Indulgenza: differenze tra le versioni

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L{{'}}'''indulgenza''', nella [[dottrina cattolica]], è la riduzione o cancellazione della conseguenza che resta dopo il perdono di un [[peccato]] (detta ''pena temporale''). Anche se il peccato è già stato perdonato, rimane una sorta di "debito spirituale" da riparare. La [[Chiesa cattolica|Chiesa]], grazie al sacrificio di [[Gesù]] e ai meriti dei [[santi]], può aiutare il fedele<ref>Termine canonico che indica la persona battezzata.</ref> a ottenere questa [[Grazia (teologia)|grazia]], a patto che sia sinceramente pentito e rispetti certe condizioni (cfr. [[Codice di diritto canonico]] can. 992).<ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html|titolo=CODICE DI DIRITTO CANONICO Libro IV Parte I Titolo IV Capitolo IV: LE INDULGENZE|accesso=28 ottobre 2024}}</ref>
La dottrina dell<nowiki>'</nowiki>'''indulgenza''' è un aspetto della fede cristiana, affermato dalla [[Chiesa cattolica]], che si riferisce alla possibilità di cancellare una parte ben precisa delle conseguenze di un [[peccato]] (detta ''[[pena temporale]]''), dal peccatore che abbia confessato sinceramente il suo errore e sia stato perdonato tramite il [[sacramento]] della [[Penitenza (sacramento)|confessione]]. Quindi per indulgenza viene significata la remissione parziale o totale delle pene comunque maturate con i peccati già perdonati da Dio con la confessione sacramentale; infatti ogni peccato commesso viene perdonato con la confessione ma presuppone l'espiazione di una pena.
 
== Evoluzione del concetto di indulgenza ==
La [[Protestantesimo|riforma protestante]] contestò questa dottrina sostenendo che essa non aveva solido fondamento nella [[Bibbia]], e quindi rimase un uso prettamente [[Cattolicesimo|cattolico]].
=== Fondamenti biblici ===
La parola ''indulgenza'' non compare direttamente nella [[Bibbia]] ma, secondo la dottrina cattolica, alcuni principi biblici ne ispirano il significato, in particolare riguardo al potere della Chiesa di amministrare il perdono dei peccati e il legame di solidarietà tra i cristiani.
 
* Gesù ha dato a [[Pietro (apostolo)|Pietro]] e agli [[apostoli]] l'autorità di "legare e sciogliere", cioè di imporre o togliere obblighi spirituali, compresa la remissione delle pene per i peccati. Questo potere è considerato il fondamento della pratica delle indulgenze.{{citazione biblica|A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".|Mt|16,19|x}}{{citazione biblica|Ricevete lo [[Spirito Santo]]; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi.|Gv|20,22-23|x}}
L’indulgenza può essere ''parziale'' o ''plenaria'' cioè può liberare in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati; è attualmente disciplinata dai documenti [[Indulgentiarum doctrina]] e [[Manuale delle indulgenze]].
 
* La Chiesa insegna che tutti i [[cristiani]] fanno parte di una sola famiglia spirituale. Per questo, i meriti di Gesù e dei santi possono servire anche ad aiutare gli altri. Questo è il motivo per cui è possibile ottenere le indulgenze.{{citazione biblica|Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.|1 Corinzi|12,26|x}}{{citazione biblica|Ora io sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.|Colossesi|1,24|x}}
==Storia della dottrina==
===Fondamenti biblici===
L'origine dell'indulgenza risale ai primi libri dell'[[Antico Testamento]], secondo cui [[Dio]] istituì le seguenti ricorrenze:
*la settimana, come memoria dei sette giorni della Creazione ([[Libro dell'Esodo|Es]] {{passo biblico|Es|20,8-10}}), con il settimo giorno (il [[shabbat|sabato]]) dedicato al riposo;
*la settimana di anni, per cui ogni settimo anno era detto sabbatico ([[Levitico|Lv]] {{passo biblico|Lv|25,1-7}}) e serviva a "far riposare" la terra;
*le sette settimane di anni (cioè 49 anni), stabilendo: "Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete nel paese la libertà per ogni suo abitante. Sarà per voi un giubileo" ([[Levitico|Lv]] {{passo biblico|Lv|25,10}}).
Nell'anno sabbatico e in quello giubilare Dio comandava agli Israeliti di avere indulgenza verso i poveri (cancellando i debiti o restituendo le terre) e verso gli [[schiavitù|schiavi]] (liberandoli, per far memoria della misericordia di Dio che li aveva liberati dalla schiavitù d'[[Egitto]]).
 
* Gesù, morendo sulla croce, ha ottenuto il perdono dei peccati. Però, secondo la Chiesa cattolica, chi ha peccato deve comunque rimediare alle conseguenze. Le indulgenze non sostituiscono il sacrificio di Gesù, ma aiutano a ridurre la punizione che resta dopo che il peccato è stato perdonato.{{citazione biblica|Secondo la Legge quasi tutto si purifica con il sangue, e senza spargimento di sangue non c'è perdono.|Ebrei|9,22|x}}
Nel [[Nuovo Testamento]], [[Gesù]] eleva la liberazione dalla schiavitù da quella materiale a quella del peccato, e dunque a perdono della colpa. Quanto alla cancellazione dei debiti, questa si eleva a remissione della pena provocata dal peccato, dunque all'indulgenza come è intesa dalla dottrina cattolica.
La prima indulgenza cristiana viene applicata da [[Cristo]] stesso: "In verità ti dico: oggi sarai con me in [[Paradiso]]" ([[Vangelo di Luca|Lc]] {{passo biblico|Lc|23,43}}). Appare evidente non solo un'immediata remissione della colpa, ma anche della pena: al buon ladrone viene di fatto applicata una indulgenza plenaria, e questo non intacca la [[giustizia]] divina, perché si era acquistato l'indulgenza con le sofferenze della crocifissione ("Stiamo ricevendo la giusta pena per le nostre azioni", ([[Vangelo di Luca|Lc]] {{passo biblico|Lc|23,41}}). Aveva cioè maturato i requisiti, perché la [[misericordia]] di [[Dio]] viene sempre applicata con giustizia.
 
=== L'indulgenza nelle prime comunità cristiane ===
Nelle prime comunità cristiane non c'era l'istituto dell'indulgenza per cui la gestione di peccati gravi come omicidio, adulterio e apostasia prevedeva percorsi penitenziali rigorosi. I penitenti potevano essere sottoposti a penitenze pubbliche e prolungate che, in genere, includevano digiuni, preghiere e opere di carità; talvolta venivano esclusi temporaneamente dalla comunità ecclesiale. Queste pratiche miravano non solo alla riconciliazione con Dio, ma anche al reintegro nella comunità dei fedeli.<ref>{{Cita web|url=https://evangelicilecco.it/wp-content/uploads/2020/01/CAP-1_INDULGENZE-E-ASSOLUZIONE-RELIGIOSA.pdf|titolo=INDULGENZE E ASSOLUZIONE RELIGIOSA|formato=PDF|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
Nelle comunità cristiane originarie i peccati gravi come l'omicidio, l'adulterio e l'[[apostasia]], ammettevano un rientro nella comunità solo a fronte di penitenze gravi e prolungate, dette [[Confessione|Pena Canonica]], che cambiavano ''in toto'' la vita del peccatore pentito. Questo assumeva lo status di penitente entrando nell<nowiki>'</nowiki>''ordo poenitentium''.
 
