Anna Frank: differenze tra le versioni
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{{Nota disambigua||Anne Frank (disambigua)|Anne Frank}}
{{Bio
|Nome = Annelies Marie
|Cognome = Frank
|PostCognomeVirgola = detta '''Anne''' (<small>pronuncia [[lingua olandese
|ForzaOrdinamento = Frank, Anna
|Sesso = F
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|AnnoNascita = 1929
|LuogoMorte = Bergen-Belsen
|LuogoMorteLink = Campo di concentramento di Bergen-Belsen
|GiornoMeseMorte = febbraio o marzo
|AnnoMorte = 1945
|NoteMorte = <ref name="Anne Frank's last months">''[http://www.annefrank.org/en/News/News/2015/Maart/Anne-Franks-last-months/ Anne Frank's last months]''</ref><ref name="mortefrank2">''[http://www.huffingtonpost.it/2015/03/31/anna-frank-morta-un-mese-prima_n_6976714.html Anna Frank morta un mese prima di quanto si pensasse. La Fondazione rende noti gli esiti dell'ultima ricerca]'', ''[[Huffington Post]]'', 31 marzo 2015</ref><ref name="mortefrank">''[http://www.ilpost.it/2015/04/02/data-morte-anna-frank/ Quando morì Anne Frank]'', ''[[Il Post]]'', 2 aprile 2015</ref>
|
|Attività = scrittrice
|Nazionalità = tedesca
|FineIncipit = è stata una
|Immagine = Anne Frank lacht naar de schoolfotograaf.jpg
|
}}
[[File:Anne Frank signature.svg|miniatura|La Firma di Anna Frank]]
Visse gran parte della sua vita ad [[Amsterdam]], nei [[Paesi Bassi]], dove la famiglia si era rifugiata dopo l'ascesa al potere dei nazisti in [[Germania]]. Fu privata della [[cittadinanza]] tedesca nel 1935, divenendo così [[Apolidia|apolide]], e nel proprio diario scrisse che ormai si sentiva olandese e che dopo la guerra avrebbe voluto ottenere la cittadinanza dei [[Paesi Bassi]], paese nel quale era cresciuta.
== Biografia ==
=== Infanzia a Francoforte ===
Anna nacque il 12 giugno 1929, come seconda figlia di [[Otto Frank|Otto Heinrich Frank]] (12 maggio 1889 - 19 agosto 1980) e di sua moglie [[Edith Frank]], nata a Holländer (16 gennaio 1900 - 6 gennaio 1945), nella clinica dell'Associazione delle donne patriottiche nel parco Eschenheim, a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]], distrutta durante la [[seconda guerra mondiale]]. Aveva una sorella maggiore, [[Margot Frank|Margot Betti Frank]] (16 febbraio 1926 - febbraio 1945).
Fino all'età di due anni Anna visse nell'edificio in Marbachweg n. 307<ref>{{de}}
Prima che
Subito dopo che la [[
=== L'esilio ad Amsterdam ===
[[File:AnneFrankHouseAmsterdam.jpg|thumb|upright|La casa di Anna Frank ad [[Amsterdam]], in [[Prinsengracht]] 263]]
[[File:Anne Frank Schule Rivierenbuurt.jpg|thumb|6ª Scuola Primaria Pubblica Montessori di Anne Frank ad Amsterdam, 2010. Testo in facciata: "''Nessuno che non scrive da sé stesso sa quanto sia bello scrivere; mi pentivo di non poter disegnare affatto, ma ora sono felicissima di poter almeno scrivere. La tua Anne M. Frank."'' Anne Frank, Diario, 5 aprile 1944<ref>{{Cita web |url=https://www.beleven.org/verhalen/anne_frank/ |titolo=Het dagboek van Anne Frank. Een korte biografie en fragmenten uit het dagboek van Anne Frank (1929-1944) |accesso=16 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200811165559/https://www.beleven.org/verhalen/anne_frank/ |urlmorto=no |citazione = Niemand die zelf niet schrijft weet hoe fijn schrijven is; vroeger betreurde ik het altijd dat ik in 't geheel niet tekenen kon, maar nu ben ik overgelukkig dat ik tenminste schrijven kan. je Anne M. Frank.}}</ref>]]
[[Edith Frank|Edith]] e la figlia maggiore raggiunsero [[Otto Frank|Otto]] nel dicembre del 1933, Anna nel febbraio 1934. I Frank andarono a vivere in un palazzo condominiale in Merwedeplein n. 37, nel nuovo quartiere di [[Rivierenbuurt]], in quella che al tempo era la periferia meridionale della città e in cui molte famiglie tedesche di origini ebraiche avevano cercato una nuova patria. Anche in esilio i genitori si occuparono dell'educazione delle due figlie: Margot frequentò una scuola pubblica, mentre Anna venne iscritta alla scuola pubblica [[Maria Montessori|montessoriana]] nº 6 nella vicina Niersstraat. Mentre Margot eccelleva soprattutto in matematica, Anna si mostrava portata nel leggere e nello scrivere. Tra le amiche più intime di Anna dopo il 1934 si annoverano [[Hanneli Goslar]] e [[Sanne Ledermann]].
