Grande Inter: differenze tra le versioni
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[[File:Formazione dell'Inter 1964-1965.jpg|thumb|upright=1.5|Una formazione della Grande Inter nella stagione 1964-65.]]
Con l'appellativo '''Grande Inter''' si identifica il ciclo di vittorie conseguito dalla [[Squadra di calcio|società]] [[Calcio (sport)|calcistica]] [[italia]]na del [[Football Club Internazionale Milano]] negli anni 60 del XX secolo, periodo storico in cui si affermò come una delle migliori squadre di sempre a livello [[Campionato di calcio italiano|italiano]] ed [[Competizioni UEFA per club|europeo]].<ref name="uefa.com">{{cita web|url=http://it.uefa.com/uefachampionsleague/news/newsid=2249846.html|titolo=Le migliori squadre di sempre: Inter 1962–67|autore=Paolo Menicucci|data=27 maggio 2015}}</ref>
Sotto la presidenza del petroliere [[Angelo Moratti]] e guidata in panchina dall'allenatore franco-argentino [[Helenio Herrera]], l'Inter si laureò fra il 1963 e il 1966 per tre volte [[Serie A|campione nazionale]] ([[Serie A 1962-1963|1962-63]], [[Serie A 1964-1965|1964-65]], [[Serie A 1965-1966|1965-66]]) e per due consecutive vincitrice della [[Coppa dei Campioni]] ([[Coppa dei Campioni 1963-1964|1963-64]], [[Coppa dei Campioni 1964-1965|1964-65]]) e della [[Coppa Intercontinentale (calcio)|Coppa Intercontinentale]] ([[Coppa Intercontinentale 1964|1964]], [[Coppa Intercontinentale 1965|1965]]).
== Lo schema tattico ==
[[File:CatenaccioAnni60.svg|thumb|upright|Giocatori disposti in campo secondo il classico ''[[Catenaccio (calcio)|catenaccio]]'' degli anni 1960.<ref>{{cita web|url=https://footballbh.net/2017/08/15/tactical-tale-helenio-herrera/|titolo=Tactical tale of Helenio Herrera|autore=Salguhan Elancheran|data=15 aprile 2017|lingua=inglese}}</ref>]]
{{Citazione|Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair; Mazzola, Milani (Peiró, Domenghini), Suárez, Corso. Allenatore Herrera. <br/> Quale altra formazione, a distanza di tanti lustri, è impressa più di questa nella memoria di ogni tifoso, anche non nerazzurro ?|[[Eduardo Galeano]], ''Splendori e miserie del gioco del calcio'', [[Sperling & Kupfer]], 1997.<ref>{{Cita|Grassia, Lotito|p. 122}}.</ref><ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/09/05/sarti-burgnich-facchetti-quell-undici-nella-memoria.html|titolo=Sarti, Burgnich, Facchetti|autore=Maurizio Crosetti|pubblicazione=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=5 settembre 2006|p=16}}</ref>}}
A contraddistinguere il gioco della formazione erano la solidità difensiva — spesso assimilata al [[Catenaccio (calcio)|catenaccio]] —<ref name=profili>{{Cita|Grassia, Lotito|pp. 134-137|titolo=I Grandi della Grande Inter}}.</ref><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2007/luglio/19/Rivoluzione_Herrera_Ecco_Grande_Inter_ga_10_070719093.shtml|titolo=Rivoluzione Herrera. Ecco la Grande Inter|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=[[La Gazzetta dello Sport]]|data=19 luglio 2007}}</ref> e le veloci ripartenze in contropiede,<ref name=grande>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/novembre/11/ricordi_grande_Inter_ga_0_9711111668.shtml|titolo=Ricordi di Grande Inter|autore=Luca Curino|autore2=Germano Bovolenta|autore3=Giorgio Lo Giudice|autore4=Dan Peterson|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=11 novembre 1997}}</ref> cui si assommava la prolificità dei terminali offensivi.<ref name=taca>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1997/novembre/14/Taca_bala_cosi_carico_Inter_ga_0_9711147856.shtml|titolo="Taca la bala"!|autore=Claudio Gregori|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=14 novembre 1997}}</ref>
=== Difesa ===
Estremo difensore fu inizialmente [[Lorenzo Buffon]],<ref>{{cita web|url=https://www.ilgiornale.it/news/sport/lorenzo-buffon-numero-1-dei-numeri-1padrone-dell-area-e-1799498.html|titolo=Lorenzo Buffon, il numero 1 dei numeri 1 padrone dell'area e signore del gossip|autore=Massimo M. Veronese|data=17 dicembre 2019}}</ref> brevemente sostituito da [[Ottavio Bugatti|Bugatti]] nelle ultime battute del [[Serie A 1962-1963|torneo 1962-63]]:<ref name=profili/> a difendere i pali giunse in seguito il concreto [[Giuliano Sarti|Sarti]],<ref name=profili/> con [[Ferdinando Miniussi|Miniussi]] di riserva.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/settembre/14/morto_Miniussi_vice_Sarti_ga_0_0109144651.shtml|titolo=È morto Miniussi, il vice di Sarti|autore=M.M.|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=14 settembre 2001}}</ref>
Con i laterali [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]] e [[Giacinto Facchetti|Facchetti]] — rispettivamente dislocati a destra e sinistra —<ref name=profili/> incaricati di contrastare le ali avversarie,<ref name=taca/> il centrale [[Aristide Guarneri|Guarneri]] (che pure aveva iniziato la carriera in veste di terzino)<ref name=profili/> agiva in marcatura sul centravanti:<ref name=taca/><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/settembre/25/GUARNERI_DIFENSORE_DOC__gm_0_9909252112.shtml|titolo=Guarneri, il difensore "doc"|autore=Rosanna Schirer|pubblicazione=Gazzetta Magazine|editore=La Gazzetta dello Sport|data=25 settembre 1999}}</ref> a coordinare i movimenti della retroguardia era il capitano [[Armando Picchi|Picchi]],<ref name=profili/> arretrato a libero dopo l'esperienza sulle fasce e divenuto un «allenatore in campo» tanto da contraddire persino le indicazioni di Herrera.<ref name=picchi>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/1999/dicembre/01/Diventa_libro_storia_Picchi_ribelle_ga_0_9912017613.shtml|titolo=Diventa un libro la storia di Picchi il ribelle|autore=Sebastiano Vernazza|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=1º dicembre 1999}}</ref>
Il contributo del pacchetto difensivo era inoltre rintracciabile nell'innesco del contropiede,<ref name=taca/> col supporto di Facchetti alla manovra d'attacco che ne fece il primo «fluidificante» nella storia del calcio italiano.<ref name=taca/> Tra i principali rincalzi del reparto arretrato si segnalò il polivalente [[Saul Malatrasi|Malatrasi]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/maggio/06/Malatrasi_duplex_vinto_con_tutti_ga_0_0305062349.shtml|titolo=Malatrasi duplex: ha vinto con tutti e due i club|autore=Gabriella Mancini|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 maggio 2003}}</ref>
