Akhnaton: differenze tra le versioni
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{{Dramma
|Titoloitaliano = Akhnaton
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Nel cortile principale del palazzo di [[Amenofi III]] a [[Tebe (sito archeologico)|Tebe]] giunge una delegazione siriana con il simulacro della dea [[Ištar]] da [[Ninive]], portato al cospetto del faraone perché i suoi poteri taumaturgici curino il re morente. La delegazione viene ricevuta da Meriptah, l’ambizioso sommo sacerdote di Amon, dal devoto soldato [[Horemheb]], dalla regina [[Tiy]] e dal giovane principe [[Akhenaton]]. Il giovane viene descritto come un ragazzo fragile dagli occhi intelligenti, un artista, un mistico e un poeta che preferisce intrattenersi con Horemheb piuttosto che dedicarsi agli ospiti siriani. Riconoscendo la bontà del soldato, il principe gli fa giurare fedeltà e proprio in quel momento giunge l’annuncio che Amenofi è spirato e Akhenaton è ora il nuovo faraone.
; Scena seconda
Sono passati tre anni e Tiy è ancora reggente in attesa che il figlio raggiunga l’età per regnare. Il giovanissimo faraone non è molto interessato a governare e si oppone al sommo sacerdote Meriptah, favorendo il culto di [[Ra]] a quello di [[Amon]]. Dopo un colloquio con il sacerdote Ay, Akhenaton capisce di essere il figlio di Ra e decide di navigare il [[Nilo]] con la moglie [[Nefertiti]] e l’amata figlioletta per trovare il punto ideale in cui edificare una nuova città. Anche se devota a Ra, Tiy mette in guardia Nefertiti affinché non lasci che il marito soppianti del tutto il culto di Amon: modificare così radicalmente la religione del suo popolo metterebbe il nuovo faraone a rischio. Nezzemut, l’astuta sorella di Nefertiti, si
; Scena terza
Dopo aver navigato per oltre trecento miglia, il faraone trova il luogo in cui edificare la città di Akhetaton, la futura [[Amarna]].
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Sono passati otto anni e nella città di Tebe c’è aria di malcontento per la riforma religiosa voluta dal faraone, che ha soppiantato il culto di Amon con quello di Ra. Il sommo sacerdote Meriptah ascolta le lamentele del popolo mentre aspetta l’arrivo del suo accolito Ptahmose. Il suo uomo arriva da Akhetaton con le ultime notizie: il giovane principe Tutankhaton è stato fidanzato ufficialmente con la sorellastra [[Ankhesenamon]], Horemheb è diventato comandante dell’esercito e Meriptah e Ptahmose possono contare sul sostegno di Nezzemut, la cognata del faraone.
; Scena seconda
Sono passati sei mesi dal ritorno di Ptahmose a Tebe e il faraone scolpisce il celebre [[busto di Nefertiti]] nel suo palazzo di Akhetaton. Dopo la fine della reggenza di Tiy, Akhenaton è diventato faraone a tutti gli effetti e ha avuto cinque figlie da Nefertiti; la regina non si fida di Horemheb, che però gode di tutta la fiducia del marito. Nonostante si fidi del vecchio amico, Akhenaton accantona le preoccupazioni del comandante circa il malcontento nella capitale e si occupa solo di rendere perfetta la sua nuova città per Re. Tiy, anziana e malata, arriva
; Scena terza
=== Terzo atto ===
; Scena prima
Sono passati tre anni e Akhenaton, debole e malato, continua con la sua crociata per cancellare ogni dio all’infuori di Ra dall’Egitto. Nezzemut insinua dubbi sulla sanità mentale del faraone in Horemheb e il comandante comincia a sospettare che la sorella di Nefertiti abbia ragione. Suggerisce comunque che Tutankhaton si affianchi ad Akhenaton sul trono.
; Scena seconda
Sei mesi dopo, Horemheb e Meriptah
; Scena terza
Nel palazzo del sommo sacerdote Meriptah, Horemheb, Tutankhaton e Nezzemut decidono di spodestare
; Scena quarta
Akhenaton cade in preda a una febbre isterica quando sente le ultime notizie: la rivoluzione impazza in Egitto, il genero Tutankhaton gli si è ribellato contro, ha perso il sostegno del fidato Horemheb e il culto di Amon è rifiorito nel regno del Nilo. Nezzemut si offre di tranquillizzare il sovrano con una delle pozioni di Para e, senza sapere che si tratta di veleno, Nefertiti lo fa bere al marito. Quando prova a bere a sua volta dalla coppa Nezzemut la ferma e la regina capisce di essere stata tradita e ingannata. Akhenaton muore a causa del veleno e Nefertiti decide di berlo per raggiungere l’amato marito.
=== Epilogo ===
Un capitano annuncia agli scalpellini del palazzo che Tutankhaton è salito al trono con il nome di [[Tutankhamon]] e che il culto di Amon è stato definitivamente ripristinato in Egitto.
