Guerra dei trent'anni (fase danese): differenze tra le versioni
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{{conflitto
|Tipo=Guerra
|Nome del conflitto=Fase danese della guerra dei trent'anni
|Parte_di=delle [[guerra dei trent'anni]]
|Immagine=Christian IV Pieter Isaacsz 1612.jpg
|Didascalia=[[Cristiano IV di Danimarca]] e Norvegia (1577-1648), in un ritratto di [[Pieter Isaacsz]]
|Larghezzaimmagine=300px
|Luogo=[[Germania]] e [[Italia settentrionale]]
|Data=[[1625]]-[[1630]]
|Esito=Vittoria imperiale
|Mutamenti_territoriali=
|Schieramento1={{simbolo|Flag of Denmark.svg|15}} [[Danimarca]]<br/>{{simbolo|Flag of Bohemia.svg|15}} [[Regno di Boemia]]<br/>{{simbolo|Banner of the Palatinate.svg|15}} [[Elettorato del Palatinato|Palatinato]]<br/><br/>'''Supporto limitato non combattente'''<br/>[[File:Royal Standard of the King of France.svg|20px|border]] [[Regno di Francia|Francia]]
|Schieramento2={{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor with haloes (1430-1806).svg|15}} [[Sacro Romano Impero]]<br/>{{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg|15}} [[Impero spagnolo]]<br/>{{simbolo|Catholic League (Germany).svg|15}} [[Lega Cattolica (Germania)|Lega Cattolica]]<br/>{{simbolo|Flag of Saxe-Altenburg (1602).svg|15}} [[Sassonia]]
|Comandante1={{simbolo|Flag of Denmark.svg|15}} [[Cristiano IV di Danimarca]]<br/>{{simbolo|Flag of Bohemia.svg|15}} [[Jindřich Matyáš Thurn]]<br/>{{simbolo|Banner of the Palatinate.svg|15}} [[Federico V del Palatinato]]
|Comandante2={{simbolo|Banner of the Holy Roman Emperor with haloes (1430-1806).svg|15}} [[Ferdinando II del Sacro Romano Impero]]<br/>{{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg|15}} [[Filippo IV di Spagna]]<br/>{{simbolo|Flag of Cross of Burgundy.svg|15}} [[Ambrogio Spinola]]<br/>{{simbolo|Catholic League (Germany).svg|15}} [[Johann Tserclaes, conte di Tilly]]<br/>{{simbolo|Flag of Saxe-Altenburg (1602).svg|15}} [[Giovanni Giorgio I di Sassonia]]
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{{Campagnabox Guerra dei trent'anni}}
{{Campagnabox Guerra dei trent'anni (fase danese)}}
La '''fase danese''' (1625-1630) è la seconda fase in cui si è soliti dividere la [[guerra dei trent'anni]]. Fu caratterizzata essenzialmente dall'ingresso in campo della [[Danimarca]] contro l'alleanza cattolica e dalla sua rapida sconfitta da parte delle truppe riunite della [[Lega Cattolica (Germania)|Lega Cattolica]] e dell'[[Imperatore del Sacro Romano Impero|Impero]]. Inoltre, in questa fase, la [[Francia]] iniziò
== Eventi politici e bellici ==
La schiacciante vittoria cattolica nella prima fase della guerra provocò le apprensioni di molti dei sovrani protestanti del Nord Europa; tra questi, il "partito protestante" trovò la sua nuova guida, il [[re di
A [[Lüneburg]], nel maggio del [[1625]], Cristiano fu nominato dalla dieta direttore (''Kreisoberst'') del Circolo della Bassa Sassonia. Nel frattempo le due potenze asburgiche ripresero la loro politica egemonica e di guida del partito "cattolico" portando la guerra alle [[Province Unite]],
▲La schiacciante vittoria cattolica nella prima fase della guerra provocò le apprensioni di molti dei sovrani protestanti del Nord Europa; tra questi, il "partito protestante" trovò la sua nuova guida, il re di [[Danimarca]] [[Cristiano IV di Danimarca|Cristiano IV]]. Cristiano, sovrano protestante, era ben inserito nelle vicende tedesche, in quanto era Duca dello [[Holstein]], e, grazie ad accorte manovre politiche, era riuscito ad imporre l'influenza danese su [[Amburgo]] e a far nominare suo nipote Vescovo di [[Brema (città)|Brema]]. Inoltre, grazie ad un'oculata amministrazione e ad una situazione economica favorevole, aveva reso le finanze della [[Danimarca]] tra le migliori dell'intera [[Europa]]; a questo risultato avevano largamente contribuito le entrate dei pedaggi dello stretto dell'[[Oresund]] e consistenti riparazioni di guerra da parte della [[Svezia]].