=== Centrocampo ===
In mediana — con l'obiettivo di neutralizzare il ''numero 10'' opposto —<ref name=profili/> venne dapprima schierato [[Franco Zaglio|Zaglio]], in cui luogo fu scelto [[Carlo Tagnin|Tagnin]] nel 1963;<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2000/marzo/05/arte_appiccicarsi_ga_0_0003053066.shtml|titolo=L'arte di appiccicarsi|autore=Marco Pastonesi|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=5 marzo 2000}}</ref> a consacrarsi in tale posizione sarà poi [[Gianfranco Bedin|Bedin]], promosso titolare nel corso dell'annata 1964-65.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it//2009/agosto/06/Bedin_vita_mediano_Quando_marcavo_ga_10_090806020.shtml|titolo=Bedin vita da mediano: «Quando marcavo Pelé e Rivera»|autore=Sebastiano Vernazza|autore2=Alberto Francescut|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=6 agosto 2009}}</ref> Fulcro del gioco era il regista [[Luis Suárez (calciatore 1935)|Suárez]],<ref name=profili/> calatosi nella parte dopo gli inizi da incursore:<ref name=suarez>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/12/12/suarez-la-mia-inter-con-herrera-prisco.html|titolo=Suarez: "La mia Inter con Herrera e Prisco"|autore=Luca Fazzo|pubblicazione=la Repubblica|data=12 dicembre 2002|p=13}}</ref> abile in fase d'impostazione,<ref name=profili/> lo spagnolo era inoltre capace di armare con precisi lanci le punte.<ref name=taca/>
Le sortite offensive erano demandate alla mezzala destra,<ref name=taca/> posizione nella quale [[Sandro Mazzola|Mazzola]] rilevò [[Humberto Maschio|Maschio]] già nell'autunno 1962.<ref name=grande/> Lungo l'out sinistro agiva poi il "fantasista" [[Mario Corso|Corso]],<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/08/23/70-anni-dell-insolente-mariolino-il.html|titolo=I 70 anni dell'insolente Mariolino|autore=Gianni Mura|pubblicazione=la Repubblica|data=23 agosto 2011|p=60}}</ref> inviso a Herrera per uno scarso atletismo bilanciato tuttavia dalle qualità tecniche e balistiche.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2020/06/21/addio-mario-corso-era-un-secondo-papa-per-noi-azzurriniNapoli11.html|titolo=Addio Mario Corso|autore=Pasquale Tina|pubblicazione=la Repubblica|data=21 giugno 2020|p=11}}</ref>
=== Attacco ===
Con [[Beniamino Di Giacomo|Di Giacomo]] a rimpiazzare [[Gerry Hitchens|Hitchens]] all'inizio del campionato 1962-63,<ref name=grande/> nel ruolo di punta centrale agì successivamente [[Aurelio Milani|Milani]], il cui movimento apriva spazi utili agli inserimenti offensivi di Mazzola.<ref name=profili/> Anche quest'ultimo ricoprì talvolta la suddetta posizione,<ref name=grande/> altrimenti affidata al duttile [[Angelo Domenghini|Domenghini]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/aprile/17/Domenghini_sempre_all_ala_ga_10_0504173669.shtml|titolo=Domenghini, sempre all'ala|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=17 aprile 2005}}</ref> Ulteriori interpreti del ruolo di centrattacco furono [[Renato Cappellini|Cappellini]]<ref name=profili/> e l'opportunista [[Joaquín Peiró|Peiró]],<ref name=profili/> con l'impiego di quest'ultimo circoscritto in prevalenza alle [[Competizioni UEFA per club|manifestazioni europee]] stante il regolamento dell'epoca riguardo al tetto massimo di due stranieri in campionato.<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2020/03/21/la-notte-magica-del-terzo-straniero-della-grande-interMilano11.html|titolo=La "notte magica" del terzo straniero della Grande Inter|pubblicazione=la Repubblica|data=21 marzo 2020|p=11}}</ref>
Come ala destra, si distinse il brasiliano [[Jair da Costa|Jair]] — la cui dote principale risiedeva nella velocità —<ref name=profili/> preferito dal [[1962]] a [[Mauro Bicicli|Bicicli]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2015/settembre/08/Tutto_inizio_con_Gino_poi_ga_0_20150908_88db024c-55ed-11e5-90f3-6acf5f1fd578.shtml|titolo=Tutto iniziò con Gino, poi le ali presero il volo con Corso, Jair e Figo|autore=Matteo Brega|data=8 settembre 2015}}</ref>
== Storia ==
=== Prologo ===
==== 1960-61: il polemico esordio di Herrera ====
[[File:Inter Milan 1965-1966 Armando Picchi.jpg|thumb|upright|left|[[Armando Picchi]], neoacquisto di stagione, diverrà il capitano dell'Inter dal 1962 al 1967]]
Nel 1960, dopo i modesti risultati conseguiti dal suo insediamento alla presidenza dell'{{Calcio Inter|N}} avvenuto cinque anni prima, [[Angelo Moratti]] ingaggiò dal {{Calcio Barcellona|N}} l'allenatore [[Helenio Herrera]], soprannominato il "Mago", di cui era rimasto impressionato in seguito ad una partita di [[Coppa delle Fiere 1958-1960|Coppa delle Fiere]] nella quale i catalani avevano travolto i meneghini.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2010/aprile/09/Herrera_Helenio_mago_nato_100_ga_10_100409011.shtml|titolo=Herrera Helenio, un mago nato 100 anni fa|autore=Nicola Cecere|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=9 aprile 2010}}</ref><ref name="herrera">{{cita web|url=http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|titolo=Helenio Herrera: 1960/61 - 1961/62|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121013055508/http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|urlmorto=sì}}</ref> Sul mercato vennero acquistati il portiere [[Lorenzo Buffon|Buffon]], il terzino [[Armando Picchi|Picchi]] e il mediano [[Franco Zaglio|Zaglio]]; la squadra aveva i suoi punti di forza nello stopper [[Bruno Bolchi|Bolchi]] e negli attaccanti [[Eddie Firmani|Firmani]] e [[Antonio Angelillo|Angelillo]],<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.gazzetta.it/2007/febbraio/04/Alla_Samp_primi_ultra_chiamano_ga_10_070204035.shtml|titolo=Alla Samp i primi ultrà si chiamano «Cucchiaroni»|autore=Germano Bovolenta|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport|data=4 febbraio 2007}}</ref> quest'ultimo capace di segnare 33 gol nel [[Serie A 1958-1959|campionato 1958-59]].<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2008/02_Febbraio/26/angelillo.shtml|titolo=Angelillo, il "signor record"|autore=Giuseppe Bagnati|data=26 febbraio 2008}}</ref>