Più tardi, Hanneli raccontò che spesso Anna scriveva di nascosto e non rivelava a nessuno quello che scriveva. Questi primi appunti sono andati persi, ma "Hanneli", come veniva chiamata da Anna, è stata un'importante testimone le cui memorie sono state raccolte in un libro nel 1998 da [[Alison Leslie Gold]]. Un'altra amica, Jacqueline van Maarsen, raccontò in seguito le esperienze vissute insieme con Anna.
Nel 1935 e nel 1936 Anna poté ancora fare spensierate vacanze in [[Svizzera]] con la sua prozia parigina Olga Spitzer, a [[Sils im Engadin]], dove strinse amicizia con una ragazza del posto. Solo di recente, su iniziativa privata, è stato eretto un monumento in ricordo di Anna là dove sorgeva "Villa Spitzer" (oggi "Villa Laret").<ref name="zeit">{{Cita news|autore=Norman Ohler|titolo=Die Abgründe von Sils-Maria|data=17 dicembre 2014|editore=[[Die Zeit]]|numero=52|p=19|url=https://www.zeit.de/2014/52/juedische-geschichte-sils-maria-schweiz/komplettansicht }}</ref> Dal 1933 Otto Frank diresse la filiale olandese della ditta (tedesca) ''Opekta'' e nel 1938 avviò una seconda ditta insieme con il macellaio Hermann van Pels - anche lui in fuga con la sua famiglia ebrea da [[Osnabrück]] - per la distribuzione di [[sale]] da conservazione, erbe e [[spezie]]: la ''Pectacon'' della cui pubblicità su giornali e riviste si occupò lo studio di [[Annemie Wolff]] e di suo marito. Nel frattempo ad [[Aquisgrana]] i nazisti espropriarono la banca di suo padre Michael, banca per altro già segnata dalla crisi finanziaria del 1929.
Nel 1939 la madre di Edith raggiunse i Frank ad Amsterdam, dove rimase fino alla sua morte, nel gennaio del 1942. Di quanti pochi scrupoli si facessero i nazisti i Frank appresero in prima persona dal fratello di Edith, Walter Holländer, che durante la [[notte dei cristalli]] era stato arrestato e portato nel [[campo di concentramento di Sachsenhausen]], per poi ottenere un'autorizzazione speciale che gli aveva consentito di emigrare nei Paesi Bassi. Otto non si fece però distogliere dal suo ottimismo dai racconti delle [[sinagoga|sinagoghe]] in fiamme: definì l'accaduto come un "attacco febbrile" che avrebbe poi riportato tutti alla ragione.
La speranza divenne però paura allorquando, con l'attacco alla [[Polonia]] nel settembre 1939, scoppiò la [[seconda guerra mondiale]]. Gli ebrei in esilio temevano che anche i Paesi Bassi, che cercavano di mantenere la loro neutralità, venissero minacciati dall'espansionismo di [[Adolf Hitler|Hitler]]. E in effetti, il 10 maggio 1940 i [[Paesi Bassi]] furono [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi|attaccati e occupati]] dalla [[Wehrmacht]] tedesca: le forze olandesi capitolarono e la regina [[Guglielmina dei Paesi Bassi|Guglielmina]] volò in esilio a [[Londra]]. Presto apparve evidente che per gli ebrei dei Paesi Bassi incombeva lo stesso destino di quelli delle altre zone occupate. Otto e Edith non poterono più tenere nascosti ai figli i problemi politici: fino ad allora i genitori avevano sempre cercato di fare da scudo alle bambine, cercando di garantire loro un'apparente normalità. Come testimoniano alcune lettere rinvenute nel 2007, Otto Frank aveva più volte cercato di ottenere asilo negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] o a [[Cuba]], anche con l'aiuto dell'amico [[Nathan Straus]], che aveva contatti con la [[First lady degli Stati Uniti d'America|First Lady]] [[Eleanor Roosevelt]], ma i tentativi furono vani. Nuove leggi [[antisemitismo|antisemite]] toglievano loro progressivamente sempre più diritti: vennero esclusi dalla vita sociale e da quella pubblica. In particolare, il divieto di andare al cinema colpì molto duramente Anna, che era un'entusiasta cinefila e collezionista di foto di ''star'' del cinema. Come tutti gli ebrei dovette abbandonare la scuola pubblica per iscriversi a uno speciale liceo per sole ragazze ebree. Fu introdotto l'obbligo per tutti gli ebrei di registrarsi in un apposito registro anagrafico (con foto e impronte digitali), in seguito dovettero registrare addirittura le loro biciclette. Quando furono obbligati a portare sui vestiti la stella gialla che contrassegnava gli ebrei, molti olandesi iniziarono a solidarizzare con loro. Per contro, nacque anche un partito nazista olandese, il [[Movimento Nazional-Socialista]]. Per proteggere le sue aziende dalla [[confisca]] che colpiva le imprese gestite da ebrei, Otto cedette la direzione ''pro forma'' ai suoi collaboratori [[Razza ariana|ariani]], [[Johannes Kleiman]] e [[Victor Kugler]], e l'impresa assunse il nome di ''Gies & Co.''
