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== Il quartiere attuale ==
 
=== Corso Fogazzaro ===
=== Il Borghetto e contrà Porta Santa Croce ===
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* Contrà Giovanni Busato, contrà Sant'Ambrogio e conterà Porta Nova
* Contrà Cantarane e piazzale del Mutilato
 
 
==== Il "Trastevere" ====
Sebbene questo termine non abbia mai avuto il crisma di una consacrazione ufficiale e sia di origine esclusivamente popolare, divenne di pubblico dominio e utilizzato anche in atti e documenti.
 
Com'è noto, con il nome di Trastevere viene designato uno dei rioni di Roma e precisamente quello che è separato dal resto della città dal fiume Tevere, compreso fra questo e il Monte Gianicolo. È il più popolare dei Quartieri della Città eterna e considerato come il nido superstite della pura razza popolana, fiera e turbolenta, che fu il maggiore tormento dei governi passati per le sedizioni e le lotte di cui fu spesso protagonista, come, per tacere delle più antiche risalenti all'epoca romana, quella sostenuta in difesa della repubblica mazziniana nel 1849 e, più tardi, durante il nuovo tentativo garibaldino del 1867.
 
In ragione dell'analogia topografica e dell'affinità di carattere dei suoi abitanti, a fine Ottocento fu dato il nome di Trastevere alla parte della città situata ad oriente del Bacchiglione, subito al di là del ponte degli Angeli, in prevalenza abitate da gente del popolo.
 
Contribuì forse a suggerire l'idea del toponimo romano anche il fatto delle denominazioni di piazza e via XX Settembre date non senza contrasti nel 1898 alla zona centrale del Trastevere vicentino, in epoca cioè in cui tale denominazione aveva assunto un significato partigiano e volutamente anticattolico o almeno antipapale. Incise su questa attribuzione un'altra somiglianza fra il Trastevere romano e quello vicentino, quella che, come di fronte al primo sorge nel fiume l'Isola Tiberina, di forma navicolare prodotta dalla divisione della corrente nel punto più largo del Tevere, così a Vicenza, immediatamente a valle del ponte sul Bacchiglione, esiste un isolotto formato dal deposito dei detriti portativi dalle piene del fiume.
 
Comunque, il classico toponimo incontrò il generale favore e il quartiere fu anche teatro di spassose manifestazioni carnevalesche a tinta... pseudo sovversiva con relative rievocazioni repubblicane, svoltesi fra la chiassosa allegria della cittadinanza<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 508}}</ref>.
 
Arrivando dal centro della città e passato il ponte degli Angeli si è subito in piazza XX settembre, nella quale si aprono a raggiera cinque strade.
 
==== Piazza XX Settembre ====
[[File:Piazza XX Settembre-1.jpg|thumb|left|upright=1.8|Piazza XX Settembre]]
Anticamente era conosciuta col nome di "piazza del Ponte di Porta San Pietro", come si rileva da un documento dell'Archivio del Monastero di San Pietro riferito dal cronista Silvestro Castellini<ref>In appendice alla ''Storia della Città di Vicenza'', Libro XIII, pag. 53: "''Anno Domini millesimo ducentesimo vigesimo secundo, Indictione X, die VI intrante madio, in Vicentia, in Claustro Monasterii Sancti Petri apud Campanile, presente presbytero Almerico de Sancto Vitali - Petro Zordani Advocati - jure locationis - Domina Desiderata gratia Dei Monasterii Sancti Petri Abatissa investivit, Bernardum filium Literii Sulimani de quadam petia terrae cum Curte de retro posita super Plateam Pontis portae Sancti Petri, ad reddendum omni anno supradicto Monasterio''"</ref>.
 
Nella Guida numerica cittadina del 1858 era denominata "piazzetta degli Angeli", dal titolo della chiesa di Santa Maria degli Angeli, a quel tempo ancora esistente al di là dell'omonimo ponte.
 
Quasi al centro della piazza nel 1891 venne eretta "simbolo di rivendicazione e di libertà - auspice Roma immortale" una colonna in stile bizantino, sormontata da un angelo in bronzo che regge una fiaccola accesa; poiché però il monumento, specialmente dopo l'apertura della via IV Novembre, rappresentava un intralcio al notevole traffico della piazza, qualche decennio più tardi fu spostata in un punto più verso nord.
 
