Disturbo depressivo: differenze tra le versioni
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{{Disclaimer|medico}}
{{Malattia
| Nome =
| Immagine =
| Didascalia =
| Sinonimo1 = Depressione clinica
| Sinonimo2 = Depressione maggiore
| Sinonimo3 = Depressione unipolare
| Sinonimo4 = Disturbo unipolare
| Sinonimo5 = Depressione ricorrente
|Specialità=[[Psichiatria]] e [[psicologia clinica]]
}}
[[File:Depression video.webm|thumb|Video in [[lingua inglese]] sul disturbo depressivo maggiore]]
Il '''disturbo depressivo maggiore''',
Tipicamente
La comprensione della natura e delle cause della depressione si è evoluta nel corso dei secoli, anche se è tuttora considerata incompleta. Le cause proposte includono fattori psicologici, psicosociali, ambientali, ereditari, evolutivi e biologici. Un uso a lungo termine e l'abuso di alcuni [[farmaci]] e/o [[Sostanza stupefacente|sostanze]] è noto per causare e peggiorare i sintomi depressivi. La maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui [[neurotrasmettitore|neurotrasmettitori]] [[Ammine|monoamine]] come la [[serotonina]], la [[norepinefrina]] e la [[dopamina]], che sono naturalmente presenti nel [[cervello]] per facilitare la comunicazione tra le [[neuroni|cellule nervose]].
In [[Italia]] la depressione colpisce più di 2,8 milioni di persone secondo l'[[Istat]], circa il 5,4% delle persone con più di 15 anni.<ref name="istat.it">{{Cita web|url=https://www.istat.it/it/archivio/219807|titolo=La salute mentale nelle varie fasi della vita|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220709015040/https://www.istat.it/it/archivio/219807|urlmorto=no}}</ref>
{{TOClimit|3}}
==
[[File:Hippocrates pushkin02.jpg|thumb|left|Le prime [[diagnosi]] di depressione risalgono ai tempi di [[Ippocrate di Coo|Ippocrate]]]]
Nell'[[antichità]] il [[medico]] [[antica Grecia|greco]] [[Ippocrate di Coo]] descrisse la condizione di [[melanconia]] (in [[lingua greca|greco]] μελαγχολία ''melancholìā'', ossia, letteralmente, la ''bile nera'', l'[[atrabile]] della [[teoria umorale]], il cui eccesso nel corpo si credeva causa di tale stato d'animo) come una malattia distinta con particolari [[sintomo|sintomi]] mentali e fisici, caratterizzando tutte le «paure e scoraggiamenti, se durano a lungo» come sintomatici di essa.<ref>{{cita libro|autore=Hippocrates|curatore= Marco Tullio Malato|titolo=Aforismi e giuramento / Ippocrate|editore=TEN|città=Roma|anno=1994|isbn=88-7983-373-1}}</ref> Questa descrizione è simile al concetto che si attribuisce alla depressione oggigiorno, tuttavia più ampio, in cui sono stati inclusi un raggruppamento di sintomi di [[tristezza]], sconforto e scoraggiamento, spesso [[paura]], [[Ira (psicologia)|rabbia]], [[delirio|deliri]] e [[disturbo ossessivo-compulsivo|ossessioni]].<ref name="Radden2003">{{Cita pubblicazione |cognome=Radden|nome= J. |anno=2003 |titolo=Is this dame melancholy? Equating today's depression and past melancholia |rivista=Philosophy, Psychiatry, & Psychology |volume=10 |numero=1 |pp=37-52|doi=10.1353/ppp.2003.0081|}}</ref>
Il termine "depressione" è stato derivato dal verbo latino "''deprimere''", che significa "premere verso il basso".<ref>{{cita web|url=http://dictionary.reference.com/browse/depress|titolo=depress. (n.d.)|autore=Online Etymology Dictionary|accesso=30 giugno 2008|editore=Dictionary.com|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080430213540/http://dictionary.reference.com/browse/depress|urlmorto=no}}</ref> Fu utilizzato fin dal [[XIV secolo]] e nel 1665 l'autore [[Inghilterra|inglese]] [[Richard Baker]] lo utilizza nella sua ''Cronaca dei re d'Inghilterra'' per far riferimento a qualcuno che ha "una grande depressione di spirito". Anche il [[Critica letteraria|critico letterario]] [[Regno Unito|britannico]] [[Samuel Johnson]] gli attribuisce un simile significato, nel 1753.<ref>{{Cita web|autore=Wolpert, L|anno=1999|titolo=Malignant Sadness: The Anatomy of Depression|sito=The New York Times|url=http://www.nytimes.com/books/first/w/wolpert-sadness.html|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161024122711/http://www.nytimes.com/books/first/w/wolpert-sadness.html|urlmorto=no}}</ref> Il termine viene utilizzato anche nel campo della [[fisiologia]] e dell'[[economia]]. Un primo utilizzo come riferimento a un sintomo psichiatrico, fu per opera dello [[psichiatra]] [[Francia|francese]] [[Louis Delasiauve]] nel 1856 e, a partire dal 1860, il termine compare nei dizionari medici per far riferimento a un abbassamento fisiologico e metaforico della funzione emotiva.<ref name="pmid3074848">{{Cita pubblicazione |cognome=Berrios|nome= G.E. |titolo=Melancholia and depression during the 19th century: A conceptual history |rivista=British Journal of Psychiatry |volume=153 |pp=298-304|anno=1988 |pmid=3074848 |doi=10.1192/bjp.153.3.298|lingua=en}}</ref>
Anche se "melanconia" è rimasto termine dominante nella diagnostica, il termine "depressione" è cresciuto d'utilizzo nei trattati di medicina, e lo psichiatra [[Germania|tedesco]] [[Emil Kraepelin]] potrebbe essere stato il primo a usarlo come termine generale, facendo riferimento ai diversi tipi di [[malinconia]] come stati depressivi.<ref name="Davison2006">{{Cita pubblicazione |cognome=Davison |nome=K. |anno=2006|titolo=Historical aspects of mood disorders |rivista=Psychiatry |volume=5 |numero=4 |pp=115-18|doi=10.1383/psyt.2006.5.4.115|lingua=en}}</ref>
[[Sigmund Freud]] nei suoi scritti ''[[Lutto e melanconia]]'' del 1917 paragonò lo stato di melanconia al [[lutto]]. Teorizzò che la perdita di un "[[Oggetto (filosofia)|oggetto]]", come ad esempio la perdita per morte o dell'interruzione di un rapporto amoroso si traduce in una perdita del "[[Soggetto (filosofia)|soggetto]]" e l'individuo depresso ha identificato con l'oggetto di affetto attraverso un [[inconscio]] processo [[narcisismo|narcisistico]] chiamato "investimento libidico dell'[[Io (psicologia)|ego]]". Il risultato di tale perdita comporta gravi sintomi malinconici più profondi del lutto, non solo il mondo esterno viene visto negativamente, ma l'[[Io (psicologia)|Io]] stesso viene compromesso.<ref name="Carhart-Harris08">{{Cita pubblicazione |cognome=Carhart-Harris|nome= R.L.|etal=si|titolo=Mourning and melancholia revisited: Correspondences between principles of Freudian metapsychology and empirical findings in neuropsychiatry |rivista=Annals of General Psychiatry |volume=7|p=9|anno=2008 |pmid=18652673 |doi=10.1186/1744-859X-7-9|lingua=en}}</ref> Il declino della percezione di sé da parte del paziente si rivela nella convinzione della sua colpa e della propria inferiorità e indegnità.<ref name="autogenerated1">{{Cita libro |curatore=Richards A |cognome=Freud|nome= S.|titolo=11.On Metapsychology: The Theory of Psycholoanalysis |url=https://archive.org/details/onmetapsychology0002freu |capitolo=Mourning and Melancholia|pp=[https://archive.org/details/onmetapsychology0002freu/page/n246 245]–69 |editore=Pelican |città=Aylesbury, Bucks |anno=1984 ||isbn=0-14-021740-1}}</ref> Egli ha anche sottolineato che le prime esperienze di vita siano un fattore predisponente.<ref name="DSMII">{{Cita libro |titolo=Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-II |autore=American Psychiatric Association |editore=American Psychiatric Publishing, Inc. |città=Washington, DC |anno=1968 |url=http://www.madinamerica.com/wp-content/uploads/2015/08/DSM-II.pdf |capitolo=Schizophrenia |pp=36–37, 40 |formato=pdf |lingua=en |accesso=25 ottobre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151211120229/http://www.madinamerica.com/wp-content/uploads/2015/08/DSM-II.pdf |urlmorto=no }}</ref>
La prima versione del ''[[Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali]]'' (DSM-I, 1952) parlava di "reazione depressiva", mentre il DSM-II (1968) di "nevrosi depressiva", definita come una reazione eccessiva al conflitto interno o a un evento identificabile. Esso includeva anche la [[psicosi maniaco-depressiva]] tra i maggiori disturbi affettivi.<ref name="DSMII" />
A metà del [[XX secolo]], i ricercatori hanno ipotizzato che la depressione fosse causata da uno squilibrio chimico nei [[neurotrasmettitori]] del [[cervello]], una teoria basata sulle osservazioni fatte nel 1950 sugli effetti della [[reserpina]] e dell'[[isoniazide]] nel modificare i livelli dei neurotrasmettitori della famiglia delle monoamine che riguardano i sintomi depressivi.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome = Schildkraut|nome= J.J.|anno=1965|titolo = The catecholamine hypothesis of affective disorders: A review of supporting evidence |url = https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychiatry_1965-11_122_5/page/509|rivista = American Journal of Psychiatry |volume=122 |numero=5|pp=509-22|pmid=5319766|doi=10.1176/appi.ajp.122.5.509|lingua=en}}</ref>
Il termine "disturbo depressivo maggiore" è stato introdotto da un gruppo di medici statunitensi a metà degli [[anni 1970|anni settanta]] come parte delle proposte di criteri diagnostici basati su modelli di sintomi (chiamati "''Research Diagnostic Criteria''", strutturati sulla base dei precedenti "criteri di Feighner"),<ref>{{Cita web |autore=Spitzer RL, Endicott J, Robins E |anno=1975 |url=http://www.garfield.library.upenn.edu/classics1989/A1989U309700001.pdf |titolo=The development of diagnostic criteria in psychiatry |accesso=8 novembre 2008 |formato=PDF |7= |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20051214203223/http://www.garfield.library.upenn.edu/classics1989/A1989U309700001.pdf |urlmorto=no }}</ref> che poi hanno costituito il DSM-III del 1980.<ref name="Philipp1991">{{Cita pubblicazione |autore=Philipp M.|autore2= Maier W.|autore3= Delmo C.D. |titolo=The concept of major depression. I. Descriptive comparison of six competing operational definitions including ICD-10 and DSM-III-R |rivista=European Archives of Psychiatry and Clinical Neuroscience |volume=240 |numero=4–5 |pp=258-65|anno=1991 |pmid=1829000 |doi=10.1007/BF02189537|lingua=en}}</ref> Per mantenere la coerenza, l'[[ICD-10]] utilizza gli stessi criteri, con modifiche solo minori, ma utilizzando la soglia diagnostica riportata nel DSM per segnare un episodio depressivo lieve, con l'aggiunta di categorie soglia più elevate per episodi moderati e gravi.<ref name="Philipp1991"/><ref>{{Cita web|cognome=Gruenberg|nome=A.M.|etal=si|anno=2005|url=http://media.wiley.com/product_data/excerpt/50/35273078/3527307850.pdf|titolo=Classification of Depression: Research and Diagnostic Criteria: DSM-IV and ICD-10|editore=wiley.com|accesso=30 ottobre 2008|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081029125139/http://media.wiley.com/product_data/excerpt/50/35273078/3527307850.pdf|urlmorto=no}}</ref>
== Descrizione ==
=== Segni e sintomi ===
La depressione fa parte dei [[disturbi dell'umore]], insieme ad altre patologie come la [[mania (disturbi psichici)|mania]] e il [[disturbo bipolare]]. Essa può assumere la forma di un singolo episodio transitorio (si parlerà quindi di ''episodio depressivo'') oppure di un vero e proprio disturbo (si parlerà quindi di ''disturbo depressivo''). L'episodio o il disturbo depressivo sono a loro volta caratterizzati da una maggiore o minore gravità. Quando i sintomi sono tali da compromettere l'adattamento sociale si parlerà di ''disturbo depressivo maggiore'', in modo da distinguerlo da depressioni minori che non hanno gravi conseguenze e spesso sono normali reazioni a eventi della vita con risoluzione in tempi brevi.
L'episodio depressivo maggiore è caratterizzato da sintomi che durano almeno due settimane causando una compromissione significativa del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. Essa si manifesta attraverso una vasta serie di sintomi, variabili da paziente a paziente e generalmente presenti quasi ogni giorno. Fra i principali si segnalano:
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# Umore depresso per la maggior parte del giorno (es. [[tristezza]], [[melanconia]] accentuate e persistenti).
# Marcata diminuzione o perdita di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, ([[anedonia]] o [[apatia (psicologia)|apatia]]).
# [[Nervosismo|Agitazione]] o rallentamento psicomotorio.
# Affaticabilità, perdita o mancanza di energia/slancio vitale o prostrazione fisica ([[astenia]]).
# Disturbi d'[[ansia]] (es. [[attacco di panico|attacchi di panico]] o preoccupazioni eccessive e persistenti).
# [[Insonnia]] o [[ipersonnia]].
# Significativa perdita di peso, in assenza di una [[dieta]], o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito ([[iperfagia]]).
# Disturbi [[psicosomatica|psicosomatici]] (es. [[gastrite|gastriti]], [[mal di testa]], [[dorsopatia]], dolori vari ecc.).
# Diminuzione o perdita di [[motivazione (psicologia)|motivazioni]] personali, capacità di pensare, [[concentrazione mentale|concentrarsi]], risolvere problemi, prendere iniziative, decisioni, agire (rallentamento ideativo, inerzia, svogliatezza o [[abulia]]) e pianificare il proprio futuro (sintomi cognitivi).
# Tendenza all'isolamento, alla [[solitudine]], alla sedentarietà, scarsa cura di sé e autoabbandono con diminuzione dei [[relazione interpersonale|rapporti sociali]] e [[affettività|affettivi]] (sintomi affettivi).
# [[Sentimento|Sentimenti]] di inquietudine, impotenza, rassegnazione, autosvalutazione (es. diminuzione di [[autostima]]), inutilità, sfiducia, delusione costante, [[Pessimismo (psicologia)|pessimismo]] sul futuro, vittimismo, negativismo sul presente, perdita di senso di vivere, senso di vuoto, tendenza al pianto, fino a senso di fallimento, sconforto o disperazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di [[senso di colpa|colpa]], recriminazione, risentimento e rimuginazione (fino a casi limite di [[angoscia]] e [[delirio|deliri]] con distacco dalla realtà).
# Ricorrenti pensieri di [[morte]], ricorrente ideazione [[suicidio|suicida]] senza elaborazione di piani specifici, l'elaborazione di un piano specifico per commetterlo oppure un tentativo di metterlo in atto<ref>{{cita web|url=http://www.apc.it/depressione/depressione|titolo=Disturbo di Depressione – Cosa è, Sintomi, Causa e Cura - APC SPC Associazione di Psicologia Cognitiva|accesso=31 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140920214328/http://www.apc.it/depressione/depressione|urlmorto=no}}</ref>.
# [[Disturbi alimentari]].
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I sintomi non sono necessariamente tutti presenti ma per parlare di episodio depressivo maggiore è necessaria la presenza di almeno cinque dei sintomi sopra elencati, presenti quasi ogni giorno, per almeno due settimane. La sintomatologia può variare da paziente a paziente e in genere ha un decorso lento, insidioso e tendente ad aggravarsi nel tempo se non trattato tempestivamente.
Nella maggior parte dei casi la depressione si configura come disturbo depressivo maggiore: nel 50-60% dei casi un episodio depressivo maggiore sarà seguito da un ulteriore episodio depressivo, portando quindi al disturbo depressivo ricorrente. L'episodio depressivo non trattato ha una durata media di sei-otto mesi ed è caratterizzato, nella maggior parte dei casi, da una graduale remissione. Talvolta può permanere una sintomatologia depressiva residua: si parlerà in tal caso di remissione parziale dell'episodio.
Un paziente che sperimenta un episodio depressivo maggiore mostra un umore molto basso, che pervade tutti gli aspetti della vita, e l'incapacità di provare piacere nelle attività che in precedenza gli suscitavano godimento ([[anedonia]]). Le persone depresse possono apparire preoccupate, avere pensieri e sentimenti di inutilità, senso di colpa inappropriato o rammarico, impotenza, disperazione e odio di sé.<ref name=APA2013>{{cita|American Psychiatric Association|2013|APA2013}}.</ref> Nei casi più gravi, possono avere sintomi di [[psicosi]]: questi comprendono [[delirio|deliri]] o, seppur meno, [[allucinazioni]], di solito spiacevoli.<ref name=APA2013/> Altri sintomi includono scarsa concentrazione e [[Memoria (fisiologia)|memoria]] (in particolare in quelli con caratteristiche melanconiche o psicotiche), ritiro sociale e dalle attività, riduzione del desiderio sessuale, pensieri di [[morte]] o di [[suicidio]], comportamenti di [[autolesionismo]] (tagli, bruciature). L'[[insonnia]] è comune tra i depressi: nel caso tipico si sveglia molto presto e non riesce a riaddormentarsi. L'insonnia colpisce almeno l'80% delle persone depresse, anche se può essere presente anche l'[[ipersonnia]].<ref name="bedfellows">{{Cita web|url=https://www.psychologytoday.com/articles/200307/bedfellows-insomnia-and-depression| titolo=Bedfellows:Insomnia and Depression|accesso=2 luglio 2010|lingua=en}}</ref> Alcuni [[farmaci antidepressivi]] possono causare insonnia per il loro effetto psicostimolante.<ref name="pmid10392587">{{cita pubblicazione |autore= |titolo=Insomnia: assessment and management in primary care. National Heart, Lung, and Blood Institute Working Group on Insomnia |url=https://archive.org/details/sim_american-family-physician_1999-06_59_11/page/3029|rivista=Am Fam Physician |volume=59 |numero=11 |pp=3029-38 |anno=1999 |mese=giugno |pmid=10392587|lingua=en}}</ref>
Un soggetto depresso può riferire più sintomi quali stanchezza, [[mal di testa]] o problemi digestivi. Secondo i criteri dell'[[Organizzazione mondiale della sanità]], i disturbi fisici sono il problema più comune che si presenta nei [[Paesi in via di sviluppo]].<ref name=Patel01>{{Cita pubblicazione |autore=Patel V.|autore2= Abas M.|autore3= Broadhead J. |anno=2001|titolo=Depression in developing countries: Lessons from Zimbabwe|rivista=[[British Medical Journal|BMJ]]|volume=322 |numero=7284 |pp=482-84|doi=10.1136/bmj.322.7284.482|lingua=en}}</ref> L'appetito diminuisce spesso, con conseguente perdita di peso, meno spesso può aumentare. La famiglia e gli amici possono notare che il comportamento diventi sia agitato sia letargico. Le persone anziane depresse possono avere problemi cognitivi di recente insorgenza, come ad esempio la perdita di memoria e un rallentamento più evidente dei movimenti.<ref>{{Cita libro |titolo=Consensus Guidelines for Assessment and Management of Depression in the Elderly |autore=Faculty of Psychiatry of Old Age, NSW Branch, RANZCP |coautori=Kitching D, Raphael B|anno=2001 |editore=NSW Health Department |città=North Sydney, New South Wales |p=2|isbn=0-7347-3341-0|lingua=en}}</ref> La depressione spesso coesiste con disturbi fisici più comuni tra gli anziani, come [[ictus]], [[malattie cardiovascolari]], [[malattia di Parkinson]] e [[broncopneumopatia cronica ostruttiva]].
