Anna Frank: differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua||Anne Frank (disambigua)|Anne Frank}}
[[Immagine:AnneFrankSchoolPhoto.jpg|thumb|Anna Frank (1940)]]
{{Bio
|Nome = Annelies Marie
|Cognome = Frank
|PostCognomeVirgola = detta '''Anne''' (<small>pronuncia [[lingua olandese:|olandese]]</small> {{IPA|[ʔɑnəˈlis maːˈri ˈʔɑnə ˈfrɑŋk]}},; <small>[[lingua tedesca:|tedesca]]</small> {{IPA|[ʔanəliːs maˈʁiː ˈʔanə ˈfʁaŋk]}};, {{Link audio|De-Annelies_Marie_Anne_Frank.ogg|ascolta}}), nome spesso italianizzato inchiamata '''Anna Frank''', in italiano
|ForzaOrdinamento = Frank, Anna
|Sesso = F
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|AnnoNascita = 1929
|LuogoMorte = Bergen-Belsen
|LuogoMorteLink = Campo di concentramento di Bergen-Belsen
|GiornoMeseMorte = febbraio o marzo
|AnnoMorte = 1945
|NoteMorte = <ref name="Anne Frank's last months">''[http://www.annefrank.org/en/News/News/2015/Maart/Anne-Franks-last-months/ Anne Frank's last months]''</ref><ref name="mortefrank2">''[http://www.huffingtonpost.it/2015/03/31/anna-frank-morta-un-mese-prima_n_6976714.html Anna Frank morta un mese prima di quanto si pensasse. La Fondazione rende noti gli esiti dell'ultima ricerca]'', ''[[Huffington Post]]'', 31 marzo 2015</ref><ref name="mortefrank">''[http://www.ilpost.it/2015/04/02/data-morte-anna-frank/ Quando morì Anne Frank]'', ''[[Il Post]]'', 2 aprile 2015</ref>
|AttivitàEpoca = 1900
|Attività = scrittrice
|Nazionalità =
|Nazionalità = tedesca
|Categorie = no
|FineIncipit = è stata una [[deportazione|deportata]] egiovane [[scrittore|scrittrice]] [[Ebrei|ebrea]] [[Germania|tedesca]], divenuta un simbolo della [[Olocausto|Shoah]] per [[Diario di Anna Frank|il suo diario]], scritto nel periodo in cui lei e la sua famiglia si nascondevano dai [[Nazionalsocialismo|nazisti]], e per la sua tragica morte nel [[campo di concentramento di Bergen-Belsen]].
|Immagine = Anne Frank lacht naar de schoolfotograaf.jpg
Visse parte della sua vita ad [[Amsterdam]], nei [[Paesi Bassi]], dove la famiglia si era rifugiata dopo l'ascesa al potere dei nazisti in [[Germania]]. Fu privata della cittadinanza tedesca nel [[1935]], divenendo così [[apolide]] e nel proprio diario scrisse che ormai si sentiva olandese e che dopo la guerra avrebbe voluto ottenere la cittadinanza dei [[Paesi Bassi]], Paese nel quale era cresciuta
|ImmagineDidascalia = AnneAnna Frank signature.svgnel 1941
|Didascalia = Firma di Anna Frank
}}
[[File:Anne Frank signature.svg|miniatura|La Firma di Anna Frank]]
Visse gran parte della sua vita ad [[Amsterdam]], nei [[Paesi Bassi]], dove la famiglia si era rifugiata dopo l'ascesa al potere dei nazisti in [[Germania]]. Fu privata della [[cittadinanza]] tedesca nel 1935, divenendo così [[Apolidia|apolide]], e nel proprio diario scrisse che ormai si sentiva olandese e che dopo la guerra avrebbe voluto ottenere la cittadinanza dei [[Paesi Bassi]], paese nel quale era cresciuta.
 
== Biografia ==
=== Infanzia a Francoforte ===
Anna nacque il 12 giugno 1929, come seconda figlia di [[Otto Frank|Otto Heinrich Frank]] (12 maggio 1889 - 19 agosto 1980) e di sua moglie [[Edith Frank]], nata a Holländer (16 gennaio 1900 - 6 gennaio 1945), nella clinica dell'Associazione delle donne patriottiche nel parco Eschenheim, a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]], distrutta durante la [[seconda guerra mondiale]]. Aveva una sorella maggiore, [[Margot Frank|Margot Betti Frank]] (16 febbraio 1926 - febbraio 1945).
[[File:AnneFrankHouseAmsterdam.jpg|thumb|La casa di Anna Frank ad [[Amsterdam]], in Prinsengracht 263. Anna era piuttosto soddisfatta del nascondiglio:
{{citazione|L’Alloggio segreto è un nascondiglio ideale! Anche se è umido e storto non esiste in tutta Amsterdam, né probabilmente in tutta l’Olanda, un nascondiglio più comodo di questo}}]]
Anna nacque il 12 giugno 1929 come seconda figlia di [[Otto Frank|Otto Heinrich Frank]] (12 maggio [[1889]] - 19 agosto [[1980]]) e di sua moglie [[Edith Frank]] nata Holländer (16 gennaio 1900 - 6 gennaio 1945) nella clinica dell'Associazione delle donne patriottiche nel parco Eschenheim, a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]]: questa clinica venne distrutta durante la Seconda guerra mondiale. Aveva una sorella maggiore, [[Margot Frank|Margot Elisabeth Frank]] (16 febbraio [[1926]] - febbraio [[1945]]).
 
Fino all'età di due anni Anna visse nell'edificio in Marbachweg n. 307<ref>{{de}} ed[https://www.juedische-allgemeine.de/article/view/id/17971 Marbachweg 307. Seit fast 60 Jahren lebt Inge Strauss in der Wohnung von Anne Frank], Ludwig von Astrid, ''Jüdische Allgemeine'', 2 gennaio 2014</ref> e in seguito si trasferì nella Ganghoferstraße n. 24 (entrambe nel quartiere [[Dornbusch]]). La famiglia Frank viveva in una comunità mista ede i figli crebbero insieme acon bambini di fede [[Chiesa cattolica|cattolica]], [[Protestantesimo|protestante]] ed [[Ebraismo|ebraica]]. I Frank erano [[Ebraismo riformato|ebrei riformati]]: molte tradizioni ebraiche erano conservate, ma solo alcune venivano praticate. Edith era la più credente<ref>[http://www.annefrank.org/it/museo/mostre/mostre-temporanee/edith/fotografie-della-giovinezza/ Edith Franck-Holländer, mamma di Anne], annefrank.org</ref>, mentre Otto, che aveva prestato servizio come ufficiale per l'esercito tedesco durante la [[Primaprima guerra mondiale]], lavorava come imprenditore e si occupava principalmente dell'educazione delle sue figlie, che stimolava alla lettura grazie anche alla ricca biblioteca privata che possedeva<ref>[http://www.annefrank.org/it/anne-frank/la-vita-in-germania/i-genitori-di-anne-frank/ I genitori di Anne], annefrank.org</ref>. Anna dovette sempre confrontarsi con i paragoni con la sorella maggiore Margot: questa era buona, esemplare e timida, mentre Anna era molto più vivace, piena di interessi, ma anche estroversa ede impulsiva, e si sentiva costantemente trattata peggio della sorella<ref>[https://web.archive.org/web/20110512140007/http://www.fr-online.de/politik/spezials/-sie-hat-gelacht-und-gelacht-/-/1472610/2902590/-/item/0/-/index.html "Sie hat gelacht und gelacht"], ''Frankfurter Rundschau''</ref>.
 
Prima che l'avvento nelil [[nazionalsocialismo]] irrompesse nella sua vita e distruggesse la sua vitadistruggesse, Anna viveva tranquillamente con la sua famiglia e con i suoi amici a Francoforte. Poteva anche recarefare visita a [[Basilea]] alla nonna Alice Frank, la madre di Otto, a [[Basilea]]. Nel 1931 questa si era trasferita con la figlia HeleneHélène detta "Leni" (zia di Anna e sorella di Otto) ede i figli di lei Stephan e [[Buddy Elias|Bernhard]] (divenutoè poistato famoso comeun attore con lo pseudonimo di Buddy Elias e presidente della Anne Frank Fonds di Basilea, società che amministra i diritti d'autore sul diario di Anna)<ref>''[http://www.annefrank.org/en/News/News/2015/Maart/Anne-Franks-last-months/ name="Anne Frank's last months]''<" /ref> a Basilea, dove suo marito nel 1929 aveva aperto la rappresentanza svizzera della [[Opekta]], una ditta producenteche produceva [[pectina]] per la realizzazione di marmellate. Anna Frank viene descritta dal cugino Bernhard come una "bambina vivace, che non faceva altro che ridere".
 
Subito dopo che la [[NationalsozialistischePartito DeutscheNazionalsocialista ArbeiterparteiTedesco dei Lavoratori|NSDAP]] ebbe ottenuto la maggioranza alle elezioni comunali di Francoforte del 13 marzo 1933, poche settimane dopo l'ascesa al potere di [[Adolf Hitler|Hitler]], cominciarono ada esserci delle dimostrazioni [[Antisemitismo|antisemite]]. Otto Frank cominciò a temere per il futuro della sua famiglia ede insieme alla moglie iniziòcominciò a pensare a cosa sarebbe potuto succedere se fossero rimasti in Germania. Più tardi, nello stesso anno, Edith si trasferì con le figlie ad [[Aquisgrana]] da sua madre Rosa Holländer. Otto inizialmente rimase a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]], ma in seguito ricevette l'offerta da [[Robert Feix]] di(chimico andareaustriaco adcomproprietario dell'azienda) l'offerta di aprire una filiale dell'OpetkaOpekta ad [[Amsterdam]]<ref>[http://www.annefrank.org/it/anne-frank/lemigrazione-in-olanda-/un-nuovo-inizio-/ Un nuovo inizio], annefrank.org</ref>. Si trasferì quindi nei [[Paesi Bassi]] per organizzare i suoi affari e per preparare l'arrivo del resto della sua famiglia. Nel frattempo, con la legge imperiale sulla cittadinanza, la famiglia Frank perse la cittadinanza tedesca.
 
