Carlo Martello: differenze tra le versioni
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{{nota disambigua|il principe angioino di Napoli (1271-1295)|Carlo Martello d'Angiò}}
{{Monarca
|nome = Carlo
|immagine = Charles Martel 01.jpg
|legenda = Statua di Carlo Martello realizzata da [[Jean-
|titolo = [[Sovrani franchi|Re di tutti i Franchi]]
|regno =
|predecessore = [[Teodorico IV]] <small>(''de facto'')</small><ref>Alla morte di [[Teodorico IV]], Carlo Martello lo sostituì, di fatto, nel potere regale</ref>
|successore = [[Childerico III]] <small>(''de facto'')</small> che fu nominato re poco prima<ref name="RecueilSig"/> o alcuni mesi dopo<ref name=l>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 704}}.</ref> la morte di Carlo Martello
|titolo1 = [[Maggiordomo di palazzo]]
|regno1 =
|inizio regno = [[737]]
|fine regno = [[741]]
|inizio regno1 = [[714]]
|fine regno1 = [[741]]
|predecessore1 = [[Pipino di Herstal]]
|successore1 = [[Pipino il Breve]] e [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]]
|data di nascita = [[690]] circa
|luogo di morte = [[Quierzy]]
|data di morte = 22 ottobre [[741]]<ref name=Moissiacen/>
|luogo di sepoltura = [[Basilica di Saint-Denis]]
|casa reale = [[Pipinidi]]
|dinastia = [[Carolingi]]
|padre = [[Pipino di Herstal]]
|madre = [[Alpaïde di Bruyères]]
|coniuge 1 = [[Rotrude di Treviri]]
|coniuge 2 = [[Swanachilde]]
|figli = '''Di primo letto:'''<br/>[[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]]<br/>[[Pipino il Breve]]<br/>[[Hiltrude]]<br/>'''Di secondo letto:'''<br/>[[Grifone (figlio di Carlo Martello)|Grifone]]<br/>'''Di primo o secondo letto:'''<br />Landrada<br />[[Alda di Francia|Alda]]<br/>'''Da concubine:'''<br/>[[Bernardo (figlio di Carlo Martello)|Bernardo]]<br />[[Geronimo (figlio di Carlo Martello)|Geronimo]] <br />[[Remigio di Rouen]]
|sottotitolo = ('''de facto''')
}}
{{Bio
|Nome = Carlo
|PostCognomeVirgola = detto '''Martello''' (''Carolus Martellus'' o ''Carolus Tudes'', in alcuni cronisti antichi<ref>Il soprannome Martello gli sarebbe stato assegnato dai cronisti molto tempo dopo (XI secolo), forse come diminutivo di [[Marte (divinità)|Marte]], il dio romano della guerra, oppure in quanto Carlo colpì tutti i popoli confinanti come il martello del fabbro batte i metalli.</ref>), o anche ''Marcello''
|ForzaOrdinamento = Carlo Martello
|Sesso = M
|AnnoNascita = [[690]] circa
|LuogoMorte = Quierzy
|GiornoMeseMorte = 22 ottobre
|AnnoMorte = 741
|NoteMorte = <ref name=
|Epoca = 700
|Attività = sovrano
|Nazionalità = franco
|Categorie = no
|FineIncipit = fu [[Maggiordomo di palazzo]] dei regni [[merovingi]] di [[Austrasia]] dal [[716]], di [[Provincia Borgognona|Burgundia]] dal [[717]] e di [[Neustria]] dal [[719]] sino alla sua morte; per quattro anni, dal [[737]] al [[741]], esercitò il potere regale pur non avendone il titolo
}}
Era il figlio di [[Pipino di Herstal]] e della concubina di Pipino, una nobildonna di nome [[Alpaïde di Bruyères|Alpaide]].<ref>{{cita libro|curatore-capitolo=Anne Commire|titolo=Women in World History: A Biographical Encyclopedia|data=2002|editore=Yorkin Publications|città=Waterford, Connecticut|isbn=0-7876-4074-3|url_capitolo=http://www.highbeam.com/doc/1G2-2591300322.html|url=http://www.highbeam.com/doc/1G2-2591300322.html|capitolo=Alphaida (c. 654–c. 714)|accesso=6 ottobre 2020|dataarchivio=24 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924170313/http://www.highbeam.com/doc/1G2-2591300322.html|urlmorto=sì}}</ref> Carlo rivendicò con successo il suo diritto al potere come successore del padre. Continuando il lavoro del padre, Carlo ripristinò il governo centralizzato in Francia e cominciò una serie di campagne militari che ristabilirono i Franchi come i padroni indiscussi dell'intera [[Gallia]]. Secondo una fonte poco successiva, il ''[[Liber Historiae Francorum]]'', Carlo fu "un guerriero insolitamente [...] efficace in battaglia".<ref>{{Cita libro|titolo=Late Merovingian France: history and hagiography, 640-720|anno=1996|editore=Manchester University Press|isbn=0719047900|città=Manchester|p=93|oclc=32699266|autore=Richard A. Gerberding|autore2=Paul Fouracre}}</ref>