La [[Serie A 1960-1961]] vide una partenza bruciante dell'Inter, che segnò nelle prime quattro giornate ben 18 gol: il 23 ottobre gli uomini di Herrera si ritrovarono soli in testa, inseguiti dai campioni uscenti della {{Calcio Juventus|N}} e dalla {{Calcio Roma|N}}. Dopo una sconfitta dell'Inter col {{Calcio Padova|N}} i capitolini tentarono la fuga, ma furono riacciuffati dai milanesi a Natale; i nerazzurri a fine gennaio si aggiudicarono il titolo d'inverno con 3 punti sui rivali cittadini del {{Calcio Milan|N}} e 4 sul {{Calcio Catania|N}}.<ref name=esordi>{{Cita|Grassia, Lotito|pp. 117-119}}.</ref> Il girone di ritorno iniziò all'insegna della Juve del ''[[Trio Magico]]'': i torinesi, che avevano accusato una flessione nei mesi precedenti, vinsero 5 partite di fila e avvicinarono l'Inter.<ref name=esordi/> Furono, però, quattro sconfitte consecutive fra marzo e aprile, contro {{Calcio Lecco|N}}, {{Calcio Padova|N}}, Milan e {{Calcio Sampdoria|N}}, a far scendere i nerazzurri in classifica dietro i bianconeri e i rossoneri.<ref name=esordi/>
[[File:1960–61 Serie A - Juventus v Inter Milan - Mazzola contrasts with Sarti.jpg|thumb|Un diciottenne [[Sandro Mazzola]], al debutto in Serie A, in contrasto sullo juventino [[Benito Sarti]] nel [[derby d'Italia]] del 10 giugno 1961, giocato in segno di protesta dall'Inter con la sua squadra [[Campionato De Martino|De Martino]]]]
==== 1961-62: lo scudetto sfumato ====
Per la stagione
[[File:Gerry Hitchens 1961-62.jpg|thumb
In [[Serie A 1961-1962|campionato]] l'Inter dominò il girone d'andata, perdendo solamente il [[derby di Milano]] e laureandosi ''campione d'inverno'' il 10 dicembre 1961 con quattro punti di vantaggio su {{Calcio Bologna|N}} e {{Calcio Fiorentina|N}}, nonché cinque sul {{Calcio Milan|N}}.<ref name=sessantadue>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/12-08-2009/serie-con-cuore-gola-501020270239.shtml|titolo=La Serie A con il cuore in gola|autore=Giuseppe Bagnati|data=12 agosto 2009}}</ref> Ancora una volta, però, la seconda parte di stagione fu fatale per i nerazzurri, cui non bastò vincere il 4 febbraio 1962 la stracittadina di ritorno: un crollo primaverile favorì infatti la rimonta dei rivali rossoneri, che si aggiudicarono il tricolore lasciando alla ''Beneamata'' il secondo posto a cinque lunghezze di distacco.<ref name=sessantadue/>
Nel frattempo Moratti, afflitto da problemi di salute, aveva rassegnato il 20 marzo le dimissioni, pensando al contempo ad un'alternativa per Herrera:<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0085_01_1962_0068_0006_16945127/|titolo=Moratti ha presentato le dimissioni da presidente dell'Internazionale|pubblicazione=[[La Stampa]]|data=21 marzo 1962|p=6}}</ref> a pesare sul conto del ''Mago'' fu anche una diatriba col presidente bianconero [[Gianni Agnelli]], sorta dopo alcune dichiarazioni polemiche del tecnico franco-argentino sul cammino dei piemontesi in [[Coppa dei Campioni 1961-1962|Coppa Campioni]].<ref>{{cita web|url=https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/05-01-2015/juve-inter-derby-italia-ronaldo-sivori-mazzate-bordello-50-motivi-vederlo-100399170843.shtml|titolo=Juve-Inter: Ronaldo, Sivori, mazzate e un bordello: 50 motivi per vederlo|autore=Luca Bianchin|data=6 gennaio 2015}}</ref> Il petroliere tornò sui suoi passi il 9 aprile per difendere la squadra da uno scandalo [[doping]], il quale aveva coinvolto, fra numerosi calciatori di [[Serie A]] e [[Serie B|B]], anche gli interisti [[Mauro Bicicli|Bicicli]], [[Aristide Guarneri|Guarneri]] e [[Franco Zaglio|Zaglio]]: i tre nerazzurri subiranno una squalifica e una multa.<ref name=esordi/><ref name=doping>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0086_02_1962_0108_0004_17497910/|titolo=Altri sei giocatori a giudizio per "doping"|pubblicazione=Stampa Sera|data=7 maggio 1962|p=4}}</ref>
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==== 1962-63: il primo successo in campionato ====
Dopo il secondo posto della stagione precedente, sul mercato l'Inter pescò soprattutto dal campionato italiano ([[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Humberto Maschio|Maschio]], [[Beniamino Di Giacomo|Di Giacomo]]), lanciando stabilmente tra i titolari anche l'emergente [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], terzino con ottime doti offensive, e il primogenito di [[Valentino Mazzola]], [[Sandro Mazzola|Sandro]].<ref name=Chiesa4849>{{cita|Chiesa|48-49}}.</ref> Importante fu poi la riconferma di Herrera: l'allenatore, che aveva chiesto la risoluzione del contratto con i nerazzurri in seguito alla crisi societaria, fu riaccolto invece a Milano al termine della [[Campionato mondiale di calcio 1962|Coppa del Mondo 1962]], nella quale aveva guidato la [[Nazionale di calcio della Spagna|Nazionale spagnola]], proprio quando [[Edmondo Fabbri]] era pronto a insediarsi sulla panchina dell'Inter.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,0085_01_1962_0074_0006_17254993/|titolo=Herrera ha chiesto di lasciare l'Inter|pubblicazione=La Stampa|data=28 marzo 1962|p=6}}</ref><ref>{{cita|Chiesa|52-53}}.</ref>
[[File:Serie A 1962-63 - Juventus vs Inter - Mazzola, Bugatti, Guarneri, Herrera, Picchi, Di Giacomo, Zaglio.jpg|thumb|28 aprile 1963: Mazzola festeggiato da Bugatti, Guarneri, Herrera, Picchi, Di Giacomo e Zaglio dopo la vittoria-scudetto 1-0 sul campo della Juventus, con gol proprio dell'attaccante]]
In porta c'era [[Lorenzo Buffon]];<ref name="herrera2">{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.it/Scelta62-63.html|titolo=Serie A 1962-63|accesso=20 aprile 2019}}</ref> la difesa veniva guidata da [[Armando Picchi]]
Nelle prime giornate i nerazzurri stentarono, ma riuscirono comunque a rimanere nella parte alta della classifica.<ref name=Chiesa>{{cita|Chiesa}}.</ref> Il 23 dicembre venne sconfitta la {{Calcio Juventus|N}}, ma un doppio pareggio intralciò la corsa nerazzurra e, il 13 gennaio, furono i bianconeri a terminare il girone d'andata in testa con un punto di vantaggio sui rivali, due sul {{Calcio Bologna|N}} e quattro sul [[Vicenza Calcio|Lanerossi Vicenza]]. L'aggancio dell'Inter sulla Juventus arrivò infine il 3 febbraio.
