale della Madonna della Pietà, un’opera cinquecentesca menzionata in antichi libri e manoscritti che descrivono le ''Madonne sciclitane''.
 
==== Chiesa rupestre del Santo Spirito ====
Si trova sul Colle di San Matteo, presso il Castello dei Tre Cantoni. Citata in un atto notarile del 1375, la chiesa originaria era interamente scavata nella roccia, ma subì il crollo del costone su cui sorgeva a seguito del terremoto del 1693. Nei primi anni del XVIII secolo, fu ricostruita in muratura e completata nel 1747, come testimoniato da un’incisione sul prospetto. Dell’edificio settecentesco restano oggi il portale monumentale, con colonne scanalate e capitelli ionici, e tracce di affreschi nell’abside e nel subsellium, tra cui una Madonna velata e una figura identificabile con il Beato Guglielmo. Sotto la chiesa si trova una cripta, un tempo decorata con pitture, collegata tramite un passaggio gradinato scavato nella roccia. Oggi la struttura è gravemente danneggiata e soggetta a degrado e vandalismi.
 
==== Complesso dei Cappuccini ====
Il complesso si estende fra le pendici delle rocciosa collina della Croce e l'altura argillosa della Bastita. Il convento fu costruito annesso a quella che era la chiesa di Sant'Agrippina. Il culto della santa si trasferì poi nella chiesa di San Giuseppe, dove ancora rimane la bellissima statua marmorea del 1497 (di probabile scuola [[Gagini (famiglia)|gaginiana]]) dedicata alla Santa.
 
==== Complesso del Carmine ====
Fra tutte le architetture ecclesiastiche della città, il complesso del Carmine rivela la più elevata omogeneità stilistica fra le componenti architettoniche, scultoree e pittoriche: tutto concorre a creare un'atmosfera rococò (gli stucchi candidi, la luminosità dell'aula, le numerose tele). L'impianto architettonico ad aula unica è definito da un ciclo di stucchi monocromi attribuiti al Gianforma stuccatore palermitano, allievo di [[Giacomo Serpotta]]. Il convento secondo il progetto originario si articolava attorno a due vaste corti porticate delle quali ci è pervenuta soltanto quella orientale, oggi pesantemente occultata da tamponamenti e da aggiunte contemporanee che impediscono di apprezzare in maniera chiara la concezione spaziale originaria. La corte è adornata da due splendide statue inserite in nicchie settecentesche simmetricamente disposte rispetto al grande ingresso. Una originale pavimentazione geometrica a ciottoli (consuetudine consolidata e diffusa) rendeva lo spazio aperto ancora più accentrato.
 
==== Complesso di Santa Maria della Croce ====
Di origini tardomedievali, il [[Complesso di Santa Maria della Croce]] custodisce tra le sue vecchie mura due antichi chiostri porticati; l'interno della chiesa, rimodulato nel Settecento con un ciclo di stucchi bianchi, conserva ancora numerose lapidi e sepolcri medioevali. La facciata, sobria ed elegante, è impreziosita da un portale con [[archivolto]] [[Gotico spagnolo|gotico-catalano]], da tre stemmi (quello dell'Università di Scicli (ovvero il Comune), quello degli Enríquez e quello dei Cabrera) e da una porzione di cornice che apparteneva al [[rosone]]. Sorge sull'omonima collina, ad un'altitudine di 235 m sopra il livello del mare.
 
==== Complesso di Santa Maria del Gesù ====
Chiusi da tempo, la chiesa ed il convento di Santa Maria del Gesù sono situati alle spalle di via Francesco Mormino Penna, sul tratto finale di corso [[Giuseppe Mazzini]]. A settembre 2025, inizieranno importanti lavori di consolidamento strutturale e di restauro, in vista della riapertura e della restituzione all'ordine.
 
==== Complesso della Madonna del Rosario <small>(precedentemente, della Madonna di Monserrato)</small> ====
La chiesa della Madonna di Monserrato, oggi nota come del Rosario, fu costruita nel [[1516]] e ampliata grazie alla devozione di numerosi fedeli sciclitani. Citata da Rocco Pirri in ''Sicilia sacra'', la sua fondazione è attestata da un atto notarile del [[1539]], che menziona i principali benefattori. Sorge sulla sommità del Monte Campagna, offrendo una vista panoramica sul territorio e sul mare. Al suo interno è venerata una statua miracolosa della Vergine, posta nella Cappella dell’Altare Maggiore nel 1648 da padre Domenico Rosa. Si tramanda che nel [[1600]] fu trovata un’ampolla d’olio inestinguibile, usata per guarire gli ammalati. Inoltre, si racconta che la Vergine apparve al [[Gran maestro dell’Ordine di Malta]], [[Jean de la Valette]], prima della [[Assedio di Malta (1565)|battaglia del 1565 contro i Turchi]]; in segno di gratitudine, questi donò alla chiesa bottino di guerra e quaranta mortai in bronzo, fusi per realizzare una campana tuttora presente nel campanile. Accanto alla chiesa sorse un convento [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]], attivo dal [[1556]] e ufficialmente affidato all’ordine nel [[1567]]. Soppresso nel [[1652]] per mancanza di fondi, riprese l’attività grazie a donazioni, ospitando scuole di teologia e filosofia da cui uscirono insigni predicatori. Il [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]] danneggiò solo il cappellone, poi restaurato. Oggi il complesso è gestito dalle Monache dell’[[Ordine di Santa Maria della Mercede]], la quale comunità fu fondata il 23 luglio [[1883]] da padre Timoteo Longo e madre Ermelinda Concezione Iannitto; vi si svolgono attività educative per i minori.
 
==== Convento dei francescani conventuali di Sant'Antonino ====
Nell'ottica dell'ibrido, ma con un'apertura straordinaria verso il mondo rinascimentale, sarebbe stato fondato tra 1514 e 1522. La costruzione di una cappella funeraria che funge da tribuna, coperta a cupola costolonata, ma con inserti classicisti deve necessariamente essere accostata a una committenza alta, che non è nota, ma che potrebbe essere stata determinante per costruzioni di cappelle di corte come quelle di Comiso (voluta dai Conti Naselli nel 1517) o di Militello. Le cappelle cupolate aggregate come tribuna a chiese francescane, secondo la consuetudine, furono inaugurate dal progetto dell'Alberti per il [[Tempio malatestiano]]. Indubbiamente, la cappella (attualmente in pessimo stato di conservazione, prossimo alla scomparsa delle poche rovine rimaste) assume un valore competitivo tanto da potere essere messa in relazione solo con iniziative comitali. La cappella «Cabrera» in [[Chiesa di Santa Maria di Betlem (Modica)|Santa Maria di Betlem]] a [[Modica]] assume un significato analogo, ancora più ricco e celebrativo; fermo restando che la sua costruzione deve riferirsi ai primi decenni del XVI secolo, si deve ancora pensare a una committenza alta, forse un ramo della famiglia dei Cabrera. Si tratta di opere che non è possibile leggere con gli schematismi di un mitizzato e rigido universo classicista poiché esplorano una via siciliana, un «antico» autoctono, e pervengono a un Rinascimento esotico che affonda le radici in tecniche costruttive locali. I grandi passaggi nodali che gettano ponti tra l'ultimo gotico e il [[Rinascimento siciliano]] seguono probabilmente vie e vicende differenti dal contemporaneo travaglio iberico, ma altrettanto complesse e non sottovalutabili sono le strade di un interscambio culturale stretto. Alla constatazione di comunanze linguistiche, di semplici forme, va anche affiancata una ricerca senza pregiudizi che tenga in giusta considerazione la mobilità della committenza, i suoi programmi e le sue idee.<ref>Marco Rosario Nobile (1994), ''Una committenza iberica nella Sicilia fra tardogotico e Rinascimento'', ''Espacio, Tiempo y Forma, Serie VII, H^ del Arte, t. 7'', pp. 35-36</ref>
 
==== Santuario ed Eremo della Madonna delle Milizie ====
Situato fuori dalla città, presso la contrada Giammarito, a 3 chilometri e mezzo a nord est della frazione di [[Donnalucata]], ricorda la leggendaria battaglia avvenuta nel 1091 tra Normanni e Saraceni, durante la quale la [[Madonna delle Milizie|Madonna, a cavallo e armata di spada]], è intervenuta. Il complesso registra varie fasi costruttive, dal tardo medioevo al [[XX secolo]]. Dopo aver subito dei lavori di restauro nel [[2024]], l'Eremo è ritornato fruibile alla collettività dal [[28 maggio]] [[2025]].<ref>{{cita web |url=https://www.videomediterraneo.it/notizie/attualita/madonna-delle-milizie-consegnato-santuario/ |titolo=SCICLI - MADONNA DELLE MILIZIE, CONSEGNATO SANTUARIO |data=28 maggio 2025 |accesso=28 maggio 2025}}</ref>
 