In particolare, Carlo fermò l'invasione musulmana di Aquitania nella [[Battaglia di Poitiers (732)|battaglia di Poitiers]] del 732. A questa vittoria è tradizionalmente attribuito un valore emblematico per la conservazione della [[cultura occidentale]]. Oltre alle sue imprese militari, gli viene tradizionalmente attribuito un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema franco del [[feudalesimo]].<ref>{{cita libro|autore=Lynn White Jr.|titolo=Medieval technology and social change|url=https://archive.org/details/medievaltechnolo0000unse_y7l4|data=1962|editore=Oxford University Press|città=London, England|pp=[https://archive.org/details/medievaltechnolo0000unse_y7l4/page/2 2]–14}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.warhistoryonline.com/medieval/ed-ok-732-battle-tours-charles-martel-hammer-preserves-western-christianity.html|titolo=732 Battle of Tours: Charles Martel the 'Hammer' preserves Western Christianity|autore=William Mclaughlin|data=12 marzo 2016|lingua=en|accesso=6 ottobre 2020}}</ref>
Al termine del suo regno, Carlo divise il regno dei Franchi tra i suoi due figli, [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]] e [[Pipino il Breve|Pipino]]. Quest'ultimo diventò il primo re della [[dinastia carolingia]]. Il nipote di Carlo Martello, [[Carlo Magno]], espanse il [[Regno franco]] e diventò il primo imperatore dell'occidente dalla [[Caduta dell'Impero romano d'Occidente|caduta di Roma]].<ref>{{Cita libro|autore=Paul Fouracre|titolo=The age of Charles Martel|url=https://www.worldcat.org/oclc/43634337|accesso=6 ottobre 2020|data=2000|editore=Longman|OCLC=43634337|ISBN=0-582-06475-9}}</ref>
== Origine ==
Carlo era l'unico figlio
== Biografia ==
=== I primi anni ===
L'anonimo continuatore del [[Cronaca (genere letterario)|cronista]] [[Fredegario]] ci dice che Pipino II, dopo [[Plectrude]] (figlia del conte palatino, Ugoberto (?-[[698]]) e di [[Irmina di Oehren|Sant'Erminia]]), sposò un'altra donna nobile ed elegante di nome Alpaide. Dall'unione nacque Carlo, nome che vuol dire coraggioso.<ref name="Fredegari_secunda">{{Cita|Fredegario|''Chronici fredegarii continuatio. Pars secunda.''}}</ref> Il bambino crebbe spavaldo ed elegante, per cui il suo nome gli si addiceva ottimamente.<ref name="FredegarioCIII"/> Nel 708,<ref name="Ludovici">{{cita|Rerum Gallicarum|p. 697}}.</ref><ref name="mettenses">{{cita|Annales Mettenses|p. 18}}.</ref> alla morte del fratellastro [[Drogone di Champagne|Drogone]],<ref name="Moissiacensis">{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00321.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES ''Chronicon Moissiacensis'', p. 289] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131228110112/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00321.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES |data=28 dicembre 2013 }}</ref> l'altro fratellastro, [[Grimoaldo II|Grimoaldo]], già maggiordomo del palazzo di Neustria<ref name="mettense">{{cita|Annales Mettenses|p. 16}}.</ref><ref name="Domus">{{la}} [http://books.google.com/books?id=WW-NO0RSd4AC&pg=PA260&dq=Catalogus+Episcoporum+Mettensium+Monumenta+Germaniæ+historica&hl=it&ei=iu2mTuHwMY-5hAemuIDzDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&sqi=2&ved=0CDsQ6AEwAw#v=onepage&q&f=false#ES ''Monumenta Germaniae historica, tomus II: Domus Carolingiae genealogia'', p. 311]</ref>, divenne anche maggiordomo di Borgogna<ref name="Sigeberti">{{Cita|Recueil des historiens des Gaules et de la France|Ex Chronico Sigeberti monachi, p. 345}}.</ref> e governò anche con l'aiuto di Carlo.<ref name="Leutfredi">{{cita|Rerum Gallicarum|p. 645 C}}.</ref>
Poiché nacque dal secondo matrimonio, Carlo aveva meno diritto del fratellastro a ricevere l'eredità del padre. Tuttavia, alla morte di Pipino (dicembre [[714]]), Carlo aveva tutte le carte in regola per assumere la carica di [[Maggiordomo di palazzo]] già ricoperta dal genitore defunto, in quanto Grimoaldo era stato assassinato pochi mesi prima. Infatti, nel [[714]], Grimoaldo si era recato a [[Liegi]] per trovare il padre malato<ref name="FredegarioCV">{{Cita|Fredegario|''Chronici fredegarii continuatio. Pars secunda.'', CV}}.</ref> e, mentre pregava sulla tomba di [[Lamberto di Maastricht|San Lamberto di Maastricht]],<ref name=Moissiacensi>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00321.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES ''Chronicon Moissiacensis'', p. 290] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131228110112/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00321.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES |data=28 dicembre 2013 }}</ref> fu assassinato da tale Rangario, uomo di fiducia del suocero, il re [[Redbaldo]] di Frisia.<ref name=Sigeberti/><ref name="FredegarioCV" /> [[Teodoaldo]], figlio di Grimoaldo, fu quindi nominato maggiordomo di palazzo di Neustria e di Burgundia da re [[Dagoberto III]], secondo il volere del nonno Pipino II.<ref name="Domus" /><ref name="FredegarioCV" /><ref name=Moissiacensi/>