I bambini depressi spesso mostrano un umore irritabile oppure uno stato d'animo depresso,<ref name=APA2013/> ed evidenziano sintomi che variano a seconda dell'età e della situazione: la maggior parte perde interesse per la scuola e mostra un calo nel rendimento. Essi possono essere descritti come aderenti, esigenti, dipendenti o insicuri. La diagnosi può essere ritardata o non fatta quando i sintomi vengono interpretati come sbalzi d'umore normale.<ref name=APA2013/> La depressione può anche coesistere più facilmente con condizioni del neurosviluppo come [[sindrome da deficit di attenzione e iperattività]] (ADHD), complicando così la diagnosi.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Brunsvold G.L.|autore2=Oepen G.|titolo=Comorbid Depression in ADHD: Children and Adolescents|rivista=Psychiatric Times|volume=25|numero=10|anno=2008|url=http://www.psychiatrictimes.com/adhd/article/10168/1286863|lingua=en|accesso=8 marzo 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090524050341/http://www.psychiatrictimes.com/adhd/article/10168/1286863|urlmorto=no}}</ref>
La depressione maggiore influenza in modo significativo l'ambito familiare di chi ne soffre, così come le sue relazioni personali, di lavoro o la vita scolastica, le abitudini del sonno e di alimentazione e la salute in generale.<ref name="NIMHPub">{{Cita libro|titolo=Depression|editore=National Institute of Mental Health (NIMH)|url=https://www.nimh.nih.gov/health/publications/depression/nimhdepression.pdf|accesso=7 settembre 2008|formato=PDF|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110727123744/http://www.nimh.nih.gov/health/publications/depression/nimhdepression.pdf}}</ref> Il suo impatto sulla vita e sul suo benessere è stato paragonato a quello di patologie croniche come il [[diabete]].<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Hays R.D.|autore2= Wells K.B.|autore3= Sherbourne C.D.|anno=1995 |titolo=Functioning and well-being outcomes of patients with depression compared with chronic general medical illnesses |rivista=Archives of General Psychiatry |volume=52 |numero=1 |pp=11-19|pmid=7811158 |lingua=en}}</ref>
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Nel manuale diagnostico dei disturbi mentali (DSM V), si parla generalmente di depressione atipica facendo riferimento a quei casi di depressione che non rispettano i classici criteri diagnostici. Esistono, infatti, diverse forme di depressione: una primaria classificazione delle forme depressive (non quella del [[manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali|DSM]]) è la seguente:
# ''Depressione reattiva'': depressione dovuta a un evento scatenante come un lutto, una separazione, un fallimento, una delusione sentimentale/professionale, la perdita del lavoro, una violenza psicofisica, una truffa, ecc., i cui sintomi però si dimostrano eccessivamente intensi e prolungati rispetto alla causa scatenante. Al suo interno si possono collocare i [[disturbo dell'adattamento|"disturbi dell'adattamento"]] e le "reazioni da lutto" o perdita/abbandono. La depressione reattiva è un tipo di ''depressione clinica'' che generalmente dura diversi mesi. La differenza principale tra la depressione maggiore e la depressione reattiva non è nella durata ma risiede nella causa: quando la causa scatenante è il lutto o un divorzio, per la causa scatenante la depressione reattiva è anche nota come "depressione da separazione".
# ''[[Depressione endogena]]'': non riconducibile a eventi scatenanti consci o semiconsci come nel caso della depressione reattiva, ma a cause genetico-biologiche o inconsce presenti nella [[personalità]] del paziente. Un altro esempio di depressione endogena è costituito dalla depressione mascherata.
# ''[[Psicosi|Depressione psicotica]]'': è una forma grave di depressione in cui ai sintomi depressivi si associano quelli tipici delle [[psicosi]], come, ad esempio, [[delirio|deliri]].
# ''Depressione ansiosa'': è una forma in cui il disturbo dell'umore si accompagna all'[[ansia]] (ad es., [[attacco di panico|attacchi di panico]]).<ref name="pmid26580998">{{Cita pubblicazione|autore=Stein MB, Sareen J |titolo=Generalized Anxiety Disorder |rivista=N. Engl. J. Med. |volume=373 |numero=21 |pp=2059-2068 |anno=2015 |pmid=26580998 |doi=10.1056/NEJMcp1502514 }}</ref>
# ''[[Distimia]] (o disturbo distimico)'': presenza di umore cronicamente depresso, per un periodo di almeno due anni. In questo caso i sintomi depressivi, nonostante la loro cronicità, sono meno gravi e non si perviene mai a un episodio depressivo maggiore.
# ''[[Disturbo dell'adattamento]]'': è conseguenza di uno o più fattori [[Stress (medicina)|stressanti]] e si manifesta in genere entro tre mesi dall'inizio dell'evento con grave disagio psicologico e compromissione sociale. Solitamente eliminato il fattore di stress, tale depressione scompare entro sei mesi.
# ''[[Depressione post-partum]]'': disturbo dell'umore che colpisce il 10-20% delle donne nel periodo immediatamente successivo al parto. Nelle prime settimane dopo il parto, si preferisce parlare di ''[[baby blues]]'', disturbo piuttosto diffuso e che non necessariamente si trasforma in depressione post-partum.
# ''Depressione mascherata'': si manifesta principalmente con sintomi cognitivi, somatici o comportamentali, a dispetto di quelli [[affettività|affettivi]]. In realtà vengono semplicemente amplificati aspetti non affettivi della depressione. Da un punto di vista diagnostico e clinico, la depressione mascherata era in voga tra il 1925 e il 1980. Oggi, nell'autorevole ICD-10 (''Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati)'' appare come "depressione con sintomi somatici" mentre è assente del tutto dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Si tratta di una forma di "depressione endogena" in cui disagi psicologici si riflettono sul piano fisico dando vita a una serie di sintomi psicosomatici che non comprendono i classici sintomi causati dalla depressione.
# ''Depressione secondaria'': depressione dovuta ad altre malattie psichiatriche, malattie neurologiche, organiche o a farmaci. Spesso infatti molte malattie o sindromi mostrano, in virtù dell'[[unità psicofisica]], come primi sintomi o sintomi associati variazioni del tono dell'umore, fra le quali:
#* problemi [[psicopatologia|psichiatrici]] quali [[ansia|disturbi d'ansia]] (es. [[ipocondria]]), [[sindrome da deficit di attenzione e iperattività]], [[disturbo ossessivo compulsivo]], [[nevrastenia]], [[sindrome da fatica cronica]], [[sindrome da burnout]], [[disturbo post traumatico da stress]], [[anoressia]], [[disturbi di personalità]], [[schizofrenia]]. I sintomi d'ansia possono avere un grande impatto sul disturbo depressivo, con recupero ritardato, aumento del rischio di recidiva, disabilità più significativa e un aumento di tentativi di suicidio.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Hirschfeld RMA |anno=2001 |rivista=Primary Care Companion to the Journal of Clinical Psychiatry|volume=3 |numero=6 |pp=244-254|titolo=The Comorbidity of Major Depression and Anxiety Disorders: Recognition and Management in Primary Care|pmid=15014592|lingua=en}}</ref> Il neuroendocrinologo statunitense [[Robert Sapolsky]] sostiene allo stesso modo che il rapporto tra [[stress (medicina)|stress]], [[ansia]] e depressione può essere misurato e dimostrato biologicamente;<ref>{{Cita libro|autore = Sapolsky Robert M|anno = 2004|titolo = Why zebras don't get ulcers|url = https://archive.org/details/whyzebrasdontget0003edsapo|pp=[https://archive.org/details/whyzebrasdontget0003edsapo/page/291 291]–98|editore = Henry Holt and Company, LLC|isbn = 0-8050-7369-8}}</ref>
#* disturbi [[neurologia|neurologici]] ([[encefalopatia]], [[ictus]], [[trauma cranico]], [[epilessia]], [[sclerosi multipla]], [[cisticercosi]]) e [[malattie neurodegenerative|neurodegenerativi]] ([[demenze]], [[aterosclerosi]], [[malattia di Alzheimer]], [[malattia di Parkinson]], [[malattia di Huntington]]), [[malattia di Wilson]], [[saturnismo]];
#* disturbi del [[sistema endocrino]] ([[Endocrinopatia|endocrinopatie]] quali [[cretinismo]], [[ipotiroidismo]], [[ipertiroidismo]], [[ipoparatiroidismo]], [[iperparatiroidismo]], deficit di [[testosterone]] o [[ipogonadismo]], [[malattia di Cushing]], [[malattia di Addison]]);
#* disturbi del [[metabolismo]] ([[ipoglicemia]], [[avitaminosi|ipovitaminosi]] (es. deficit di [[vitamina D]], [[pellagra]], ecc.), alterazione degli [[elettrolita|elettroliti]] come l'[[ipocalcemia]] e l'[[magnesio|ipomagnesemia]], [[Errore congenito del metabolismo|errori congeniti del metabolismo]] (es. [[fenilchetonuria]]), [[colesterolemia|ipocolesterolemia]]);
#* disturbi dell'[[apparato digerente]] ([[celiachia]], [[colite]], [[disbiosi]], [[parassitosi]], [[malattia di Crohn]], malattie da [[malassorbimento]], [[encefalopatia epatica]];
#* patologie [[sistema cardiaco|cardiache]] ([[scompenso cardiaco]] e [[infarto del miocardio]]);
#* patologie [[sistema respiratorio|respiratorie]] (malattie raffreddamento (es. [[rinite]] e [[sinusite]]<ref>{{Cita web |url=http://actabiomedica.it/site/wp-content/uploads/2014/08/Quad-Otorinolaringoiatria-II-07.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=17 settembre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170918021542/http://actabiomedica.it/site/wp-content/uploads/2014/08/Quad-Otorinolaringoiatria-II-07.pdf |urlmorto=sì }}</ref>), [[broncopneumopatia cronica ostruttiva]], [[enfisema]] e [[tubercolosi]]);
#* altre patologie: [[anemia]], [[malattie veneree]], [[lupus eritematoso sistemico]], [[sindrome nefrosica]], [[malattia di Wilson]], [[malattia di Lyme]], [[tumore|tumori]], [[balbuzie]]<ref name="Beseler-2008">{{Cita pubblicazione | cognome = Beseler | nome = C.L. |coautori= L. Stallones | titolo = A cohort study of pesticide poisoning and depression in Colorado farm residents. | rivista = Ann Epidemiol | volume = 18 | numero = 10 | pp = 768-74 | mese=ottobre| anno = 2008 | doi = 10.1016/j.annepidem.2008.05.004 | pmid = 18693039|lingua=en }}</ref><ref name="Meyer-2010">{{Cita pubblicazione | cognome = Meyer | nome = A. |etal=si| titolo = Mood disorders hospitalizations, suicide attempts, and suicide mortality among agricultural workers and residents in an area with intensive use of pesticides in Brazil. | rivista = J Toxicol Environ Health A | volume = 73 | numero = 13-14 | pp = 866-77 | anno = 2010 | doi = 10.1080/15287391003744781 | pmid = 20563920|lingua=en }}</ref>;
#* derivante da cattivi stili di vita: [[privazione del sonno]], [[deprivazione sensoriale]], dieta ipocalorica o cattiva [[alimentazione]], [[malnutrizione]], [[stile di vita sedentario]], abuso di [[alcolismo|alcol]] e [[tabagismo|fumo]], intossicazione da [[metalli pesanti]], uso di alcuni [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]].
Infine, fra gli altri disturbi dell'umore che includono sintomi depressivi, si possono citare la [[disforia]] (un'alterazione dell'umore con caratteristiche depressive contrassegnate da agitazione e irritabilità) e i [[disturbo bipolare|disturbi bipolari]], ossia quelle patologie dove vi è alternanza di episodi depressivi maggiori o minori con episodi maniacali o ipomaniacali.
=== Comorbilità ===
* La [[depressione maggiore]] è spesso presente nella [[dipendenza dal cibo]].<ref name="Brain disease">{{Cita pubblicazione|coautori= Volkow ND, Koob GF, McLellan AT |titolo= Neurobiologic Advances from the Brain Disease Model of Addiction |rivista= N. Engl. J. Med. |volume= 374 |numero= 4 |pp= 363-371 |data= gennaio 2016 | pmid = 26816013 | doi = 10.1056/NEJMra1511480 }}</ref>
* Si riscontra un aumento dei tassi di [[alcolismo|abuso di alcool]] e di assunzione di altre [[sostanza stupefacente|droghe]] e in particolare è più frequente la [[tossicodipendenza|dipendenza]].<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Grant BF |anno=1995|titolo=Comorbidity between DSM-IV drug use disorders and major depression: Results of a national survey of adults |rivista=Journal of Substance Abuse |volume=7|numero=4 |pp=481-87|pmid=8838629|doi=10.1016/0899-3289(95)90017-9|lingua=en}}</ref>
* Il [[dolore]] è presente nel 65% dei pazienti depressi, infatti un gran numero di pazienti con dolore cronico soffre di depressione: la diagnosi è spesso ritardata o non viene formulata, e completamente fraintesa.
* La depressione si associa a un aumento del rischio di 1,5 a 2 volte di [[malattie cardiovascolari]], poiché tali pazienti spesso fumano, sono obesi e meno propensi a seguire le modifiche dello stile di vita raccomandate.
* I pazienti colpiti da [[ictus]] soffrono di problemi depressivi in percentuali variabili dal 25 al 50%, ciò si riscontra in particolare in giovani adulti e nelle donne.<ref name="Pompili-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Pompili | nome = M. |etal=si| titolo = Do stroke patients have an increased risk of developing suicidal ideation or dying by suicide? An overview of the current literature. | rivista = CNS Neurosci Ther | volume = 18 | numero = 9 | pp = 711-21 | mese=settembre| anno = 2012 | doi = 10.1111/j.1755-5949.2012.00364.x | pmid = 22943140 |lingua=en}}</ref> Il trattamento precoce della depressione post-ictus potrà influire in modo positivo sul recupero del paziente dall'evento [[neurologia|neurologico]].<ref name="Arseniou-">{{Cita pubblicazione | cognome = Arseniou | nome = S. |etal=si | titolo = Post-stroke depression: recognition and treatment interventions | rivista = Psychiatrike | volume = 22 | numero = 3 | pp = 240-8 | pmid = 21971199|lingua=en }}</ref>
* Come già detto vi è una forte correlazione tra la [[malattia di Parkinson]] e la depressione: in uno studio, seppur limitato, effettuato su 122 pazienti parkinsoniani si è rilevato che oltre il 50% di loro rientravano nei criteri di disturbo depressivo maggiore secondo il DSM-IV<ref name="Piccinni-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Piccinni | nome = A. |etal=si| titolo = Depressive symptoms in Parkinson's disease. | rivista = Compr Psychiatry | volume = 53 | numero = 6 | pp = 727-31 | mese=agosto| anno = 2012 | doi = 10.1016/j.comppsych.2011.11.002 | pmid = 22209634|lingua=en }}</ref>; i pazienti presentavano i sintomi di anedonia, [[Apatia (psicologia)|apatia]] e negatività. Vi è indicazione, in questi casi, al trattamento sia farmacologico sia psicoterapico.<ref name="Starkstein-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Starkstein | nome = S.E. |etal=si | titolo = Psychiatric syndromes in Parkinson's disease. | rivista = Curr Opin Psychiatry | volume = 25 | numero = 6 | pp = 468-72 | mese=novembre| anno = 2012 | doi = 10.1097/YCO.0b013e3283577ed1 | pmid = 22992542 |lingua=en}}</ref>
== Epidemiologia ==
[[File:Unipolar depressive disorders world map - DALY - WHO2004.svg|upright=1.4|thumb|[[disability-adjusted life year|Attesa di vita corretta per disabilità]] (DALY) per il disturbo depressivo unipolare (per 100 000 abitanti) nel 2004<ref>{{Cita web|url=http://www.who.int/entity/healthinfo/global_burden_disease/gbddeathdalycountryestimates2004.xls|titolo=Unipolar depressive disorders - DALY|editore=WHOM|accesso=24 gennaio 2015|lingua=en|dataarchivio=25 agosto 2011|urlarchivio=https://www.webcitation.org/61CAEElzK?url=http://www.who.int/healthinfo/global_burden_disease/gbddeathdalycountryestimates2004.xls|urlmorto=no}}</ref>]]
Dal punto di vista [[epidemiologico]] la depressione è la prima causa di disfunzionalità nei soggetti tra i 14 e i 44 anni di età, precedendo patologie quali le malattie cardiovascolari e le [[neoplasia|neoplasie]].<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?hl=it&lr=&id=ddWQFy0iG64C&oi=fnd&pg=PA1&dq=Multiaxial+Classification+of+Child+and+Adolescent+Disorders,+Cambridge,+Cambridge+University+Press,+1996&ots=6_PCTQgEsY&sig=BwWQI8CNfl1qNGX9A-lvn8-T_pc#v=onepage&q=Multiaxial%20Classification%20of%20Child%20and%20Adolescent%20Disorders%2C%20Cambridge%2C%20Cambridge%20University%20Press%2C%201996&f=false|autore=World Health Organization|titolo=Multiaxial Classification of Child and Adolescent Disorder|città=Cambridge|editore=Cambridge University Press|anno=1996|lingua=en|accesso=25 ottobre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200611020319/https://books.google.it/books?hl=it&lr=&id=ddWQFy0iG64C&oi=fnd&pg=PA1&dq=Multiaxial+Classification+of+Child+and+Adolescent+Disorders,+Cambridge,+Cambridge+University+Press,+1996&ots=6_PCTQgEsY&sig=BwWQI8CNfl1qNGX9A-lvn8-T_pc#v=onepage&q=Multiaxial%20Classification%20of%20Child%20and%20Adolescent%20Disorders%2C%20Cambridge%2C%20Cambridge%20University%20Press%2C%201996&f=false|urlmorto=no}}</ref>
La depressione e la distimia colpiscono più frequentemente le donne rispetto agli uomini, con un rapporto di circa due a uno, ma questa differenza emerge solo dopo la pubertà.<ref name=Guidetti>{{cita|Guidetti|p. 227|guidetti}}.</ref>
Il tasso di [[prevalenza (medicina)|prevalenza]] del disturbo depressivo maggiore in età prescolare è attorno allo 0,3%; valore che tende a salire con l'età, arrivando al 2-3% in età scolare e al 6-8% in età adolescenziale.<ref name=Guidetti /> Secondo il [[DSM IV]] la prevalenza del disturbo depressivo maggiore in età adulta è del 10-25% nelle donne e del 5-12% negli uomini, mentre quella del disturbo distimico è nel complesso del 6%.
La probabilità di avere un episodio depressivo maggiore entro i 70 anni è del 27% negli uomini e del 45% nelle donne: cifre che dimostrano in modo chiaro l'ampia diffusione di questa patologia. Peraltro sin dal 1940, nei paesi industrializzati, vi è un ''trend'' all'aumento della prevalenza di tale disturbo e un abbassarsi dell'età media d'insorgenza.<ref name=Guidetti />
Molti studi dimostrano anche una continuità della depressione lungo l'intero arco di vita, infatti circa l'80% dei bambini con disturbo depressivo tende a presentare la stessa patologia anche in età adulta,<ref name="Weissman-2000">{{Cita pubblicazione | cognome = Weissman | nome = M.M. |etal=si| titolo = Brief screening for family psychiatric history: the family history screen. | rivista = Arch Gen Psychiatry | volume = 57 | numero = 7 | pp = 675-82 | mese=luglio| anno = 2000 | pmid = 10891038|lingua=en }}</ref><ref name="Harrington-1990">{{Cita pubblicazione | cognome = Harrington | nome = R. |etal=si | titolo = Adult outcomes of childhood and adolescent depression. I. Psychiatric status. | rivista = Arch Gen Psychiatry | volume = 47 | numero = 5 | pp = 465-73 | mese=maggio| anno = 1990 | pmid = 2184797|lingua=en }}</ref> oltre al fatto che un disturbo depressivo precoce possa rappresentare un fattore di rischio per la comparsa di patologie come il [[disturbo bipolare]] o l'abuso di sostanze.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità la depressione colpisce 322 milioni di persone nel mondo e, quindi, è un'importante causa di disabilità planetaria, con un aumento del 18% di depressi stimato tra il 2005 e il 2015. Si tratta di una patologia mentale in crescita che, secondo il WHO, è attualmente sottostimata. Anche per questo l'ONU ha deciso di dedicare a questa patologia mentale una Giornata mondiale della salute.<ref>{{Cita web|url=https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/depression|titolo=Depression|editore=WHO|accesso=17 dicembre 2020|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201218091643/https://www.who.int/en/news-room/fact-sheets/detail/depression|urlmorto=no}}</ref> Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che la depressione può avere delle complicanze (ad esempio una scarsa aderenza alle terapie prescritte dai medici specialisti) che, a loro volta, possono peggiorare la sindrome depressiva. Esiste, comunque, un [[PHQ-9|test internazionale articolato in nove domande]] che consente di fare una prima diagnosi di depressione.<ref>{{Cita web|url=https://www.demenzemedicinagenerale.net/images/test/PHQ-9_Ok_20-2-2016.pdf|titolo=Patient Health Questionnaire-9|accesso=17 dicembre 2020}}</ref>
Secondo ricerche epidemiologiche recenti, l'incidenza di stati depressivi è correlata anche con l'eventuale presenza di [[allergie alimentari]] o [[Intolleranza (medicina)|intolleranze]] come la [[celiachia]].<ref name="Cummings-2010">{{Cita pubblicazione | cognome = Cummings | nome = A.J. |etal=si| titolo = The psychosocial impact of food allergy and food hypersensitivity in children, adolescents and their families: a review. | rivista = Allergy | volume = 65 | numero = 8 | pp = 933-45| mese=agosto| anno = 2010 | doi = 10.1111/j.1398-9995.2010.02342.x | pmid = 20180792|lingua=en}}</ref>
La depressione maggiore è attualmente la principale causa di malattia in Nord America e in altri paesi ad alto reddito e la quarta causa di disabilità in tutto il mondo. L'[[Organizzazione mondiale della sanità]] prevede che nel 2030 possa essere la seconda causa di malattia in tutto il mondo dopo l'[[HIV]].<ref name="pmid17132052">{{Cita pubblicazione |autore=Mathers C.D.|autore2= Loncar D. |titolo=Projections of global mortality and burden of disease from 2002 to 2030 |rivista=PLoS Med. |volume=3 |numero=11 |pp=e442|anno=2006|pmid=17132052 |doi=10.1371/journal.pmed.0030442|lingua=en}}</ref>
In Italia la depressione colpisce più di 2,8 milioni di persone, secondo l'Istat, circa il 5,4% delle persone con più di 15 anni.<ref name="istat.it" /> Coloro che ne hanno sofferto nel corso del 2015 e siano 1,3 milioni (2,5%) coloro che hanno presentato i sintomi della depressione maggiore nelle due settimane precedenti l’intervista.