==== Chiese e complessi non più esistenti <small>''(elenco incompleto)''</small> ====
;Chiese:
*'''Chiesa del Patrocinio di Maria Vergine''': fu fondata verso il 1700 dal barone Giovanni Penna e fu demolita alla fine del XVIII secolo.
*'''Chiesa del [[Salvator mundi|Salvatore]]''': fu una vecchia chiesa distrutta dal terremoto del 1693, sulla quale area venne poi edificato il convento di San Francesco da Paola.
*'''Chiesa della Madonna della Grazia''': fu edificata vicino alla chiesa di Santa Maria la Nova ed all'antico palazzo dell'Università; chiamata anche chiesa della Madonna del Tocco, in essa si riuniva al suono della campana maggiore il Consiglio Comunale.
*'''Chiesa della Madonna di Loreto''': fu fondata da Andreotta d'Arizzi nell'antico quartiere Senia alla fine del [[XV secolo]] e fu resa polvere dal terremoto del 1693.
*'''Chiesa della Madonna della Provvidenza''': fu costruita sotto la chiesa del Calvario; risultò già ridotta ad abitazione privata durante il XVI secolo.
*'''Chiese della Madonna della Raccomandata''': ne sorsero due. La prima esistette presso il Castello dei Tre Cantoni nel [[XV secolo]]; la seconda fu fondata nel XVII secolo da Giovanni Zisa in un punto ormai dimenticato e fu demolita nel XVIII secolo.
*'''Chiesa della [[Esaltazione della Santa Croce|Santa Croce]]''': fu costruita sul piano dell'Oliveto (dove oggi ha sede una delle tre scuole primarie della città) e fu distrutta dal terremoto del 1693.
*'''Chiesa di [[Agrippina di Mineo|Sant’Agrippina]]''': fu una chiesa esistita sull'antico piano dell'Oliveto (attualmente occupato da una delle tre scuole primarie, nell'omonimo quartiere) e fu demolita per permettere la costruzione del convento dei Cappuccini.
*'''Chiesa di [[Santa Caterina da Siena]]''': fu edificata all'angolo tra via Catena e via San Filippo nel XVII secolo e fu chiusa al culto nella seconda metà del XIX secolo.
*'''Chiesa di [[Andrea (apostolo)|Sant’Andrea Apostolo]]''': fondata da Andrea Paguni a destra della chiesa di Santa Maria la Piazza, fu demolita nel [[XIX secolo]].
*'''Chiesa di [[Antonio abate|Sant’Antonio Abate]]''': fu edificata vicino la chiesa di Santa Maria la Piazza e l'antico Ospedale. Chiamata anche '''Chiesa dell'Ospedale''', fu demolita nel [[XIX secolo]].
*'''Chiesa di [[Papa Clemente I|San Clemente Martire]]''': fu costruita sulla via Maestranza (poi via Maestranza Vecchia; attuale corso Anita Garibaldi) e fu demolita nel XIX secolo.
*'''Chiesa di [[San Cristoforo|San Cristofaro]]''': esistita in tempi remoti, aveva sede presso l'antico quartiere Pagliarelli.
*'''Chiesa dei Santi [[Filippo Neri|Filippo]] e [[San Lorenzo|Lorenzo]]''': fu costruita dal priorato benedettino vicino la chiesa di Santa Maria della Consolazione e fu demolita nel [[XIX secolo]].
*'''Chiesa di [[Giacomo l’Interciso|San Giacomo Interciso]]''': fu una piccola chiesetta costruita nell'antico quartiere Burcurdizzo e venne demolita nel [[XVIII secolo]] per fare posto al Convento dei Santa Maria del Monte Carmelo.
*'''Chiesa di [[San Giorgio martire]]''': sita nell'omonima via, fu fondata dal conte Ruggero d'Altavilla in seguito alla vittoria contro i saraceni del 1091; è stata demolita ed oggi vi sono abitazioni private al suo posto. Sulla facciata di quella che ha preso il posto della chiesa, dal luglio 2016 vi è una lapide in ricordo.
*'''Chiese di [[San Nicola di Bari|San Nicolò, Vescovo di Mira]]''': ne sorsero due. Una fu sita nel quartiere storico che da essa prese il nome, dove oggi si trova il pubblico abbeveratoio, e fu con molta probabilità la prima chiesa del paese; è stata demolita nel [[XIX secolo]]. L'altra, costruita nel [[XVI secolo]] da Giovanni Leonardo Giampiccolo nell'antico quartiere Senia, fu demolita alla fine del [[XVIII secolo]].
*'''Chiesa di [[Paolo di Tarso|San Paolo Apostolo]]''': fu una piccola chiesetta sulla cui area, dopo la demolizione, fu costruita quella di Santa Maria la Nova.
*'''Chiesa di [[San Rocco]]''': fu una chiesetta dell'antico quartiere Senia e venne demolita per far posto al convento di Santa Maria del Gesù.
*'''Chiesa di [[San Sebastiano]]''': fu una chiesetta dell'antico quartiere Senia e venne demolita per far posto al convento di Santa Maria del Gesù.
*'''Chiese di [[Santa Barbara]]''': ne sorsero due. Una, molto antica, esistette sulle pendici del colle di San Matteo nel [[XVI secolo]]; l'altra, edificata verso il [[1500]] nel quartiere Scifazzo, dipese dalla chiesa di San Matteo e fu demolita dal terremoto del 1693 per esser mai più riedificata.
*'''Chiesa di [[Basilica della Santa Casa|Santa Maria di Loreto]]''': fu edificata lungo l'omonima via.
*'''Chiesa di [[Maria Maddalena|Santa Maria Maddalena]]''': fu fondata nel [[XV secolo]].
*'''Chiesa di Santa Maria del Pozzo''': esistette nei primi anni del [[XV secolo]].
*'''Chiesa di Santa Maria la Piazza''': edificata nel periodo in cui l'abitato si trasferiva dal colle di San Matteo a valle, fu così appellata per la presenza, davanti ad essa, del vasto piano sul quale veniva svolto il mercato cittadino. Ritenuta un tempo la più bella chiesa di Scicli e la più antica tra le sacramentali, fu demolita dopo l'Unità d'Italia per permettere la costruzione di via Maestranza (attuale via Francesco Mormino Penna).
*'''Chiesa di Santa Margherita''': fu costruita verso il [[1500]] e demolita nel [[XIX secolo]].
*'''Chiesa di Santa Oliva''': fu demolita prima del terremoto del 1693.
*'''Chiesa di Sant'Orsola''': fu costruita su una delle alture della cava di San Bartolomeo, a levante; detta anche Sant'Orsola al Monte, fu chiusa al culto nei primi anni del XIX secolo.
*'''Chiesa di [[Santa Rosalia]]''': fu edificata all'estremo limite della Cittadella nel 1500 circa ed esistette per parecchi anni dopo il terremoto del 1693.
*'''Chiesa di [[Santa Veneranda|Santa Venera]]''': fu una piccola chiesetta sulla cui area, dopo la demolizione, fu costruita quella di Santa Maria la Nova.
*'''Chiesa di [[Teodoro di Amasea|San Teodoro]]''': fu edificata nel [[XVI secolo]] in piazza Fontana (attuale piazza Italia) a spese della famiglia Melfi e demolita nel [[XVIII secolo]] per far spazio all'ancora oggi esistente palazzo Fava.<ref>{{Cita libro|nome=Mario|cognome=Pluchinotta|titolo=Memorie di Scicli (seconda edizione riveduta ed accresciuta)|editore=Tipografia "La Perello" di G. Ficicchia|città=Scicli|anno=1932}}</ref>
 