Ma questo prevalere cattolico fu rotto proprio da una rivalità interna. In Francia, terminato il periodo della reggenza e della politica filospagnola di [[Maria de' Medici]], il cardinale [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu]], ministro di [[Luigi XIII]], si prefisse l'obiettivo di impedire un nuovo accerchiamento asburgico come ai tempi di [[Carlo V]]. Dopo una nuova delibera della dieta di Lüneburg che decideva l'entrata in guerra della Danimarca e della Bassa Sassonia, con l'appoggio francese si creò, nel [[1625]], un'alleanza anti-asburgica fra
▲A [[Lüneburg]], nel maggio del [[1625]], Cristiano fu nominato dalla dieta direttore (''Kreisoberst'') del Circolo della Bassa Sassonia. Nel frattempo le due potenze asburgiche ripresero la loro politica egemonica e di guida del partito "cattolico" portando la guerra alle [[Province Unite]], l'attuale [[Olanda]], allo scadere della [[tregua dei dodici anni]]. Questo fatto suscitò l'opposizione degli inglesi, che avevano forti interessi nei [[Paesi Bassi]], ed erano anch'essi preoccupati per il predominio cattolico nel continente europeo.
Per combattere questa nuova minaccia, l'Imperatore [[Ferdinando II
▲Ma questo prevalere cattolico fu rotto proprio da una rivalità interna. In Francia, terminato il periodo della reggenza e della politica filospagnola di [[Maria de' Medici]], il cardinale [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu]], ministro di [[Luigi XIII]], si prefisse l'obiettivo di impedire un nuovo accerchiamento asburgico come ai tempi di [[Carlo V]]. Dopo una nuova delibera della dieta di Lüneburg che decideva l'entrata in guerra della Danimarca e della Bassa Sassonia, con l'appoggio francese si creò, nel [[1625]], un'alleanza anti-asburgica fra Olanda, Danimarca ed Inghilterra.
[[
▲Per combattere questa nuova minaccia, l'Imperatore [[Ferdinando II del Sacro Romano Impero|Ferdinando II]] diede l'incarico di arruolare un nuovo esercito ad [[Albrecht von Wallenstein]], un nobile boemo arrichitosi grazie agli espropri seguiti alla vittoria degli anni precedenti. Grazie ad una sapiente organizzazione, Wallenstein arruolò un esercito di 20.000 uomini e si mise al servizio dell'Imperatore, in cambio del bottino ricavato nelle campagne. Quindi, grazie anche ad una certa indecisione dei protestanti, i cattolici passarono rapidamente all'offensiva: il [[Johann Tserclaes, conte di Tilly|conte di Tilly]] passò il fiume [[Weser]] entrando con le sue truppe nel territorio del Circolo della Bassa Sassonia, mentre Wallenstein condusse a nord il nuovo esercito, ponendo i quarteri invernali a [[Magdeburgo]].