Rispetto alla media dei paesi europei, in Italia la depressione è meno diffusa tra gli adulti e tra i 15-44enni (1,7% contro 5,2% media Ue28) mentre per gli anziani lo svantaggio è di 3 punti percentuali. Si stima che il 7% della popolazione oltre i 14 anni (3,7 milioni di persone) abbia sofferto nell’anno di disturbi ansioso-depressivi.
Le [[eziologia|cause]] che portano alla depressione sono ancora oggetto di studio. Inizialmente vi erano due correnti di pensiero, una che attribuiva maggiore importanza alle cause biologiche e genetiche, l'altra a quelle ambientali e psicologiche. Oggi i dati disponibili suggeriscono che la depressione sia una combinazione di tutti questi fattori.<ref>Harrington R., ''Affective disorders'', in Rutter e Taylor, 2002, 463-485</ref>
=== Fattori genetici e familiari ===
Gli studi sui [[gemelli (biologia)|gemelli]] [[Gemelli (biologia)#Gemelli identici (o monozigoti)|monozigoti]] e [[Gemelli (biologia)#Gemelli fraterni (o dizigoti)|dizigoti]] e sui soggetti adottati hanno dimostrato una certa ereditabilità dei disturbi depressivi, anche se in modo meno consistente rispetto al disturbo bipolare. Il tasso di ereditabilità per i sintomi depressivi si attesta attorno al 76%.<ref name="Rice">{{Cita pubblicazione | cognome = Rice | nome = F. | coautori = G. Harold; A. Thapar | titolo = The genetic aetiology of childhood depression: a review. | rivista = J Child Psychol Psychiatry | volume = 43 | numero = 1 | pp = 65-79 | mese = gennaio | anno = 2002 | pmid = 11848337 |lingua=en }}</ref> La depressione, come molte altre malattie psichiatriche, non segue un modello di trasmissione diretta, bensì un modello dove sono coinvolti più geni.<ref name="Guidetti_229">{{cita|Guidetti|p. 229|guidetti}}.</ref> L'[[ereditarietà]] è comunque meno probabile per le forme di depressione lievi, mentre sembra incidere più fortemente nelle depressioni a esordio precoce: il 70% dei bambini depressi hanno, infatti, almeno un genitore che presenta un disturbo dell'umore.<ref name="Rice" />
Questo dato può essere secondario al fatto che un genitore depresso instaura una relazione sfavorevole con il proprio figlio, già geneticamente vulnerabile, il che aumenta la probabilità per il piccolo di sviluppare un disturbo dell'umore.<ref name="Guidetti_229"/>
Uno studio pubblicato su ''Biological Psychiatry'' nel 2013 dimostra che la stabilizzazione clinica viene raggiunta solo da un terzo dei pazienti trattati. Gli esperti dell'Istituto di Psichiatria del [[King's College di Londra]], hanno analizzato campioni di [[DNA]] provenienti da {{formatnum:2799}} soggetti in terapia con antidepressivi per il trattamento del disordine depressivo maggiore, evidenziando che il 42% delle differenze individuali nella risposta ai farmaci erano dovuti a un tratto complesso con sostanziale contributo di un gran numero di comuni varianti genetiche, ognuna capace di produrre un piccolo effetto.<ref name="Tansey-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Tansey | nome = K.E. |etal=si| titolo = Contribution of common genetic variants to antidepressant response. | rivista = Biol Psychiatry | volume = 73 | numero = 7 | pp = 679-82 | mese=aprile| anno = 2013 | doi = 10.1016/j.biopsych.2012.10.030 | pmid = 23237317|lingua=en }}</ref>
=== Fattori biologici ===
[[File:Synapse Illustration-IT.png|thumb|upright=1.4|left|Schema di una sinapsi]] Dei circa trenta [[neurotrasmettitori]] che sono stati identificati, i ricercatori ne hanno correlati tre tra la loro funzione e lo sviluppo della depressione. Questi sono la [[serotonina]], la [[noradrenalina]] e la [[dopamina]]. Gli antidepressivi influenzano il bilancio complessivo di questi tre neurotrasmettitori all'interno delle strutture del [[cervello]] che regolano le emozioni, le reazioni allo [[stress (medicina)|stress]], il [[sonno]], l'[[appetito]] e la [[sessualità]].
Una delle prime indicazioni che la depressione avesse anche delle basi biologiche si ebbe negli [[Anni 1950|anni cinquanta]]. Durante quel periodo venne introdotto un farmaco, la [[reserpina]], utilizzato per controllare la [[pressione sanguigna]], che però aveva ingenti effetti collaterali, tra cui l'insorgenza di depressione nel 20% dei pazienti.<ref name="Bear_709">{{cita|Bear| p. 709|bear}}.</ref> Tale farmaco diminuiva la quantità di due neurotrasmettitori appartenenti alla famiglia delle [[Neurotrasmettitore|monoammine]]: la serotonina e la noradrenalina. In seguito fu scoperto che un altro farmaco, utilizzato per curare la [[tubercolosi]] (l'[[isoniazide]]), provocava un miglioramento dell'umore. Questo farmaco, al contrario della reserpina, inibiva la [[Ammino ossidasi|monoaminossidasi]], cioè quell'enzima che elimina la noradrenalina e la serotonina, provocando cioè un aumento di tali neurotrasmettitori.<ref name="Bear_709"/> Divenne chiaro come la depressione, e l'umore in generale, fossero legati ai livelli dei neurotrasmettitori monoaminici. Nacque così l'idea, definita ''ipotesi monoaminica dei disturbi dell'umore'' o ''ipotesi delle ammine biogene'', che la depressione fosse una conseguenza di uno squilibrio di alcuni neurotrasmettitori.
Questa si dimostrò una spiegazione ancora troppo semplicistica e, infatti, non è tuttora possibile stabilire una relazione diretta tra umore e uno specifico neurotrasmettitore.<ref>{{cita|Bear| p. 710|bear}}.</ref>
Altri fattori neurobiologici rivestono un ruolo fondamentale nell'eziologia dei disturbi dell'umore e di particolare importanza risulta essere l'asse [[ipotalamo]]-[[ipofisi]]-[[surrene]], cioè l'asse ormonale che mette in comunicazione le [[sistema limbico|strutture limbiche]], l'[[ipotalamo]], e l'[[ipofisi]], con il [[surrene]].<ref name="Guidetti_231">{{cita|Guidetti|p. 231|guidetti}}.</ref> Questo asse regola la risposta a lungo termine allo [[stress (medicina)|stress]], inducendo il surrene al rilascio di [[ormone|ormoni]] [[glucocorticoidi]], in particolare il [[cortisolo]]. Nei pazienti depressi si è riscontrata una iperattività dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed elevate dosi di [[cortisolo]] nel sangue, che provocano effetti dannosi per tutto l'organismo, tra cui: [[insonnia]], diminuzione dell'appetito, [[diabete mellito]], [[osteoporosi]], diminuzione dell'interesse sessuale, aumento dell'espressione comportamentale dell'ansia, [[immunosoppressione]], danni a vasi cerebrali e cardiaci.<ref name="Guidetti_231"/><ref>{{cita|Bear|p. 712|bear}}.</ref>
[[File:HPA Axis Diagram (Brian M Sweis 2012)-IT.png|thumb|upright=1.4|Lo schema illustra il funzionamento dell'[[Apparato endocrino|asse]] [[ipotalamo]]-[[ipofisi]]-[[surrene]]]]
I vari studi effettuati hanno infatti confermato che eventi stressanti e prolungati, sono in grado di ridurre il tasso di alcuni [[neurotrasmettitore|neurotrasmettitori]] come la [[serotonina]] e la [[noradrenalina]] e di iperattivare l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene con conseguente aumento del [[cortisolo]] nel sangue.<ref name="Guidetti_231"/> Questo però è evidente soprattutto in soggetti adulti, mentre nei bambini tale associazione non è confermata, considerato che nei bambini depressi il livello di cortisolo nel sangue sembra essere nella norma.<ref name="pmid8936909">{{Cita pubblicazione | cognome = Birmaher | nome = B. | coautori = ND. Ryan; DE. Williamson; DA. Brent; J. Kaufman; RE. Dahl; J. Perel; B. Nelson | titolo = Childhood and adolescent depression: a review of the past 10 years. Part I. | rivista = J Am Acad Child Adolesc Psychiatry | volume = 35 | numero = 11 | pp = 1427-39 | mese = novembre | anno = 1996 | doi = 10.1097/00004583-199611000-00011 | pmid = 8936909 |lingua=en }}</ref><ref name="pmid8973063">{{Cita pubblicazione | cognome = Birmaher | nome = B. | coautori = ND. Ryan; DE. Williamson; DA. Brent; J. Kaufman | titolo = Childhood and adolescent depression: a review of the past 10 years. Part II. | rivista = J Am Acad Child Adolesc Psychiatry | volume = 35 | numero = 12 | pp = 1575-83 | mese = dicembre | anno = 1996 | doi = 10.1097/00004583-199612000-00008 | pmid = 8973063 |lingua=en }}</ref>
La minor o maggior risposta allo stress da parte dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene in un individuo sarebbe dovuta a influenze genetiche e ambientali. In questo meccanismo sembra inoltre essere coinvolta anche la [[plasticità neuronale]]<ref>{{cita web|autore=L. Pani|titolo=La DEPRESSIONE MAGGIORE: aspetti neurobiologici, clinici e gestionali|anno=2007|url=http://www.psychiatryonline.it/node/2625|accesso=24 maggio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150525021623/http://www.psychiatryonline.it/node/2625|urlmorto=no}}</ref>.
Secondo questo modello teorico-sperimentale, detta ''ipotesi della diatesi da stress'', la depressione apparirebbe come un'incapacità dell'encefalo e del sistema [[endocrino]] di reagire di fronte a un cambiamento di vita o più in generale a una qualsiasi fonte di stress oltre i limiti di tolleranza tipici del soggetto: i disturbi dell'umore (così come altri [[disturbo mentale|disturbi mentali]]) avrebbero dunque una causa prima su base biologica (ad es. ipersensibilità) ed ereditaria con i geni che ci predisporrebbero quindi a questo tipo di malattia a sua volta innescata, sui tali soggetti predisposti, da cause scatenanti o concause di tipo ambientale e psicologico-traumatiche, percepite dal soggetto come eventi [[stress (medicina)|stressogeni]], cioè sotto forma di una risposta prolungata di disadattamento dell'individuo alla causa scatenante.<ref>{{cita|Bear|p. 711|bear}}.</ref>
È quindi chiaro come la depressione sia una condizione complessa, dovuta a più cause e legata a una complessa rete di sistemi neurali. Ulteriori studi hanno evidenziato una compromissione metabolica che include la corteccia paralimbica prefrontale orbitofrontale, il [[Fornice (cervello)|giro cingolato]] anteriore e la [[corteccia temporale]] anteriore, i [[gangli della base]], l'[[amigdala]] e il [[talamo]]. L'utilizzo di tecniche di [[neuroimaging]] ha inoltre rivelato una riduzione della grandezza dei [[lobo frontale|lobi frontali]]<ref name="pmid9152118">{{Cita pubblicazione | cognome = Kumar | nome = A. | etal= = si| titolo = Neuroanatomical substrates of late-life minor depression. A quantitative magnetic resonance imaging study. | rivista = Arch Neurol | volume = 54 | numero = 5 | pp = 613-7 | mese = maggio | anno = 1997 | pmid = 9152118 |lingua=en}}</ref> e dei [[lobo temporale|lobi temporali]].<ref name="pmid2521053">{{Cita pubblicazione | cognome = Hauser | nome = P. | etal = si| titolo = Temporal lobe measurement in primary affective disorder by magnetic resonance imaging. | url = https://archive.org/details/sim_journal-of-neuropsychiatry-and-clinical-neurosciences_spring-1989_1_2/page/128 | rivista = J Neuropsychiatry Clin Neurosci | volume = 1 | numero = 2 | pp = 128-34 | anno = 1989 | pmid = 2521053 |lingua=en }}</ref> Quindi non solo modificazioni dei sistemi neurochimici, ma anche di quelli neuroanatomici. Il fatto che la depressione influisca anche sulla struttura fisica del cervello, è da tenere in forte considerazione, poiché una grave depressione che non venga curata può provocare alterazioni fisiche non reversibili all'[[encefalo]].
Recenti studi indicano inoltre la possibilità, ancora da confermare, che la depressione maggiore possa essere causata da un'[[infiammazione]] del [[cervello]] o da una [[malattia autoimmune]].<ref name="pmid26491028">{{Cita pubblicazione | cognome = Noto | nome = C. | etal = si| titolo = Depression, Cytokine, and Cytokine by Treatment Interactions Modulate Gene Expression in Antipsychotic Naïve First Episode Psychosis. | rivista = Mol Neurobiol | mese = ottobre | anno = 2015 | doi = 10.1007/s12035-015-9489-3 | pmid = 26491028 |lingua=en}}</ref>
=== Fattori psicologici ===
[[File:Ferdinand Hodler Die Lebensmüden.jpg|thumb|left|''Die Lebensmüden'' (''Gli stanchi di vivere'') di [[Ferdinand Hodler]].<br />La depressione può essere strettamente collegata a fattori interni di tipo psicologico]]
Alcuni studiosi vedono la depressione strettamente collegata a fattori interni di tipo psicologico. Si tratta di correnti [[psicoanalisi|psicoanalitiche]], dove la causa della depressione è solitamente da ricercarsi in fattori [[inconscio|inconsci]] ovvero nelle relazioni e reazioni individuali del soggetto con l'ambiente di vita e di crescita (per esempio l'[[educazione]] familiare e le [[relazione interpersonale|relazioni interpersonali]] in famiglia, a scuola e sul lavoro).
La depressione endogena è spiegata, dal punto di vista [[psicodinamica|psicodinamico]], come il risultato di una mancata elaborazione di vissuti emotivi profondi, verosimilmente [[trauma psicologico|traumatici]], dolorosi o spiacevoli, depositatisi nell'[[inconscio]] a causa di [[Meccanismo di difesa|processi difensivi]] come ad esempio la [[rimozione]]; o anche, secondo altri, con la persistenza strutturata nel tempo di un [[Super-io]] persecutorio che dà origine a [[conflitto (psicologia)|conflitti psichici]] inconsci. In questi casi la teoria psicodinamica indica nella risoluzione del conflitto o nel suo superamento attraverso prese di coscienza e successive elaborazioni, la strada verso la guarigione della componente psicologica del disturbo passando attraverso una ristrutturazione della personalità.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/12/11/quando-depressione-fa-rima-con-intelligenza.html|titolo=Quando depressione fa rima con intelligenza|autore=Daniele Mastrogiacomo|pubblicazione=la Repubblica|data=11 dicembre 1995|p=18|accesso=8 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170909004835/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/12/11/quando-depressione-fa-rima-con-intelligenza.html|urlmorto=no}}</ref>
Tra i fattori psicologici figurano anche i cambiamenti di vita, le fasi di crescita e maturazione dell'individuo legati ai normali processi di invecchiamento e a sopraggiunti nuovi ruoli sociali o responsabilità (lavoro, famiglia, figli, nipoti) con abbandono di vecchi stili di vita, tanto che alcuni psicologi e psicoterapeuti si spingono ad affermare che la depressione, se opportunamente trattata, si tratterebbe di una fase di crisi individuale e interiore da vedere come un'opportunità per la ristrutturazione della personalità e crescita interiore con nascita di un nuovo modo di vedere e vivere la vita. In tali ambiti anche la depressione secondaria da cause organiche è spesso spiegata attraverso il ricorso a modelli [[psicosomatica|psicosomatici]].
Nel 1945, René Árpád Spitz (uno [[psicanalista]] statunitense di origine ungherese) evidenziò una forma di depressione nei bambini orfani, precocemente ospedalizzati, che chiamò "depressione anaclitica" (dal greco ''stendersi'', ''appoggiarsi sopra''). Secondo le osservazioni di Spitz, la sindrome segue invariabilmente una sequela tipica di fasi:<ref name="SPITZ-1945">{{Cita pubblicazione | cognome = SPITZ | nome = R.A. | titolo = Hospitalism; an inquiry into the genesis of psychiatric conditions in early childhood. | rivista = Psychoanal Study Child | volume = 1 | pp = 53-74 | anno = 1945 | pmid = 21004303|lingua=en }}</ref>
* primo mese: ''fase di protesta'', in questo primo periodo il bambino appare angosciato, piange frequentemente e ricerca il contatto con la madre o con la precedente figura di ''maternage'';
* secondo mese: ''fase di disperazione'', il pianto diventa più concitato ed è accompagnato da grida e rifiuto del cibo, con conseguente calo ponderale;
* terzo mese: ''fase del rifiuto'', il bambino sembra perdere interesse per le persone e l'ambiente che lo circonda, rimane sempre più tempo disteso a letto o rannicchiato in posizione fetale;
* dal terzo mese in poi: ''fase del distacco'', il bambino appare triste e distaccato dall'ambiente circostante, il viso è inespressivo e senza pianto.
Se la situazione di separazione si protrae ulteriormente, il bambino acquisirà una forma sempre più marcata di disturbo depressivo, al contrario se almeno entro il quinto-sesto mese vi fosse una ricongiunzione con una figura stabile di accudimento, si potrà sperare in una ripresa fisica con una riacquisizione del contatto con l'ambiente circostante.<ref>{{cita web|autore=Spitz R.A.|url=https://books.google.it/books?id=j-JwgpjtJWAC&pg=PR12&lpg=PR12&dq=The+first+year+of+life:+a+psychoanalytic+study+of+normal+and+deviant+development+of+object+relations&source=bl&ots=QpAybw9zzb&sig=CC5uYmmREKH2d5mIGOmCW8bXP-Y&hl=it&sa=X&ved=0CC8Q6AEwAmoVChMIqMTk2PTdyAIVCSZyCh2JuwgH#v=onepage&q=The%20first%20year%20of%20life%3A%20a%20psychoanalytic%20study%20of%20normal%20and%20deviant%20development%20of%20object%20relations&f=false|anno=1965|titolo=The first year of life: a psychoanalytic study of normal and deviant development of object relations|editore=[[International Universities Press]]|città=New York|lingua=en|accesso=25 ottobre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305121503/https://books.google.it/books?id=j-JwgpjtJWAC&pg=PR12&lpg=PR12&dq=The+first+year+of+life:+a+psychoanalytic+study+of+normal+and+deviant+development+of+object+relations&source=bl&ots=QpAybw9zzb&sig=CC5uYmmREKH2d5mIGOmCW8bXP-Y&hl=it&sa=X&ved=0CC8Q6AEwAmoVChMIqMTk2PTdyAIVCSZyCh2JuwgH#v=onepage&q=The%20first%20year%20of%20life%3A%20a%20psychoanalytic%20study%20of%20normal%20and%20deviant%20development%20of%20object%20relations&f=false|urlmorto=no}}</ref>
=== Fattori ambientali e sociali ===
Un ruolo importante sulla sfera psichica dell'individuo sembra essere svolto da fattori ambientali e sociali anche se non vi sono prove che l'ambiente degradato possa essere un fattore di rischio, così come uno status socio-economico elevato e l'abitare in un quartiere di buon livello possa considerarsi un fattore protettivo.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome = Kim | nome = D. | titolo = Blues from the neighborhood? Neighborhood characteristics and depression | rivista = Epidemiologic reviews | volume=30 | anno=2008 |pp=101-17| doi=10.1093/epirev/mxn009|pmid=18753674|lingua=en}}</ref>. Si è dimostrato che l'[[Abuso minorile|abuso]] e l'[[abbandono (psicologia)|abbandono]] durante l'[[infanzia]] sono fattori di forte rischio per lo sviluppo di disturbi dell'umore perché lo stress ripetuto influenza l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene: problemi nel contesto familiare, come reiterati conflitti familiari, genitori sofferenti di depressione, grave conflitto coniugale o [[divorzio]], un lutto sono fattori di rischio aggiuntivi.<ref name=Raph00>{{cita libro |titolo=Unmet Need in Psychiatry:Problems, Resources, Responses |url=https://archive.org/details/unmetneedinpsych0000unse |editore=Andrews G, Henderson S ''(eds)''|anno=2000 |rivista=Cambridge University Press |pp=138-39|capitolo= Unmet Need for Prevention|autore=Raphael B|isbn=0-521-66229-X}}</ref> Anche problemi generali di vita particolarmente duri come [[povertà]]<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Weich S, Lewis G |anno=1998|titolo=Poverty, unemployment, and common mental disorders: Population based cohort study |rivista=[[British Medical Journal|BMJ]]|volume=317 |numero=7151|pp=115-19|pmid=9657786|lingua=en}}</ref>, [[disoccupazione]], isolamento sociale e discriminazioni dell'orientamento sessuale<ref>{{Cita web|url=https://psychcentral.com/lib/higher-risk-of-mental-health-problems-for-homosexuals/|titolo=Higher Risk of Mental Health Problems for Homosexuals|autore=Jane Collingwood|citazione="Our study confirms earlier work carried out in the UK, USA and Holland which suggests that non-heterosexual people are at higher risk of mental disorder, suicidal ideation, substance misuse and self-harm than heterosexual people." […] The study is published in the British Journal of Psychiatry. Dr. Chakraborty and his team write, "Discrimination on the grounds of sexual orientation predicted certain neurotic disorder outcomes, even after adjustment for potentially confounding variables."|accesso=1º maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190406202752/https://psychcentral.com/lib/higher-risk-of-mental-health-problems-for-homosexuals/|urlmorto=no}}</ref> sono noti per essere associati a un aumento del rischio per problemi di [[salute mentale]], tra cui la depressione. Come anche fattori sociali quali il [[mobbing]] lavorativo e il [[bullismo]] a scuola.