=== L'esilio ad Amsterdam ===
[[File:AnneFrankHouseAmsterdam.jpg|thumb|upright|La casa di Anna Frank ad [[Amsterdam]], in [[Prinsengracht]] 263]]
Edith ed entrambe le figlie raggiunsero il padre ad Amsterdam nel febbraio 1934 ed andarono a vivere in un palazzo condominiale in Merwedeplein n. 37, nel nuovo quartiere di [[Rivierenbuurt]] in quella che al tempo era la periferia meridionale della città, dove molte famiglie tedesche di origini ebraiche avevano cercato una nuova patria. Anche in esilio i genitori si occuparono dell'educazione delle due figlie: Margot frequentò una scuola pubblica, mentre Anna venne iscritta alla scuola pubblica [[Maria Montessori|montessoriana]] n°6 nella vicina Niersstraat. Mentre Margot eccelleva soprattutto in matematica, Anna si mostrava portata nel leggere e nello scrivere. Tra le amiche più intime di Anna dopo il 1934 si annoverano [[Hanneli Goslar|Hannah Goslar]] e [[Sanne Ledermann]]. Goslar più tardi raccontò che spesso Anna scriveva di nascosto e non rivelava a nessuno quello che scriveva. Questi primi appunti sono andati persi, ma "Hanneli", come veniva chiamata da Anna, è oggi un'importante testimone le cui memorie sono state raccolte in un libro nel 1998 da Alison Leslie Gold 1998. Un'altra amica, Jacqueline van Maarsen, raccontò in seguito le esperienze vissute insieme ad Anna.
[[File:Anne Frank Schule Rivierenbuurt.jpg|thumb|6ª Scuola Primaria Pubblica Montessori di Anne Frank ad Amsterdam, 2010. Testo in facciata: "''Nessuno che non scrive da sé stesso sa quanto sia bello scrivere; mi pentivo di non poter disegnare affatto, ma ora sono felicissima di poter almeno scrivere. La tua Anne M. Frank."'' Anne Frank, Diario, 5 aprile 1944<ref>{{Cita web |url=https://www.beleven.org/verhalen/anne_frank/ |titolo=Het dagboek van Anne Frank. Een korte biografie en fragmenten uit het dagboek van Anne Frank (1929-1944) |accesso=16 giugno 2020 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200811165559/https://www.beleven.org/verhalen/anne_frank/ |urlmorto=no |citazione = Niemand die zelf niet schrijft weet hoe fijn schrijven is; vroeger betreurde ik het altijd dat ik in 't geheel niet tekenen kon, maar nu ben ik overgelukkig dat ik tenminste schrijven kan. je Anne M. Frank.}}</ref>]]
[[Edith Frank|Edith]] e la figlia maggiore raggiunsero [[Otto Frank|Otto]] nel dicembre del 1933, Anna nel febbraio 1934. I Frank andarono a vivere in un palazzo condominiale in Merwedeplein n. 37, nel nuovo quartiere di [[Rivierenbuurt]], in quella che al tempo era la periferia meridionale della città e in cui molte famiglie tedesche di origini ebraiche avevano cercato una nuova patria. Anche in esilio i genitori si occuparono dell'educazione delle due figlie: Margot frequentò una scuola pubblica, mentre Anna venne iscritta alla scuola pubblica [[Maria Montessori|montessoriana]] nº 6 nella vicina Niersstraat. Mentre Margot eccelleva soprattutto in matematica, Anna si mostrava portata nel leggere e nello scrivere. Tra le amiche più intime di Anna dopo il 1934 si annoverano [[Hanneli Goslar]] e [[Sanne Ledermann]].
 
Più tardi, Hanneli raccontò che spesso Anna scriveva di nascosto e non rivelava a nessuno quello che scriveva. Questi primi appunti sono andati persi, ma "Hanneli", come veniva chiamata da Anna, è stata un'importante testimone le cui memorie sono state raccolte in un libro nel 1998 da [[Alison Leslie Gold]]. Un'altra amica, Jacqueline van Maarsen, raccontò in seguito le esperienze vissute insieme con Anna.
Nel 1935 e nel 1936 Anna poté ancora fare spensierate vacanze con la sua prozia parigina Olga Spitzer in svizzera a [[Sils im Engadin/Segl|Sils im Engadin]], dove strinse amicizia con una ragazza del posto. Solo di recente, su iniziativa privata è stato eretto un monumento in ricordo di Anna dove sorgeva "Villa Spitzer" (oggi "Villa Laret").<ref name="zeit" /> Dal 1933 Otto Frank diresse la filiale olandese della ditta (tedesca) ''Opekta''. Nel [[1938]] Otto avviò una seconda ditta insieme al macellaio Hermann van Pels - anche lui in fuga con la sua famiglia ebrea da [[Osnabrück]] - per la distribuzione di [[sale]] da conservazione, erbe e [[spezie]]: la ''Pectacon''. Nel frattempo ad Aquisgrana i nazisti espropriarono la banca di suo padre Michael, banca per altro già segnata dalla crisi finanziaria del 1929.
 
Nel 1935 e nel 1936 Anna poté ancora fare spensierate vacanze in [[Svizzera]] con la sua prozia parigina Olga Spitzer, a [[Sils im Engadin]], dove strinse amicizia con una ragazza del posto. Solo di recente, su iniziativa privata, è stato eretto un monumento in ricordo di Anna là dove sorgeva "Villa Spitzer" (oggi "Villa Laret").<ref name="zeit">{{Cita news|autore=Norman Ohler|titolo=Die Abgründe von Sils-Maria|data=17 dicembre 2014|editore=[[Die Zeit]]|numero=52|p=19|url=https://www.zeit.de/2014/52/juedische-geschichte-sils-maria-schweiz/komplettansicht }}</ref> Dal 1933 Otto Frank diresse la filiale olandese della ditta (tedesca) ''Opekta'' e nel 1938 avviò una seconda ditta insieme con il macellaio Hermann van Pels - anche lui in fuga con la sua famiglia ebrea da [[Osnabrück]] - per la distribuzione di [[sale]] da conservazione, erbe e [[spezie]]: la ''Pectacon'' della cui pubblicità su giornali e riviste si occupò lo studio di [[Annemie Wolff]] e di suo marito. Nel frattempo ad [[Aquisgrana]] i nazisti espropriarono la banca di suo padre Michael, banca per altro già segnata dalla crisi finanziaria del 1929.
Nel 1939 la madre di Edith raggiunse i Frank ad Amsterdam, dove rimase fino alla sua morte nel gennaio del 1942. Di quanto pochi scrupoli si facessero i nazisti i Frank lo appresero in prima persona dal fratello di Edith, Walter Holländer, che durante la [[notte dei cristalli]] era stato arrestato e portato nel [[campo di concentramento di Sachsenhausen]], per poi ottenere un'autorizzazione speciale che gli consentì di emigrare nei Paesi Bassi. Otto Frank non si fece però distogliere dal suo ottimismo dai racconti delle sinagoghe in fiamme: definì l'accaduto come un "attacco febbrile" che avrebbe poi riportato tutti alla ragione.
 
Nel 1939 la madre di Edith raggiunse i Frank ad Amsterdam, dove rimase fino alla sua morte, nel gennaio del 1942. Di quanti pochi scrupoli si facessero i nazisti i Frank appresero in prima persona dal fratello di Edith, Walter Holländer, che durante la [[notte dei cristalli]] era stato arrestato e portato nel [[campo di concentramento di Sachsenhausen]], per poi ottenere un'autorizzazione speciale che gli aveva consentito di emigrare nei Paesi Bassi. Otto non si fece però distogliere dal suo ottimismo dai racconti delle [[sinagoga|sinagoghe]] in fiamme: definì l'accaduto come un "attacco febbrile" che avrebbe poi riportato tutti alla ragione.
La speranza divenne però paura allorquando, con l'attacco alla Polonia nel settembre 1939, scoppiò la [[Seconda guerra mondiale]]. Gli ebrei in esilio temevano che anche i Paesi Bassi, che cercavano di mantenere la loro neutralità, venissero minacciati dall'espansionismo di Hitler. Ed in effetti il 10 maggio 1940 l'Olanda fu attaccata ed occupata dalla [[Wehrmacht]] tedesca: le forze olandesi capitolarono e la regina [[Guglielmina dei Paesi Bassi|Guglielmina]] volò in esilio a [[Londra]]. Presto apparve evidente che per gli ebrei dei Paesi Bassi incombeva lo stesso destino di quelli delle altre zone occupate. Otto e Edith Frank non poterono più tenere nascosti ai figli i problemi politici: fino a questo momento i genitori avevano sempre cercato di fare da scudo alle bambine, cercando di garantire loro un'apparente normalità. Come testimoniano alcune lettere rinvenute nel 2007, Otto Frank aveva più volte cercato di ottenere asilo negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] o a [[Cuba]], anche con l'aiuto dell'amico Nathan Straus, che aveva contatti con la [[First lady degli Stati Uniti d'America|First Lady]] [[Eleanor Roosevelt]]; ma i tentativi furono vani. Nuove leggi antisemite toglievano loro progressivamente i diritti: vennero esclusi dalla vita sociale e da quella pubblica. In particolare, il divieto di andare al cinema colpì molto duramente Anna, che era un'entusiasta cinefila e collezionista di foto di star del cinema. Come tutti gli ebrei, dovette abbandonare la scuola pubblica a favore di uno speciale liceo per sole ragazze ebree. Fu introdotto l'obbligo per tutti gli ebrei di registrarsi in un apposito registro anagrafico (con foto e impronte digitali); in seguito dovettero registrare addirittura le loro biciclette. Quando furono obbligati a portare sui vestiti la stella gialla che contrassegnava gli ebrei, molti olandesi solidarizzarono con loro. Ma d'altro canto nacque anche un partito nazista olandese, il [[Movimento Nazional-Socialista]]. Per proteggere le sue aziende dalla confisca che colpiva le imprese gestite da ebrei, Otto Frank cedette la direzione ''pro forma'' ai suoi collaboratori [[Razza ariana|ariani]], [[Johannes Kleiman]] e [[Victor Kugler]] e l'impresa assunse il nome di ''Gies & co.''.
 
La speranza divenne però paura allorquando, con l'attacco alla [[Polonia]] nel settembre 1939, scoppiò la [[seconda guerra mondiale]]. Gli ebrei in esilio temevano che anche i Paesi Bassi, che cercavano di mantenere la loro neutralità, venissero minacciati dall'espansionismo di [[Adolf Hitler|Hitler]]. E in effetti, il 10 maggio 1940 i [[Paesi Bassi]] furono [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi|attaccati e occupati]] dalla [[Wehrmacht]] tedesca: le forze olandesi capitolarono e la regina [[Guglielmina dei Paesi Bassi|Guglielmina]] volò in esilio a [[Londra]]. Presto apparve evidente che per gli ebrei dei Paesi Bassi incombeva lo stesso destino di quelli delle altre zone occupate. Otto e Edith non poterono più tenere nascosti ai figli i problemi politici: fino ad allora i genitori avevano sempre cercato di fare da scudo alle bambine, cercando di garantire loro un'apparente normalità. Come testimoniano alcune lettere rinvenute nel 2007, Otto Frank aveva più volte cercato di ottenere asilo negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] o a [[Cuba]], anche con l'aiuto dell'amico [[Nathan Straus]], che aveva contatti con la [[First lady degli Stati Uniti d'America|First Lady]] [[Eleanor Roosevelt]], ma i tentativi furono vani. Nuove leggi [[antisemitismo|antisemite]] toglievano loro progressivamente sempre più diritti: vennero esclusi dalla vita sociale e da quella pubblica. In particolare, il divieto di andare al cinema colpì molto duramente Anna, che era un'entusiasta cinefila e collezionista di foto di ''star'' del cinema. Come tutti gli ebrei dovette abbandonare la scuola pubblica per iscriversi a uno speciale liceo per sole ragazze ebree. Fu introdotto l'obbligo per tutti gli ebrei di registrarsi in un apposito registro anagrafico (con foto e impronte digitali), in seguito dovettero registrare addirittura le loro biciclette. Quando furono obbligati a portare sui vestiti la stella gialla che contrassegnava gli ebrei, molti olandesi iniziarono a solidarizzare con loro. Per contro, nacque anche un partito nazista olandese, il [[Movimento Nazional-Socialista]]. Per proteggere le sue aziende dalla [[confisca]] che colpiva le imprese gestite da ebrei, Otto cedette la direzione ''pro forma'' ai suoi collaboratori [[Razza ariana|ariani]], [[Johannes Kleiman]] e [[Victor Kugler]], e l'impresa assunse il nome di ''Gies & Co.''
Il 12 giugno [[1942]], Anna ricevette per il suo tredicesimo compleanno un quadernino a quadretti bianco e rosso, sul quale inizierà a scrivere (in olandese) il ''Diario'', inizialmente sotto forma di annotazioni a proposito della scuola e degli amici, quindi come immaginaria corrispondenza con le protagoniste di una popolare serie di romanzi per ragazze "''Joop ter Heul''" della scrittrice olandese Cissy van Marxveldt, di cui lei e le amiche erano accanite lettrici.
 
