Matteo Angelo Galdi: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , prese temporaneamente la cittadinanza francese nel 1795
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== Biografia ==
Nato a [[Coperchia]], frazione del comune di Pellezzano, nel Salernitano, figlio minore di Pasquale [[Galdi (famiglia)|Galdo]] e di Eugenia Fiore, mutò il cognome in ''[[Galdi (famiglia)|Galdi]]'' e talvolta, forse per ragioni politiche, omise il nome ''Angelo'', firmandosi ''Matteo Galdi''. La famiglia si trasferì a Salerno, dove il padre morì nel 1783. A Napoli Matteo Angelo Galdi frequentò i corsi di Legge, dal 1785 al 1787, ma senza prendere la laurea, e fu iniziato alla nuova dottrina [[Fisiocrazia|fisiocratica]] che si basava sul pensiero del medico ed economista [[François Quesnay]]. Subbì l'influenza del giurista e filosofo [[Francesco Mario Pagano]] - occupava all'Università di Napoli la cattedra di Diritto criminale - e di [[Gaetano Filangieri]]: due esponenti dell'[[Illuminismo]] italiano che si ispiravano a dottrine egualitarie francesi.
=== Primi scritti e prime esperienze rivoluzionarie ===
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=== Gli anni milanesi ===
A Milano Matteo Angelo Galdi fu assunto come segretario e traduttore di [[Louis Baraguey d'Hilliers]], luogotenente del Bonaparte. Raccolse in volume le sue ''Effemeridi repubblicane'' (1796) - già attribuite a [[Melchiorre Gioia]] - e pubblicò ''Necessità di stabilire una repubblica in Italia'' e ''Discorso sui rapporti politico-economici dell'Italia libera con la Francia e col resto d'Europa'', opuscolo tradotto in francese, in cui Galdi prevedeva di allargare la rivoluzione agli altri Stati italiani: una Repubblica italiana unitaria si sarebbe certamente alleata con la Francia, sul piano commerciale e su quello strategico-militare, togliendo all'Inghilterra il controllo del Mediterraneo. Il 30 novembre 1797 sposò Giuditta Salvatori, dalla quale ebbe tre figlie: Clelia, Eugenia e Virginia.
A Milano Matteo Angelo Galdi fu assunto come segretario e traduttore di [[Louis Baraguey d'Hilliers]], luogotenente del Bonaparte.
Raccolse in volume le sue ''Effemeridi repubblicane'' (1796) - già attribuite a [[Melchiorre Gioia]] - e pubblicò ''Necessità di stabilire una repubblica in Italia'' e ''Discorso sui rapporti politico-economici dell'Italia libera con la Francia e col resto d'Europa'', opuscolo tradotto in francese, in cui Galdi prevedeva di allargare la rivoluzione agli altri Stati italiani: una Repubblica italiana unitaria si sarebbe certamente alleata con la Francia, sul piano commerciale e su quello strategico-militare, togliendo all'Inghilterra il controllo del Mediterraneo. Il 30 novembre 1797 sposò Giuditta Salvatori, dalla quale ebbe tre figlie: Clelia, Eugenia e Virginia.
 
Dopo la manifestazione di protesta del 24 novembre 1796, in piazza Duomo, Galdi fu imprigionato e poi rilasciato, grazie a suoi articoli apparsi sul ''Termometro politico'', sul ''Giornale senza titolo'' e sul ''Giornale dei patrioti d'Italia'', da lui fondato e redatto da solo, tra il 24 maggio e il 27 novembre 1797, quando fu soppresso. Pubblicò ''Dei rapporti politico-economici fra le Nazioni libere'' (1797), in cui tratteggiava una Società internazionale federalistica e basata sul libero scambio. In campo pedagogico, scrisse il ''Saggio d'istruzione pubblica rivoluzionaria'' (1798). Ebbe incarichi politici nella ''Società di pubblica istruzione'' e nel ''Circolo costituzionale di Milano''.
 
