Shintoismo: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua|2=Shintō (disambigua)|3=Shintō}}
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{{C|In molte parti, complice l'assenza di note e toni non enciclopedici, tende alla [[wp:RO|ricerca originale]]; molte parti sono inventate di sana pianta. Da riscrivere interamente secondo fonti attendibili.|religione|aprile 2014}}
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[[File:Montage of Shinto.png|min|Varie immagini shintoiste.]]
Lo '''Shintoismo''' o '''Scintoismo''', o semplicemente {{Nihongo|'''Shinto'''|神道|shintō}}, è una [[religione]] nativa del [[Giappone]] e nel passato è stata la sua religione di Stato. Prevede l'adorazione dei ''[[Kami]]'', un termine che si può tradurre come [[divinità]], [[spirito|spiriti]] naturali o semplicemente presenze spirituali. Alcuni kami sono locali e possono essere considerati come gli spiriti guardiani di un luogo particolare, ma altri possono rappresentare uno specifico oggetto o un evento naturale, come per esempio [[Amaterasu]], la dea del Sole. Il Dio dei cristiani in giapponese viene tradotto come "kami". Anche le persone illustri, gli eroi e gli avi divengono oggetto di venerazione dopo la morte e vengono a loro volta annoverati tra i kami. La parola ''Shinto'' nasce dall'unione dei due [[kanji]]: 神 ''[[shin]]'' che significa "divinità", "spirito"(il carattere può essere anche letto come ''kami'' in giapponese ed è a sua volta formato dall'unione di altri due ideogrammi 示 "altare" e 申 "parlare , riferire"; letteralmente ciò che parla, si manifesta dall'altare. 申 ne determina anche la lettura) e 道 ''[[tō]]'' in cinese [[Tao]] ("via", "sentiero" e per estensione; in senso filosofico rende il significato di pratica o disciplina come in [[Jūdō|Jyudo]] o [[Karate]]do o ancora [[Aikido]]). Quindi, ''Shinto'' significa letteralmente "pratica degli Dèi", "via degli Dèi". In alternativa a ''Shinto'', l'espressione puramente giapponese — con il medesimo significato — per indicare lo Shintoismo è ''Kami no michi''.
[[File:ItsukushimaTorii7381.jpg|min|[[Torii]] sul mare al [[santuario di Itsukushima]]]]
 
Lo '''shintō''' ({{giapponese|{{Ruby|神|しん}}{{Ruby|道|とう}}}})<ref name=kotobank/>{{efn|più raramente {{giapponese|しんどう|'''shindō'''}}<ref name=kotobank>{{Cita web|和書|autore=松村明ほか|data=2018 |url=https://kotobank.jp/word/%E7%A5%9E%E9%81%93-82299#E3.83.87.E3.82.B8.E3.82.BF.E3.83.AB.E5.A4.A7.E8.BE.9E.E6.B3.89 |titolo=デジタル大辞泉 |editore=小学館 |accesso=8 gennaio 2019}}</ref>}} noto anche come '''scintoismo''' o '''shintoismo'''<ref name="VocabolarioTreccani">{{Treccani|scintoismo|Scintoismo|v=sì|accesso=9 aprile 2016}}</ref> è una [[religione]] di natura politeista e [[animista]] nativa del [[Giappone]].
Dopo la [[seconda guerra mondiale]] lo Shintoismo perse la sua condizione di religione di stato; alcune pratiche ed insegnamenti shintoisti che durante la guerra erano considerati di grande preminenza ora non sono più insegnati o praticati mentre altri rimangono grandemente diffusi come pratiche quotidiane senza però assumere particolari connotazioni religiose, come l'[[Omikuji]] (una forma di [[divinazione]]).
 
[[File:ItsukushimaTorii7381.jpg|thumb|370px|[[Torii]] sul mare al [[santuario di Itsukushima]].]]
Prevede l'adorazione dei "''[[kami]]"'', cioè [[divinità]], [[spirito (filosofia)|spiriti]] naturali o semplicemente presenze spirituali<ref name="VocabolarioTreccani" />. Alcuni kami sono locali e possono essere considerati come gli spiriti guardiani di un luogo particolare, ma altri possono rappresentare uno specifico oggetto o un evento naturale, come per esempio [[Amaterasu]], la dea del Sole. Il [[Dio]] delle [[Religione monoteista|religioni monoteiste occidentali]] in [[Lingua giapponese|giapponese]] viene tradotto come {{nihongo|''kami-sama''|神様|}}. Talvolta anche le persone illustri, gli eroi e gli antenati divengono oggetto di venerazione post mortem e vengono deificati e annoverati tra i kami.
 
La parola ''Shinto'' ha origine nel [[VI secolo]], quando divenne necessario distinguere la religione nativa del Giappone da quella [[buddismo|buddista]] di recente importazione, prima di quell'epoca non pare esserci stato un nome specifico per riferirsi ad esso.<ref name="VocabolarioTreccani" /><ref>{{Cita|Picken|p. XXII}}.</ref> ''Shinto'' è formato dall'unione dei due [[kanji]]: 神 ''shin'' che significa "divinità", "spirito" (il carattere può essere anche letto come ''kami'' in giapponese ed è a sua volta formato dall'unione di altri due caratteri, 示 "altare" e 申 "parlare, riferire"; letteralmente ciò che parla, si manifesta dall'altare. 申 ne determina anche la lettura) e 道 ''tō'' in cinese [[Tao]] ("via", "sentiero" e per estensione; in senso filosofico rende il significato di pratica o disciplina come in [[Judo]] o [[Karatedo]] o ancora [[Aikidō]]). Quindi, ''Shinto'' significa letteralmente "via del divino".<ref name="VocabolarioTreccani" /><ref>{{Cita|Picken|pp. XXI-XXII}}.</ref> In alternativa a ''Shinto'', l'espressione puramente giapponese — con il medesimo significato — per indicare lo Shintoismo è ''Kami no michi''.<ref>{{Cita|Hartz|p. 10}}.</ref>
Il termine "shintō" viene adoperato anche per indicare il corpo del [[Nume tutelare|nume]], ovvero la reliquia presso cui il kami partecipa materialmente (per esempio una spada sacra).
 
Nella seconda metà del XIX secolo, nel contesto del [[Rinnovamento Meiji]] fu elaborato lo {{nihongo|''Shinto di Stato''|国家神道|Kokka Shintō}}, che mirava a dare un supporto ideologico e uno strumento di controllo sociale alla classe dirigente giapponese, e poneva al centro la figura dell'[[Imperatore del Giappone|imperatore]] e della dea [[Amaterasu]], progenitrice della stirpe imperiale. Lo Shinto di Stato fu smantellato alla fine della [[seconda guerra mondiale]], con l'[[occupazione del Giappone]]. Alcune pratiche ed insegnamenti shintoisti che durante la guerra erano considerati di grande preminenza ora non sono più insegnati o praticati mentre altri rimangono particolarmente diffusi come pratiche quotidiane senza però assumere particolari connotazioni religiose, come l'[[Omikuji]] (una forma di [[divinazione]]).
 
== Storia della religione shintoista ==
{{Vedi anche|Storia dello shintoismo}}
=== Periodo preistorico ===
[[File:NaraTodaijiDaibutsu0209.jpg|min|verticale|Il Grande [[Buddha]] di [[Nara]], [[752]] circa]]
 
Le origini dello Shintoismo si sono perse nel tempo, ma pare che si sia originato alla fine dell'ultimo [[Periodo Jōmon]]. Esistono diverse teorie riguardo agli antenati del popolo giapponese odierno; la più accettata è quella che li indica come discendenti di popolazioni dell'[[Asia Centrale]] e dell'[[Indonesia]].
 
Più probabilmente dopo l'arrivo dei primi antenati del popolo giapponese, ogni villaggio e area aveva la sua propria collezione di divinità e ritualiriti senza alcuna relazione tra un culto locale e l'altro. In seguito all'ascesa degli antenati dell'odierna famiglia imperiale giapponese andò probabilmente a crearsi un pantheon stabile, anche se mai definitivamente, in quanto anche oggi le divinità sono innumerevoli, proprio perché considerate manifestazione della natura stessa, sacra in ogni sua forma.
[[File:NaraTodaijiDaibutsu0209.jpg|thumb|right|250px|Il grande [[Buddha]] di [[Nara]], [[752]] circa.]]
 
=== Relazioni con il Buddhismo ===
L'introduzione della scrittura nel [[V secolo]] e del [[Buddhismo]] nel [[VI secolo]] ebbero un profondo impatto nello sviluppo di un sistema unificato di credenze shintoiste. Nel giro di un breve periodo di tempo all'inizio del [[periodo Nara]], il ''[[Kojiki]]'' (''Memorie degli eventi antichi'', [[712]]) ed il ''[[NihonshokiNihongi]]'' (''Annali del Giappone'', [[720]] circa) furono scritti compilando miti e leggende esistenti in un resoconto unificato (vedi la voce sulla [[mitologia giapponese]]). Questi resoconti avevano un duplice scopo: innanzitutto favorire l'introduzione di temi [[Taoismo|taoisti]], [[Confucianesimo|confuciani]] e [[Buddhismo|buddhisti]] nella narrativa, mirati a impressionare i cinesi dimostrando che la cultura giapponese non era inferiore alla loro; in secondo luogo queste narrazioni erano volte a legittimare la casa imperiale, facendola discendere dalla dea del Sole [[Amaterasu]]. La maggior parte del territorio del Giappone moderno era sotto un controllo frammentario da parte della famiglia imperiale, e gruppi etnici rivali confinanti (inclusi forse gli antenati degli [[Ainu]]) continuavano ad essere ostili. Le antologie mitologiche, insieme ad altre antologie di poesie come il ''[[Manyoshu]]'', contribuirono a rafforzare la centralità della famiglia imperiale sostenendo e divinizzando il suo mandato governativo.
 
Con l'introduzione del Buddhismo e la sua rapida adozione a corte, divenne necessario spiegare l'apparente differenza tra il credo nativo giapponese e gli insegnamenti buddhisti. In effetti lo Shintoismo non ebbe un nome fino a che non divenne necessario distinguerlo dal Buddhismo. Quest'ultimo non penetrò spazzando via la precedente fede giapponese, ma al contrario contribuì allaal suasuo consolidazioneconsolidamento. Esso legittimò infatti tutti gli dèi giapponesi, considerandoli come entità sovrannaturali intrappolate nel ciclo delle rinascite. Questa spiegazione venne più tardi contestata dalla corrente [[KukaiKūkai]], che considerava i kami come incarnazioni speciali del Buddha stesso. Per esempio collegò la dea del Sole, e antenata della famiglia imperiale, Amaterasu, a [[Dainichi Nyorai]], una manifestazione del Buddha, il cui nome significa letteralmente "Grande Buddha Solare". Secondo questo punto di vista i kami erano semplicemente Buddha con un altro nome. Parallelamente alla teologia, anche i due sistemi di valori andarono progressivamente a supportarsisostenersi e a scambiarsi elementi: c'è infatti una forte compatibilità tra gli insegnamenti naturalistici dello Shintoismo e quelli compassionevoli del Buddhismo.
 
La coesistenza e amalgama di Buddhismo e Shintoismo dai punti di vista dello ''Shinbutsu Shugo'' e del sincretismo ebbe larga diffusione fino alla fine del [[Periodo Edo]]. A quell'epoca nacque un rinnovato interesse negli ''studi giapponesi'' (''Kokugaku''), forse come risultato della politica del paese chiuso. Nel [[XVIII secolo]] con vari studiosi giapponesi, in particolare [[Motoori Norinaga]] ([[1730]] - [[1801]]), ci furono vari tentativi di separare lo Shintoismo dalle influenze straniere. I tentativi non ebbero grande successo, sin dall'epoca del ''Nihonshoki'', quando parti della teologia e del creazionismo shintoista vennero prese esplicitamente in prestito dalla dottrina cinese (per esempio le divinità procreatrici [[Izanami]] e [[Izanagi]] furono comparate alle energie del [[Tao]], [[Yin e Yang]]). Questi tentativi prepararono comunque il terreno per l'introduzione dello ''Shintoismo di Stato'', in seguito alla [[Restaurazione Meiji]], con il quale Shintoismo e Buddhismo furono ufficialmente separati. Solo nel dopoguerra, con la separazione dei templi dal controllo governativo, saranno nuovamente adottato alcuni rituali combinatori kami-Buddha per far fronte alle richieste della popolazione.<ref>{{Cita libro|nome=Marco|cognome=Milone|titolo=Lo scintoismo|url=https://www.worldcat.org/oclc/1260631649|accesso=7 marzo 2023|data=2021|editore=Guida editori|p=53|cid=Milone|oclc=1260631649|ISBN=978-88-6866-760-3}}</ref>
[[File:Kuniyoshi Utagawa, Dragon 2.jpg|thumb|left|250px|Le leggende mitologiche, enfatizzate dallo Shintoismo di Stato.]]
 