Il 12 giugno 1942, per il suo tredicesimo compleanno, Anna ricevette un quadernino a quadretti bianco e rosso, sul quale avrebbe cominciato a scrivere (in olandese) il ''Diario'', inizialmente sotto forma di annotazioni a proposito della scuola e degli amici, quindi come immaginaria corrispondenza con le protagoniste di una popolare serie di romanzi per ragazze, "''Joop ter Heul''", della scrittrice olandese Cissy van Marxveldt, di cui lei e le amiche erano accanite lettrici.
 
=== La clandestinità ===
[[File:Anne-frank-haus.jpg|thumb|Ricostruzione della libreria girevole che nascondeva l'accesso al rifugio segreto]]
Otto Frank aveva preparato un nascondiglio nella casa retrostante (''Achterhuis'' in olandese) l'edificio in cui aveva sede la ditta, in [[Prinsengracht]] 263, seguendo un suggerimento del suo collaboratore Kleiman. L'edificio principale, nelle vicinanze della [[Westerkerk]], era discreto, vecchio e tipico di questo quartiere di Amsterdam; l'''achterhuis'' era un edificio a tre piani che si trovava dietro l'edificio principale. Al primo piano c'erano due piccole camere con bagno e toilette; di sopra c'erano una camera grande ed una più piccola; infine tramite una scala si arrivava al sottotetto. La porta che conduceva a questo retrocasa di quasi 50 m², che era collegata con una ripida scala all'ingresso degli uffici, venne nascosta da una libreria girevole.
Otto Frank aveva preparato un nascondiglio nella casa retrostante (''Achterhuis'' in olandese) l'edificio in cui aveva sede la ditta, in [[Prinsengracht]] 263, seguendo un suggerimento del suo collaboratore Kleiman. L'edificio principale, nelle vicinanze della [[Chiesa Occidentale (Amsterdam)|Westerkerk]], era discreto, vecchio e tipico di questo quartiere di Amsterdam; l'''achterhuis'' era un edificio a tre piani che si trovava dietro l'edificio principale. Al primo piano c'erano due piccole camere con bagno e toilette; di sopra c'erano una camera grande e una più piccola; infine tramite una scala si arrivava al sottotetto. La porta che conduceva a questo retrocasa di quasi 50 m², che era collegata con una ripida scala all'ingresso degli uffici, venne nascosta da una libreria girevole.
 
Otto Frank aveva chiesto aiuto alla sua segretaria [[Miep Gies]] (nata Hermine Santrouschitz): sebbene lei sapesse di andare incontro a grossi problemi nel caso fossero stati scoperti, accettò di aiutarlo e sise ne assunse la pesante responsabilità. Insieme acon suo marito Jan Gies ede ai collaboratori di Frank Kugler e Kleiman, nonché Bep Voskuijl, Miep Gies aiutò gli abitanti del retrocasa.
 
La situazione della famiglia precipitò quando ilIl 5 luglio 1942, Margot ricevette da parte dell'Ufficio Centrale per l'emigrazione ebraica ad Amsterdam un invito a comparire aiper fini della successivala [[deportazione]] in un [[Campo di lavoro forzato|campo di lavoro]].: Sese Margot non si fosse presentata spontaneamente, l'intera famiglia Frank sarebbe stata arrestata. QuestoLa episodiosituazione, spinseormai Ottodiventata Franktragica, aspinse nascondersiOtto conad laanticipare famigliai prima di quanto avesse previstotempi. Già illa mattina del giorno successivo, il 6 luglio, cominciòla perfamiglia Frank lasciò l'interaappartamento famigliadi una vitaMerwedeplein inper clandestinità,trasferirsi datonell'alloggio chesegreto. unaPer fugasviare daii Paesicontrolli, Bassii apparivaFrank assolutamenteavevano impraticabile. Quandolasciato il suoloro amicoappartamento [[Helmutsottosopra Silberberg|Helmutcon „Hello“un Silberberg]]biglietto andòin acui trovaredicevano Annadi aessere casafuggiti sua,in non[[Svizzera]]. laDopo trovòuna più.settimana Pernell'''Achterhuis'' sviarearrivò ianche controlli,la i[[Persone Franklegate avevanoad lasciatoAnna ilFrank#Gli loroaltri appartamentooccupanti sottosopradell'alloggio consegreto|famiglia unVan bigliettoPels]], inmentre cuinel dicevanonovembre di1942 esseresi improvvisamenteaggiunse fuggitiil in[[dentista]] [[SvizzeraFritz Pfeffer]].
 
{| class="wikitable"
Dopo una settimana nell'''Achterhuis''e arrivò anche la famiglia van Pels, mentre nel novembre 1942 si aggiunse il [[dentista]] [[Fritz Pfeffer]].
 
{| class="wikitable" href="1889"
|+ href="1980" |I rifugiati all'interno del retrocasa
! href="1926" |Nome
! href="1945" |Pseudonimo
!Nascita
! href="Dornbusch" |Morte
|-
|- href="Ebraismo riformato"
| href="Prima guerra mondiale" |[[Otto Frank|Otto Heinrich Frank]]
| href="nazionalsocialismo" |Frederik Aulis / Robin (da Anna)
| href="Basilea" |12 maggio 1889 a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]]
| href="Opekta" |19 agosto 1980 a [[Birsfelden]] presso [[Basilea]]
|-
|- href="Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei"
| href="Adolf Hitler" |[[Edith Frank|Edith Frank-Holländer]]
| href="Aquisgrana" |Nora Aulis / Robin (da Anna)
| href="Robert Feix" |16 gennaio 1900 ad [[Aquisgrana|Acquisgrana]]
|6 gennaio 1945 nel [[campo di sterminio di Birkenau]]
|-
|- href="Rivierenbuurt"
| href="Maria Montessori" |[[Margot Frank|Margot Betti Frank]]
| href="Sanne_Ledermann" |Betty Aulis / Robin (da Anna)
| href="Sils im Engadin/Segl" |16 febbraio 1926 a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]]
|fine href="Osnabrück"febbraio o |inizio marzo 1945 nel [[campo di concentramento di Bergen-Belsen]]
|-
|- href="spezie"
|Annelies Marie Frank
|Anne Aulis / Robin (da Anna)
| href="notte dei cristalli" |12 giugno 1929 a [[Francoforte sul Meno|Francoforte]]
|fine febbraio o inizio marzo 1945 nel [[campo di concentramento di Bergen-Belsen]]
|-
|- href="Wehrmacht"
|[[Persone href="Guglielminalegate deiad PaesiAnna Bassi"Frank#Gli altri occupanti dell'alloggio segreto|[[Hermann van Pels]]
| href="Stati Uniti d'America" |Hans van Daan (da Anna)
Hermann van Daan (nel diario)
| href="First lady degli Stati Uniti d'America" |31 marzo 1898 a [[Gehrde]]
| href="Movimento Nazional-Socialista" |6<ref>''[http://www.annefrank.org/en/News/News/2015/Maart/Anne-Franks-last-months/ name="Anne Frank's last months]''<" /ref> o 8 settembre 1944 nel [[campo di concentramento di Auschwitz]]
|-
|- href="Razza ariana"
|[[Persone href="Johanneslegate Kleiman"ad Anna Frank#Gli altri occupanti dell'alloggio segreto|[[Auguste van Pels]]
|Petronella van Daan
|29 settembre 1900 a [[Osnabrück|Buer]]
| href="wehrmacht" |9 aprile 1945 a [[Raguhn]], lager esterno del [[campo di concentramento di Buchenwald]]<ref name="Friedensstadt_OsnabrückFriedensstadt">[http://www.osnabrueck.de/stolpersteine/p.asp Stolpersteine in Osnabrück] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131212140104/http://www.osnabrueck.de/stolpersteine/p.asp |date=12 dicembre 2013 }}.</ref>
|-
|[[Persone legate ad Anna Frank#Gli altri occupanti dell'alloggio segreto|Peter van Pels]]
| href="1942" |Alfred van Daan (da Anna)
Peter van Daan (nel diario)
|8 novembre 1926 a [[Osnabrück]]
|5 maggio 1945 nel [[campo di concentramento di Mauthausen]]<ref name="Friedensstadt_OsnabrückFriedensstadt" />
|-
| href="Prinsengracht" |[[Fritz Pfeffer]]
| href="Westerkerk" |Albert Dussel
|30 aprile 1889 a [[Gießen]]
|20 dicembre 1944 nel [[campo di concentramento di Neuengamme]]
Riga 105 ⟶ 108:
{| class="wikitable"
|+ href="Otto Frank" |Gli aiutanti
!Nome
! href="1889" |Name
!Pseudonimo
! href="1944" |Pseudonym
!Nascita
!Geboren
!Morte
!Gestorben
|-
|- href="1898"
| href="1944" |[[Miep Gies]]-Santrouschitz
|Anne van Santen (da Anna)
| href="1900" |15 febbraio 1909 a [[Vienna]]
|11 gennaio 2010 ad [[Amsterdam]]
|-
|- href="1945"
|[[Jan Gies]]
| href="Miep Gies" |Henk van Santen (da Anna)
| href="Jan Gies" |18 ottobre 1905 ad [[Amsterdam]]
| href="Victor Kugler" |26 gennaio 1993 ad [[Amsterdam]]
|-
|[[Victor Kugler]]
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|5 o 6 giugno 1900 a [[Vrchlabí|Hohenelbe]]
|16 dicembre 1981 a [[Toronto]]
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|- href="Campo di concentramento di Westerbork"
|[[Johannes Kleiman]]
|Simon Koophuis (da Anna)
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| href |30 gennaio 1959 ad [[Amsterdam]]
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| href="Madame Tussauds" |[[Bep Voskuijl|Elisabeth „Bep“ van"Bep“van Wijk-Voskuijl]]
|Elly Kuilmans (da Anna)
| href="1944" |5 luglio 1919 ad [[Amsterdam]]
|6 maggio 1983 ad [[Amsterdam]]
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|}L'iniziale speranza di Otto di poter tornare tutti in libertà dopo qualche settimana o al massimo dopo qualche mese, si rivelò vana: essi furono costretti infatti a restare nascosti per poco più di due anni. Durante questo periodo non potevano uscire né fare nulla che potesse attirare l'attenzione (ad esempio facendo rumore). Il clima di tensione nel retrocasa, dove i rifugiati vivevano costantemente nella paura e nell'incertezza, portava ripetutamente a tensioni e conflitti tra loro. Più passava il tempo, più evidenti diventavano i conflitti interpersonali. Ad esempio Anna era in conflitto con Fritz Pfeffer, con il quale doveva condividere la stanza ed il quale dunque disturbava la sua privacy personale: per tale motivo nel diario Anna utilizzò lo pseudonimo di "Dussel" (sciocco), senza tenere in considerazione che anche per il dentista non erano tempi facili, dovendo tra l'altro stare separato dalla compagna Charlotte Kaletta che in quanto cristiana non aveva la necessità di nascondersi. Anna litigò spesso anche con sua madre, soprattutto perché Edith con il passare del tempo sembrava sempre più disperata e senza speranze, cosa che non si confaceva al carattere di Anna: il padre Otto faceva spesso da mediatore. Per Anna era particolarmente dura perché era all'inizio della sua adolescenza, quando si è lunatici e ribelli per natura, ed invece lei si ritrovava rinchiusa con i genitori ed obbligata a comportarsi in modo rigidamente disciplinato.
L'iniziale speranza di Otto di poter tornare tutti in libertà dopo qualche settimana si rivelò vana: furono costretti a restare nascosti per più di due anni. Durante tutto questo periodo non potevano uscire né fare nulla che potesse attirare l'attenzione (ad esempio facendo rumore). Il clima di tensione nel retrocasa, dove i rifugiati vivevano costantemente nella paura e nell'incertezza, portava ripetutamente a tensioni e conflitti. Ad esempio Anna era in conflitto con Fritz Pfeffer, col quale divideva la stanza e che quindi disturbava la sua ''privacy'': nel diario Anna utilizzò lo pseudonimo di "Dussel" (sciocco), senza tenere in considerazione che anche per il dentista non erano tempi facili, dovendo tra l'altro stare separato dalla compagna Charlotte Kaletta, che in quanto cristiana non doveva nascondersi. Anna litigò spesso anche con sua madre, sempre più disperata e senza speranze: il padre Otto faceva spesso da mediatore. Per Anna era particolarmente dura perché, all'inizio della sua adolescenza, si trovava rinchiusa con i genitori e obbligata a comportarsi in modo rigidamente disciplinato.
 
