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=== Parametri della partecipazione ===
Con società civile intendo la traiettoria che in qualche modo coinvolge l’associarsi liberamente per il perseguimento di obiettivi comuni che si pone fuori sia dal mercato che dalla sfera privata domestica. L'idea di società civile mette in luce come in
La terza traiettoria della partecipazione, la politica, si riferisce al coinvolgimento dei cittadini in conflitti che hanno luogo nello spazio pubblico relativi a risorse ed interessi di varia natura, e rappresenta senza dubbio, in termini statistici, una dimensione secondaria nel panorama mediale. All'interno di questa traiettoria convergono tutte le forme di politica; dalla sfera politica parlamentare a tutte le altre espressioni alterative di politica che si svolgono al di fuori del Parlamento. Ma quando la partecipazione è considerata “politica”? Questa dimensione dovrebbe essere considerala come qualcosa che emerge attraverso l’interazione discorsiva che ha luogo fra le persone, così come attraverso l’esperienza e la riflessione. In altre parole il processo di produzione discorsiva di una dimensione politica può essere considerato esso stesso come una modalità di partecipazione politica. Affermare che la politica emerge attraverso la conversazione potrebbe apparire come qualcosa di magico, ma in realtà tale tesi trova conferma in una interessante spiegazione sociologica. Bakardjieva usa il termine SUBACTIVISM per descrivere quella forma di partecipazione civica che ha luogo tra le persone nella loro vita quotidiana, dove le regole vengono messe in discussione, contestare e negoziate, dove il mondo sociale è valutato secondo prospettive di tipo morale, e dove sono sollevate questioni di cosa sia giusto o sbagliato, prima che tutto ciò si traduca in una dimensione politica o si creino collegamenti con le politiche.▼
▲Il consumo è una categoria ampia che comprende la partecipazione sociale che avviene attraverso logiche commerciali. Il riferimento alla partecipazione passa attraverso le relazioni di mercato, che ci propongono quello di cui abbiamo bisogno per sopravvivere e quello che potremmo desiderare: la promessa di soddisfazione e di piacere. Sebbene in questa sede l'interesse è per la società civile e la politica, è opportuno tenere presente che il consumo è sempre inserito in una serie di rapporti micro e macro e che prospettive di partecipazione di tipo democratico sono presenti persino in questa dimensione, nonostante spesso rimangano ai margini. La povertà può essere considerato un meccanismo di esclusione che solleva questioni di natura democratica.
Gli obiettivi di partecipazione civica, in particolare modo quella politica, vengono espressi per lo più in modo strumentale: ad esempio un gruppo può desiderare di avere una certa influenza sulle opinioni, sulle leggi, sulle politiche governative. In altre situazioni gli scopi possono essere più immediati: dare voce ad un gruppo, mettere in scena una performance, ecc... Tuttavia in ogni circostanza possiamo sostenere che nella partecipazione esiste, di fatto, un obiettivo intermedio, anche nel caso di media digitali, vale a dire la
▲Con società civile intendo la traiettoria che in qualche modo coinvolge l’associarsi liberamente per il perseguimento di obiettivi comuni che si pone fuori sia dal mercato che dalla sfera privata domestica. L'idea di società civile mette in luce come in ima democrazia le persone possano esercitare il diritto di interagire per poter conseguire interessi condivisi. Ad esempio, avere a che fare con amici, colleghi, comunità e social network non per fini economici, rappresenta un aspetto della società civile. Esistono certo molte opportunità di partecipazione in attività quali lo sport, la musica, il fandom, e così via, anche se non è sempre possibile pensarle completamente estranee ad una logica di mercato. I confini fra società civile e consumo son in effetti difficili da definire. Inoltre, sebbene possono emergere conflitti politici in ognuno di questi universi. l’idea della società civile suggerisce che gli intenti e gli obiettivi di tali gruppi non sono per definizione indirizzati a fini politici.
Brighenti suggerisce due modelli principali di visibilità. Nel primo, la sfera pubblica è una forma di visibilità in cui si è in pubblico, e questo si verifica laddove si può dire che la sincronicità dell'attenzione dia origine ad un regime di visibilità che può essere definito democratico. Il secondo modello è il regno pubblico della visibilità sociale, dell'interazione, in cui lo sguardo dell’altro generalizzato o significativo diviene centrale per la costruzione del sé, dell’identità. Questo modello può anche riferirsi nello specifico all'incontro fra due estranei, una modalità
pubblica d’interazione che prevede una distanza ottimale. Il riconoscersi senza che questo comporti invadere il terreno dell'altro. Questo è il campo
Connessa alla visibilità vi è la nozione di voce. Secondo Couldry usiamo la voce come metafora per riferirci alla formulazione di un'opinione all'interno di contesti politici. La voce funziona sia all'interno che all'esterno della politica; in sostanza è un processo sociale, intrecciato ai vissuti della collettività. Per poter diventare concreta, la voce ha bisogno di risorse e accessibilità, deve essere considerata come un valore da proteggere e da promuovere, un valore che riguarda sia la nostra umanità che la democrazia. La partecipazione rafforza tale valore.
La partecipazione è fondamentalmente un atto sociale, basato sulla comunicazione fra le persone, e dipendente dalla socialità. L'interazione sociale è un prerequisito per il mantenimento della partecipazione. La dimensione della socialità è potenzialmente molto ampia, dal momento che può teoricamente includere molte caratteristiche dell'interazione comunicativa nel contesto della partecipazione. Ad esempio, i contatti visivi di Skype offrono possibilità di approfondimento della socialità un po' più ampie rispetto a quelle consentite da Twitter.
▲Affermare che la politica emerge attraverso la conversazione potrebbe apparire come qualcosa di magico, ma in realtà tale tesi trova conferma in una interessante spiegazione sociologica. Bakardjieva usa il termine SUBACTIVISM per descrivere quella forma di partecipazione civica che ha luogo tra le persone nella loro vita quotidiana, dove le regole vengono messe in discussione, contestare e negoziate, dove il mondo sociale è valutato secondo prospettive di tipo morale, e dove sono sollevate questioni di cosa sia giusto o sbagliato, prima che tutto ciò si traduca in una dimensione politica o si creino collegamenti con le politiche.
▲Gli obiettivi di partecipazione civica, in particolare modo quella politica, vengono espressi per lo più in modo strumentale: ad esempio un gruppo può desiderare di avere una certa influenza sulle opinioni, sulle leggi, sulle politiche governative. In altre situazioni gli scopi possono essere più immediati: dare voce ad un gruppo, mettere in scena una performance, ecc... Tuttavia in ogni circostanza possiamo sostenere che nella partecipazione esiste, di fatto, un obiettivo intermedio, anche nel caso di media digitali, vale a dire la VISIBILITÀ’. Brighenti suggerisce due modelli principali di visibilità: 1) La sfera pubblica è una forma di visibilità in cui si è in pubblico. e questo si verifica laddove si può dire che la sincronicità dell'attenzione dia origine ad un regime di visibilità che può essere definito democratico; 2) Il secondo modello è il regno pubblico della visibilità sociale, dell'interazione, in cui lo sguardo dell’altro generalizzato o significativo diviene centrale per la costruzione del sé,
▲pubblica d’interazione che prevede una distanza ottimale. Il riconoscersi senza che questo comporti invadere il terreno dell'altro. Questo è il campo DELL'INTERAZIONE CIVICA che ha a che vedere con la socialità dei legami deboli, in cui gli estranei diventano reciprocamente visibili con l'obiettivo di cooperare.
=== Risorse per la partecipazione ===
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