=== Shintoismo di Stato ===
[[File:Kuniyoshi Utagawa, Dragon 2.jpg|min|verticale|Le leggende mitologiche, enfatizzate dallo Shintoismo di Stato]]
In seguito alla [[Restaurazione Meiji]] lo Shintoismo venne proclamato religione ufficiale del Giappone e nel [[1868]] la sua combinazione con il Buddhismo venne resa illegale. In questo periodo molti studiosi del ''Kokugaku'' iniziarono a vedere lo Shintoismo come mezzo attraverso cui unificare il Paese ed aumentarne la devozione all'imperatore, per velocizzare il più possibile il processo di modernizzazione. Lo shock psicologico delle ''[[navi nere]]'' e il conseguente collasso dello shogunato convinsero molti che solo una nazione unita avrebbe potuto resistere alla colonizzazione dei popoli stranieri. In conseguenza di ciò lo Shintoismo venne utilizzato come strumento per promuovere l'adorazione dell'imperatore (e quindi della propria nazione) e venne esportato nei territori conquistati come l'[[Hokkaido]] e la [[Corea]].
 
Lo [[Shintoismo di Stato]] venne istituito in seguito alla [[Restaurazione Meiji]], quando il culto assunse il ruolo di religione ufficiale del Giappone e nel 1868 la sua combinazione con il Buddhismo venne resa illegale. In questo periodo, molti studiosi del ''[[Kokugaku]]'' iniziarono a vedere lo Shintoismo come mezzo attraverso cui unificare il Paese ed aumentarne la devozione all'[[Imperatore del Giappone|imperatore]], per velocizzare il più possibile il processo di modernizzazione. Lo shock psicologico delle ''[[navi nere]]'' e il conseguente collasso dello shogunato convinsero molti che solo una nazione unita avrebbe potuto resistere alla colonizzazione dei popoli stranieri. In conseguenza di ciò lo Shintoismo venne utilizzato come strumento per promuovere l'adorazione dell'imperatore (quindi della propria nazione) e venne esportato nei territori colonizzati come l'[[Hokkaidō]], [[Taiwan]] e la [[Corea]].
Nel [[1871]] venne istituito un ''Ministero delle divinità'' e i templi shintoisti vennero divisi in dodici livelli con sede centrale al [[tempio di Ise]] (dedicato ad Amaterasu e perciò simboleggiante la legittimità della famiglia imperiale). Negli anni seguenti il ''Ministero delle divinità'' venne rimpiazzato da una nuova istituzione, il ''Ministero della religione'', incaricato di guidare l'istruzione allo ''shushin'' (letteralmente "sentiero morale"). Questo fu uno dei maggiori capovolgimenti dall'epoca del [[Periodo Edo]]. I preti iniziarono ad essere eletti ufficialmente, retribuiti ed incaricati dallo Stato di istruire i giovani attraverso una forma di teologia shintoista basata sulla storia mitologica della casata imperiale e dello Stato giapponese.
 
Nel 1871 venne istituito un ''Ministero delle divinità'' e i templi shintoisti vennero divisi in dodici livelli con sede centrale al [[tempio di Ise]] (dedicato ad Amaterasu e perciò simboleggiante la legittimità della famiglia imperiale). Negli anni seguenti il ''Ministero delle divinità'' venne rimpiazzato da una nuova istituzione, il ''Ministero della religione'', incaricato di guidare l'istruzione allo ''shushin'' (letteralmente "sentiero morale"). Questo fu uno dei maggiori capovolgimenti dall'epoca del [[Periodo Edo]]. I preti iniziarono ad essere eletti ufficialmente, retribuiti ed incaricati dallo Stato di istruire i giovani attraverso una forma di teologia shintoista basata sulla storia mitologica della casata imperiale e dello Stato giapponese.
Con il passare del tempo lo Shintoismo venne utilizzato sempre più per enfatizzare i sentimenti [[nazionalismo|nazionalisti]] popolari. Nel [[1890]] venne promulgato il ''Kyoiku Chokugo'' (''Rescritto imperiale sull'educazione'') che richiese agli studenti di recitare ritualmente il giuramento di ''offrire sé stessi coraggiosamente allo Stato'', così come di proteggere la famiglia imperiale. La pratica dell'adorazione dell'Imperatore venne ulteriormente diffusa dalla distribuzione di ritratti imperiali come oggetti di venerazione esoterica. Questo utilizzo dello Shintoismo diede al patriottismo giapponese una tinta di [[misticismo]] speciale e di introversione culturale, che divenne sempre più pronunciata con il passare del tempo.
 
Con il passare del tempo lo Shintoismo venne utilizzato sempre più per enfatizzare i sentimenti [[nazionalismo|nazionalisti]] popolari. Nel 1890 venne promulgato il ''Kyoiku Chokugo'' (''Rescritto imperiale sull'educazione'') che richiese agli studenti di recitare ritualmente il giuramento di ''offrire sé stessi coraggiosamente allo Stato'', così come di proteggere la famiglia imperiale. La pratica dell'adorazione dell'Imperatore venne ulteriormente diffusa dalla distribuzione di ritratti imperiali come oggetti di venerazione esoterica. Questo utilizzo dello Shintoismo diede al patriottismo giapponese una tinta di [[misticismo]] speciale e di introversione culturale, che divenne sempre più pronunciata con il passare del tempo.
Questo processo continuò a consolidarsi durante il [[periodo Showa]] prima di arrestarsi bruscamente nell'agosto [[1945]], con la separazione tra Stato e Chiesa shintoista. Ironicamente, l'invasione dell'Occidente così temuta all'inizio dell'epoca Meiji era infine arrivata, in parte a causa della radicalizzazione del Giappone permessa dalla sua compattezza religiosa.
 
Questo processo continuò a consolidarsi durante il [[periodo Shōwa]] prima di arrestarsi bruscamente nell'agosto 1945, con la separazione tra Stato e Chiesa shintoista. Ironicamente, l'invasione dell'Occidente così temuta all'inizio dell'epoca Meiji era infine arrivata, in parte a causa della radicalizzazione del Giappone permessa dalla sua compattezza religiosa.
 
=== La riforma moderna ===
L'eraepoca dello Shintoismo di Stato si chiuse bruscamente con la fine della seconda guerra mondiale. Poco dopo la fine del conflitto l'imperatore [[Dichiarazione della natura umana dell'imperatore|annunciò pubblicamente la rinuncia al suo stato di ''divinità terrena'']] e smentì la discendenza della famiglia imperiale dalla dea [[Amaterasu]]. In conseguenza ai risultati della guerra molti giapponesi conclusero che la causa della sconfitta fosse stata la ''[[hybris]]'' (superbia) dell'Impero. La brama di territori stranieri accecò i loro leader esaltando l'importanza della loro patria. Nel periodo successivo alla guerra comparvero numerose ''Shinshukyo'' (nuove sette religiose), molte delle quali ostensivamenteostentatamente basate sullo Shintoismo.
 
Successivamente alla guerra lo Shintoismo insistette con meno importanza sulla mitologia e il mandato divino della famiglia imperiale. Invece i templi tesero a focalizzarsi su attività sociali, volte ad aiutare le persone ordinarie nel migliorare le proprie condizioni o se stessi, mantenendo buone relazioni con gli antenati e gli dèi. Successivamente alla guerra la pratica generale dei rituali shintoisti non è decrementatadiminuita. La spiegazione normalmente data per questa anomalia è che, in seguito alla dismissione dello Shintoismo di Stato, la religione è ritornata alla sua posizione tradizionale, culturalmente radicata, piuttosto che imposta. In ogni caso lo Shintoismo ed i suoi valori continuano ad essere una componente fondamentale della vita e della mentalità giapponese.
 
== Categorizzazione e struttura ==
=== Classificazione religiosa ===
[[File:Daikoku.jpg|thumbmin|200pxverticale|[[Daikoku]], uno dei sette dèi della fortuna.]]
 
Lo Shintoismo è una religione difficile da classificare. Da una parte può essere considerata veramente come una forma molto organizzata di [[animismo]], ma la presenza di una mitologia definita la rende più una religione [[politeismo|politeista]] con tratti [[sciamanesimo|sciamanici]].
Lo Shintoismo è una religione difficile da classificare. Da una parte può essere considerata veramente come una forma molto organizzata di [[animismo]], ma la presenza di una mitologia definita la rende più una religione [[politeismo|politeista]] con tratti [[sciamanesimo|sciamanici]].<br />
La vita dopo la morte non è una preoccupazione primaria e viene data un'enfasi maggiore al trovare l'armonia in questo mondo, invece che nel prepararsi al successivo. Lo Shintoismo non possiede insiemi vincolanti di [[dogma|dogmi]], un luogo santo sopra tutti gli altri da adorare, nessuna persona o kami considerato più sacro degli altri, e nessun insieme definito di [[preghiera|preghiere]]. Lo Shintoismo è piuttosto una collezione di rituali e metodi, intesi a mediare le relazioni tra gli esseri umani e i kami. Queste caratteristiche conferiscono allo Shintoismo un carattere di completezza semplice ed efficace, caratteristiche che gli consentono di sopravvivere tutt'oggi, facendone una religione importante e millenaria. Queste pratiche si sono originate organicamente in Giappone nel corso di molti secoli e sono state influenzate dal contatto con le religioni straniere, soprattutto cinesi. Da notare per esempio, che la parola ''Shinto'' è essa stessa di origine cinese e che molte delle codifiche della mitologia shintoista vennero costituite con lo scopo esplicito di rispondere all'influenza culturale cinese. Nella stessa maniera lo Shintoismo ha avuto, e continua ad avere, un'influenza dominante sulla pratica di altre religioni in Giappone. In particolare si potrebbe anche discuterlo sotto la voce [[Buddhismo giapponese]], poiché le due religioni hanno esercitato una profonda influenza l'una sull'altra per tutta la storia del Giappone.
 
Alcuni ritengono che lo Shintoismo fu strumentalizzato per la legittimizzazione ideologica durante la fase militaristica che seguì la [[Restaurazione Meiji]]. Poiché lo Shintoismo non possiede fonti di autorità assoluta, alcuni ritengono che fusia stato un'espressione naturale delle credenze del popolo, sfruttate dai nazionalisti radicali che desideravano unificare il Giappone. Altri si chiedono se l'enfasi posta dallo Shintoismo sull'eccezionalità giapponese non abbia reso inevitabili questi sviluppi. Anche oggigiorno, alcune fazioni di estrema destra della società giapponese, vogliono che si enfatizzi maggiormente lo Shintoismo e si incrementi la reverenza mostrata all'imperatore, come parte di un progetto per portare il Paese nel suo ''giusto posto'' come nazione guida del mondo. Nonostante ciò, per la maggior parte dei giapponesi, seguire lo Shintoismo non significa esprimere disprezzo per le altre nazioni, ma piuttosto esprimere il proprio amore per la natura del Giappone e di tutto il mondo, delle persone e degli spiriti e divinità che lo abitano.
 
=== Tipi di Shintoismo ===
Si possono riconoscere essenzialmente cinque ''espressioni'' dello Shintoismo. Queste non vanno considerate come vere e proprie correnti a se stanti, ma più che altro delle differenti forme di culto tutte volte al medesimo obiettivo, ovvero giungere alle medesime "verità". Casi particolari sono tuttavia quelli dello Shintoismo settario e di quello di Stato.
* Shintoismo imperiale (''Koshitsu Shinto''): questo termine indica i riti eseguiti dall'imperatore per venerare la miriade di kami e in particolare la dea [[Amaterasu Omikami]], al fine di assicurare la continuità dello stato, la felicità del popolo e la pace mondiale. Questi riti sono indipendenti da quelli dello Shintoismo templare.
* Shintoismo templare (''Jinja Shinto''): questo termine indica lo Shintoismo istituzionalizzato (nato subito dopo la caduta dello Shintoismo di Stato), fondato sul culto all'interno dei templi ''[[jinja]]''. È in generale lo Shintoismo organizzato e rappresenta infatti il cardine di tutte le attività religiose e persino degli altri filoni della religione shintoista. Anche se venne instaurato solo nel secolo scorso, le sue radici si fissano nella [[Periodo JomonJōmon|preistoria]]. Quasi tutti i templi sono membri della [[Jinja Honcho]], ''Associazione dei templi shintoisti''.
* Shintoismo settario (''Shuha Shinto'' o ''Kyoha''): è composto dai tredici gruppi (''Kurozumikyō'', ''Shintoismo Shuseiha'', ''Izumo Ōyashirokyō'', ''Fusōkyō'', ''Jikkōkyō'', ''Shinshūkyō'', ''Shintoismo Taiseikyō'', ''Ontakekyō'', ''Shintōtaikyō'', '' Misogikyō'', ''Shinrikyō'', ''Konkōkyō'' ed il ''Tenrikyō'') (che però nel [[1970]] ha formalmente dichiarato di non essere una forma di Shintoismo) formatisi durante il [[XIX secolo]], quando i templi shintoisti vennero separati dalle altre istituzioni religiose ed usati per condurre riti e celebrazioni sotto la direzione dello Stato (lo ''Shintoismo di Stato'').
* Shintoismo popolare (''Minzoku Shinto''): è la forma praticata dalla gente senza essere formalizzata; include le numerose, ma frammentate, credenze popolari in spiriti e divinità. Le pratiche includono [[divinazione]], [[esorcismo]] e guarigioni sciamaniche. Alcune di queste pratiche provengono dall'influenza del [[Taoismo]], del [[Buddhismo]] e del [[Confucianesimo]], altre sono diretta espressione delle tradizioni locali.
* Shintoismo di Stato (''Kokka Shinto''): fu il risultato della Restaurazione Meiji e della caduta dello shogunato. Tentò di purificare lo Shinto abolendo molti ideali buddhisti e confuciani. Secondo la maggior parte delle opinioni fu un tipo di Shintoismo fortemente monopolizzato, a volte addirittura talmente distorto da perdere i suoi significati ed insegnamenti religiosi divenendo una mera forma di nazionalismo. In seguito alla sconfitta giapponese nella seconda guerra mondiale venne abolito e l'imperatore forzato a rinunciare al suo status di divinità.
 