=== Nel Medioevo ===
Lo stato di penitente durava lunghi anni, era estremamente gravoso e molto particolare: da quel punto in poi tutto avrebbe dichiarato il suo stato a chiunque l'avesse anche solo guardato.
Nel Medioevo, la pratica delle indulgenze si sviluppò significativamente, influenzando profondamente la vita religiosa e sociale dell'epoca. Inizialmente, le indulgenze erano concepite come una remissione parziale delle pene temporali dovute per i peccati già confessati e perdonati, ottenuta attraverso atti di penitenza, pellegrinaggi o opere di carità. Con il tempo, tuttavia, il loro uso si ampliò e si trasformò.<ref>{{cita libro | nome=Jochen | cognome=Johrendt | nome2=Etienne| cognome2=Doublier | titolo= Economia della salvezza e indulgenza nel Medioevo | anno=2018 | editore=VITA E PENSIERO - Pubblicazioni dell'Università Cattolica | ISBN= 9788834334638| url=https://www.vitaepensiero.it/scheda-ebook/jochen-johrendt-etienne-doublier/economia-della-salvezza-e-indulgenza-nel-medioevo-9788834334638-345598.html}}</ref>
 
Un momento cruciale fu l'istituzione del [[Giubileo]] del 1300 da parte di papa [[Bonifacio VIII]], che offriva ai pellegrini l'opportunità di ottenere un'indulgenza plenaria visitando le basiliche di [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]] e [[Basilica di San Paolo fuori le mura|San Paolo]] a Roma. Questo evento segnò l'inizio di una pratica che avrebbe avuto un impatto duraturo sulla spiritualità medievale.<ref>{{Cita web|url=https://www.italiamedievale.org/storia-del-perdono-dallindulgenza-crociata-al-primo-giubileo|titolo=Storia del perdono. Dall’indulgenza crociata al primo Giubileo|autore=Enrico Laurito|data=18 luglio 2021|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
Di aspetto incolto, vestito di pelle di capra e con il [[cilicio]], con il volto segnato dai digiuni sarebbe rimasto escluso da ogni carica pubblica e ecclesiastica, dal matrimonio e persino dai normali lavori. Sarebbe stato un morto civile al punto che l'ingresso nell<nowiki>'</nowiki>''ordo poenitentium'' veniva spesso sconsigliato ai giovani e concesso solo ai vecchi o ai moribondi. Tanta asprezza indusse i penitenti a cercare una via che ne mitigasse il rigore.
 
Nel corso del tardo Medioevo, le indulgenze divennero strumenti privilegiati per garantire la salvezza dell'anima. I fedeli potevano acquistare lettere confessionali nei luoghi che avevano acquisito il diritto di concederle. Gli introiti derivanti da queste pratiche venivano utilizzati per finanziare opere ecclesiastiche di vario tipo.<ref>{{Cita web|url=https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011741/2016-07-28|autore=Ernst Tremp|titolo="Indulgenze", in Dizionario storico della Svizzera (DSS)|data=28 luglio 2016|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
Un episodio che fece particolare scalpore fu questo tipo di penitenza imposta da [[Aurelio Ambrogio]] nientemeno che all'imperatore [[Teodosio I]], per la strage che aveva ordinato a [[Tessalonica]] ([[IV secolo]]), che naturalmente non fu così grave nella forma e nella durata come quella imposta ai cittadini comuni, ma che indica quale potenza aveva acquisito la Chiesa solo pochi anni dopo la sua accettazione da parte di [[Costantino I]].
 
Tuttavia, l'abuso nella concessione e nella vendita delle indulgenze suscitò crescenti critiche, culminando nelle proteste di [[Martin Lutero]] nel 1517. Egli contestò la pratica delle indulgenze come fenomeno strutturale della Chiesa medievale, sostenuto dalla dottrina teologica e canonistica dell'epoca.<ref>{{Cita web|url=https://library.weschool.com/lezione/protestantesimo-martin-lutero-riforma-vendita-delle-indulgenze-thomas-muntzer-17661.html|titolo=Riforma luterana e protestantesimo|autore=Paolo Broggio|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
Nei primi secoli, alcuni peccatori gravi presero a rivolgersi a confessori che attendessero il [[martirio (religione)|martirio]] per ottenere da loro un biglietto, detto ''libellum pacis'', che inducesse il [[vescovo]] cui sarebbe stato presentato ad abbreviare o condonare la pena in virtù del sacrificio del martire.
 
=== Il tesoro della Chiesa ===
In altri casi era lo stesso vescovo per sua decisione a condonare in tutto o in parte la penitenza pubblica di questa o quella persona. Sino all'[[VIII secolo]], l'indulgenza era dunque uno "sconto" sulla Pena Canonica non tanto in cambio di qualcos'altro che il penitente dovesse fare o fornire, ma per pietà nei confronti della sua sofferenza, per senso di perdono. L'indulgenza in questa fase è ''ad personam'': il [[Penitenza (sacramento)|confessore]] o il vescovo alleviano le penitenze di questa o quella persona ben precisa a fronte del compiere questa o quella azione.
Nella tradizione cattolica, esiste un concetto chiamato "tesoro della Chiesa" (''thesaurus ecclesiae''), che non ha nulla a che fare con l’oro o i gioielli. Si tratta di un tesoro spirituale, cioè un insieme di beni invisibili e preziosi agli occhi di Dio, come le buone opere, i sacrifici e i meriti di Gesù Cristo, della Vergine Maria e dei santi. Secondo il [[Catechismo della Chiesa Cattolica]] (CCC), questo tesoro è il valore infinito delle opere sante di Cristo e dei suoi fedeli più devoti, che "hanno seguito le orme di Cristo con la grazia dello Spirito Santo" e hanno lasciato nel mondo un’eredità di santità. La Chiesa può "attingere" a questo tesoro per aiutare i fedeli nel loro cammino spirituale, soprattutto attraverso il dono delle indulgenze.<ref>{{cita web ||titolo=Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1476–1477 |url=https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c2a4_it.htm |accesso=4 aprile 2025}}</ref>
 
Il cuore del tesoro è il sacrificio di Gesù sulla croce. I suoi meriti sono così grandi da poter salvare ogni essere umano. A questo si uniscono:<ref>{{Cita web |titolo=Catechismo della Chiesa Cattolica - Compendio n. 312|url=https://www.vatican.va/archive/compendium_ccc/documents/archive_2005_compendium-ccc_it.html |data= |editore= |accesso=4 aprile 2025 }}</ref>
===Colpe e meriti: il tesoro della Chiesa===
* Le opere e le sofferenze offerte dalla Vergine Maria, che ha vissuto senza peccato ed è stata totalmente unita al piano di salvezza;
Successivamente si iniziò ad alleggerire il carico della penitenza per i peccati confessati, o in quanto a gravosità o in quanto a lunghezza, chiedendo al peccatore di compiere un'opera meritevole, come un [[pellegrinaggio]], la visita ad un luogo santo, o altre opere di mortificazione come digiunare o dormire su un letto di ortiche. Nel [[XI secolo]] i [[Papato|Papi]] e [[vescovo|Vescovi]] iniziarono a rimettere una parte della Pena Temporale indistintamente a tutti coloro che avessero compiuto un'opera meritoria come la visita ad un [[monastero]] appena consacrato o un'[[elemosina]] ai poveri.
* I meriti dei santi, che hanno vissuto in comunione con Dio e hanno compiuto il bene anche a nome di tutta l’umanità.
 