;Complessi:
{{...|centri abitati d'Italia}}
 
=== Architetture civili ===
{{Sequenza immagini
|larghezza=200px
|titolo= Palazzi
|File:Antica Farmacia Cartia, Scicli (RG).jpg|Facciata e porta d'ingresso dell'Antica Farmacia Cartia
|File:Antica Farmacia Cartia.jpg|Dipinto di Giovanni Gentile all'interno della Farmacia
|File:Scicli PalazzoBeneventano 010 1271.jpg|Palazzo Beneventano
|File:Palazzo Bonelli-Patané, Scicli (RG).jpg|Palazzo Bonelli-Patanè
|File:Facciata di palazzo Busacca, Scicli (RG).jpg|Facciata principale di Palazzo Busacca
|File:Palazzo Conti, Scicli (RG).jpg|Palazzo Conti
|File:Scicli PalazzoFava 010 1119.jpg|Palazzo Fava
|File:Scicli TownHall 010 1361.jpg|Sezione centrale della facciata di Palazzo Palle
|File:Palazzo Papaleo, Scicli (RG).jpg|Palazzo Papaleo
|File:Chiesa di Santa Teresa d'Avila e Palazzo Spadaro, a Scicli (RG).jpg|Veduta della facciata di Palazzo Spadaro e della Chiesa di Santa Teresa d'Avila
}}
==== Antica Farmacia Cartia ====
Gioiello in stile liberty, si trova in via Francesco Mormina Penna. Fu aperta da Guglielmo Cartia senior l'11 luglio [[1902]] e, dal 6 aprile [[2014]], è stata trasformata in museo sotto la gestione dell’Associazione Culturale Tanit Scicli. L’interno conserva i mobili originali di inizio Novecento, realizzati dal falegname ed ebanista sciclitano Emanuele Russino. Le decorazioni sono impreziosite da un dipinto liberty di Giovanni Gentile, raffigurante la dea greco-romana della salute, [[Igea]]. Le vetrine custodiscono contenitori di composti solidi e liquidi utilizzati nel laboratorio galenico, oltre a strumenti come alambicchi, mortai in bronzo e pietra, provette e antiche medicine, coprendo un arco temporale che va dai primi del [[XIX secolo|Novecento]] agli [[anni 1980]]. Una delle vetrine più particolari è quella dedicata ai veleni. L’Antica Farmacia Cartia è stata utilizzata come ___location cinematografica ne ''Il commissario Montalbano'' e ''Il giovane Montalbano'', nella [[La stagione della caccia - C'era una volta Vigata|trasposizione cinematografica]] del romanzo storico di [[Andrea Camilleri]], ''[[La stagione della caccia]]''.<ref name="Cartia">{{Cita web|url=https://www.piccolimusei.com/museo/museo-dellantica-farmacia-cartia/|titolo=Museo dell'Antica Farmacia Cartia|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
==== Palazzo Beneventano ====
È considerato uno dei più importanti esempi di barocco siciliano. [[Anthony Blunt|Sir Anthony Blunt]] lo definì “il più bel palazzo barocco di Sicilia”, lodandone il pallido colore giallo-oro che, alla luce del sole, acquista un’indescrivibile opulenza. Situato alle pendici del Colle di San Matteo, il palazzo si trova in una posizione strategica tra l’antica cittadella fortificata e la città settecentesca, sviluppatasi nelle cave di Santa Maria La Nova e di San Bartolomeo. Il prospetto è caratterizzato da monumentali mascheroni “irriverenti”, elementi decorativi barocchi e un cantonale che collega i due fronti. In cima al cantonale si trova lo stemma coronato della famiglia Beneventano, ornato da due teste di moro, divenuto uno dei simboli della città di Scicli. Il palazzo è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.<ref>{{Cita web|url=http://sitiunescosiciliasudest.it/it/azioni-le-scuole/forme-dellidentita/id-stamp/palazzo-beneventano|titolo=Palazzo Beneventano|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
==== Palazzo Bonelli-Patanè ====
Situato in via Francesco Mormina Penna, è un esempio significativo dello stile eclettico di inizio Novecento. L’esterno si presenta in un sobrio stile neoclassico, mentre gli interni mescolano elementi neoclassici, liberty e neogotici. Il palazzo ospita uno dei più ricchi impianti decorativi della città, opera di [[Raffaele Scalia]], che affrescò lo scalone principale, il salone delle feste, i salotti, la sala da pranzo e la camera da letto patronale, progettando anche gli arredi. Dal terrazzo si può ammirare il giardino interno e il panorama della città. Anch'esso è stato ___location de [[La stagione della caccia - C'era una volta Vigata]] trasposizione cinematografica del romanzo storico di [[Andrea Camilleri]], ''[[La stagione della caccia]]''.<ref>{{Cita web|url=https://sistemamusealescicli.it/sites/palazzo-bonelli-patane/|titolo=Palazzo Bonelli-Patanè|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
==== Palazzo Busacca ====
Sito sulla via Nazionale e su piazza Busacca, il palazzo è stato costruito a metà del XIX secolo sul terreno precedentemente occupato dalla ormai demolita chiesa di Santa Maria la Piazza.
 
==== Palazzo Conti ====
Il palazzo risale agli ultimi decenni del XIX secolo e presenta un disegno della facciata in stile neoclassico. L’elemento più caratteristico è il portale d’ingresso, ornato da due colonne tuscaniche e un fregio con metope e triglifi. I balconi laterali sono decorati con timpani e mensole dal design geometrico.<ref>{{Cita web|url=https://www.palazzocontiscicli.it/palazzo-conti/|titolo=Palazzo Conti|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
==== Palazzo Fava ====
Uno dei primi, monumentali palazzi barocchi della [[Terremoto del Val di Noto del 1693|ricostruzione post-sisma del 1693]], rappresenta il perno prospettico tra lo scenario naturale della cava di San Bartolomeo e la fuga prospettica sul paesaggio antropizzato di piazza Italia e corso [[Anita Garibaldi]]. Il prospetto, di gusto tardosettecentesco, è impreziosito dalla ricca decorazione del portale d’onore e dei balconi affacciati su piazza Italia. Unico nel suo genere è il balcone su via San Bartolomeo, le cui mensole, databili intorno al 1730, raffigurano due grifi e due cavalli alati con code pisciformi di ascendenza medievale e [[Architettura manierista|manieristica]], sorretti da svariate teste di moro.<ref>{{Cita web|url=https://sitiunescosiciliasudest.it/it/azioni-le-scuole/forme-dellidentita/id-stamp/palazzo-fava|titolo=Palazzo Fava|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
==== Palazzo Palle (Palazzo di Città; Municipio) ====
Sede istituzionale principale del Comune, è stato costruito nei primissimi anni del [[XX secolo]] sul sito del demolito monastero delle [[monache benedettine|Benedettine]], annesso alla [[Chiesa di San Giovanni Evangelista (Scicli)|chiesa di San Giovanni Evangelista]], ed inaugurato nel 1906. È in stile eclettico [[Architettura neorinascimentale|neorinascimentale]], mostrando elementi del primo [[rinascimento]] [[Firenze|fiorentino]] (quali le bifore e il bugnato di [[Palazzo Rucellai]] progettato a metà del Quattrocento da [[Leon Battista Alberti]]), ma anche citazioni [[Michelangelo|michelangioesche]] (come l'[[ordine gigante]]). Il municipio di Scicli è l’unico edificio civile all’interno di uno spazio prevalentemente religioso e aristocratico ed è noto per essere stato utilizzato come sede del commissariato di [[Vigata]] (impiegando la facciata esterna e la parte destra del piano terra) e della questura di [[Montelusa]] (servendosi solo del primo piano) nelle serie televisive ''[[Il commissario Montalbano]]'' (1999-2021) e ''[[Il giovane Montalbano]]'' (2012-2015).<ref name="Palazzi storici">{{Cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1123|titolo=Palazzi Storici|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
==== Palazzo Papaleo ====
Il palazzo è il risultato dell’unione di due edifici del [[XIX secolo]]. L’interno è stato ristrutturato nei primi decenni del [[XX secolo]], mentre l’esterno conserva la differenza stilistica tra i due edifici originari.<ref name="Palazzi storici" />
 
==== Palazzo Spadaro ====
Fu costruito a più riprese nel [[XVIII secolo]] dalla famiglia Spadaro, di origine modicana, trasferitasi a Scicli nel [[XVII secolo]]. Il prospetto tardobarocco segue l’andamento curvilineo della strada. La facciata presenta otto balconi con inferriate convesse in ferro battuto, decorate con motivi rococò geometrici e floreali. Il portale principale, situato di fronte alla [[Chiesa di San Michele Arcangelo (Scicli)|chiesa di San Michele Arcangelo]], è arricchito dal simbolo araldico della famiglia Spadaro: un leone rampante. La scalinata interna, progettata dal capomastro Giorgio Vindigni di [[Modica]], è decorata con policromie sulle pareti e sul soffitto. Al primo piano, le sale si susseguono “ad infilata”, con ambienti destinati a sala del fumo e sala del tè. L’ultima stanza dell’ala nord ospitava una piccola cappella, di cui restano due crocifissi quattrocenteschi. Le stanze erano pavimentate con maioliche di [[Caltagirone]]. Un tempo il palazzo custodiva una collezione di vasi greci e siculi, un medagliere greco-romano e una pinacoteca. Ancora visibile è la tela raffigurante Apollo e le Muse (del XIX secolo), situata sul soffitto del salone centrale, e una seconda tela raffigurante Venere e Marte, opera di [[Raffaele Scalia]]. Un terrazzino collega l’edificio principale con un altro edificio sulla via opposta, formando un passaggio sopraelevato frequentato un tempo dagli innamorati.<ref>{{Cita web|url=https://sistemamusealescicli.it/sites/palazzo-spadaro/|titolo=Palazzo Spadaro|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
==== Monumenti ====
*Monumento a Pietro di Lorenzo, detto ''Busacca'';
*Monumento alla Resistenza Italiana;
*Monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale;
*Monumento all'Impresa dei Mille e alle Camicie Rosse sciclitane;
*Monumento alle Vittime della Strada.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Castelluccio di Scicli.jpg|thumb|Ruderi del Castellaccio visti dalla Piazza d'Armi del Castello dei Tre Cantoni, 2021]]
Scicli ha sempre mantenuto nei secoli il carattere di cittadella fortificata, sia per la posizione strategica nel territorio a difesa della costa sia per la sua singolare articolazione morfologica su alture particolarmente scoscese, che l'ha resa difficilmente espugnabile. Verso la metà del [[XIV secolo]], quando ancora la città sorgeva sul colle di San Matteo, esistevano due castelli:
* il Castellaccio (detto ''castrum magnum'') di cui ci rimangono pochi ma maestosi resti sulla cima rocciosa del colle di San Matteo. Si tratta di un dongione normanno.
* il Castello dei Tre Cantoni (detto nella storiografia locale ''Castelluccio'' o ''castrum parvum'' o ''triquaetrum'') è posto a difesa dell'unico fronte non dirupato e quindi naturalmente protetto della città antica, quello orientale, verso [[Ispica]]. Si erge su un profondo fossato che divide il territorio urbano intra moenia dalla campagna; un bastione quadrilatero fa da zoccolo all'intera struttura rinforzata agli angoli da ulteriori torri; sulla sommità sono ancora visibili e visitabili le fondazioni di una torre triangolare di età antica che dà il nome al complesso. A occidente su una terrazza calcarea si apre la cosiddetta piazza d'Armi che sovrasta i resti del vicino Castellaccio. I ruderi del castello ''triquaetro'' stanno attraversando un preoccupante processo di degrado.
 