Dopo la morte di Pipino, Teodoaldo ereditò anche l'Austrasia, perciò all'età di sei anni si ritrovò maggiordomo di tutti i regni franchi, con la nonna Plectrude come reggente.<ref name=Domus/><ref name="FredegarioCV"/> Quest'ultima fece imprigionare il figliastro Carlo, che aspirava a diventare maggiordomo dell'Austrasia.<ref name=Sigeberti/><ref name="FredegarioCV"/> Tuttavia, i Franchi non accettavano che una donna governasse tutti e tre i regni. Di conseguenza, nel 715 scoppiò una rivolta in Neustria contro Teodoaldo che radunò un esercito vicino a [[Compiègne]].<ref name="Sigeberti" /><ref name="Moissiacensi" /> I [[Battaglia di Compiègne (715)|neustriani si scontrarono con lo smisurato esercito austrasiano di Teodoaldo]] che si diede alla fuga.<ref name="FredegarioCV" /><ref name="mettens">{{cita|Annales Mettenses|p. 20}}.</ref> Iniziò così, nel regno dei Franchi, un periodo di turbolenza e di [[guerra civile franca|guerra civile]] e in Neustria, in quello stesso anno, fu nominato maggiordomo [[Ragenfrido]].<ref name="Hugonis">{{cita|Rerum Gallicarum|pp. 362-363}}.</ref>
=== La guerra civile ===
{{vedi anche|Guerra civile franca}}
Ragenfrido strinse un'alleanza col re di [[Regno di Frisia|Frisia]] [[Redbaldo]], col quale, sempre nel 715, attaccò l'Austrasia arrivando sino alle sponde della Mosa devastando la regione.<ref name="FredegarioCV"/><ref name=Moissiacensi/><ref name="metten">{{cita|Annales Mettenses|p. 21}}.</ref> Fu in quel periodo che Carlo riuscì a evadere e alla testa degli austrasiani affrontò sia Redbaldo<ref name=Fuldensium>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00005.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00#ES ''Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Annalium Fuldensium pars prima'', pp. 343-345] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120609203839/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00005.html?sortIndex=010:050:0001:010:00:00#ES |data=9 giugno 2012 }}</ref> sia gli [[Alemanni]] che si erano ribellati, guidati dal duca Lantfrido, il cui successore Tebaldo, cacciò dall'[[Alsazia]] [[Pirmino di Murbach]].<ref name="Hepidanni">{{cita|Rerum Gallicarum|p. 316}}.</ref>
{{Carolingi}}
Sempre nel
Nel 716, Ragenfrido e Chilperico II
Carlo, che
Nel [[718]], Chilperico II e Ragenfrido, dopo la sconfitta a [[Vincy-Reuil-et-Magny|
=== Pacificazione del regno franco ===
[[File:Francia at the death of Pepin of Heristal, 714.jpg|thumb|
Si noti inoltre che tutti i regni e i ducati dei popoli germanici ad est del [[Reno]], a quel tempo erano al di fuori della sovranità dei regni Franchi.]]
La guerra civile si può considerare terminata nel 719, ma vi furono ancora due episodi che possono essere considerati parte di essa: nel [[720]] e nel [[721]], Carlo inseguì Ragenfrido e devastò l'[[Angiò|Andegavis]];<ref name=Fuldensium/><ref name="Laurissenses">{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00005.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00#ES ''Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Annales Laurissenses minores'', pp. 114-115] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120609203839/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00005.html?sortIndex=010:050:0001:010:00:00#ES |data=9 giugno 2012 }}</ref> nel [[724]], dopo che si era sollevato, Carlo invase l'[[Angiò|Andegavis]], ne assediò la [[Angers|capitale]] e devastò la regione, rientrando in Austrasia carico di bottino.<ref name="FredegarioCVII"/>
Appena divenuto maggiordomo dei tre regni, Carlo estromise il [[Arcidiocesi di Reims|vescovo di Reims]] [[Rigoberto di Reims|Rigoberto]], favorevole a Plectrude. Poi, poco per volta, riprese il controllo di tutto il regno franco, ristabilendo i confini che aveva all'epoca di suo padre, [[Pipino di Herstal]], attaccando i [[Sassoni]] nel 718 e nel 720.<ref name=Hermanni/><ref name="Benigni" /> Alla morte di Clotario IV avvenuta nel 719, Carlo inviò i suoi ambasciatori e offrì un accordo di amicizia a Oddone I in cambio della consegna di Chilperico II, che gli venne consegnato col tesoro reale.<ref name="Hermanni" /><ref name="Moissiacens" /><ref name="FredegarioCVII" /><ref name=met/><ref name=Sigebert>{{Cita|Recueil des historiens des Gaules et de la France|Ex Chronico Sigeberti monachi, p. 346}}.</ref> Al ritorno Carlo Martello lo riconfermò re di tutti i Franchi.<ref name=Ludovici/><ref name="Sigebert" />