Il 12 giugno 1942, per il suo tredicesimo compleanno, Anna ricevette un quadernino a quadretti bianco e rosso, sul quale avrebbe cominciato a scrivere (in olandese) il ''Diario'', inizialmente sotto forma di annotazioni a proposito della scuola e degli amici, quindi come immaginaria corrispondenza con le protagoniste di una popolare serie di romanzi per ragazze, "''Joop ter Heul''", della scrittrice olandese Cissy van Marxveldt, di cui lei e le amiche erano accanite lettrici.
=== La clandestinità ===
[[File:Anne-frank-haus.jpg|thumb|Ricostruzione della libreria girevole che nascondeva l'accesso al rifugio segreto]]
Otto Frank aveva preparato un nascondiglio nella casa retrostante (''Achterhuis'' in olandese) l'edificio in cui aveva sede la ditta, in [[Prinsengracht]] 263, seguendo un suggerimento del suo collaboratore Kleiman. L'edificio principale, nelle vicinanze della [[Chiesa Occidentale (Amsterdam)|Westerkerk]], era discreto, vecchio e tipico di questo quartiere di Amsterdam; l'''achterhuis'' era un edificio a tre piani che si trovava dietro l'edificio principale. Al primo piano c'erano due piccole camere con bagno e toilette; di sopra c'erano una camera grande e una più piccola; infine tramite una scala si arrivava al sottotetto. La porta che conduceva a questo retrocasa di quasi 50 m², che era collegata con una ripida scala all'ingresso degli uffici, venne nascosta da una libreria girevole.
Otto
{| class="wikitable"
|+ href="1980" |I rifugiati all'interno del retrocasa
!
!
!Nascita
!
|-
|-
|6 gennaio 1945 nel [[campo di sterminio di Birkenau]]
|-
|fine
|-
|Annelies Marie Frank
|Anne Aulis / Robin (da Anna)
|fine febbraio o inizio marzo 1945 nel [[campo di concentramento di Bergen-Belsen]]
|-
|[[Persone
Hermann van Daan (nel diario)
|-
|[[Persone
|Petronella van Daan
|29 settembre 1900 a [[Osnabrück|Buer]]
|-
|[[Persone legate ad Anna Frank#Gli altri occupanti dell'alloggio segreto|Peter van Pels]]
Peter van Daan (nel diario)
|8 novembre 1926 a [[Osnabrück]]
|5 maggio 1945 nel [[campo di concentramento di Mauthausen]]<ref name="
|-
|30 aprile 1889 a [[Gießen]]
|20 dicembre 1944 nel [[campo di concentramento di Neuengamme]]
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{| class="wikitable"
|+ href="Otto Frank" |Gli aiutanti
!Nome
!Pseudonimo
!Nascita
!Morte
|-
|Anne van Santen (da Anna)
|11 gennaio 2010 ad [[Amsterdam]]
|-
|[[Jan Gies]]
|-
|[[Victor Kugler]]
Riga 124 ⟶ 127:
|5 o 6 giugno 1900 a [[Vrchlabí|Hohenelbe]]
|16 dicembre 1981 a [[Toronto]]
|-
|[[Johannes Kleiman]]
|Simon Koophuis (da Anna)
Riga 130 ⟶ 133:
| href |30 gennaio 1959 ad [[Amsterdam]]
|-
|Elly Kuilmans (da Anna)
|6 maggio 1983 ad [[Amsterdam]]
|}
L'iniziale speranza di Otto di poter tornare tutti in libertà dopo qualche settimana si rivelò vana: furono costretti a restare nascosti per più di due anni. Durante tutto questo periodo non potevano uscire né fare nulla che potesse attirare l'attenzione (ad esempio facendo rumore). Il clima di tensione nel retrocasa, dove i rifugiati vivevano costantemente nella paura e nell'incertezza, portava ripetutamente a tensioni e conflitti. Ad esempio Anna era in conflitto con Fritz Pfeffer, col quale divideva la stanza e che quindi disturbava la sua ''privacy'': nel diario Anna utilizzò lo pseudonimo di "Dussel" (sciocco), senza tenere in considerazione che anche per il dentista non erano tempi facili, dovendo tra l'altro stare separato dalla compagna Charlotte Kaletta, che in quanto cristiana non doveva nascondersi. Anna litigò spesso anche con sua madre, sempre più disperata e senza speranze: il padre Otto faceva spesso da mediatore. Per Anna era particolarmente dura perché, all'inizio della sua adolescenza, si trovava rinchiusa con i genitori e obbligata a comportarsi in modo rigidamente disciplinato.