=== Piazze e giardini ===
{{Sequenza immagini
|larghezza=200px
|titolo=
|File:Veduta grandangolare di piazza Italia, Scicli (RG).jpg|Veduta grandangolare di Piazza Italia
|File:Piazza Busacca, Scicli (RG).jpg|Scorcio grandangolare di Piazza Busacca
|File:Via Francesco Mormino Penna e Palazzo Palle, Scicli (RG).jpg|Vista di via Francesco Mormino Penna e di piazza Municipio
|File:Villa Penna, Scicli (RG).jpg|Veduta del cancello d’entrata di Villa Penna
}}
 
==== Piazza Italia ====
Creata tramite la copertura del torrente di San Bartolomeo, ha per questo una conformazione lineare. È uno dei nodi urbanistici più importanti della città nonché la piazza più vasta. Su questa area prospettano numerose architetture di pregio che vanno dal secolo XVIII al XX. A monte, si trovano palazzo Fava, la chiesa del Collegio dei Gesuiti (ovvero di Sant'Ignazio), palazzo Iacono e palazzo Mormina Penna. Poco più a valle, lo spazio vuoto prosegue indisturbato seguendo il corso del torrente fino al largo Gramsci, sul quale insiste il Cine-Teatro Italia. Tutta l'area è delimitata dai prospetti di numerosi palazzi ottocenteschi. Una curiosità caratterizzante piazza Italia è la presenza (accanto la chiesa madre di San Guglielmo) di un edificio modernista ispirato alle architetture di [[Oscar Niemeyer]] – in particolare al Palácio da Alvorada a [[Brasilia]] – costruito negli anni sessanta al posto del demolito Collegio gesuitico.
 
==== Piazza Busacca ====
Progettata a fine Ottocento è un'area rettangolare individuata principalmente da due elementi: il complesso del Carmine, che ne costituisce il limite occidentale, e la Maestranza Nuova (oggi via Nazionale), che la delimita a oriente; a sud è chiusa dal Palazzo Busacca, costruito grazie alle rendite dell'eredità del benefattore; a nord, fino al periodo prebellico, esisteva uno dei palazzi barocchi più grandi e fastosi della città, Palazzo Di Lorenzo, di cui resta visibile poco più a monte un pilone angolare decorato con varie grottesche. Al centro della piazza, troneggia il monumento marmoreo a Pietro di Lorenzo, detto "Busacca", dello scultore palermitano [[Benedetto Civiletti]].
 
==== Piazza Municipio e via Francesco Mormino Penna ====
Costituiscono l'antico corso San Michele, cuore del centro storico. Su quasi trecento metri di basolato, prospettano edifici che vanno dal XVII al XX secolo, accomunati dall'uso della locale pietra calcarea che rende il contesto visivamente omogeneo. I monumenti che insistono sull'area pedonale sono (da ovest verso est) la chiesa di Santa Teresa e l'annesso convento (XVII - XVIII sec.), un garage di inizio Novecento in stile liberty, palazzo Spadaro (XVIII sec.), la chiesa di San Michele con l'annesso convento (oggi palazzo Carpentieri, XVIII sec.), palazzo Bonelli (XVIII - XIX sec.), palazzo Conti (XIX sec.), palazzo Veneziano-Sgarlata (XVIII sec.) e palazzo Papaleo (XIX sec.). A questo punto, lo spazio si dilata e la via sfocia su piazza Municipio: qui prospettano Palazzo Palle (ovvero il Municipio), la [[Chiesa di San Giovanni Evangelista (Scicli)|chiesa di San Giovanni Evangelista]], i resti della piccola chiesa di Sant'Andrea e diversi edifici ottocenteschi. Questo slargo è nato dalla demolizione della settecentesca chiesa di Santa Maria La Piazza, in seguito allo sventramento ottocentesco della Maestranza Nuova (oggi Via Nazionale). L'intera area di via Francesco Mormino Penna è stata inserita dall'[[UNESCO]] nella World Heritage List (città tardobarocche del Val di Noto, 2002).
 
==== Villa Penna ====
Giardino privato dei Baroni Penna e da sempre mantenuto dai proprietari per la pubblica fruibilità, noto a Scicli anche come ''a Villa''; la sua progettazione affronta gli stessi temi compositivi dei grandi-parchi annessi alle residenze reali europee del Settecento (modellazione del suolo, lunga scalinata assiale). Negli anni 1960, Villa Penna, in seguito a una controversia tra il Comune e il barone Penna, fu espropriata. Il proprietario, che aveva sempre mantenuto la Villa a proprie spese, con giardinieri e custodi che aprivano i cancelli all'alba e li chiudevano al tramonto, come da generazioni era sempre stato, dapprima si oppose all'esproprio, ma quando vide l'inesorabilità del procedimento e l'infondatezza, a suo giudizio, dell'atto espropriativo stesso fondato su una pubblica fruibilità di un bene che era stato creato e mantenuto per i cittadini di Scicli, senza però gravare sui conti pubblici, prima di perdere possesso del giardino, decise allora che, se il Comune di Scicli avesse voluto una Villa pubblica avrebbe dovuto farla ex-novo. Furono così tagliati gli alberi e asportato tutto quanto di sua proprietà e, per circa mezzo secolo, Scicli rimase priva del suo più grande spazio verde; il giardino è stato però in parte ripristinato, sia nelle opere architettoniche che nella vegetazione.
 