Questo tesoro viene usato dalla Chiesa per concedere indulgenze. Le indulgenze sono un modo per liberare il credente dalle “pene temporali” dovute al peccato, cioè dalle conseguenze spirituali che restano anche dopo il perdono sacramentale (come nella confessione). Il peccato è già stato perdonato, ma resta una sorta di "cicatrice spirituale": l’indulgenza serve a guarirla.<ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html|titolo=Indulgentiarum Doctrina, Paolo VI, 1967|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
L'opera sarebbe servita a educare il peccatore ad una maggior santità o a riparare le conseguenze pratiche e sociali del suo peccato: ad un ladro, per esempio, si chiedeva di restituire la refurtiva o di fare una donazione in beneficenza. La pena alleviata, invece, sarebbe stata ripagata a [[Dio]] attingendo al cosiddetto tesoro della Chiesa, che consiste nel "valore infinito ed inesauribile che presso Dio hanno le espiazioni ed i meriti di Cristo Signore... appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata [[Maria,_madre_di_Gesù|Vergine Maria]] e di tutti i [[santo|santi]]"<ref>[[Papa Paolo VI]], [[costituzione apostolica]] "[[Indulgentiarum doctrina]]", n. 6.</ref>. Questi meriti, in forza della "comunione dei santi", possono supplire all'esiguità di quelli del peccatore contrito, proprio in virtù dell'amore verso chi, sulla terra, ancora si trova a sperimentare la caduta di fronte alle tentazioni.
 
Il concetto del tesoro spirituale non nasce dal nulla, ma ha solide basi nella teologia cristiana, specialmente nel pensiero di [[Tommaso d'Aquino|san Tommaso d’Aquino]]. Nella sua opera più famosa, la ''Summa Theologiae'', San Tommaso spiega che i santi, vivendo in grazia di Dio, possono meritare non solo per sé stessi ma anche per gli altri, perché fanno parte del Corpo mistico di Cristo. I meriti di alcuni, dunque, possono aiutare tutta la Chiesa.<ref>{{Cita web|url=https://www.documentacatholicaomnia.eu/|titolo=San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, Supplementum, q. 25, a.1|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
Opere considerate particolarmente importanti come la partecipazione ad una [[crociata]] meritavano la remissione totale della penitenza, che i Papi accordarono largamente. Nel [[1300]] [[papa Bonifacio VIII]] indice il primo [[Giubileo]]. Sul modello della [[Perdonanza]] (istituita ad [[L'Aquila|Aquila]] da [[papa Celestino V]] solo sei anni prima), viene offerta l’indulgenza ai pellegrini che si fossero recati a [[Roma]] e avessero visitato le [[basiliche papali]].
Altre opere di minore importanza meritavano uno "sconto" di [[Purgatorio]] quantificato in anni o in giorni, prassi che rimase in vigore fino al [[1967]], quando papa [[Paolo VI]], nella [[costituzione apostolica]] ''[[Indulgentiarum doctrina]]'' abolì tale quantificazione, lasciando solo la distinzione fra indulgenza plenaria e parziale e fissando nuove norme (semplificatrici) in materia.
Esse, in estrema sintesi, centrano il beneficio dell'indulgenza concessa dalla Chiesa sull'azione del fedele e sul fervore con cui egli si dispone alla [[conversione]], cioè al radicale cambiamento di vita richiesto dal [[Vangelo]] e attuato per la [[Grazia (teologia)|grazia]] del [[Battesimo]].
 
=== Lo scandalo della vendita delle indulgenze ===
===Buone opere e denaro nell'età della Riforma protestante===
[[File:A Peasant Girl buying an Indulgence.jpg|miniatura|[[François Marius Granet]], ''Una contadina compra un'indulgenza'' (1825)]]
Nei secoli dal [[XIV secolo|XIV]] al [[XVI secolo|XVI]] l'uso delle indulgenze si era diffuso moltissimo e si introdusse la possibilità di ottenerle con un'offerta in denaro, detta ''oblatio'', per supportare opere che stessero a cuore della Chiesa stessa. A mano a mano che la pratica delle indulgenze si diffuse, numerose chiese o opere di apostolato o di carità ([[ospizio|ospizi]], [[scuola|scuole]], [[ospedale|ospedali]]) vennero pagati e mantenuti grazie al denaro offerto e la Chiesa si trovò a beneficiarne notevolmente. Da un lato il penitente era solito fare un'offerta in denaro quando otteneva un'indulgenza, dall'altro l'indulgenza stessa consisteva spesso in una donazione per un'opera della Chiesa come un monastero, un'opera d'arte per una chiesa, e così via. È facile comprendere come l'intento iniziale di venire incontro alle esigenze del peccatore pentito iniziasse a pervertirsi, in alcuni casi, in puro e semplice commercio. Si diffuse, inoltre, il fenomeno della questua, cioè la richiesta di denaro per ottenere un'indulgenza, denaro che veniva raccolto dai ''quaestores'' mandati da vescovi, conventi, chiese e organismi vari. Il popolo, inoltre, non era sufficientemente preparato e istruito dal [[clero]] a comprendere la [[peccato|distinzione tra colpa e pena]] e si diffuse l'idea che l'indulgenza cancellasse non solo la pena temporale, ma anche la colpa, cioè il peccato vero e proprio: il pentimento diventava meno necessario e la stessa necessità di porsi con umiltà davanti a Dio si appiattiva, perdendo i suoi contorni.
 