Il nome attuale venne dato con la deliberazione consiliare dell'11 marzo 1898 quando, dopo un decennio di discussioni, il governo cittadino volle celebrare la data della [[presa di Roma]] che portò all'unità dell'Italia risorgimentale (1870)<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 531-32}}</ref>.
 
Sulla piazza, di forma rettangolare, si affacciano il neo rinascimentale [[palazzo Angaran]] e il settecentesco Palazzo Bonaguro.
 
=== Le contrade ===
==== Contrà Torretti, stradella dei Orbi e Corte del Lotto ====
[[File:Mr scaligere Torretti-2.jpg|thumb|Torricella (completamente ristrutturata), in via Torretti; sullo sfondo la Torre Coxina]]
Contrà dei Torretti è un'angusta strada che segue il tracciato della linea fortificata costruita dagli Scaligeri nella seconda metà del Trecento e prende il nome dalle piccole torri (i "torretti") a quel tempo erette a intervalli regolari lungo la cortina di mura; la posizione di alcune di esse è ancora visibile - o intuibile - sotto l'adattamento che ne è stato fatto ad uso di abitazione<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 507}}</ref>.
All'inizio della via [[palazzo Angaran]], che forma angolo con contrà Santa Lucia, è il primo edificio di una serie di architetture appartenenti a stili ed epoche diverse.
 
In questa contrà vi sono la sede della Croce Rossa Italiana di Vicenza, pregiato edificio dalle tipiche linee del primo Novecento e la sede della Caritas diocesana, con annesso un dormitorio; un tempo vi era anche Villa Lola, casa di tolleranza.
 
Contrà Torretti ha due stretti vicoli:
* La Stradella dei Orbi, lunga circa 70 metri, con una corte interna e collegata a contrà Porta Santa Lucia. L'origine della denominazione - di data non molto antica perché all'inizio dell'Ottocento la stradina era ancora senza nome e genericamente nota come la "stradella che va ai Torretti" - probabilmente si spiega col fatto che in essa abitavano alcuni poveri ciechi, usi forse ad andare elemosinando per la città e perciò conosciuti come "i orbi" e da loro la via prese poi il nome<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 306}}</ref>.
* La Corte del Lotto, il cui toponimo deriva dal nome della famiglia che vi abitava e vi possedeva delle case, ora ristrutturate<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 224}}</ref>.
 
==== Contrà Santa Lucia ====
È la strada che collega piazza XX Settembre con l'omonima Porta - anch'essa costruita dagli Scaligeri e ancora esistente, seppur rimaneggiata - che esce dalla città immettendo nel [[Borgo Santa Lucia (Vicenza)|Borgo Santa Lucia]]. È caratterizzata da una serie di edifici dei quali si riconosce la struttura medievale e rinascimentale e, in diversi tratti, dai bassi e stretti portici che la fiancheggiano.
 
Già notevole per movimento e frequenza di transito quando - fin dall'epoca romana - essa costituiva la principale e più comoda arteria per chi entrava in città dalla Via Postumia, perdette gran parte della sua importanza in seguito alla costruzione, nel 1927, di via IV Novembre e l'apertura di un nuovo passaggio attraverso le mura cittadine, il che consentì di imboccare da piazza XX Settembre direttamente il borgo Scroffa.
 
Nel 1896, periodo di accesi dibattiti tra clericali, moderati e laici progressisti, si discusse la proposta - nata su iniziativa del consigliere [[Paolo Lioy]] - di sostituire la denominazione di contrà Porta Santa Lucia con quella di "via XX Maggio", in ricordo della memorabile giornata del [[Storia di Vicenza#Il Quarantotto a Vicenza|Quarantotto]], quando nelle vicinanze della Porta i volontari vicentini accorsi in difesa della città si batterono vittoriosamente contro le truppe austriache. La proposta, però, che era stata fatta a scopo conciliativo onde poter varare l'altra richiesta che mirava a sostituire il nome di piazza degli Angeli con quello di piazza XX Settembre, non incontrò il favore della maggioranza del Consiglio<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 371}}</ref>.
 