Miep Gies non si occupava solo di fornire i viveri, ma anche di informare gli otto profughi sugli eventi disulla guerra. A mezzogiorno tutti gli aiutanti si incontravano a tavola con gli otto occupanti del retrocasa e la sera, quando tutti gli altrii lavoratori dell'impresa se ne erano andati, Anna e gli altri potevano uscire dal retrocasa ede andare nell'edificio principale, dove ascoltavano alla radio le sempre più preoccupanti notizie della [[British Broadcasting Corporation|BBC]].
 
Il 17 luglio partì il primo treno per [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] ede agli ebrei fu tolta la cittadinanza.
 
Durante il periodo di clandestinità, Anna Frank lesse molti libri, migliorò il suo stile e si sviluppò velocemente da ragazzina capricciosa ain scrittrice consapevole. Mise in dubbio che suo padre Otto amasse veramente sua madre Edith e supponeva che l'avesse sposata solo per motivi razionali. La stessa Annaragazzina cominciò adinoltre a interessarsi a Peter van Pels, inizialmente descritto come troppo timido e noioso, ma dopo un momento impetuoso con tanto di episodi di tenerezza, la relazione presto finì. Dal diario si evince anche che Anna sapeva delle deportazioni e della taglia che era stata messa sugli ebrei, cosa di cui fu ella stessa vittima pochi giorni dopo l'ultima scrittura sul diario. Alcuni brani del diario in cui la ragazza, ormai alle soglie della pubertà, annota i propri dubbi e curiosità riguardo al sesso, vennerofurono in seguito espuntieliminati dalle prime versioni date alle stampe, così come una serie di annotazioni della giovane in merito ai suoie dubbi circa l'affiatamento dei propri genitori.
 
=== L'arresto ===
IlIn mattinoseguito a una segnalazione da parte di una persona mai identificata, la mattina del 4 agosto 1944, attorno alle 10.00, la [[Gestapo]] fece irruzione nell'alloggio segreto, in seguito ad una segnalazione da parte di una persona che non è mai stata identificata. Tra i sospettati della soffiata vi è un magazziniere della ditta di Otto Frank, Willem Vanvan Maaren, mentre secondo altre fonti sarebbe stato il notaio ebreo Arnold van den Bergh.<ref>{{cita web|url=https://www.lastampa.it/esteri/2022/01/17/news/ex_agente_del_fbi_scopre_dopo_80_anni_il_nome_di_chi_tradi_anna_frank-2829745/|titolo=Ex agente Fbi scopre dopo 80 anni il nome di chi tradì Anna nelFrank}}</ref> Nel ''Diario'', in datadel giovedì 16 settembre 1943, Anna afferma esplicitamente che Van Maaren nutriva dei sospetti sull'alloggio segreto, e lo descrive come "''una persona notoriamente poco affidabile, molto curiosa e poco facile da prendere per il naso''". Gli otto clandestini furono arrestati insieme con Kugler e Kleiman e trasferiti al quartier generale della [[Sicherheitsdienst]] ad Amsterdam, in Euterpestraat, poi nella prigione di [[Weteringschans]] e dopo tre giorni l'8 agosto al [[Campo di transito di Westerbork|campo di smistamento di Westerbork]].
Gli otto clandestini vennero arrestati insieme a Kugler e Kleiman e trasferiti al quartier generale della SD, in Euterpestraat ad Amsterdam poi nella prigione di Weteringschans e dopo tre giorni l'8 agosto al [[Campo di concentramento di Westerbork|campo di smistamento di Westerbork]].
 
Gli aiutanti non furono più in grado di proteggere i clandestini e furono costretti a mostrare il nascondiglio all'agente nazista (diaustriaco origine austriaca)[[Karl Silberbauer|Karl Josef Silberbauer]]. Kugler e Kleiman furono portati nelle prigioni del [[Sicherheitsdienst]] (servizio segreto delle [[SS]]) in Euterpestraat. L'11 settembre 1944 furono trasferiti nel [[Campocampo di concentramento di Amersfoort|campo di concentramento di Amersfoot]]. Kleiman fu liberato il 18 settembre 1944 per motivi di salute, Kugler invece riuscì a fuggire il 28 marzo 1945. Miep Gies e Bep Voskuilj, presenti al momento dell'arresto, scapparono mentre la polizia arrestava i clandestini (restando nei paraggi della palazzina). Dopo la partenza della polizia e prima del suo ritorno per la perquisizione, Mep GiesMiep tornò alla palazzina per raccogliere quanti più fogli possibili tra quelli che l'agente Silberbauer aveva sparso per la stanza mentre stava cercando una cassetta con il denaro dei prigionieri: questi appunti furono custoditi in un cassetto adi casauna suascrivania aldella fineditta diper restituirli ad Anna o a suo padre alla fine della guerra. È possibile che siano andati perduti alcuni scritti di Anna -, oltre ada un diario tenuto dalla sorella Margot, di cui Anna fa menzione - siano andati perduti.
 
Gli otto rifugiati vennerofurono dapprimaprima interrogati dalla Gestapo e tenuti in arresto per la notte., Ile il 5 agosto vennero trasferiti nella sovraffollata prigione ''Huis van Bewaring'' in Weteringschans. Due giorni dopo ci fu un nuovo trasferimento al [[campo di concentramentotransito di Westerbork]]. Dato che erano stati arrestatiArrestati come delinquenti, i detenuti erano costretti a compiere i lavori più duri. Le donne - separate dagli uomini - lavoravano nel reparto [[Pila (elettrotecnica)|pile]]: vivevano nella speranza di rendersi indispensabili nelper loronon lavoro, evitando così un destino ancora peggioremorire. Alle loro orecchie arrivavanoArrivavano non solo notizie positive sull'avanzata degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]], ma anche quelle più tetre sui trasporti verso i campi di concentramento in Europa orientale. Secondo alcune testimonianze dei prigionieri di Westerbork, Anna sembrava persa. Dopo un lungo periodo in clandestinità aveva ritrovato la fiducia attraverso la fede. Il 2 settembre, insieme allacon suala famiglia ede allala famiglia van Pels, durante l'appello vennefu selezionata per il trasporto ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]].
 
==== Il delatore ====
[[File:Statue of Anne Frank at Madame Tussauds Amsterdam (5524687197)2016.jpg|thumb|Statua di cera di Anna Frank al [[Madame Tussauds]] di [[Amsterdam]]]]
Nonostante le ricerche fatte dopo la guerra, la persona (o forse le persone) che avvisaronoavvisò la Gestapo della presenza di otto persone negli uffici di Prinsengracht non fu mai individuata con certezza. Otto Frank scrisse a Kugler, già negli anni Sessantasessanta, che, in base alle ricerche da lui effettuate, la telefonata alla Gestapo che portò al loro arresto sarebbe stata fatta da una donna la mattina stessa del 4 agosto [[1944]]. L'agente che arrestò gli otto rifugiati, [[Karl Silberbauer|Karl Josef Silberbauer]], non seppe o non volle fornire l'identità del delatore, anche se ammise che non era pratica abituale mandare immediatamente una pattuglia subito dopo una delazione anonima, a meno che la denuncia non provenisse da informatori già noti e, pertanto, affidabili<ref name="ReferenceA">Carol Ann Lee, Storia di Anna Frank. Rizzoli, 1998</ref>.
 
In base alle annotazioni sul diario di Anna ede ai sospetti dei dipendenti della ditta, che dopo la guerra ne misero a parte Otto Frank, il delatore fu inizialmente identificato nel magazziniere Willem van MareenMaaren (1895-1971), assunto dalla Opekta nel 1943 per sostituire il padre malato di Bep VoskhuijlVoskuijl, malato di cancro. Emerse che l'uomo, prima di essere assunto dalla Opekta, era stato licenziato dal precedente lavoro con l'accusa di furto. La giovane impiegata Bep Voskuijl affermò che vanVan MareenMaaren le incuteva timore e tanto lei quanto gli altri benefattori ricordarono numerosi comportamenti del magazziniere quantomenoche apparivano sospetti.
 
In più occasioni, ilVan magazziniereMaaren era stato notato aggirarsi all'interno dell'edificio, anche al di fuori del magazzino dove teoricamente svolgeva la propria attività e, almeno in un caso, avrebbe chiesto al direttore Kugler se un tal Otto Frank avesse precedentemente lavorato per la Opekta, domanda a cui Kugler rispose evasivamente, lasciando intendere che Frank e la famiglia erano riusciti a fuggire clandestinamente in [[Svizzera]] e da allora non avevano più dato notizie.<ref name="ReferenceA" /> Altre volte, vanVan Maaren avrebbe interrogato con curiosità Kleiman chiedendo a chi appartenessero le stanze ubicate ai piani superiori dell'edificio e come mai mancasse un accesso diretto a detti locali.
 
Kugler sorprese spesso vanVan MareenMaaren a piazzare nei locali della ditta quelle che definìchiamò "trappole" (farina sul pavimento, dovesu cui sarebbero rimaste impronte, o oggetti in disordine sui tavoli) nei locali della ditta poco prima dell'orario di chiusura dell'ufficio ma,: alla richiesta di spiegazioni, si giustificòera giustificato asserendo, non del tutto a torto, che stava solo cercando di smascherare i ladri che avevano ripetutamente saccheggiato i magazzini. Un giorno, inoltre, vanVan MareenMaaren consegnò a Kugler un borsellino vuoto (appartenente ada Hermann van Pels) sostenendo di averlo rinvenuto il mattino presto nel magazzino e chiedendogli se fosse suo. Van Pels confidò a Kugler di essersi effettivamente recato in detto locale la notte prima per esaminare dei documenti e che in tale occasione il borsellino, contenente una notevole somma di denaro e tagliandi alimentari, doveva essergli scivolato di tasca; tuttavia, quando vanVan MareenMaaren rese l'oggetto al direttore, i soldi mancavano.<ref name="ReferenceB">Melissa Müller, Anne Frank. Una biografia. Einaudi, 2004</ref>
 
Dopo l'arresto dei rifugiati, i furti nel magazzino continuarono ede in alcune occasioni furono completamente saccheggiate anche riserve di provviste ([[spezie]], conservanti ede altro) e denaro prima di allora rimasti nascosti. A detta di [[Miep Gies]], vanVan MareenMaaren si sarebbe vantato di poter fare qualcosa per ottenere il rilascio degli arrestati e la donna rimase ancor più contrariata quando scoprì che la [[Gestapo]] aveva incaricato proprio lui di vigilare sulla ditta. Solo dopo la guerra Kleiman riuscì a licenziare vanVan MareenMaaren, avendolo colto in flagranza nell'atto di rubare.<ref name="ReferenceA" />
[[File:Anne-frank-haus.jpg|thumb|Ricostruzione della libreria girevole che nascondeva l'accesso al rifugio segreto.]]
Van Mareen non negò mai esplicitamente di aver rubato merce sul posto di lavoro; deve comunque notarsi che gli ultimi anni dell'[[Storia dei Paesi Bassi durante la seconda guerra mondiale#L'occupazione tedesca|occupazione tedesca]] nei [[Paesi Bassi]] furono particolarmente pesanti per la popolazione locale a causa delle requisizioni di viveri e del razionamento anche dei beni di prima necessità e che episodi di furto e vandalismo non erano affatto rari. L'ex magazziniere comunque negò con forza di aver tradito lui i rifugiati, anche se il suo collega, tal Lammert Hartog, dichiarò che, al massimo due settimane prima del l'irruzione della [[Gestapo]], van Mareen gli avrebbe detto in confidenza che nell'edificio si nascondevano degli ebrei. Van Maaren fu indagato due volte per le sue presunte responsabilità nel tradimento dei rifugiati, la prima volta nel [[1948]] e quindi nel [[1963]].
 