A cavallo tra il 720 e il 721 Chilperico morì, dopo cinque anni di regno.<ref name=Hermanni/><ref name=Ludovi/> Carlo cercò nell'[[abbazia di Chelles]] il figlio di [[Dagoberto III]], che, dopo un anno di attesa, divenne re di tutti i Franchi col nome di [[Teodorico IV]].<ref name="FredegarioCVII" /><ref name="Sigebert" />
Gli ''Annales Petaviani'' riportano una ribellione avvenuta nel 723 da parte di due figli di [[Drogone di Champagne|Drogone]], fratellastro di Carlo.<ref name=Petaviani>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/goToPage/bsb00000868.html?pageNo=7&sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00 Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Annales Petaviani, p.7] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160311034311/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/goToPage/bsb00000868.html?pageNo=7&sortIndex=010:050:0001:010:00:00 |data=11 marzo 2016 }}</ref> Vennero però sconfitti e uno dei due morì durante la rivolta.<ref name=Petaviani/> Dopo aver domato questa rivolta familiare e schiacciato quella dell'anno successivo in [[Angiò|Andegavis]] (citata all'inizio del paragrafo), nonostante Carlo fosse malato,<ref name=Petaviani/> il regno poteva considerarsi definitivamente pacificato. Ragenfrido, nemico di Carlo, morì però solo nel 731, dopo aver governato la regione col permesso di Carlo.<ref name=Ludov>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 701}}.</ref> Solo nel [[733]] vi fu un tentativo di ribellione in [[Provincia Borgognona|Burgundia]], ma Carlo intervenne e occupò Lione e tutte le altre città della Burgundia, e dopo aver concordato una tregua, mise fine alla rivolta.<ref name="Ludov" /><ref name="Fredegario2CIX">{{Cita|Fredegario|''Chronici fredegarii continuatio. Pars secunda.'', CIX}}.</ref>
=== Rafforzamento dei confini ed espansione ===
Carlo sin dall'inizio del suo potere non cessò mai di combattere i nemici esterni, tutti i popoli confinanti del regno. Nel 718, entrò in [[Sassoni]]a, arrecando gravi distruzioni;<ref name=Petaviani/> vi ritornò nel 720, dopo che nel 719, i Sassoni avevano subito delle perdite a [[Soissons]] e nella zona circostante.<ref name="Petaviani" /><ref name="Laureshamenses">{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00039.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00#ES ''Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Annales Laureshamenses'', p. 24] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131016064705/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00039.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00#ES |data=16 ottobre 2013 }}</ref> Nel 725, Carlo attraversò il [[Reno]] con un imponente esercito e assoggettò gli [[Alemanni]] e i [[Suebi]].<ref name=Fuldensium/><ref name="Frede">Fredegario, ''Fredegarii scholastici chronicum continuatum, Pars secunda, auctore anonymo austrasyo'', CVIII</ref> Attraversò i loro territori, arrivando al Danubio<ref name=Frede/> e attraversatolo, attaccò e sottomise i [[Bavari]].<ref name=Sigebert/><ref name="Ludo">{{cita|Rerum Gallicarum|p. 699}}.</ref> Rientrò nel regno dei Franchi con ingenti tesori e con una matrona di nome Bilitrude e la nipote, [[Swanachilde|Sonechilde]], che divenne la sua seconda moglie.<ref name="Frede" />
Tra il 728 e il 731 combatté e vinse contro i Sassoni, i Bavari, gli Alemanni (nel conflitto morì il loro duca, Lantfrido) e gli Svevi.<ref name="Sigebert" /><ref name="Lud">{{cita|Rerum Gallicarum|p. 700}}.</ref> Nel 731, Carlo, venuto a conoscenza tramite messaggeri che [[Oddone I d'Aquitania]] aveva intenzione di recedere dall'alleanza col regno dei Franchi, per due volte radunò l'esercito, attraversò la Loira e mise in fuga Oddone, {{non chiaro|devastò [[Blaye|Blavia]]}}. Dopo aver annesso parte della regione rientrò con un grande bottino.<ref name="Moissiacens" /><ref name="Frede" />
Nel 733 (per il continuatore del cronista Fredegario) o nel 736 (per gli ''Annales Mettenses''<ref name=me>{{cita|Annales Mettenses|p. 28}}.</ref>), Carlo si attrezzò di una forza navale, sia in Neustria che in Austrasia. La usò per penetrare tra le isole della Frisia, quindi pose il campo sul fiume [[Boorne|Burdine]] e attaccò i [[Frisoni]], un popolo marittimo che si era ribellato sotto la guida di Poppo, il nuovo re (il precedente re, [[Redbaldo]], era morto nel 719<ref name=xantenses>{{la}} [https://www.archive.org/stream/annalesxantenses00arrauoft#page/n53/mode/2up#ES ''Annales Xantenses'', p. 36]</ref>). L'esercito dei Frisoni fu sconfitto nella [[battaglia del Boorne]] del 734, durante la quale Poppo restò ucciso, alla quale seguì lo sterminio della popolazione<ref name=Lu>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 702}}.</ref> e il rogo dei loro sacri idoli pagani. Rientrò nel regno dei Franchi da vincitore e carico di bottino e di prigionieri.<ref name=Frede/>