[[File:Facchetti e tifosi 63-64.jpg|thumb|upright=0.8|left|[[Giacinto Facchetti]] circondato dai tifosi, nel 1963, per il primo scudetto della Grande Inter]]
Successivamente, dopo un mese di coabitazione al primo posto, i torinesi persero il [[Derby di Torino|derby]] e l'Inter balzò in testa: non lasciò più la prima posizione, aumentò il suo vantaggio e terminò il campionato a quattro punti di distanza dalla Juventus. Il 5 maggio la capolista perse seccamente sul campo della {{Calcio Roma|N}}, ma risultò essere matematicamente Campione d'Italia<ref name=Chiesa/>; fu il primo [[scudetto (sport)|scudetto]] dell'era [[Angelo Moratti|Moratti]]-[[Italo Allodi|Allodi]] (e ottavo della storia interista), arrivato su rimonta, dopo che nei due tornei precedenti erano stati proprio i nerazzurri ad essere superati. A contribuire in modo decisivo alla vittoria fu la difesa, già distintasi nei due precedenti tornei: Herrera puntò in questa stagione su un modulo maggiormente affine al ''catenaccio''<ref name=Chiesa/>. Questa la formazione titolare: [[Lorenzo Buffon|Buffon]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], [[Franco Zaglio|Zaglio]], [[Aristide Guarneri|Guarneri]], [[Armando Picchi|Picchi]], [[Jair da Costa|Jair]], [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Beniamino Di Giacomo|Di Giacomo]], [[Luis Suárez (calciatore 1935)|Suárez]], [[Mario Corso|Corso]].
==== 1963-64: sul tetto d'Europa ====
Con la conquista dello scudetto, l'Inter poté così partecipare per la prima volta alla [[Coppa dei Campioni 1963-1964|Coppa dei Campioni]].<ref name="herrera3">{{cita web|url=http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121013055508/http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|titolo=Helenio Herrera: 1963/64|urlmorto=sì}}</ref> I nerazzurri, rinforzatisi con gli acquisti del portiere [[Giuliano Sarti]], in sostituzione di [[Lorenzo Buffon|Buffon]], e della punta [[Aurelio Milani]] e promosso titolare [[Carlo Tagnin]] al posto di [[Franco Zaglio|Zaglio]], esordirono in Europa al [[Goodison Park]], la tana dell'[[Everton Football Club|Everton]], pareggiando per 0-0. La vittoria nel ritorno per 1-0 garantì il passaggio al turno successivo. Vennero in seguito eliminati in sequenza i [[Principato di Monaco|monegaschi]] del {{Calcio Monaco|N}}, gli jugoslavi del {{Calcio Partizan|N}} e, in semifinale, i tedeschi del {{Calcio Borussia Dortmund|N}}. In finale al [[Ernst Happel Stadion|Prater]] di [[Vienna]], davanti a 72.000 spettatori, incontrarono gli spagnoli del {{Calcio Real Madrid|N}}, già vincitori per cinque volte consecutive del torneo. Herrera azzeccò tutte le mosse: Tagnin in marcatura su [[Alfredo Di Stéfano|Di Stéfano]], alla sua ultima partita in maglia bianca, Guarneri su [[Ferenc Puskás|Puskás]], Facchetti su [[Amancio (calciatore)|Amancio]], Burgnich su [[Francisco Gento|Gento]] e in più Suárez arretrò occupandosi di [[Rafael Batista Hernández|Felo]]. L'Inter, chiusa a riccio nella propria metà campo, controllò le sfuriate iniziali di Amancio e Di Stéfano che conversero il gioco su Puskas; Mazzola, controllato da [[Ignacio Zoco|Zoco]] che spesso gli lasciava ampi spazi, stazionava sul centrocampo pronto a sfruttare il contropiede.