<gallery mode="packed">
File:Contrà SLucia-4.jpg|Portici verso la Porta Santa Lucia
File:Contrà SLucia-3.jpg|Palazzo del Settecento
File:Contrà SLucia-6.jpg|Palazzo accanto a Palazzo Angaran
File:Contrà SLucia-8.jpg|Busto di Belisario
File:Contrà SLucia-2.jpg|Portici verso piazza XX Settembre
</gallery>
 
==== Le contrà delle Mure ====
[[File:Case samitari-2.jpg|thumb|Case dei samitari e torretta delle mura scaligere]]
Delle strade chiamate "contrà Mure", che a Vicenza hanno ricevuto un riconoscimento ufficiale, attestato da documenti e così indicate nelle Guide numeriche e nelle scritte murali, molte appartengono al borgo San Pietro e corrono all'interno della cinta fortificata scaligera, sebbene oggi quasi del tutto scomparsa, salvo brevi tratti.
 
Partendo da nord, la prima di queste stradine che parte da piazza dell'Araceli e arriva a contrà Porta Santa Lucia, poco prima di uscire dalla Porta stessa, è detta Mure d'Araceli perché costruita nei pressi della [[chiesa di Santa Maria in Araceli]]; essa comprendeva un tempo anche il tratto - ora incorporato nella piazza d'Araceli - che giungeva fino alla chiesa<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 286-87}}</ref>.
 
Attraversata contrà Porta Santa Lucia, sulla destra di questa e quasi sul limitare della porta stessa, continua nella stradina designata contrà Mure Porta Santa Lucia che, toccando contrà delle Fontanelle e attraversata via IV Novembre, continua poi con il nuovo nome di contrà delle Mure San Domenico, quando giunge a tergo della chiesa intitolata a questo Santo (ora Conservatorio Arrigo Pedrollo).
 
Quest'ultima, stradina stretta e poco frequentata, giunge all'altezza di contrà San Domenico, nel punto in cui, nel 1932, fu aperto un nuovo varco nelle mura cittadine (fu riaperta la porta delle Roblandine), permettendo il passaggio da contrà San Domenico a via Legione Gallieno. Qui, come nell'ultimo tratto della contrà San Domenico, si vedono in lunga fila le case dei " ''samitari''", artigiani che lavoravano tessuti serici in ''samis'' d'oro, arte assai fiorente fino a tutto il Settecento<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 293}}</ref>.
 
Superata contrà San Domenico e fino a contrà Porta Padova si trova il breve tratto di contrà Mure Porta Padova. Qui della vecchia cinta fortificata nulla più esiste, all'infuori di un tozzo torrione e di qualche resto incorporato nei recenti riattamenti di case; in realtà non esiste quasi più nemmeno la via, attualmente ridotta ai tronconi delle due estremità, al principio cioè da contrà San Domenico e al termine verso contrà Porta Padova; il primo stretto e chiuso da costruzioni, il secondo allargato a mo' di piazzetta e in parte alberato. L'interruzione del transito nel tratto centrale fu disposta per ricavare un largo piazzale dinanzi al complesso scolastico Giacomo Zanella, ivi costruito nel 1905-06, evitando così che il passaggio dei veicoli costituisse un pericolo per l'incolumità degli scolari<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 290-91}}</ref>.
 