== Origini e pubblicazione ==
Dopo il matrimonio con l'archeologo [[Max Mallowan]], Agatha Christie cominciò a seguire il secondo marito nelle ___location dei suoi scavi, che spesso le diedero spunto nella stesura dei romanzi.<ref>{{Cita web|url=
Nella sua [[La mia vita (Agatha Christie)|autobiografia]], la Christie ha dichiarato di non aver scritto il dramma per le scene, ma come esercizio letterario e sperimentazione in un genere a cui non era legato il suo successo di giallista.<ref>{{Cita libro|autore=Agatha Christie|titolo=An Autobiography|anno=1947|url=https://archive.org/details/autobiography0000card|dataoriginale=1977|editore=Collins|lingua=Inglese|p=471}}</ref> Tuttavia, [[Charles Osborne]], amico, biografo e novellizzatore di altri drammi della Christie, sostiene nella sua biografia della scrittrice che gli editori della donna la scoraggiarono dal provare a inscenare il dramma, ritenendola una mossa economicamente rischiosa: Agatha Christie era nota soprattutto come giallista e il pubblico avrebbe potuto non essere ugualmente interessato a un suo dramma storico.<ref>{{Cita libro|autore=Marvin Lachman|titolo=The Villainous Stage: Crime Plays on Broadway and in the West End|anno=2014|editore=McFarland Co Inc|lingua=Inglese|p=53}}</ref>▼
Agatha Christie ritrovò il manoscritto nel 1972 e lo presentò agli editori sull’onda del successo dell’esibizione sui tesori di Tutankhamon al [[British Museum]]. L’ipotesi di una messa in scena del dramma fu scoraggiata ancora una volta (gli undici cambi di scena e gli oltre venti personaggi renderebbe un allestimento teatrale estremamente costoso), ma la [[William Collins, Sons]] pubblicò ''Akhnaton'' nel maggio 1973.<ref>{{Cita libro|autore=Janet Morgan|titolo=Agatha Christie, A Biography|url=https://archive.org/details/agathachristiebi0000morg|anno=1984|editore=Collins|p=[https://archive.org/details/agathachristiebi0000morg/page/226 226]}}</ref>▼
== Produzioni ==
▲Nella sua [[La mia vita|autobiografia]], la Christie ha dichiarato di non aver scritto il dramma per le scene, ma come esercizio letterario e sperimentazione in un genere a cui non era legato il suo successo di giallista.<ref>{{Cita libro|autore=Agatha Christie|titolo=An Autobiography|dataoriginale=1977|editore=Collins|lingua=Inglese|p=471}}</ref> Tuttavia, [[Charles Osborne]], amico, biografo e novellizzatore di altri drammi della Christie, sostiene nella sua biografia della scrittrice che gli editori della donna la scoraggiarono dal provare a inscenare il dramma, ritenendola una mossa economicamente rischiosa: Agatha Christie era nota soprattutto come giallista e il pubblico avrebbe potuto non essere ugualmente interessato a un suo dramma storico.<ref>{{Cita libro|autore=Marvin Lachman|titolo=The Villainous Stage: Crime Plays on Broadway and in the West End|anno=2014|editore=McFarland Co Inc|lingua=Inglese|p=53}}</ref>
Il testo non è mai stato messo in scena nella sua interezza, ma una versione semplificata reintitolata ''Akhnaton e Nefertiti,'' con meno scene e personaggi, è andata in scena nell'aprile 1979 al National Arts di New York con la regia di [[Robert Sterling]].<ref>{{Cita news|lingua=en-US|nome=Ann|cognome=Barry|url=https://www.nytimes.com/1979/04/01/archives/arts-and-leisure-guide-of-special-interest-from-bulgaria-all-that.html|titolo=Arts and Leisure Guide|pubblicazione=The New York Times|data=1979-04-01|accesso=2017-09-15}}</ref> L'anno successivo andò in scena anche a Londra con il titolo originale.
▲Agatha Christie ritrovò il manoscritto nel 1972 e lo presentò agli editori sull’onda del successo dell’esibizione sui tesori di Tutankhamon al [[British Museum]]. L’ipotesi di una messa in scena del dramma fu scoraggiata ancora una volta (gli undici cambi di scena e gli oltre venti personaggi renderebbe un allestimento teatrale estremamente costoso), ma la [[William Collins, Sons]] pubblicò ''Akhnaton'' nel maggio 1973.<ref>{{Cita libro|autore=Janet Morgan|titolo=Agatha Christie, A Biography|anno=1984|editore=Collins|p=226}}</ref>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Julius Green, ''Curtain Up. Agatha Christie: A Life in the Theatre'', 2005. ISBN
{{portale|Agatha Christie|teatro|Antico Egitto}}
[[Categoria:Opere teatrali di Agatha Christie]]
[[Categoria:Opere teatrali di autori britannici]]▼
[[Categoria:Opere teatrali in inglese]]
[[Categoria:Opere teatrali ambientate in Egitto]]
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