Miep Gies non si occupava solo di fornire i viveri, ma anche di informare gli otto
Il 17 luglio partì il primo treno per [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]]
Durante il periodo di clandestinità, Anna
=== L'arresto ===
Gli aiutanti non furono più in grado di proteggere i clandestini e furono costretti a mostrare il nascondiglio all'agente nazista
Gli otto rifugiati
==== Il delatore ====
[[File:Statue of Anne Frank
Nonostante le ricerche fatte dopo la guerra, la persona (o forse le persone) che
In base alle annotazioni sul diario di Anna
In più occasioni,
Kugler sorprese spesso
Dopo l'arresto dei rifugiati, i furti nel magazzino continuarono
Van Mareen non negò mai esplicitamente di aver rubato merce sul posto di lavoro: deve comunque notarsi che gli ultimi anni dell'[[Paesi Bassi nella seconda guerra mondiale|occupazione tedesca]] nei [[Paesi Bassi]] furono particolarmente pesanti per la popolazione locale a causa delle [[requisizione|requisizioni]] di viveri e del razionamento anche dei beni di prima necessità, e che quindi episodi di furto e vandalismo non erano affatto rari. L'ex magazziniere comunque negò con forza di aver tradito lui i rifugiati, anche se il suo collega, tal Lammert Hartog, dichiarò che, al massimo due settimane prima dell'irruzione della Gestapo, Van Maaren gli avrebbe detto in confidenza che nell'edificio si nascondevano degli ebrei. Van Maaren fu indagato due volte per le sue presunte responsabilità nel tradimento dei rifugiati, la prima volta nel 1948 e quindi nel 1963, ma non emersero mai prove concrete contro di lui.
L'ex nazista Silberbauer, all'epoca ancora in vita, dichiarò che il magazziniere non era noto come informatore della Gestapo e negò di conoscerlo<ref name="ReferenceA" />. L'uomo si dichiarò estraneo ai fatti, sostenendo che la sua curiosità era dovuta semplicemente al desiderio di allontanare i sospetti di furto dalla sua persona e aggiunse, smentendo il collega Hartog ormai deceduto, di non aver mai avuto sospetti sulla presenza di clandestini nell'edificio. Ammise comunque di aver notato "una certa aria di segretezza", precisando che la notizia dell'arresto lo aveva lasciato sconvolto.
Emerse, inoltre, che durante la guerra l'uomo aveva tenuto nascosto in casa uno dei propri figli, studente universitario, che aveva rifiutato di arruolarsi al seguito degli invasori nazisti; tale circostanza parve deporre a suo favore. Willem van Maaren morì ad [[Amsterdam]] il 28 novembre 1971 all'età di 76 anni, professando la propria innocenza fino all'ultimo.
La seconda persona sospettata di delazione fu Lena Hartog-van-Bladeren (deceduta nel 1963), che aveva lavorato per diverso tempo come donna delle pulizie e collaboratrice domestica, anche presso gli uffici di Prinsengracht, anche se inspiegabilmente aveva nascosto tale circostanza agli inquirenti. Suo marito Lammert lavorava in magazzino come aiutante di Van Maaren e da questi aveva sentito i racconti sulle sue osservazioni, poi raccontate anche alla moglie. Nel mese di luglio 1944, Lena Hartog avrebbe avuto un colloquio con Bep Voskuijl, chiedendole spiegazioni sulla presenza di ebrei che si nascondevano nell'edificio; l'impiegata non ammise alcunché, limitandosi a suggerire alla donna di guardarsi bene dal fare certe affermazioni, considerato il pericolo cui simili chiacchiere potevano esporre tutto il personale della Opekta. Nello stesso periodo, inoltre, Lena Hartog aveva prestato servizio presso una famiglia di conoscenti di Otto Frank e Johannes Kleiman, tali Anne e Petrus Genot, quest'ultimo collega di lavoro del fratello di Kleiman. Hartog si sarebbe più volte lamentata con Anne Genot del fatto che alcuni ebrei si nascondevano in Prinsengracht e che ciò avrebbe provocato guai a lei e al marito se la circostanza fosse divenuta di dominio pubblico.<ref name="ReferenceB" /> Emerse in seguito che, nel vicinato, non pochi abitanti e impiegati di ditte vicine avevano nutrito sospetti sulla presenza dei rifugiati al numero 263, ma in generale era prevalso un atteggiamento di solidarietà, tanto più che in zona si nascondevano anche altri ebrei.<ref name="ReferenceA" /> I sospetti su Lena furono rafforzati dalle ricerche dalle quali Otto Frank scoprì che probabilmente la chiamata alla Gestapo era stata fatta da una donna: ma nemmeno contro di lei si riuscì a trovare alcuna prova.