Nel XVI secolo, la pratica delle indulgenze nella Chiesa cattolica subì una trasformazione significativa. In origine, le indulgenze erano legate alla confessione e alla penitenza, ma nel Medioevo iniziarono a essere associate ad atti di carità e contributi finanziari. Questo portò alla percezione che il perdono dei peccati potesse essere "acquistato", specialmente in [[Germania]].<ref>{{Cita web|url=https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2024-05/giubileo-indulgenze-medioevo-corrubolo-osservatore-anno-santo.html|titolo=Giubileo e indulgenze, dall’uomo medievale all’uomo moderno|autore=Federico Corrubolo|data=13 maggio 2024|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
La pratica dell'indulgenza aveva perso molto del suo valore primitivo e assunto una notevole meccanicizzazione e, considerati gli ingenti quantitativi di denaro che ne derivavano, aumentò consistentemente il numero degli abusi riducendo la questione ad un vero e proprio commercio con vere e proprie tariffe. Lo scandalo crebbe a proporzioni allarmanti quando cominciarono a circolare scritti papali e vescovili falsi che avevano l'intento di ricavare maggior denaro dichiarando questa o quella nuova indulgenza o che diffondevano puri e semplici errori [[teologia|teologici]]. Si toccò il vertice del problema quando principi e notabili pretesero di avere una parte dalle indulgenze raccolte poiché racimolate nei loro territori. La pratica dell'indulgenza aveva anche assunto una forte connotazione di obbligo sociale, poiché l'uso era tanto endemico che chi vi si sottraeva appariva come un cattivo cristiano, un peccatore incallito che non avesse umiltà sufficiente a comprendere di dovere espiare le sue colpe. Poiché, inoltre, tutti peccavano, tutti dovevano partecipare e la pratica metteva in ombra le altre vie di penitenza e di santificazione. Andava così persa ogni spontaneità e il valore di crescita morale della pratica stessa.
 
Diversi studiosi e storici hanno documentato come Papa [[Leone X]] abbia autorizzato nel 1515 la vendita delle indulgenze per finanziare la costruzione della Basilica di San Pietro. Questa pratica suscitò molte rimostranze.<ref>{{cita pubblicazione |nome=Claudia |cognome=Lamberti |titolo=La Basilica di San Pietro al tempo di Giulio II e Leone X: l’impresa e la spesa nel dibattito contemporaneo |rivista= |editore=Università di Pisa |città=Pisa |volume= |numero= |anno=2010 |mese=gennaio |pp= |id= |pmid= |url=https://www.researchgate.net/publication/49109135_La_Basilica_di_San_Pietro_al_tempo_di_Giulio_II_e_Leone_X_l'impresa_e_la_spesa_nel_dibattito_contemporaneo |lingua= |accesso=4 aprile 2025 |abstract= }}</ref>
Il Papato era conscio dello scandalo e cercò in diverse occasioni di porre un argine al problema, sia prima<ref>Cf. [[Concilio Lateranense IV]], Capitolo 62, [[20 novembre]] [[1215]]: "con indulgenze irragionevoli ed eccessive, che alcuni prelati concedono senza ritegno, si getta il disprezzo sul potere della chiavi della Chiesa e viene a perdere ogni forza la soddisfazione penitenziale".</ref> che anche in conseguenza<ref>Cf. [[Concilio di Trento]], Decreto sulle indulgenze, [[4 dicembre]] [[1563]]: il santo sinodo "desidera che nel concedere tali indulgenze si usi moderazione per evitare che la troppa facilità nel concederle indebolisca la disciplina ecclesiastica. Desiderando poi emendare e correggere gli abusi che vi si annidano e in forza dei quali la bella parola indulgenza viene bestemmiata dagli eretici, col presente decreto stabilisce in generale la completa abolizione di tutti gli indegni traffici di soldi fatti per ottenerle".</ref> della denuncia dell'allora monaco agostiniano [[Martin Lutero]] ([[1515]]), ma le misure prese non furono sufficienti ad evitare uno strappo irrimediabile: lo [[protestantesimo|Scisma Protestante]]. Se l'abuso delle indulgenze, infatti, non fu né il solo né il principale motivo a generarlo, fu senza dubbio un elemento scatenante in un periodo di estrema tensione tra le diverse parti e aggravò le divergenze esistenti.
 
Uno dei predicatori più noti di questo periodo fu [[Johann Tetzel]], un monaco [[domenicano]] che promuoveva la vendita delle indulgenze con particolare enfasi sul loro beneficio anche per le anime dei defunti. Si dice che Tetzel abbia utilizzato slogan simili a "Appena il soldo nella cassa rintocca, l'anima dal Purgatorio subito si stacca", per incentivare i fedeli ad acquistare indulgenze per i propri cari. Questo sfruttamento commerciale della fede suscitò forti critiche, specialmente da parte di Martin Lutero il quale contestava l'idea che la salvezza potesse dipendere da un pagamento. Secondo la tradizione, nel 1517 Lutero affisse le sue ''95 Tesi'' sulla porta della [[Chiesa del castello di Wittenberg]], denunciando gli abusi nella concessione delle indulgenze e chiedendo un ritorno alla purezza della fede. Questo evento segnò simbolicamente l’inizio della [[Riforma protestante]], che portò alla nascita di nuove confessioni cristiane e alla divisione del mondo cristiano occidentale.<ref>{{cita libro | nome= Roland| cognome= Bainton| titolo= Here I Stand: A Life of Martin Luther| url= https://archive.org/details/hereistand0000rola_e4b2| anno= 1950| editore= | città= }}</ref>
Anche Michelangelo Buonarroti fu uno dei tanti accusatori della degradazione nella pratica dell'indulgenza, sulla quale scrisse pure un sonetto (Sonetto X):
 
Durante il papato di [[Paolo III]] (1534-1549), la vendita delle indulgenze continuò a essere una pratica utilizzata per finanziare diverse attività della Chiesa, tra cui la difesa contro le minacce esterne come, ad esempio, le necessità di fronteggiare la guerra con i turchi e l'instabilità politica generale.<ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/jubilee_2000/pilgrim/documents/ju_gp_15052000-6_it.html|titolo=Il Giubileo viaggio nella Storia - 1525 1550 Verso il Concilio di Trento|autore=Vittorino Grossi|accesso=4 aprile 2025}}</ref>
<poem>Qua si fa elmi di calici e spade,
e 'l sangue di Cristo si vend' a giumelle,
e croce e spine son lance e rotelle;
e pur da Cristo pazienza cade!
 
In risposta alle critiche, la Chiesa cattolica riaffermò la dottrina delle indulgenze nel [[Concilio di Trento]] (1545-1563), condannando gli abusi legati alla loro concessione e vietando ogni legame con transazioni economiche. Tuttavia, la frattura con i protestanti era ormai irreparabile.<ref>{{cita libro | nome= Norman| cognome= Tanner| titolo= The Councils of the Church: A Short History| anno= 2001| editore= | città= }}</ref>
Ma non c'arivi più 'n queste contrade,
chè n'andré 'l sangue suo 'nsin alle stelle,
poscia che a Roma gli vendon la pelle;
e èci d'ogni ben chiuso le strade.
 
Anche [[Michelangelo Buonarroti]] espresse, nei suoi sonetti, critiche alla corruzione ecclesiastica, inclusa la mercificazione della fede. In uno di essi scrisse:
S' i' ebbi ma' voglia a posseder tesauro,
per ciò che qua opera da me è partita,
può quel nel manto che Medusa in Mauro.
 
