Scipione Ammirato: differenze tra le versioni
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|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , tra i massimi teorizzatori della [[ragion di Stato]] del suo tempo, esponente del [[tacitismo]] (fu commentatore degli scritti di [[Publio Cornelio Tacito]]), da lui interpretato in chiave [[Machiavellismo|antimachiavellica]]
|Immagine =
|Didascalia =
}}<ref name=Machiavelliana/>
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L'Ammirato è giudicato storico «esatto, oculato, scrupoloso nel ricercare ed interpretare e vecchie cronache e documenti d'archivio» che «nella ''Storia fiorentina'' (1600), negli ''Opuscoli'' e nelle genealogie d'illustri famiglie, prelude all'odierno metodo d'usar le fonti storiche: i voluti errori, le ingegnose iperboli del Machiavelli, che aveva narrato in parte gli stessi fatti, lo scandalizzavano. Perciò egli s'innalza su tutti gli storiografi di quest'età che scrissero in volgare».<ref>[[Francesco Flamini]], ''Il Cinquecento'', Milano, [[Vallardi (editore)|Vallardi]], P. III, Cap. I, p. 465.</ref>
== Biografia ==
[[File:Scipione Ammirato (1531-1601).png|thumb|left|Frontespizio del primo volume dell'opera ''Delle famiglie nobili
Nato a Lecce da una nobile famiglia di origine toscana, venne avviato dal padre agli studi di [[diritto]] a [[Napoli]], ma ne fu distratto dai suoi interessi umanistici. Frequentò i circoli letterari partenopei, e divenne intimo amico dei poeti [[Berardino Rota]]<ref>A questa amicizia sincera dobbiamo le edizioni delle Rime del Rota fatte dall'Ammirato nel 1560: {{Cita libro|editore= Mattia Cancer|lingua= it|cognome= Rota|nome= Berardino|titolo= Sonetti del s. Berardino Rota in morte della sra. Porta Capece sua moglie|città= Napoli|accesso= 2 giugno 2019|data= 1560|url= https://books.google.it/books?id=8OLVYyhJt28C&printsec=frontcover&hl}}; {{Cita libro|editore= Gio. Maria Scotto|lingua= it|cognome= Rota|nome= Berardino|titolo= Sonetti et canzoni ; con l'egloghe pescatorie|città= Napoli|accesso= 2 giugno 2019|data= 1560|url= https://books.google.it/books?id=8btdAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl}} Cfr. anche: {{DBI|berardino-rota|Berardino Rota|autore=Luca Milite|accesso=2 giugno 2019}}</ref> e [[Angelo di Costanzo]] e del botanico [[Bartolomeo Maranta]], scelto dall'Ammirato come personaggio del dialogo ''Il Rota, overo delle imprese'' (e il Maranta sceglierà Scipione quale interlocutore del suo ''Lucullianorum quaestionum'' nel 1564).<ref name=Favaro>{{cita pubblicazione|autore=Maiko Favaro|titolo=Sulla concezione dell'impresa in Scipione Ammirato|pubblicazione=Italianistica: Rivista di letteratura italiana|volume=38|numero=2|pp=285-298|anno=maggio-agosto 2009|JSTOR=23938118}}</ref><ref name=q>{{harvnb|I trasformati|p=21}}.</ref> Intrapresa la carriera ecclesiastica, per alcuni anni risiedette a [[Venezia]], dove divenne segretario del [[Patriziato (Venezia)|patrizio veneto]] Alessandro Contarini. A Venezia approfondì i suoi interessi letterari, frequentò le dotte riunioni in casa del letterato Domenico Venier e strinse amicizia con [[Pietro Aretino]], [[Sperone Speroni]], e [[Vittoria Colonna]].<ref name=A >{{Cita libro|editore=A & C Black|curatori=Peter Bondanella, Julia Conway Bondanella, Jody Robin Shiffman|titolo= Cassell Dictionary Italian Literature |accesso= 2 giugno 2019|data= 2001|url= https://books.google.it/books?id=TXBFC7Q41eUC&pg=PA11&dq |p= 11}}</ref><ref>{{harvnb|Congedo|pp=25-28}}.</ref> Collaborò alla stampa, curata da [[Girolamo Ruscelli]], dell'''[[Orlando furioso|Orlando Furioso]]'', cui egli prepose gli ''Argomenti'' in rima.