Nel 1998 la scrittrice [[Melissa Müller]] la identificò come responsabile della delazione, ma ritirò l'accusa nel 2003 allorquando la storica britannica [[Carol Ann Lee]] confutò tale tesi, supportata dalle ricerche senza esito dell'[[Nederlands Instituut voor Oorlogsdocumentatie|Istituto olandese per la documentazione di guerra]] (Nederlands Instituut voor Oorlogsdocumentatie, NIOD). Nel suo libro ''The hidden life of Otto Frank'' (2002) Lee propose un nuovo nome, quello di [[Tonny Ahlers|Anton Ahlers]] (1917-2000), un olandese [[cacciatore di taglie]] sugli ebrei. All'epoca dell'occupazione nazista i cacciatori di taglie erano numerosi e si guadagnavano da vivere grazie ai premi riconosciuti a chi permetteva l'arresto di un ebreo. Dalle ricerche di Lee risulterebbe che il potenziale delatore, che lavorava come informatore per [[Kurt-Bertram von Döring|Kurt Döring]] del quartier generale della Gestapo ad Amsterdam, aveva ricattato Otto Frank. Questa tesi tuttavia è dibattuta: il NIOD non la considera veritiera, in quanto sono supposizioni legate esclusivamente a dichiarazioni dello stesso Ahlers (che si vantava di aver svelato il luogo del nascondiglio) e dei suoi famigliari (la moglie Martha smentì il marito, mentre il fratello Cas confermò la versione del tradimento).
Nel 2009 il giornalista olandese [[Sytze van der Zee]], nel suo libro ''Vogelvrij – De jacht op de joodse onderduiker,'' si occupò dell'ipotesi che la traditrice potesse essere stata [[Ans van Dijk]]. Nonostante fosse ella stessa ebrea, Van Dijk consegnava al [[Bureau Joodsch Zaken]] ebrei che si erano nascosti e che lei attirava in trappola, con la promessa di trovare un nuovo rifugio. Secondo van der Zee, Otto Frank sapeva che la delazione era stata opera non solo di una donna, ma di una donna ebrea: per tale motivo avrebbe taciuto per non alimentare ulteriori pregiudizi. Tuttavia van der Zee non fu in grado di risolvere questo enigma: Ans van Dijk fu comunque l'unica donna fra 39 persone a essere giustiziata per reati commessi in tempo di guerra.
Nell'aprile 2015, nei [[Paesi Bassi]] uscì un libro (di cui è coautore uno dei figli di [[Bep Voskuijl]], Joop van Wijk), dal titolo "''Bep Voskuijl, Het Zwigen Voorbij''" (ovvero: Bep Voskuijl, Basta silenzio)" che fornì una nuova versione sulla possibile identità del delatore, da identificarsi in Hendrika Petronella Voskuijl detta Nelly, sorella minore di Bep Voskuijl e a sua volta, per un breve periodo, dipendente della ditta Opekta in qualità di impiegata. Nelly Voskuijl, diversamente dal padre e dalla sorella, non faceva mistero delle proprie simpatie per il [[nazionalsocialismo|nazismo]], tanto da essersi anche offerta per il lavoro volontario in Germania; quest'ultima circostanza fu annotata dalla stessa Anna - molto legata a Bep Voskuijl, di pochi anni più grande di lei - nel proprio diario.
In altri passi, Anna rilevò che c'erano state tensioni a proposito della sorella di Bep, che avrebbe preteso di essere stabilmente assunta dalla Opekta<ref>Anne Frank, Tutti gli scritti, 2001, Super ET, ISBN 978-88-06-22432-5</ref>. Le testimonianze di Diny Voskuijl, sorella superstite di Bep e Nelly (quest'ultima deceduta nel 2001), nonché tal Bertus Hulsman, amico d'infanzia ed ex fidanzato di Bep durante la guerra, raccolte nel libro, indicano frequenti litigi tra Nelly e Bep, durante i quali la prima avrebbe ripetutamente rinfacciato alla sorella di stare nascondendo degli ebrei. Deve inoltre notarsi che le numerose lettere scambiate tra Bep e Otto Frank dopo la guerra sono state fatte sparire tutte dopo la morte di Bep, avvenuta nel maggio 1983, probabilmente per nascondere le responsabilità di parte della famiglia Voskuijl nell'arresto e deportazione di otto persone<ref>[http://www.lastampa.it/2015/04/09/cultura/anna-frank-a-tradirla-fu-la-sorella-della-sua-protettrice-x2piqdu6uhagEUuS2JnjhO/pagina.html Anna Frank, a tradirla fu la sorella della sua protettrice - La Stampa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
=== Prigionia e destino dei rifugiati ===
Il 3 settembre 1944 Anna
Peter Van Pels, pur consigliato da Otto Frank di nascondersi con lui nell'infermeria di [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] durante l'evacuazione, non riuscì a seguirlo e fu aggregato
[[File:Anne frank memorial bergen belsen.jpg|thumb|Lapide in memoria di Anna e Margot a Bergen-Belsen, dove morirono nel febbraio 1945]]
Margot e Anna passarono un mese ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz-Birkenau]] e vennero poi spedite a [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen|Bergen-Belsen]], dove morirono di [[tifo esantematico]]. Margot fu la prima, nonostante le cure della sorella, e fu seguita il giorno successivo da Anna.<ref>{{cita web|url=https://www.timesofisrael.com/what-happened-to-anne-frank-after-the-secret-annex/|titolo=What happened to Anne Frank after the Secret Annex?|autore=Matt Lebovic|lingua=en|data=14 settembre 2014|editore=The Times of Israel}}</ref> La data della loro morte non è nota con certezza: inizialmente era indicata come avvenuta nel mese di marzo, ma nuove ricerche pubblicate nel 2015 l'hanno retrodatata al febbraio 1945<ref name="mortefrank2" /><ref name="mortefrank" />. Una giovane infermiera olandese, [[Janny Brandes-Brilleslijper]], che nel lager aveva stretto amicizia con le due ragazze e assistito alla morte di Anna, seppellì personalmente i cadaveri in una delle fosse comuni del campo e, subito dopo la liberazione, scrisse a Otto Frank comunicandogli la tragica notizia.