=== Siti archeologici ===
Scicli rientra tra le stazioni archeologiche del I siculo (ovvero [[Età del rame|cuprolitico orientale]], tra il 2500 a.C. ed il 1900 a.C.) e del III siculo (tra il 1500 a.C. e l'800 a.C., [[Substrato preellenico|periodo pre-greco]] caratterizzato da una [[ceramica protocorinzia|ceramica geometrica e protocorinzia]]), secondo la divisione in quattro fasi dell'[[Età del Bronzo]] pensata dall'archeologo [[Paolo Orsi]].<ref>Bartolo Cataudella, ''Scicli. Storia e Tradizioni'', Ed. Comune di Scicli, Scicli, 1970, p. 67.</ref> Oltre ai due castelli d'epoca medievale citati nel paragrafo dedicato alle architetture militari, nel territorio sciclitano sono presenti diverse aree di interesse particolarmente diversificate per numerazione del «sito», per [[Istituto Geografico Militare|coordinate cartografiche dell'IGM]], per datazione e per tipologia<ref>{{cita pubblicazione|curatore= Pietro Militello|titolo= Scicli, archeologia e territorio |editore= Officina di Studi Medievali|città= Palermo|volume= Progetto K.A.S.A (programma Interreg IIIA Italia-Malta, anno 2004-2006, promosso da Regione Siciliana con contributi della Comunità Europea/European Regional Development Fund)|numero= 6|anno= 2008 |url= https://www.lasiciliainrete.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/05/6.pdf|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20221201133344/https://www.lasiciliainrete.it/wordpress/wp-content/uploads/2021/05/6.pdf|urlmorto= sì}}</ref>, fra cui si posso segnalare:
* Sito 33: sito della ''Grotta Maggiore'', datato fra l'[[Età del Rame]] e l'[[Età del Bronzo]] antico (III-II millennio a.C. – XVIII-XV secolo a.C.)
* Sito 27: necropoli in contrada ''Ronna Fridda''. Sono distinguibili una necropoli preistorica del Bronzo medio (XIV sec. - XII sec.) e una necropoli cristiana del IV sec. d.C.
* Sito 6: chiamato anche ''Cancellieri'', è un sito del periodo greco classico, databile dal IV al II sec. a.C. Include una fattoria greca del IV sec. È legato alla presenza delle [[Storia di Siracusa|subcolonie siracusane]] come [[Kamarina]] e [[Casmene|Kasmenai]].
* Sito 7: resti di un emporio greco in contrada Maestro, sulla riva destra del fiume Irminio (l'ipotesi onomastica di Elio Militello è appunto ''Yrmine'' o ''Hyrmine'')<ref>{{Cita libro|autore=Elio C. Militello|titolo=Scicli tra archeologia e storia|edizione=Il Giornale di Scicli|anno=2007}}</ref>.
* Sito 36c: definito comunemente ''[[Chiafura]]'', è una vasta area di interesse archeologico, storico, ed etnoantropologico situata nelle immediate adiacenze del centro urbano di Scicli, occupante il fronte meridionale del colle di San Matteo, già sede della città vecchia. Si tratta di un consistente insediamento rupestre probabilmente di periodo bizantino (sicuramente medievale) adibito sia a scopi abitativi che funerari, paragonabile per dimensioni e densità ai siti di [[Pantalica]] o al complesso dei [[Sassi di Matera]] per il felice connubio di architettura per sottrazione (grotta) e quella per addizione (edificio), pur essendo molto diversa la genesi e la storia di Chiafura da quella dei due siti. La morfologia dell'insediamento, situato sulle pendici scoscese del colle, necessariamente si adatta alle difficili condizioni orografiche producendo una interessante soluzione a terrazzamenti che portarono [[Pier Paolo Pasolini]] a descrivere Chiafura come una dantesca montagna del [[Purgatorio (Divina Commedia)|Purgatorio]]. Le grotte, utilizzate nel [[Seconda Guerra Mondiale|periodo bellico]] come rifugi antiaerei, continuarono a essere occupate nel dopoguerra dalla popolazione indigente, che, a partire dal [[1954]], fu definitivamente sfollata e alloggiata nel nuovo ''Villaggio [[Salvatore Aldisio|Aldisio-Cutrone]]'' (oggi il Villaggio ''Jungi'').
 
[[Elio Vittorini]] scrive su [[Chiafura]] in ''Conversazione in Sicilia'':
{{citazione|Era una piccola Sicilia ammonticchiata, di nespole e tegole, di buchi nella roccia.}}
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
==== Pre-Unità d'Italia ====
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==== Post-Unità d'Italia ====
{{Demografia/Scicli}}
 
=== Lingue e dialetti ===
{{Vedi anche|Lingua siciliana}}
[[File:Dialetti italiani meridionali estremi.svg|thumb|Distribuzione della [[lingua siciliana]] nel meridione d'Italia, 1977]]
Oltre alla [[Lingua italiana|lingua ufficiale italiana]], a Scicli si parla la [[lingua siciliana]] nella sua variante metafonetica sud-orientale. La ricchezza di influenze del siciliano, appartenente alla famiglia delle [[lingue romanze]] e classificato nel [[Gruppo siciliano|gruppo meridionale estremo]], deriva dalla posizione geografica dell'[[Isola di Sicilia|isola]], la cui centralità nel [[mar Mediterraneo]] ne ha fatto terra di conquista di numerosi popoli gravitanti nell'area mediterranea. Si possono chiaramente notare influssi arabi, normanni e spagnoli.
 
=== Tradizioni e folclore ===
==== Festa delle Milizie ====
{{vedi anche|Madonna delle Milizie}}
Si celebra a fine maggio e la prima attestazione documentata risale al [[1709]]. Il momento culminante è la rappresentazione teatrale in forma di ''moresca'', che rievoca la battaglia del [[1091]] tra Normanni e Saraceni, conclusasi — secondo la tradizione — con l’intervento miracoloso della [[Madonna delle Milizie]], che discese dal cielo a cavallo e armata di spada per liberare Scicli. La scena si svolge con la partecipazione di attori popolari in costume e si svolge ogni anno l'ultimo sabato sera del mese. La Vergine delle Milizie è identificata con l’Addolorata, a cui sono dedicate due processioni e due culti, rispettivamente presso la [[Chiesa di Santa Maria La Nova (Scicli)|chiesa di Santa Maria La Nova]] e la [[Chiesa di San Bartolomeo (Scicli)|chiesa di San Bartolomeo]].<ref>{{cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3329|titolo=La Madonna delle Milizie|accesso=26 marzo 2025}}</ref>
 
==== Riti della Settimana Santa ====
[[File:Scicli (Sicilia) 2010 080.jpg|thumb|Il simulacro del ''Gioia'', fuori dalla [[Chiesa di Santa Maria La Nova (Scicli)|chiesa di Santa Maria La Nova]]]]
Come in altre località siciliane, anche a Scicli si svolgono i [[Riti della Settimana Santa in Sicilia|riti della Settimana Santa]], riconosciuti dalla [[Sicilia|Regione Siciliana]] come ''Grandi Eventi'' e iscritti nel [[Registro Eredità Immateriali della Sicilia|Registro delle Eredità Immateriali]].<ref>{{cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5638|titolo=I Riti della Settimana Santa|accesso=26 marzo 2025}}</ref>
 
Al culmine della [[Settimana Santa]], il giorno di [[Pasqua]] viene festeggiata, con una lunga processione del simulacro del ''Gioia'', la Resurrezione di Cristo, detto a Scicli ''l'Uomo Vivo''.<ref name=reis>{{cita web |url=https://reis.cricd.it/reisicilia/details/2/71 |titolo=Registro Eredità Immateriali – Festa del Cristo Re Risorto di Scicli |accesso=26 marzo 2025}}</ref> A metà degli [[anni 2000]], il cantautore [[Vinicio Capossela]] ha dedicato una delle sue canzoni a questa caratteristica festa. Il brano si intitola ''L'Uomo Vivo, Inno al gioia'', ed è contenuto nell'album ''Ovunque proteggi'' ([[2006]]).<ref>{{cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5728|titolo=Festa di Pasqua o dell'"Uomu Vivu"|accesso=26 marzo 2025}}</ref>
 
==== Cavalcata di San Giuseppe ====
La Cavalcata di San Giuseppe è una tradizione che affonda le radici nel Medioevo, evolvendo da antichi drammi sacri propiziatori dei raccolti, successivamente assimilati dal [[Cristianesimo]] in onore del [[San Giuseppe|Santo Patriarca]]. La manifestazione si svolge il sabato precedente il [[19 marzo]] (o quello successivo), con una processione di cavalli e cavalieri bardati con manti di [[Matthiola incana|violaciocche]] (o ''bàlicu'') e [[Lilium|gigli selvatici]] (''spatulidda''), che partono dalla chiesa di San Giuseppe, ricordando [[Fuga in Egitto|la fuga della Sacra Famiglia in Egitto]], in seguito all’editto di [[Erode il Grande|re Erode]].<ref>{{cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2844|titolo=La Cavalcata di San Giuseppe a Scicli|accesso=26 marzo 2025}}</ref>
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
Ha sede a Scicli la Biblioteca comunale ''Carmelo La Rocca'', inaugurata il 16 marzo [[1960]], nell'edificio dell'ex-Carcere, con sedi distaccate presso palazzo Spadaro e presso il [[palazzo Mormino Penna]] di [[Donnalucata]].<ref>{{Cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/179|titolo=Servizio Biblioteca Comunale|accesso=4 settembre 2025}}</ref>
 
==== I monumentiScuole ====
Sul territorio comunale sono presenti 12 [[scuole dell'infanzia]], 6 [[scuole primarie]], 3 [[scuole secondarie di primo grado]] e un istituto d'[[scuola secondaria di secondo grado|istruzione secondaria di secondo grado]].
** Palazzo Beneventano
:Fu definito da Sir [[Anthony Blunt]] il più bello della Sicilia, ("''di un pallido colore giallo-oro che al sole acquista un'indescrivibile opulenza''")
** Palazzo Fava
** San Bartolomeo
** San Matteo e Ignazio
 