Van Mareen non negò mai esplicitamente di aver rubato merce sul posto di lavoro: deve comunque notarsi che gli ultimi anni dell'[[Paesi Bassi nella seconda guerra mondiale|occupazione tedesca]] nei [[Paesi Bassi]] furono particolarmente pesanti per la popolazione locale a causa delle [[requisizione|requisizioni]] di viveri e del razionamento anche dei beni di prima necessità, e che quindi episodi di furto e vandalismo non erano affatto rari. L'ex magazziniere comunque negò con forza di aver tradito lui i rifugiati, anche se il suo collega, tal Lammert Hartog, dichiarò che, al massimo due settimane prima dell'irruzione della Gestapo, Van Maaren gli avrebbe detto in confidenza che nell'edificio si nascondevano degli ebrei. Van Maaren fu indagato due volte per le sue presunte responsabilità nel tradimento dei rifugiati, la prima volta nel 1948 e quindi nel 1963, ma non emersero mai prove concrete contro di lui.
Tuttavia, non emersero mai prove concrete contro di lui. L'ex nazista Silberbauer, all'epoca ancora in vita, dichiarò che il magazziniere non era noto come informatore della [[Gestapo]] e negò di conoscerlo<ref name="ReferenceA"/>. L'uomo si dichiarò estraneo ai fatti, sostenendo che la sua curiosità al limite dell'indiscrezione era dovuta semplicemente al desiderio di allontanare i sospetti di furto dalla sua persona ed aggiunse, smentendo il collega Hartog (ormai deceduto) di non aver mai avuto sospetti sulla presenza di clandestini nell'edificio, pur ammettendo di aver notato "una certa aria di segretezza" ma asserendo che la notizia dell'arresto lo aveva lasciato sconvolto.
 
L'ex nazista Silberbauer, all'epoca ancora in vita, dichiarò che il magazziniere non era noto come informatore della Gestapo e negò di conoscerlo<ref name="ReferenceA" />. L'uomo si dichiarò estraneo ai fatti, sostenendo che la sua curiosità era dovuta semplicemente al desiderio di allontanare i sospetti di furto dalla sua persona e aggiunse, smentendo il collega Hartog ormai deceduto, di non aver mai avuto sospetti sulla presenza di clandestini nell'edificio. Ammise comunque di aver notato "una certa aria di segretezza", precisando che la notizia dell'arresto lo aveva lasciato sconvolto.
Emerse, inoltre, che, durante la guerra, l'uomo aveva tenuto nascosto in casa uno dei propri figli, studente universitario, che aveva rifiutato di arruolarsi al seguito degli invasori nazisti; tale circostanza parve deporre a suo favore. Willem van Maaren morì ad [[Amsterdam]] il 28 novembre [[1971]] all'età di 76 anni, professando la propria innocenza fino all'ultimo.
 
Emerse, inoltre, che durante la guerra l'uomo aveva tenuto nascosto in casa uno dei propri figli, studente universitario, che aveva rifiutato di arruolarsi al seguito degli invasori nazisti; tale circostanza parve deporre a suo favore. Willem van Maaren morì ad [[Amsterdam]] il 28 novembre 1971 all'età di 76 anni, professando la propria innocenza fino all'ultimo.
La seconda persona sospettata di delazione fu Lena Hartog-van-Bladeren (deceduta nel 1963), che aveva lavorato per diverso tempo come donna delle pulizie e collaboratrice domestica, anche presso gli uffici di Prinsengracht, anche se inspiegabilmente aveva nascosto tale circostanza agli inquirenti. Suo marito Lammert lavorava in magazzino come aiutante di van Maaren e da questi aveva sentito i racconti sulle sue osservazioni, poi raccontate anche alla moglie Lena. Nel mese di luglio [[1944]], Lena Hartog avrebbe avuto un colloquio con Bep Voskuijl, chiedendole spiegazioni sulla presenza di ebrei che si nascondevano nell'edificio; l'impiegata non ammise alcunché, limitandosi a suggerire alla donna di guardarsi bene dal fare certe affermazioni, considerato il pericolo cui simili chiacchiere potevano esporre tutto il personale della Opekta. Nello stesso periodo, inoltre, Lena Hartog aveva prestato servizio presso una famiglia di conoscenti di Otto Frank e Johannes Kleiman, tali Anne e Petrus Genot, quest'ultimo collega di lavoro del fratello di Kleiman. La Hartog si sarebbe più volte lamentata con Anne Genot del fatto che alcuni ebrei si nascondevano in Prinsengracht e che ciò avrebbe provocato guai a lei ed al marito se la circostanza fosse stata di dominio pubblico.<ref name="ReferenceB"/> Emerse in seguito che, nel vicinato, non pochi abitanti ed impiegati di ditte vicine avevano nutrito sospetti sulla presenza dei rifugiati al numero 263, ma in generale era prevalso un atteggiamento di solidarietà, tanto più che in zona si nascondevano anche altri ebrei.<ref name="ReferenceA"/> I sospetti su Lena vengono rafforzati dalle ricerche da cui Otto Frank scoprì che probabilmente la chiamata alla Gestapo era stata fatta da una donna: ma nemmeno contro di lei si riuscì a trovare alcuna prova.
 
La seconda persona sospettata di delazione fu Lena Hartog-van-Bladeren (deceduta nel 1963), che aveva lavorato per diverso tempo come donna delle pulizie e collaboratrice domestica, anche presso gli uffici di Prinsengracht, anche se inspiegabilmente aveva nascosto tale circostanza agli inquirenti. Suo marito Lammert lavorava in magazzino come aiutante di Van Maaren e da questi aveva sentito i racconti sulle sue osservazioni, poi raccontate anche alla moglie. Nel mese di luglio 1944, Lena Hartog avrebbe avuto un colloquio con Bep Voskuijl, chiedendole spiegazioni sulla presenza di ebrei che si nascondevano nell'edificio; l'impiegata non ammise alcunché, limitandosi a suggerire alla donna di guardarsi bene dal fare certe affermazioni, considerato il pericolo cui simili chiacchiere potevano esporre tutto il personale della Opekta. Nello stesso periodo, inoltre, Lena Hartog aveva prestato servizio presso una famiglia di conoscenti di Otto Frank e Johannes Kleiman, tali Anne e Petrus Genot, quest'ultimo collega di lavoro del fratello di Kleiman. Hartog si sarebbe più volte lamentata con Anne Genot del fatto che alcuni ebrei si nascondevano in Prinsengracht e che ciò avrebbe provocato guai a lei e al marito se la circostanza fosse divenuta di dominio pubblico.<ref name="ReferenceB" /> Emerse in seguito che, nel vicinato, non pochi abitanti e impiegati di ditte vicine avevano nutrito sospetti sulla presenza dei rifugiati al numero 263, ma in generale era prevalso un atteggiamento di solidarietà, tanto più che in zona si nascondevano anche altri ebrei.<ref name="ReferenceA" /> I sospetti su Lena furono rafforzati dalle ricerche dalle quali Otto Frank scoprì che probabilmente la chiamata alla Gestapo era stata fatta da una donna: ma nemmeno contro di lei si riuscì a trovare alcuna prova.
Nel 1998 la scrittrice [[Melissa Müller]] la identificò come responsabile della delazione, ma ritirò l'accusa nel 2003 allorquando la storica britannica [[Carol_Ann_Lee]] confutò tale tesi, supportata dalle ricerche senza esito del [[NIOD|Istituto olandese per la documentazione di guerra]] (Nederlands Instituut voor Oorlogsdocumentatie, NIOD). Nel suo libro ''The hidden life of Otto Frank'' (2002) la Lee propose un nuovo nome, quello di Anton Ahlers (1917-2000), un olandese cacciatore di taglie sugli ebrei. All'epoca dell'occupazione nazista tali cacciatori di taglie erano numerosi e si guadagnavano da vivere grazie ai premi riconosciuti a chi permetteva l'arresto di un ebreo. Dalle ricerche della Lee risulterebbe che il potenziale delatore, che lavorava come informatore per Kurt Döring del quartier generale della Gestapo ad Amsterdam, aveva ricattato Otto Frank. Questa tesi tuttavia è dibattuta: il NIOD non la considera veritiera, in quanto sono supposizioni legate esclusivamente a dichiarazioni dello stesso Ahlers (che si vantava di aver svelato il luogo del nascondiglio) e dei suoi famigliari (la moglie Martha smentì il marito, mentre il fratello Cas confermò la versione del tradimento).
 
Nel 1998 la scrittrice [[Melissa Müller]] la identificò come responsabile della delazione, ma ritirò l'accusa nel 2003 allorquando la storica britannica [[Carol Ann Lee]] confutò tale tesi, supportata dalle ricerche senza esito dell'[[Nederlands Instituut voor Oorlogsdocumentatie|Istituto olandese per la documentazione di guerra]] (Nederlands Instituut voor Oorlogsdocumentatie, NIOD). Nel suo libro ''The hidden life of Otto Frank'' (2002) Lee propose un nuovo nome, quello di [[Tonny Ahlers|Anton Ahlers]] (1917-2000), un olandese [[cacciatore di taglie]] sugli ebrei. All'epoca dell'occupazione nazista i cacciatori di taglie erano numerosi e si guadagnavano da vivere grazie ai premi riconosciuti a chi permetteva l'arresto di un ebreo. Dalle ricerche di Lee risulterebbe che il potenziale delatore, che lavorava come informatore per [[Kurt-Bertram von Döring|Kurt Döring]] del quartier generale della Gestapo ad Amsterdam, aveva ricattato Otto Frank. Questa tesi tuttavia è dibattuta: il NIOD non la considera veritiera, in quanto sono supposizioni legate esclusivamente a dichiarazioni dello stesso Ahlers (che si vantava di aver svelato il luogo del nascondiglio) e dei suoi famigliari (la moglie Martha smentì il marito, mentre il fratello Cas confermò la versione del tradimento).
Nel 2009 il giornalista olandese [[Sytze van der Zee]] nel suo libro ''Vogelvrij – De jacht op de joodse onderduiker'' si occupò dell'ipotesi che la traditrice potesse essere stata [[Ans van Dijk]]. Nonostante fosse ella stessa ebrea, la Van Dijk consegnava al [[Bureau Joodsch Zaken]] ebrei che si erano nascosti e che lei attirava in una trappola, con la promessa di trovare un nuovo rifugio. Secondo van der Zee, Otto Frank sapeva che la delazione era stata opera non solo di una donna, ma di una donna ebrea: per tale motivo avrebbe taciuto per non alimentare ulteriori pregiudizi. Tuttavia van der Zee non fu in grado di risolvere questo puzzle: Ans van Dijk fu comunque l'unica donna fra 39 persone ad essere giustiziata per reati in tempo di guerra.
 