[[File:Real Madrid tegen Internazionale 1-3, finale, spelmoment, Bestanddeelnr 916-4825.jpg|thumb|Una fase di gioco nella finale di Coppa dei Campioni tra Real Madrid e Internazionale Milano]]
Al 42' del primo tempo la prima rete. Sulla tre quarti nerazzurra, Guarneri tolse palla a Puskás e la smistò sulla sinistra a Facchetti; questi, dopo una breve volata, servì di precisione Mazzola, che controllò rapidamente la palla e con un tiro preciso la collocò alle spalle di [[José Vicente Train|Vicente]]. Alla rete di Mazzola seguì un palo di Gento in apertura di ripresa e poi il raddoppio di Milani al 61' e, quando il ritorno dei madrileni si fece più insistente dopo che Felo al 70' aveva accorciato le distanze, ancora in una classica manovra di contropiede Mazzola rubò la palla a [[José Santamaría|Santamaría]] e trafisse Vicente in uscita: fu 3-1 e con lo stesso risultato si chiuse l'incontro, facendo così diventare l'Inter la prima squadra in Europa a vincere la coppa senza neanche subire una sconfitta (7 vittorie e 2 pareggi).<ref name="herrera3" />
In campionato l'Inter rimase nelle zone alte nel girone d'andata, ma alla fine fu il {{Calcio Bologna|N}} ad aggiudicarsi il titolo d'inverno alla pari con il {{Calcio Milan|N}}, il 12 gennaio. Il 9 febbraio il Milan perse e il Bologna andò in testa. Poche settimane dopo, il 4 marzo, la [[FIGC]] comunicò che cinque giocatori del Bologna erano stati trovati positivi alle [[Amfetamina|amfetamine]] dopo la partita vinta il 2 febbraio contro il {{Calcio Torino|N}}:<ref name=enciclopedia5-3>{{cita web|url=http://www.enciclopediadelcalcio.com/Bologna5.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080318193608/http://www.enciclopediadelcalcio.com/Bologna5.html|titolo=Il settimo ed ultimo scudetto|data=19 ottobre 2008|urlmorto=sì}}</ref> ai granata fu assegnata la vittoria a tavolino e ai rossoblù un punto di penalizzazione.<ref name=enciclopedia5-3/> La magistratura ordinaria, tuttavia, intervenne sequestrando le provette di urina dei calciatori e, dopo un controllo accurato all'interno del Centro Tecnico di [[Coverciano]], si scoprì che i campioni erano stati manomessi.<ref name=enciclopedia5-3/> Per tale motivo, il 16 maggio la [[Commissione di Appello Federale|CAF]] annullò le sentenze.<ref name=enciclopedia5-3/> I responsabili della manipolazione delle provette non vennero mai individuati, sebbene nei decenni successivi alcune testimonianze fecero ricadere i sospetti su [[Giuseppe Viani|Gipo Viani]], l'allora [[Direttore tecnico (sport)|direttore tecnico]] del Milan.<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/22/non-fu-inter-tramare-nello-scudetto-del.html|titolo=Non fu l'Inter a tramare nello scudetto del '64|pubblicazione=la Repubblica|data=28 novembre 1998|accesso=21 marzo 2018}}</ref><ref name=cucci>{{cita web|autore=Italo Cucci|url=http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/rossoblu/2014/5-giugno-2014/bologna-sofferenza-trionfo-223338327189.shtml|titolo=Bologna, la sofferenza e il trionfo|data=5 giugno 2014|accesso=11 febbraio 2018}}</ref><ref name="pastore">{{cita web|url=http://www.ultimouomo.com/il-misterioso-caso-del-settimo-scudetto-del-bologna/|titolo=Il misterioso caso del settimo scudetto del Bologna|autore=Giuseppe Pastore|data=16 gennaio 2018|accesso=11 febbraio 2018}}</ref>
[[File:Helmut Haller v Tarcisio Burgnich Serie A 1964 tie-breaker.jpg|thumb|left|[[Helmut Haller]] (sx) e [[Tarcisio Burgnich]] durante lo spareggio-scudetto 1963-64 tra Bologna e Inter all'Olimpico di Roma]]
Durante questi due mesi e mezzo, però, la squadra emiliana aveva subito il ritorno dell'Inter, che alla ventisettesima giornata vinse lo scontro diretto a Bologna, portandosi a un solo punto dalla vetta. I rossoblù provarono a resistere, ma il 17 maggio l'Inter li raggiunse. Entrambe le squadre terminarono il campionato al primo posto a quota 54 punti, circostanza mai verificatasi fino ad allora in [[Serie A]]. Dopo aver inizialmente accolto la proposta del [[direttore responsabile]] della ''[[La Gazzetta dello Sport|Gazzetta dello Sport]]'' [[Gualtiero Zanetti]] di assegnare in via eccezionale all'Inter lo scudetto 1964 e al Bologna quello del 1927 (revocato al Torino per il [[caso Allemandi]] e mai assegnato),<ref name=cucci/><ref name=pastore/> il presidente federale [[Giuseppe Pasquale]] decise alla fine di non derogare al regolamento e far quindi disputare uno spareggio per l'assegnazione del titolo;<ref>{{cita web|autore=Germano Bovolenta|url=http://www.gazzetta.it/Dream_Cup/Primo_Piano/2007/07_Luglio/Bologna_64.shtml|titolo=Il Bologna di Bernardini e lo storico spareggio|data=7 luglio 2007|accesso=21 marzo 2018}}</ref> l'[[Stadio Olimpico di Roma|"Olimpico"]] di [[Roma]] vinse il ballottaggio con il [[Stadio Luigi Ferraris|"Ferraris"]] di [[Genova]] per ospitare la gara, che venne fissata per il 7 giugno.<ref name=enciclopedia5-3/>
Pochi giorni prima dello spareggio, l'Inter si aggiudicò la Coppa dei Campioni, mentre il Bologna fu colpito da un lutto: il presidente [[Renato Dall'Ara|Dall'Ara]] morì improvvisamente il 4 giugno, colto da un infarto mentre erano in corso le discussioni con [[Angelo Moratti|Moratti]], presidente dell'Inter, sui dettagli per lo spareggio.<ref name=enciclopedia5-3/> Ai funerali, il 5 giugno, non poterono partecipare i giocatori, visto che la [[FIGC]] decise di non rinviare la gara.<ref name=enciclopedia5-3/> Il 7 i bolognesi s'imposero con due gol nella ripresa e vinsero il loro settimo scudetto.
==== 1964-65: tripletta di vittorie in Serie A, Coppa dei Campioni e Intercontinentale ====
Per la stagione successiva vennero acquistati l'attaccante spagnolo [[Joaquín Peiró]], l'ala destra [[Angelo Domenghini]] (trasformato in centravanti da Herrera a causa della presenza nel suo ruolo di Jair) e il duttile difensore [[Saul Malatrasi]] ed entrò definitivamente in prima squadra il ventenne mediano [[Gianfranco Bedin]], che a stagione in corso prese il posto di [[Carlo Tagnin]].