Nell'[[età adulta]], eventi particolarmente stressanti sono spesso associati a episodi depressivi maggiori.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Kessler, RC |anno=1997 |titolo=The effects of stressful life events on depression |rivista=Annual revue of Psychology |volume=48|pp=191-214|pmid=9046559 |doi=10.1146/annurev.psych.48.1.191|lingua=en}}</ref> In questo contesto, eventi connessi al rifiuto sociale e al [[mobbing]], sembrano essere particolarmente legati alla depressione.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Kendler, K.S.|etal=si|anno=2003 |titolo=Life event dimensions of loss, humiliation, entrapment, and danger in the prediction of onsets of major depression and generalized anxiety |rivista=Archives of General Psychiatry |volume=60|pp=789-796|pmid=12912762 |doi=10.1001/archpsyc.60.8.789|lingua=en}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Slavich|nome= G.M.|etal=si|anno=2009 |titolo=Targeted rejection predicts hastened onset of major depression |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-social-and-clinical-psychology_2009-02_28_2/page/223|rivista=Journal of Social and Clinical Psychology |volume=28|pp=223-243|doi=10.1521/jscp.2009.28.2.223|lingua=en}}</ref> Condizioni spiacevoli sul posto di lavoro, lavori particolarmente impegnativi con poco spazio per il processo decisionale, sono associati con la depressione, anche se i molti fattori esistenti rendono difficile la conferma del nesso causale.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Bonde JP |anno=2008|titolo=Psychosocial factors at work and risk of depression: A systematic review of the epidemiological evidence|rivista=Journal of Occupational and Environmental Medicine |volume=65|numero=7|pp=438-45|pmid=18417557|doi=10.1136/oem.2007.038430|lingua=en }}</ref> La depressione può essere infatti l'esito finale di un processo di [[esaurimento nervoso]] e fisico ([[neurastenia]]) se collegato a intenso e prolungato [[Stress (medicina)|stress]] lavorativo ([[sindrome da burnout]]). Tuttavia, nonostante gli eventi [[stress]]anti siano fattori importanti per la depressione, essi non sono gli unici, infatti è necessario tener conto che soltanto alcuni individui reagiscono sviluppando depressione, a differenza di altri, se sottoposti agli stessi eventi stressanti. Fattori di rischio aggiuntivi sembrano essere anche i cattivi stili di vita tra cui [[obesità]] e [[sedentarietà]]<ref>{{cita web|url=http://www.italiasalute.it/3752/Obesit%C3%A0-e-depressione-relazione-pericolosa.html|titolo=Obesità e depressione|accesso=25 ottobre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304125046/http://www.italiasalute.it/3752/Obesit%C3%A0-e-depressione-relazione-pericolosa.html|urlmorto=no}}</ref>. La depressione è tipica in pazienti che hanno sperimentato [[privazione del sonno]], poiché un cattivo riposo notturno si associa a bassi livelli di serotonina. Altri modelli interpretativi individuano come cause elementi di ordine sociale, culturale e ambientale quali perdita di [[valore (scienze sociali)|valori]] fondamentali, trasformazione di modelli culturali, tendenza eccessiva all'[[individualismo]] e alla [[competizione]] a scapito delle componenti affettive, relazionali e ludiche.
In virtù di quanto detto il modello eziologico più evoluto tende ora a considerare il disturbo depressivo come causato da più fattori (''multifattorialità''): genetici, biologici, ambientali e psicologici. In sostanza fattori ambientali e psicologici si innestano spesso su un substrato genetico-biologico che predispone la persona alla malattia dove i fattori ambientali e psicologici fungono da fattori scatenanti nel tempo e/o come [[Retroazione|feedback]] amplificatori.
== Diagnosi ==
=== Valutazione clinica ===
Una diagnosi può essere effettuata da uno [[psicologo]]<ref>{{cita web|url=https://www.psy.it/allegati/parere_diagnosi.pdf|titolo=Parere sulla diagnosi psicologica e psicopatologica|accesso=3 maggio 2022}}</ref>, un [[medico di medicina generale]] adeguatamente formato o da uno psichiatra,<ref name="NIMHPub" /> valutando le condizioni attuali, la storia clinica, i sintomi e la storia familiare. L'obiettivo generale è quello di avere un'[[anamnesi (medicina)|anamnesi]] accurata dei fattori biologici, psicologici e sociali rilevanti che possono influire sull'umore dell'individuo. Il valutatore dovrà accertare le modalità della persona per regolare il suo umore, come il ricorrere ad [[Alcolismo|alcool]] e/o [[droghe]]. La valutazione comprende anche un esame dello stato mentale, che rifletta lo stato d'animo attuale della persona e del suo contenuto di pensiero, in particolare la presenza di temi di disperazione o pessimismo, di [[autolesionismo]] o ideazioni [[suicidio|suicidarie]] e l'assenza di pensieri positivi o piani per il futuro.<ref name=autogenerato1>{{Cita libro|titolo=Depression|editore=National Institute of Mental Health (NIMH)|url=https://www.nimh.nih.gov/health/publications/depression/nimhdepression.pdf|accesso=7 settembre 2008|formato=PDF|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110727123744/http://www.nimh.nih.gov/health/publications/depression/nimhdepression.pdf}}</ref>
I medici di medicina generale e altri medici non psichiatri
[[File:Functional magnetic resonance imaging.jpg|thumb|Un'immagine dell'[[encefalo]] ottenuta tramite [[risonanza magnetica funzionale]]. Diversi studi cercano di utilizzare questa tecnica come test per la diagnosi di disturbo depressivo]]
Prima di formulare una diagnosi di disturbo depressivo maggiore, bisognerà escludere le altre cause dei sintomi con esami di laboratorio: questi comprendono [[esami del sangue]] per la di misura dei valori di [[Ormone tireostimolante|TSH]] e [[tiroxina]] per escludere l'[[ipotiroidismo]] e l'[[ipertiroidismo]], livelli di [[elettroliti]] e di [[calcio (elemento chimico)|calcio]] sierico per escludere un disturbo del [[metabolismo]], livelli di [[cortisolo]] plasmatico per escludere la [[malattia di Cushing]] e [[malattia di Addison]] unite a controlli specifici aggiuntivi, un [[emocromo|esame emocromocitometrico]] completo, compreso di [[Velocità di eritrosedimentazione|VES]] per escludere la presenza di una [[infezione]] sistemica o di una malattia cronica. Le reazioni avverse ai [[farmaci]] o gli effetti dell'[[alcolismo|abuso di alcol]], devono essere escluse. I livelli di [[testosterone]] possono essere valutati per diagnosticare l'[[ipogonadismo]], una causa della depressione negli uomini.
Deficit cognitivi appaiono nelle persone anziane depresse, ma possono anche essere indicativi di un'insorgenza di una [[demenza]], come la [[malattia di Alzheimer]].<ref name="pmid17047326">{{Cita pubblicazione |autore=Reid LM, Maclullich AM |titolo=Subjective memory complaints and cognitive impairment in older people |rivista=Dementia and geriatric cognitive disorders |volume=22 |numero=5–6 |pp=471-85 |anno=2006 |pmid=17047326 |doi=10.1159/000096295|lingua=en}}</ref> Test cognitivi e di ''[[imaging biomedico|imaging]]'' del cervello possono aiutare a distinguere la depressione dalla demenza.<ref name="pmid18004006">{{Cita pubblicazione |autore=Wright SL, Persad C |titolo=Distinguishing between depression and dementia in older persons: Neuropsychological and neuropathological correlates |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-geriatric-psychiatry-and-neurology_2007-12_20_4/page/189 |rivista=Journal of geriatric psychiatry and neurology |volume=20 |numero=4 |pp=189-98 |anno=2007 |pmid=18004006 |doi=10.1177/0891988707308801|lingua=en}}</ref> La [[tomografia computerizzata]] può escludere la patologia cerebrale nei soggetti con psicosi.<ref name=Sadock/> Non vi sono prove biologiche che confermano la depressione maggiore.<ref name=Sadock/> In generale, le indagini non si ripetono per un episodio successivo a meno che non vi si una indicazione medica.
Biomarcatori per la depressione sono stati individuati al fine di tentare di fornire un metodo oggettivo per la diagnosi. Vi sono diversi potenziali biomarcatori, tra cui il ''Brain-Derived Neurotrophic Factor'' e varie tecniche di [[risonanza magnetica funzionale]] (fMRI). Uno studio ha messo a punto un modello di [[albero decisionale]] da seguire con una serie di acquisizioni fMRI durante varie attività. Nei soggetti, gli autori di questo studio, sono stati in grado di ottenere una [[sensibilità (medicina)|sensibilità]] dell'80%. Tuttavia, vi è la necessità di molti ulteriori studi, prima che questi test possano essere utilizzati nella pratica clinica.<ref name="pmid21135315">{{Cita pubblicazione |autore=Hahn T |etal=si |titolo=Integrating Neurobiological Markers of Depression |rivista=Arch. Gen. Psychiatry |volume= 68|numero= 4|pp=361-368|anno=2010 |mese=dicembre|pmid=21135315|doi=10.1001/archgenpsychiatry.2010.178|lingua=en}}</ref>
=== Criteri DSM-5 e ICD-10 ===
I criteri più utilizzati per la diagnosi della condizione di depressione si trovano nella quinta edizione riveduta del [[Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali]] (DSM-5) edito dall{{'}}''[[American Psychiatric Association]]'' e nella [[Classificazione ICD]] dell'[[Organizzazione mondiale della sanità]], che utilizza il nome di episodio depressivo per un singolo episodio e disturbi depressivi ricorrenti per episodi ripetuti. Quest'ultimo sistema è in genere utilizzato nei Paesi europei, mentre il primo è più popolare negli Stati Uniti e in altre nazioni non europee.<ref name=Sadock>{{cita |Sadock|2002|Sadock}}.</ref>
Sia il DSM-IV-TR sia l'ICD-10, descrivono i principali sintomi depressivi. L'ICD-10 definisce tre sintomi depressivi tipici: l'umore depresso, l'[[anedonia]] e perdita di interessi, due dei quali dovrebbero essere presenti per formulare una diagnosi di disturbo depressivo.<ref name=APA2013/> Secondo il DSM-IV-TR, vi sono due principali sintomi depressivi: l'umore depresso e l'anedonia. Almeno uno di questi deve essere presente per fare una diagnosi di episodio depressivo maggiore.
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Un episodio depressivo maggiore è caratterizzato dalla presenza di uno stato d'animo gravemente depresso che persiste per almeno due settimane. Gli episodi possono essere isolati o ricorrenti e sono classificati come lievi (pochi sintomi al di sopra di criteri minimi), moderati o gravi (forte impatto sulla vita sociale e lavorativa). Un episodio con caratteristiche psicotiche - comunemente indicato come depressione psicotica - viene automaticamente classificato come grave. Se il paziente ha avuto un episodio maniacale o di umore marcatamente elevato, potrebbe invece essere formulata una diagnosi di [[disturbo bipolare]].<ref name=APA2013/> La depressione senza episodi maniacali è a volte indicata come unipolare, perché il paziente rimane in un unico stato emotivo o "polo".<ref>{{cita web|url=http://www.apc.it/wp-content/uploads/2009/08/I-disturbi-depressivi.pdf|titolo=I disturbi depressivi diagnosi e trattamenti efficaci|accesso=31 agosto 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140305025733/http://www.apc.it/wp-content/uploads/2009/08/I-disturbi-depressivi.pdf|urlmorto=no}}</ref>
DSM-IV-TR esclude i casi in cui i sintomi siano il risultato di un lutto, anche se è possibile che tale evento possa evolversi in un episodio depressivo.<ref name="Wakefield07">{{Cita pubblicazione |autore=Wakefield JC|etal=si|titolo=Extending the bereavement exclusion for major depression to other losses: Evidence from the National Comorbidity Survey |rivista=Archives of General Psychiatry |volume=64 |numero=4 |pp=433-40|anno=2007 |pmid=17404120|lingua=en}}</ref> I criteri sono stati, tuttavia, criticati poiché non tengono conto di eventuali altri aspetti del contesto personale e sociale in cui la depressione si può verificare.<ref name="Kendler98">{{Cita pubblicazione |autore=Kendler KS|titolo=Boundaries of major depression: An evaluation of DSM-IV criteria |url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychiatry_1998-02_155_2/page/172|rivista=American Journal of Psychiatry |volume=155 |numero=2 |pp=172-77|pmid=9464194 |mese=febbraio|anno= 1998|lingua=en}}</ref> Inoltre, alcuni studi hanno criticato i criteri del DSM-IV che escludono una serie di diagnosi correlate, ivi incluse la [[distimia]], che comporta un disturbo dell'umore cronico ma più mite,<ref name=Sadock/> la depressione ricorrente breve, composta da brevi episodi depressivi,<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Carta M.G.|etal=si |anno=2003|titolo=Is recurrent brief depression an expression of mood spectrum disorders in young people? |rivista=European Archives of Psychiatry and Clinical Neuroscience |volume=253 |numero=3 |pp=149-53|doi=10.1007/s00406-003-0418-5 |pmid=12904979|lingua=en}}</ref> il disturbo depressivo minore, per cui solo alcuni dei sintomi della depressione maggiore sono presenti, e il disturbo dell'adattamento con umore depresso, che denota l'umore basso risultante da una reazione psicologica a un evento [[stress (medicina)|stressante]] o identificabile.
==== Sottotipi ====
Il DSM-IV-TR riconosce cinque ulteriori sottotipi di disturbo depressivo maggiore, chiamati ''specifiers'', essi prendono atto della gravità, della lunghezza e della presenza di manifestazioni psicotiche:
* La ''depressione [[melanconia|melanconica]]'' è caratterizzata da una perdita di piacere in tutte o quasi tutte le attività, una mancata reattività agli stimoli piacevoli, un umore depresso più pronunciato di quello del dolore o perdita, un peggioramento dei sintomi nelle ore del mattino, di prima mattina di veglia, ritardo psicomotorio, perdita di peso eccessivo (da non confondere con [[anoressia nervosa]]), o di colpa eccessiva.
* La ''depressione atipica'' è caratterizzata da reattività dell'umore ([[anedonia]] paradossale) e positività, significativo aumento di peso o aumento dell'appetito, sonno eccessivo o sonnolenza ([[ipersonnia]]), una sensazione di pesantezza agli arti conosciuta come "paralisi di piombo" e significativa riduzione di valore sociale, come conseguenza di ipersensibilità al rifiuto interpersonale percepito.
* La ''depressione [[catatonia|catatonica]]'' è una forma rara e grave di depressione maggiore che coinvolge disturbi del comportamento motorio e altri sintomi. L'individuo appare muto e quasi [[Sopore (medicina)|soporoso]], rimane immobile o mostra movimenti senza uno scopo o addirittura bizzarri. Sintomi catatonici si verificano anche nella [[schizofrenia]] o durante gli episodi maniacali o possono essere causati da [[sindrome neurolettica maligna]].
* ''Disturbi della [[depressione post-partum]]'' o associati con il [[puerperio]], non classificati altrove. Ci si riferisce alla intensa depressione prolungata e talvolta invalidante, vissuta dalle donne dopo il parto. La depressione post-partum ha un tasso di [[incidenza (epidemiologia)|incidenza]] del 10-15% tra le neo mamme. Il DSM-IV stabilisce che, al fine di qualificarla come depressione post-partum, l'esordio deve verificarsi entro un mese dal parto. È stato determinato che la depressione post-partum possa durare fino a tre mesi.
* ''Disturbo affettivo stagionale'' (SAD) è una forma di depressione in cui gli episodi depressivi si acutizzano in autunno o in inverno per poi risolversi in primavera. La diagnosi viene fatta se almeno due episodi si sono verificati nei mesi freddi, con nessuno in altri momenti, per un periodo di due o più anni.
Secondo il più recente [[Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali#Cambiamenti proposti nel DSM-5|DSM 5]], pubblicato nel maggio del 2013, alcune "categorie" classificative della depressione sono state modificate, tra queste è stata inserita la categoria diagnostica di disregolazione del temperamento con [[disforia]] ''(temper dysregulation with dysphoria, TDD)'', all'interno della sezione dei Disturbi dell'umore.
Diverse sono, anche in questa ultima edizione, le prese di posizione contro il manuale poiché è ritenuto inadatto a inquadrare la "complessità" della psiche umana e le sue manifestazioni patologiche nelle molteplici presentazioni cliniche manifeste agli occhi del medico. In particolare rispetto al disturbo depressivo è stata criticata la possibilità, nuova, di inquadrare la categoria ''lutto a rischio'' già dopo due settimane,<ref name="community.iwatson.com">{{Cita web | autore = | titolo = DSM V: Rischia di confondere il lutto con la depressione - Pubblicazioni Scientifiche | url = http://community.iwatson.com/pubblicazioni-scientifiche/dsm-v-rischio-di-confusione-tra-lutto-e-depressione | accesso = 5 aprile 2014 | urlmorto = sì | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407085917/http://community.iwatson.com/pubblicazioni-scientifiche/dsm-v-rischio-di-confusione-tra-lutto-e-depressione }}</ref> mentre precedentemente la diagnosi veniva posta non prima che fossero trascorsi due mesi dall'evento luttuoso. La eccessiva medicalizzazione di un evento luttuoso, che viene di solito elaborato nel giro di qualche mese, è data da un approccio "aggressivo" verso un riconoscimento precoce del disturbo.<ref name="www.lescienze.it">{{Cita web|autore=|titolo=Esiste il rischio di medicalizzare il lutto|url=http://www.lescienze.it/news/2013/11/13/news/lutto_depressione_criteri_clinici_dsm_5_ansiolitici-1877979/|editore=Le Scienze S.p.A.|accesso=5 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407080441/http://www.lescienze.it/news/2013/11/13/news/lutto_depressione_criteri_clinici_dsm_5_ansiolitici-1877979/|urlmorto=no}}</ref>
Recentemente in [[Gran Bretagna]] è stato evidenziato che nell'anno seguente al lutto un anziano su cinque riceve una prescrizione di psicofarmaci: tale fatto indica, specialmente da parte dei medici di famiglia, la sovrastima della sintomatologia e l'eccesso di diagnosi di depressione<ref name="Shah-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Shah | nome = SM. |etal=si| titolo = Initiation of psychotropic medication after partner bereavement: a matched cohort study. | rivista = PLoS One | volume = 8 | numero = 11 | pp = e77734 | anno = 2013 | doi = 10.1371/journal.pone.0077734 | pmid = 24223722|lingua=en }}</ref>, per contro va posta molta attenzione alla diagnosi iniziale, per non incorrere in problematiche legate al rischio di suicidio talvolta connesso al disturbo.<ref name="www.lescienze.it"/>
=== Diagnosi differenziale ===
Per identificare un disturbo depressivo maggiore, come diagnosi più probabile, devono essere considerate altre possibili [[patologia|patologie]], tra cui la [[distimia]], il disturbo dell'adattamento con umore depresso o il [[disturbo bipolare]]. La distimia è una malattia cronica, in cui vi sono disturbi dell'umore più miti, ma che si presentano quasi ogni giorno in un arco di almeno due anni. I sintomi non sono così gravi come quelli della depressione maggiore, anche se le persone con distimia sono vulnerabili a episodi secondari di depressione maggiore (ciò a volte viene indicato come depressione doppia).<ref name=Sadock/> Il disturbo dell'adattamento con umore depresso, è un disturbo dell'umore che appare come una risposta psicologica a un evento stressante o identificabile, in cui i sintomi emotivi o comportamentali risultanti sono significativi, ma che non soddisfano i criteri per la definizione di un episodio depressivo maggiore. Il disturbo bipolare, conosciuto anche come malattia maniaco-depressiva, è una condizione in cui le fasi depressive si alternano a periodi di mania o ipomania.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Akiskal HS, Benazzi F |anno=2006 |titolo=The DSM-IV and ICD-10 categories of recurrent [major] depressive and bipolar II disorders: Evidence that they lie on a dimensional spectrum |rivista=Journal of Affective Disorders |volume=92 |numero=1 |pp=45-54 |pmid=16488021 |doi=10.1016/j.jad.2005.12.035|lingua=en}}</ref>
Altre malattie devono essere escluse prima di diagnosi di disturbo depressivo maggiore. Esse comprendono depressioni dovute a malattia fisica, l'assunzione di particolari [[farmaci]] e l'abuso di sostanze. La depressione a causa di malattia fisica viene diagnosticata come un disturbo dell'umore dovuto a una condizione medica. Questa condizione viene determinata sulla base della storia, dei test di laboratorio o da una [[visita medica]]. Quando la depressione è causata dall'abuso di una sostanza, da un farmaco, o dall'esposizione a una [[tossina]], viene diagnosticata disturbo dell'umore indotto da sostanze.