Nel 735, Carlo attaccò Oddone in [[Paese basco|Vasconia]], dove morì.<ref name="RecueilSig">{{Cita|Recueil des historiens des Gaules et de la France|Ex Chronico Sigeberti monachi, p. 347}}.</ref> Successivamente Carlo combatté contro i figli di Oddone, [[Unaldo I d'Aquitania|Hunaldo]] e Hattone. Giunse alla [[Garonna]], conquistò la città di [[Bordeaux]] e il castello di [[Blaye|Blavia]], si impossessò di tutta la regione e catturò Hattone.<ref name=Frede/><ref name=Lu/> Concesse però il ducato al fratello [[Unaldo I d'Aquitania|Hunaldo]], che promise fedeltà a Carlo e ai suoi figli, [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]] e [[Pipino il Breve|Pipino III, detto ''il Breve'']].<ref name=me/>
Nel 737, Carlo sconfisse ancora i [[Sassoni]], rendendoli suoi tributari.<ref name=Laurissenses/> Nel 738, i Sassoni, che occupavano un territorio oltre il [[Reno]], si ribellarono. Carlo passò il Reno alla confluenza col [[Lippe (fiume)|Lippia]]. La popolazione offrì ostaggi e continuò ad essere tributaria, per cui Carlo rientrò vincitore.<ref name="Fredegario3CIX">{{Cita|Fredegario|''Chronici fredegarii continuatio. Pars tertia.'', CIX}}.</ref>
=== Arresto dell'invasione arabo-islamica ===
{{vedi anche|
[[File:Bataille de Poitiers.jpg|thumb|upright=1.4|Carlo alla [[battaglia di Poitiers (732)|battaglia di Poitiers]]. Olio di [[Charles de Steuben]], dipinto tra il 1834 e il 1837 (Musei della [[Reggia di Versailles]], [[Francia]]).]]
Nel [[732]] Carlo dovette affrontare gli eserciti [[musulmano|musulmani]] del governatore di [[al-Andalus]] [[Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi]]. In effetti, già dal [[711]], gli Arabi e i loro ausiliari [[berberi]] avevano occupato la [[Penisola iberica]], continuando lentamente ad avanzare verso il [[Nord]], al di qua dei [[Pirenei]], e attorno al 720 i [[Saraceni]] che avevano invaso la [[Settimania]] occuparono [[Narbona]]; dopo invasero l'Aquitania e posero l'assedio a [[Tolosa]].<ref name=Moissiacensi/> [[Oddone I d'Aquitania]], con un esercito di [[Aquitani]] e di [[Franchi]], il 9 giugno 721, attaccò all'improvviso e ottenne una schiacciante vittoria sul ''[[Wali (governatore)|Walī]]'' di [[al-Andalus]] (governatore della Spagna) l'emiro [[al-Samh ibn Malik al-Khawlani|al-Samḥ b. Malik al-Khawlānī]].<ref name="Moissiacensi" /> In questo scontro, conosciuto come [[Battaglia di Tolosa (721)|Battaglia di Tolosa]], i saraceni si diedero alla fuga e molti di loro morirono, liberando così l'Aquitania.<ref name="Moissiacensi" /><ref name="Heridanni">{{cita|Rerum Gallicarum|p.316 d}}.</ref>
Nel 725 Oddone I fermò a [[Sens]] in Borgogna le razzie del nuovo [[Wali (governatore)|Walī]], l'emiro [[Anbasa ibn Suhaym al-Kalbi|ʿAnbasa ibn Suḥaym al-Kalbī]] (chiamato Ambiza dalle cronache cristiane dell'epoca), costringendolo a ritornare in Spagna, dopo che aveva espugnato [[Carcassonne]] ed era arrivato sino a Nimes, senza combattere, inviando gli ostaggi a [[Barcellona]] e dopo aver fatto un grande bottino derivato dal saccheggio di [[Autun]];<ref name="Moissiacensi" /><ref name=Moissiacens/> Nel 726, uccise Ambiza in battaglia.<ref name=Ludo/>
Carlo Martello, non gradendo l'indipendenza dell'Aquitania, la invase. I Saraceni, nell'autunno del 731, approfittarono di ciò e attaccarono; presso [[Bordeaux]], nel 732, [[Abd al-Rahman ibn Abd Allah al-Ghafiqi|ʿAbd al-Raḥmān ibn ʿAbd Allāh al-Ghāfiqī]], ottenne una schiacciante vittoria su Oddone, nella [[Battaglia della Garonna]].<ref name=Moissiacensi/> Secondo l'anonimo continuatore del [[cronaca (genere letterario)|cronista]] [[Fredegario]] e gli ''Annales Mettenses'' ʿAbd al-Raḥmān al-Ghāfiqī fu chiamato dallo stesso Oddone I per poter contrastare Carlo Martello, ma una volta arrivati a [[Bordeaux]] i saraceni cominciarono ad uccidere e a bruciare chiese.<ref name=Frede/><ref name="M">{{cita|Annales Mettenses|p. 27}}.</ref> Anche secondo la ''Cronaca'' di Ermanno il Contratto, i Saraceni, chiamati da [[Oddone I di Blois|Oddone I]], devastarono la [[Gallia]], inclusa l'Aquitania.<ref name=Ludov/><ref name="Hermann">{{cita|Rerum Gallicarum|p. 330}}.