Nel 2009 il giornalista olandese [[Sytze van der Zee]], nel suo libro ''Vogelvrij&nbsp;– De jacht op de joodse onderduiker,'' si occupò dell'ipotesi che la traditrice potesse essere stata [[Ans van Dijk]]. Nonostante fosse ella stessa ebrea, Van Dijk consegnava al [[Bureau Joodsch Zaken]] ebrei che si erano nascosti e che lei attirava in trappola, con la promessa di trovare un nuovo rifugio. Secondo van der Zee, Otto Frank sapeva che la delazione era stata opera non solo di una donna, ma di una donna ebrea: per tale motivo avrebbe taciuto per non alimentare ulteriori pregiudizi. Tuttavia van der Zee non fu in grado di risolvere questo enigma: Ans van Dijk fu comunque l'unica donna fra 39 persone a essere giustiziata per reati commessi in tempo di guerra.
Nell'aprile 2015, nei [[Paesi Bassi]] uscì un libro (di cui è coautore uno dei figli di [[Bep Voskuijl]], Joop van Wijk), dal titolo "''Bep Voskuijl, Het Zwigen Voorbij''" (Ovvero: Bep Voskuijl, Basta silenzio)" che fornì una nuova versione sulla possibile identità del delatore, da identificarsi in Hendrika Petronella Voskuijl detta Nelly, sorella minore di [[Bep Voskuijl]] ed a sua volta, per un breve periodo, dipendente della ditta Opekta in qualità di impiegata. Nelly Voskuijl, diversamente dal padre e dalla sorella, non faceva mistero delle proprie simpatie per il [[nazionalsocialismo|nazismo]], tanto da essersi anche offerta per il lavoro volontario in Germania; tale ultima circostanza venne annotata dalla stessa Anna - molto legata a Bep Voskuijl, di pochi anni più grande di lei - nel proprio diario.
 
Nell'aprile 2015, nei [[Paesi Bassi]] uscì un libro (di cui è coautore uno dei figli di [[Bep Voskuijl]], Joop van Wijk), dal titolo "''Bep Voskuijl, Het Zwigen Voorbij''" (ovvero: Bep Voskuijl, Basta silenzio)" che fornì una nuova versione sulla possibile identità del delatore, da identificarsi in Hendrika Petronella Voskuijl detta Nelly, sorella minore di Bep Voskuijl e a sua volta, per un breve periodo, dipendente della ditta Opekta in qualità di impiegata. Nelly Voskuijl, diversamente dal padre e dalla sorella, non faceva mistero delle proprie simpatie per il [[nazionalsocialismo|nazismo]], tanto da essersi anche offerta per il lavoro volontario in Germania; quest'ultima circostanza fu annotata dalla stessa Anna - molto legata a Bep Voskuijl, di pochi anni più grande di lei - nel proprio diario.
In altri passi, Anna rilevò che c'erano state tensioni a proposito della sorella di Bep, che avrebbe preteso di essere stabilmente assunta dalla Opekta<ref>Anne Frank, Tutti gli scritti, 2001, Super ET, ISBN 978-88-06-22432-5</ref>. Le testimonianze di Diny Voskuijl, sorella superstite di Bep e Nelly (quest'ultima deceduta nel 2001), nonché tal Bertus Hulsman, amico d'infanzia ed ex fidanzato di Bep durante la guerra, raccolte nel libro, indicano frequenti litigi tra Nelly e Bep, durante i quali la prima avrebbe ripetutamente rinfacciato alla sorella di stare nascondendo degli ebrei. Deve inoltre notarsi che le numerose lettere scambiate tra Bep ed Otto Frank dopo la guerra sono state fatte sparire tutte dopo la morte di Bep, avvenuta nel maggio [[1983]], probabilmente per nascondere le responsabilità di parte della famiglia Voskuijl nell'arresto e deportazione di otto persone<ref>[http://www.lastampa.it/2015/04/09/cultura/anna-frank-a-tradirla-fu-la-sorella-della-sua-protettrice-x2piqdu6uhagEUuS2JnjhO/pagina.html Anna Frank, a tradirla fu la sorella della sua protettrice - La Stampa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
In altri passi, Anna rilevò che c'erano state tensioni a proposito della sorella di Bep, che avrebbe preteso di essere stabilmente assunta dalla Opekta<ref>Anne Frank, Tutti gli scritti, 2001, Super ET, ISBN 978-88-06-22432-5</ref>. Le testimonianze di Diny Voskuijl, sorella superstite di Bep e Nelly (quest'ultima deceduta nel 2001), nonché tal Bertus Hulsman, amico d'infanzia ed ex fidanzato di Bep durante la guerra, raccolte nel libro, indicano frequenti litigi tra Nelly e Bep, durante i quali la prima avrebbe ripetutamente rinfacciato alla sorella di stare nascondendo degli ebrei. Deve inoltre notarsi che le numerose lettere scambiate tra Bep e Otto Frank dopo la guerra sono state fatte sparire tutte dopo la morte di Bep, avvenuta nel maggio 1983, probabilmente per nascondere le responsabilità di parte della famiglia Voskuijl nell'arresto e deportazione di otto persone<ref>[http://www.lastampa.it/2015/04/09/cultura/anna-frank-a-tradirla-fu-la-sorella-della-sua-protettrice-x2piqdu6uhagEUuS2JnjhO/pagina.html Anna Frank, a tradirla fu la sorella della sua protettrice - La Stampa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
=== Prigionia e destino dei rifugiati ===
Il 3 settembre 1944 Anna Frank e gli altri clandestini vennerofurono caricati sull'ultimo treno merci in partenza per [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]], dove giunsero tre giorni dopo. Edith Frank-Holländer, che già durante la clandestinità aveva manifestato segni di [[Disturbo depressivo|depressione]], morì di [[inedia]] ad Auschwitz-Birkenau il 6 gennaio [[1945]], secondo alcune testimoni provata dall'essere stata separata dalle figlie. Hermann Van Pels morì in una [[camera a gas]] di Auschwitz il giorno stesso dell'arrivo, secondo la [[Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale|Croce Rossa]], o poche settimane più tardi, secondo Otto Frank, a causa di una ferita infetta. Auguste Van Pels passò tra Auschwitz, [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen|Bergen-Belsen]] (dove per qualche tempo riuscì a stare vicina ad Anna e Margot e addirittura a farfare incontrare Anna con la sua amica [[Hanneli Goslar]], anch'ella internata nel ''lager''), e [[Buchenwald]] arrivando a [[Terezín|Theresienstadt]] il 9 aprile [[1945]]. Deportata altrove, non sise ne conosce la data deldi decesso.
 
Peter Van Pels, pur consigliato da Otto Frank di nascondersi con lui nell'infermeria di [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] durante l'evacuazione, non riuscì a seguirlo e fu aggregato ada una [[Marce della morte|Marciamarcia della morte]] il 16 gennaio [[1945]] che lo portò da Auschwitz a [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|Mauthausen]] ([[Austria]]), dove morì il 5 maggio [[1945]], appena tre giorni prima della liberazione, avvenuta il 5 maggio seguente. Fritz Pfeffer, a quanto sembra fisicamente e psicologicamente provato, dopo essere passato per i campi di concentramento di [[Campo di concentramento di Sachsenhausen|Sachsenhausen]] e [[Campo di concentramento di Buchenwald|Buchenwald]], morì nel [[campo di concentramento di Neuengamme]] il 20 dicembre [[1944]].
[[File:Anne frank memorial bergen belsen.jpg|thumb|Tomba di Anna e Margot a Bergen-Belsen, dove morirono nel febbraio 1945]]
Margot e Anna passarono un mese ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz-Birkenau]] e vennero poi spedite a [[Bergen-Belsen]], dove morirono di [[tifo esantematico]], prima Margot ed alcuni giorni dopo Anna. La data della loro morte non è nota con certezza, era solitamente indicata come avvenuta nel mese di marzo, nuove ricerche pubblicate nel 2015 l'hanno retrodatata al febbraio [[1945]]<ref name="mortefrank2"/><ref name="mortefrank"/>. Una giovane infermiera olandese, [[Janny Brandes-Brilleslijper]], che nel lager aveva stretto amicizia con le due ragazze ed assistito alla morte di Anna, seppellì personalmente i cadaveri in una delle fosse comuni del campo e, subito dopo la liberazione, scrisse ad Otto Frank comunicandogli la tragica notizia.
 
[[File:Anne frank memorial bergen belsen.jpg|thumb|Lapide in memoria di Anna e Margot a Bergen-Belsen, dove morirono nel febbraio 1945]]
Kleiman fu liberato per intervento della [[Croce Rossa]] un mese dopo l'arresto, il 18 settembre [[1944]], a causa delle gravi [[Ulcera gastrica|ulcere]] che lo affliggevano da anni. È morto ad Amsterdam nel [[1959]], mentre lavorava negli uffici di Prinsengracht, dove aveva ripreso le sue funzioni di procuratore della ditta. Kugler venne deportato in più campi di concentramento, sino al termine della guerra. Riuscì ad evadere durante un bombardamento ed a fare ritorno ad [[Hilversum]], dove la moglie, malata terminale, lo nascose nell'ultimo mese di guerra. Nel dopoguerra, Kugler si risposò e si trasferì in [[Canada]]; minato dalla [[malattia di Alzheimer]], morì a Toronto nel [[1981]].
Margot e Anna passarono un mese ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz-Birkenau]] e vennero poi spedite a [[Campo di concentramento di Bergen-Belsen|Bergen-Belsen]], dove morirono di [[tifo esantematico]]. Margot fu la prima, nonostante le cure della sorella, e fu seguita il giorno successivo da Anna.<ref>{{cita web|url=https://www.timesofisrael.com/what-happened-to-anne-frank-after-the-secret-annex/|titolo=What happened to Anne Frank after the Secret Annex?|autore=Matt Lebovic|lingua=en|data=14 settembre 2014|editore=The Times of Israel}}</ref> La data della loro morte non è nota con certezza: inizialmente era indicata come avvenuta nel mese di marzo, ma nuove ricerche pubblicate nel 2015 l'hanno retrodatata al febbraio 1945<ref name="mortefrank2" /><ref name="mortefrank" />. Una giovane infermiera olandese, [[Janny Brandes-Brilleslijper]], che nel lager aveva stretto amicizia con le due ragazze e assistito alla morte di Anna, seppellì personalmente i cadaveri in una delle fosse comuni del campo e, subito dopo la liberazione, scrisse a Otto Frank comunicandogli la tragica notizia.
 
Kleiman fu liberato per intervento della Croce Rossa un mese dopo l'arresto, il 18 settembre 1944, a causa delle gravi [[Ulcera gastrica|ulcere]] che lo affliggevano da anni. È morto ad Amsterdam nel 1959, mentre lavorava negli uffici di Prinsengracht, dove aveva ripreso le sue funzioni di procuratore della ditta. Kugler fu deportato in più campi di concentramento sino al termine della guerra. Riuscì a evadere durante un bombardamento e a fare ritorno a [[Hilversum]], dove la moglie, malata terminale, lo nascose nell'ultimo mese di guerra. Nel dopoguerra, Kugler si risposò e si trasferì in [[Canada]]; minato dalla [[malattia di Alzheimer]], morì a [[Toronto]] nel 1981.
Solo il padre di Anna, tra i clandestini, sopravvisse ai campi di concentramento. Rimase sempre ad [[Auschwitz]]; il campo venne poi liberato dall'esercito russo il 27 gennaio [[1945]]; il 3 giugno [[1945]] Otto tornò ad Amsterdam dopo tre mesi di viaggio, dove si stabilì presso [[Miep Gies]] ed il marito [[Jan Gies|Jan]], assistendo alla nascita del loro figlio, Paul. Una volta appresa la notizia della morte di Anna e Margot, Miep consegnò ad Otto il diario della ragazza, che lei stessa aveva conservato nel proprio ufficio con l'intento di restituirlo solo alla legittima proprietaria ed egli, superato l'iniziale sconforto per la perdita della propria famiglia, mostrò gli scritti della figlia a diversi amici che lo convinsero a darlo alle stampe.
 