==== Contrà delle Fontanelle e via IV Novembre ====
[[File:Borgo San Pietro 03.jpg|thumb|Primo tratto di via IV Novembre, con case ottocentesche]]
[[File:Borgo San Pietro 02.jpg|thumb|Palazzo in stile littorio ex-INPS]]
Fino al secondo decennio del Novecento si chiamava contrà delle Fontanelle anche il tratto della via IV Novembre che da piazza XX Settembre giunge all'inizio dell'attuale contrà Fontanelle. In seguito però all'apertura del varco nelle mura che immette direttamente in borgo Scroffa, il primo tratto di contrà Fontanelle venne unito a quello di nuova costruzione e intitolato<ref>Con deliberazione podestarile 16 aprile 1927, {{cita|Giarolli, 1955|p. 382}}</ref> via IV Novembre, a ricordo della data che segnò la fine della [[prima guerra mondiale]].<br>
La contrà delle Fontanelle continuava invece originariamente nella strada del Romano, perpendicolare all'attuale via IV Novembre e che sfociava poi nell'attuale contrà S. Domenico. Proprio in quel punto di intersezione la contrà della Fontana coperta (oggi contrà XX Settembre) mutava il suo nome e diveniva contrà S. Domenico. L'accesso alla strada del Romano è oggi chiuso al pubblico dalla chiesetta di Santa Bertilla, adiacente alla chiesetta dell'Adorazione perpetua e integrata nell'Istituto Farina delle [[Suore maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori|suore dorotee]]. Il percorso interno è però mantenuto integralmente e visibile nelle foto aeree della città, e fa da divisione dei due nuclei interni di edifici delle suore che erano stati costruiti proprio ai due lati della stradina.
 
Il nome di Fontanelle rimasto al vecchio tronco aveva origine da alcune sorgenti d'acqua che esistevano nel luogo e richiama quello della non lontana contrà Fontana Coperta (poi cambiato in contrà XX Settembre). Sembra invece infondata l'opinione - benché antica e ripetuta da gran parte degli storici e cronisti vicentini<ref>Tra questi anche [[Francesco Barbarano de' Mironi]] che, parlando del borgo di San Pietro, affermava che in esso esiste una contrada ''che hora si chiama delle Fontanelle perché vi furono anticamente li bagni pubblici, detti le Terme, ai quali da Caldogno si conduceva l'acqua per mezzo di alcuni canali, de' quali ancora restano in Lobia molti vestigi''</ref> - che la denominazione derivi dal fatto che in epoca romana lì esistessero delle terme; opinione del tutto improbabile perché la zona, a quel tempo, era del tutto fuori dal perimetro della città<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 172}}</ref>.
 
Nella seconda metà dell'Ottocento, in questa strada fu costruito il grandioso edificio in cui ha sede l'Istituto Farina, sede di più scuole gestite dalle [[Suore maestre di Santa Dorotea, figlie dei Sacri Cuori|suore dorotee]]. Nel tratto di nuova costruzione in epoca fascista fu edificato un grande edificio in [[stile littorio]], ancor oggi esistente e sede dei Servizi di Igiene Pubblica dell'Ulss di Vicenza.
 
==== Contrà della Fontana Coperta e contrà XX Settembre ====
[[File:Regaù-2.jpg|thumb|left|Palazzo Regaù - facciata in contrà XX Settembre]]
Fino al 1898 contrà della Fontana coperta era il nome dell'attuale contrà XX Settembre. Il toponimo derivava da una fonte che esisteva alla fine della contrada, al bivio dove essa si apre a contrà San Domenico e a contrà Porta Padova; era chiamata coperta per una tettoia costruitavi al di sopra per riparare dal sole e dalla pioggia chi vi si recava per attingervi l'acqua<ref>Nell'opera di Domenico Bortolan e Fedele Lampertico, ''Dei nomi delle contrade nella Città di Vicenza'', Reale tipografia G. Burato, 1889 si asserisce che Fontana Coperta era sempre stato il nome di quel punto e non della contrada; in realtà la denominazione di "contrà" era indicata nei registri della prima anagrafe municipale risalente al 1811 e riportata nelle Guide numeriche cittadine del 1858 e 1888. {{cita|Giarolli, 1955|p. 172}}</ref>.
 
La fontana fu soppressa sul finire del Settecento ed anche il nome, benché non ancora scomparso nell'uso popolare venne sostituito, dopo lunghi contrasti e discussioni, dall'attuale di XX Settembre con la deliberazione consiliare 11 marzo 1898<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 529-31}}</ref>.
 
La breve contrada, lunga poco più di 100 metri, è caratterizzata da molti edifici storici, il più importante dei quali è Palazzo Regaù, in [[stile tardogotico]] veneziano. In posizione di angolo tra contrà San Domenico e contrà Porta Padova si trova Palazzo Franco, eretto nel 1830 su progetto dell'architetto [[Antonio Piovene]].
 