=== ChiesaTempio shintoista ===
{{vedi anche|Associazione dei templi shintoisti}}
[[File:Jinjahoncho 2.jpg|thumbnailmin|300px|leftsinistra|Un palazzo della [[Jinja Honcho]].]]
Nel febbraio [[1946]], con la pubblicazione della cosiddetta ''Direttiva shintoista'', tutti i templi si organizzarono in un'amministrazione nazionale chiamata ''Associazione dei templi shintoisti'', a tutti gli effetti una ''Chiesa shintoista'', termine poco ortodosso anche se comunemente utilizzato. Il nome in [[lingua giapponese|giapponese]] è ''Jinja Honcho''. Lo scopo di questa istituzione fu fin da subito quello di organizzare e conservare la tradizionale cultura religiosa giapponese. La Chiesa oggi amministra migliaia di templi in tutto il Giappone e un centinaio di scuole. Negli ultimi decenni ha dimostrato una certa apertura anche verso Paesi esteri, ha infatti iniziato ad esportare lo Shintoismo, edificando i primi templi in [[Americhe|America]] e [[Australia]] e ordinando i primi sacerdoti shintoisti non-giapponesi.
 
Nel febbraio 1946, con la pubblicazione della cosiddetta ''Direttiva shintoista'', tutti i templi si organizzarono in un'amministrazione nazionale chiamata ''Associazione dei templi shintoisti'', a tutti gli effetti una ''Chiesa shintoista'', termine poco ortodosso anche se comunemente utilizzato. Il nome in [[lingua giapponese|giapponese]] è ''Jinja Honcho''. Lo scopo di questa istituzione fu subito quello di organizzare e conservare la tradizionale cultura religiosa giapponese. La Chiesa oggi amministra migliaia di templi in tutto il Giappone e un centinaio di scuole. Negli ultimi decenni ha dimostrato una certa apertura anche verso Paesi esteri, ha infatti iniziato ad esportare lo Shintoismo, edificando i primi templi in America e Australia e ordinando i primi sacerdoti shintoisti non-giapponesi.
=== Organizzazione clericale ===
 
=== Organizzazione clericale ===
Dopo l'[[Periodo Meiji|era Meiji]], quando il Giappone aprì ufficialmente le porte all'Occidente per scambi commerciali, il sistema ereditario dell'ordine sacerdotale shintoista fu abolito, introducendo il sistema del seminario similmente ad altre religioni, sebbene esistano ancora oggi alcuni templi a conduzione familiare. I sacerdoti sono liberi di sposarsi e condurre una vita familiare al di fuori di quella religiosa.
 
Il sistema sacerdotale shintoista è suddiviso in quattro ordini principali: ''JohkaiJōkai'', ''Meikai'', ''Gonseikai'' e ''KokkaiChokkai''. Ogni sacerdote (''[[kannushi]]'') di questi gruppi intraprende una carriera caratterizzata da sei gradi di specializzazione: il ''Grado Superiore'', il ''Primo grado'', il ''Secondo'', il ''Grado intermedio'', il ''Terzo'' e il ''Quarto grado''. Il superamento di questi gradi consente l'accesso all'ordine successivo.
I livelli successivi all'intermedio sono conferiti solo ai sacerdoti che professano da più di vent'anni, sebbene esistano eccezioni dovute alla particolare cultura, saggezza e preparazione dell'individuo. Per diventare ''Guji'', ovvero il sacerdote capo di un tempio importante, è necessario ottenere il grado più alto dell'ordine ''Meikai''. Per diventare ''Guji'' di un tempio poco eminente si deve raggiungere il massimo grado dell'ordine ''Gonseikai''.
 
Dopo la seconda guerra mondiale il sacerdozio è stato aperto anche alle donne, oggi molto importanti nel clero shintoista: infatti la pratica del ''Kaguramai'', la danza sacra in onore degli dèi è generalmente svolta solo dalle donne e l'autorità principale del [[tempio di Ise]], comunemente considerato il cuore dello Shintoismo, è una sacerdotessa. Non bisogna confondere una sacerdotessa (''kannushi'') da una ''[[miko]]''. Il ruolo di ''miko'', le cosiddette ''vergini'', è solitamente assegnato per un determinato periodo a ragazze o adolescenti (di solito di sesso femminile), e di frequente si tratta delle figlie dei sacerdoti. Il compito del o della ''miko'' è quello di assistere i sacerdoti nei vari preparativi dei riti e delle feste, ruolo molto simile a quello dei chierichetti [[Cristianesimo|cristiani]]. Le ''miko'' sono contraddistinte dal caratteristico abito bianco e rosso.
 
Oggi il sacerdozio si può ottenere attraverso un sistema a seminari, frequenti in tutto il Giappone e spesso gestiti dai templi. Esistono anche corsi di sacerdozio shintoista in due università: l'università di Kokugakuin a [[Tokyo]] e l'università di Kogakkan anella [[prefettura di Mie]], entrambe amministrate dalla [[Jinja Honcho]]. In aree di provincia è comune, in assenza di un sacerdote, assegnare annualmente la celebrazione dei rituali e delle festività a un membro della comunità, anche senza titolo sacerdotale.
 
== Pratiche ed insegnamenti ==
[[File:LittleBranch.PNG|thumb|200px|left|La natura è sacra in ogni sua forma.]]
=== Vita dopo la morte ===
Secondo la fede Shintoista, lo spirito umano è eterno, proprio come i [[kami]]. Come nella maggior parte delle concezioni orientali, l'aldilà è concepito dallo Shintoismo come una sorta di ''livello esistenziale superiore''. Quando si muore dunque, per lo Shintoismo, si cambia semplicemente ''forma'' di esistenza, si accede ada un altro tipo di esistenza (vedi la sezione relativa ai ''kami particolari''). Questa è la concezione più moderna.
 
Poiché lo Shintoismo è coesistito pacificamente con il Buddhismo per oltre un millennio, è molto difficile separare le credenze buddhiste da quelle shintoiste. Si può dire, con consapevole e necessaria semplificazione, che mentre il Buddhismo enfatizzapromuove lail vitadistacco dopodai ladesideri mortee dagli attaccamenti, lo Shintoismo enfatizza questa vita e la ricerca della felicità in essa,; sebbene abbiano prospettive molto diverse sul mondo, la maggior parte dei giapponesi non vede alcuna necessità di riconciliare le due religioni e pertanto le pratica entrambe. Perciò è comune per molte persone praticare lo Shintoismo in vita ed essere comunque sepolte con un funerale buddhista.
 
Nello Shintoismo antico veniva ovviamente dato maggior peso alla mitologia. Si credeva in una serie di ''paradisi'', già c'era quindi la concezione della ''pluralità esistenziale'', anche se non espressa filosoficamente tra il popolo. Tra questi paradisi si annoverano: ''l'aldilà del cielo'', ''l'aldilà Yomi'', ''l'aldilà Tokoyo'', ''l'aldilà delle montagne''. Questi luoghi non sono descritti né come posti ameni né con caratteristiche infernali, ma come luoghi molto simili al mondo terrestre.
 
=== Etica ===
{{quoteCitazione|La sincerità porta alla verità. La sincerità è saggezza, che unisce l'uomo e il divino in un tutt'uno.}}
{{quoteCitazione|Sii caritatevole con tutti gli esseri: l'amore è la prima caratteristica del divino.}}
 
Lo Shintoismo presenta un'infinità di insegnamenti positivi, che nascono anche come conseguenze dei suoi precetti fondamentali. Una prima regola etica è sicuramente la disponibilità verso gli altri. La religione shintoista insegna che l'uomo deve sempre offrirsi per aiutare il prossimo, caritatevolmente, sinceramente e amorevolmente, per mantenere l'armonia e il benessere nella società. Conseguentemente lo Shintoismo incita al contenimento dell'egoismo e dell'egocentrismo, promuovendo invece l'umiltà.
[[File:PassionFlower.PNG|thumb|300px|La [[natura]] è eterna [[simmetria (matematica)|simmetria]] ed [[equilibrio]].]]
 
{{quoteCitazione|Non vi è posto per l'egoismo nello Shinto.}}
Minamoto Yoshitsune:{{quoteCitazione|Ammettere uno sbaglio è il primo segno di una grande saggezza.}}
 
Il culto shintoista pone, in generale, al primo posto l'interesse della comunità e il pubblico benessere. Ciò non significa che i diritti individuali e la famiglia siano ignorati. Al contrario, è sullo sfondo dei riti religiosi, come conseguenza delle azioni verso gli altri, che l'intimità, il carattere individuale di una persona e i suoi rapporti con il prossimo, sono ampiamente promossi.
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Sebbene lo Shintoismo non abbia comandamenti assoluti al di fuori di vivere ''una vita semplice ed in armonia con la natura e le persone'', si dice che ci siano ''Quattro Affermazioni'' che esprimono tutto lo spirito etico di questa religione:
* La [[famiglia]] è il nucleo principale della vita di una persona, è il gruppo in cui e attraverso cui una persona cresce, e da cui eredita un approccio e una visione del mondo ben precisi. Di conseguenza a questa grande importanza, il nucleo familiare è un fondamento necessario al benessere dell'individuo, e come tale va tutelato ed in particolare mantenuto armonico.
* La [[natura]] è sacra, in quanto espressione del divino; conservare un contatto con essa comporta il raggiungimento della completezza e della felicità, e significa mantenersi vicinivicino ai kami. Come tale la natura va rispettata, venerata e soprattutto tutelata, poiché è da essa che deriva l'equilibrio della vita.
* La pulizia è un componente essenziale dello Shintoismo, pulizia consente purezza, e la purezza è una delle massime virtù. La pulizia è essenziale per condurre una vita armoniosa: il fedele shintoista ne fa largo uso, sia su se stesso che negli ambienti in cui vive; i templi shintoisti vengono tenuti sempre impeccabilmente puliti dai sacerdoti.
* I [[matsuri]] sono i festival dedicati ai kami. In questi giorni il fedele shintoista prega nei templi, o nella propria casa. Per festeggiare le divinità, vengono allestiti feste, processioni e banchetti. I ''matsuri'' vengono organizzati dai templi o dalle comunità. Queste feste sono parecchie durante l'anno e vanno da quelle più importanti e nazionali a quelle dei piccoli paesi. I giorni normali sono chiamati ''ke'' ("giorno") e quelli di festa sono detti ''hare'' ("soleggiato" o semplicemente "buono").
 
=== Purificazione ===
==== Concetto di impurezzaimpurità ====
[[File:ItsukushimaBasin7406.jpg|min|sinistra|Fonte per le abluzioni al [[tempio di Itsukushima]]]]
Secondo lo Shintoismo non c'è niente di peccaminoso ''di per sè'', piuttosto certi atti creano un'impurezza rituale che una persona dovrebbe voler evitare semplicemente per ottenere pace mentale e buona fortuna, non perché l'impurezza sia sbagliata in se stessa. Il male e gli atti sbagliati sono chiamati ''kegare'' (letteralmente "sporcizia"), e la nozione opposta è ''kiyome'' (letteralmente "purezza"). L'uccisione di un essere vivente, considerata come atto impuro, dovrebbe essere fatta con gratitudine e con riverenza nei confronti dell'animale e ridotta al minimo, praticata solo quando altamente necessario.
[[File:ItsukushimaBasin7406.jpg|thumb|350px|left|Fonte per le abluzioni al [[tempio di Itsukushima]].]]
 
Secondo lo Shintoismo non c'è niente di peccaminoso ''di per sé'', piuttosto certi atti creano un'impurità rituale che una persona dovrebbe voler evitare semplicemente per ottenere pace mentale e buona fortuna, non perché l'impurità sia sbagliata in sé stessa. Il male e gli atti sbagliati sono chiamati ''kegare'' (letteralmente "sporcizia"), e la nozione opposta è ''kiyome'' (letteralmente "purezza"). L'uccisione di un essere vivente, considerata come atto impuro, dovrebbe essere fatta con gratitudine e con riverenza nei confronti dell'animale e ridotta al minimo, praticata solo quando altamente necessario.
I giapponesi moderni continuano a enfatizzare grandemente l'importanza dell<nowiki>'</nowiki>''aisatsu'', l'insieme di frasi e saluti rituali. Prima di mangiare, molti giapponesi dicono ''itadakimasu'' ("ricevo umilmente <nowiki>[</nowiki>questo cibo<nowiki>]</nowiki>"), in modo da prestare un appropriato rispetto per chi ha preparato ed in generale per tutti quegli esseri viventi che hanno perso la loro vita per permettere quel pasto. La mancanza nel mostrare rispetto può essere considerata come un segno di orgoglio ed un'assenza di preoccupazione per gli altri. Questa attitudine è evitata, perché si pensa che possa causare problemi per tutti. Chi fallisce nel tenere in giusto conto i sentimenti delle altre persone e dei kami attrarrà su di sé la propria disgrazia. La peggior espressione di questa attitudine è lo sfruttare la vita degli altri per il guadagno o godimento personale. Si crede che le persone uccise per mano altrui provino ''urami'' ("rancore") e diventino ''aragami'', spiriti potenti e malvagi che cercano vendetta. Per tutti questi motivi, nelle moderne aziende giapponesi, non viene intrapresa alcuna azione prima che venga raggiunto un consenso e una consapevolezza unanime.
 