</ref> Allora Oddone fu costretto a rivolgersi al suo antagonista più inviso, Carlo Martello, che, dopo la riconciliazione<ref name="RecueilSig"/>, intervenne e a [[Battaglia di Poitiers (732)|Poitiers]], facendo strage di musulmani, sconfisse e uccise ʿAbd al-Raḥmān al-Ghāfiqī, in un sabato del mese di ottobre del [[732]] (cento anni dopo la morte di [[Maometto]]).<ref name="Moissiacen">{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00326.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES ''Chronicon Moissiacensis'', p. 292] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131016062734/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00326.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00&zoom=0.50#ES |data=16 ottobre 2013 }}</ref><ref name="Frede" /><ref name="M" /><ref name="Hermann" /> Secondo la fantasiosa ''Cronaca'' di [[Sigebert di Gembloux]], Carlo avrebbe ucciso 375.000 musulmani, incluso il loro "re Abdaraman".<ref name="RecueilSig"/>
==== Battaglia di Poitiers ====
{{vedi anche|Battaglia di Poitiers (732)}}
Lo scontro di Poitiers, secondo alcuni storici moderni, dovette essere di modeste dimensioni, di durata giornaliera e senza vincitori né vinti.<ref>{{Cita|Cardini e Montesano|p. 144}}.</ref> La "battaglia" non fermò le scorrerie saracene nella Gallia: nel 734 i musulmani, guidati da Yūsuf, figlio di ʿAbd al-Raḥmān, si erano installati a [[Narbona]] e l'anno dopo, oltrepassato il [[Rodano]], avevano conquistato [[Arles]] e tutta la sua provincia (che tennero poi per quattro anni, portandovi (secondo le fonti franche) morte e distruzione<ref name=Moissiacens/>) ed [[Avignone]]. Già nel 735 Carlo reagì: si diresse su [[Lione]] per effettuare un'incursione su [[Arles]] e [[Marsiglia]].<ref name=me/> Nel [[737]], strappò Avignone ai musulmani, aiutati da [[Mauronto di Provenza|Mauronto]], duca della Provenza, e li cacciò, sterminandoli.<ref name="RecueilSig"/> Poi nuovamente Carlo, raccolto un grande esercito di Franchi e Burgundi, col fratellastro Childebrando si diresse in Provenza e occupò tutta la zona di Avignone, spingendosi sino al mare. Messo in fuga il duca [[Mauronto di Provenza|Mauronto]], sottomise tutta la regione cacciandone i [[Musulmano|musulmani]].<ref name="Fredegario3CIX" /> Poi, passato il [[Rodano]], li inseguì sino a [[Narbona]] dove assediò il re Athima (?).<ref name="RecueilSig" /> Dalla [[Penisola iberica]] giunse come rinforzo un esercito di [[al-Andalus|andalusi]], guidato da Amor (ʿAmr ?), figlio di Calet (?), che Carlo, lasciata parte del suo esercito a continuare l'assedio, fronteggiò sul fiume Berre, uscendone vincitore.<ref name="Moissiacen" /> Carlo quindi rientrò in patria, dopo aver ucciso, secondo quelle cronache franche, entrambi i comandanti e dopo aver cacciato i musulmani da tutta la [[Gotia]], carico di bottino dopo aver distrutto Magdalena e dopo aver incendiato l'arena e le porte di [[Nîmes]].<ref name="RecueilSig"/><ref name="Moissiacen" />
Nel 739, Arles era stata ancora in mano ai musulmani iberici e Carlo si alleò con il re [[Liutprando]] dei [[Longobardi]] per riconquistare la [[Provenza]]<ref name=Sigeberti/> (Carlo Martello ripagò poi Liutprando, rifiutando, per ben due volte, di scendere in [[Italia]] a combattere i [[Longobardi]], come gli veniva richiesto da [[papa Gregorio III]], che gli aveva inviato molti doni<ref name="Fredegario3CX">{{Cita|Fredegario|''Chronici fredegarii continuatio. Pars tertia.'', CX}}.</ref>). Riconquistò Arles, seminando il terrore tra i nemici, li mise in fuga e riconquistò la regione sino a Marsiglia.<ref name=Lu/> Così i musulmani vennero fermati. Carlo sconfisse Mauronto, duca di Provenza che aveva chiamato i musulmani andalusi<ref name="RecueilSig"/> e tutti coloro che avevano collaborato con gli Arabi furono puniti e i loro beni donati ai guerrieri franchi. Gli Arabi rimasero in possesso solo di Narbona ed è certo che tutte queste battaglie contribuirono grandemente a unificare il regno franco sotto Carlo Martello.
L'esaurirsi della spinta araba fu graduale e probabilmente fu la conclusione di un processo naturale di esaurimento delle forze. Se si dovesse scegliere un evento significativo di tale arresto, sarebbe forse più sensato indicare la distruzione della flotta araba durante l'[[Assedio di Costantinopoli (717)|assedio di Costantinopoli]] del [[717]], ma il fatto che ciò si fosse verificato grazie a un imperatore "eretico", [[Leone III Isaurico|Leone III]], l'evento agli occhi del mondo latino occidentale fu messo, già da allora, in una luce secondaria, assai utile alla strategia dei Pipinidi di costruirsi un'aura di difensori della Cristianità romana.