Trattandosi di una malattia anche molto complessa con molte sfaccettature, che può avere origine da una o più cause possibili a volte combinate tra loro (biologiche-psicologiche-organiche) (multifattorialità) spesso può essere utile un test completo (check up completo) a livello fisico per escludere varie patologie organiche ([[ipersonnia idiopatica]])<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Esra|cognome=Aydinli|nome2=Zeynep Zeren|cognome2=Ucar|data=20 aprile 2023|titolo=Evaluation of the depression with Beck's Depression Inventory and psychological symptoms with Symptom Checklist-90- Revised in patients idiopathic hypersomnia|rivista=ERJ Open Research|volume=9|numero=suppl 11|lingua=en|accesso=18 ottobre 2023|doi=10.1183/23120541.sleepandbreathing-2023.21|url=https://openres.ersjournals.com/content/9/suppl_11/21}}</ref> che possono esserne causa e indirizzare così il paziente verso la migliore terapia psichiatrica-psicologica per il particolare tipo di disturbo.
== Trattamento ==
I tre più comuni trattamenti per la depressione sono la [[psicoterapia]], la somministrazione di [[farmaci]] e la [[terapia elettroconvulsivante]]. Negli ultimi anni, nuove tecniche di stimolazione cerebrale (come la stimolazione cerebrale profonda, o la stimolazione magnetica transcranica) sono state sperimentate con vari gradi di successo e, in alcuni casi, entrate nella pratica clinica.<ref>{{Cita web|url=https://www.nimh.nih.gov/health/topics/brain-stimulation-therapies/brain-stimulation-therapies.shtml|titolo=NIMH » Brain Stimulation Therapies|lingua=en|accesso=26 aprile 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190514044545/https://www.nimh.nih.gov/health/topics/brain-stimulation-therapies/brain-stimulation-therapies.shtml|urlmorto=no}}</ref>
Le opzioni terapeutiche sono molto più limitate nei [[paesi in via di sviluppo]], dove l'accesso ai trattamenti è spesso difficile
=== Trattamento farmacologico ===
{{vedi anche|Farmaci antidepressivi}}
[[File:Depressione Mediatori Chimici.jpg|thumb|upright=1.6|I tre principali mediatori chimici coinvolti nella depressione e come essi interagiscono nella patogenesi depressiva]]
I [[farmaci antidepressivi]] sono una eterogenea classe di composti psicoattivi che andando a modificare la quantità di neurotrasmettitori nel cervello o interagendo con precisi target neurotrasmettitoriali (come i recettori sinaptici) inducono degli adattamenti della funzionalità cerebrale che generano gli effetti antidepressivi. La loro efficacia è trascurabile nei soggetti che presentano depressione lieve o moderata ma significativa nei pazienti con malattia più severa o cronica.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Fournier|nome= J.C.|etal=si |titolo=Antidepressant drug effects and depression severity: a patient-level meta-analysis |rivista=JAMA |volume=303 |numero=1 |pp=47-53|anno=2010 |mese=gennaio|pmid=20051569 |doi=10.1001/jama.2009.1943|lingua=en }}</ref>
Il numero di farmaci antidepressivi attualmente in commercio o in sperimentazione, è elevato: ciò riflette la notevole soggettività nella risposta terapeutica e tollerabilità ai vari farmaci, fatto testimoniato anche dalla non infrequente necessità di provare o combinare diversi farmaci prima di ottenere una risposta soddisfacente. A tale proposito una recente [[metanalisi]] mostra come le risposte individuali ai farmaci antidepressivi siano debolmente correlate alle variazioni genetiche degli individui che li assumono (come accade peraltro anche con altri farmaci).<ref name="Uher-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Uher | nome = R. |etal=si| titolo = Common genetic variation and antidepressant efficacy in major depressive disorder: a meta-analysis of three genome-wide pharmacogenetic studies. | url = https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychiatry_2013-02_170_2/page/207 | rivista = Am J Psychiatry | volume = 170 | numero = 2 | pp = 207-17 | mese=febbraio| anno = 2013 | doi = 10.1176/appi.ajp.2012.12020237 | pmid = 23377640 |lingua=en}}</ref>
La questione dell'efficacia degli antidepressivi nel trattamento della depressione maggiore è ancora aperta e ha generato, nel corso degli anni, numerosi dibattiti a livello scientifico e mediatico. Nel corso degli studi, è spesso apparso infatti che il miglioramento dell'umore del paziente indotto dal farmaco fosse difficilmente distinguibile da quello indotto da un composto inattivo usato a titolo di confronto (placebo), ciò risulta particolarmente vero nel caso di malattia non grave e nei soggetti giovani.
A titolo di esempio, in una revisione di studi è riportato che fluoxetina (un SSRI) e venlafaxina (un SNRI) determinano una diminuzione media del punteggio della scala Hamilton (un test utilizzato per determinare i sintomi depressivi) di 11,8 punti mentre il placebo determina una riduzione media di 9,6 punti.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Matt Strauss, The|cognome=Conversation|url=https://www.sciencealert.com/for-some-people-natural-depression-therapies-are-better-than-drugs|titolo=Here Are 4 'Natural' Depression Therapies That Can Actually Work, According to a Psychiatrist|pubblicazione=ScienceAlert|accesso=18 novembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181118035742/https://www.sciencealert.com/for-some-people-natural-depression-therapies-are-better-than-drugs|urlmorto=no}}</ref>
Nei bambini e negli adolescenti un'indagine della ''[[Cochrane Collaboration|Cochrane]]'' del 2012 non mostra superiorità della "efficacia relativa" della psicoterapia sulla terapia farmacologica o di una combinazione delle due.<ref name="Cox-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Cox | nome = GR. |etal=si| titolo = Psychological therapies versus antidepressant medication, alone and in combination for depression in children and adolescents. | rivista = Cochrane Database Syst Rev | volume = 11| anno = 2012 | doi = 10.1002/14651858.CD008324.pub2 | pmid = 23152255|lingua=en }}</ref> È stata perciò posta la questione dell'utilità di introdurre un trattamento farmacologico, che comporta effetti collaterali, in questa classe di soggetti.
Nella popolazione anziana i benefici nella terapia non sono chiari e non si possono fare raccomandazioni nel suggerire questo tipo di trattamenti, tali dati sono confermati una metanalisi del 2012 condotta dal Dipartimento di Psichiatria dell'[[Università di Oxford]] nel Regno Unito su sette studi che hanno incluso un totale di 803 soggetti.<ref name="Wilkinson-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Wilkinson | nome = P. |coautori= Z. Izmeth | titolo = Continuation and maintenance treatments for depression in older people. | rivista = Cochrane Database Syst Rev | volume = 11 | anno = 2012 | doi = 10.1002/14651858.CD006727.pub2 | pmid = 23152240|lingua=en }}</ref>
In alcuni casi perciò, il farmaco potrebbe non avere un effetto terapeutico sostanziale e la scelta di sottoporre un paziente a un trattamento deve essere accuratamente valutata. La maggior parte di queste conclusioni però sono state tratte studiando i farmaci antidepressivi attualmente più diffusi, come gli [[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]], oppure includendo pazienti con forme di depressione differenti e che perciò potrebbero avere una risposta eterogenea a una stessa classe di farmaci; altri farmaci su cui dovranno essere condotti studi più approfonditi potrebbero perciò colmare questa lacuna di efficacia.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Janus Christian|cognome=Jakobsen|data=8 febbraio 2017|titolo=Selective serotonin reuptake inhibitors versus placebo in patients with major depressive disorder. A systematic review with meta-analysis and Trial Sequential Analysis|rivista=BMC Psychiatry|volume=17|p=58|accesso=26 aprile 2018|doi=10.1186/s12888-016-1173-2|url=https://doi.org/10.1186/s12888-016-1173-2|nome2=Kiran Kumar|cognome2=Katakam|nome3=Anne|cognome3=Schou}}</ref>
Ottenere informazioni definitive sull'efficacia terapeutica di un trattamento e definire criteri condivisi di scelta del miglior farmaco rappresentano perciò motivo di continuo confronto in ambito scientifico. Ricercatori del Dipartimento di Psichiatria del ''[[Massachusetts General Hospital]], [[Harvard]] Medical School'' di [[Boston]] USA suggeriscono che:
{{Citazione|... l'efficacia relativa del farmaco attivo rispetto al placebo negli studi clinici per MDD è estremamente eterogenea, mostrando diversi tassi di risposta positiva al placebo, con una performance peggiore nel mostrare una superiorità del farmaco rispetto al placebo per gli studi con tassi di risposta al placebo ≥ 30% e ≥ 40%, rispettivamente, per studi in monoterapia e aggiuntiva. È importante mantenere i tassi di risposta al placebo al di sotto di questa soglia critica, dal momento che questo è uno degli ostacoli più difficili per lo sviluppo di nuovi trattamenti in MDD.|J Clin Psychiatry 2012<ref name="Iovieno-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Iovieno | nome = N. |coautori= GI. Papakostas | titolo = Correlation between different levels of placebo response rate and clinical trial outcome in major depressive disorder: a meta-analysis. | url = https://archive.org/details/sim_journal-of-clinical-psychiatry_2012-10_73_10/page/n20 | rivista = J Clin Psychiatry | volume = 73 | numero = 10 | pp = 1300-6 | mese=ottobre| anno = 2012 | doi = 10.4088/JCP.11r07485 | pmid = 23140647|lingua=en }}</ref>}}
Altri riscontri a questa tesi vengono riportati in uno studio sulla [[paroxetina]] e sulla [[imipramina]].
Nei casi di depressione maggiore cronica la terapia farmacologica ha un lieve trend positivo rispetto alla psicoterapia; tuttavia nelle terapie a breve termine, in individui con forme meno gravi, si è rilevato che il trattamento farmacologico viene abbandonato a favore delle terapie psicologiche, probabilmente a causa degli [[Effetto collaterale (medicina)|effetti collaterali]] dei farmaci.<ref name=Cuijpers2010>{{Cita pubblicazione |autore=Cuijpers P|etal=si|titolo=Psychotherapy for chronic major depression and dysthymia: a meta-analysis. |url=https://archive.org/details/sim_clinical-psychology-review_2010-02_30_1/page/51|rivista=Clinical Psychology Review |volume=30 |numero=1 |pp=51-62|anno=2010 |pmid=19766369 |doi=10.1016/j.cpr.2009.09.003|lingua=en}}</ref>
Una risposta positiva, con un miglioramento almeno parziale della sintomatologia, alla prima somministrazione di antidepressivi varia dal 50 al 75%: il trattamento viene di solito raccomandato per almeno 16-20 settimane dopo la remissione, al fine di ridurre il rischio di recidive, e talvolta può essere consigliato anche per un anno.<ref name="pmid17146414">{{Cita pubblicazione|rivista=CNS spectrums|titolo=Preventing relapse and recurrence of depression: a brief review of therapeutic options|anno=2006|autore=Thase, M|pmid=17146414|volume=11|numero=12 Suppl 15|pp=12-21|lingua=en}}</ref> In caso di depressione cronica può essere necessario prescrivere farmaci a tempo indeterminato al fine di evitare ricadute.
I termini "depressione refrattaria" e "depressione resistente al trattamento" vengono utilizzati per descrivere i casi che non rispondono ad adeguati cicli con associazione di almeno due antidepressivi: solo circa il 35% dei pazienti non rispondono bene al trattamento medico.
==== Antidepressivi di
* Gli [[antidepressivi triciclici]] sono stati i primi a essere usati, a partire dagli anni cinquanta e hanno mostrato chiaramente la loro efficacia: essi vanno a influire sui livelli di serotonina e noradrenalina e hanno un'attività anti-colinergica.
* Gli [[inibitore della monoamino ossidasi|inibitori della monoamino ossidasi]], l'altra categoria di antidepressivi, i cosiddetti "anti-MAO" (o I-MAO), agiscono come [[inibitori della monoaminossidasi]], enzima che metabolizza serotonina e [[catecolamine]]. Gli I-MAO comportano pertanto un aumento della concentrazione di questi neurotrasmettitori nel sistema nervoso centrale.<ref name="Goldberg-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Goldberg | nome = JF. |coautori= ME. Thase | titolo = Monoamine oxidase inhibitors revisited: what you should know. | url = https://archive.org/details/sim_journal-of-clinical-psychiatry_2013-02_74_2/page/189 | rivista = J Clin Psychiatry | volume = 74 | numero = 2 | pp = 189-91 | mese=febbraio| anno = 2013 | doi = 10.4088/JCP.12ac08299 | pmid = 23473352 |lingua=en}}</ref>
==== Antidepressivi di seconda generazione ====
{{vedi anche|Antidepressivo di seconda generazione}}
[[File:Serotonin (5-HT).svg|thumb|left|Struttura di una [[molecola]] di [[serotonina]]]]
Vanno sotto questa definizione tutte quelle molecole sviluppate successivamente agli antidepressivi di prima generazione. I più diffusi sono gli [[Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina|SSRI]] che in quanto tali vengono a volte considerati una classe a sé stante e non raccolti tra gli antidepressivi di seconda generazione.
All'interno di questa classe vengono raggruppati anche i cosiddetti antidepressivi atipici, così chiamati perché vanno a interagire con target e biologici su cui generalmente non agiscono gli altri farmaci e che possono perciò rappresentare una valida alternativa per quei pazienti che mostrano una risposta insufficiente o effetti collaterali intollerabili ai trattamenti di prima linea.
Gli [[inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina]] (SSRI) vengono prescritti frequentemente per la loro tollerabilità e sono meno tossici in caso di sovradosaggio. Nonostante ciò quasi il 50% di casi trattati deve passare ad altro farmaco a causa una risposta insoddisfacente.
In questi casi si può optare o per il passaggio o per l'associazione di un altro farmaco, generalmente un altro antidepressivo, come il [[bupropione]]<ref name="pmid16554525">{{Cita pubblicazione |autore=Rush AJ|etal=si|titolo=Bupropion-SR, sertraline, or venlafaxine-XR after failure of SSRIs for depression |rivista=New England Journal of Medicine |volume=354 |numero=12 |pp=1231-42|anno=2006 |pmid=16554525 |doi=10.1056/NEJMoa052963|lingua=en}}</ref> o [[venlafaxina]]<ref name="pmid17588546">{{Cita pubblicazione |autore=Papakostas GI|etal=si|titolo=Are antidepressant drugs that combine serotonergic and noradrenergic mechanisms of action more effective than the selective serotonin reuptake inhibitors in treating major depressive disorder? A meta-analysis of studies of newer agents |rivista=Biological Psychiatry |volume=62 |numero=11 |pp=1217-27|anno=2007 |pmid=17588546 |doi=10.1016/j.biopsych.2007.03.027|lingua=en}}</ref> (quest'ultima nel [[Regno Unito]] non è raccomandata come trattamento di prima scelta per via di alcuni effetti indesiderati ed è specificatamente sconsigliata nei bambini e negli adolescenti). Numerose sono le associazioni anche con altri farmaci, non necessariamente antidepressivi o altri psicofarmaci, sperimentate con successo.
[[File:Prozac.jpg|thumb|[[Fluoxetina]] (''Prozac''), un [[SSRI]]]]
Per la depressione adolescenziale, la [[fluoxetina]] e l'[[escitalopram]]<ref name="lexapropi">{{Cita web |url=http://www.frx.com/pi/lexapro_pi.pdf |titolo=Lexapro Prescribing Information for the U.S. |editore=Forest Laboratories |accesso=9 aprile 2009 |lingua=en |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141021022640/http://www.frx.com/pi/lexapro_pi.pdf |urlmorto=no }}</ref> sono i farmaci più usati: in effetti gli antidepressivi non si sono mai dimostrati indicati nei bambini<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Tsapakis E.M.|etal=si|titolo=Efficacy of antidepressants in juvenile depression: meta-analysis |rivista=Br J Psychiatry |volume=193 |numero=1 |pp=10-7|anno=2008 |pmid=18700212 |doi=10.1192/bjp.bp.106.031088|lingua=en}}</ref>, né nei pazienti con depressione complicata da demenza.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Nelson|nome=JC|coautori=Devanand, DP|titolo=A systematic review and meta-analysis of placebo-controlled antidepressant studies in people with depression and dementia|rivista=Journal of the American Geriatrics Society|data=2011 Apr|volume=59|numero=4|pp=577-85|pmid=21453380|doi=10.1111/j.1532-5415.2011.03355.x|lingua=en}}</ref>
Per i bambini e soggetti compresi tra i 18 e i 24 anni, in terapia con SSRI, sembra esserci un rischio maggiore di ideazione e comportamenti suicidari.<ref name=FDA>{{Cita web|url = http://www.fda.gov/OHRMS/DOCKETS/ac/04/briefing/2004-4065b1-10-TAB08-Hammads-Review.pdf|titolo = Review and evaluation of clinical data. Relationship between psychiatric drugs and pediatric suicidality|accesso = 29 maggio 2008|autore = Hammad TA|formato = PDF|editore = FDA|pp=42; 115|lingua = en|dataarchivio = 2 febbraio 2013|urlarchivio = https://www.webcitation.org/6E87alWkd?url=http://www.fda.gov/OHRMS/DOCKETS/ac/04/briefing/2004-4065b1-10-TAB08-Hammads-Review.pdf|urlmorto = no}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione |autore=Hetrick S.|etal=si|titolo=Selective serotonin reuptake inhibitors (SSRIs) for depressive disorders in children and adolescents |rivista=Cochrane Database Syst Rev |numero=3|anno=2007 |pmid=17636776 |doi=10.1002/14651858.CD004851.pub2|lingua=en }}</ref> Non è certo che ciò si presenti anche negli adulti.<ref name=FDA2>{{Cita web|url = http://www.fda.gov/ohrms/dockets/ac/06/briefing/2006-4272b1-01-FDA.pdf|titolo = Clinical review: relationship between antidepressant drugs and suicidality in adults|accesso = 22 settembre 2007|autore = Stone M.B.|formato = PDF|sito = Overview for December 13 Meeting of Psychopharmacologic Drugs Advisory Committee (PDAC)|editore = FDA|pp=11-74|lingua = en|dataarchivio = 2 febbraio 2013|urlarchivio = https://www.webcitation.org/6E87Z9MLQ?url=http://www.fda.gov/ohrms/dockets/ac/06/briefing/2006-4272b1-01-FDA.pdf|urlmorto = no}}</ref><ref name=FDA3>{{Cita web|url = http://www.fda.gov/ohrms/dockets/ac/06/briefing/2006-4272b1-01-FDA.pdf|titolo = Statistical Evaluation of Suicidality in Adults Treated with Antidepressants|accesso = 22 settembre 2007|autore = Levenson M, Holland C|mese = novembre|anno = 2006|formato = PDF|sito = Overview for December 13 Meeting of Psychopharmacologic Drugs Advisory Committee (PDAC)|editore = FDA|pp=75-140|lingua = en|dataarchivio = 2 febbraio 2013|urlarchivio = https://www.webcitation.org/6E87Z9MLQ?url=http://www.fda.gov/ohrms/dockets/ac/06/briefing/2006-4272b1-01-FDA.pdf|urlmorto = no}}</ref> Dal 2005 in paesi quali gli Stati Uniti o la Gran Bretagna, i rispettivi ministeri della salute hanno imposto ai produttori farmaceutici di esporre in grande evidenza ("''black box warning''") avvisi circa la possibilità di questi rischi. Avvisi cautelativi simili sono stati attuati anche dal ministero giapponese della sanità.