<ref name=DBI/><ref>« L'amicizia contratta col Ruscelli in casa del Venier fece sì che l'Ammirato componesse in questo tempo gli argomenti all'''Orlando Furioso'', il poema da lui prediletto. « Giovane di belle lettere, di felicissima vena e di forti studi » scrive il Ruscelli dell'Ammirato, che certo nelle adunanze geniali dei letterati veneziani avea colto il destro di farsi conoscere autore di versi e critico di poesia non spregevole », in: {{harvnb|Congedo|p=29}}.</ref> Costretto ad abbandonare il servizio di Contarini a causa di uno scandalo, Ammirato si recò in un primo tempo a Roma, dove entrò al servizio di [[papa Pio IV]]. Nel 1558 tornò a Lecce, dove fondò, insieme a Pompeo Paladini, l'Accademia dei Trasformati, di cui fu «Principe» col nome di «Proteo».<ref name=Favaro/><ref>« Poco l'Ammirato parla della sua accademia: ci dice solo che vi si lessero per intero i dialoghi di Platone, ragionando dei quali l'accademico Marsia, Pier Antonio Tafuri, e Efone, Niccolò Guidano, spiegarono i miti di Medea e di Marsia «nel primo o secondo ascenso nel dì del convivio». Così l'Ammirato, traendo occasione dal giudizio di Platone intorno ad Aristofane, commentò il sonetto del Petrarca: ''Qui dove mezzo son, Sennuccio mio'' ; Marino Cosentino «buono e valoroso» lesse le sue interpretazioni dei simboli tratti dai versi di Orazio e di Virgilio e dall'antica mitologia. », in: {{harvnb|Congedo|p=45}}.</ref>
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Ormai famoso in tutta Italia, non riuscì tuttavia a ottenere la carica di storiografo regio a Napoli, proposta per lui da [[Angelo Di Costanzo]], e indignato se ne andò a Firenze (1569), non accettando più alcun incarico nel [[Regno di Napoli]], nonostante le sollecitazioni del viceré. Dal granduca [[Cosimo I de' Medici]], che lo ospitò presso [[Villa medicea della Topaia|Villa La Topaia]], ottenne l'incarico di scrivere le ''Istorie fiorentine'', per la cui stesura poté servirsi del materiale conservato presso l'Archivio Pubblico istituito nel [[1570]]. Obiettivo polemico delle ''Istorie'' di Ammirato sono le ''[[Istorie fiorentine]]'' di Machiavelli, di cui contestò sia l'impostazione dispersiva sia le numerose inesattezze (1° vol., pp. 1-2, e 3° vol., pp. 96-97).<ref name=Machiavelliana>{{cita|Francesco Vitali (2014)}}.</ref> Assiduo frequentatore dell’Accademia degli Alterati di Giovan Battista Strozzi, Ammirato divenne un protagonista del panorama culturale cittadino.<ref name=A/> Giovan Battista Attendolo lo proclamò "principe degli storici del suo secolo", e l'[[Accademia degli Umidi|Accademia fiorentina]] "nuovo Livio"; Orlando Pescetti lo pose per la lingua allo stesso livello di [[Pietro Bembo]], [[Giovanni Della Casa|Monsignor della Casa]], [[Lionardo Salviati]], [[Benedetto Varchi]] e Annibale Caro; il suo lavoro sulle ''Famiglie napoletane'' ebbe un grande successo nelle corti di tutta Italia, e suscitò le calorose lodi di [[Traiano Boccalini]] e di [[Annibale Caro]]. «In un'epoca in cui largamente si diffondeva un'[[araldica]] dominata dalla fantasia e trovavano credito le astruse ricostruzioni genealogiche di spregiudicati falsari, le documentate ed erudite ricerche di Scipione Ammirato sulle famiglie napoletane e fiorentine fecero testo per «compor le genealogie e fabbricar gli alberi delle case più illustri» (Traiano Boccalini, ''Ragguagli di Parnaso'', Cent. I, L).»<ref>{{cita libro|titolo=L'Idea di nobiltà in Italia|autore=[[Claudio Donati]]|editore=[[Editori Laterza]]|anno=1988|p=220|isbn=9788842030485}}</ref> Indice della fama dell'Ammirato [[Genealogia|genealogista]] erano le richieste di pareri su tale materia che gli venivano avanzate non solo da famiglie regnanti italiane, ma anche dal re di Francia o dal decano capitolare di Colonia.