Massimiliano I d'Asburgo: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Guerra della Lega di Cambrai|Lega Santa (1511)}}Nel dicembre 1508, con il pretesto di siglare una pace tra l'imperatore e il duca di Gheldria, vi fu un incontro allargato a [[Cambrai]]. Accantonata momentaneamente la questione borgognona, Massimiliano e Luigi XII aderirono alle proposte di Giulio II di dividersi i territori della Repubblica di Venezia, che aveva fornito al Papa un pretesto per la guerra proponendo un proprio candidato per la [[diocesi di Vicenza]] vacante. Giulio II fu convinto ad entrare nel conflitto, che prevedeva il completo annientamento dello stato veneziano, anche la [[Spagna]]. I rappresentanti dei vari sovrani che sarebbero intervenuti militarmente decisero che l'[[Italia]] sarebbe così stata spartita: al re di Francia sarebbero andate [[Cremona]], [[Bergamo]], [[Brescia]]; a Massimiliano il [[Veneto|territorio veneto]] della Serenissima con [[Friuli]] e [[Istria]]; la Spagna avrebbe ottenuto le città portuali della [[Puglia]]; il [[ducato di Ferrara]] e i [[Gonzaga]] di [[Mantova]] avrebbero acquisito zone limitrofe ai loro confini mentre il [[duca di Savoia]] avrebbe ottenuto il controllo dell'isola di [[Cipro]]. La Repubblica ne fu ben presto informata tramite il suo ambasciatore alla corte francese.
 
Nel [[1509]] il conflitto ebbe inizio: in breve tempo il re di Francia attraversò le [[Alpi]] e si scontrò con l'esercito veneziano nella [[battaglia di Agnadello]]. Con un esercito di circa 40.000{{M|40000}} uomini e cinquanta cannoni, Luigi XII colse una grande vittoria, annientando completamente l'esercito veneziano e ottenendo il controllo del [[Veneto]] sino a [[Mestre]].
Massimiliano intervenne troppo tardi e le sue truppe non furono di nessun aiuto ai francesi, che avevano già sconfitto l'avversario. In ogni caso però gli imperiali occuparono [[Feltre]], [[Belluno]], [[Trieste]] e [[Riva del Garda]], già abbandonate dalla guarnigione veneziana.
 
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Massimiliano aderì quindi alla Lega Santa e, con la collaborazione di Enrico VIII, inferse ai francesi una grave sconfitta nella [[battaglia di Guinegatte (1513)|battaglia di Guinegatte nel 1513]]. Negli anni che seguirono la presenza imperiale nella guerra italiana non fu rilevante.
 
Nel marzo [[1516]], l'imperatore mosse il suo esercito di 20.000{{M|20000}} uomini da [[Trento]] alla volta di Milano. Deciso a conquistare un'importante roccaforte veneziana, assediò [[Asola (Italia)|Asola]].<ref>{{Cita web |url=https://books.google.it/books?id=M-QrKNzqZUUC&pg=PR64&lpg=PR64&dq=Massimiliano+I%2Bassedio+di+asola&source=bl&ots=ZrVePKFiqp&sig=Df6oFDkOs3nDkUTNBLpWN4S9Hw4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjqusiJicPLAhXBew8KHc_TCzI4ChDoAQg2MAY#v=onepage&q=Massimiliano%20I%2Bassedio%20di%20asola&f=false |titolo=Storia delle repubbliche italiane de' secoli di mezzo. |accesso=15 marzo 2016 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160317113038/https://books.google.it/books?id=M-QrKNzqZUUC&pg=PR64&lpg=PR64&dq=Massimiliano+I%2Bassedio+di+asola&source=bl&ots=ZrVePKFiqp&sig=Df6oFDkOs3nDkUTNBLpWN4S9Hw4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjqusiJicPLAhXBew8KHc_TCzI4ChDoAQg2MAY#v=onepage&q=Massimiliano%20I%2Bassedio%20di%20asola&f=false |dataarchivio=17 marzo 2016 |urlmorto=no }}</ref> Dopo tre giorni di assedio, dal 16 al 19 marzo, milizie e abitanti, agli ordini del nobile Provveditore veneziano Francesco [[Contarini]] e sostenuti dal condottiero [[Gian Francesco Daina|Riccino Daina]], tennero testa agli imperiali che furono costretti a ritirarsi verso [[Orzinuovi]] e [[Soncino]].<ref>Domenico Bernoni, ''Notizie biografiche di ragguardevoli Asolani'', Oneglia, 1863.
</ref> Le fasi della battaglia furono immortalate in un celebre dipinto del [[Tintoretto]], [[Assedio di Asola]], datato [[1544]]-[[1545]].
 
== Morte e eredità ==