I giapponesi moderni continuano a enfatizzare grandemente l'importanza dell{{'}}''aisatsu'', l'insieme di frasi e saluti rituali. Prima di mangiare molti giapponesi dicono ''itadakimasu'' ("ricevo umilmente <nowiki>[</nowiki>questo cibo<nowiki>]</nowiki>"), in modo da prestare un appropriato rispetto per chi ha preparato ed in generale per tutti quegli esseri viventi che hanno perso la loro vita per permettere quel pasto. La mancanza nel mostrare rispetto può essere considerata come un segno di orgoglio ed un'assenza di preoccupazione per gli altri. Questa attitudine è evitata, perché si pensa che possa causare problemi per tutti. Chi fallisce nel tenere in giusto conto i sentimenti delle altre persone e dei kami attrarrà su di sé la propria disgrazia. La peggior espressione di questa attitudine è lo sfruttare la vita degli altri per il guadagno o godimento personale. Si crede che le persone uccise per mano altrui provino ''urami'' ("rancore") e diventino ''aragami'', spiriti potenti e malvagi che cercano vendetta. Per tutti questi motivi, nelle moderne aziende giapponesi, non viene intrapresa alcuna azione prima che venga raggiunto un consenso e una consapevolezza unanime.
==== Riti purificatori ====
I riti di purificazione sono una parte vitale dello Shintoismo e sono stati adottati anche nella vita moderna. Un rito di purificazione personale è legato all'[[acqua]], elemento purificatore per eccellenza: consiste nel rimanere sotto a una [[cascata]] o nell'eseguire delle [[abluzione|abluzioni]] rituali alla foce di un [[fiume]] o nel [[mare]], oppure semplicemente mediante le apposite fonti dei templi; quest'ultima pratica è richiesta quasi sempre prima dell'accesso al luogo sacro. Queste due forme di purificazione sono spesso dette 祓 ''harai''. Una terza forma di purificazione è l'astensione da qualcosa, cioè un [[tabù]] (per esempio alle donne non venne permesso di scalare il [[Monte Fuji]] fino al [[1868]]). I tabù sono pressoché scomparsi nello Shintoismo moderno. Tra le altre credenze vi è quella di non pronunciare parole considerate di cattivo auspicio ai matrimoni, come ad esempio la parola ''tagliare'', o non partecipare ai matrimoni se di recente si è persa una persona cara.
 
I riti di purificazione sono una parte vitale dello Shintoismo e sono stati adottati anche nella vita moderna. Un rito di purificazione personale è legato all'acqua, elemento purificatore per eccellenza: consiste nel rimanere sotto una cascata o nell'eseguire delle abluzioni rituali alla foce di un fiume o nel mare, oppure semplicemente mediante le apposite fonti dei templi; quest'ultima pratica è richiesta quasi sempre prima dell'accesso al luogo sacro. Queste due forme di purificazione sono spesso dette 祓 harai. Una terza forma di purificazione è l'astensione da qualcosa, cioè un tabù (per esempio alle donne non venne permesso di scalare il Monte Fuji fino al 1868). I tabù sono pressoché scomparsi nello Shintoismo moderno. Tra le altre credenze vi è quella di non pronunciare parole considerate di malo auspicio ai matrimoni, come ad esempio la parola tagliare, o non partecipare ai matrimoni se di recente si è persa una persona cara.
Nelle cerimonie di purificazione vengono generalmente utilizzati vari elementi simbolici, tra i quali spiccano la già citata acqua, il [[sale]] e la [[sabbia]]. Gli atti generali di pulizia sono chiamati ''misogi'', mentre in specifico, la purificazione personale all'ingresso dei templi, che consiste nel lavarsi mani e bocca, è chiamata ''temizu'' o anche ''imi''. Un rituale ''misogi'' ancora oggi molto praticato è quello che consiste nel gettare acqua nei dintorni della propria casa, per ottenerne la purezza.
 
Nelle cerimonie di purificazione vengono generalmente utilizzati vari elementi simbolici, tra i quali spiccano la già citata acqua, il sale e la sabbia. Gli atti generali di pulizia sono chiamati misogi, mentre in specifico, la purificazione personale all'ingresso dei templi, che consiste nel lavarsi mani e bocca, è chiamata temizu o anche imi. Un rituale misogi ancora oggi molto praticato è quello che consiste nel gettare acqua nei dintorni della propria casa, per ottenerne la purezza.
I riti di purificazione sono sempre il primo atto di una qualsiasi cerimonia religiosa, e vengono praticati anche per benedire avvenimenti importanti. Per esempio i nuovi edifici costruiti in Giappone vengono spesso [[benedizione|benedetti]] da un sacerdote shintoista, come vengono benedetti anche i nuovi [[aerei]] o le nuove [[automobili]]. Questo tipo di rituale purificatorio è chiamato ''jichinsai''. Addirittura un rito di questo tipo venne tenuto nel [[1969]] per benedire la missione sulla [[Luna]] dell'[[Apollo 11]].
 
I riti di purificazione sono sempre il primo atto di una qualsiasi cerimonia religiosa, e vengono praticati anche per benedire avvenimenti importanti. Per esempio i nuovi edifici costruiti in Giappone vengono spesso [[benedizione|benedetti]] da un sacerdote shintoista, come vengono benedetti anche i nuovi [[aerei]] o le nuove [[automobili]]. Questo tipo di rituale purificatorio è chiamato ''[[jichinsai]]''. Addirittura un rito di questo tipo venne tenuto nel 1969 per benedire la missione sulla [[Luna]] dell'[[Apollo 11]].
 
Il sale è, dopo l'acqua, l'altro elemento importante nei rituali di purificazione. Le cerimonie legate al sale vengono genericamente chiamate ''shubatsu''. Vi sono varie cerimonie in cui il sale viene sparso in un determinato luogo per eliminare le impurità, chiamate ''maki shio'' (letteralmente "sale sparso"). Di solito all'ingresso delle case vengono posti dei contenitori di sale, chiamati ''mori shio'', che si crede abbiano l'effetto di purificare chiunque entri nell'abitazione. Il ''maki shio'' è praticato nelle case, e anche, alternativamente o insieme all'acqua, prima della costruzione di un edificio. Il sale viene offerto simbolicamente anche alle divinità, ponendolo sugli altarini domestici ''kamidana'' (vedere la sezione sul ''culto domestico'').
 
=== Venerazione ===
{{Citazione|Una preghiera sincera giunge al cielo. Una preghiera sincera realizzerà sicuramente la divina presenza.}}
[[File:ShintoistAltar.PNG|thumb|300px|Piccolo altare. Da notare lo specchio, rappresentazione dei kami.]]
{{Citazione|Il primo e più sicuro passo per entrare in comunione con il divino è la sincerità. Se si prega una divinità con sincerità, si riesce a percepire la divina presenza.}}
{{quote|Una preghiera sincera giunge al cielo. Una preghiera sincera realizzerà sicuramente la divina presenza.}}
 
{{quote|Il primo e più sicuro passo per entrare in comunione con il divino è la sincerità. Se si prega una divinità con sincerità, si riesce a percepire la divina presenza.}}
La venerazione, nello Shintoismo, ha una valenza molto profonda ed è considerata un atto puro e sincero. Il rito shintoista tende a soddisfare i sensi dell'uomo e ad armonizzare e pacificare la mente. Ciò è favorito dalla forte estetica del rito stesso, caratterizzata da immagini, suoni e profumi. Le cerimonie sono dunque innanzitutto volte a manifestare riverenza e ammirazione nei confronti della grandezza infinita dei [[kami]], ma anche, e non da meno, lo scopo delle cerimonie è quello di rendere l'uomo cosciente della verità che lo circonda, facendone scaturire pace e armonia.
 
==== Culto templare ====
Nello Shintoismo moderno il cuore del culto è sicuramente il [[tempio]] (''[[jinja]]''), in cui si celebrano numerose cerimonie e pratiche. Non c'è un giorno preciso della settimana in cui si svolgono le cerimonie, i templi sono infatti costantemente aperti e disponibili per i fedeli, che possono recarvisi per pregare gli dèi e fare offerte in qualsiasi momento desiderino. Gli spazi sacri tendono ad essere particolarmente affollati soprattutto nei giorni in cui cadono i [[matsuri]], ovvero i festival nazionali. Il tipo di preghiera con cui il fedele cerca un contatto con i [[kami]] non segue regole specifiche, ognuno può infatti avere un approccio totalmente personale alla venerazione. Generalmente, nei giorni non festivi, ci si reca al tempio chiedendo agli dèi protezione costante sulla famiglia, fortuna per superare esami scolastici, e ovviamente molto altro.
 
La venerazione corrisponde sempre ada un contatto con il mondo naturale, che rende i templi oasi di pace all'interno delle caotiche città. Il culto templare sottolinea l'appartenenza dell'uomo all'universo di cui è parte. I riti aiutano il fedele a comprendere la via che deve intraprendere nella vita, gli offrono forza e sostegno per superare le difficoltà e supportanosostengono la sua visione spirituale del mondo, tra sacralità e purezza. L'estetica del tempio, sostanzialmente, è un elemento fondamentale per la preghiera e la venerazione, è un tutt'uno con esse. Il tempio è infatti considerato un ''edificio mistico'', un luogo in cui è possibile trovare un contatto e ''respirare'' la sacralità del mondo, che il luogo sacro in un certo senso ''canalizza''.
 
I rituali collettivi sono organizzati dai sacerdoti. Questi rituali sono molto precisi e dettagliati, rappresentano infatti l'equilibrio del mondo, e con un tale significato vanno rispettati nella loro interezza. Il modello rituale divenne comune a tutti i templi nel corso del [[XIX secolo]]. Oggi, la [[Jinja Honcho]], nella sua costante opera di modernizzazione dello Shintoismo, sta introducendo nuovi modelli rituali, più adatti all'era moderna.
 
==== Culto domestico ====
La venerazione non deve essere un atto esclusivamente pubblico, è infatti spesso praticata anche tra le mura domestiche. È comune allestire degli altarini, chiamati ''[[kamidana]]'' (letteralmente "mensola dei kami"), su cui comunemente viene posizionato uno specchio, l'oggetto che meglio consente di dare una rappresentazione dei kami. È possibile inoltre aggiungervi oggetti sacri come ad esempio amuleti, acquistabili presso i templi. L'altare è utilizzato per offrire preghiere e incenso alle divinità, oltre ad una serie di elementi tradizionali tra cui: il sale, l'acqua e il riso.
 
==== Luoghi naturali ====
[[File:OrigamiOfferings.PNG|min|sinistra|[[Origami]] votivi in un tempio]]
In alternativa a templi ed altari domestici, un ''luogo'' considerato sacro, a volte addirittura più degli edifici costruiti dall'uomo, è la natura stessa. Montagne, laghi, isole, scogliere, spiagge, foreste, prati; in quanto questi ambienti incontaminati sono la massima espressione del divino, rappresentano una delle vie per giungere alla contemplazione del sacro e alla percezione della dimensione divina dell'universo.
 
[[File:OrigamiOfferings.PNG|thumb|350px|left|[[Origami]] votivi in un tempio.]]
In alternativa a templi ed altari domestici, un ''luogo'' considerato sacro, a volte addirittura più degli edifici costruiti dall'uomo, è la natura stessa. Montagne, laghi, isole, scogliere, spiagge, foreste e prati rappresentano una delle vie per giungere alla contemplazione del sacro e alla percezione della dimensione divina dell'universo.
 
=== Offerta ===
Un'offerta, nello Shintoismo, è un rituale simbolico che consente di donare qualcosa agli dèi, mettendosi in contatto con loro. Ci sono vari tipi di offerta, anche se i più comuni sono gli ''ema'' e gli [[origami]].
 
Gli {{nihongo|''ema'' (|絵馬)|}} sono generalmente atti di donazione da parte dei fedeli ai templi. In epoca medievale i ricchi potevano donare dei cavalli ad un tempio, specialmente quando richiedevano l'aiuto della divinità (ad esempio per vincere in battaglia). Per favori di entità minori divenne costume donare la pittura di un cavallo in forma simbolica, e questi ''ema'' sono popolari anche oggigiorno. Il fedele può acquistare al tempio una tavoletta di legno con sopra l'immagine di un cavallo, o di altri elementi (simboli dello [[zodiaco cinese]], persone o oggetti associati al tempio, e altro), vi scrive sopra un desiderio o una preghiera e l'appende ad una bacheca nel tempio. In alcuni casi se il desiderio si avvera o la preghiera viene soddisfatta ne appende un altro come ringraziamento. In molti templi è consueto anche offrire origami.
 