Solo il padre di Anna, tra i clandestini, sopravvisse ai campi di concentramento. Rimase prigioniero ad Auschwitz fino alla liberazione da parte dell'[[Armata Rossa|esercito sovietico]] il 27 gennaio 1945; il 3 giugno tornò ad Amsterdam dopo tre mesi di viaggio, si stabilì in città presso [[Miep Gies]] e il marito [[Jan Gies|Jan]], assistendo alla nascita del loro figlio, Paul. Una volta appresa la notizia della morte di Anna e Margot, Miep consegnò a Otto il diario della ragazza, che lei stessa aveva conservato nel proprio ufficio con l'intento di restituirlo solo alla legittima proprietaria. Otto, superato l'iniziale sconforto per la perdita della propria famiglia, mostrò gli scritti della figlia a diversi amici che lo convinsero a darlo alle stampe.
Otto stesso, in sede di revisione del manoscritto, ne modificò la grammatica e la sintassi, omettendo alcune parti perché considerate troppo private e poco rispettose dei compagni di sventura, in modo da renderlo adatto per la pubblicazione. Il diario venne pubblicato nel [[1947]] con il titolo di ''[[Diario (Anna Frank)|Het Achterhuis]]'' ("L'alloggio segreto" in olandese). Otto Frank, che nel frattempo si era risposato con una superstite di [[Auschwitz]], la viennese Elfriede Markovits, madre di un'amica di scuola di Anna, morì di [[cancro ai polmoni]] a Basilea, in Svizzera dove si era stabilito da tempo, il 19 agosto [[1980]].
 
Otto stesso, in sede di revisione del manoscritto, ne modificò la grammatica e la sintassi, omettendo alcune parti perché considerate troppo private e poco rispettose dei compagni di sventura, in modo da renderlo adatto per la pubblicazione (solo anni dopo ne venne approntata una versione maggiormente fedele). Il diario venne pubblicato nel 1947 con il titolo di ''[[Diario di Anna Frank|Het Achterhuis]]'' ("Il retrocasa" in olandese).
 
Otto, che nel frattempo si era risposato con una superstite di Auschwitz, la viennese [[Elfriede Geiringer|Elfriede Markovits]], madre di un'amica di Anna, morì di [[carcinoma del polmone|cancro ai polmoni]] a Basilea, in Svizzera, dove si era stabilito da tempo, il 19 agosto 1980, all'età di 91 anni.
 
== Il ''Diario di Anna Frank'' ==
{{vedi anche|Diario di Anna Frank}}
[[File:Ana Frank escritura1.jpg|thumb|All'inizio del diario: ''Spero di poterti affidare tutto come non ho mai potuto farlo a nessuno e spero che mi sarai di grande supporto. Anne Frank 12 giugno 1942'']]
[[File:BCN Anna Frank-A.JPG|miniatura|destra|Statua commemorativa di Anna Frank a [[Barcellona]]]]
Il diario iniziaprincipia come una espressione privata dei pensieri intimi dell'autrice, la quale manifesta l'intenzione di non permettere mai che altri ne prendano visione. Anna vi racconta della propria vita, della propria famiglia e dei propri amici, del suo innamoramento per Peter, nonché della sua precoce vocazione a diventare scrittrice. Il diario manifestamostra la rapidissima maturazione morale e umana dell'autrice e contiene anche considerazioni di carattere storico e sociale sulla guerra, sulle vicende del popolo ebraico e sulla persecuzione antisemita, sul ruolo della donna nella società.
 
DuranteIl l'inverno28 delmarzo [[1944]], ad Anna capitò di ascoltareascoltò una trasmissione radio di [[Gerrit Bolkestein]] — membro del governo Olandeseolandese in esilio — il quale diceva che, una volta terminato il conflitto, avrebbe creato un registro pubblico delle oppressioni sofferte dalla popolazione del Paese sotto l'occupazione nazista; il ministro menzionò la pubblicazione di lettere e diari, cosa che spinse Anna a riscrivere sotto altra forma, e con diversa prospettiva, il proprio.
 
Esistono quindi due versioni autografe del diario:
# la versione A, la prima redazione originale di Anna, che va dal 12 giugno [[1942]] al 1º agosto [[1944]], della quale non è stato ritrovato il quaderno (o i quaderni) che copriva il periodo 6 dicembre [[1942]] - 21 dicembre [[1943]];
# la versione B, la seconda redazione di Anna, su fogli volanti, in vista della pubblicazione, che copre il periodo 20 giugno [[1942]] - 29 marzo [[1944]].
 
Il testo su cui si basò la prima edizione del 1947 (versione C) fu compilato da Otto Frank basandosi principalmente sulla versione B, apportando modifiche e cancellazioni ede aggiungendo quattro episodi tratti da un altro autografo di Anna, i ''Racconti dell'alloggio segreto''. L'edizione critica del diario, pubblicata nel 1986, compara queste tre versioni.
 
La casa dove Anna e la famiglia si nascondevano è oradiventato un museo. Si trova al numero 263 di [[Prinsengracht]], nel centro della città, raggiungibile a piedi dalla stazione centrale, dal palazzo reale e dal Dam. Nel [[1956]] il diario vennefu adattato in un'opera teatrale che vinse il [[Premio Pulitzer]], nel [[1959]] ne vennefu tratto un [[Il diario di Anna Frank (film 1959)|film]], nel [[1997]] ne fu trattaseguì un'opera di Broadway con materiale aggiunto dal diario originale.
 
== Edizioni italiane degli scritti di Anna Frank ==
* AnneAnna Frank, ''Diario'', prefazione di [[Natalia Ginzburg]], traduzione di Arrigo Vita, Collana Saggi n. 175, Einaudi, Torino, I° ed. 1954, ISBN 88-06-00281-3; Collana NUE n. 50, Einaudi, I° ed. 1964;
* idEad., ''Il diario di Anna Frank'', traduzione di Arrigo Vita, Milano, Mondadori, Milano, 1959.
* idEad., ''Il saggio mago e altri racconti'', Rocca San Casciano, Cappelli Editore, 1959.
* idEad., ''Racconti dell'alloggio segreto'', trad. E. Nissim, Collana Gli struzzi n. 279, Einaudi, Torino, 1983, ISBN 978-88-06-55988-5, pp.&nbsp;X-160; Collana Einaudi tascabili. Scrittori n. 1327, Einaudi, 2005.
* idEad., ''Diario. L'alloggio segreto, 12 giugno 1942 - 1º agosto 1944'', a cura di Otto Frank e Mirjam Pressler, traduzione di Laura Pignatti, edizione italiana e appendice a cura di Frediano Sessi, Collana Gli struzzi n. 453, Torino, Einaudi, I° ed. 1993 - 2014, ISBN 88-06-13130-3.
* idEad., ''I Diari di Anne Frank'' (''Die dagboeken van Anne Frank''), a cura dell'Istituto per la documentazione bellica dei Paesi Bassi, introduzioni di David Barnouw, Harry Paape, Gerrold van der Stroom, sintesi della relazione del laboratorio forense di H. J. J. Hardy, testo olandese stabilito da David Barnouw e Gerrold van der Stroom, edizione italiana e introduzione all'opera a cura di Frediano Sessi, trad. Laura Pignatti, Collana Opere, Torino, Einaudi, 2002, ISBN 88-06-14730-7, pp.&nbsp;CCXLIV-526.
* idEad., ''Tutti gli scritti'', (contiene: Diari, Racconti dell'alloggio segreto, altri racconti, lettere, fotografie, documenti), trad. Laura Pignatti, Collana SuperET, Einaudi, Torino, I ed. marzo 2015, ISBN 978-88-06-22432-5, pp.&nbsp;VI-880.
* Ead., ''Diario'', a cura di Matteo Corradini, traduzione di Dafna Fiano, prefazione di Sami Modiano, Milano, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 2017, ISBN 978-88-17-08569-4.
 
== Teatro, cinema e televisione ==
== Filmografia ==
* ''[[Il diario diFile:BCN Anna Frank (film 1959)-A.JPG|thumb|IlStatua diariocommemorativa di Anna Frank]]'', film dela [[1959Barcellona]] diretto da [[George Stevens]]
Esistono numerosi adattamenti del [[diario di Anna Frank]], per il teatro, il cinema e la televisione. L'adattamento più famoso rimane quello teatrale di [[Frances Goodrich]] e [[Albert Hackett]], che nel 1955-57 ebbe a Broadway un enorme successo con oltre 700 rappresentazioni e un revival nel 1997-98.<ref>"[https://www.ibdb.com/broadway-show/the-diary-of-anne-frank-3066 The Diary of Anne Frank]", [[Internet Broadway Database]].</ref> Su questo lavoro teatrale sono basate tutte le prime versioni cinematografiche e televisive, incluso il film di [[George Stevens]] che nel 1959 sancì la popolarità internazionale della vicenda-simbolo dell'Olocausto. In anni più recenti la filmografia ha esplorato nuovi adattamenti della vicenda. Una versione musicale, ''[[El diario de Ana Frank - Un canto a la vida]]'', è stata messa in scena a [[Madrid]] nel 2008.
* ''[[Anne no nikki: Anne Frank monogatari]]'' ("Il diario di Anne: la storia di Anne Frank"), film d'[[animazione giapponese]] per la televisione del 1978 diretto da Eiji Okabe
 
* ''[[Il diario di Anna Frank (film 1980)|Il diario di Anna Frank]]'', film del [[1980]] diretto da [[Boris Sagal]]
L'attrice che per prima ha interpretato il ruolo di Anna Frank è stata l'allora diciannovenne [[Susan Strasberg]] nella produzione teatrale di Broadway del 1955. In seguito vi si sono cimentate altre giovani attrici come lei di aspetto adolescenziale, come [[Millie Perkins]] ed [[Ellie Kendrick]], o attrici bambine, come [[Melissa Gilbert]], [[Natalie Portman]] e [[Rosabell Laurenti Sellers]].<ref>"[https://www.imdb.com/character/ch0063647/ Anne Frank (character)] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20170128190821/http://www.imdb.com/character/ch0063647/?ref_=tt_cl_t1 |date=28 gennaio 2017 }}", [[Internet Movie Database]].</ref> Protagonista della versione musicale spagnola del 2008 è stata [[Isabella Castillo]]; la sua interpretazione le fa vincere il premio Gran Vía come miglior giovane rivelazione.
* ''[[Anne no nikki]]'' ("Il diario di Anne"), film d'animazione giapponese del 1995 diretto da Akinori Nagaoka
 