==== Scicli in letteraturaMusei ====
*QUAM – Quadrerie del Monastero: galleria d’arte;<ref>{{cita web |url=https://www.quamarte.com/ |titolo=QUAM – Quadrerie del Monastero |sito=Quamarte.com |accesso=2 agosto 2025}}</ref>
[[Elio Vittorini]] si sofferma sulla sua magica morfologia ne "Le Città del Mondo".
*MACC – Museo d’Arte Contemporanea del Carmine: consacrato all'arte sociale, politica e contemporanea;<ref>{{cita web |url=https://www.ansa.it/canale_viaggi/regione/sicilia/2025/04/11/museo-arte-contemporanea-a-scicli-apre-con-antologica-di-isgro_b9fd74cd-f24d-4e5b-972c-fa36036e229f.html |titolo=Apre a Scicli il MACC, Museo d’arte contemporanea del Carmine |sito=ANSA.it |data=11 aprile 2025 |accesso=2 agosto 2025}}</ref>
*Museo del Commissario Montalbano: costituito dal set del commissariato di [[Vigata]] e dai cimeli dell'[[Il commissario Montalbano|omonima serie televisiva]];<ref>{{cita web |url=https://sistemamusealescicli.it/sites/commissariato-di-vigata/ |titolo=Il Commissariato di Vigata – Museo del Commissario Montalbano |sito=Sistema Museale Scicli |accesso=2 agosto 2025}}</ref>
*Museo del Costume: raccoglie abiti e tessuti storici;<ref>{{cita web |url=https://www.museodelcostume.org/ |titolo=Museo del Costume – Scicli |sito=Museodelcostume.org |accesso=2 agosto 2025}}</ref>
*Museo dell'Antica Farmacia Cartia: costituito dai cimeli della vecchia apoteca;<ref name="Cartia" />
*Grotta-Museo ''A rutta ri Ron Carmelu'' (''La grotta di Don Carmelo''): testimonianza della vita rupestre a [[Chiafura]].<ref>{{cita web |url=https://www.storienogastronomiche.it/a-rutta-ri-ron-carmelu-museo-rupestre-sui-cavernicoli-di-scicli-rg/ |titolo=A Rutta ri Ron Carmelu, museo rupestre sui “cavernicoli” di Scicli |sito=StorieNoGastronomiche.it |accesso=2 agosto 2025}}</ref>
 
=== Media ===
[[Pier Paolo Pasolini]] visitò da giornalista la città vecchia (Chiafura) scavata nella roccia che sovrasta il centro storico, descrivendola come "una specie di montagna del Purgatorio, coi gironi uno sull'altro, forati dai buchi delle porte delle caverne saracene, dove la gente ha messo un letto, delle immagini sacre o dei cartelloni di film alle pareti di sassi e lì vive, ammassata, qualche volta col mulo".
==== Stampa ====
''Il Giornale di Scicli'' è un quindicinale di attualità, politica, cultura e sport fondato il 9 ottobre 1977.<ref>{{cita web|url=https://www.ilgiornalediscicli.it/associazione/ |titolo=Associazione – Il Giornale di Scicli |editore=Il Giornale di Scicli |accesso=17 aprile 2025}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.novetv.com/scicli-primi-40-anni-del-giornale-scicli-gli-appuntamenti-intervista-video-franco-causarano/ |titolo=I primi 40 anni del Giornale di Scicli |editore=Novetv |data=4 maggio 2017 |accesso=17 aprile 2025}}</ref>
 
==== Gli appuntamentiRadio ====
Sul versante radiofonico, l’emittente più rappresentativa è ''Radio Video Scicli'', attività commerciale locale inserita nell’elenco delle radio autorizzate dal [[Ministero delle imprese e del made in Italy|Ministero dello Sviluppo Economico]]. La stazione, con sede operativa nel centro di Scicli, propone un palinsesto misto di notizie locali, musica e programmi di intrattenimento.<ref>{{cita web|url=https://www.mimit.gov.it/images/stories/mise_extra/Elenco-radio-commerciali.pdf |titolo=Elenco radio commerciali |editore=Ministero dello Sviluppo Economico |accesso=17 aprile 2025}}</ref>
 
==== Televisione ====
* ''Festa delle Milizie'': I festeggiamenti, che hanno inizio ogni anno, a fine maggio, durano una settimana. Il momento più significativo della festa è la rappresentazione teatrale a ricordo della battaglia del 1091, dove si fronteggiano i Turchi (i Saraceni) e i Cristiani (i Normanni). Nella rappresentazione, vengono ricreati gli ambienti suggestivi della lotta e attori popolari con abiti d’epoca e armi, recitano sulle strade ripercorrendo i momenti più importanti della battaglia, che si conclude con l'intervento miracoloso della Vergine Maria, che, scesa dal Cielo in groppa ad un Bianco Cavallo, libera la città dall'assedio straniero.
Scicli è uno dei luoghi del libero consorzio comunale di Ragusa che sono stati utilizzati nelle riprese delle serie televisive della [[Rai]] ''[[Il commissario Montalbano]]'' (1999-2021) e ''[[Il giovane Montalbano]]'' (2012-2015), tratte dai romanzi e racconti di [[Andrea Camilleri]]. In particolare, il palazzo del commissariato di [[Vigata]] è in realtà Palazzo Palle, il Municipio di Scicli, e la stanza del questore Luca Bonetti Alderighi è nello specifico l'ufficio del Sindaco di Scicli. Numerose scene sono girate tra le strade del paese, e persino nel Cimitero monumentale. Negli anni, la fiction ha riscosso un grande successo, facendo conoscere a tutto il mondo i paesaggi della Sicilia sud-orientale, e in particolare di Scicli.
 
=== Musica ===
*''sagra della seppia'' di Donnalucata, località balneare in provincia di Ragusa, si svolge nel fine settimana che precede il [[19 Marzo]] in occasione dei festeggiamenti di [[San Giuseppe]], principalmente in Via Pirandello che in quei giorni si popola di bancarelle e di gente. Lungo la strada sono allestiti gli stands dove è proposto un menù che va dall'antipasto ai vari secondi, tutti a base di seppie pescate al largo di Donnalucata e perciò freschissime e cucinate secondo la tradizione locale. </br>Sempre all'interno dei festeggiamenti, una sfilata di cavalli, ricorda la fuga della Sacra Famiglia in Egitto guidata dal Santo, manifestazione che, secondo la tradizione locale, è chiamata "''la cavalcata''". </br>I cavalli sono bardati con delle gualdrappe fatte con foglie di palma e fiori, con campanacci e sonagliere; al termine si celebra il concorso con tanto di premiazione per la bardatura migliore.
Ha sede nel comune l'Associazione Musicale ''Pietro Di Lorenzo Busacca e Federico Borrometi'', nata il 4 luglio [[2012]] dalla fusione delle due omonime bande.<ref>{{cita web|url=https://www.bandamusicale.it/bande/italia/sicilia/ragusa/scicli3/scicli3.php |titolo=Associazione Musicale P.di L. Busacca e F. Borrometi |editore=Bandamusicale.it |accesso=17 aprile 2025}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.novetv.com/nasce-a-scicli-il-complesso-bandistico-busacca-borrometi/#google_vignette|titolo=Nasce a Scicli il complesso bandistico Busacca-Borrometi|editore=NoveTv.it|data=4 luglio 2012|accesso=17 aprile 2025}}</ref>
 
=== Cinema ===
*[[1 maggio]]: ''festa del grappolino'' a Sampieri. Festa del pomodoro a grappolo di produzione locale. Oltre al pomodoro spazio viene dedicato agli altri prodotti orticoli e ai formaggi.
Scicli è stata scelta in più occasioni come ambientazione cinematografica e televisiva. Già negli anni 1960, la città fece da sfondo alla commedia [[Assicurasi vergine]] (1967) con [[Romina Power]] e [[Leopoldo Trieste]], mentre negli anni 1980 i [[fratelli Taviani]] vi girarono alcune scene di [[Kaos (film)|Kaos]] (1984), in particolare presso la Fornace Penna di Sampieri. Negli anni successivi, il regista [[Giuseppe Tornatore]] incluse Scicli in due sue opere: [[L'uomo delle stelle]] (1995) e [[Malèna (film)|Malèna]] (2000), quest'ultima con una celebre inquadratura panoramica dall’alto del centro storico.
 