{{Citazione|Qua si fa elmi di calici e spade<br>
Ma se alto in cielo è povertà gradita,
e 'l sangue di Cristo si vend'a giumelle,<br>
qual fia di nostro stato il gran restauro,
e croce e spine son lance e rotelle,<br>
s'un altro segno ammorza l'altra vita?</poem>
e pur da Cristo pazïenzia cade.<br>
Ma non ci arrivi più 'n queste contrade,<br>
ché n'andre' 'l sangue suo 'nsin alle stelle,<br>
poscia c'a Roma gli vendon la pelle,<br>
e ècci d'ogni ben chiuso le strade.<br>
S'i' ebbi ma' voglia a perder tesauro,<br>
per ciò che qua opra da me è partita,<br>
può quel nel manto che Medusa in Mauro;<br>
ma se alto in cielo è povertà gradita,<br>
qual fia di nostro stato il gran restauro,<br>
s'un altro segno ammorza l'altra vita?|Michelangelo Buonarroti, ''[https://it.wikisource.org/wiki/Rime_(Michelangelo) Rime]'', sonetto n.10 "''Qua si fa elmi di calici e spade''", a cura di Enzo Noè Girardi, Bari, Laterza, 1960}}
 
=== Al giorno d'oggi ===
==Penitenza e sincero pentimento. Le indulgenze oggi==
Nella società odierna, le indulgenze esistono ancora all'interno della dottrina della Chiesa cattolica, ma hanno un significato e un utilizzo molto diversi rispetto al passato, e sono regolate con chiarezza dal ''Catechismo della Chiesa Cattolica''.<ref>{{cita libro | nome= | cognome= | titolo=Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1471–1479 | anno=1992 | editore= | città= |url=https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c2a4_it.htm}}</ref> L'indulgenza non si ottiene più attraverso forme materiali, come il pagamento di somme di denaro (pratica peraltro condannata dalla Chiesa già dal Concilio di Trento), ma attraverso atti spirituali e sacramentali eseguiti in stato di grazia. I requisiti generalmente comprendono:
{{vedi anche|Indulgentiarum doctrina}}
* la confessione sacramentale;
Il [[Concilio di Trento]] ([[1530]]-[[1545]]) usò grande rigore nel terminare gli abusi abolendo le questue e i ''quaestores'' di indulgenze. La pubblicazione di queste ultime fu riservata al [[vescovo]] e i due membri del Capitolo, da lui incaricati di ricevere le offerte spontanee dei fedeli, non potevano prelevare nessuna quota, anche minima, per loro.
* la comunione eucaristica;
Dal [[XVI secolo]] ai giorni nostri il sistema delle indulgenze si andò semplificando e il Papato riuscì ad evitare gli abusi passati ponendo grande accento sulla necessità del pentimento, del perdono dato da Dio a seguito della [[confessione]], del valore dell'indulgenza sulla sola pena temporale e della spontaneità delle offerte.
* la preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre;
* il compimento dell'opera "indulgenziata" (es. preghiera, visita a un luogo sacro, opera di carità).
 
La [[Penitenzieria Apostolica]] e il Papa sono le autorità competenti per concedere e regolamentare le indulgenze,<ref>{{cita libro | nome=Penitenzieria Apostolica | cognome= | titolo=Enchiridion Indulgentiarum | anno=1999 | editore=Libreria Editrice Vaticana | città= |url=}}</ref> la cui disciplina è regolata nel ''[[Enchiridion Indulgentiarum|Manuale delle Indulgenze (Enchiridion Indulgentiarum)]]'', pubblicato nel 1999, e dalla costituzione apostolica ''[[Indulgentiarum doctrina]]'' promulgata da [[Paolo VI]] nel 1967, che riformò il sistema abolendo l’antica modalità quantitativa (“giorni” e “anni”).<ref>{{cita libro | nome=Paolo VI | cognome= | titolo=Indulgentiarum Doctrina | anno=1967 | editore= | città= |url=https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html}}</ref> In conclusione, l'indulgenza è oggi concepita non come una scorciatoia spirituale, ma come segno della misericordia di Dio, strettamente legata alla penitenza, alla conversione interiore e alla partecipazione ai meriti di Cristo e dei santi.<ref>{{cita libro | nome= | cognome= | titolo=Codice di Diritto Canonico, can. 992–997 | anno=1983 | editore= | città= |url=https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html}}</ref>
Ancora oggi l'indulgenza è in uso nella religione cattolica, che la considera una parte [[dogma|dogmatica]] dell'[[economia della salvezza]] delle [[anima|anime]]. L'indulgenza cancella gli effetti negativi ([[Purgatorio|pena temporale]]) di un peccato che sia stato sinceramente confessato con l'intento onesto di non ripeterlo ed aiuta il peccatore a fortificarsi moralmente e cambiare vita, eliminando da sé progressivamente il male interiore che dovrà ripudiare completamente.
 
== Definizione ==
===Per i vivi e per i defunti===
La dottrina del tesoro della Chiesa resta in vigore, insegnando che il bene operato da alcuni (Gesù, Maria, i santi) torna a vantaggio di tutti. Secondo tale dottrina, il tesoro della Chiesa viene amministrato dalla stessa a beneficio di chi è in vita e per tramite dei vivi a beneficio delle anime dei defunti che stanno purificandosi nel [[Purgatorio]]. L'indulgenza chiesta dai vivi per i loro defunti aiuta la purificazione di chi in Purgatorio "attende" di essere ammesso in [[Paradiso]]. Questo è il nocciolo del [[dogma]] della comunione dei santi: le preghiere e le opere di bontà che tutti possono fare, valgono per tutti gli uomini, per tutte le anime (anche di quelle dei non cristiani, o degli atei) e vanno a combattere il male che gli stessi uomini commettono.
 
===Indulgenza plenariaDistinzione tra colpa e parzialepena ===
Nella dottrina delle indulgenze, esiste una distinzione fondamentale tra colpa e pena. La colpa è il peccato stesso, ovvero l'atto contrario alla legge divina che allontana l'[[anima]] da Dio. La pena, invece, è la conseguenza del peccato: può essere eterna (la dannazione, in caso di peccato mortale non pentito) o temporale (una purificazione necessaria anche dopo il perdono del peccato). Quando si riceve il sacramento della [[Penitenza (sacramento)|confessione]], la colpa del peccato è perdonata e l'anima è riconciliata con Dio. Tuttavia, resta la ''pena temporale'' che deve essere espiata tramite atti di carità, penitenza e opere di misericordia.<ref>Un esempio di pena temporale potrebbe essere quando, dopo aver confessato un peccato come il furto, la persona deve comunque affrontare le conseguenze del proprio atto. Per esempio, potrebbe dover restituire ciò che ha rubato e riparare il danno causato.</ref> Le indulgenze permettono di ottenere la remissione della pena temporale, applicando il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi ai fedeli ben disposti.
Si chiama indulgenza plenaria quella che libera per intero dalla pena temporale dovuta per i peccati; indulgenza parziale quella che ne libera solo in parte. Anticamente le pene in soddisfazione del peccato perdonato erano comminate in giorni; per esempio, per un peccato si poteva fare penitenza per 100 giorni, ovvero per 40, ovvero per tutta la vita. Il penitente poteva dunque diminuire i giorni della penitenza, riscattandoli attraverso le pratiche oggetto di indulgenza. Questo fece sì che si cominciasse ad indicare con un termine temporale anche la parte di pena da scontare dopo la morte, cioè nel Purgatorio, benché esso sia una dimensione in un certo senso atemporale; di conseguenza, dicendo "100 giorni di indulgenza" si intendeva comunemente che quella indulgenza liberasse dalla pena che si sarebbe altrimenti dovuta scontare con 100 giorni di Purgatorio. In questo modo si introduceva un sistema troppo tecnico e automatico, che snaturava il concetto stesso di Purgatorio, di cui non è possibile indicare un luogo o una durata.
 