== Concezione di divinità ==
Lo Shintoismo è una religione ''cosmica''. Con questa definizione si intende affermare che si tratta di una religione che vede tutto il [[cosmo]], ovvero tutto ciò che esiste, come pura manifestazione del divino, è dunque una religione dai caratteri [[panteismo|panteistici]]. Nella religione shintoista ogni cosa è sacra poiché la materia stessa che costituisce tutte le cose che esistono ha un fondamento divino. In primo luogo, dunque, la principale forma di ''entità divina'' è l'esistenza stessa, la natura, qualunque essa sia. Procedendo su questo piano, e affermando le forti basi [[animismo|animistiche]] su cui si basa, si può dire che lo Shintoismo insegna che ogni cosa è detentrice di una forza divina, una divinità, uno spirito che la presiede e ne forgia l'esistenza.
 
=== Energia cosmicaMusubi ===
Nella [[cosmologia (filosofia)|cosmologia]] shintoista tutto l'esistente è pervaso da un'energia primordiale, che alimenta e compone tutta la materia e tutte le sue manifestazioni, è il ''Musubi''. Questa forza mistica è paragonabile al [[Tao]] del [[Taoismo]], un'energia cosmica che dà origine al ''tutto'' e causa l'evoluzione del ''tutto'', attraverso l'eterno ciclo dell'esistenza. Esso è il legame intimo che c'è tra tutte le cose, l'elemento comune a tutto ciò che fa parte del cosmo. Il ''Matsubi'' è inoltre la forza armonica e universale che lega indissolubilmente il mondo fisico umano al mondo spirituale degli dèi, i kami.
 
[[File:A Yin-Yang-Yuan Symbol - Triality-One.svg|thumb|250px|Il ''Tomoe'', simbolo della trinità shintoista.]]
Dalle narrazioni del [[Kojiki]] e del [[Nihon shoki|Nihon Shoki]] apprendiamo come i kami possedevano l’abilità di inspirare e motivare lo spirito della persona in situazioni in cui era debole e prossimo alla sconfitta. Da sempre importante, il concetto di musubi assumerà un significato ancor più centrale nel periodo Edo grazie agli studiosi del kokugaku che ne hanno approfondito il significato: secondo Motoori Norinaga, rifacendosi al concetto di “far nascere” (musui) e di “spirito” (hi richiama il concetto di reikon), il concetto di musubi esprimerebbe il “formare una nuova vita”, ma pure speranza, preghiera o desiderio, assumendo un valore apotropaico per espellere gli spiriti maligni.<ref>{{Cita|Milone|P. 146}}.</ref>
 
Come la maggior parte delle tradizioni orientali, anche lo Shintoismo è una religione ciclica. Nello Shintoismo l'esistenza, in tutte le sue forme, si origina innanzitutto dall'esprimersi del principio cosmico in una dualità, due forze polarmente opposte, il principio negativo ''In'' e il principio positivo ''Yo'', corrispondente al rapporto di [[Yin e Yang]] della [[cosmologia taoista]]. Dall'avvicendarsi di queste due forze primordiali e opposte scaturisce tutta l'esistenza, sia essa fisica e materiale sia spirituale. I kami, come gli uomini, hanno origine dallo scontro eterno tra queste due polarità.
 
Nella versione mitologica della cosmologia, le due divinità primordiali [[Izanami]] e [[Izanagi]], corrispondono ai due principi ''In'' e ''Yo''.
 
=== Trinità shintoista ===
Parlando di ''trinità shintoista'' una cosa assolutamente erronea è pensare ad un concetto trinitario analogo a quello del [[Cristianesimo]]. Si può dire che la ''trinità'' shintoista non sia altro che il frutto del rapporto cosmico tra i due poli primordiali dell'energia. Di questa triade fanno parte i suddetti ''In'' e ''Yo'' (i due poli), corrispondenti ai principi [[Taoismo|taoisti]] [[Yin e Yang]], e una terza parte, chiamata in [[lingua cinese|cinese]] ''Yuan''. Questa terza parte rappresenta ciò che nasce dall'interazione dei due principi primordiali, simboleggia i fenomeni e le manifestazioni prodotti dall'eterna interdipendenza di essi. Rappresenta, più sinteticamente, la terza fase della [[cosmologia]] shintoista, seguente a quella della bipolarità, ovvero la manifestazione dell'energia cosmica. Questa manifestazione finale che scaturisce dall'interazione eterna delle due forze primordiali è la natura dell'universo, la sua esistenza stessa, la sua vita, il suo continuo progredire in cicli eterni, nonché la sua molteplicità, sia essa spirituale, manifesta attraverso gli dèi del cosmo, i [[kami]], sia essa fisica, ossia corrispondente al livello esistenziale umano.
 
=== Misticismo della natura ===
[[File:HolyWaterfall.PNG|min|sinistra|Un'oasi naturale a [[Tokyo]]]]
 
Uno scrittore nato in Galles, trasferitosi poi sulle alture di ''Kurohime'' in [[Giappone]], scrisse di un'esperienza in [[Africa]], quando fu condotto da un cacciatore locale in un luogo considerato sacro dai [[Pigmei]], nella foresta pluviale dello [[Zaire]]. L'episodio è il seguente:
{{quoteCitazione|Lì trovammo una caverna, circondata da alti alberi. Si poteva udire solo il canto degli uccelli, il muoversi delle scimmie tra le fronde degli alberi e lo scrosciare di una cascata. Era un luogo meraviglioso. Il basso cacciatore dalla pelle bruna che ci aveva guidato in quel posto indossava solo un gonnellino a cinta, un arco e delle frecce avvelenate. Strappò un fiore e se lo mise tra i capelli. Qualcuno chiese: "Come fai a sapere che il divino è qui? Puoi vedere qualcosa di divino?" Pensai che non avesse senso fare una domanda simile, ma il cacciatore rispose con un sorriso: "Non posso vederli, ma so che gli esseri divini sono intorno a noi".}}
 
Questa citazione è una vivida rappresentazione dell'essenza della fede shintoista, ovvero un grande amore e riverenza per la natura, in tutte le sue possibili manifestazioni. Lo Shintoismo infatti colloca la natura in una particolare luce, ogni cosa è di per sacra, ogni essere vivente e ogni roccia nell'[[universo]]. La natura è considerata sacra in quanto manifestazione della forza dei [[kami]] e dimora eterna di essi stessi. Nella visione shintoista valli, montagne, abissi, foreste, fiumi, persino le città e le foreste artificiali ripiantate dall'uomo sono delle manifestazioni dell'essenza divina dell'universo, in quanto la materia stessa di cui ogni cosa è costituita ha una base, un fondamento divino.
[[File:HolyWaterfall.PNG|thumb|left|350px|Un'oasi naturale a [[Tokyo]].]]
 
È per questo motivo che nello Shintoismo spicca l'importanza assoluta della natura, che ha portato all'usanza di costruire templi soprattutto nel cuore di boschi e zone di pace e silenzio meditativo. Un filosofo [[Spagna|spagnolo]] scrisse (Manca riferimento a quale filosofo):
{{quoteCitazione|Lo spettacolo più stupefacente di tutte le meraviglie del Giappone è la spontaneità e la dimensione naturale della sua religione, caratterizzata dai templi immersi nel verde, quasi ad indicare che il luogo migliore nel quale andare a cercare il divino, non è altro che il mondo intorno a noi.}}
 
Un contesto religioso di questo genere risulta incredibilmente adatto alla mentalità moderna dell'uomo. Mentre infatti si tende sempre di più a diffidare del trascendente, cresce un tipo di teologia che vede come divina la materia stessa che costituisce tutte le cose, in quanto generata dalle grandi energie divine che pervadono tutto l'universo. È in questo modo che lo Shintoismo sopravvive in un Paese costellato da tecnologie avanzatissime tra cui i [[robot]], sempre più diffusi. In una visione del mondo in cui ogni cosa che esista si ritiene abbia uno spirito, infatti, anche un robot deve conseguentemente averne uno. Questo spirito non è da intendere nel senso cristiano del termine, poiché questa ''essenza divina'' di un robot non è altro che parte della ''matrice divina'' che genera tutte le manifestazioni dell'universo. Detto più semplicemente, lo spirito del robot è ''contenuto'' nella materia stessa di cui il robot è costituito, poiché la materia stessa ''è'' generata dal divino.
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=== Kami ===
{{vedi anche|Kami}}
==== Concetto base ====
 
{{quoteCitazione|Tutto ciò che c'è di maestoso e solenne, che possiede le qualità dell'eccellenza e della virtù ed ispira un sentimento di meraviglia, è considerato kami|Motoori Norinaga}}
 
I [[kami]], termine tradotto in genere con "dèi", "divinità", sono le entità spiritiche che popolano tutto l'[[universo]], sono gli spiriti della natura, e si esprimono attraverso essa. Per il fedele shintoista una cascata, la [[Luna]] o semplicemente una roccia, possono essere considerati come espressione dei [[kami]] ed elementi mistici in grado di porre in contatto con la sfera divina. Anche semplici ''forze'', ovvero i cicli che regolano l'universo, come la fertilità o la crescita, possono essere visti come manifestazione delle impercettibili forze divine che popolano la natura.
 
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I [[kami]] non sono dunque divinità trascendenti; sebbene siano impalpabili, popolano lo stesso universo in cui si trova l'uomo, si trovano solo ad un ''livello esistenziale'' superiore. Nel tempo l'immagine dei kami è andata a caratterizzarsi, tanto che è comune trovarli rappresentati in forma antropomorfa, e circondati da ampi corollari [[mitologia|mitologici]]; tuttavia il messaggio essenziale è rimasto invariato, le raffigurazioni sono solo delle ''maschere'', volte a rendere concepibili all'uomo concetti così complessi. È molto frequente, infatti, in particolare nello Shintoismo moderno, l'utilizzo di uno specchio per rappresentare le divinità. Questa è la migliore raffigurazione che possa far comprendere all'uomo moderno un concetto così profondo. Lo specchio sta infatti ad indicare che ogni cosa riflessa da esso è incarnazione e manifestazione degli dèi. In alternativa, come raffigurazione, vengono anche utilizzate composizioni geometriche di carta o di stoffa.
 
I kami sono collettivamente chiamati {{nihongo|''Yaoyorozu no Kami''|八百万の神|extra=letteralmente|lett. "otto milioni di kami"}}. Il nome arcano ''Yaoyorozu'' ("otto milioni") non è il numero esatto, ma piuttosto un modo simbolico di indicare l'infinito in un'epoca in cui questo concetto non esisteva. Il kami più importante, e certamente il più invocato e venerato è la dea del Sole [[Amaterasu]]. Il [[tempio di Ise|tempio]] principale a lei dedicato è situato a [[Ise (Giappone)|Ise]] e ad esso sono affiliati numerosi templi minori.
 
==== Kami particolari ====
[[File:Multi-eyed oni.jpg|min|[[Oni (folclore)|Oni]], demoni maligni]]
 
Nella classificazione ''kami'' possono essere inclusi anche altri tipi di spiriti ed entità:
 