Tra le produzioni più recenti si ricordano [[Italo (film)|Italo]] (2014), film di Alessia Scarso ispirato alla vicenda dell'omonimo cane randagio (?, 2006 – Scicli, 31 gennaio 2011) divenuto mascotte e cittadino onorario di Scicli, e le trasposizioni televisive dei romanzi storici di Camilleri, ambientati nella Vigata ottocentesca, come [[La mossa del cavallo - C'era una volta Vigata|La mossa del cavallo]] (2018), [[La stagione della caccia - C'era una volta Vigata|La stagione della caccia]] (2019) e [[La concessione del telefono - C'era una volta Vigata|La concessione del telefono]] (2020). Nel 2021, Scicli è apparsa anche in [[Cyrano (film)|Cyrano]] di [[Joe Wright]], mentre nel 2023 è stata scelta come set per il film [[L'estate più calda]] di Matteo Pilati.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilovescicli.it/scicli-cinecitta-ciak-si-gira/|titolo=Scicli, una piccola Cinecittà del Sud|accesso=25 agosto 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16517|titolo=Scicli, ovvero l'altra Cinecittà. Nasce la Scicli Film Commission|data=2 febbraio 2021|accesso=25 agosto 2025}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.siciliafan.it/film-girati-a-scicli/|titolo=Una piccola Hollywood di Sicilia: i film girati a Scicli|data=15 dicembre 2020|accesso=25 agosto 2025}}</ref>
 
=== Cucina ===
==Amministrazione comunale==
Tra i prodotti tipici del territorio spicca il fagiolo ''cosaruciaru'', oltre ai tanti ortaggi, alle carrube, usate per le farine ricavate dai semi e come ingrediente per dolci, ai suoi formaggi (come il [[Ragusano|caciocavallo ragusano]] [[Denominazione di origine protetta|DOP]]). Tra i dolci, tipico di Scicli è la ''Testa di Turco'', una pasta sfoglia con la forma di un turbante, farcita di una crema a base di ricotta vaccina locale, preparato durante la [[Madonna delle Milizie|Festa delle Milizie]]. Altri prodotti noti sono le carni locali di vitello e manzo, le confetture ai fichi, i biscotti di mandorla, la ''cubbaita'', la ricotta dolce e il pane di casa, preparato con farina locale di grano duro e cotto in forno di pietra.
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== Geografia antropica ==
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=== Suddivisioni amministrative ===
<!--NON inserire ritorni a capo e NON modificare il numero delle righe-->
==== Quartieri ====
{{ComuniAmministrazione|NomeSindaco= Bartolomeno Falla <!--scrivere qui il NOME DEL SINDACO, inserire prima il nome e poi il cognome SENZA titoli-->
{{div col|cols=2}}
|DataElezione= 27/05/2003 <!--DATA DI ELEZIONE, usare il formato GG/MM/AAAA-->
*Jungi <small>(o ''villaggio Aldisio-Cutrone'')</small>;
|TelefonoComune= 0932 839111 <!--TELEFONO DEL CENTRALINO, usare il formato 02 12345678 cioè prefisso spazio numero telefonico-->
*Logge;
|EmailComune= comune.scicli@tiscali.it <!--E-MAIL del comune-->
*Oliveto <small>(o ''[[Madonna di Fátima|Fátima]]'')</small>;
*Rosario;
*San Bartolomeo;
*San Giuseppe;
*Santa Maria La Nova;
*San Matteo;
*Scifazzo <small>(o ''Stradanuova'')</small>;
*Valverde.
{{div col end}}
 
==== Contrade ====
{{div col|cols=2}}
*Colavecchio
*Corvo
*Dammusa
*Fumarie
*Guarnieri
*San Marco
*Sant’Agata
*Scala
*Spana
*Trippatore
*Verdi
*Zagarone
{{div col end}}
 
==== Frazioni ====
;Bruca:
È una delle frazioni marine più piccole, che ha iniziato a svilupparsi a partire dagli [[anni 1970]].
 
;Cava d'Aliga:
È un agglomerato di recente nascita, posto in un piccolo golfo naturale immediatamente alle spalle della spiaggia. La zona era anticamente un approdo già conosciuto dai [[Greci]], prima della fondazione di [[Camarina]], presso la foce del fiume [[Fiumara di Modica|Mothycanus]]<ref>{{Cita libro|lingua=|titolo=Nuove effemeridi siciliane: studi storici, letterari, bibliografici|url=https://www.google.it/books/edition/Nuove_effemeridi_siciliane/TO-VZlvd2B8C?hl=it&gbpv=1&dq=foce+Mothycanus&pg=PA140&printsec=frontcover|accesso=2025-09-09|data=1881|p=140}}</ref>, in direzione di Donnalucata e nota per alcuni ritrovamenti archeologici risalenti all'[[età del bronzo]], tra i quali i resti di sepolture umane ritrovate presso la Grotta dei Morti<ref>Vittorio Giovanni Rizzone, Anna Maria Sammito, Giuseppe Terranova, Nuovi ipogeri funerai nel territorio di Scicli, 2004, pp. 220-221, tav. III.2</ref> ed un'ascia ad occhio del peso di circa 1 kg, conservata presso il Museo civico di Modica.<ref>{{Cita libro|lingua=|nome=Pietro|cognome=Militello|titolo=Scicli: archeologia e territorio|url=https://www.google.it/books/edition/Scicli/3DQ2OoOBkMwC?hl=it&gbpv=1&dq=Cava+d'Aliga&pg=PA64&printsec=frontcover|accesso=2025-09-07|data=2008|editore=Officina di Studi Medievali|pp=154, 189|ISBN=978-88-88615-79-0}}</ref> Dopo una bonifica avvenuta durante il [[ventennio]]<ref>{{Cita libro|lingua=|nome=Carlo|cognome=Ruta|wkautore=Carlo Ruta|titolo=I mandanti: mafia, economia e politica nel sud-est siciliano|url=https://www.google.it/books/edition/I_mandanti/kfXvAAAAIAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=Cava+D'Aliga+dopoguerra&dq=Cava+D'Aliga+dopoguerra&printsec=frontcover|accesso=2025-09-09|data=2000|editore=La Zisa|p=39}}</ref>, la frazione si sviluppa nel [[Conseguenze della seconda guerra mondiale|secondo dopoguerra]]<ref>{{Cita libro|lingua=|nome=Chiara|cognome=Nifosì|titolo=Verso piani di rigenerazione: Indirizzi e scenari per “Scicli rigenera”|url=https://www.google.it/books/edition/Verso_piani_di_rigenerazione/9MPDEAAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=Cava+d'Aliga&pg=PA37&printsec=frontcover|accesso=2025-09-07|data=2023-05-29|editore=LetteraVentidue Edizioni|p=37|ISBN=978-88-6242-819-4}}</ref>, diventando meta turistica già dagli anni 1950. Cava d'Aliga è sede di una sola chiesa, quella del Cuore Immacolato di Maria.<ref>{{Cita web|url=https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=daPortaleOA&codice=49516&tipo=auto|titolo=Le CHIESE delle Diocesi ITALIANE Chiesa del Cuore Immacolato di Maria - Cava D'Aliga - Scicli - Noto - elenco censimento chiese|sito=chieseitaliane.chiesacattolica.it|accesso=2025-09-09}}</ref>
 
;[[Donnalucata]]:
È la più antica delle frazioni, porto della città di Scicli e luogo di villeggiatura.
 
;Playa Grande:
È una borgata marinara, sorta a partire dagli [[anni 1960]].
 
;[[Sampieri]]:
È un ottocentesco borgo di pescatori, sovrastato a monte da due ville nobiliari, costruite intorno al 1870.
 
=== Litorale e coste ===
Il territorio di Scicli ha il litorale più esteso fra tutti i comuni del [[libero consorzio comunale di Ragusa]]. La fascia costiera che va da [[Pozzallo]] a [[Marina di Ragusa]] è fortemente antropizzata (centri abitati, coltivazioni intensive in serra, coltivazioni estensive, infrastrutture) sebbene conservi in più punti zone incontaminate e selvagge.
 
== Economia ==
=== Agricoltura ===
L'economia di Scicli è basata quasi esclusivamente sull'agricoltura intensiva e sulla produzione in serra di ortaggi e primizie, i cosiddetti "''primaticci''", e fiori.
La coltivazione in serre, che coprono pressoché tutta la fascia costiera, sta raggiungendo il primo posto fra le risorse economiche della città e della provincia. Questo sviluppo si è però accompagnato ad elevati livelli di inquinamento, per l'uso di pesticidi e fertilizzanti e per lo smaltimento incontrollato dei residui delle coltivazioni e delle plastiche utilizzate per coprire le serre, fenomeno che si sta cercando di arginare<ref>{{Cita web|url=https://www.snpambiente.it/2017/08/21/bonifica-e-riqualificazione-ambientale-del-litorale-di-marina-di-acate-ragusa/|titolo=Bonifica e riqualificazione ambientale del litorale di Marina di Acate (Ragusa) {{!}} SNPA - Sistema nazionale protezione ambiente|autore=Marco Talluri|data=21 agosto 2017|lingua=it|accesso=20 maggio 2023}}</ref>. Oltre ai ''primaticci'' e alla serricoltura, particolare importanza riveste anche la produzione di agrumi, olio, carrube, vino.
 