Il peccato ha due effetti principali. Il peccato grave ci allontana da Dio e ci impedisce di raggiungere la vita eterna, questa è la "pena eterna". Ogni peccato, anche piccolo, crea un attaccamento malsano alle cose terrene che necessita di purificazione, sia in questa vita che dopo la morte, in purgatorio. Questa purificazione ci libera dalla "pena temporale". Queste pene non sono una punizione esterna inflitta da Dio, ma conseguenze naturali del peccato. Una vera conversione e un amore fervente possono purificare completamente il peccatore, eliminando ogni pena. Il perdono dei peccati e il ristabilimento del rapporto con Dio eliminano le pene eterne, ma restano le pene temporali. Il cristiano deve accettare queste pene come una grazia, sopportando sofferenze e prove, e impegnandosi in opere di misericordia, carità, preghiera e penitenza per spogliarsi dell'«uomo vecchio» e diventare un «uomo nuovo». ([[Catechismo della Chiesa cattolica|CCC]] artt. 1472, 1473)<ref>{{Cita web|url=https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c2a4_it.htm|titolo=Catechismo della Chiesa Cattolica - Il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione|accesso=29 ottobre 2024}}</ref>
Oggi le indulgenze parziali non sono più distinte le une dalle altre e, per quanto riguarda il loro valore, "si è ritenuto stabilire che la remissione della pena temporale, che il fedele acquista con la sua azione, serva di misura per la remissione di pena che l'autorità ecclesiastica liberamente aggiunge con l'indulgenza parziale"<ref>Papa Paolo VI, costituzione apostolica "Indulgentiarum doctrina", n. 12.</ref>. Quindi compiendo un'opera buona a cui è annessa una indulgenza parziale, un fedele ottiene una remissione di pena per il bene stesso che ha compiuto e altrettanta remissione grazie all'indulgenza amministrata dalla Chiesa. Questo in conformità con la costante dizione che l'autorità della Chiesa può "moltiplicare" i meriti degli individui (escludendo un'idea di sommatoria propria della matematica).
 
Così papa Paolo VI definiva l'indulgenza nella costituzione apostolica ''Indulgentiarum doctrina'':
===Come ottenere l'indulgenza===
 
{{Citazione|Detta remissione di pena temporale dovuta per i peccati, già rimessi per quanto riguarda la colpa, con termine proprio è stata chiamata "indulgenza". Essa conviene in parte con gli altri mezzi o vie destinate ad eliminare ciò che rimane del peccato, ma nello stesso tempo si distingue chiaramente da essi. Nell'indulgenza, infatti, la Chiesa facendo uso del suo potere di ministra della redenzione di Cristo signore, non soltanto prega, ma con intervento autoritativo dispensa al fedele ben disposto il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi in ordine alla remissione della pena temporale. Il fine che l'autorità ecclesiastica si propone nella elargizione delle indulgenze, è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene del peccato, ma anche di spingere gli stessi a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all'incremento della fede e al bene comune. Se poi i fedeli offrono le indulgenze in suffragio dei defunti coltivano in modo eccellente la carità e, mentre elevano la mente al cielo, ordinano più saggiamente le cose terrene. [...]|Papa Paolo VI, costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina]'', n. 8}}
 
Anche il Codice di diritto canonico ribadisce questa definizione:
 
{{Citazione|L'indulgenza è la remissione davanti a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi in termini di colpa, che il fedele, volendo e adempiendo a determinate condizioni, ottiene mediante la mediazione della Chiesa, la quale, quale amministratrice della redenzione, distribuisce e applica con autorità il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi|Codice di diritto canonico, [https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html#CAPITOLO_IV 992]}}
 
Papa Giovanni Paolo II ha spiegato il concetto di pena temporale nel seguente modo:
 
{{Citazione|[...] anche dopo l'assoluzione rimane nel cristiano una zona d'ombra, dovuta alle ferite del peccato, all'imperfezione dell'amore nel pentimento, all'indebolimento delle facoltà spirituali, in cui opera ancora un focolaio infettivo di peccato, che bisogna sempre combattere con la mortificazione e la penitenza. [...]|Papa Giovanni Paolo II, [[esortazione apostolica]] ''[https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/apost_exhortations/documents/hf_jp-ii_exh_02121984_reconciliatio-et-paenitentia.html Reconciliatio et paenitentia]'' 31, III}}
 
Le pene temporali possono essere espiate durante la vita terrena attraverso atti di carità, sofferenze accettate con spirito di fede, preghiera e penitenza. Se non completamente espiate in questa vita, vengono purificate dopo la morte nel purgatorio. Le indulgenze, che la Chiesa concede secondo precise condizioni, rappresentano un aiuto per la remissione della pena temporale, come spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica:
 
{{Citazione|L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi|Catechismo della Chiesa cattolica, n. [https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c2a4_it.htm#X.%20Le%20indulgenze 1471]}}
 
=== Indulgenza plenaria e parziale ===
Si chiama indulgenza ''plenaria'' quella che, secondo la dottrina cattolica, libera per intero dalla pena temporale dovuta per i peccati; mentre l'indulgenza ''parziale'' ne libera solo in parte.<ref name="vatican.va" /><ref>Cf. [https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html#CAPITOLO_IV Codice di diritto canonico, 993]</ref><ref>Cf. papa Paolo VI, costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina, norma n. 2]''</ref><ref>Cf. [http://www.penitenzieria.va/content/penitenzieriaapostolica/it/indulgenze/norme.html ''Norme sulle indulgenze'' n. 2, tratte dal ''Manuale delle indulgenze. Norme e concessioni'', Città del Vaticano 2008]</ref>
{{Citazione|L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati.|Codice di diritto canonico, [https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html#CAPITOLO_IV 993]}}
Anticamente, le pene in soddisfazione del peccato perdonato venivano comminate in giorni; ad esempio, per un peccato si poteva fare penitenza per 100 giorni, 40 giorni o addirittura per tutta la vita. Il penitente poteva diminuire la durata della penitenza, riscattandola attraverso opere che conferiscono indulgenza. Questo portò a una confusione che collegava erroneamente il valore temporale delle indulgenze alla durata del purgatorio. Ad esempio, dicendo "100 giorni di indulgenza", alcuni fedeli intendevano erroneamente che l'indulgenza liberasse dalla pena che si sarebbe altrimenti dovuta scontare nel purgatorio.
 