Kleiman fu liberato per intervento della Croce Rossa un mese dopo l'arresto, il 18 settembre 1944, a causa delle gravi [[Ulcera gastrica|ulcere]] che lo affliggevano da anni. È morto ad Amsterdam nel 1959, mentre lavorava negli uffici di Prinsengracht, dove aveva ripreso le sue funzioni di procuratore della ditta. Kugler fu deportato in più campi di concentramento sino al termine della guerra. Riuscì a evadere durante un bombardamento e a fare ritorno a [[Hilversum]], dove la moglie, malata terminale, lo nascose nell'ultimo mese di guerra. Nel dopoguerra, Kugler si risposò e si trasferì in [[Canada]]; minato dalla [[malattia di Alzheimer]], morì a [[Toronto]] nel 1981.
Solo il padre di Anna, tra i clandestini, sopravvisse ai campi di concentramento. Rimase prigioniero ad Auschwitz fino alla liberazione da parte dell'[[Armata Rossa|esercito sovietico]] il 27 gennaio 1945; il 3 giugno tornò ad Amsterdam dopo tre mesi di viaggio, si stabilì in città presso [[Miep Gies]] e il marito [[Jan Gies|Jan]], assistendo alla nascita del loro figlio, Paul. Una volta appresa la notizia della morte di Anna e Margot, Miep consegnò a Otto il diario della ragazza, che lei stessa aveva conservato nel proprio ufficio con l'intento di restituirlo solo alla legittima proprietaria. Otto, superato l'iniziale sconforto per la perdita della propria famiglia, mostrò gli scritti della figlia a diversi amici che lo convinsero a darlo alle stampe.
Otto stesso, in sede di revisione del manoscritto, ne modificò la grammatica e la sintassi, omettendo alcune parti perché considerate troppo private e poco rispettose dei compagni di sventura, in modo da renderlo adatto per la pubblicazione (solo anni dopo ne venne approntata una versione maggiormente fedele). Il diario venne pubblicato nel 1947 con il titolo di ''[[Diario di Anna Frank|Het Achterhuis]]'' ("Il retrocasa" in olandese).
Otto, che nel frattempo si era risposato con una superstite di Auschwitz, la viennese [[Elfriede Geiringer|Elfriede Markovits]], madre di un'amica di Anna, morì di [[carcinoma del polmone|cancro ai polmoni]] a Basilea, in Svizzera, dove si era stabilito da tempo, il 19 agosto 1980, all'età di 91 anni.
== Il ''Diario di Anna Frank'' ==
{{vedi anche|Diario di Anna Frank}}
[[File:Ana Frank escritura1.jpg|thumb|All'inizio del diario: ''Spero di poterti affidare tutto come non ho mai potuto farlo a nessuno e spero che mi sarai di grande supporto. Anne Frank 12 giugno 1942'']]
Il diario
Esistono quindi due versioni autografe del diario:
# la versione A, la prima redazione originale di Anna, che va dal 12 giugno
# la versione B, la seconda redazione di Anna, su fogli volanti, in vista della pubblicazione, che copre il periodo 20 giugno
Il testo su cui si basò la prima edizione del 1947 (versione C) fu compilato da Otto Frank basandosi principalmente sulla versione B, apportando modifiche e cancellazioni
La casa dove Anna e la famiglia si nascondevano è
== Edizioni italiane degli scritti di Anna Frank ==
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* Ead., ''Diario'', a cura di Matteo Corradini, traduzione di Dafna Fiano, prefazione di Sami Modiano, Milano, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2017, ISBN 978-88-17-08569-4.
== Teatro, cinema e televisione ==
Esistono numerosi adattamenti del [[diario di Anna Frank]], per il teatro, il cinema e la televisione. L'adattamento più famoso rimane quello teatrale di [[Frances Goodrich]] e [[Albert Hackett]], che nel 1955-57 ebbe a Broadway un enorme successo con oltre 700 rappresentazioni e un revival nel 1997-98.<ref>"[https://www.ibdb.com/broadway-show/the-diary-of-anne-frank-3066 The Diary of Anne Frank]", [[Internet Broadway Database]].</ref> Su questo lavoro teatrale sono basate tutte le prime versioni cinematografiche e televisive, incluso il film di [[George Stevens]] che nel 1959 sancì la popolarità internazionale della vicenda-simbolo dell'Olocausto. In anni più recenti la filmografia ha esplorato nuovi adattamenti della vicenda. Una versione musicale, ''[[El diario de Ana Frank - Un canto a la vida]]'', è stata messa in scena a [[Madrid]] nel 2008.