==== Potenziamento farmacologico ====
Molto importante a fini farmacologici è il [[sinergia|sinergismo]] di potenziamento: due farmaci agiscono su recettori diversi, ma l'effetto che si ottiene è superiore alla somma degli effetti dei due farmaci presi singolarmente. Questo fenomeno può portare alla riduzione della dose di somministrazione dei singoli preparati con spesso anche una riduzione degli effetti collaterali. In pazienti che necessitano delle associazioni fra composti diversi, il potenziamento farmacologico è un'arma in più a disposizione dello specialista. Di seguito verranno elencati farmaci spesso usati in combinazioni con gli antidepressivi:
* I [[neurolettici]] sono utilizzati come azione sedativa del sistema nervoso centrale controllando i pensieri opprimenti/ossessivi (tra cui [[angoscia]] e [[delirio|deliri]]) che si accompagnano al disturbo dell'umore, causandolo o alimentandolo.
* [[Stabilizzante dell'umore|Stabilizzatori dell'umore]] come [[litio]] e [[Acido valproico|sodio valproato]].
* Altri farmaci [[Antidepressivo|antidepressivi]].
[[File:Folic Acid SFM.png|thumb|Rappresentazione tridimensionale di una [[molecola]] di [[acido folico]]]]
* L'[[acido folico]] è noto, essere fondamentale per la sintesi dei principali [[neurotrasmettitori]]: [[noradrenalina]], [[serotonina]] e [[dopamina]], che sono carenti in corso di depressione. La carenza di acido folico è associata con le manifestazioni della depressione, specie quella caratterizzata da deficit cognitivi.<ref name="Ramos">{{en}}. Ramos MI, et al. Low folate status is associated with impaired cognitive function and dementia in the Sacramento Area Latino Study on Aging. Am J Clin Nutr.2005;82(6): 1346–1352. PMID 16332669</ref>. L'uso dell'acido folico secondo diversi autori può trovare un vantaggioso utilizzo nei casi di: ''sintomi iniziali'', in caso di ''remissione parziale'', in pazienti con ''sintomatologia residua'', o come ''terapia di potenziamento''<ref name="Fava">{{en}}.M. Fava, Augmenting Antidepressants With Folate: A Clinical Perspective. J Clin Psychiatry 2007;68[suppl 10]:4–7. PMID 17900202</ref>. insieme alle terapie farmacologiche a base di antidepressivi.
* La [[S-adenosil metionina|''S''-adenosil metionina]] o SAMe vanta una significativa letteratura scientifica nel campo degli adiuvanti nella terapia antidepressiva<ref name="Ravindran-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Ravindran | nome = A.V. |coautori= TL. da Silva | titolo = Complementary and alternative therapies as add-on to pharmacotherapy for mood and anxiety disorders: A systematic review. | rivista = J Affect Disord | mese=giugno| anno = 2013 | doi = 10.1016/j.jad.2013.05.042 | pmid = 23769610|lingua=en }}</ref><ref name="Popper-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Popper | nome = CW. | titolo = Mood disorders in youth: exercise, light therapy, and pharmacologic complementary and integrative approaches. | rivista = Child Adolesc Psychiatr Clin N Am | volume = 22 | numero = 3 | pp = 403-41 | mese=luglio| anno = 2013 | doi = 10.1016/j.chc.2013.05.001 | pmid = 23806312|lingua=en }}</ref><ref name="Carpenter-2011">{{Cita pubblicazione | cognome = Carpenter | nome = D.J. | titolo = St. John's wort and S-adenosyl methionine as natural alternatives to conventional antidepressants in the era of the suicidality boxed warning: what is the evidence for clinically relevant benefit? | rivista = Altern Med Rev | volume = 16 | numero = 1 | pp = 17-39 | mese=marzo| anno = 2011 | pmid = 21438644 |lingua=en}}</ref> In uno studio in soggetti malati di HIV/AIDS il SAMe ha mostrato rapidi e interessanti miglioramenti sulle scale di valutazione della depressione Hamilton Rating Scale for Depression (HAM-D) e il Beck Depression Inventory (BDI). In un altro studio effettuato nel 2002 all'Università La Sapienza di Roma, gli autori concludono sostenendo che: l'efficacia antidepressiva di 1600 mg di SAMe / die per via orale e 400 mg di SAMe / die per via intramuscolare è paragonabile a quella di 150 mg di [[imipramina]] / die per via orale, ma con una migliore tollerabilità.
* Anche gli integratori a base di olio di pesce ad alto contenuto di [[acido eicosapentaenoico]] e di [[acido docosaesaenoico]] erano stati utilizzati, ma una [[meta-analisi]] ha concluso che gli effetti positivi possono essere dovuti a [[bias di pubblicazione]].<ref name="pmid21931319">{{Cita pubblicazione |autore=Bloch M.H|titolo=Omega-3 fatty acids for the treatment of depression: systematic review and meta-analysis |rivista=Mol Psychiatry |volume= 17|numero= 12|pp=1272-82|anno=2011 |mese=settembre|pmid=21931319|doi=10.1038/mp.2011.100 |lingua=en}}</ref>
* Studi sugli stimolanti come la [[caffeina]] hanno dato risultati non univoci e soggettivi; in realtà non vi sono studi controllati e randomizzati su questa sostanza. Il legame fra caffeina e riduzione del rischio di suicidio potrebbe essere dovuto alla stimolazione del sistema nervoso, essendo coinvolta nella produzione degli ormoni dopamina, noradrenalina e serotonina.
* [[Vitamine]]: nella depressione lieve, moderata o da stress e contro attacchi di panico, vengono associate vitamine del gruppo B, [[antiossidante|antiossidanti]] come la [[vitamina C]] e la [[vitamina D]].<ref name="Bertone-Johnson-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Bertone-Johnson | nome = E.R. |etal=si| titolo = Vitamin D supplementation and depression in the women's health initiative calcium and vitamin D trial. | rivista = Am J Epidemiol | volume = 176 | numero = 1 | pp = 1-13 | mese=luglio| anno = 2012 | doi = 10.1093/aje/kwr482 | pmid = 22573431|lingua=en }}</ref> Ricercatori coreani nel 2013 hanno trovato una relazione inversa tra i livelli di vitamina D (25(OH) D) nel siero e il rischio di depressione.<ref name="Ju-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Ju | nome = S.Y. |etal=si | titolo = Serum 25-hydroxyvitamin D levels and the risk of depression: a systematic review and meta-analysis. | rivista = J Nutr Health Aging | volume = 17 | numero = 5 | pp = 447-55 | anno = 2013 | doi = 10.1007/s12603-012-0418-0 | pmid = 23636546 |lingua=en}}</ref> Nel 2013 è iniziata una ricerca che ha lo scopo di verificare, in una revisione sistematica di studi pubblicati, il ruolo della supplementazione della vitamina D nella prevenzione della depressione negli adulti.<ref name="Li-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Li | nome = G. |etal=si|titolo = Efficacy of vitamin D supplementation in depression in adults: a systematic review protocol. | rivista = Syst Rev | volume = 2 |p = 64 | anno = 2013 | doi = 10.1186/2046-4053-2-64 | pmid = 23927040 |lingua=en}}</ref>
* [[Amminoacidi]]: tra le terapie alternative o di potenziamento un ruolo non secondario sui disturbi dell'umore, tra cui la depressione sembra essere svolto dagli [[amminoacidi]]. In particolare risultano efficaci la [[glutammina]], [[ornitina]] e [[arginina]] e [[carnitina]] per combattere stress, sedare, depurare, favorire il sonno e le funzioni cognitive<ref>{{cita web|url=http://www.amminoacido.com/campi-di-applicazione/sonno-umore-efficienza.html|titolo=Amminoacidi e la loro importanza per il sonno, l'umore e l'efficienza|accesso=28 gennaio 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150105045341/http://www.amminoacido.com/campi-di-applicazione/sonno-umore-efficienza.html|urlmorto=no}}</ref>.
[[File:Amminoacido triptofano formula.svg|thumb|Formula chimica del triptofano]]
* Il [[triptofano]] è un [[aminoacido]] essenziale a carica elettrica neutra precursore della [[biosintesi]] del [[neurotrasmettitore]] serotonina. È noto che un [[polimorfismo a singolo nucleotide|polimorfismo genico]] (mutazione) dell'[[enzima]] [[triptofano 5-monoossigenasi|triptofano-idrossilasi]] (TPH1) è correlato con il rischio di [[disturbo bipolare]] e [[alcolismo]], così anche per il rischio [[suicidio|suicidario]].<ref name="Pregelj-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Pregelj | nome = P. | titolo = Single nucleotide polymorphisms and suicidal behaviour. | rivista = Psychiatr Danub | volume = 24 Suppl 1 | pp = S61-4 | mese=settembre| anno = 2012 | pmid = 22945190 |lingua=en}}</ref><ref name="Booij-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Booij | nome = L. |etal=si| titolo = Tryptophan hydroxylase(2) gene polymorphisms predict brain serotonin synthesis in the orbitofrontal cortex in humans. | rivista = Mol Psychiatry | volume = 17 | numero = 8 | pp = 809-17 | mese=luglio| anno = 2012 | doi = 10.1038/mp.2011.79 | pmid = 21747395 |lingua=en}}</ref> La deplezione acuta di [[triptofano]] è un metodo sperimentale per indurre depressione nell'animale da esperimento e anche nell'uomo.<ref name="Young-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Young | nome = S.N. | titolo = Acute tryptophan depletion in humans: a review of theoretical, practical and ethical aspects. | rivista = J Psychiatry Neurosci | volume = 38 | numero = 2 | p = 120209 | mese=febbraio| anno = 2012 | doi = 10.1503/jpn.120209 | pmid = 23428157|lingua=en }}</ref><ref name="Dingerkus-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Dingerkus | nome = V.L. |etal=si| titolo = Acute tryptophan depletion in accordance with body weight: influx of amino acids across the blood-brain barrier. | rivista = J Neural Transm | volume = 119 | numero = 9 | pp = 1037-45 | mese=settembre| anno = 2012 | doi = 10.1007/s00702-012-0793-z | pmid = 22622364 |lingua=en}}</ref>
{{Citazione|La deplezione acuta di triptofano induce sintomi depressivi sintomi nel 50-60% dei soggetti trattati con inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).|Neuropsychopharmacology 2002<ref name="Booij-2002">{{Cita pubblicazione | cognome = Booij | nome = L. |etal=si| titolo = Predictors of mood response to acute tryptophan depletion. A reanalysis. | rivista = Neuropsychopharmacology | volume = 27 | numero = 5 | pp = 852-61 | mese=novembre| anno = 2002 | doi = 10.1016/S0893-133X(02)00361-5 | pmid = 12431859 |lingua=en}}</ref>}}
:Ricerche indicherebbero nella supplementazione con triptofano una possibile strategia di potenziamento delle terapie antidepressive;<ref name="Torrente-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Torrente | nome = M.P. |etal=si| titolo = Boosting serotonin in the brain: is it time to revamp the treatment of depression? | rivista = J Psychopharmacol | volume = 26 | numero = 5 | pp = 629-35 | mese=maggio| anno = 2012 | doi = 10.1177/0269881111430744 | pmid = 22158544|lingua=en }}</ref> anche il trattamento del Disturbo Bipolare può potenzialmente essere migliorato con l'uso aggiuntivo di triptofano e altri [[nutraceutico|nutraceutici]] insieme alle terapie farmacologiche convenzionali.
[[File:FoodSourcesOfMagnesium.jpg|thumb|Alcuni cibi ricchi di [[magnesio]]]]
* Una dieta ricca di [[magnesio]] induce un miglioramento generale dell'umore. Nel cervello livelli inadeguati di magnesio sembrano ridurre il livello del neurotrasmettitore serotonina mentre gli antidepressivi hanno dimostrato di aumentare il magnesio cerebrale,<ref name="Nechifor-2009">{{Cita pubblicazione | cognome = Nechifor | nome = M. | titolo = Magnesium in major depression. | rivista = Magnes Res | volume = 22 | numero = 3 | pp = 163S-166S | mese=settembre| anno = 2009 | pmid = 19780403 |lingua=en}}</ref>; questi dati confortano l'ipotesi che la supplementazione con magnesio sia utile nei depressi.<ref name="Eby-2010">{{Cita pubblicazione | cognome = Eby | nome = G.A.| titolo = Magnesium for treatment-resistant depression: a review and hypothesis. | rivista = Med Hypotheses | volume = 74 | numero = 4 | pp = 649-60 | mese=aprile| anno = 2010 | doi = 10.1016/j.mehy.2009.10.051 | pmid = 19944540 |lingua=en}}</ref>
:La possibilità che la carenza di magnesio sia fra le cause dei sintomi della depressione è estremamente importante per la salute pubblica: controllare nelle acque potabili i dosaggi dello ione magnesio. Il magnesio cloridrato si è mostrato efficace nel trattamento della depressione di anziani con [[diabete]] tipo 2.<ref name="Barragán-Rodríguez-2008">{{Cita pubblicazione | cognome = Barragán-Rodríguez | nome = L. |etal=si| titolo = Efficacy and safety of oral magnesium supplementation in the treatment of depression in the elderly with type 2 diabetes: a randomized, equivalent trial. | rivista = Magnes Res | volume = 21 | numero = 4 | pp = 218-23 | mese=dicembre| anno = 2008 | pmid = 19271419 |lingua=en}}</ref>
:Una [[review sistematica]] del 2012 suggerisce che il magnesio sembra essere efficace nel trattamento della depressione, quindi la [[Integratore alimentare|integrazione orale]] con magnesio potrebbe aiutare nella prevenzione della depressione ed essere proposta come terapia aggiuntiva della stessa.<ref name="Derom-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Derom | nome = M.L. |etal=si| titolo =Magnesium and depression: a systematic review.| rivista = Nutr Neurosci | mese=dicembre| anno = 2012 | doi = 10.1179/1476830512Y.0000000044 | pmid = 23321048 |lingua=en}}</ref>
* Alcuni studi suggeriscono l'efficacia della [[fitoterapia]], con sostanze quali l'estratto di [[ginkgo biloba]] e il [[ginseng]], nel potenziamento farmacologico di alcune forme di depressione lieve, quella dell'anziano o in quella da stress<ref name="pmid26236231">{{Cita pubblicazione|autore=Ong WY, Farooqui T, Koh HL, Farooqui AA, Ling EA |titolo=Protective effects of ginseng on neurological disorders |rivista=Front Aging Neurosci |volume=7 |p=129 |anno=2015 |pmid=26236231 |pmc=4503934 |doi=10.3389/fnagi.2015.00129 |url=http://doai.io/10.3389/fnagi.2015.00129}}</ref><ref name="pmid19551805">{{Cita pubblicazione|autore=Kaschel R |titolo=Ginkgo biloba: specificity of neuropsychological improvement--a selective review in search of differential effects |rivista=Hum Psychopharmacol |volume=24 |numero=5 |pp=345-70 |anno=2009 |pmid=19551805 |doi=10.1002/hup.1037 |url=https://dx.doi.org/10.1002/hup.1037}}</ref><ref name="pmid24912606">{{Cita pubblicazione|autore=Varteresian T, Lavretsky H |titolo=Natural products and supplements for geriatric depression and cognitive disorders: an evaluation of the research |rivista=Curr Psychiatry Rep |volume=16 |numero=8 |p=456 |anno=2014 |pmid=24912606 |pmc=4110105 |doi=10.1007/s11920-014-0456-x }}</ref>.