[[File:Facchetti Liverpool 1965.jpg|thumb|Facchetti mette a segno il definitivo 3-0 nella semifinale Inter-Liverpool del 12 maggio 1965]]
In campionato alla fine del girone d'andata si ritrovò in testa il {{Calcio Milan|N}} con ben 5 punti di vantaggio sui nerazzurri, laureandosi ''campione d'inverno''. Il 31 gennaio 1965 i punti diventarono sette. Dalla settimana successiva iniziò la serie positiva dell'Inter: otto vittorie consecutive (tra cui un 5-2 nel derby di ritorno) che le permisero l'aggancio in vetta. Il Milan inizialmente reagì ritornando in testa, dopo il pareggio dei nerazzurri a [[Vicenza]], ma il 16 maggio la sconfitta interna contro la {{Calcio Roma|N}} costò ai rossoneri lo scudetto, che l'Inter si aggiudicò aritmeticamente all'ultima giornata. La lotta per il titolo di [[capocannoniere]] si chiuse anch'essa con il trentaquattresimo turno: a [[Genova]], [[Alberto Orlando]] segnò nel finale il gol della bandiera per la {{Calcio Fiorentina|N}}, che perse 4-1. [[Sandro Mazzola]] rispose segnando un rigore al 90'. I due risultarono entrambi primi con 17 reti.<ref name="herrera4">{{cita web|url=http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121013055508/http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|titolo=Helenio Herrera: 1964/65|urlmorto=sì}}</ref>
La striscia di vittorie proseguì con la conquista della seconda [[Coppa dei Campioni 1964-1965|Coppa dei Campioni]]: l'Inter non trovò ostacoli sul suo cammino fino alle semifinali dove, nella partita di andata, fu sconfitta per 3-1 dagli inglesi del {{Calcio Liverpool|N}};<ref name="intliv">{{cita web|url=http://www.storiainter.com/Notes/Partite%20Coppe/Coppa6465/LIverpool.htm|titolo=COPPA DEI CAMPIONI 1964/65 - Liverpool - Inter 3-1}}</ref> nella partita di ritorno, in un San Siro gremito (90.000 spettatori), l'Inter doveva vincere con tre gol di scarto (all'epoca infatti non esisteva la [[regola dei gol fuori casa]]) e così fu. All'ottavo minuto di gioco [[Mario Corso|Corso]], su calcio di punizione ''a foglia morta'', la sua specialità, portò i nerazzurri in vantaggio. Un minuto dopo [[Joaquín Peiró|Peiró]] segnò uno di quei gol che raramente si vedono sui campi di calcio. Corso eseguì la rimessa laterale sulla fascia sinistra verso Peiró, il quale, appostato vicino alla linea laterale e strettamente marcato, toccò la palla di testa indirizzandola all'indietro, verso il centrocampo, dove [[Sandro Mazzola|Mazzola]] attendeva il pallone; quest'ultimo lasciò rimbalzare la sfera, poi di prima lanciò in profondità lo spagnolo, che scattò verso il fondo inseguendo il lancio e, sfruttando al meglio la velocità che lo contraddistingueva, non consentì il recupero al difensore Smith.
[[File:1964–65 European Cup - Inter Milan's Suárez, Facchetti, Peiró and Bedin with the trophy.jpg|thumb|left|I giocatori dell'Inter festeggiano sul campo di San Siro la vittoria della loro seconda Coppa dei Campioni]]
L'uscita del portiere Lawrence, però, fu ottima; il portiere scattò lateralmente e bloccò il pallone; sul rinvio fece rimbalzare il pallone a terra due volte, ma sbucò, da dietro, il piede sinistro del ''numero nove'' nerazzurro, che spostò il pallone, mettendolo fuori portata del portiere; poi, dopo due soli passi e prima che l'estremo difensore potesse intervenire, insaccò nella porta sguarnita con il destro. Lawrence quasi non si rese conto dell'accaduto, i suoi compagni aggredirono verbalmente l'arbitro, chiedendo l'annullamento del gol, ma senza successo. Al 62' [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], in proiezione offensiva, segnò il 3-0.
La finale si disputò a San Siro e la squadra superò il {{Calcio Benfica|N}} per 1-0 con un gol di [[Jair da Costa|Jair]].<ref name="herrera4" /> In quell'anno giunse anche la prima [[Coppa Intercontinentale 1964|Coppa Intercontinentale]], vinta battendo l'{{Calcio Independiente|N}}; dopo aver perso la gara di andata in [[Argentina]] per 1-0, i nerazzurri prevalsero a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] per 2-0 con le reti di Mazzola e Corso.<ref name="herrera3" /> Nella terza e decisiva partita, giocata allo [[stadio Santiago Bernabéu]] di [[Madrid]], l'Inter vinse per 1-0 con gol di Corso nei supplementari: fu la prima squadra italiana a vincere la coppa.<ref name="herrera3" />
[[File:Herrera Inter.jpg|thumb|L'allenatore [[Helenio Herrera]] posa con i trofei della Coppa Intercontinentale e della Coppa dei Campioni]]
In [[Coppa Italia 1964-1965|Coppa Italia]] l'Inter arrivò in finale, ma venne battuta dalla {{Calcio Juventus|N}} per 1-0. Questa la formazione titolare della stagione: [[Giuliano Sarti|Sarti]], [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], [[Giacinto Facchetti|Facchetti]], [[Gianfranco Bedin|Bedin]], [[Aristide Guarneri|Guarneri]], [[Armando Picchi|Picchi]], [[Jair da Costa|Jair]], [[Sandro Mazzola|Mazzola]], [[Angelo Domenghini|Domenghini]], [[Luis Suárez (calciatore 1935)|Suárez]], [[Mario Corso|Corso]].