L'attrice che per prima ha interpretato il ruolo di Anna Frank è stata l'allora diciannovenne [[Susan Strasberg]] nella produzione teatrale di Broadway del 1955. In seguito vi si sono cimentate altre giovani attrici come lei di aspetto adolescenziale, come [[Millie Perkins]] ed [[Ellie Kendrick]], o attrici bambine, come [[Melissa Gilbert]], [[Natalie Portman]] e [[Rosabell Laurenti Sellers]].<ref>"[https://www.imdb.com/character/ch0063647/ Anne Frank (character)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170128190821/http://www.imdb.com/character/ch0063647/?ref_=tt_cl_t1 |date=28 gennaio 2017 }}", [[Internet Movie Database]].</ref> Protagonista della versione musicale spagnola del 2008 è stata [[Isabella Castillo]]; la sua interpretazione le fa vincere il premio Gran Vía come miglior giovane rivelazione.
{{-}}
{| class="wikitable"
|+
|-
!Anno !! Anna Frank !! Teatro / Cinema / Televisione !! Adattamento !! Regia
|-
| 1955
| [[Susan Strasberg]] || ''[[Il diario di Anna Frank (dramma)|Il diario di Anna Frank]]'' (''The Diary of Anne Frank''), riduzione teatrale (Broadway) || rowspan="5" | [[Frances Goodrich]] & [[Albert Hackett]] || [[Garson Kanin]]
|-
| 1956
| [[Anna Maria Guarnieri]] || ''[[Il diario di Anna Frank (dramma)|Il diario di Anna Frank]]'', traduzione per la scena di Laura Del Bono (Italia) || [[Giorgio De Lullo]]
|-
| 1958
| [[Kati Székely]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1958)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Das Tagebuch der Anne Frank''), film TV (Germania Est) || [[Emil Stöhr]]
|-
| 1959
| [[Millie Perkins]] || ''[[Il diario di Anna Frank (film 1959)|Il diario di Anna Frank]]'', film (USA) || [[George Stevens]]
|-
| 1962
| [[Martine Crefcour]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1962)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Dagboek van Anne Frank''), film TV (Paesi Bassi) ||
|-
| 1967
| [[Diana Davila]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1967)|Il diario di Anna Frank]]'', film TV (USA) || [[Alex Segal]]||
|-
| 1979
| [[Mariko Fuji]] (voce) || ''[[Anne no nikki: Anne Frank monogatari]]'' ("Il diario di Anna: la storia di Anna Frank"), film d'animazione (Giappone) || [[Ryūzō Nakanishi]]|| [[Eiji Okabe]]
|-
| 1980
| [[Melissa Gilbert]] || ''[[Il diario di Anna Frank (film 1980)|Il diario di Anna Frank]]'', film TV (USA) || rowspan="3" | [[Frances Goodrich]] & [[Albert Hackett]] || [[Boris Sagal]]
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| 1982
| [[Juliane Korén]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1982)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Das Tagebuch der Anne Frank''), film TV (Germania Est) || [[Mirjana Erceg]]
|-
| 1985
| [[Jip Wijngaarden]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1985)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Het dagboek van Anne Frank''), film TV (Paesi Bassi) || [[Jeroen Krabbé]] & [[Hank Onrust]]
|-
| 1987
| [[Katharine Schlesinger]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (miniserie televisiva 1987)|Il diario di Anna Frank]]'', miniserie TV in 4 episodi (UK) || [[Elaine Morgan]] || [[Gareth Davies (regista)|Gareth Davies]]
|-
| 1988
| [[Lisa Jacobs]]|| ''[[The Attic: The Hiding of Anne Frank]]'', film TV (USA) || [[Miep Gies]] || [[John Erman]]
|-
| 1995
| [[Rena Takahashi]] (voce) || ''[[Anne no nikki]]'' ("Il diario di Anna"), film d'animazione (Giappone) || [[Hachirô Konno]] & [[Roger Pulvers]]|| [[Akinori Nagaoka]]
|-
| 1997
| [[Natalie Portman]] || ''[[Il diario di Anna Frank (dramma)|Il diario di Anna Frank]]'' (''The Diary of Anne Frank''), riduzione teatrale (Broadway revival) || [[Frances Goodrich]] & [[Albert Hackett]] || [[James Lapine]]
|-
| 2001
| [[Hannah Taylor-Gordon]] || ''[[La storia di Anna Frank]]'' (''Anne Frank: The Whole Story''), miniserie TV in 2 episodi (USA) || [[Kirk Ellis]] & [[Melissa Müller]]|| [[Robert Dornhelm]]
|-
| 2008
| [[Isabella Castillo]] || ''[[El diario de Ana Frank - Un canto a la vida]]'', musical (Spagna) || [[José Luis Tierno]] & [[Jaime Azpilicueta]]|| [[Daniel Garcìa Chavéz]]
|-
| 2009
| [[Ellie Kendrick]] || ''[[Il diario di Anna Frank (miniserie televisiva)|Il diario di Anna Frank]]'', miniserie TV in 5 episodi (UK) || [[Deborah Moggach]]|| [[Jon Jones]]
|-
| 2010
| [[Rosabell Laurenti Sellers]] || ''[[Mi ricordo Anna Frank]]'', film TV (Italia) || [[Alison Leslie Gold]]|| [[Alberto Negrin]]
|-
| 2016
| [[Lea van Acken]] || ''[[Das Tagebuch der Anne Frank]]'', film (Germania) || [[Fred Breinersdorfer]]|| [[Hans Steinbichler]]
|-
|2019
| [[Helen Mirren]] || ''[[#AnnaFrank. Vite parallele]]'', docu-film (Italia) || [[Sabina Fedeli]], [[Anna Migotto]]|| Sabina Fedeli, Anna Migotto
|-
|2021
| [[Ludovica Nasti]]|| ''Il nostro nome è Anna,'' cortometraggio (Italia) || [[Cristiana Bertolotti]], [[Federica Pannocchia]], [[Mattia Mura]] || Mattia Mura
|-
|2021
| [[Emily Carey]] (voce) || [[Anna Frank e il diario segreto]], film d'animazione (Belgio, Francia, Israele, Paesi Bassi, Lussemburgo) || [[Ari Folman]] || Ari Folman
|}
Ad Anna Frank la città di [[Parigi]] ha dedicato, nel 2007, un giardino: il [[giardino Anna Frank]], nel [[III arrondissement di Parigi|III ''arrondissement'']].