=== La creazione di una dinastia carolingia e la morte ===
[[File:Karl Martell.JPG|thumb|Tomba di Carlo Martello a [[Saint-Denis (Senna-Saint-Denis)|Saint-Denis]].]]
Man mano che il potere della dinastia merovingia andava diminuendo, durante il periodo detto dei "[[re fannulloni]]", i maggiordomi di palazzo Pipinidi accrebbero il loro potere, al quale mancava ormai il solo titolo.<br/>Infatti, alla morte del re [[Teodorico IV]], nel 737, Carlo, forte del suo enorme potere, decise di non scegliergli un successore, tanto insignificante era diventato il ruolo assolto dai monarchi merovingi. Assunse quindi direttamente il potere regio franco e regnò in modo del tutto illegale fino alla morte. Nel 740, messo fine a tutte le ribellioni, finalmente regnò la pace.<ref name="Fredegario3CIX"/><ref name=m>{{cita|Annales Mettenses|p. 30}}.</ref>
Rientrando nel regno, Carlo si ammalò a [[Verberie|Verimbrea]] sul fiume [[Oise (fiume)|Issara]].<ref name="Fredegario3CX"/> Carlo morì a Parigi, il 22 ottobre del 741, dopo 23 anni e 6 mesi di governo e gli successero i figli Pipino (cui aveva assegnato Burgundia, Neustria e Provenza) e Carlomanno (cui aveva assegnato Austrasia, Alemannia e Turingia).<ref name="Moissiacen" /><ref name="Fredegario3CX" /><ref name="L" /> Secondo Sigeberto, essendo già re [[Childerico III]] che aveva sostituito [[Teodorico IV]].<ref name="RecueilSig"/> Il suo corpo fu inumato a [[Saint-Denis (Senna-Saint-Denis)|Saint-Denis]].<ref name=L>{{cita|Rerum Gallicarum|p. 703}}.</ref>
Malgrado non avesse mai ottenuto il titolo di re, egli ebbe maggior potere di tutti i sovrani franchi dell'epoca, visto che la dinastia [[merovingi]]a era già in quel periodo in piena decadenza. Il suo potere segnò i primi passi della linea [[carolingi]]a, confermata dall'investitura di [[Pipino il Breve]] il 28 luglio 754.
=== Riforma agraria e militare ===
Importante fu la riorganizzazione del regno dei Franchi in vista di una sua militarizzazione, ristrutturando la proprietà agraria in maniera da poter disporre da una classe di guerrieri dotati di cavallo, rapidi e forti grazie anche all'adozione di nuove tecniche e/o strumenti come la [[staffa (equitazione)|staffa]], che permetteva uno scontro frontale a cavallo tramite l'ancoraggio delle lance. Carlo mise come proprietari dei terreni i più importanti esponenti di famiglie a lui fedeli, spianando la strada a un consenso per una futura appropriazione del trono. Incontrò una forte resistenza ecclesiastica, avendo egli espropriato molte terre di diocesi e monasteri, alla quale rispose in maniera dura contro i più ostili oppositori, esautorandoli e sostituendoli con persone di fiducia e, più prudente nei confronti della Chiesa franca in generale, cercando un miglior rapporto diretto con il
== Matrimoni e discendenza ==
[[File:Charles Martel divise le royaume entre Pépin et Carloman.jpg|thumb|Carlo Martello divide il regno dei Franchi tra i due figli maggiori, [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]] e [[Pipino il Breve|Pipino III detto ''il Breve'']].]]Carlo Martello sposò, tra il 708 ed il 709, [[Rotrude di Treviri]] (ca. 690-725), da cui ebbe:
* [[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]] ([[707]] ca.-[[754]]), maggiordomo del regno d'Austrasia sino al 747, poi monaco all'[[abbazia di Montecassino]]. Beato;
* [[Pipino il Breve]] ([[714]]-† [[768]]), maggiordomo di Palazzo di Borgogna (741), di Neustria (741) e d'Austrasia (747), re dei Franchi (751). Sposò nel 744 [[Bertrada di Laon]];
* [[Hiltrude|Iltrude]] ([[720]]-† [[754]]), che sposò [[Odilone di Baviera]] degli [[Agilolfingi]]).
Rimasto vedovo, sposò, nel 725, [[Swanachilde]] di Baviera, che gli diede un figlio:
* [[Grifone (figlio di Carlo Martello)|Grifone]] ([[726]]-† [[753]]), duca di [[Le Mans]].
Carlo dalla prima o dalla seconda moglie ebbe anche altre due figlie:
* Landrada (?-?), che sposò il nobile Sigramno e fu madre di Crodegango, vescovo di [[Metz]]<ref name="Pauli2">{{la}} [http://books.google.com/books?id=WW-NO0RSd4AC&pg=PA260&dq=Catalogus+Episcoporum+Mettensium+Monumenta+Germaniæ+historica&hl=it&ei=iu2mTuHwMY-5hAemuIDzDQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=4&sqi=2&ved=0CDsQ6AEwAw#v=onepage&q&f=false#ES ''Monumenta Germaniae Historica, tomus II: Pauli Gesta Episcoporum Mettensium'', p. 267]</ref>;
* [[Alda di Francia|Alda o Audana]] (?-?) che sposò Teodorico, conte di Autun e madre di [[Guglielmo d'Aquitania]], come è scritto in un documento dell'[[804]], in occasione della fondazione del monastero di [[Saint-Guilhem-le-Désert|Gellone]]<ref name="Einhardi2">{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00039.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00#ES ''Monumenta Germanica Historica, tomus primus: Einhardi Annales'', p. 163] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131016064705/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00039.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00#ES|data=16 ottobre 2013}}</ref>.