* [[Dōsojin]]: i ''dosojin'' o ''sai no kami'' o ancora ''dorokujin'' sono le divinità delle strade e dei sentieri, più in senso metaforico che in senso lato, quindi ''strade'' è da intendere anche come i sentieri della vita, le direzioni e le scelte che la caratterizzano. I luoghi in cui si dice siano soliti manifestarsi sono contrassegnati da pietre o sculture, poste ai lati delle strade, oppure agli incroci o in prossimità dei ponti. In qualità di divinità patrone dei confini, i ''dosojin'' si dice proteggano dagli spiriti maligni e da catastrofi o incidenti stradali. Le pietre di segnalazione dai luoghi in cui presenziano rappresentano solitamente piccoli esseri antropomorfi o in alternativa possono essere semplici pietre con inscrizioni. In alcuni paesi si ritiene che i ''dosojin'' siano manifestazioni del kami della fertilità, in altri casi del kami patrono dei bambini. I popolari ''festival del fuoco'' del [[Giappone]], che si tengono il 15 gennaio di ogni anno, sono conosciuti con il nome di ''festival dei dosojin''. L'usanza prevede che in questa giornata vengano bruciati tutti gli ornamenti, i talismani e altre decorazioni utilizzate nei templi durante la festa del Nuovo Anno. Le decorazioni, solitamente di [[bambù]] e carta, vengono gettate nel fuoco per propiziare salute e ricchezza per l'anno appena iniziato. Questa tradizione legata al fuoco ha molti nomi, tra cui ''Sai no Kami'', ''Sagicho'' e ''Dondo Yaki''. La tradizione vuole che dal crepitio delle fiamme si riesca ad interpretare se l'anno sarà ricco e prospero. L'origine delle pietre ''dosojin'' si è persa nelle nebbie del tempo. Tradizioni simili si possono comunque riscontrare nel mondo [[Buddhismo|buddhista]] (nello stesso Giappone i ''dosojin'' in stile buddhista sono detti ''jizo''), la tradizione stessa delle pietre di segnalazione di spiriti nei pressi delle strade è rintracciabile ad esempio in [[India]], dove il [[Buddhismo]] nacque all'incirca nel 500 a.C. Il Buddhismo fu introdotto in Giappone solo nel [[VI secolo]] dopo Cristo, e con esso probabilmente la tradizione dei ''dosojin''.
Nella classificazione ''kami'' possono essere inclusi anche altri tipi di spiriti, ed entità:
* Ujigami: gli {{nihongo|''ujigami''|氏神||lett. "kami con un nome"}} sono kami particolari, che si ritiene siano protettori di una specifica località o un singolo paese e in molti casi si tratta degli spiriti dei fondatori del paese stesso. I membri della comunità che venera un ''ujigami'' sono solitamente chiamati ''ujiko'' (anche se questo nome spesso sta ad indicare il gruppo di persone addette alla manutenzione dei templi di provincia). Queste caratteristiche rendono il culto degli ''ujigami'' molto simile a quello dei [[santo|santi]] cristiani.
* Dosojin: i ''dosojin'' o ''sai no kami'' o ancora ''dorokujin'', sono le divinità delle strade e dei sentieri, ovviamente più in senso metaforico che in senso lato, quindi ''strade'' è da intendere anche come i sentieri della vita, le direzioni e le scelte che la caratterizzano. I luoghi in cui si dice siano soliti manifestarsi sono contrassegnati da pietre o sculture, poste ai lati delle strade, oppure agli incroci o in prossimità dei ponti. In qualità di divinità patrone dei confini, i ''dosojin'' si dice proteggano dagli spiriti maligni e da catastrofi o incidenti stradali. Le pietre di segnalazione dai luoghi in cui presenziano rappresentano solitamente piccoli esseri antropomorfi, o in alternativa possono essere semplici pietre con inscrizioni. In alcuni paesi si ritiene che i ''dosojin'' siano manifestazioni del kami della fertilità, in altri casi del kami patrono dei bambini. I popolari ''festival del fuoco'' del [[Giappone]], che si tengono il 15 gennaio di ogni anno, sono conosciuti con il nome di ''festival dei dosojin''. L'usanza prevede che in questa giornata vengano bruciati tutti gli ornamenti, i talismani e altre decorazioni utilizzate nei templi durante la festa del Nuovo Anno. Le decorazioni, solitamente di [[bambù]] e carta, vengono gettate nel fuoco per propiziare salute e ricchezza per l'anno appena iniziato. Questa tradizione legata al fuoco ha molti nomi, tra cui ''Sai no Kami'', ''Sagicho'' e ''Dondo Yaki''. La tradizione vuole che dal crepitio delle fiamme si riesca ad interpretare se l'anno sarà ricco e prospero. L'origine delle pietre ''dosojin'' si è persa nelle nebbie del tempo. Tradizioni simili si possono comunque riscontrare nel mondo [[Buddhismo|buddhista]] (nello stesso Giappone i ''dosojin'' in stile buddhista sono detti ''jizo''), la tradizione stessa delle pietre di segnalazione di spiriti nei pressi delle strade è rintracciabile ad esempio in [[India]], dove il [[Buddhismo]] nacque all'incirca nel 500 a.C. Il Buddhismo fu introdotto in Giappone solo nel [[VI secolo]] dopo Cristo, e con esso probabilmente la tradizione dei ''dosojin''.
* Ujigami: gli ''ujigami'' (氏神, letteralmente "kami con un nome") sono kami particolari, che si ritiene siano protettori di una specifica località o un singolo paese e in molti casi si tratta degli spiriti dei fondatori del paese stesso. I membri della comunità che venera un ''ujigami'' sono solitamente chiamati ''ujiko'' (anche se questo nome spesso sta ad indicare il gruppo di persone addette alla manutenzione dei templi di provincia). Queste caratteristiche rendono il culto degli ''ujigami'' molto simile a quello dei [[santi]] cristiani.
* Mizuko: i bambini che muoiono in età infantile senza essere stati aggiunti alle liste di un tempio (vedi la sezione ''culto templare''), divengono ''mizuko'' (letteralmente "bambino d'acqua") e si ritiene che causino problemi e pestilenze. I ''mizuko'' vengono spesso adorati in templi specifici con lo scopo di placare la loro rabbia e tristezza. Questi templi sono diventati più popolari nel Giappone moderno con l'aumento degli [[aborto|aborti]].
* Spiriti ancestrali: lo Shintoismo insegna che ogni essere vivente possiede una propria anima, chiamata ''reikon'' che, con la morte assume uno status simile a quello dei kami. Coloro che muoiono senza problemi e in felicità divengono spiriti ancestrali, festeggiati nel giorno di [[Ullambana|Obon]]. Essi possono essere pertanto venerati come ''tenjin'' ("spiriti celesti"), e può essere loro richiesta protezione sulla famiglia e sulle vicende ed attività familiari; un'usanza molto simile, dunque, a quella di molte altre grandi religioni. Per persone molto eminenti e sagge può essere edificato anche un tempio, pratica comune se il defunto era particolarmente popolare.
* Yurei[[Yūrei]]: gli ''[[yurei]]yūrei'' sono i fantasmi. Mentre le anime felici diventano spiriti ancestrali, chi muore infelice o di morte violenta si sostiene divenga un fantasma, uno degli stati spirituali più vicini a quello umano sia per lo Shintoismo che per il [[Buddhismo]]. Il termine ''yureiyūrei'' significa letteralmente "fantasmi tormentati", perché questi spiriti tenderebbero a causare problemi.
* Spiriti zoomorfi: la maggior parte dei templi shintoisti, presenta ai lati dell'ingresso due statue raffiguranti creature dall'aspetto di cani-leoni, sono i cosiddetti ''[[komainu]]'', raffiguranti gli spiriti guardiani del tempio che tengono lontane le entità maligne. I templi dedicati ad [[Inari (mitologia)|Inari]] fanno eccezione, sono infatti tipicamente guardianati da [[tanuki]] (animali simili ai procioni in grado di trasformarsi in uomini) e uccelli antropomorfi chiamati ''[[tengu]]''. Ovviamente nelNel tempo sono nate molte varianti, si possono trovare ad esempio anche spiriti dall'aspetto di scimmie. AdA ogni modo, tutti questi spiriti sono collettivamente chiamati ''Henge'', che significa "muta-forma", poiché si crede che possano assumere sembianze umane. La tradizione di questi ''spiriti guardiani'' è rintracciabile anche nelle tradizioni [[Buddhismo|buddhiste]] e [[Taoismo|taoiste]]. Vi sono centinaia di leggende che narrano di incontri tra umani e queste creature magiche, considerate a volte benefiche e a volte malefiche. Fanno parte di questa categoria anche i due kami zoomorfi più comuni, il ''[[Kappa (mitologia)|kappa]]'' e il [[drago]].
* Forze della natura: anche alcune forze ed elementi della natura, sono considerate manifestazioni della matrice divina di tutto l'universo. Queste forze possono includere quelle rappresentate dai vulcani, come ad esempio il [[MonteFuji (monte)|Fuji]], caratterizzato dalla sua dea protettrice. Oltre ada essi ogni luogo particolare, come ad esempio una scogliera, una cascata, un lago, vengono visti dai fedeli shintoisti come luoghi di intenso potere spirituale.
* [[Yōkai]]: il termine è solitamente tradotto con ''demoni''. È una categoria non molto definita, che a volte può sconfinare nelle altre. Generalmente si tratta di esseri che abitano una dimensione molto vicina a quella umana.
[[File:Multi-eyed oni.jpg|thumb|300px|[[Oni (folclore)|Oni]], demoni maligni.]]
Si dice che la maggior parte di essi eviti l'incontro con gli uomini, anche se esistono eccezioni. Gli ''yokai'' sono generalmente associati al fuoco e all'estate, poiché verrebbero attirati dal calore. Sono rappresentati, di solito, con aspetto grottesco e terrificante.
 
Inutile dire che la credenza in queste manifestazioni spirituali abbia fortemente influenzato la moderna industria degli [[Anime]], i cartoni animati giapponesi. In essi si possono riscontrare centinaia di personaggi e spiriti ostensivamente ispirati ai kami e agli spiritelli della religione shintoista. Un esempio è [[Demon Slayer]], in cui si possono anche vedere le credenze shintoiste e i demoni, oltre alle credenze.
* Yokai: il termine è solitamente tradotto con ''demoni''. È una categoria non molto definita, che a volte può sconfinare nelle altre. Generalmente si tratta di esseri che abitano una dimensione molto vicina a quella umana. Si dice che la maggior parte di essi eviti l'incontro con gli uomini, anche se esistono eccezioni. Gli ''yokai'' sono generalmente associati al fuoco e all'estate, poiché verrebbero attirati dal calore. Sono rappresentati, di solito, con aspetto grottesco e terrificante.
 
 
Inutile non dire che la credenza in queste manifestazioni spirituali abbia fortemente influenzato la moderna industria degli [[Anime]], i cartoni animati giapponesi. In essi si possono riscontrare centinaia di personaggi e spiriti ostensivamente ispirati ai kami e agli spiritelli della religione shintoista.
 
=== La questione dell'imperatore ===
Va detto sin dal principio che la venerazione dell'imperatore non era prevista nello Shintoismo precedente alla [[Restaurazione Meiji]] (o comunque era molto meno enfatizzata), ma introdotto da quest'ultima per rafforzare il potere imperiale. Il culto dell'imperatore è crollato insieme al crollo dello Shintoismo di Stato con la fine della [[seconda guerra mondiale]].
 
Il Tennō (imperatore) venne considerato essere il discendente di Amaterasu e padre di tutti i Giapponesi ed era pertanto un kami sulla Terra (un ''ikigami'' o "kami vivente"). Con la [[Restaurazione Meiji]] il culto venne reso popolare, ma precedentemente i governatori militari (''[[Shōgun]]'') erano riusciti più volte ad usurpare il potere, nonostante l'imperatore venisse sempre visto come il vero governatore del Giappone anche nei periodi in cui la carica fu solo simbolica. Sebbene [[Hirohito]] rinunciò al suo status divino nel 1946, sotto pressioni americane (''Ningen sengen''), la famiglia imperiale rimase profondamente coinvolta nei rituali shintoisti che unificano simbolicamente la nazione giapponese (''Shintoismo imperiale''). Questa dichiarazione, pur essendo stata emanata per ragioni politiche, è religiosamente parlando priva di significato ed indicò soltanto la fine dell'imposizione dello Shintoismo di Stato.
 
Secondo la costituzione Showa, al di là degli atti di stato elencati nella costituzione, il ruolo dell’imperatore nel governo nazionale scomparve, con la maggior parte dei riti tradizionali del palazzo diventati affari privati della famiglia imperiale. Nondimeno, la riverenza per il tennō e la famiglia imperiale rimane forte e questo è completato da vari riti domestici imperiali eseguiti per sostenere la gente. Inoltre, l’Imperatore e altri membri della famiglia imperiale svolgono un ruolo importante nella “diplomazia imperiale domestica” non politica, alimentando buoni rapporti con altri paesi in tutto il mondo. Ancora oggi il termine tennōsei viene ampiamente usato quando si parla dell’imperatore e della famiglia imperiale, ma poiché questo termine è stato usato allo scopo di criticare l’esistenza dell’Imperatore, recentemente c’è stata invece una tendenza a usare il termine “tennō-seido”, più neutrale dal punto di vista del valore.<ref>{{Cita|Milone|P. 178}}.</ref>
Il Tenno (imperatore) venne considerato essere il discendente di Amaterasu e padre di tutti i Giapponesi ed era pertanto un kami sulla Terra (un ''ikigami'' o "kami vivente"). Con la [[Restaurazione Meiji]] il culto venne reso popolare, ma precedentemente i governatori militari (''[[Shogun]]'') erano riusciti più volte ad usurpare il potere, nonostante l'imperatore venisse sempre visto come il vero governatore del Giappone anche nei periodi in cui la carica fu solo simbolica. Sebbene [[Hirohito imperatore del Giappone|Hirohito]] rinunciò al suo status divino nel [[1946]], sotto pressioni americane (''Ningen sengen''), la famiglia imperiale rimase profondamente coinvolta nei rituali shintoisti che unificano simbolicamente la nazione giapponese (''Shintoismo imperiale''). Questa dichiarazione, pur essendo stata emanata per ragioni politiche, è religiosamente parlando priva di significato ed indicò soltanto la fine dell'imposizione dello Shintoismo di Stato.
 
== Simbologia ==
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Il [[torii]] è per antonomasia il simbolo universalmente riconosciuto dello Shintoismo. Rappresenta i portali che danno accesso ai templi o ad una qualsiasi zona naturale considerata sacra. Il torii è un simbolo di [[misticismo]]. Esso rappresenta l'eterna interazione, poiché immedesimazione, del mondo umano con il mondo divino. Attraversare un torii significa rivitalizzare i sensi spirituali e rinnovare di continuo la partecipazione alla vita, all'universo intero e alla propria esistenza soggettiva.
 