==== 1965-66: arrivano la ''Stella'' e un nuovo trionfo mondiale ====
Un organico pressoché immutato andava ad affrontare la stagione [[Serie A 1965-1966|1965-1966]]. I nerazzurri conquistarono la vetta alla nona giornata, tallonati da {{Calcio Milan|N}} e {{Calcio Napoli|N}}, rispettivamente seconda e terza forza alla fine del girone d'andata, il 16 gennaio 1966. Nel girone di ritorno l'Inter mancò più volte il colpo decisivo e spesso rischiò di lasciarsi recuperare. La sconfitta di {{Calcio Catania|N}} (1-0) fece vacillare i nerazzurri, che videro avvicinarsi il Napoli a due punti. Sistemarono tutto sei vittorie consecutive, tra cui una nel derby per 2-1; al termine di questa serie, il 17 aprile, il Milan aveva ceduto e si era ritrovato a 11 punti di distanza; il Napoli e il {{Calcio Bologna|N}} erano seconde a 6 punti di distanza. Il finale mise in dubbio la vittoria dell'Inter, allorché due pareggi e una sconfitta nello scontro diretto contro il Bologna diminuirono il vantaggio di tre punti. Due vittorie contro {{Calcio Juventus|N}} (3-1) e {{Calcio Lazio|N}} (4-1) permisero ai nerazzurri, il 15 maggio, di vincere lo scudetto,<ref>{{Cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0010/articleid,1545_02_1966_0114A_0010_23465204/|titolo=L'Inter campione d'Italia|pubblicazione=La Stampa|p=10|data=16 maggio 1966|accesso=6 aprile 2012}}</ref> quello della [[Stella (calcio)|stella]] sul petto, simbolo di dieci scudetti.<ref name="herrera5" />
[[File:Luis Suárez - 1966 - FC Inter.jpg|thumb|upright=0.8|left|[[Luis Suárez (calciatore 1935)|Luis Suárez]], trascinatore dell'Inter che al termine della stagione 1965-66 avrebbe vinto lo scudetto della [[Stella (calcio)|stella]]]]
In [[Coppa dei Campioni 1965-1966|Coppa dei Campioni]], dopo aver eliminato la {{Calcio Dinamo Bucarest|N}} (1-2 e 2-0) e il {{Calcio Ferencvaros|N}} (4-0 e 1-1), il {{Calcio Real Madrid|N}} si prese la rivincita di due anni prima, eliminando i nerazzurri (0-1 e 1-1) e si involò verso il suo trionfo.<ref name="herrera5">{{cita web|url=http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121013055508/http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|titolo=Helenio Herrera: 1965/66|urlmorto=sì}}</ref> In [[Coppa Italia]] l'Inter venne eliminata in semifinale.<ref name="herrera5" /> Arrivò di nuovo anche la [[Coppa Intercontinentale 1965|Coppa Intercontinentale]], ancora contro l'{{Calcio Independiente|N}}.<ref name="herrera4" /> A [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] l'Inter vinse 3-0 con gol di Peiró e doppietta di Mazzola, poi fece 0-0 in Argentina.<ref name="herrera4" /> Con queste tre vittorie l'Inter divenne la prima squadra in Europa e l'unica squadra italiana a realizzare il particolare ''treble'', costituito da [[scudetto (sport)|scudetto]], [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]] e [[Coppa Intercontinentale (calcio)|Coppa Intercontinentale]] in un anno solare (dopo aver conseguito lo stesso risultato nell'arco della stagione 1964-65).<ref name="herrera4" />
=== Epilogo ===
==== 1966-67: una doppia, amara, beffa ====
L'estate successiva alla ''débâcle'' della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale italiana]] al {{WC|1966}} in Inghilterra portò a una grande rivoluzione nel calcio italiano. La [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|Federcalcio]] arrivò alla drastica decisione di bloccare gli ingaggi di giocatori stranieri provenienti dai campionati esteri; i soli già militanti in Italia poterono continuare a calcare i campi della penisola. La chiusura delle frontiere sconvolse i piani di mercato dell'Inter, costretta a rinunciare ad accordi conclusi con due dei maggiori campioni internazionali del tempo, il tedesco [[Franz Beckenbauer|Beckenbauer]]<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2014/11/05/news/beckenbauer_fu_vicino_a_inter-99813075/|titolo=Beckenbauer: "Nel 1966 avevo firmato per l'Inter, ma poi tutto saltò"|data=5 novembre 2014}}</ref> e il lusitano [[Eusébio]].<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/gennaio/05/rimpianto_Eusebio_Ero_dell_Inter_co_0_0201053152.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140208042816/http://archiviostorico.corriere.it/2002/gennaio/05/rimpianto_Eusebio_Ero_dell_Inter_co_0_0201053152.shtml|titolo=Il rimpianto di Eusebio: «Ero dell'Inter, maledetta Corea»|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Mario Gherarducci|data=5 gennaio 2002|p=39|urlmorto=sì}}</ref> Il club scelse quindi di confermare quasi del tutto la squadra campione uscente, limitandosi a operazioni di secondo piano, come le cessioni di [[Saul Malatrasi|Malatrasi]] e [[Joaquín Peiró|Peiró]] e gli acquisti del trentaquattrenne [[Luís Vinício|Vinício]]<ref name=Chiesa128>{{cita|Chiesa|p. 128}}.</ref> e di [[Mauro Bicicli|Bicicli]] (per quest'ultimo si trattò di un ritorno).
L'Inter partì bene, vinse le prime sette gare (subendo un'unica rete) e, nel giro di poche settimane, staccò {{Calcio Napoli|N}} e {{Calcio Juventus|N}}. Col tempo, però, la squadra di [[Helenio Herrera]] sembrò dare varie occasioni alla Juventus per raggiungerla; il 18 dicembre i nerazzurri caddero a [[Roma]], contro una {{Calcio Lazio|N}} in cerca di punti-salvezza, e vennero agganciati dai bianconeri, i quali si lasciarono poi sfuggire la rivale dopo appena una settimana, a causa di un pareggio arrivato nel finale con l'incostante {{Calcio Milan|N}}.<ref name=Chiesa128 /> Superato indenne lo scontro diretto, l'Inter si laureò ''campione d'inverno'' il 22 gennaio, con un punto di vantaggio sui rivali, penalizzati, nella gara contro la Lazio, dall'arbitro [[Bruno De Marchi|De Marchi]] di [[Pordenone]], che negò a [[Virginio De Paoli|De Paoli]] una rete regolare.<ref name=Chiesa128129>{{cita|Chiesa|128-129}}.</ref>
[[File:1966–67 Serie A - AC Mantova v Inter Milan - Facchetti consoles Sarti.jpg|thumb|upright=0.8|1º giugno 1967, Mantova-Inter 1-0. Uno sconsolato [[Giuliano Sarti]] viene rincuorato da Facchetti dopo la famosa «papera» che, all'ultima giornata, costò lo scudetto:<ref name=Basevi>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/maggio/06/Sarti_quello_della_papera__co_0_0205061616.shtml|urlarchivio=|titolo=«Io, Sarti, quello della papera»|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=6 maggio 2002|accesso=22 agosto 2012}}</ref> l'episodio è assurto a tramonto della "Grande Inter".]]