Papa Leone XIII abolì tutte le indulgenze di mille anni o più, semplificando così la disciplina.<ref>{{cita web|url=https://issuu.com/ecommons/docs/uscc_2170-16322|titolo=Indulgenced prayers and aspirations|autore=Suore Benedettine dell'Adorazione Perpetua|data=8 settembre 2015|p=9}}{{Cita pubblicazione
|titolo = Decretum Urbis et Orbis, quo revocantur indulgentiae omnes mille vel plurium millium annorum
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|rivista = Acta Sanctae Sedis
|supplementodi =
|volume = XXXI
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|anno = 1898-1899
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|pp = 127-128
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}}</ref> Successivamente, papa Paolo VI, con la costituzione apostolica ''Indulgentiarum doctrina'', abolì l’uso di giorni, mesi, anni o quarantene per esprimere il valore delle indulgenze parziali.
 
{{Citazione|L'indulgenza parziale d'ora in poi sarà indicata con le sole parole "indulgenza parziale", senza alcuna determinazione di giorni o di anni.|Papa Paolo VI, costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina]'', norma n. 4}}
 
Oggi le indulgenze parziali non sono più distinte tra loro in base a una quantificazione temporale (giorni, mesi, anni), ma si fondano sul principio secondo cui la remissione della pena temporale ottenuta spontaneamente dal fedele attraverso l’azione compiuta serve da misura per la pena che l’autorità ecclesiastica aggiunge con l’indulgenza stessa.<ref>Cf. papa Paolo VI, costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina]'', n. 12</ref> Secondo la dottrina cattolica, dunque, chi compie un’opera buona cui è annessa un’indulgenza parziale riceve una doppia remissione: da un lato per il valore intrinseco dell’azione, dall’altro per la grazia concessa dalla Chiesa mediante l’indulgenza.
 
Papa Paolo VI spiega questo cambiamento:
 
{{Citazione|Le norme che seguono apportano alcune opportune variazioni nella disciplina delle indulgenze, in conformità anche alle proposte fatte dalle conferenze episcopali. [....] Nel redigere le nuove norme si è cercato in particolar modo di stabilire una nuova misura con l'indulgenza parziale, di apportare una congrua riduzione al numero delle indulgenze plenarie e di dare alle indulgenze cosiddette reali e locali una forma più semplice e più dignitosa. [....] È parso poi opportuno ridurre convenientemente il numero delle indulgenze plenarie, affinché il fedele le stimi maggiormente e possa acquistarle con le dovute disposizioni. [....] Anzi, gli iscritti alle pie associazioni possono acquistare le indulgenze loro proprie, compiendo le opere prescritte, senza che sia richiesto l'uso dei distintivi.|Papa Paolo VI costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina]'', n. 12}}
 
=== Per i vivi e per i defunti ===
Da ciò che è stato riportato nella precedente citazione, si mette in rilievo che le indulgenze possono essere lucrate sia dai vivi per sé stessi, che da persone vive a favore dei fedeli defunti.<ref name="vatican.va">Cf. [https://www.vatican.va/archive/catechism_it/p2s2c2a4_it.htm#X.%20Le%20indulgenze Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1471]</ref><ref>Cf. [https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html#CAPITOLO_IV Codice di diritto canonico, 994]</ref><ref>Cf. papa Paolo VI, costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina, norma n. 3]''</ref><ref>Cf. [http://www.penitenzieria.va/content/penitenzieriaapostolica/it/indulgenze/norme.html ''Norme sulle indulgenze'' n. 3, tratte dal ''Manuale delle indulgenze. Norme e concessioni'', Città del Vaticano 2008]</ref>
{{Citazione|Ogni fedele può lucrare per se stesso o applicare ai defunti a modo di suffragio indulgenze sia parziali sia plenarie.|Codice di diritto canonico, [https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html#CAPITOLO_IV 994]}}
 
=== Penitenza e sincero pentimento ===
Papa Paolo VI, affinché si potesse ottenere l'indulgenza, stabiliva come condizione primaria e necessaria il ripudio del peccato e il desiderio di ottenerla:
{{Citazione|Le indulgenze, infatti, sebbene siano delle elargizioni gratuite, sono tuttavia concesse sia per i vivi che per i defunti solo a determinate condizioni. Per l'acquisto di esse invero si richiede, da una parte, che le opere prescritte siano state compiute e, dall'altra, che il fedele abbia le necessarie disposizioni; che, cioè, ami Dio, detesti il peccato, riponga la sua fiducia nei meriti di Cristo e creda fermamente nel grande aiuto che gli viene dalla comunione dei santi.|Papa Paolo VI, costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina]'', n. 10}}
In un altro passo aggiunge:
{{Citazione|Le indulgenze, infatti, non possono essere acquistate senza una sincera conversione e senza l'unione con Dio, a cui si aggiunge il compimento delle opere prescritte. Viene conservato dunque l'ordine della carità, nel quale si inserisce la remissione delle pene grazie alla distribuzione del tesoro della chiesa.|Papa Paolo VI, costituzione apostolica ''[https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_constitutions/documents/hf_p-vi_apc_01011967_indulgentiarum-doctrina.html Indulgentiarum doctrina]'', n. 11}}
 
=== Procedimento di ottenimento ===
{{vedi anche|Manuale delle indulgenze}}
Per ottenere una un'indulgenza plenaria o parziale, secondo la dottrina cattolica, un cristianofedele, completamente distaccato anche dal peccato anche veniale, deve:<ref>Cf. [https://www.vatican.va/roman_curia/tribunals/apost_penit/documents/rc_trib_appen_doc_20020826_enchiridion-indulgentiarum_lt.html ''Enchiridion indulgentiarum'', norma 20 § 1]</ref>
# [[Penitenza (sacramento)|confessarsi]], (confessione sacramentale) per ottenere il perdono dei peccati;
# farericevere la [[eucaristia|comunione eucaristica]], per essere spiritualmente unito a Cristo;
# pregare secondo le intenzioni del [[Papapapa]] (ad esempio recitando un [[Padre nostro|Padre Nostro]], un'[[Ave Maria]] e un [[Gloria al Padre]]), per rafforzare il legame con la Chiesa;
# compiere una delle opere buone a cui è annessa l'indulgenza. Alcune di queste opere ottengono una un'indulgenza plenaria (ad esempio recitare in chiesa il [[rosario]]; in chiesa, fare l'[[adorazione eucaristica]]; o partecipare agli esercizi spirituali;, visitare i cimiteri nei giorni [[1 novembre|1]]-[[8 novembre]]ecc.), altre una un'indulgenza parziale (adper esempio recitare il [[Magnificat]] o, l'[[Angelus]]; guidare o partecipare ad incontri di l'[[catechesiAnima Christi]], ecc.).
Le opere indulgenziate sono inserite e regolate dal [[Manuale delle indulgenze]].
 
=== Facoltà di concedere indulgenze ===
==Note==
La facoltà di concedere le indulgenze spetta al papa e alla ''Penitenzieria Apostolica''.
 