==== Contrà San Domenico e stradella delle Cappuccine ====
Questa zona - indicata dal Castellini come "Borgo delle Roblandine" - fu sempre caratterizzata dalla presenza di conventi femminili (quello delle suore di San Domenico costruito nel XIII secolo, poi nel XVII quello delle cappuccine) e, dopo la soppressione napoleonica dei conventi nel 1810, da istituzioni assistenziali e culturali.
 
La chiesa di San Domenico non è più adibita al culto, dopo che il monastero, costruito intorno al 1264 dalle [[Domenicane|suore domenicane]] e completamente rifatto nei secoli XV e successivi<ref>{{cita|Mantese, 1954|p. 489}}</ref>, fu soppresso dalla legislazione napoleonica; gli edifici sono attualmente sede del [[Conservatorio Arrigo Pedrollo|Conservatorio di musica "Arrigo Pedrollo"]].
 
Di fronte alla chiesa di San Domenico le [[Cappuccine|suore cappuccine]]<ref>Che professavano la prima strettissima regola di santa Chiara e che sin dal 1610 avevano creato una comunità con convento e chiesa intitolati a San Giuseppe nel [[Borgo Porta Nova]]</ref> nel 1635 acquistarono una casa con corte, pozzo e orto cinto da muro ''ove possino trasferirsi et erigersi monasterio per loro habitatione... et con maggior fervore et quiette d'animo continuar nelle loro divotioni et pregar il sig. Dio per li pubblici bisogni''; da queste suore ebbe origine il toponimo ancora conservato della stradella situata sul fianco del convento. Il luogo però non era tranquillo e nel 1733 Tomaso Mocenigo Soranzo, primo Provveditore in Vicenza per la Serenissima, fu costretto a pubblicare un decreto per imporre un po' di quiete nelle vicinanze del convento, il cui testo venne scolpito in una lapide ancora visibile sulla facciata rivolta verso contrà San Domenico<ref>Fu anche riprodotto in capo alla stradella sull'intonaco del muro, ma questa copia scomparve con i restauri del fabbricato nel secondo dopoguerra</ref>.
 
Dopo la soppressione dei conventi, decretata nel 1810 dalle leggi napoleoniche, in quello delle Cappuccine fu trasferito il [[Ospizio del Soccorso Soccorsetto|Soccorso]]<ref>Fondato nel 1590 in contrà Porta Nova da [[Gellio Ghellini]] per dare ricovero a donne penitenti o "pericolate"</ref>, mentre nel convento delle domenicane venne trasferito il [[Ospizio del Soccorso Soccorsetto|Soccorsetto]] in cui si accoglievano le fanciulle "pericolanti".
 
Trasformato poi quest'ultimo in ospizio per donne di età avanzata che desideravano vivere in comune, fu trasferito esso pure nell'ex convento delle cappuccine, mentre in quello delle domenicane prendeva stabile dimora nel 1875 l'Orfanotrofio maschile. Nel 1918 infine, dopo altre vicende, il Soccorsetto fu traslocato nell'Orfanotrofio femminile in contrà della Misericordia e l'ex convento delle cappuccine fu utilizzato a partire dal 1921 da una nuova istituzione, la Casa della Provvidenza governata dalle Suore della Carità della Beata Capitanio<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 83-84}}</ref>.
 
Verso la fine di contrà San Domenico, infine, si trova il Servizio Territoriale per le Dipendenze (SerD) dell'Ulss di Vicenza.
 
==== Contrà Porta Padova e corso Padova, viale Margherita ====
[[File:Scuole Porta Padova-2.jpg|thumb|Scuola primaria di Porta Padova, a destra torretta delle mura scaligere, davanti lo spazio un tempo vi era il fossato]]
Fino al 1910 contrà Porta Padova iniziava da contrà XX Settembre e terminava all'altezza della vecchia cinta fortificata, nel punto in cui sorgeva la porta della città, anticamente chiamata di Torricelle; oltre la porta iniziava borgo Padova.
 