* ''[[La storia di Anne Frank]]'', [[miniserie televisiva]] statunitense del 2001
{{-}}
* ''[[Il diario di Anna Frank (miniserie televisiva)|Il diario di Anna Frank]]'', film per la televisione inglese del 2008
{| class="wikitable"
* ''[[Mi ricordo Anna Frank]]'', film per la televisione italiano del 2009.
|+
|-
!Anno !! Anna Frank !! Teatro / Cinema / Televisione !! Adattamento !! Regia
|-
| 1955
| [[Susan Strasberg]] || ''[[Il diario di Anna Frank (dramma)|Il diario di Anna Frank]]'' (''The Diary of Anne Frank''), riduzione teatrale (Broadway) || rowspan="5" | [[Frances Goodrich]] & [[Albert Hackett]] || [[Garson Kanin]]
|-
| 1956
| [[Anna Maria Guarnieri]] || ''[[Il diario di Anna Frank (dramma)|Il diario di Anna Frank]]'', traduzione per la scena di Laura Del Bono (Italia) || [[Giorgio De Lullo]]
|-
| 1958
| [[Kati Székely]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1958)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Das Tagebuch der Anne Frank''), film TV (Germania Est) || [[Emil Stöhr]]
|-
| 1959
| [[Millie Perkins]] || ''[[Il diario di Anna Frank (film 1959)|Il diario di Anna Frank]]'', film (USA) || [[George Stevens]]
|-
| 1962
| [[Martine Crefcour]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1962)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Dagboek van Anne Frank''), film TV (Paesi Bassi) ||
|-
| 1967
| [[Diana Davila]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1967)|Il diario di Anna Frank]]'', film TV (USA) || [[Alex Segal]]||
|-
| 1979
| [[Mariko Fuji]] (voce) || ''[[Anne no nikki: Anne Frank monogatari]]'' ("Il diario di Anna: la storia di Anna Frank"), film d'animazione (Giappone) || [[Ryūzō Nakanishi]]|| [[Eiji Okabe]]
|-
| 1980
| [[Melissa Gilbert]] || ''[[Il diario di Anna Frank (film 1980)|Il diario di Anna Frank]]'', film TV (USA) || rowspan="3" | [[Frances Goodrich]] & [[Albert Hackett]] || [[Boris Sagal]]
|-
| 1982
| [[Juliane Korén]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1982)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Das Tagebuch der Anne Frank''), film TV (Germania Est) || [[Mirjana Erceg]]
|-
| 1985
| [[Jip Wijngaarden]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (film 1985)|Il diario di Anna Frank]]'' (''Het dagboek van Anne Frank''), film TV (Paesi Bassi) || [[Jeroen Krabbé]] & [[Hank Onrust]]
|-
| 1987
| [[Katharine Schlesinger]]|| ''[[Il diario di Anna Frank (miniserie televisiva 1987)|Il diario di Anna Frank]]'', miniserie TV in 4 episodi (UK) || [[Elaine Morgan]] || [[Gareth Davies (regista)|Gareth Davies]]
|-
| 1988
| [[Lisa Jacobs]]|| ''[[The Attic: The Hiding of Anne Frank]]'', film TV (USA) || [[Miep Gies]] || [[John Erman]]
|-
| 1995
| [[Rena Takahashi]] (voce) || ''[[Anne no nikki]]'' ("Il diario di Anna"), film d'animazione (Giappone) || [[Hachirô Konno]] & [[Roger Pulvers]]|| [[Akinori Nagaoka]]
|-
| 1997
| [[Natalie Portman]] || ''[[Il diario di Anna Frank (dramma)|Il diario di Anna Frank]]'' (''The Diary of Anne Frank''), riduzione teatrale (Broadway revival) || [[Frances Goodrich]] & [[Albert Hackett]] || [[James Lapine]]
|-
| 2001
| [[Hannah Taylor-Gordon]] || ''[[La storia di Anna Frank]]'' (''Anne Frank: The Whole Story''), miniserie TV in 2 episodi (USA) || [[Kirk Ellis]] & [[Melissa Müller]]|| [[Robert Dornhelm]]
|-
| 2008
| [[Isabella Castillo]] || ''[[El diario de Ana Frank - Un canto a la vida]]'', musical (Spagna) || [[José Luis Tierno]] & [[Jaime Azpilicueta]]|| [[Daniel Garcìa Chavéz]]
|-
| 2009
| [[Ellie Kendrick]] || ''[[Il diario di Anna Frank (miniserie televisiva)|Il diario di Anna Frank]]'', miniserie TV in 5 episodi (UK) || [[Deborah Moggach]]|| [[Jon Jones]]
|-
| 2010
| [[Rosabell Laurenti Sellers]] || ''[[Mi ricordo Anna Frank]]'', film TV (Italia) || [[Alison Leslie Gold]]|| [[Alberto Negrin]]
|-
| 2016
| [[Lea van Acken]] || ''[[Das Tagebuch der Anne Frank]]'', film (Germania) || [[Fred Breinersdorfer]]|| [[Hans Steinbichler]]
|-
|2019
| [[Helen Mirren]] || ''[[#AnnaFrank. Vite parallele]]'', docu-film (Italia) || [[Sabina Fedeli]], [[Anna Migotto]]|| Sabina Fedeli, Anna Migotto
|-
|2021
| [[Ludovica Nasti]]|| ''Il nostro nome è Anna,'' cortometraggio (Italia) || [[Cristiana Bertolotti]], [[Federica Pannocchia]], [[Mattia Mura]] || Mattia Mura
|-
|2021
| [[Emily Carey]] (voce) || [[Anna Frank e il diario segreto]], film d'animazione (Belgio, Francia, Israele, Paesi Bassi, Lussemburgo) || [[Ari Folman]] || Ari Folman
|}
 
Ad Anna Frank la città di [[Parigi]] ha dedicato, nel 2007, un giardino: il [[giardino Anna Frank]], nel [[III arrondissement di Parigi|III ''arrondissement'']].
 
== Note ==
{{<references|2}}/>
 
== Bibliografia ==
Riga 235 ⟶ 314:
* Miep Gies, ''Si chiamava Anna Frank'', Milano, A. Mondadori, 1987. ISBN 88-04-30506-1.
* Willy Lindwer, ''Gli ultimi 7 mesi di Anna Frank. La drammatica fine dell'autrice del Diario, raccontata da sette compagne di prigionia, testimoni oculari di ciò che seguì il suo arresto: la vita nei lager e la tragica morte'', Roma, Newton Compton, 1989.
* Ruud van der Rol e Rian Verhoeven, ''Anna Frank. Album di famiglia'', Vimercate, La spigaSpiga Meravigli-Fondazione Anna Frank, 1992. ISBN 88-7100-247-4.
* Alison Leslie Gold, ''Mi ricordo Anna Frank. Riflessioni di un'amica d'infanzia'', Milano, Bompiani, 1999. ISBN 88-452-4022-3.
* GuiaAlessandra RisariJesi Soligoni, ''La portaStoria di AnneAnna Frank'', Milano, MondadoriTascabili La Spiga, 20162000. ISBN 978-88-04468-658881361-78.
* Alessandra Jesi Soligoni, ''Storia di Anna Frank'', Milano, Tascabili La spiga, 2000. ISBN 88-468-1361-8.
* Melissa Müller, ''Anne Frank. Una biografia'', Torino, Einaudi, 2004. ISBN 88-06-16834-7.
* Josephine Poole, ''Anne Frank'', San Dorligo della Valle, Emme, 2005. ISBN 88-7927-750-2.
* Ann Kramer, ''Anna Frank. Un raggio di sole negli anni bui del nazismo'', Trezzano sul Naviglio, IdeeAli, 2007. ISBN 978-88-6023-090-4.
* Ernst Schnabel, ''Anne Frank. Un racconto-documento'', Milano, Modern Publishing, 2008. ISBN 978-88-493-0511-1.
* [[Francine Prose]], ''Anne Frank. La voce dell'Olocausto. [La storia di una ragazza ebrea e del diario più celebre di tutti i tempi]'', Roma, [[Castelvecchi]], 2011. ISBN 978-88-7615-423-2.
* Sid Jacobson, Ernie Colón, ''Anne Frank. La biografia a fumetti'', Milano, [[Rizzoli Lizard]], 2011. ISBN 978-88-17-04736-4.
* [[Aidan Chambers]], ''La penna di Anne Frank'', Modena, EquiLibri, 2011. ISBN 978-88-905808-0-2.
* Casa di AnneAnna Frank, Menno Metselaar, e Ruud van der Rol, ''La storia di AnneAnna Frank'', Milano, Mondadori, 2011. ISBN 978-88-04-60680-2.
* Theo Coster, ''I nostri giorni con Anna. Il racconto dei compagni di classe di Anna Frank'', Milano, Rizzoli, 2012. ISBN 978-88-17-05511-6.
* Sharon Dogar, ''La stanza segreta di Anna Frank'', Roma, Newton Compton, 2012. ISBN 978-88-541-3540-6.
* [[Guia Risari]], ''La porta di Anna'', Milano, Mondadori, 2016. ISBN 978-88-04-65888-7.
* Jacqueline van Maarsen, ''A Friend Called Anne. One girl's story of war, peace, and a unique friendship with Anne Frank'', New York, Puffin Books, 2005. ISBN 978-0-14-240719-6.
* Jacqueline[[Enzo van MaarsenRomeo]], ''MyDiari Namea Isconfronto Anne,- She Said, AnneAnna Frank.-Etty The Memoirs of Anne Frank's Best FriendHillesum'', LondonMilano, Arcadia[[Àncora Editrice]], 20072017. ISBN 978-188-905147514-101759-68.
* JacquelineSergio van MaarsenFelleti, ''Inheriting AnneAnna Frank Story'', LondonMilano, ArcadiaEdiser Srl, 20092018. ISBN 978-188-906413278-274250-98.
* {{en}} Jacqueline van Maarsen, ''A Friend Called Anne. One girl's story of war, peace, and a unique friendship with Anne Frank'', Nuova York, Puffin Books, 2005. ISBN 978-0-14-240719-6.
* {{en}} Jacqueline van Maarsen, ''My Name Is Anne, She Said, Anne Frank. The Memoirs of Anne Frank's Best Friend'', Londra, Arcadia, 2007. ISBN 978-1-905147-10-6.
* {{en}} Jacqueline van Maarsen, ''Inheriting Anne Frank'', Londra, Arcadia, 2009. ISBN 978-1-906413-27-9.
 
== Voci correlate ==
* [[Diario di Anna Frank]]
* [[Diari dell'Olocausto]]
* [[Fondazione Anna Frank]]
* [[Casa di Anna Frank]]
* [[Otto Frank]]
* [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi]]
* [[Persone legate ad Anna Frank]]
* [[Olocausto]]
* [[OttoBambini Frankdell'Olocausto]]
* [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi]]
* [[Margot Frank]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Anne Frank}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.annefrank.nl|Sito della Casa di Anna Frank|lingua=nl}}
* {{cita web|url=http://www.annefrankannefranktree.orgcom|Sitotitolo=L'Albero sudi Anna Frank|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101120212538/http://www.annefranktree.com/#|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.geocities.com/afdiary/index.html|titolo=Uno studio approfondito su Anna Frank, il diario e le persone che le stavano attorno|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071216070505/http://www.geocities.com/afdiary/index.html|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.annefrankguide.net|Guida alla ricerca su Anna Frank - Banca dati on-line unica per gli studenti}}
* {{cita web|url=http://www.annefranktreeannefrankguide.comnet|L'Alberotitolo=Guida dialla ricerca su Anna Frank - UnaBanca comunitàdati dion-line personeunica cheper sigli sentono legate ad Anna Frankstudenti|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.geocitiesmiricordodiannafrank.comrai.it/dl/portali/site/afdiaryarticolo/indexContentItem-26f8ec21-e057-4eed-9372-d4a9eb424916.html|titolo=UnoMi studio approfondito suricordo Anna Frank, il- diariofiction edella leRai|accesso=28 personegennaio che2010|dataarchivio=11 lesettembre stavano attorno|deadurl=yes2014|urlarchivio=httphttps://web.archive.org/web/2007121607050520140911120231/http://www.geocitiesmiricordodiannafrank.comrai.it/afdiarydl/indexportali/site/articolo/ContentItem-26f8ec21-e057-4eed-9372-d4a9eb424916.html|dataarchiviourlmorto=16 dicembre 2007}}
* [http://www.miricordodiannafrank.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-26f8ec21-e057-4eed-9372-d4a9eb424916.html Mi ricordo di Anna Frank], [[Mi ricordo Anna Frank|fiction]] della Rai
 
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