L'indulgenza, sia plenaria (che impartisce la benedizione apostolica) che parziale, può essere concessa all'interno della propria giurisdizione o ai fedeli ad essa pertinenti dal vescovo diocesano ed eparchiale, dall'arcivescovo maggiore, dal metropolita, dal patriarca, dal cardinale, nonché dal papa.<ref>''[[Enchiridion Indulgentiarum]]'', ''Normae de indulgentiis'', nn. 6-10, Libreria Editrice Vaticana, 4ª edizione, 2004, pp. 22-23. {{ISBN|88-209-2785-3}}</ref>
 
Per i patriarchi, ciò vale nelle singole località del patriarcato, nelle chiese che seguono il rito specifico del patriarcato anche al di fuori dei suoi confini, e dovunque per i fedeli del proprio rito.<ref>''[[Enchiridion Indulgentiarum]]'', ''Normae de indulgentiis'', n. 9, Libreria Editrice Vaticana, 4ª edizione, 2004, p. 23. {{ISBN|88-209-2785-3}}. Citazione: "Patriarchae in singulis locis sui patriarchatus, etsi exemptis, in ecclesiis sui ritus extra terminos patriarchatus, et ubique pro fidelibus sui ritus possunt"...</ref>
 
I cardinali vescovi godono della facoltà di concedere solo l'indulgenza parziale in qualsiasi luogo. Tale indulgenza può essere acquistata solo dai presenti che si trovano di volta in volta nei singoli luoghi.<ref>''[[Enchiridion Indulgentiarum]]'', ''Normae de indulgentiis'', n. 10, Libreria Editrice Vaticana, 4ª edizione, 2004, p. 23. {{ISBN|88-209-2785-3}}. Citazione: "S.R.E. Cardinales facultate gaudente concedendi ubique indulgentiam partialem a praesentibus solummodo, singulis vicibus, acquirendam".</ref>
 
== Indulgenze e pratiche simili in altre religioni ==
La [[Chiesa ortodossa]] non comprende una dottrina ufficiale sulle indulgenze. Parte di essa addirittura ne rifiuta la nozione stessa, giudicandola una deviazione teologica. Tuttavia, esistono forme di penitenza e assoluzione, spesso più severe. In ogni caso, il perdono è concesso unicamente da Dio, non per mezzo della mediazione della Chiesa, come invece accade nella dottrina cattolica.<ref>{{Cita web|url=https://www.oca.org/questions/romancatholicism/indulgences|titolo=Indulgences - Questions & Answers|autore=Orthodox Church in America|lingua=en|accesso=5 aprile 2025}}</ref>
 
Nell'[[Ebraismo]] esiste un concetto simile all’indulgenza ma non è istituzionalizzato. Dio concede il perdono tramite il pentimento in un determinato giorno: il pentimento, chiamato ''[[Teshuvah]]'', è il processo di ritorno a Dio attraverso il riconoscimento del peccato, il rimorso e la decisione di non ripeterlo; ''[[Yom Kippur]]'', il "Giorno dell'Espiazione", è strettamente legato a questo concetto.<ref>{{Cita web|url=https://jvenice.org/kippur-e-lespiazione|titolo=Kippur e l'espiazione|autore=Rav Alberto Sermoneta|editore=Comunità Ebraica di Venezia|accesso=5 aprile 2025}}</ref>
 
Nel [[Protestantesimo]], la pratica delle indulgenze fu oggetto di dura critica da parte di Martin Lutero, la cui opposizione contribuì in modo decisivo all'avvio della Riforma.<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Protestantism/Ninety-five-Theses|titolo=Protestantism - Reformation, Luther, 95 Theses|autore=Nelson, E. Clifford, Marty, Martin E., Chadwick, W. Owen, Bainton, Roland H., Spalding, James C.|editore=Encyclopedia Britannica|lingua=en|data=14 marzo 2025|accesso=5 aprile 2025}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
==Bibliografia==
* ''[[Enchiridion Indulgentiarum]]'', Libreria Editrice Vaticana, 1999, 4ª edizione
* Giovanni Sacchetto, [https://books.google.it/books?id=bkH0_EqXXKUC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Raccolta di orazioni e pie opere per le quali sono state concedute dai Sommi Pontefici le S. Indulgenze'', Padova], Giovanni Sacchetto, 1837, ([https://books.google.it/books?hl=it&id=bkH0_EqXXKUC Google Libri])
*{{Cita libro|autore=Società San Vincenzo de Paoli|url=https://books.google.com/books?id=hble9Fh5T3YC&dq=requiem+de+profundis+bell&pg=PA65|titolo=Rules and Indulgences Granted by the Sovereign Pontiffs: With the Explanatory Notes Annexed. From the Manual of the Society|data=1869|editore=Council of New York|lingua=en|p=65}}
*{{Cita libro|autore=Congregatio Indulgentiarum et Sacrarum Reliquiarum|url=https://books.google.it/books/about/The_Raccolta.html?id=7wlFAAAAYAAJ&redir_esc=y|titolo=The Raccolta: Or, Collection of Prayers and Good Works, to which the Sovereign Pontiffs Have Attached Holy Indulgences|editore=Woodstock College|anno=1878}}
*{{cita web|url=https://issuu.com/ecommons/docs/uscc_2170-16322|titolo=Indulgenced prayers and aspirations|autore=Suore Benedettine dell'Adorazione Perpetua|data=8 settembre 2015|p=38}}
* {{cita libro|url=https://books.google.it/books/about/Manuale_di_Filotea.html?id=cL857vnM-lQC&printsec=frontcover&source=kp_read_button&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&gboemv=1&ovdme=1&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|titolo=Manuale di Filotea|editore=Giacomo Arneodo (tipografo dell'Arcidiocesi di Torino)|città=Torino|anno=1901|edizione=}} (con ''[[imprimatur]]'' episcopale)
*{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=qMKmGkxJIEAC|titolo=Breve istruzione sopra le ecclesiatiche indulgenze in generale e sopra il giubbileo|autore=Canciani Amadeo|anno=1826|editore=nella tipografia Andreola editr.|oclc=}}
 
== Voci correlate ==
 
* [[Domenica della Divina Misericordia]]
* [[Cielo (religione)]]
* [[Purgatorio]]
* [[Celestino V]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|commonswikt|commons_preposizione=Category:Indulgencessulla}}
 
{{Portale|Cattolicesimo}}
 
== Collegamenti esterni ==
[[Categoria:Storia del Cristianesimo]]
* {{Collegamenti esterni}}
[[Categoria:Teologia cristiana]]
* {{cita web|url=https://www.vatican.va/archive/cod-iuris-canonici/ita/documents/cic_libroIV_992-997_it.html|titolo=Libro IV: La funzione di santificare della Chiesa (Cann. 834-1253); Parte I: I Sacramenti (Cann. 840-1165); Titolo IV: Il sacramento della Penitenza (Can. 959-997); Codice di Diritto Canonico}}
[[Categoria:Dottrina della Chiesa cattolica]]
* {{cita web|url=http://www.assisiofm.it/allegati/368-Indulgenza%20Porziuncola.pdf|titolo=Indulgenza della Porziuncola}}
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