▲[[Immagine:Albrecht Wallenstein.jpeg|thumb|200px|Albrecht von Wallenstein, comandante dell'esercito imperiale (1583-1634)]]
Cristiano IV si trovò ora in una situazione molto difficile e capì di non poter fare affidamento sugli stati che avevano promesso supporto alla Danimarca; la [[Francia]] si trovava ancora alle prese con gravi problemi interni legati allo strapotere ugonotto, che sarebbero sfociati nel [[1627]] con l'assedio di [[La Rochelle (Charente-Maritime)|La Rochelle]]; l'[[Inghilterra]] era in un periodo di gravi tensioni politiche, che avrebbero presto portato alla [[Rivoluzione Inglese]]; la Svezia era in guerra con la [[Polonia]], e gli stati regionali protestanti, [[Sassonia]] e [[Brandeburgo]], non sembravano interessati ad unirsi alla lotta. Come risultato, l'esercito danese doveva affrontare, con il solo supporto delle poche truppe del nuovo esercito del [[Ernst von Mansfeld|conte di Mansfeld]], due armate cattoliche.
La campagna vera e propria ebbe inizio nella primavera del [[1626]], quando Wallenstein operò per liberare una posizione fortificata tenuta da un suo sottoposto, il tenente Aldringen, dall'assedio messo in atto da Mansfeld; quest'ultimo fu duramente sconfitto nella [[battaglia del Ponte di Dessau]], sul
A questo punto agli imperiali bastava spazzare via gli ultimi nuclei di resistenza danese sulle coste del Mar Baltico e nelle isole per ottenere una vittoria completa, e per questo Wallenstein, nel gennaio [[1628]], fu nominato dall'Imperatore "Ammiraglio del Mar Baltico". Il compito, tuttavia, si rivelò molto più difficile del previsto: l'[[Battaglia di Stralsunda (1628)|assedio di Stralsunda]], cominciato il
Ma questo non valse a risollevare le sorti della Danimarca, che venne nuovamente sconfitta il 2 settembre a Wolgast. Il costo della guerra si rivelò a questo punto proibitivo per l'Impero, specialmente considerando che erano pochi i vantaggi ancora ottenibili dalla sua prosecuzione; si giunse quindi ad un accordo, e Cristiano IV dovette firmare la [[pace di Lubecca]] (
Con la morte dei principali comandanti protestanti, il [[Ernst von Mansfeld|conte di Mansfeld]] e [[Gabriele Bethlen]], nel 1629, la guerra poteva terminare con una schiacciante serie di successi cattolici; l'Imperatore, tuttavia, nel marzo [[1629]], sotto l'influenza della [[Lega cattolica (Germania)|Lega Cattolica]] e del suo confessore gesuita Lamormaini, emanò l'[[Editto di restituzione]], che imponeva la restituzione alla Chiesa delle terre secolarizzate dopo la [[pace di Augusta]]. Il provvedimento era stato preso per favorire i principi cattolici, ma il suo effetto fu disastroso dal punto di vista politico, perché suscitò la reazione dei principi luterani che erano rimasti neutrali, nonché della [[Svezia]], il cui intervento sarà determinante per i futuri esiti del conflitto (vedi la [[guerra dei trent'anni (fase svedese)|fase svedese]] della guerra).
=== Eventi secondari nell'Italia settentrionale ===
[[
Al quadro generale della guerra in Germania, si aggiunsero scontri minori verificatisi in nord Italia tra il [[1620]] ed il [[1630]], riguardanti il controllo della [[Valtellina]], la [[Guerra di successione di Mantova e del Monferrato|successione al ducato di Mantova]] ed il possesso del Monferrato. Prima fonte delle tensioni fu la rivolta della popolazione cattolica della Valtellina, che insorse sollecitata dalla [[Spagna]], per cui la valle rappresentava un fondamentale punto di transito lungo la [[strada spagnola]] che dalla [[Liguria]] ([[Finale Ligure]]) conduceva ai [[Paesi Bassi]].