L'origine di questo simbolo è pressoché sconosciuta, alcuni la ricollegano al mito in cui [[Amaterasu]] si nascose in una caverna per sfuggire a [[Susanoo]], altri ne vedono l'origine analizzando l'[[etimologia|etimo]] della parola. ''Torii'' è infatti composto da ''tori'', che significa uccello con l'aggiunta di una ''i'' finale. Secondo questa spiegazione i primi torii erano volti ad ospitare gli uccelli, considerati particolarmente importanti dalla religione shintoista poiché simboleggianti il contatto tra la [[Terra]] e il cielo, metafore rispettivamente del mondo umano e di quello divino.
 
 
=== Tomoe ===
Il ''[[Tomoe]]'', detto anche ''Yin-Yang-Yuan'' o ''Triplo Taijitu'', è il simbolo della triplicità dell'energia cosmica shintoista (vedi il paragrafo sulla ''trinità shintoista''). Due delle tre parti rappresentano i due principi polari, [[Yin e Yang]], la terza parte rappresenta l'[[universo]], ovvero tutte le manifestazioni che scaturiscono dai due principi primordiali.
 
Esistono molte varianti del Tomoe, data la grande diffusione che ha avuto il simbolo, che oltre a caratterizzare lo Shintoismo è entrato a far parte anche della simbologia [[Buddhismo|buddhista]]. La versione più diffusa è quella prettamente tripolare (''Mitsu Tomoe''), in linea alla [[cosmologia]] shintoista. Si definisce tuttavia ''Tomoe'', anche il simbolo tipicamente in stile giapponese ma bipolare, assimilabile quindi al [[Taijitu]] [[Taoismo|taoista]]. L'aspetto di quest'ultimo ha fortemente influenzato lo stile della versione cinese del Tomoe (Yin-Yang-Yuan).
 
=== Corda sacra ===
La ''corda sacra'', in [[lingua giapponese|giapponese]] detta {{nihongo|''[[shimenawa]]'' (|注連縄)|}}, a volte abbreviato in ''shime'', è una composizione che appare molto spesso nei templi shintoisti e nei luoghi sacri. Ad esempio viene frequentemente appesa all'asta orizzontale dei torii per incrementarne il significato sacro, oppure la si può trovare legata al tronco di un albero, o attorno ad una roccia, poiché considerati espressione delle potenze spirituali.
 
Lo ''shimenawa'' consiste in una treccia di paglia di riso, alla quale vengono appese strisce di carta, i cosiddetti {{nihongo|''gohei'' (|御幣)|}}, che come già detto precedentemente sono, dopo lo specchio, l'elemento più utilizzato per raffigurare le divinità. La parola ''shimenawa'' è composta da tre [[kanji]] di cui l'ultimo è ''nawa'' (che letteralmente vuol dire "corda"), mentre gli altri due corrispondono approssimativamente ai termini "scrosciare" (''sosogu'') e "serie", "gruppo", "raccolta" (''ren''). La parola {{nihongo|''shimekazari'' (|注連飾り)|}} indica invece l'insieme di decorazioni realizzato con più shimenawa (''kazari'' significa appunto decorazione).
 
=== Maneki neko o Gatto della fortuna ===
{{vedi anche|Maneki neko}}
{{quote|Nel Diciassettesimo secolo, in un tempio di Tokyo, viveva un monaco poverissimo, costretto a dividere il suo cibo con un gatto Tama. Un giorno, durante una tempesta, un ricco signore si fermò sotto un albero del tempio per ripararsi dalla pioggia. Mentre aspettava la fine della tempesta, vide un gatto, che con la zampa, lo invitava a seguirlo verso il tempio. L'uomo si alzò per seguire il gatto e proprio in quel momento un fulmine colpì la pianta. Da quel giorno l'uomo divenne amico del monaco e del gatto, che non dovettero più vivere in povertà. Quando il gatto Tama morì fu seppellito nel tempio di Goutokuji.}}
{{Citazione|Nel Diciassettesimo secolo, in un tempio di Tokyo, viveva un monaco poverissimo, costretto a dividere il suo cibo con un gatto Tama. Un giorno, durante una tempesta, un ricco signore si fermò sotto un albero del tempio per ripararsi dalla pioggia. Mentre aspettava la fine della tempesta, vide un gatto, che con la zampa, lo invitava a seguirlo verso il tempio. L'uomo si alzò per seguire il gatto e proprio in quel momento un fulmine colpì la pianta. Da quel giorno l'uomo divenne amico del monaco e del gatto, che non dovettero più vivere in povertà. Quando il gatto Tama morì fu seppellito nel tempio di Goutokuji.}}
[[File:FortuneCat.PNG|min|Amuleto ''Maneki neko'']]
 
Questa è sicuramente la più popolare delle leggende che avvolgono la figura del {{nihongo|''[[Maneki neko]]'' (|招き猫),||lett. letteralmente ''"gatto che invita''"}}, all'estero chiamato anche ''gatto della fortuna''. In ognuna di queste leggende ci sono comunque dettagli similari, in particolare il salvataggio di qualcuno da parte di questo gatto. Da leggenda popolare il Maneki neko è ben presto diventato uno dei simboli più popolari del Giappone, e seppur di origine [[Buddhismo|buddhista]], le sue raffigurazioni sono usate come amuleto anche nella religione shintoista. È molto frequente, in [[Giappone]], imbattersi in queste raffigurazioni feliniformi in qualsiasi tipo di ambiente, case, ristoranti, alberghi, centri commerciali.
[[File:FortuneCat.PNG|thumb|240px|Amuleto ''Maneki neko''.]]
 
Si crede che questo amuleto abbia poteri mistici e capacità di protezione nei confronti dell'ambiente in cui si trova, portando salute, fortuna e denaro. La figura del Maneki neko risalirebbe al [[XVI secolo|XIV]] o [[XVII secolo]], e avrebbe avuto origine ad [[Osaka]], anche se tradizioni precedenti potrebbero risalire addirittura a millenni fa, quando i primi gatti furono importati in Giappone attraverso la [[Cina]] dai coltivatori di [[baco da seta|bachi da seta]].
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== Templi ==
{{vedi anche|Jinja}}
 
[[File:ModernShintoShrine.PNG|thumb|300px|left|Tempio moderno ad [[Osaka]].]]
La pratica della costruzione di [[tempio shintoista|templi shintoisti]], in [[lingua giapponese|giapponese]] ''jinja'' o ''jingu'', ebbe origine con l'introduzione del [[Buddhismo]], probabilmente ad imitazione dei templi di quest'ultima tradizione. Il rito shintoista infatti, in origine, veniva praticato all'aperto, di solito con piccoli reliquiari mobili o in aree chiamate ''miya''. Ovviamente era possibile trovare eccezioni, templi fissi, i primi dei quali sono identificabili come la forma primordiale di architettura shintoista.
 
=== Stili ===
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=== Locali ===
 
Il tempio shintoista ha una struttura ben precisa. È sempre suddiviso in una serie di locali caratterizzati ognuno da una specifica funzione:
 
* Honden: il [[sancta sanctorum]], è la zone più esclusiva del complesso templare, si tratta infatti del locale più sacro, che ospita la raffigurazione della divinità. Spesso questa zona è chiusa al pubblico e solo i preti possono averne accesso, per compiere i riti di purificazione.
* Honden: esclusiva del complesso templare, si tratta infatti del locale più sacro, che ospita la raffigurazione della divinità. Spesso questa zona è chiusa al pubblico e solo i preti possono averne accesso, per compiere i riti di purificazione.
* Haiden: la "sala della preghiera o "oratorio" è la zona in cui i fedeli possono recarsi a pregare e dove si tengono alcune cerimonie. È completata solitamente da panche e sedie, come in un tempio cristiano. Non è tuttavia la ''sola'' zona in cui si prega, infatti in templi speciali come quello di [[tempio di Ise|Ise]], sia preti che laici offrono le loro preghiere sedendosi all'esterno, nei giardini del tempio.
* Heiden: è la "sala delle offerte". Non è presente in tutti i templi in quanto ognuno di essi tramanda propri riti per celebrare le offerte. Queste offerte sono simboleggiate da vivande, che possono essere disposte su tavoli, appese, sparse nei boschi o nell'acqua. In alcuni templi le offerte vengono accumulate negli ''heiden''.
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=== Area d'ingresso ===
[[File:ToriiItsukushimaTempleInShadow.PNG|min|sinistra|[[Torii]] del [[tempio di Itsukushima]]]]
 
L'area d'ingresso di un [[tempio shintoista]] è nella quasi totalità dei casi contrassegnata dalla presenza di un [[torii]]. Il nome (che letteralmente significa "dove risiedono gli uccelli") indica il classico portale mistico che segnala l'entrata nell'area sacra, che oltre ad un tempio può essere una qualsiasi zona naturale caratterizzata da una forte bellezza e singolarità. Un [[torii]] è costituito da due pilastri verticali che ne sostengono due orizzontali, e completato da una tavoletta centrale, tra le due aste orizzontali, che solitamente riporta il nome del tempio, dell'area sacra o una frase particolarmente significativa. L'origine di questa struttura è pressoché sconosciuta e si perde nella leggenda (vedi il paragrafo nel capitolo sulla ''simbologia'' per approfondire).
[[File:ToriiItsukushimaTempleInShadow.PNG|thumb|230px|left|Torii del [[tempio di Itsukushima]].]]
 
Si tratta di un simbolo molto semplice, ma dai significati estremamente profondi, esso simboleggia principalmente il cancello che separa il mondo fisico dal mondo spirituale. Il torii è tradizionalmente costruito in legno e dipinto di colore rosso vermiglio. Ovviamente con il tempo, e in particolare nella modernità si sono presentate numerose varianti, tra cui la pietra e ancor più di recente il metallo.
 
=== Bosco sacro ===
Inizialmente i templi shintoisti venivano edificati in zone incontaminate e isolate dai centri abitati. Sebbene con la grande urbanizzazione del Giappone, oggi, i nuovi templi (in particolare quelli piccoli) non abbiano più la caratteristica di essere immersi in boschi verdeggianti, i luoghi di culto principali tendono invece a conservarla. Questa tradizione va ricollegata senza dubbio alla sacralità della natura e al posto prominente che essa deve mantenere nella vita umana, per permettere all'uomo di rimanere sempre in equilibrio con il mondo. I giardini circondanti i templi sono parte fondamentale della religione shintoista, protettrice della natura in quanto divina. I boschi evocano quel tipo di armonia con il mondo e con il divino che l'uomo tecnologizzato tende sempre più a dimenticare. Subito dopo aver attraversato la prima tappa rappresentata dal [[torii]], nei grandi templi, si accede immediatamente al bosco, attraversato di solito da un sentiero chiamato ''[[Sandō|sando]]''.
 
Il ''sando'', che attraversa la zona boschiva e conduce alla struttura templare, è molto più di un semplice camminamento, rappresenta infatti un cammino mistico. Riflette il sentiero che l'uomo deve compiere per giungere alla comprensione del divino, ovvero intraprendere un ''passaggio'' attraverso la natura, unico vero mezzo per conoscere quale sia il mistero della vita. Il sando è un cammino rituale, che il fedele intraprende per giungere alla purificazione e liberare la mente, in modo da raggiungere la contemplazione e la venerazione dei kami con la spontaneità più pura possibile. Ai lati del ''sando'', che spesso può essere anche una scalinata, sono poste di frequente statue di animali sacri, o lanterne di pietra, che ''dividono'' il percorso in una serie di ''tappe''. È comune anche che il ''sando'', in certi templi, attraversi un ponte, chiamato ''shinkyo''. La traversata del ponte — e quindi dell'acqua — simboleggia la purificazione.
[[File:Sunrise.PNG|thumb|300px|Ogni fenomeno naturale è espressione delle forze che governano l'universo.]]
 
Il Giappone è uno dei Paesipaesi più industrializzati al mondo: dire che il sessantasette per cento67% del suo territorio è ancora coperto da foreste sembrerebbe un paradosso, eppure si tratta della realtà. Probabilmente il Giappone, più che alla geografia territoriale e al carattere montagnoso, deve proprio alle sue tradizioni e ai suoi valori religiosi questo interessante [[ossimoro]], un modello che di certo dovrebbe essere preso maggiormente in considerazione.
 
Data la radicata credenza nella sacralità dell'universo i templi rappresentano in un certo senso un ''microcosmo'', una piccola riproduzione degli elementi naturali nella loro essenza: il giardino rappresenta i boschi e le foreste di tutto il mondo, la fonte per le abluzioni il fiume, le pietre nei giardini rappresentano le montagne e infine gli stagni, rappresentano i mari e i laghi.
 
== Conversione ==
[[File:TempleBridge.PNG|min|verticale|Ponte sacro ''shinkyo'']]
 
L'espressione ''conversione allo Shintoismo'' non è poi così appropriata, difatti per diventare shintoisti non è necessaria nessuna ''conversione'' in senso stretto, ovvero nessun rituale particolare o l'adesione a una qualche comunità: questo perché lo Shintoismo non richiede nessuna ''trasformazione'', in quanto si è già ''predisposti'' ad abbracciare questa religione, in quanto essa scaturisce dallo spirito profondo dell'uomo. In qualità di religione cosiddetta ''naturale'', lo Shintoismo insegna che diventare shintoisti significa semplicemente credere nei suoi precetti, con coerenza e sentimento. Credere nei suoi valori e metterli in pratica, credere nei kami, gli spiriti della natura: queste sono le due condizioni essenziali che fanno di un uomo uno shintoista.
[[File:TempleBridge.PNG|thumb|250px|Ponte sacro ''shinkyo''.]]
 