== Note ==
== Bibliografia ==
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* Miep Gies, ''Si chiamava Anna Frank'', Milano, A. Mondadori, 1987. ISBN 88-04-30506-1.
* Willy Lindwer, ''Gli ultimi 7 mesi di Anna Frank. La drammatica fine dell'autrice del Diario, raccontata da sette compagne di prigionia, testimoni oculari di ciò che seguì il suo arresto: la vita nei lager e la tragica morte'', Roma, Newton Compton, 1989.
* Ruud van der Rol e Rian Verhoeven, ''Anna Frank. Album di famiglia'', Vimercate, La
* Alison Leslie Gold, ''Mi ricordo Anna Frank. Riflessioni di un'amica d'infanzia'', Milano, Bompiani, 1999. ISBN 88-452-4022-3.
*
* Josephine Poole, ''Anne Frank'', San Dorligo della Valle, Emme, 2005. ISBN 88-7927-750-2.
* Ann Kramer, ''Anna Frank. Un raggio di sole negli anni bui del nazismo'', Trezzano sul Naviglio, IdeeAli, 2007. ISBN 978-88-6023-090-4.
* Ernst Schnabel, ''Anne Frank. Un racconto-documento'', Milano, Modern Publishing, 2008. ISBN 978-88-493-0511-1.
* [[Francine Prose]], ''Anne Frank. La voce dell'Olocausto
* Sid Jacobson, Ernie Colón, ''Anne Frank. La biografia a fumetti'', Milano, [[Rizzoli Lizard]], 2011. ISBN 978-88-17-04736-4.
* [[Aidan Chambers]], ''La penna di Anne Frank'', Modena, EquiLibri, 2011. ISBN 978-88-905808-0-2.
* Casa di
* Theo Coster, ''I nostri giorni con Anna. Il racconto dei compagni di classe di Anna Frank'', Milano, Rizzoli, 2012. ISBN 978-88-17-05511-6.
* Sharon Dogar, ''La stanza segreta di Anna Frank'', Roma, Newton Compton, 2012. ISBN 978-88-541-3540-6.
* [[Guia Risari]], ''La porta di Anna'', Milano, Mondadori, 2016. ISBN 978-88-04-65888-7.
*
*
* {{en}} Jacqueline van Maarsen, ''A Friend Called Anne. One girl's story of war, peace, and a unique friendship with Anne Frank'', Nuova York, Puffin Books, 2005. ISBN 978-0-14-240719-6.
* {{en}} Jacqueline van Maarsen, ''My Name Is Anne, She Said, Anne Frank. The Memoirs of Anne Frank's Best Friend'', Londra, Arcadia, 2007. ISBN 978-1-905147-10-6.
* {{en}} Jacqueline van Maarsen, ''Inheriting Anne Frank'', Londra, Arcadia, 2009. ISBN 978-1-906413-27-9.
== Voci correlate ==
* [[Diario di Anna Frank]]
* [[Diari dell'Olocausto]]
* [[Fondazione Anna Frank]]
* [[Casa di Anna Frank]]
* [[Otto Frank]]
* [[Persone legate ad Anna Frank]]
* [[Olocausto]]
* [[
* [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.
* {{cita web|url=http://www.geocities.com/afdiary/index.html|titolo=Uno studio approfondito su Anna Frank, il diario e le persone che le stavano attorno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071216070505/http://www.geocities.com/afdiary/index.html|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.
* {{cita web|url=http://www.
{{Controllo di autorità}}
{{portale|biografie|ebraismo|letteratura|nazismo|seconda guerra mondiale}}
[[Categoria:Anna Frank| ]]
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[[Categoria:
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