* L'[[iperico]] è un fitoterapico spesso usato nella depressione, ma in una [[metanalisi]] del 2005 i ricercatori riportano che i dati sull'efficacia nella depressione dell'[[iperico]] (''erba di san Giovanni'') sono poco chiari e confusi. Tuttavia una review della Chrochane Collaboration, una delle istituzioni scientifiche più autorevoli, giunge a conclusioni opposte evidenziandone un'efficacia paragonabile ai farmaci antidepressivi ma con molti meno effetti collaterali.<ref>{{Cita libro|nome=Klaus|cognome=Linde|nome2=Michael M.|cognome2=Berner|nome3=Levente|cognome3=Kriston|titolo=The Cochrane Library|url=http://cochranelibrary-wiley.com/doi/10.1002/14651858.CD000448.pub3/full|accesso=26 aprile 2018|data=8 ottobre 2008|editore=John Wiley & Sons, Ltd|lingua=en|doi=10.1002/14651858.cd000448.pub3|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180527084018/http://cochranelibrary-wiley.com/doi/10.1002/14651858.CD000448.pub3/full|urlmorto=no}}</ref>
* Una ricerca ha studiato l'integrazione di [[zinco]] (ad un dosaggio equivalente a circa 25 mg al giorno di zinco elementare) ad un trattamento antidepressivo, che si sarebbe dimostrata in grado di diminuire i sintomi di depressione nei pazienti resistenti al trattamento ma di comportare solo un lieve miglioramento dei sintomi se utilizzato da solo. Ciò si ritiene sia dovuto alla sua capacità di interagire col sistema serotininergico, modulandone l'attività specie a livello del corpo calloso dove si è mostrato in grado di adiuvare la ricaptazione della serotonina.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Elham|cognome=Ranjbar|data=2013-6|titolo=Effects of Zinc Supplementation in Patients with Major Depression: A Randomized Clinical Trial|rivista=Iranian Journal of Psychiatry|volume=8|numero=2|pp=73-79|accesso=12 giugno 2017|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3796297/|nome2=Masoumeh Sabet|cognome2=Kasaei|nome3=Minoo|cognome3=Mohammad-Shirazi|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190427225354/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3796297/|urlmorto=no}}</ref>
* Alcuni studi su modelli animali e su pazienti hanno indagato l'utilità dell'integrazione alimentare con particolari ceppi di microrganismi che si sarebbero mostrati in grado di ridurre i sintomi di depressione ed ansia, anche in monoterapia; sono comunque necessari studi addizionali in tal senso.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Caroline J. K.|cognome=Wallace|data=20 febbraio 2017|titolo=The effects of probiotics on depressive symptoms in humans: a systematic review|rivista=Annals of General Psychiatry|volume=16|accesso=12 giugno 2017|doi=10.1186/s12991-017-0138-2|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5319175/|nome2=Roumen|cognome2=Milev|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171211054916/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5319175/|urlmorto=no}}</ref>
=== Stimolazione elettrica/elettromagnetica ===
==== Stimolazione vagale ====
La stimolazione vagale si attua tramite l'impianto di un generatore di impulsi, in sede sottoclaveare, simile ad un [[pacemaker]]. L'impianto andrà a stimolare esclusivamente il [[nervo vago]] di sinistra, in quanto quello di destra è deputato a innervare il [[cuore]].<ref name="Temel-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Temel | nome = Y. |coautori = LW. Lim | titolo = Neurosurgical treatments of depression. | rivista = Curr Top Behav Neurosci | volume = 14 | pp = 327-39 | anno = 2013 | doi = 10.1007/7854_2012_222 | pmid = 22865464|lingua=en }}</ref>
In questo modo si andranno a stimolare le cellule del [[nucleo del tratto solitario]], dell'[[amigdala]], del [[locus ceruleus]] e dell'ipotalamo. Lo stimolatore può essere attivato per un periodo variabile tra i pochi secondi e alcuni minuti. Esso è programmabile tramite un computer esterno. Alcuni effetti avversi di tale procedura possono comprendere alterazione della voce (circa 53% dei casi), mal di testa (23%), dolore al collo (13-17%), [[dispnea]] (16-17%) e [[tosse]] (5-13%). Tuttavia questi effetti collaterali sono spesso transitori, tranne quello relativo alla modifica della voce che persiste in circa la metà dei casi. Questa tecnica riporta un successo nel 78% dei pazienti refrattari a due o tre precedenti terapie antidepressive e nel 25% nei pazienti che avevano provato 7-8 terapie diverse senza successo. Si nota maggior successo nei pazienti con una moderata resistenza al trattamento farmacologico.<ref name="Heeramun-Aubeeluck-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Heeramun-Aubeeluck | nome = A. |coautori = Z. Lu | titolo = Neurosurgery for mental disorders: a review. | rivista = Afr J Psychiatry (Johannesbg) | volume = 16 | numero = 3 | pp = 177-81 | mese = maggio | anno = 2013 | doi =10.4314/ajpsy.v16i3.23 | pmid = 23739819|lingua=en }}</ref><ref name="Rush-2000">{{Cita pubblicazione | cognome = Rush | nome = AJ. |etal=si| titolo = Vagus nerve stimulation (VNS) for treatment-resistant depressions: a multicenter study. | rivista = Biol Psychiatry | volume = 47 | numero = 4 | pp = 276-86 | mese = Febbraio | anno = 2000 | pmid = 10686262 |lingua=en}}</ref>
La stimolazione magnetica transcranica è una metodica non invasiva che consiste nello stimolare, grazie a [[campo magnetico|campi magnetici]], le cellule nervose in particolari aree del cervello. Il campo magnetico prodotto in una [[bobina]] posta sul [[cuoio capelluto]] [[induzione elettrica|induce]] un [[campo elettrico]] che porta i [[neuroni]] a depolarizzarsi, con conseguente stimolazione o interruzione della attività cerebrale. Questa metodica è pensata come integrante alla terapia farmacologica e come sostitutiva della terapia elettroconvulsiva, nei pazienti resistenti al solo trattamento farmacologico.<ref name="Ren-2014">{{Cita pubblicazione | cognome = Ren | nome = J. |etal =si| titolo = Repetitive transcranial magnetic stimulation versus electroconvulsive therapy for major depression: A systematic review and meta-analysis. | rivista = Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry | volume = 51C | pp = 181-189 | mese = giugno | anno = 2014 | doi = 10.1016/j.pnpbp.2014.02.004 | pmid = 24556538 |lingua=en}}</ref> La procedura è indolore, non richiede [[anestesia]], viene praticata ambulatorialmente e spesso accelera la risposta clinica ai farmaci.<ref name="-2004"/> Il trattamento è stato utilizzato con successo anche durante una [[gravidanza]].<ref name="Burton-2014">{{Cita pubblicazione | cognome = Burton | nome = C. |etal=si| titolo = Maintaining remission of depression with repetitive transcranial magnetic stimulation during pregnancy: a case report. | rivista = Arch Womens Ment Health | mese = Marzo | anno = 2014 | doi = 10.1007/s00737-014-0418-7 | pmid = 24638141 |lingua=en}}</ref> Tuttavia non esistono ancora sufficienti studi sui risultati a lungo termine e in corso di ''[[follow up]]'' che possano valutare obbiettivamente tale metodica.<ref name="-2004">{{Cita pubblicazione | cognome = | nome = | titolo = Repetitive transcranial magnetic stimulation for the treatment of major depressive disorder: an evidence-based analysis. | rivista = Ont Health Technol Assess Ser | volume = 4 | numero = 7 | pp = 1-98|anno = 2004 | pmid = 23074457 |lingua=en}}</ref>
==== Applicazione diretta transcranica di corrente ====
L'applicazione diretta trans[[cranio|cranica]] di corrente è un trattamento che si prefigge di stimolare particolari aree del cervello, attraverso dispositivi elettrici posti esternamente in maniera non invasiva. Al 2014 non vi sono studi conclusivi che affermino l'efficacia di questa metodica.<ref name="Brunoni-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Brunoni | nome = AR. |etal=si | titolo = Transcranial direct current stimulation for the treatment of major depressive disorder: a summary of preclinical, clinical and translational findings. | rivista = Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry | volume = 39 | numero = 1 | pp = 9-16 | mese = ottobre | anno = 2012 | doi = 10.1016/j.pnpbp.2012.05.016 | pmid = 22651961 |lingua=en}}</ref> Oltre che per il disturbo depressivo, tale trattamento è stato sperimentato anche per il dolore cronico, per la [[schizofrenia]] e per la [[sindrome di Parkinson]], ma in nessun caso si è ancora arrivati a risultati clinici evidenti.<ref name="Fagerlund-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Fagerlund | nome = AJ. |etal=si | titolo =Transcranial direct current stimulation for chronic pain | rivista = Tidsskr Nor Laegeforen | volume = 133 | numero = 21 | pp = 2266-9 | mese = Novembre | anno = 2013 | doi = 10.4045/tidsskr.13.0003 | pmid = 24226334|lingua=en }}</ref>
==== Terapia elettroconvulsivante ====
{{Vedi anche|Terapia elettroconvulsivante}}
[[File:Siemens konvulsator III (ECT machine).jpg|thumb|left|Macchina per [[terapia elettroconvulsivante]] degli [[anni 1960|anni sessanta]]]]
Nei casi di depressione [[farmacoresistenza|farmacoresistente]] o di impossibilità di somministrazione di antidepressivi, un modello di trattamento discusso è rappresentato dalla [[terapia elettroconvulsivante]] (ECT). Essa è una procedura per mezzo della quale vengono inviati impulsi di [[energia elettrica]] attraverso il [[cervello]] per mezzo di due [[elettrodi]] per indurre una [[convulsione|crisi convulsiva]], mentre il paziente è in un breve periodo di [[anestesia generale]]. Gli psichiatri possono raccomandare l'ECT per i casi più gravi di depressione maggiore che non hanno risposto ai farmaci antidepressivi o, meno spesso, alla psicoterapia e agli interventi di supporto.<ref name=APAguidelines>{{Cita pubblicazione |autore=American Psychiatric Association |anno=2000|titolo=Practice guideline for the treatment of patients with major depressive disorder|rivista=American Journal of Psychiatry |volume=157 |numero=Supp 4 |pp=1-45|pmid=10767867|lingua=en}}</ref> L'ECT può avere un effetto più veloce della terapia antidepressiva e quindi potrebbe essere il trattamento di scelta in caso di emergenza, come nella depressione catatonica quando il paziente ha smesso di mangiare e di bere, o quando un paziente ha forti tendenze suicide.
L'ECT è probabilmente più efficace, nel breve termine, della terapia farmacologica per la depressione, anche se uno studio ha evidenziato tassi di remissione molto più bassi di routine.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Prudic J.|etal=si|titolo=Effectiveness of electroconvulsive therapy in community settings |rivista=Biological Psychiatry |volume=55 |numero=3 |pp=301-12|anno=2004 |pmid=14744473 | doi = 10.1016/j.biopsych.2003.09.015|lingua=en}}</ref> Quando l'ECT viene usata da sola, il tasso di recidiva entro i primi sei mesi è molto elevata. I primi studi evidenziavano un tasso intorno al 50%, mentre un'analisi più recente ha trovato tassi dell'84% anche con [[placebo]].<ref name="Sackeim01">{{Cita pubblicazione |autore=Sackeim H.A.|etal=si|titolo=Continuation pharmacotherapy in the prevention of relapse following electroconvulsive therapy: A randomized controlled trial |rivista=JAMA: Journal of the American Medical Association |volume=285 |numero=10 |pp=1299-307|anno=2001 |pmid=11255384 |doi= 10.1001/jama.285.10.1299|lingua=en}}</ref> Il tasso di recidiva precoce può essere ridotto con l'uso di farmaci psichiatrici o ulteriori sedute di ECT<ref name="Tew07">{{Cita pubblicazione |autore=Tew J.D.|etal=si|titolo=Relapse during continuation pharmacotherapy after acute response to ECT: A comparison of usual care versus protocolized treatment |rivista=Annals of Clinical Psychiatry |volume=19 |numero=1 |pp=1-4|anno=2007 |pmid=17453654 |doi=10.1080/10401230601163360|lingua=en}}</ref> (anche se quest'ultima strategia non è stata raccomandata da alcun'autorità in materia), ma tuttavia rimane elevato.<ref name="Kellner06">{{Cita pubblicazione |autore=Kellner C.H.|titolo=Continuation electroconvulsive therapy vs pharmacotherapy for relapse prevention in major depression: A multisite study from the Consortium for Research in Electroconvulsive Therapy (CORE) |rivista=Archives of General Psychiatry |volume=63 |numero=12 |pp=1337-44|anno=2006 |pmid=17146008 |doi=10.1001/archpsyc.63.12.1337|lingua=en}}</ref> Gli [[effetto collaterale (medicina)|effetti collaterali]] più comuni derivanti dall'ECT includono perdita di memoria a breve e a lungo termine, disorientamento e [[mal di testa]].Nonostante che i disturbi della memoria dopo l'ECT solitamente si risolvono entro un mese, tale terapia rimane un trattamento controverso e il dibattito sulla sua efficacia e la sicurezza continua.<ref name="Ingram08">{{Cita pubblicazione |autore=Ingram A.|etal=si|titolo=Cognitive Side Effects of Brief Pulse Electroconvulsive Therapy: A Review |rivista=Journal of ECT |volume=24 |numero=1 |pp=3-9|anno=2008 |pmid=18379328 |doi=10.1097/YCT.0b013e31815ef24a|lingua=en}}</ref>
=== Fototerapia ===
Esistono molte ricerche internazionali<ref name="Terman-2007">{{Cita pubblicazione
(questionario sviluppato per valutare la nostra circadianità definita "cronotipo"), permette di potenziare l'effetto antidepressivo del [[farmaco]] ottenendo una più rapida risoluzione dell'episodio depressivo.
=== Privazione del sonno ===
La [[privazione del sonno]] può avere un effetto antidepressivo (non per la [[Disturbo bipolare|malattia maniaco-depressiva]]) ed
=== Psicoterapia ===
La [[psicoterapia]] può essere eseguita su singoli individui, su gruppi ([[terapia di gruppo]]) o sui
La forma più studiata di psicoterapia per la depressione è la TCC, che tende a insegnare ai pazienti di abbandonare pensieri e pratiche [[autolesionismo|autolesioniste]] e di cambiare i comportamenti controproducenti. Studi clinici, effettuati a metà degli [[anni 1990]] hanno suggerito che la TCC potrebbe essere efficace quanto o meglio della somministrazione di antidepressivi nei pazienti con depressione da moderata a grave. La TCC può essere efficace negli adolescenti depressi, anche se i suoi risultati sugli episodi gravi devono ancora essere determinati con precisione.<ref name="pmid9596592">{{Cita pubblicazione |autore=Harrington R.|etal=si|titolo=Systematic review of efficacy of cognitive behaviour therapies in childhood and adolescent depressive disorder|rivista=[[British Medical Journal|BMJ]]|volume=325|numero=7358 |pp=229-30|anno=1998|pmid=9596592|doi=10.1136/bmj.325.7358.229|lingua=en}}</ref> Diverse variabili determinano il successo della terapia cognitivo-comportamentale negli adolescenti: aumento dei pensieri razionali, meno disperazione, meno pensieri negativi e meno distorsioni cognitive. La TCC è particolarmente utile nel prevenire le ricadute.<ref name="pmid16787553">{{Cita pubblicazione|pmid=16787553|anno=2007|cognome=Paykel|nome=E.S.|titolo=Cognitive therapy in relapse prevention in depression.|volume=10|numero=1|pp=131-6|doi=10.1017/S1461145706006912|rivista=The international journal of neuropsychopharmacology / official scientific journal of the Collegium Internationale Neuropsychopharmacologicum (CINP)|lingua=en}}</ref> Numerose varianti della terapia cognitivo-comportamentale sono state utilizzate nel trattamento dei pazienti depressi, la più famosa è la [[Psicoterapia RET - REBT|terapia comportamentale razionale emotiva]].
La [[psicoanalisi]] è una scuola di pensiero, fondata da [[Sigmund Freud]], che tratta la risoluzione dei conflitti [[inconscio|inconsci]] mentali.<ref name=Dworetzky>{{Cita |Dworetzky|p. 602|dworetzky}}.</ref> Le tecniche psicoanalitiche vengono utilizzati da alcuni operatori per trattare i pazienti affetti da depressione maggiore.<ref name="pmid12206545">{{Cita pubblicazione |autore=Doidge N.|etal=si|titolo=Psychoanalytic patients in the US, Canada, and Australia: II. A DSM-III-R validation study |rivista=Journal of the American Psychoanalytic Association |volume=50 |numero=2 |pp=615-27|anno=2002 |pmid=12206545 |doi=10.1177/00030651020500021101|lingua=en}}</ref> La tecnica più largamente utilizzata è la [[psicoterapia psicodinamica]], parzialmente basata sulla psicoanalisi e con importanti aspetti sulla vita sociale e interpersonale. In una [[meta-analisi]] effettuata su tre studi controllati su interventi di breve psicoterapia psicodinamica di supporto, questa tecnica è stata dimostrata efficace come la terapia farmacologica nella depressione da lieve a moderata.<ref name="pmid17557313">{{Cita pubblicazione |autore=de Maat S.|etal=si|titolo=Short Psychodynamic Supportive Psychotherapy, antidepressants, and their combination in the treatment of major depression: A mega-analysis based on three Randomized Clinical Trials |rivista=Depression and Anxiety |volume= 25|p=565|anno=2007 |pmid=17557313|doi=10.1002/da.20305 |numero=7|lingua=en}}</ref>
La [[logoterapia]], una forma di psicoterapia esistenziale sviluppata dallo psichiatra [[austria]]co [[Viktor Frankl]] che tende a colmare il "vuoto esistenziale" associato ai sentimenti di inutilità e insensatezza. È dimostrato che questo tipo di intervento psicoterapico possa essere utile per la depressione negli adulti. Altri tipi di psicoterapia sono: la [[terapia cognitiva]], la [[terapia comportamentale]], la [[psicoterapia adleriana]], la [[psicoterapia ericksoniana]], il [[training autogeno]] e la [[psicoterapia cognitiva post-razionalista]]. Tra le tecniche psicoterapiche possono essere inserite anche le tecniche di [[meditazione]] e di respirazione che in alcuni studi hanno dimostrato essere utili nel trattamento di depressione ed ansia, da cui sono nati anche dei protocolli standardizzati e validati come quelli basati sulla [[Mindfulness|meditazione mindfulness]].<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Anup|cognome=Sharma|data=25 gennaio 2017|titolo=A Breathing-Based Meditation Intervention for Patients With Major Depressive Disorder Following Inadequate Response to Antidepressants: A Randomized Pilot Study|rivista=The Journal of Clinical Psychiatry|volume=78|numero=1|lingua=en|accesso=7 settembre 2017|doi=10.4088/JCP.16m10819|url=http://www.psychiatrist.com/jcp/article/pages/2017/v78n01/v78n0107.aspx|nome2=Marna S.|cognome2=Barrett|nome3=Andrew J.|cognome3=Cucchiara|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170907072740/http://www.psychiatrist.com/jcp/article/pages/2017/v78n01/v78n0107.aspx|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Stefan G.|cognome=Hofmann|data=2010-4|titolo=The Effect of Mindfulness-Based Therapy on Anxiety and Depression: A Meta-Analytic Review|rivista=Journal of consulting and clinical psychology|volume=78|numero=2|pp=169-183|accesso=7 settembre 2017|doi=10.1037/a0018555|url=https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2848393/|nome2=Alice T.|cognome2=Sawyer|nome3=Ashley A.|cognome3=Witt|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170831031456/https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2848393/|urlmorto=no}}</ref>
=== Terapie nuove e sperimentali ===
Approvato nel 2009 dall'EMEA, nel 2010 è entrato in commercio [[agomelatina|l'agomelatina]], principio attivo con una struttura simile alla [[melatonina]] che propone un nuovo approccio alla cura della malattia agendo da agonista sui recettori della [[melatonina]] e da antagonista sui recettori della [[serotonina]].<ref name="Kennedy-2006">{{Cita pubblicazione | cognome = Kennedy | nome = SH. |coautori= R. Emsley | titolo = Placebo-controlled trial of agomelatine in the treatment of major depressive disorder. | rivista = Eur Neuropsychopharmacol | volume = 16 | numero = 2 | pp = 93-100 | mese=febbraio| anno = 2006 | doi = 10.1016/j.euroneuro.2005.09.002 | pmid = 16249073 |lingua=en}}</ref>
Vi è ampia letteratura scientifica che studia<ref name=autogenerato6>{{Cita web | autore = | titolo = Pubmed: ketamine depression - PubMed - NCBI | url = https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=ketamine+depression | accesso = 6 aprile 2014 | lingua = en | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407085708/http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=ketamine+depression | urlmorto = no }}</ref> l'uso dell'[[anestetico]] [[ketamina]] nella depressione maggiore in generale,<ref name="Murrough-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Murrough | nome = J.W. |etal=si | titolo = Antidepressant efficacy of ketamine in treatment-resistant major depression: a two-site randomized controlled trial. | url = https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychiatry_2013-10_170_10/page/1134 | rivista = Am J Psychiatry | volume = 170 | numero = 10 | pp = 1134-42 | mese = Ottobre | anno = 2013 | doi = 10.1176/appi.ajp.2013.13030392 | pmid = 23982301 |lingua=en}}</ref> ma anche nelle depressione resistente<ref name=autogenerato3>{{Cita pubblicazione | cognome = Murrough | nome = J.W. |etal=si| titolo = Rapid and longer-term antidepressant effects of repeated ketamine infusions in treatment-resistant major depression. | rivista = Biol Psychiatry | volume = 74 | numero = 4 | pp = 250-6 | mese = Aug | anno = 2013 | doi = 10.1016/j.biopsych.2012.06.022 | pmid = 22840761 |lingua=en}}</ref> e soprattutto sui tempi di latenza della risposta antidepressiva.<ref name="Sos-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Sos | nome = P. |etal= si| titolo = Relationship of ketamine's antidepressant and psychotomimetic effects in unipolar depression. | rivista = Neuro Endocrinol Lett | volume = 34 | numero = 4 | pp = 287-93 | anno = 2013 | pmid = 23803871 |lingua=en}}</ref>