Per il colpo di Stato operato dall'ambasciatore francese [[François Rivaud du Vignaud]], inviato dal Direttorio nel 1798 con l'incarico di formare un governo cisalpino moderato, Galdi, con altri giacobini, fu improgionato al [[Castello Sforzesco]]. Altre sue opere di questo periodo: ''Dell'abolizione de' fedecommessi'', Milano 1797; ''Per lo stabilimento della Repubblica Italiana'', Milano 1797; ''Progetto di Costituzione elvetica con le riflessioni critiche'', Milano 1798; ''Delle vicende e della rigenerazione dei teatri'', Milano 1798.
Altre sue opere di questo periodo: ''Dell'abolizione de' fedecommessi'', Milano 1797; ''Per lo stabilimento della Repubblica Italiana'', Milano 1797; ''Progetto di Costituzione elvetica con le riflessioni critiche'', Milano 1798; ''Delle vicende e della rigenerazione dei teatri'', Milano 1798.
[[File:BatavianRepublic1802.jpg|thumb|upright=1.4|Republica Batava nel 1802]]
 
=== Galdi ambasciatore ===
Liberato, Galdi fu nominato agente (cioè ambasciatore) della [[Repubblica Cisalpina]] presso la [[Repubblica Batava]], i cui confini corrispondevano circa all'Olanda. Vi rimase fino ad aprile 1808, mutato l'incarico in agente del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]]. Scrisse ''Quadro politico delle rivoluzioni delle Provincie Unite e della Repubblica Batava e dello stato attuale del Regno d'Olanda'' (1809), una sintesi di idee storiche, politiche, legislative, geografiche, letterarie, etniche ed economiche. Divenne socio corrispondente dell'Istituto olandese di lettere ed arti. Pubblicò ''Saggio sul commercio d'Olanda'', Milano 1808.
Scrisse ''Quadro politico delle rivoluzioni delle Provincie Unite e della Repubblica Batava e dello stato attuale del Regno d'Olanda'' (1809), una sintesi di idee storiche, politiche, legislative, geografiche, letterarie, etniche ed economiche. Divenne socio corrispondente dell'Istituto olandese di lettere ed arti. Pubblicò ''Saggio sul commercio d'Olanda'', Milano 1808.
 
=== Gli anni napoletani ===
Tornato in Italia, a maggio 1808 ottenne a Milano una pensione annua. Con una lettera del re d'Olanda [[Luigi Bonaparte]] per il re di Napoli [[Gioacchino Murat]], tornò a Napoli, dove nel 1809 ebbe la presidenza dell'Istituto d'incoraggiamento alle scienze naturali, della [[Accademia Pontaniana|Società Pontiniana]] e divenne membro della Commissione di statistica e intendente della Provincia del [[Molise]]. Nel 1810, nominato intendente della Provincia di [[Calabria Citeriore]], adattò un territorio completamente abbandonato alla coltura intensiva del cotone. Nell'ottobre 1810 il re lo nominò commissario per la divisione delle terre demaniali di Calabria Citeriore.
Nel 1810, nominato intendente della Provincia di [[Calabria Citeriore]], adattò un territorio completamente abbandonato alla coltura intensiva del cotone. Nell'ottobre 1810 il re lo nominò commissario per la divisione delle terre demaniali di Calabria Citeriore.
[[File:La Calabria citeriore (5376032272).jpg|thumb|upright=1.4|La Calabria citeriore alla fine del Settecento]]
S'interessò ancora di pedagogia: in ''Pensieri sull'istruzione pubblica, relativamente al Regno delle Due Sicilie'' (1809), diffondeva la certezza che una mentalità civica dipendesse da una moderna riorganizzazione del sistema scolastico. Riprendeva anche le idee riformatrici e antigesuitiche di Tanucci, battendosi contro le scuole private, che dovevano essere supervisionate dallo Stato. Affermava la libertà di culto e immaginava scuole primarie ed elementari gratuite e diffuse sul territorio. Per gli insegnamenti universitari e per le scuole speciali, egli indicava materie e programmi di studio e tecniche di didattica; sceglieva libri di testo, stabiliva numero e formazione dei docenti, orario e calendario scolastico, infine si occupava di edilizia scolastica e d'igiene nelle scuole. L'istruzione universitaria per lui doveva essere impartita in due sedi: a Palermo e a Napoli. Quattro le facoltà - lettere, filosofia, giurisprudenza, medicina - con ventisei cattedre. Tra gli insegnamenti, prevedeva anche lingue orientali, antiche e moderne, in linea con l'espansione dell'Italia nel Mediterraneo e contro il monopolio marittimo - politico e commerciale - dell'Inghilterra.
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