== Effetti culturali dello Shintoismo ==
Lo Shintoismo è stato definito «la religione della giapponesità» ed i valori ed usi di questa religione sono inseparabili da quelli della cultura giapponese precedente all'influsso delle idee cinesi che avvenne alla metà del [[VI secolo]]. Molte famose pratiche giapponesi hanno radici dirette o indirette nello Shintoismo. Per esempio alla base delle tipiche arti giapponesi delle composizioni floreali ''[[ikebana]]'', dell'architettura tradizionale e dei giardini alla giapponese ci sono chiaramente gli ideali shintoisti di armonia con la natura. Un collegamento più esplicito allo Shintoismo è nel [[Sumo]] dove, anche nella versione moderna, alcuni rituali shintoisti vengono eseguiti prima di un incontro, come la purificazione dell'arena cospargendola di sale. È tuttora consuetudine per molti giapponesi dire ''Itadakimasu'' ("ricevo umilmente <nowiki>[</nowiki>questo cibo<nowiki>]</nowiki>") prima di mangiare e gran parte dell'enfasi giapponese sulle forme corrette di saluto può essere considerata una continuazione dell'antica credenza shintoista del ''[[kotodama]]'' (parole con un effetto magico sul mondo). Molte pratiche culturali giapponesi, come l'uso di [[Bacchette per il cibo|bacchette]] di legno per mangiare o quello di togliersi le scarpe prima di entrare in un edificio, possanopossono aver avuto origine da credenze e pratiche shintoiste.
 
Secondo alcuni, l'ideologia shintoista ha avuto un notevole impatto sulle nuove generazioni occidentali attraverso i [[manga]] e gli [[anime]] che ne sono fortemente permeati. Più di tutti, ad esempio, [[Lamù]] e [[Sailor Moon]],<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=zsLxpgcybpcC&pg=PA307&lpg=PA307&dq=shintoismo+anime+lamu+sailor+moon&source=bl&ots=LlIfjVfKUq&sig=SyPX06JgzlRRWRr71DzHfmMeQxs&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi4i5Xq9aHbAhXJL1AKHftJDuEQ6AEIPDAF#v=onepage&q=shintoismo%20anime%20lamu%20sailor%20moon&f=false|curatore=Gianfranco Bettetini|curatore2=Paolo Braga|curatore3=Armando Fumagalli|titolo=Le logiche della televisione|editore=FrancoAngeli Edizioni|città=Milano|annooriginale=2004|p=307}}</ref> in cui sono presenti in maniera quasi fissa: templi shintoisti, sacerdoti, pratiche shinto (guarigioni, esorcismi, fortuna, protezioni), spiriti, leggende e tradizioni varie. Ma in minor modo possiamo ugualmente trovare lo shintoismo in [[Sampei]]<ref>{{cita web|url=https://www.animeclick.it/anime/496/sampei/recensioni|titolo=Sampei - recensioni - (Anime)}}</ref>, [[Bia, la sfida della magia|Bia la sfida della magia]], [[Ranma ½|Ranma]], [[L'incantevole Creamy]], [[Your Name.|Your Name]] e tanti altri ancora.
Secondo alcuni, l'ideologia shintoista ha avuto un notevole impatto sulle nuove generazioni occidentali attraverso i [[manga]] e gli [[anime]] che ne sono fortemente permeati.
 
Invece in relazione con il [[cristianesimo]] (anche il [[Dio]] dei [[cristiani]] in [[Lingua giapponese|giapponese]] viene tradotto come "[[kami]]"), in Giappone si afferma che [[Gesù Cristo]] ha viaggiato, imparato lo Shintō, e alla fine è morto all'età di 106 anni a '''[[Shingō]]''' che è un [[villaggio]] giapponese della [[prefettura di Aomori]] ove tra le attrazioni locali figura la "[[Tomba]] di [[Gesù Cristo]]". Questa leggenda è probabilmente riconducibile alla confusione fatta tra Gesù e i missionari cristiani che nel XVI secolo si addentrarono nel territorio del paese asiatico. La leggenda è stata poi probabilmente sfruttata dall'impero nel XX secolo per rafforzare il sentimento nazionalista della popolazione e per tentare di sradicare il cristianesimo, dato che, sempre secondo la leggenda, Gesù si sarebbe convertito allo shintoismo.
 
== Note ==
;Annotazioni
{{gruppo di note}}
;Fonti
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Bhukku Satori Bhante|titolo=Shintoismo|editore=Rizzoli Libri Illustrati|anno=1996|ISBN=88-17-14616-1}}
* {{Cita libro|autore=Paula R. Hartz|titolo=World Religions - Shinto|url=https://archive.org/details/shinto0000hart|ed=3|editore=Chelsea House|anno=2009|città=New York|isbn=978-1-60413-113-0|cid=Hartz}}
* {{Cita libro|autore=Ueda Kenji|titolo=The Concept of Kami|anno=1999|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Scott Littleton|titolo=Shinto: Origins, Rituals, Festivals, Spirits, Sacred Places|url=https://archive.org/details/shintooriginsrit0000litt|anno=2002|ISBN=0-19-521886-8}}
* {{Cita libro|autore=Stuart D. B. Picken|titolo=Essentials of Shinto - An Analitical Guide to Principal Teachings|editore=Greenwood Press|ISBN=0-313-26431-7|anno=1994|cid=Picken}}
* {{Cita libro|autore=Stuart D. B. Picken|titolo=Sourcebook in Shinto: Selected Documents|url=https://archive.org/details/sourcebookinshin0000pick|editore=Praeger|ISBN= 978-0313264320|anno=2004}}
* {{Cita libro|autore=Paolo Puddinu|titolo=Shintoismo|editore=Queriniana|anno=2003|ISBN=88-399-1186-3}}
* {{Cita libro|autore=Massimo Raveri|titolo=Itinerari nel sacro. L'esperienza religiosa giapponese|città=Venezia|editore=Cafoscarina|anno=2006|ISBN=88-7543-109-4}}
* {{Cita libro|autore=Ono Sokyo|titolo=Iniziazione allo Shintoismo|editore=Edizioni Mediterranee|anno=2004|ISBN=88-272-1715-0}}
* {{Cita libro|autore=Paolo Villani|titolo=Kojiki: un racconto di antichi eventi|editore=Marsilio Editore|anno=2006|ISBN=88-317-8982-1}}
* Marco Milone, Lo scintoismo, Guida editori, 2021, ISBN 9788868667603.
* John Breen, Mark Teeuwen, ''Lo Shinto, una nuova storia'', Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, 2014, ISBN 9788834016671.
* Aldo Tollini,Bruno Lo Turco, Francesco Maniscalco, Donatella Rossi, Filippo Lunardo, Fabrizio Pregadio, Ester Bianchi, Antonetta L. Bruno, Tonino Puggioni, Paolo Balmas, ''Fili di seta. Introduzione al pensiero filosofico e religioso dell'Asia''. A cura di Donatella Rossi, Casa editrice Astrolabio-Ubaldini, 2018, ISBN 9788834017470.
* {{Cita libro|autore=John Breen, Mark Teeuwen, (a cura di)|titolo=Shinto in History. Ways of the Kami|editore=Curzon Press|città=Richmond|anno=2000|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=John Breen, Mark Teeuwen, (a cura di)|titolo=A New History of Shinto|editore=Wiley-Blackwell|città=Oxford|anno=2010|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Allan Grapard|titolo=The Protocol of the Gods. A Study of the Kasuga Cult in Japanese History|editore=University of California Press|città=Berkeley|anno=1992|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Helen Hardacre|titolo=Shinto and the State: 1868-1988|url=https://archive.org/details/shintstate1868190000hard|editore=Princeton University Press|città=Princeton|anno=1989|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Helen Hardacre|titolo=Shinto|url=https://archive.org/details/shintohistory0000hard|editore=Oxford University Press|città=Oxford|anno=2017|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Norman Havens|titolo=An Encyclopedia of Shinto. Kami, Institute of Japanese Culture and Classics|editore=Kokugakuin University|città=Tokyo|anno=2001|lingua=en}}
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* {{Cita libro|autore=Nobutaka Inoue, (a cura di)|titolo=Kami,(Serie) Contemporary Papers on Japanese Religion 4, Institute of Japanese Culture and Classics|editore=Kokugakuin University|città=Tokyo|anno=1998|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Nobutaka Inoue, (a cura di)|titolo=Shinto. A Short History|editore=Routledge Curzon|città=London|anno=2003|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Scott C. Littleton|titolo=Shinto: Origins, Rituals, Festivals, Spirits, Sacred Places|url=https://archive.org/details/shintooriginsrit0000litt|editore=Oxford University Press|città=Oxford|anno=2002|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=John K. Nelson|titolo=A Year in the Life of a Shinto Shrine|url=https://archive.org/details/yearinlifeofs00nels|editore=University of Washington Press|città=London|anno=1996|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=John K. Nelson|titolo=Enduring Identities: the Guise of Shinto in Contemporary Japan|url=https://archive.org/details/enduringidentiti0000nels|editore=University of Hawai'i Press|città=Honolulu|anno=2000|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Mark Teeuwen, Fabio Rambelli, (a cura di)|titolo=Buddhas and kami in Japan. Honji Suijaku as a Combinatory Paradigm|editore=Routledge Curzon|città= London|anno=2003|lingua=en}}
 
== Voci correlate ==
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* [[Mitologia giapponese]]
* [[Lista di templi shintoisti]]
* [[Storia dello shintoismo]]
 
* [[Shintoismo di Stato]]
== Bibliografia ==
* [[Shintoismo settario]]
* Bhukku Satori Bhante. ''Shintoismo''. Rizzoli Libri Illustrati, 1996. ISBN 88-17-14616-1.
* [[Tōrō]]
* Kenji, Ueda. ''The Concept of Kami''. 1999.
* Littleton, Scott. ''Shinto: Origins, Rituals, Festivals, Spirits, Sacred Places''. 2002. ISBN 0-19-521886-8.
* Ono Sokyo. ''Iniziazione allo Shintoismo''. Edizioni Mediterranee, 2004. ISBN 88-272-1715-0.
* Puddinu, Paolo. ''Shintoismo''. Queriniana, 2003. ISBN 88-317-8982-1.
* Raveri, Massimo. ''Itinerari nel sacro. L'esperienza religiosa giapponese''. Venezia, Cafoscarina, 2006. ISBN 88-7543-109-4.
* Villani, Paolo. ''Kojiki: un racconto di antichi eventi''. Marsilio Editore, 2006. ISBN 88-317-8982-1.
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{lingue|en|ru|ja}} [http://www.shinto.org International Shinto Foundation] - associazione newyorkese impegnata nella diffusione dello Shintoismo
* {{lingue|itCita testo|lingua=en|ja}} [url=http://jinjawww.jinjahoncho.or.jp/italianen/index.html|titolo=Jinja Shinto Online NetworkHoncho}} Association] -dei santuari Organizzazioneshintoisti giapponese(raccoglie pertutti lai diffusionesantuari delloshintoisti Shintoismogiapponesi)
* {{cita web|url=http://eos.kokugakuin.ac.jp/modules/xwords/|titolo=Kokugakuin University Encylopedia of Shinto|lingua=en|accesso=10 novembre 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090403001809/http://eos.kokugakuin.ac.jp/modules/xwords/|urlmorto=sì}}
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* {{Cita testo|lingua=en|url=http://www.nihonbunka.com/shinto|titolo=Shinto: A Philosophical Introduction|accesso=20 novembre 2019|dataarchivio=25 giugno 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070625041302/http://www.nihonbunka.com/shinto|urlmorto=sì}} di Timothy Takemoto
* {{en}} [http://www.jinjahoncho.or.jp/en/index.html Jinja Honcho]Association dei santuari shintoisti (raccoglie tutti i santuari shintoisti giapponesi(
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* {{Cita testo|lingua=en|url=http://www.shinto.org/isri/eng/dr.carmen-e.html|titolo=Lo Shintoismo e la dimensione sacra della natura|accesso=28 ottobre 2017|dataarchivio=22 dicembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071222193053/http://www.shinto.org/isri/eng/dr.carmen-e.html|urlmorto=sì}} - Trattato dell'università di Cambridge
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* {{cita testo|url=http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo4d_03/Giappone/shintoismo2_liv.htm|titolo=Le religioni del Giappone}} - Shintoismo e Buddhismo
* {{en}} [http://www.onmarkproductions.com/html/shinto-concepts.shtml I concetti della religione shintoista]
* [http://www.corsodireligione.it/religioni/shintoismo/shinto.htm Corso di Religione] - Lo Shintoismo
* [http://web.tiscali.it/albator/ez08/cultura.htm Albator012] - La religione del Giappone
* [http://www.liceoberchet.it/ricerche/geo4d_03/Giappone/shintoismo2_liv.htm Le religioni del Giappone] - Shintoismo
 
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