La ketamina è un [[antagonista]] non selettivo ad alta affinità per il recettore ''N''-metil-D-aspartato ([[NMDA]]), essa viene comunemente usata in ambito pediatrico, anestesiologico e in [[veterinaria]]. Ha trovato un largo uso come sostanza [[stupefacente]] per le sue attività eccitanti ed [[allucinogeno|allucinogene]]. L'interesse all'uso della ketamina come un antidepressivo, nasce per la sua azione molto rapida e perché non agisce sui recettori monoaminergici "classici";<ref name=autogenerato9>{{Cita web | autore = | titolo = Ketamine as antidepressant? Current stat... [Curr Neuropharmacol. 2014] - PubMed - NCBI | url = https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24533016 | accesso = 6 aprile 2014 | lingua = en | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407085215/http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24533016 | urlmorto = no }}</ref> oltre che aumentare la risposta alla terapia elettroconvulsiva.<ref name="Järventausta-2013">{{Cita pubblicazione | cognome = Järventausta | nome = K. |etal=si | titolo = Effects of S-ketamine as an anesthetic adjuvant to propofol on treatment response to electroconvulsive therapy in treatment-resistant depression: a randomized pilot study. | rivista = J ECT | volume = 29 | numero = 3 | pp = 158-61 | mese = settembre |anno = 2013| pmid = 23475029 |lingua=en}}</ref> Inoltre, essa potenzialmente potrebbe avere anche un ruolo come anestetico chirurgico elettivo nei pazienti depressi. Il limite di questa terapia è dato dal fatto che la ketamina da risultati clinici temporanei, che scompaiono dopo giorni o poche settimane, pur con alcune eccezioni segnalati da alcuni autori. Verosimilmente essa sarà il capostipite di una nuova classe di farmaci da sintetizzare e studiare.<ref name=autogenerato10>{{Cita web | autore = | titolo = Ketamine as the prototype glutamate... [Ther Adv Psychopharmacol. 2014] - PubMed - NCBI | url = https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24688759 | accesso = 6 aprile 2014 | lingua = en | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140407085405/http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24688759 | urlmorto = no }}</ref>
[[File:Tiefe Hirnstimulation - Sonden RoeSchaedel ap.jpg|thumb|[[Radiografia]] di un [[cranio]] che mostra gli elettrodi per la [[stimolazione cerebrale profonda]]]]
La ''[[Food and Drug Administration]]'' nel 2005 ha approvato la [[stimolazione cerebrale profonda]] (DBS) come terapia per quei soggetti che non hanno risposto almeno a tre cicli di farmaci. Si tratta di elettrodi impiantati che fanno fluire una continua ma impercettibile scossa al cervello favorendo una maggiore concentrazione dei neurotrasmettitori deficitari.<ref name="Johansson-2011">{{Cita pubblicazione | cognome = Johansson | nome = V. |etal=si | titolo = Authenticity, depression, and deep brain stimulation. | rivista = Front Integr Neurosci | volume = 5 | p = 21 | anno = 2011 | doi = 10.3389/fnint.2011.00021 | pmid = 21647398 |lingua=en}}</ref> Un'altra terapia sperimentale ma non ancora approvata, è lo shock magnetico (simile all'elettroshock ma la convulsione viene provocata da campi magnetici e non campi elettrici, con minori effetti collaterali).<ref name="Lisanby-2000">{{Cita pubblicazione | cognome = Lisanby | nome = SH. |coautori= RH. Belmaker | titolo = Animal models of the mechanisms of action of repetitive transcranial magnetic stimulation (RTMS): comparisons with electroconvulsive shock (ECS). | rivista = Depress Anxiety | volume = 12 | numero = 3 | pp = 178-87 | anno = 2000 | pmid = 11126193 |lingua=en}}</ref>
Sono stati condotti anche degli studi sull'utilizzo della [[psilocibina]] nel trattamento della depressione.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=David J.|cognome=Nutt|data=13 ottobre 2017|titolo=Psilocybin for treatment-resistant depression: fMRI-measured brain mechanisms|rivista=Scientific Reports|volume=7|numero=1|p=13187|lingua=en|accesso=8 dicembre 2018|doi=10.1038/s41598-017-13282-7|url=https://www.nature.com/articles/s41598-017-13282-7|nome2=H. Valerie|cognome2=Curran|nome3=Robert|cognome3=Leech|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180110000816/https://www.nature.com/articles/s41598-017-13282-7|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://www.newsweek.com/fda-approves-psychedelic-magic-mushrooms-ingredient-psilocybin-depression-1086759|titolo=FDA approves magic mushrooms depression drug trial|pubblicazione=Newsweek|data=23 agosto 2018|accesso=21 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180922184816/https://www.newsweek.com/fda-approves-psychedelic-magic-mushrooms-ingredient-psilocybin-depression-1086759|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Effects of psilocybin versus escitalopram on rumination and thought suppression in depression|autore=Tommaso Barba|autore2=Sarah Buehler|autore3=Hannes Kettner|autore4=Caterina Radu|autore5=Bruna Giribaldi Cunha|autore6=David J. Nutt|autore7=David Erritzoe|autore8=Leor Roseman|autore9=Robin Carhart-Harris|rivista=BJPsych Open|volume=8|numero=5|anno=2022|lingua=en|doi=10.1192/bjo.2022.565|url=https://www.cambridge.org/core/journals/bjpsych-open/article/effects-of-psilocybin-versus-escitalopram-on-rumination-and-thought-suppression-in-depression/2D5B3439C1BC04336534BC229803496F|accesso=21 aprile 2024}}</ref> La ''[[Food and Drug Administration]]'' (FDA) nel 2018 ha assegnato la ''Breakthrough Therapy Designation'' per la terapia assistita da psilocibina per la depressione resistente al trattamento.<ref>{{Cita web|url=https://compasspathways.com/compass-pathways-receives-fda-breakthrough-therapy-designation-for-psilocybin-therapy-for-treatment-resistant-depression/|titolo=COMPASS Pathways Receives FDA Breakthrough Therapy Designation for Psilocybin Therapy for Treatment-resistant Depression – COMPASS|lingua=en|accesso=6 dicembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181204005741/https://compasspathways.com/compass-pathways-receives-fda-breakthrough-therapy-designation-for-psilocybin-therapy-for-treatment-resistant-depression/|urlmorto=no}}</ref> Nel 2019 la FDA ha concesso la designazione anche per la terapia con psilocibina nel trattamento del disturbo depressivo maggiore.<ref>{{Cita web|url=https://newatlas.com/science/psilocybin-major-depression-mdd-usona-breakthrough-therapy-fda/|titolo=Psilocybin for major depression granted Breakthrough Therapy by FDA|nome=Rich Haridy|sito=New Atlas|data=24 novembre 2019|lingua=en|accesso=25 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191125203756/https://newatlas.com/science/psilocybin-major-depression-mdd-usona-breakthrough-therapy-fda/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.businesswire.com/news/home/20191122005452/en/FDA-grants-Breakthrough-Therapy-Designation-Usona-Institutes|titolo=FDA grants Breakthrough Therapy Designation to Usona Institute's psilocybin program for major depressive disorder|data=22 novembre 2019|lingua=en|accesso=25 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191123222138/https://www.businesswire.com/news/home/20191122005452/en/FDA-grants-Breakthrough-Therapy-Designation-Usona-Institutes|urlmorto=no}}</ref>
== Prevenzione ==
Interventi comportamentali, come la [[psicoterapia interpersonale]] e la [[terapia cognitivo-comportamentale]], sono efficaci nel prevenire la depressione di nuova insorgenza.<ref name=Cui2008>{{
Il servizio sanitario di salute mentale dei [[Paesi Bassi]], offre interventi di prevenzione, come ad esempio il corso "Fronteggiare la depressione" (in [[lingua inglese]] ''Coping with Depression'' - CWD) per le persone che presentano una depressione sotto-soglia. Il corso è affermato per essere il più efficace tra gli interventi psicoeducativi per il trattamento e la prevenzione della depressione (sia per la sua adattabilità alle diverse popolazioni e per via dei risultati), con una riduzione del rischio del 38% di andare
== Prognosi ==
Gli episodi di depressione maggiore spesso si risolvono nel tempo, anche se non vengono trattati. I pazienti mostrano una riduzione del 10-15% dei sintomi nel giro di pochi mesi, con circa il 20% che non soddisfa completamente i criteri completi per un disturbo depressivo.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Posternak M.A.|anno=2001|titolo=Untreated short-term course of major depression: A meta-analysis of outcomes from studies using wait-list control groups |rivista=Journal of Affective Disorders |volume=66 |numero=2–3 |pp=139-46|pmid=11578666 |doi=10.1016/S0165-0327(00)00304-9|lingua=en}}</ref> La durata media di un episodio è stimato in 23 settimane, con il tasso più alto di recupero che si registra nei primi tre mesi.<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Posternak M.A. |anno=2006 |titolo=The naturalistic course of unipolar major depression in the absence of somatic therapy |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-nervous-and-mental-disease_2006-05_194_5/page/324 |rivista=Journal of Nervous and Mental Disease |volume=194 |numero=5 |pp=324-29 |pmid=16699380 |doi=10.1097/01.nmd.0000217820.33841.53|lingua=en}}</ref>
Gli studi hanno dimostrato che l'80% di coloro che soffrono del loro primo episodio depressivo maggiore, ne soffrirà di almeno uno ulteriore,<ref name="pmid17144786">{{Cita pubblicazione| autore=Fava G.A.|titolo=Treatment of recurrent depression. |rivista=Expert Review of Neurotherapeutics |volume=6 |numero=11 |pp=1735-1740|anno=2006 |pmid=17144786 |doi=10.1586/14737175.6.11.1735|lingua=en}}</ref> con una media di quattro episodi nel corso di tutta la sua vita.<ref name="pmid17555914">{{Cita pubblicazione| autore=Limosin F.|titolo=Stratégies thérapeutiques prophylactiques dans la dépression unipolaire [Prophylactic treatment for recurrent major depression] |rivista=La Presse Médicale |volume=36 |numero=11-C2 |pp=1627-1633|anno=2007 |pmid=17555914 |doi=10.1016/j.lpm.2007.03.032|lingua=en}}</ref> Altri studi effettuati sulla popolazione generale indicano che circa la metà dei pazienti che hanno un episodio (sia trattato o no) si avrà un buon recupero e duraturo, mentre l'altra metà avrà almeno un altro episodio, e circa il 15% sperimenterà croniche recidive.<ref name="pmid18458203">{{Cita pubblicazione |autore=Eaton W.W|etal=si|titolo=Population-based study of first onset and chronicity in major depressive disorder |rivista=Archives of General Psychiatry |volume=65 |numero=5 |pp=513-20|anno=2008 |pmid=18458203 |doi=10.1001/archpsyc.65.5.513|lingua=en}}</ref> Indagini effettuate su dati ospedalieri selettivi, suggeriscono un recupero inferiore e una maggiore cronicizzazione, mentre gli studi effettuati per lo più su pazienti ambulatoriali, mostrano un recupero in quasi tutti i casi, con una durata [[Mediana (statistica)|mediana]] dell'episodio di undici mesi. Circa il 90% di quelli con depressione grave o [[psicosi|psicotica]], la maggior parte dei quali soddisfa i criteri per altri disturbi mentali, soffre di episodi ricorrenti.<ref name="pmid18251627">{{Cita pubblicazione |autore=Holma K.M.|titolo=Long-term outcome of major depressive disorder in psychiatric patients is variable |rivista=Journal of Clinical Psychiatry |volume=69 |numero=2 |pp=196-205 |anno=2008 |pmid=18251627 |doi=10.4088/JCP.v69n0205}}</ref><ref name="pmid12877398">{{Cita pubblicazione |autore=Kanai T.|etal=si|titolo=Time to recurrence after recovery from major depressive episodes and its predictors |url=https://archive.org/details/sim_psychological-medicine_2003-07_33_5/page/839|rivista=Psychological Medicine|volume=33 |numero=5 |pp=839-45|anno=2003 |pmid=12877398 |doi=10.1017/S0033291703007827|lingua=en}}</ref>
La ricorrenza è più probabile se i sintomi non sono completamente risolti con il trattamento. Le attuali linee guida consigliano l'assunzione continuativa di antidepressivi per quattro-sei mesi dopo la remissione, per prevenire le ricadute. Prove rilevate in molti studi randomizzati controllati, indicano che l'assunzione continua dei farmaci antidepressivi dopo il recupero, è in grado di ridurre il rischio di recidiva del 70% (41% nel gruppo [[placebo]] contro il 18% del gruppo con antidepressivi). L'effetto preventivo dura probabilmente per almeno i primi trentasei mesi.<ref name="pmid12606176">{{Cita pubblicazione |autore=Geddes J.R.|etal=si|titolo=Relapse prevention with antidepressant drug treatment in depressive disorders: A systematic review |rivista=Lancet |volume=361 |numero=9358 |pp=653-61|anno=2003 |pmid=12606176 |doi=10.1016/S0140-6736(03)12599-8|lingua=en}}</ref>
Le persone che soffrono di ripetuti episodi di depressione, richiedono un trattamento in corso al fine di evitare una depressione a lungo termine. In alcuni casi, le persone hanno bisogno di prendere farmaci per lunghi periodi di tempo o per il resto della loro vita.<ref>{{Cita web|url=https://www.nlm.nih.gov/medlineplus/ency/article/000945.htm|titolo=Major Depression|accesso=16 luglio 2010|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100707122024/http://www.nlm.nih.gov/medlineplus/ency/article/000945.htm|urlmorto=no}}</ref>
Casi in cui il risultato è scadente, sono associati con un trattamento non appropriato, con gravi sintomi iniziali che possono includere la psicosi, precoce età di insorgenza, più episodi precedenti, recupero incompleto dopo 1 anno, preesistente grave disturbo mentale o medico e la disfunzione dell'ambiente famigliare.<ref>{{Cita web|url=http://www.mdguidelines.com/depression-major/prognosis|titolo=Depression major, prognosis|accesso=16 luglio 2010|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100420055044/http://www.mdguidelines.com/depression-major/prognosis|urlmorto=no}}</ref>
Gli individui depressi hanno un'[[aspettativa di vita]] più breve rispetto a quelli senza depressione, parzialmente perché sono a rischio di [[suicidio]].<ref name="pmid12377293">{{Cita pubblicazione |autore=Cassano P.|autore2= Fava M. |titolo=Depression and public health: an overview |url=https://archive.org/details/sim_journal-of-psychosomatic-research_2002-10_53_4/page/849|rivista=J Psychosom Res |volume=53 |numero=4 |pp=849-57|anno=2002 |pmid=12377293 |doi= 10.1016/S0022-3999(02)00304-5|lingua=en}}</ref> Tuttavia, essi hanno anche un più alto tasso di morte per altre cause.<ref name="pmid17640152">{{Cita pubblicazione |autore=Rush AJ |titolo=The varied clinical presentations of major depressive disorder |rivista=The Journal of clinical psychiatry |volume=68 |numero= Supplement 8 |pp=4-10 |anno=2007 |pmid=17640152 |lingua=en}}</ref> Risultano infatti più suscettibili alle condizioni mediche, come le malattie cardiache.<ref name="pmid18334889">{{Cita pubblicazione |autore=Alboni P.|etal=si|titolo=Is there an association between depression and cardiovascular mortality or sudden death? |rivista=Journal of cardiovascular medicine (Hagerstown, Md.) |volume=9 |numero=4 |pp=356-62|anno=2008 |pmid=18334889 |lingua=en}}</ref> Fino al 60% delle persone che si suicidano hanno un disturbo dell'umore come la depressione maggiore e il rischio è particolarmente elevato se una persona ha uno spiccato senso di disperazione o soffre sia di depressione che di [[disturbo borderline di personalità]]. Il rischio di suicidio associato a una diagnosi di depressione maggiore, negli Stati Uniti, è stimato al 3,4%, con una media molto differente tra i due sessi, con quasi il 7% per gli uomini e l'1% delle donne<ref name="pmid11437805">{{Cita pubblicazione |autore=Blair-West G.W.|autore2= Mellsop G.W. |anno=2001|titolo=Major depression: Does a gender-based down-rating of suicide risk challenge its diagnostic validity? |rivista=Australian and New Zealand Journal of Psychiatry|volume=35 |numero=3 |pp=322-28|pmid=11437805|doi=10.1046/j.1440-1614.2001.00895.x|lingua=en}}</ref> (anche se i tentativi di suicidio sono più frequente nelle donne).<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Oquendo M.A.|etal=si|titolo=Sex differences in clinical predictors of suicidal acts after major depression: a prospective study |url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychiatry_2007-01_164_1/page/134|rivista=The American journal of psychiatry |volume=164 |numero=1 |pp=134-41|anno=2007 |pmid=17202555 |doi=10.1176/appi.ajp.164.1.134|lingua=en}}</ref> La stima è sostanzialmente inferiore a quella accettata in precedenza del 15%, che era stata derivata da vecchi studi di pazienti ospedalizzati.<ref name="pmid11097952">{{Cita pubblicazione |autore=Bostwick, J.M.|titolo=Affective disorders and suicide risk: A reexamination |url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychiatry_2000-12_157_12/page/1925|rivista=American Journal of Psychiatry |volume=157 |numero=12 |pp=1925-32|pmid=11097952 |anno=2000 |doi=10.1176/appi.ajp.157.12.1925|lingua=en}}</ref>
== Società e cultura ==
[[File:Abraham Lincoln head on shoulders photo portrait.jpg|thumb|
L'impatto della depressione sulla società, varia ampiamente tra le varie culture. Un commentatore ha osservato che "a causa della mancanza di una certezza scientifica, il dibattito sulla depressione si accende su questioni inerenti alla lingua. Ciò che noi chiamiamo "malattia" o "disturbo", influenza il modo in cui la visualizziamo, diagnostichiamo e trattiamo".<ref>{{Cita web
La [[diagnosi]] di depressione è meno comune in alcuni paesi, come la [[Cina]]. Si è sostenuto che i cinesi tradizionalmente negano o somatizzano la depressione emotiva (anche se sin dal 1980, il rifiuto della popolazione cinese alla depressione sembra essere drasticamente diminuito).<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Parker, G. |anno=2001|titolo=Depression in the planet's largest ethnic group: The Chinese |url=https://archive.org/details/sim_american-journal-of-psychiatry_2001-06_158_6/page/857 |rivista=American Journal of Psychiatry |volume=158 |numero=6 |
Storicamente, i medici, si sono dimostrati spesso riluttanti a discutere o cercare un trattamento per la depressione, a causa dello [[Stigma (sociologia)|stigma]] sociale ad essa correlato o per via dell'
Si è spesso dibattuto se i disturbi neurologici e i disturbi dell'umore
Lo stigma sociale associato alla depressione maggiore è molto diffuso e il contatto con i servizi sanitari per la salute mentale lo riduce solo leggermente. L'opinione pubblica in materia di trattamento differisce notevolmente da quelle degli operatori sanitari. Trattamenti alternativi sono ritenuti essere più utili di quelli farmacologici, che vengono considerati poco.
== Note ==
{{
== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione
* {{Cita pubblicazione | cognome = Calonge | nome = N. |etal=si| titolo = Screening and treatment for major depressive disorder in children and adolescents: US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. | rivista = Pediatrics | volume = 123 | numero = 4 | pp = 1223-8 | mese=aprile| anno = 2009 | doi = 10.1542/peds.2008-2381 | pmid = 19336383 |lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione | cognome = Cheung | nome = A.H. |etal=si | titolo = Guidelines for Adolescent Depression in Primary Care (GLAD-PC): II. Treatment and ongoing management. | rivista = Pediatrics | volume = 120 | numero = 5 | pp = e1313-26 | mese=novembre| anno = 2007 | doi = 10.1542/peds.2006-1395 | pmid = 17974724 |lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione | cognome = Lau | nome = D.C. |etal=si | titolo = 2006 Canadian clinical practice guidelines on the management and prevention of obesity in adults and children [summary]. | rivista = CMAJ | volume = 176 | numero = 8 | pp = S1-13 | mese=aprile| anno = 2007 | doi = 10.1503/cmaj.061409 | pmid = 17420481 |lingua=en}}
* {{Cita pubblicazione | cognome = Schrag | nome = A. |etal=si | titolo = Depression rating scales in Parkinson's disease: critique and recommendations. | rivista = Mov Disord | volume = 22 | numero = 8 | pp = 1077-92| mese=giugno| anno = 2007| doi = 10.1002/mds.21333 | pmid = 17394234 |lingua=en}}
;Italiano
* {{cita libro|autore=Vincenzo Guidetti|titolo=Fondamenti di neuropsichiatrica dell'infanzia e dell'adolescenza|editore=Il Mulino|anno=2005|cid=guidetti|isbn=978-88-15-10284-3}}
* {{cita libro|autore=Anselm Grün|titolo=Percorsi nella Depressione, Impulsi Spirituali|editore=Queriniana|anno=2009|cid=grun|isbn=978-88-399-1679-2}}
* {{cita libro|titolo=Neuroscienze. Esplorando il cervello|autore=Mark F. Bear, Barry W. Connors, Michael A. Paradiso|editore=Elsevier srl|anno=2007|cid=bear|isbn=978-88-214-2943-9}}
* {{Cita libro|autore=Massimo Biondi|autore2=Bernardo Carpiniello|autore3=Giovanni Muscettola|titolo=Manuale di psichiatria|anno=2009|editore=Elsevier srl|cid=biondi|isbn=978-88-214-3094-7}}
;Inglese
* {{cita libro|autore=Dworetzky J|titolo=Psychology|editore= Brooks/Cole Pub. Co|anno=1988|isbn=0-314-20412-1|cid=dworetzky}}
* {{Cita libro|titolo=Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: FIFTH EDITION DSM-5|anno=2013|editore=American Psychiatric Association|cid=APA2013|url=http://www.terapiacognitiva.eu/dwl/dsm5/DSM-5.pdf|formato=pdf|isbn=978-0-89042-554-1|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924155542/http://www.terapiacognitiva.eu/dwl/dsm5/DSM-5.pdf}}
* {{Cita libro|autore=Sophia F. Dziegielewski|titolo=DSM-IV-TR in Action|url=http://books.google.com/books?id=OdjliisAjtQC&pg=PA10|accesso= 26 ottobre 2010|editore=John Wiley & Sons|p=10|isbn=978-0-470-64315-0}}
* {{Cita libro|autore=Alice W. Flaherty|autore2=Natalia S. Rost|titolo=Kaplan and Sadock's Synopsis of Psychiatry: Behavioral Sciences/Clinical Psychiatry|cid=Sadock|editore=Lippincott Williams & Wilkins|isbn=978-1-4511-7861-6}}
* {{Cita libro|titolo=Sparse whole-genome sequencing identifies two loci for major depressive disorder|anno=2015|editore=Nature '''523''', 588–591|url=https://www.nature.com/nature/journal/v523/n7562/full/nature14659.html}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=depressione|q=Depressione|q_preposizione=sulla}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{
* {{
* {{Cita web | url = http://www.merckmanuals.com/home/mental_health_disorders/mood_disorders/overview_of_mood_disorders.html?qt=&sc=&alt= | titolo = Overview of Mood Disorders: Mood Disorders: Merck Manual Home Edition | lingua = en| accesso = 11 febbraio 2015 }}
{{Disturbi mentali e del comportamento}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|medicina|psicologia}}
{{Voce di qualità|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/Disturbo depressivo/3|arg=medicina|arg2=|giorno=24|mese=novembre|anno=2016}}
[[Categoria:Disturbi dell'umore]]
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