Nello stesso tempo Carlo ebbe almeno due concubine. Da [[Rodaide]] ebbe:
* [[
Mentre da un'altra concubina, di cui non si conosce il nome, ebbe:
* [[Geronimo (figlio di Carlo Martello)|Geronimo]] (?-?), abate di [[San Quintino (Francia)|San Quintino]]
* [[Remigio di Rouen]] (?-?), [[Arcidiocesi di Rouen|arcivescovo di Rouen]].
== Ascendenza ==
{{Ascendenza
|1 = Carlo Martello
|2 = [[Pipino di Herstal]]
|3 = [[Alpaïde di Bruyères]]
|4 = [[Ansegiso]]
|5 = [[Begga]]
|6 = ?
|7 = ?
|8 = [[Arnolfo di Metz]]
|9 = [[Doda di Metz]]
|10 = [[Pipino di Landen]]
|11 = [[Itta di Nivelles]]
|18 = [[Arnoaldo di Metz]]
}}
*
== Nelle opere musicali ==
''[[Il fannullone/Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers|Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers]]'' è una canzone satirica del cantautore italiano [[Fabrizio De André]], il cui testo è stato scritto in collaborazione con l'attore [[Paolo Villaggio]], pubblicata nel [[1963]].
{{citazione|Re Carlo tornava dalla guerra,<br />lo accoglie la sua terra<br />cingendolo d'allor |Fabrizio De André, ''Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers''}}
== Note ==
== Bibliografia ==
=== Fonti primarie ===
* {{Cita libro|autore=[[Fredegario]]|titolo=Fredegarii scholastici chronicum cum suis continuatoribus,
sive appendix ad sancti gregorii episcopi turonensis historiam francorum|url=http://www.thelatinlibrary.com/fredegarius.html|lingua=la|cid=Fredegario}}
* {{
* {{
* {{Cita libro|url=https://www.archive.org/stream/annalesxantenses00arrauoft#page/n5/mode/2up|titolo=Annales Xantenses|lingua=la}}
* {{Cita libro|url=https://books.google.it/books?id=WW-NO0RSd4AC&pg=PA260&dq=Catalogus+Episcoporum+Mettensium+Monumenta+Germani%C3%A6+historica|titolo=Catalogus Episcoporum Mettensium|lingua=la}}
* {{
* {{Cita libro|url=http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00001.html?sortIndex=010%3A050%3A0001%3A010%3A00%3A00|titolo=Chronicon Moissiacensis|lingua=la|accesso=28 gennaio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110827035007/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000868_00001.html?sortIndex=010:050:0001:010:00:00|dataarchivio=27 agosto 2011|urlmorto=sì}}
* {{cita libro|url=http://books.google.it/books?id=0nBZAAAAYAAJ|titolo=Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores. Tomus tertius|lingua=la|cid=Rerum Gallicarum|anno=1741|editore=Aux dépens des librairies|curatore=Martin Bouquet|curatore2=Jean Baptiste Haudiquier ''et al.''}}
* {{Cita libro|lingua=de|titolo=Schedelsche Weltchronik}}
=== Letteratura storiografica ===
* {{Cita pubblicazione|autore=Ulrich Nonn
* {{Cita libro|autore=Pierre Riché
* {{Cita pubblicazione|autore=Ulrich Nonn
*
* {{
* {{Cita libro|autore=Jean-Charles Volkmann
* {{Cita libro|autore=Waltraud Joch
* {{Cita libro|autore=Paul Fouracre
* {{Cita libro|autore=Becher Matthias
* {{Cita libro|autore=Michel Mourre, Frédéric Haboury
* {{Cita libro|autore=[[Franco Cardini]]
* {{Cita pubblicazione|autore=Alessandro Angelucci
* {{Cita pubblicazione|autore=Marco Kamradt
* {{Cita libro|autore=Andreas Fischer
== Voci correlate ==
* [[Arnolfingi]]
* [[Pipinidi]]
* [[Carolingi]]
* [[Merovingi]]
* [[Sovrani franchi]]
* [[Storia della Gallia tardo-antica e altomedievale
* [[Franchi]]
* [[Re fannulloni]]
* [[Carlo Magno]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Box successione multiplo
|tipologia = incarico di corte
|precedente=[[Teodoaldo]]
|successivo=[[Carlomanno (figlio di Carlo Martello)|Carlomanno]]
|periodo=716–741
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|carica4 = [[Sovrano]] di tutti i [[Franchi]]
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Germani|medioevo}}
[[Categoria:Carolingi]]
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[[Categoria:Re dei Franchi]]
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[[Categoria:Sepolti nella
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