La porta venne demolita nel 1910, il rudere di un muro ne segna ancor oggi, a destra, la precisa ubicazione<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 369}}</ref>. Quarant'anni più tardi, venuto a mancare ogni segno di interruzione della strada, la denominazione di contrà Porta Padova venne estesa al breve tratto successivo, dalla linea cioè delle mura fino all'altezza di viale Margherita a destra e di via Legione Gallieno a sinistra<ref>Questa modifica fu decisa con deliberazione consiliare 30 gennaio 1950.</ref>.
 
Nel 1911<ref>Nella seduta consiliare 22 luglio 1911</ref> fu deciso di utilizzare il termine "''corso''" per "''indicare un'arteria che, partendo da un punto centrale, conduce a un'uscita della città''"; la vecchia denominazione di "''borgo''" venne abolita per i luoghi - come gli antichi borgo San Felice e, appunto, borgo Padova - che avevano perduto il primitivo carattere di insediamento di case fuori dalla cinta muraria.
 
Tutto il tratto di corso Padova è pertanto nell'uso comune inteso come parte del quartiere. Largo, lungo, diritto, fiancheggiato da due linee ininterrotte di negozi, case e villini, corso Padova va da contrà Porta Padova al cavalcaferrovia che passa sopra alle linee ferroviarie Vicenza-Schio e Vicenza-Treviso; una notevole attività edilizia qui sviluppatasi ha trasformato il vecchio borgo in una delle più movimentate arterie cittadine<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 312-13}}</ref>.
 
Viale Margherita è invece il lungo viale di 900 metri che da contrà Porta Padova conduce fino al piazzale Fraccon, ai piedi delle [[Arco delle scalette di Monte Berico|Scalette di Monte Berico]]. Il nome, da lungo tempo nell'uso popolare, corrispondeva a quello di una villa, già di proprietà Bedin, che sorgeva a sinistra del viale, subito dopo il ponte sul Bacchiglione, nella cui facciata era riprodotto il fiore<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 239}}</ref>.
 
Il primo tratto di questo viale, fino all'imbocco di borgo Casale, era un tempo incorporato con il borgo Padova; l'ultimo tratto invece, dal ponte sul Retrone al piazzale Fraccon, faceva parte del borgo Berga. La costruzione del percorso intermedio venne deliberata nel 1873<ref>Dal Consiglio comunale nelle sedute 18 marzo e 13 ottobre 1873</ref> e attuata nel 1876, in coincidenza con la separazione del Bacchiglione dal Retrone, progettata dall'ingegner Beroaldi allo scopo di evitare le disastrose piene che affliggevano la città.
 
==== Contrà, piazza e stradella San Pietro ====
Così come la chiesa parrocchiale che sorge lungo il percorso, anche la contrà, la piazza e la stradella hanno preso il nome dall'antico monastero delle benedettine, intitolato a San Pietro.
 
Fino al 1950 la via terminava nel punto in cui si allarga nella piazza; la denominazione venne estesa<ref>Con la deliberazione consiliare 9 marzo 1951</ref> al nuovo tronco costruito in quell'anno, che dalla piazza conduce al viale Margherita passando davanti ai nuovi edifici dell'Istituto Trento<ref>{{cita|Giarolli, 1955|p. 431}}</ref>.
 
[[File:Piazza San Pietro (Vicenza)-1.jpg|thumb|left|Piazza San Pietro]]
Piazza San Pietro è formata dall'area che sta dinanzi e di fianco alla chiesa parrocchiale; sorge su di un piccolo rilievo artificiale e vi si accede con un'ampia gradinata. Lo spazio che sta di fronte alla facciata era un tempo cinto da muro per separarlo dalla strada che vi correva a lato e costituiva il ''zimiterium sive sacratum'': anche nei tempi recenti il luogo veniva chiamato dal popolo ''sagrà'', voce che ricorda la destinazione di una volta<ref>Il lemma "sagrato" ha origine dal termine latino ''sacratum''', cioè terreno consacrato che fa quindi già parte della sacralità dell'edificio di culto. Il sagrato, nell'antichità era il luogo deputato alla sepoltura dei fedeli cristiani</ref>. Nell'Ottocento rappresentò uno dei luoghi di socializzazione di adulti e di ragazzi: era uno dei posti preferiti dai ''berechini'' per giocare all'aperto.
 