<ref>Si veda U. Congedo, ''La vita e le opere di Scipione Ammirato'', in «Rassegna pugliese di scienze lettere e arti», XX, 1903, pp. 13-15.</ref> I re [[Enrico II di Francia]] e [[Filippo II di Spagna]], i papi [[Papa Clemente VIII|Clemente VIII]] e [[Papa Sisto V|Sisto V]] e i Medici gli spedivano lettere assai lusinghiere, promettendogli immense ricchezze.<ref>{{harvnb|Scarabelli|pp=13-15}}.</ref> Nel [[1595]] divenne [[canonico]] della [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore|cattedrale di Firenze]]. Dopo aver fatto testamento (11 gennaio 1600) morì il 31 gennaio 1600 e lo stesso giorno fu sepolto in [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore|Santa Maria del Fiore]] a Firenze.
== Teoria della ragion di stato ==
[[File:Tacitus Historiae (Edition J. T. Ryck, 1687).jpeg|thumb|
Nei ''Discorsi sopra Cornelio Tacito'' Ammirato s'accinse alla non facile impresa di una nuova confutazione della dottrina machiavellica, considerata empia ai tempi della [[Controriforma]] (Ammirato evita perfino di nominare [[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]], chiamandolo sempre ''l'autor dei Discorsi''). Nuova era l'idea di confutarla fondandosi sull'opera di Tacito; tanto più dopo che [[Giovanni Botero]] aveva messo sullo stesso piano Tacito e Machiavelli. « Viaggiando nelle corti, dice Botero, mi ha recato somma meraviglia il sentir tutto dì mentovare ragione di Stato, ed in cotal materia citare ora il Machiavelli, ora Cornelio Tacito, quello perché dà precetti appartenenti al governo, questo perché esprime vivamente l'arti usate da Tiberio Cesare e per conseguire e per conservarsi l'imperio di Roma ».<ref>Giovanni Botero, Dedica introduttiva dell'opera a [[Wolf Dietrich von Raitenau]], principe vescovo di Salisburgo dal 1587 al 1612.</ref> Botero si meravigliava che un autore così malvagio e il governo di un tiranno fossero tenuti in tale considerazione da farne il modello di condotta dei governanti.<ref>«che un autore così empio e le maniere così malvagie d'un tiranno [il Tiberio descritto da Tacito, preso a modello dai teorici della monarchia assoluta] fossero stimate tanto, che si tenessero quasi per norma e per idea di quel che si deve fare nell'amministrazione e nel governo degli Stati.»</ref>
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== Opere ==
[[File:Scipione ammirato, casa cancelliera di pistoia, 1581.jpg|thumb|300px|Albero genealogico della famiglia [[
* {{Cita libro|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=I trasformati|città=Lecce|data=1559 circa}}
* {{Cita libro|editore= appresso Giorgio Marescotti|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Delle famiglie nobili napoletane|volume=1|città=Firenze|accesso=18 novembre 2019|data=1580|url=https://books.google.it/books?id=m-NDAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=per Amadore Massi da Furlì|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Delle famiglie nobili napoletane|volume=2|città=Firenze|accesso=18 novembre 2019|data=1651|url=https://books.google.it/books?id=Ep3DE42FewQC&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=per Filippo Giunti|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Discorsi del signor Scipione Ammirato sopra Cornelio Tacito|città=Firenze|accesso=30 maggio 2019|data=1594|url=https://books.google.it/books?id=72UTAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=Filippo Giunti|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Istorie