▲[[Immagine:Peter_Paul_Rubens_123b.jpg|thumb|right|200px|Vincenzo II Gonzaga. Con la sua morte si estinse il ramo principale dei Gonzaga, innescando il conflitto per la successione di Mantova e del Monferrato]]
▲Prima fonte delle tensioni fu la rivolta della popolazione cattolica della Valtellina, che insorse sollecitata dalla [[Spagna]], per cui la valle rappresentava un fondamentale punto di transito lungo la [[via spagnola]] che dalla [[Liguria]] ([[Finale Ligure]]) conduceva ai [[Paesi Bassi]]. Dopo il massacro degli abitanti protestanti nel [[1620]] (''Sacro Macello''), la Spagna occupò la valle con il pretesto di difenderne gli abitanti cattolici contro una reazione da parte dei [[Canton Grigioni|Grigioni]]. Per rispondere a questa nuova iniziativa spagnola, venne formata una lega tra [[Francia]], [[Ducato di Savoia]] e [[Repubblica di Venezia]], che tuttavia, a causa dei problemi interni sperimentati all'epoca dalla Francia, non riuscì ad impedire alla Spagna di ottenere una vittoria diplomatica con la [[Pace di Monzón]], che sanciva il protettorato spagnolo sulla Valtellina.
Nel [[1627]] si aprì la questione del controllo del territorio di [[Mantova]] e del [[Monferrato]], a seguito dell'estinzione della linea diretta della famiglia [[Gonzaga]]. La successione era stata risolta a favore della casa [[Gonzaga-Nevers]], francese; tale risoluzione, che poneva sotto il controllo della Francia due territori strategici per il controllo del nord Italia, non poteva essere accettata dalla Spagna, che appoggiò invece la candidatura al ducato del ramo dei Gonzaga di [[Guastalla]], filo-spagnolo.
Truppe spagnole, provenienti dai territori di [[Milano]], invasero il territorio di Mantova e del Monferrato, appoggiati da truppe sabaude; la Francia, impegnata sul fronte interno contro gli [[ugonotti]], al momento non poté intervenire, ma, debellata la fazione ugonotta, alla fine del [[1628]] un esercito francese entrò in Italia,
La situazione si capovolse alla fine del [[1629]], quando intervenne un poderoso esercito [[Imperatore del Sacro Romano Impero|imperiale]], che pose l'assedio a [[Mantova]], costretta a capitolare e sottoposta ad un brutale saccheggio. Nel frattempo, una terribile epidemia di [[peste]], probabilmente veicolata dalle truppe tedesche, dilagò in tutto il nord Italia, colpendo particolarmente la città di Milano, che vide dimezzata la propria popolazione. Il sentimento della popolazione al passaggio dei [[lanzichenecchi]] e la tragedia dell'epidemia di peste sono efficacemente descritte da [[Alessandro Manzoni]] nei suoi [[Promessi Sposi]].
Determinante per la risoluzione del conflitto fu la situazione che andava maturando in
== Bibliografia ==▼
*
* Luca Cristini
* Luca Cristini
* Georg Schmidt, "La guerra dei Trent'anni", Il Mulino, 2008.
{{Portale|guerra|storia}}
▲==Bibliografia==
▲*Georges Pages. ''La Guerra dei Trent'Anni''. ECIG, 1993.
▲*Geoffrey Parker. ''La Guerra dei trent'anni''. Vita e Pensiero, 1994.
▲*Id. ''La Rivoluzione Militare'', Il Mulino, 2005.
▲*Josef V. Polisensky. ''La Guerra dei Trent'Anni: da un conflitto locale a una guerra europea nella prima metà del Seicento''. Einaudi, 1982.
▲*C. V. Wedgwood. ''La Guerra dei Trent'Anni''. Mondadori, 1998.
▲*Luca Cristini. ''1618-1648 la guerra dei 30 anni . volume 1 da 1618 al 1632'' 2007 (ISBN 9788890301018)
▲*Luca Cristini. ''1618-1648 la guerra dei 30 anni . volume 2 da 1632 al 1648'' 2007 (ISBN 9788890301025)
[[Categoria:Guerra dei trent'anni|Fase Danese (1625-1630)]]
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