=== Turismo ===
Dal 2020, Il comune riceve la Bandiera Verde per la spiaggia di [[Sampieri]].<ref>{{cita web |url=https://www.ildomanibleo.com/2025/05/26/spiaggia-di-sampieri-per-il-quinto-anno-bandiera-verde-e-a-misura-di-bambino/ |titolo=La spiaggia di Sampieri per il quinto anno Bandiera Verde: è a misura di bambino |data=26 maggio 2025 |accesso=30 maggio 2025}}</ref> Nel 2024 e nel 2025, è stato insignito della [[Bandiera blu|Bandiera Blu]], per le spiagge di Sampieri, Punta Pisciotto e Costa di Carro.<ref>{{cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/25172|titolo=Comunicato del Comune di Scicli nº 4049 del 14/05/2024: ''Il mare di Scicli è Bandiera Blu. Storico riconoscimento perseguito dalla giunta Marino''|accesso=7 aprile 2025}}</ref><ref>{{cita web |url=https://www.radiortm.it/2025/05/13/il-mare-di-scicli-e-bandiera-blu-per-il-secondo-anno-consecutivo/ |titolo=Il mare di Scicli è Bandiera Blu per il secondo anno consecutivo |data=13 maggio 2025 |accesso=30 maggio 2025}}</ref>
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Scicli è attraversata dalla [[Strada statale 115 Sud Occidentale Sicula]], che collega [[Trapani]] a [[Siracusa]]. Il territorio comunale è inoltre servito dalla Strada Provinciale 39, che connette la città a [[Modica]], e dalla Strada Provinciale 40, che porta a [[Donnalucata]] e al litorale. Altre arterie sono la Strada Provinciale 41, che collega Scicli a [[Sampieri]], e la Strada Provinciale 42, che la unisce a [[Cava d'Aliga|Cava d’Aliga]].
 
=== Ferrovie ===
{{immagine multipla
|titolo=
|larghezza totale=350
|immagine1=Stazione Ferroviaria e Posto della Polizia Locale di Scicli (RG) (AI-edited).jpg
|didascalia1= Stazione di Scicli
|immagine2=Stazione di Sampieri.jpg
|didascalia2=Stazione di [[Sampieri]]
}}
Il comune è servito dalla [[stazione di Scicli]] e da quella [[Stazione di Sampieri|di Sampieri]], poste sulla [[Ferrovia Siracusa-Gela-Canicattì|linea ferroviaria Siracusa-Gela-Canicattì]].
 
=== Porti ===
Il territorio comunale comprende diversi approdi lungo la costa, tra cui il porto turistico di Donnalucata, utilizzato principalmente per la piccola pesca e il diporto. Il litorale di Sampieri offre un ulteriore punto di ormeggio per imbarcazioni di piccole dimensioni.
 
=== Mobilità urbana ===
I trasporti urbani di Scicli vengono svolti con regolari servizi di autobus, gestiti dalla società privata siciliana [[SAIS Autolinee]].<ref>{{cita web|url=https://www.comune.scicli.rg.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/25814|titolo=Sais assicurerà il trasporto pubblico a Scicli dal 1 agosto per due anni|data=26 luglio 2024|accesso=2 agosto 2025}}</ref>
 
== Amministrazione ==
===Elenco dei Sindaci, dei Podestà e dei Commissari Prefettizi e Straordinari===
{{vedi anche|Sindaci di Scicli}}
 
== Sport ==
;Atletica:
A Scicli viene disputato dal 1990 il "[[Memorial Peppe Greco]]", una gara podistica di 10 chilometri per ricordare Peppe Greco, un giovane medico modicano morto in un incidente stradale, che negli anni ha visto i successi di diversi atleti di livello mondiale come [[Paul Tergat]], [[Haile Gebrselassie]], [[Kenenisa Bekele]] e [[Stefano Baldini]].
 
;Calcio a 5:
Il [[Cristo Risorto Pro Scicli]] ha disputato due stagioni di [[Serie A (calcio a 5)|Serie A]] ([[Serie A 2007-2008 (calcio a 5)|2007-08]] e [[Serie A 2008-2009 (calcio a 5)|2008-09]]), vincendo inoltre la [[Coppa Italia di Serie B 2004-2005 (calcio a 5)|Coppa Italia di serie B]] nel 2005 ad [[Imola]] contro i [[roma]]ni del Cinecittà, giocando i suoi incontri in casa prima al Geodetico di Scicli (fino a metà campionato di [[Serie A2 2006-2007 (calcio a 5)|serie A2 2006-07]]) e poi (dal 2007 al 2009) al Pala Rizza di [[Modica]]. Per diverse vicissitudini la società andò in declino, iniziato dal secondo campionato in massima serie culminato con la retrocessione, fino alla definitiva scomparsa.
 
;Calcio:
[[File:US Scicli 1977-78.jpg|thumb|Una formazione dello Scicli nella stagione 1977-1978, durante gli anni della stabile militanza in [[Serie D]].]]
Lo {{Calcio Scicli|N}} alla fine degli anni settanta e ottanta, partecipò al campionato italiano di [[serie D]].
 
Le altre società cittadine sono l{{'}}Associazione Per Scicli Calcio (oggi C.R. Scicli), nata nel 2000 e militante nel campionato di [[Promozione (calcio)|Promozione]] e l{{'}}A.S.D. Atletico Scicli, che ha raggiunto anch'esso il campionato di Promozione.
 
;Pallacanestro:
Il sindaco Bartolomeo Falla è stato eletto in una lista civica
Ha sede nel comune la società U.S.D. Fernando Ciavorella, affiliata alla [[Federazione Italiana Pallacanestro|FIP]] dal 1964.
 
;Handball:
=={{Link esterni}}==
Scicli ha due società: Scicli Handball Social Club e Agriblu Scicli Sport Club. Entrambe, affiliate alla [[Federazione Italiana Giuoco Handball]], militano nel campionato di serie B.
 
== Note ==
== '''[http://www.trenobarocco.it/ ASSOCIAZIONE TRENO BAROCCO DEL VAL DI NOTO]''' ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*[http://www.fontedelleore.it/ Sito ufficiale della Parrocchia Santa Caterina da Siena di Donnalucata]
* [[Giuseppe Barone (storico)|Giuseppe Barone]], ''L'oro di Busacca - Potere, ricchezza e povertà a Scicli (secoli XVI-XX)'', Sellerio, Palermo, 1998, ISBN 88-389-1467-2
*[http://www.sentieridelbarocco.it/SCICLI/scicli.htm Sentieri del Barocco: Scicli]
* Antonino Carioti, ''Notizie storiche della città di Scicli'', manoscritto edito a cura di Michele Cataudella, editore il Comune di Scicli, 1994, 2 voll.
*[http://www.luiginifosi.it/categorie2.cfm?citta=Scicli&IDCategoria=1 Luigi Nifosì immortala Scicli]
* Bartolo Cataudella, ''Scicli - Storia e tradizioni'', editore il Comune di Scicli, 1970 (ristampa La Grafica, Modica, 1988)
* Ignazio La China, ''La Madonna delle Milizie tra tradizione e storia'', Il minuto d'Oro, Scicli 2016
* Ignazio La China, ''San Guglielmo Cuffitella, un profilo agiografico'', Il minuto d'Oro, Scicli 2018
* Salvo Micciché e Stefania Fornaro, ''Scicli: storia, cultura e religione (secc. V-XVI)'', [[Carocci Editore]], 2018, ISBN 9788843092826
* Salvo Micciché, ''Scicli: onomastica e toponomastica'', [[Il Giornale di Scicli]], 2017, ISBN 9788826000299
* Elio C. Militello, ''Scicli tra archeologia e storia'', Il Giornale di Scicli, 2007
* [[Pietro Militello]] (a cura di), ''Scicli, archeologia e territorio'', Progetto KASA, Officina di studi medievali, Palermo, 2008
* Francesco Pellegrino, ''Scicli e il suo duomo - San Matteo e la ricostruzione dopo il terremoto del 1693'', The dead artists society Progetto Sicilia, 2018
* Melchiorre Trigilia, ''[https://play.google.com/books/reader?id=2dyPAQAAQBAJ&printsec=frontcover&output=reader&hl=it&pg=GBS.PA1 La Madonna dei Milici di Scicli: cristiani e musulmani nella Sicilia del Mille: i più antichi testi in volgare: storia, tradizione, fede, civiltà, arte, folclore]'', Modica, 1990.
 
== Voci correlate ==
{{Provincia di Ragusa}}
* [[Barocco siciliano]]
* [[Codici Sciclitani]]
* [[Contea di Modica]]
* [[Madonna delle Milizie]]
* [[Rinascimento siciliano]]
* [[Stazione di Scicli]]
* [[Terremoto del Val di Noto del 1693]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|wikt=Scicli|voy}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | url = http://www.ferroviedellasiciliasudest.it/stazione_di_scicli.html | titolo = Stazione di Scicli | accesso = 26 ottobre 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20100721160557/http://www.ferroviedellasiciliasudest.it/stazione_di_scicli.html | urlmorto = sì }}
 
[[Categoria:{{Comuni delladel provincialibero consorzio comunale di Ragusa]]}}
{{Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale)}}
[[Categoria:Comuni della Sicilia]]
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Comuni italiani]]
{{Portale|Sicilia}}
 
[[deCategoria:Scicli| ]]
[[Categoria:Città tardo barocche del Val di Noto]]
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[[pl:Scicli]]
[[pt:Scicli]]
[[scn:Scicli]]