I tre pareggi consecutivi in cui incappò la Juventus nelle prime giornate del girone di ritorno spinsero l'Inter a più quattro. Nelle settimane a venire il vantaggio oscillò sempre tra i due e i quattro punti; alla trentesima, la Juve cadde a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] contro il Milan e l'Inter sembrò ormai vicina al titolo. Ma il logorio di alcuni giocatori e la stanchezza pesarono sui [[Lombardia|lombardi]],<ref name=Chiesa131132>{{cita|Chiesa|131-132}}.</ref> che persero lo scontro diretto e impattarono contro Napoli e {{Calcio Fiorentina|N}}: la Juve, a un turno dal termine, si ritrovò a meno uno. Il 25 maggio, a [[Lisbona]], i nerazzurri persero la [[Coppa dei Campioni]] contro il {{Calcio Celtic|N}} di [[Glasgow]]<ref name="herrera6">{{cita web|url=http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121013055508/http://archivio.inter.it/cgi-bin/allenatore-scheda?idall=28&L=it|titolo=Helenio Herrera: 1966/67|urlmorto=sì}}</ref> e la settimana dopo, a [[Mantova]], vennero sconfitti 0-1 per un errore del portiere [[Giuliano Sarti|Sarti]], che si fece sfuggire un tiro-cross dell'ex [[Beniamino Di Giacomo|Di Giacomo]],<ref name="mantova">{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0019_01_1967_0129_0009_6584769/|titolo=Di Giacomo decide per i mantovani: 1 a 0|autore=Giulio Accatino|pubblicazione=La Stampa|data=2 giugno 1967|p=9}}</ref> assistendo al sorpasso-scudetto di una Juventus vittoriosa sulla Lazio.<ref name="herrera6" />
Nella sfida contro i virgiliani, inizialmente la squadra recriminò per la direzione di gara di [[Francesco Francescon]];<ref name="mantova"/> il presidente [[Angelo Moratti]], tuttavia, troncò sul nascere ogni polemica con le sue parole:
{{Citazione|Siamo stati grandi quando si vinceva, cerchiamo di essere grandi anche ora che abbiamo perduto. Forse siamo rimasti troppo tempo sulla cresta dell'onda. E tutti a spingere per buttarci giù. Ora saranno tutti soddisfatti.|Angelo Moratti<ref>{{cita web|url=http://www.freefootball.it/inter/slide-inter/70-angelo-moratti|titolo=Una presidenza storica}}</ref>}}
==== 1967-68: la fine di un'epoca
{{Citazione|Tifo lo stesso, soffrendo molto meno. Non sento più la responsabilità imposta dalla folla. Sono un tifoso in mezzo ai tifosi.|Angelo Moratti<ref>{{cita web|url=http://qn.quotidiano.net/sport/2008/03/07/70470-storia_cominciata_marzo_1908.shtml|titolo=Una storia cominciata il 9 marzo 1908}}</ref>}}
== Controversie ==
Nel 2004 l'ex giocatore dell'Inter [[Ferruccio Mazzola]] rivolse all'allenatore [[Helenio Herrera]], deceduto nel 1997, l'accusa di sottoporre titolari e riserve a [[doping|pratiche dopanti]] facendo ricorso ad [[Amfetamina|amfetamine]] sciolte nel
== Statistiche ==
{| class=
!Competizione
!
!V
!N
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!GS
!GS/P
|-
|align=left| [[Serie A
|
| 18
| 8
| 8
| 73
| 2,14
| 39
| 1,14
|-
|align=left| [[Serie A
|
| 19
| 10
| 5
| 59
| 1,73
| 31
| 0,91
|-
|align=left| [[Serie A
|
| 19
| 11
| 4
| 56
| 1,65
| 20
| 0,59
|-
|align=left| [[Serie A
|
| 23
| 8
| 3
| 54
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|-
|align=left| [[Serie A
|
| 22
| 10
| 2
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| 2
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|-
|align=left| [[Serie A
|
| 20
| 10
| 4
| 70
| 2,06
| 28
| 0,82
|-
|align=left| [[Serie A
|
| 19
| 10
| 5
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| 22
| 0,64
|-
|align=left| [[Serie A 1967-1968|Serie A 1967-68]]
| '''5º'''
| 13
| 7
| 10
| 46
| 1,53
| 34
| 1,13
|}
<small>'''Legenda:'''<br
'''V''': Partite vinte,
'''N''': Partite pareggiate,
Riga 192 ⟶ 221:
'''GF/P''': Goal fatti per singola partita (%),
'''GS''': Goal subiti,
'''
</small>
Riga 198 ⟶ 227:
Qui di seguito è riportata la lista di tutte le rose dell'Inter durante il periodo indicato come quello della ''Grande Inter''.
{{
* [[Football Club Internazionale 1960-1961|Rosa 1960-61]]
* [[Football Club Internazionale 1961-1962|Rosa 1961-62]]
{{
* {{simbolo|Scudetto.svg|15}} [[Football Club Internazionale 1962-1963|Rosa 1962-63]]
* {{simbolo|Coppacampioni.png|17}} [[Football Club Internazionale 1963-1964|Rosa 1963-64]]
{{
* {{simbolo|Scudetto.svg|15}} {{simbolo|Coppacampioni.png|17}} [[Football Club Internazionale 1964-1965|Rosa 1964-65]]
* {{simbolo|Scudetto.svg|15}} [[Football Club Internazionale 1965-1966|Rosa 1965-66]]
{{
* [[Football Club Internazionale 1966-1967|Rosa 1966-67]]
* [[Football Club Internazionale Milano 1967-1968|Rosa 1967-68]]
{{
==Galleria d'immagini==
Riga 219 ⟶ 248:
Inter 1962-63.jpg|[[Football Club Internazionale Milano 1962-1963|Inter 1962-63]]
Inter 1963-64.jpg|[[Football Club Internazionale Milano 1963-1964|Inter 1963-64]]
Inter 1964-
Rosa Inter 1965-1966.jpg|[[Football Club Internazionale Milano 1965-1966|Inter 1965-66]]
Inter 1966-
Inter 1967-68.jpg|[[Football Club Internazionale Milano 1967-1968|Inter 1967-68]]
Helenio
Angelo Moratti.jpg|<small>[[Angelo Moratti]], presidente dell'Inter dal 1955 al 1968.</small>
Italo Allodi (Inter 1963).png|<small>[[Italo Allodi]], direttore sportivo dell'Inter dal 1959 al 1968.</small>
</gallery>
</div>
== Note ==
<references />
== Bibliografia ==
;Libri
* {{cita news|autore=Carlo F. Chiesa|titolo=Il grande romanzo dello scudetto. Sedicesima puntata: comanda Milano, panca d'Italia|pubblicazione=Calcio 2000|data=giugno 2003|pp=39-55|cid=Chiesa}}
* {{cita libro|titolo=INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario|autore=Filippo Grassia|autore2=Gianpiero Lotito|editore=[[Antonio Vallardi Editore]]|anno=2008|p=239|città=Milano|ISBN=978-88-95684-11-6|cid=Grassia, Lotito}}
*
== Voci correlate ==
=== Voci generiche ===
* [[Storia della Serie A]]
* [[Storia della UEFA Champions League]]
=== Voci affini ===
* [[Football Club Internazionale Milano]]
* [[Storia del Football Club Internazionale Milano]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
{{Calcio Inter navbox}}
{{Portale|calcio}}
[[Categoria:Storia del F.C. Internazionale Milano]]
[[Categoria:Cicli di vittorie nel calcio]]
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