Utente:Giulio Mainardi/Prove: differenze tra le versioni

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{{cassetto inizio|cosoesperantide}}
[[File:Alexei_Kuzmich_1986_Oldness.JPG|thumb|Nu tavidate estit abwissa?]]
Abwissa loqwit, e seo leksi estin als ɣrandos petri, kui tacatrin omnor altror loqwes: «E kuam unkom vulaun facár? Nee ekzistan o méθodi por obtenér taam. Lio nure et fantasia, o oniraga sen unko poveybleca. Nu kredan timatrás nim na lim? Fuli, nulli altros. Vero pova jacat altru. Nee trovon taloku unkam bonom, por li, por ni, por unkys. Meljoro estaut ke omnos li vadaun dormás. Jame et tarda».
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[[File:Vincenzo Catena Portrait of Gian Giorgio Trissino.jpg|thumb|Ritratto del [[1510]] di [[Gian Giorgio Trissino|Gjan Gjorgjo Tríssino]]]]
Il mio lettore che ɛ́ arrivato fin qʋi sará probabilmente un pɔ’ perplɛsso sulla ragjonevolezza e sulle opportunitá di qʋesta [[riforma ortografica|riforma gráfica]]. Tutti qʋesti accɛnti, puntini e léttere apɛrte gli rallɛ́ntano la lettura, la appesantíscono, lo costríngono a fermarsi sulle síngole parɔle perdɛndo il filo del discorso.
 
Ɛ́ inevitábile che sia cosí; sarɛbbe strano il contrarjo! Dirɛi che ɛ́ persino ''gjusto'' che sia cosí. Chi per tutta la vita, fin da bambino, ɛ́ stato abituato a scrívere e lɛ́ggere sɛmpre in un cɛrto mɔdo, pɔrta profondamente radicate dentro di sé, in mɔdo [[istinto|istintivo]] oltre che cɔnscjo e razjonale, le forme e i meccanismi di qʋel sistɛma gráfico. Se ci dícono a voce un nome o una parɔla italjana che non abbjamo mai sentito e non conoscjamo, di sɔ́lito sappjamo comunqʋe come scríverla da súbito, in mɔdo istintivo, sɛnza biʃogno di ragjonare su qʋali [[grafema|símboli scritti]], o combinazjoni di símboli scritti, sɛ́rvono per rappreʃentare qʋella data seqʋɛnza di [[fonema|sʋɔni]]. Ɛ́ gjɔcofɔrza, qʋindi, che un sistɛma divɛrso, appena introdotto, cáuʃi una sensazjone di disturbo e di difficoltá, di rallentamento: cɔzza contro decɛnni di abitúdine consolidata e mai messa in discussjone.
 
Tuttavia, qʋesto non ɛ́ un problɛma. Il nɔstro [[cervello umano|cervɛllo]], anche nei sʋɔi automatismi e aspɛtti incɔnsci, ɛ́ molto dúttile e vivace: impara, si adatta e si abítua alla svɛlta. Faccjo un eʃɛmpjo prático. Un gjorno, dopo un pajo d’ore passate al [[computer|computjɛre]] a preparare un tɛsto (d’argomento [[geografia|geográfico]]) scritto secondo un’ortografia riformata (non eʃattamente qʋesta proposta, ma una versjone precedɛnte non trɔppo divɛrsa), mi capitɔ́ di scrívere alcuni brɛvi appunti a mano, per tutt’altra cɔsa; e nello scrívere la mia mano aggjunse automaticamente, sɛnza biʃogno che ci pensassi [...]
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[[File:Vincenzo Catena Portrait of Gian Giorgio Trissino.jpg|thumb|Ritratto del [[1510]] di [[Gian Giorgio Trissino|Gjan Gjorgjo Tríssino]]]]
Il mio lettore che ɛ́ arrivato fin qʋi sará probabilmente un pɔ’ perplɛsso sulla ragjonevolezza e sulle opportunitá di qʋesta [[riforma ortografica|riforma gráfica]]. Tutti qʋesti accɛnti, puntini e léttere apɛrte gli rallɛ́ntano la lettura, la appesantíscono, lo costríngono a fermarsi sulle síngole parɔle perdɛndo il filo del discorso.
 
Ɛ́ inevitábile che sia cosí; sarɛbbe strano il contrarjo! Dirɛi che ɛ́ persino ''gjusto'' che sia cosí. Chi per tutta la vita, fin da bambino, ɛ́ stato abituato a scrívere e lɛ́ggere sɛmpre in un cɛrto mɔdo, pɔrta profondamente radicate dentro di sé, in mɔdo [[istinto|istintivo]] oltre che cɔnscjo e razjonale, le forme e i meccanismi di qʋel sistɛma gráfico. Se ci dícono a voce un nome o una parɔla italjana che non abbjamo mai sentito e non conoscjamo, di sɔ́lito sappjamo comunqʋe come scríverla da súbito, in mɔdo istintivo, sɛnza biʃogno di ragjonare su qʋali [[grafema|símboli scritti]], o combinazjoni di símboli scritti, sɛ́rvono per rappreʃentare qʋella data seqʋɛnza di [[fonema|sʋɔni]]. Ɛ́ gjɔcofɔrza, qʋindi, che un sistɛma divɛrso, appena introdotto, cáuʃi una sensazjone di disturbo e di difficoltá, di rallentamento: cɔzza contro decɛnni di abitúdine consolidata e mai messa in discussjone.
 
Tuttavia, qʋesto non ɛ́ un problɛma. Il nɔstro [[cervello umano|cervɛllo]], anche nei sʋɔi automatismi e aspɛtti incɔnsci, ɛ́ molto dúttile e vivace: impara, si adatta e si abítua alla svɛlta. Faccjo un eʃɛmpjo prático. Un gjorno, dopo un pajo d’ore passate al [[computer|computjɛre]] a preparare un tɛsto (d’argomento [[geografia|geográfico]]) scritto secondo un’ortografia riformata (non eʃattamente qʋesta proposta, ma una versjone precedɛnte non trɔppo divɛrsa), mi capitɔ́ di scrívere alcuni brɛvi appunti a mano, per tutt’altra cɔsa; e nello scrívere la mia mano aggjunse automaticamente, sɛnza biʃogno che ci pensassi [...]
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{{cassetto inizio|Venere}}
 
==Venere==
{{Corpo celeste
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Alcune correzioni minori e genere femminile, vedasi nota iniziale della voce e la discussione nel Progetto:Astronomia
 
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