fiorentine|volume=1|città=Firenze|accesso=30 maggio 2019|data=1600|url=https://books.google.it/books?id=3F1TAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=nella stamperia nuoua d'Amador Massi, e Lorenzo Landi. Con licenza de' superiori|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Istorie fiorentine|volume=2|città=Firenze|accesso=30 maggio 2019|data=1641|url=https://books.google.it/books?id=ZQUwAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=appresso G. Donato e B. Giunti & compagni|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Delle famiglie nobili fiorentine|città=Firenze|accesso=18 novembre 2019|data=1615|url=https://books.google.it/books?id=c5VFAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=appresso Giacomo Sarzina|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Poesie spirituali|città=Venezia|accesso=18 novembre 2019|url=https://books.google.it/books?id=scfATRVfbeIC&printsec=frontcover&hl|data=1634}}
* {{Cita libro|editore=Stamperia di Amador Massi e di Lorenzo Landi|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Albero e istoria della famiglia de conti Guidi del sig. Scipione Ammirato con l'aggiunte di Scipione Ammirato il G., con una tauola nel fine delle famiglie menzionateci|città=Firenze|accesso=30 maggio 2019|data=1640|url=https://books.google.it/books?id=KY_xR79bIlIC&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=nella nuoua Stamperia d'Amadore Massi e Lorenzo Landi|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Opuscoli del sig. Scipione Ammirato|volume=1|città=Firenze|accesso=1º giugno 2019|data=1640|url=https://books.google.it/books?id=Bu2yOT2ZSIsC&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=nella nuoua Stamperia d'Amadore Massi e Lorenzo Landi|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Opuscoli del sig. Scipione Ammirato|volume=2|città=Firenze|accesso=1º giugno 2019|data=1637|url=https://books.google.it/books?id=ajlOAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=nella nuoua Stamperia d'Amadore Massi e Lorenzo Landi|lingua=it|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Opuscoli del sig. Scipione Ammirato|volume=3|città=Firenze|accesso=1º giugno 2019|data=1642|url=https://books.google.it/books?id=wPdQMy2EghEC&printsec=frontcover&hl}}
=== Traduzioni francesi ===
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=== Traduzioni latine ===
* {{Cita libro|editore=impensis loannis Theobaldi Schönvvetteri|lingua=la|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Scipionis Amirati ... Dissertationes politicae siue Discursus in C. Cornelium Tacitum: nuper ex Italico in Latinorum versi, & cum toto rei politicae studiosorum orbe communicati quibus praemissa sunt ex eodem Tacito excerptae Digressiones politicae|città=Helenopoli|accesso=2 agosto 2019|data=1609|url=https://books.google.it/books?id=zYefAOllpEcC&printsec=frontcover&hl}}
* {{Cita libro|editore=typis Nicolai Hoffmanni|lingua=la|cognome=Ammirato|nome=Scipione|titolo=Scipionis Amirati ... Dissertationes politicæ, siue discursus in C. Cornelium Tacitum, politicam doctrinam apprime illustrantes, nuper ex Italico in Latinum versi, & cum toto rei politicæ studiosorum orbe communicati. Adiunctæ sunt Digressiones politicæ à Christophoro Pflugio ... Accessere ob argumenti similitudinem, summamque operis elegantiam De regis, ac regni institutione libri 3 ...|città=Francofurti|accesso=2 agosto 2019|data=1618|url=https://books.google.it/books?id=PNs2F2qzblcC&printsec=frontcover&hl}}
== Note ==
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[[Categoria:Filosofi della politica]]
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