Lungo il lato nord-ovest della piazza si trova il quattrocentesco [[Oratorio dei Boccalotti]] e di fronte, dov'è l'ingresso dell'Istituto Trento, un tempo esisteva l'[[Chiese altomedievali di Vicenza#San Vitale|antica chiesa dedicata a San Vitale]], di cui è memoria in un atto del 1187. La festa di questo santo cade il 28 aprile e poiché in tale giorno nell'anno 1404 la città aveva deliberato la propria dedizione a Venezia, un secolo più tardi dai Reggenti fu fatto pubblico voto di visitare processionalmente ogni anno la chiesa, per rinnovare in perpetuo il patto di fedeltà di Vicenza alla Serenissima<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 433-34}}</ref>.
 
Stradella San Pietro è una stretta e breve viuzza che collega la piazza con contrà Porta Padova. In un documento dell'estimo del 1563, citato dal Lampertico, è chiamata ''viazzolla'', voce talora usata in antico per indicare le strade minori della città<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 433-34}}</ref>.
 
==== Contrà Sant'Andrea e Corte dei Roda ====
[[File:Borgo San Pietro 01.jpg|thumb|Lungo Bacchiglione e corte dei Roda]]
[[File:Villa Morseletto.jpg|thumb|Villa Morseletto detta "il Castello"]]
{{vedi anche|Chiese altomedievali di Vicenza#Sant'Andrea}}
L’area compresa tra contrà San Pietro e l’argine del Bacchiglione è percorsa da contrà Sant'Andrea che si immette nella corte dei Roda, per secoli sede di filande e di concerie collegate al fiume; fino all'Ottocento era caratterizzata da alte fabbriche dotate di stenditoio e locali; in seguito fu completamente ristrutturata e trasformata in complesso residenziale.
 
Circa venti metri dopo l'inizio della contrada si stacca sulla sinistra la via Nazario Sauro che porta al "ponte di ferro" (piccolo ponte pedonale fatto costruire dalla famiglia Piovene e che collega l’argine della sponda sinistra con quello opposto) per poi ritornare in contrà San Pietro; ove la strada si incurva, a fine Ottocento furono costruite la scuola intitolata allo scrittore vicentino [[Antonio Fogazzaro]] (ora Scuola dell'infanzia comunale) ed alcune residenze, seminascoste da giardini con alberi ad alto fusto, tra le quali villa Salviati e villa Morseletto detta "il Castello".
 
Contrà Sant'Andrea prende il nome dall'[[Chiese altomedievali di Vicenza#Sant'Andrea|antica chiesa dedicata all'Apostolo]], che dipendeva dal vicino monastero di San Pietro; un tempo sede parrocchiale, fu trasformata in caserma durante l'invasione dalle truppe francesi nel 1797 e non più restituita al culto, sia per il frequente pericolo di inondazioni a cui andava soggetta per le piene del Bacchiglione, sia perché la prossimità della nuova parrocchiale di San Pietro rendeva ormai superflua la celebrazione degli uffici divini. Venne quindi demolita e sulla sua area furono costruite case di abitazione<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 458-59}}</ref>.
 
La corte dei Roda rappresenta un'appendice di contrà Sant'Andrea; vi si accede attraverso un sottopassaggio delle case Sesso mentre un altro sottoportico si trova un po' più avanti, quasi al termine della stradina; il piccolo slargo che le dà il nome comune si apre subito dopo il primo volto.
 
Il toponimo deriva da una famiglia Rota o Roda, chiamata originariamente Pizioni, venuta da Bergamo a Vicenza verso la metà del secolo XVI per esercitarvi la mercatura e che qui su disegno di Giandomenico Scamozzi, padre del più celebre [[Vincenzo Scamozzi|Vincenzo]], si fece fabbricare una casa con logge sul Bacchiglione: nel cuneo centrale dell'arco d'ingresso alla corte si vede ancor oggi rozzamente scolpita una ruota, stemma dell'antica famiglia<ref>{{cita|Giarolli, 1955|pp. 392-93}}</ref>.
 
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Corte dei Roda-1.jpg
Corte dei Roda-2.jpg
Corte dei Roda-4.jpg
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Corte dei Roda-6.jpg
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== Luoghi significativi ==