Matteo Messina Denaro: differenze tra le versioni

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== Legami con la politica e l'imprenditoria ==
Secondo il collaboratore di giustizia Vincenzo Sinacori e l'ex senatore [[Vincenzo Garraffa]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/09/23/accuse-in-aula-ali-lo-fecero.html?ref=search |titolo=Accuse in aula a D'Alì 'Lo fecero votare i boss'|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=23 settembre 2005|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180320231005/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/09/23/accuse-in-aula-ali-lo-fecero.html?ref=search|dataarchivio=20 marzo 2018|urlmorto=no}}</ref>, nel [[1994]] Messina Denaro si attivò per fare votare [[Antonio D'Alì (1951)|Antonio D'Alì]] (rampollo della famiglia [[D'Alì|D'Alì Staiti]] per la quale il padre aveva lavorato), candidato nelle liste del Popolo della Libertà, per ldell'allora nuovo movimento politico "[[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]": infatti alle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del marzo quell'anno]] D'Alì risultò eletto al [[Senato della Repubblica|Senato]] con {{formatnum:52000}} voti nel collegio senatoriale di Trapani-Marsala, e venendo rieletto per altre tre legislature<ref name=autogenerato3 />, mentre nel territorio del mandamento di Messina Denaro (collegio Mazara-Castelvetrano) fu eletto [[Ludovico Corrao]]. D'Alì nel [[2001]] venne nominato [[sottosegretario di Stato]] al [[Ministero dell'interno]] nei [[Governo Berlusconi II|Governi Berlusconi II]] e [[Governo Berlusconi III|III]] fino al [[2006]]<ref>{{cita web|url=http://www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Attsen/00000752.htm|titolo=Scheda senatore Antonio D'ALI'|sito=Senato della Repubblica XIV Leg.|accesso=7 giugno 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180628060220/http://www.senato.it/leg/14/BGT/Schede/Attsen/00000752.htm|dataarchivio=28 giugno 2018|urlmorto=no}}</ref>.
 
Sinacori dichiarò inoltre che «era risaputo che i D'Alì con i Messina Denaro erano in buoni rapporti, se qualcuno aveva bisogno, poteva andare a chiedere ai Messina Denaro di intercedere»<ref>[http://www.antimafiaduemila.com/2013091845072/primo-piano/il-senatore-e-a-disposizione-dellassociazione-mafiosa.html “Il senatore è a disposizione dell'associazione mafiosa”] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131104235634/http://www.antimafiaduemila.com/2013091845072/primo-piano/il-senatore-e-a-disposizione-dellassociazione-mafiosa.html |data=4 novembre 2013 }} Antimafiaduemila.com</ref>; tuttavia la famiglia D'Alì Staiti si difese dichiarando che licenziarono Messina Denaro dopo aver saputo che si era reso latitante<ref name=autogenerato3 />. Un altro collaboratore di giustizia, Francesco Geraci (ex gioielliere e mafioso di [[Castelvetrano]]), dichiarò che nel [[1992]] [[Antonio D'Alì (1951)|Antonio D'Alì]] cedette alcuni suoi terreni nei pressi di [[Castelvetrano]] a Messina Denaro, il quale li regalò al ''boss'' [[Salvatore Riina]]; il [[prestanome]] della transazione fu Geraci stesso. Inoltre nel [[1998]] i documenti acquisiti dalla [[Commissione parlamentare antimafia]] fecero emergere che nel [[1991]] Messina Denaro (all'epoca ufficialmente agricoltore) aveva percepito un'[[indennità di disoccupazione]] di quattro milioni di [[lira italiana|lire]] attraverso Pietro D'Alì, fratello di [[Antonio D'Alì (1951)|Antonio]]<ref name=autogenerato3 />. Nell'ottobre [[2011]] la procura di [[Palermo]] chiese il rinvio a giudizio nei confronti del senatore D'Alì per [[concorso esterno in associazione mafiosa]] a causa dei suoi rapporti con Messina Denaro e altri mafiosi della [[provincia di Trapani]], sempre smentiti pubblicamente dal senatore<ref>{{Cita web|url=http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-14193b67-8b19-4926-b0f1-9131489de373.html?refresh_ce |titolo=MAFIA, CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO PER SENATORE D'ALÌ|editore=[[TG1]]|data=24 ottobre 2011|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190712195642/http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-14193b67-8b19-4926-b0f1-9131489de373.html?refresh_ce|dataarchivio=12 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref>; il 30 settembre [[2013]] D'Alì venne assolto soltanto per i fatti successivi al [[1994]] mentre i giudici dichiararono la prescrizione per quelli precedenti, nonostante l'accusa avesse chiesto una condanna a sette anni e quattro mesi di carcere<ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/30/news/assolto_il_senatore_d_ali-67586696/ |titolo=Accusato di concorso esterno assolto il senatore D'Ali|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=30 settembre 2013|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170807192440/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/30/news/assolto_il_senatore_d_ali-67586696/|dataarchivio=7 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>. Dopo diversi annullamenti e rinvii, Il 21 luglio [[2021]] la Corte d'Appello di [[Palermo]] ha condannato D'Alì a 6 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa<ref>{{cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/21/concorso-esterno-in-associazione-mafiosa-ex-senatore-di-forza-italia-antonio-dali-condannato-in-appello-a-sei-anni-di-carcere/6269133/|titolo=Concorso esterno, ex senatore di Forza Italia Antonio D’Alì condannato in appello a 6 anni: “Era a disposizione dei Messina Denaro”|data=21 luglio 2021|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano}}</ref>, sentenza resa definitiva dalla [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]] l'anno successivo<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/13/antonio-dali-condanna-definitiva-a-sei-anni-per-concorso-esterno-in-associazione-mafiosa-allex-senatore-di-fi-andra-in-carcere/6904702/|titolo=Antonio D'Alì, condanna definitiva a sei anni per concorso esterno in associazione mafiosa. L'ex senatore berlusconiano andrà in carcere|sito=Il Fatto Quotidiano|data=13 dicembre 2022|lingua=it-IT|accesso=13 dicembre 2022}}</ref>.
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Nel [[2007]] venne arrestato l'imprenditore Giuseppe Grigoli, proprietario dei supermercati [[Despar]] nella [[Sicilia]] occidentale, il quale era accusato di essere favoreggiatore e [[prestanome]] di Messina Denaro, che investiva denaro sporco nei suoi supermercati<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/12/21/in-cella-il-re-dei-supermercati.html?ref=search|titolo=In cella il re dei supermercati|autore=[[Salvo Palazzolo]]|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=21 dicembre 2007|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190712204352/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/12/21/in-cella-il-re-dei-supermercati.html?ref=search%3A%2F%2Fweb.archive.org%2F|urlmorto=no}}</ref>; nel [[2011]] Grigoli venne condannato a dodici anni di carcere per [[riciclaggio di denaro sporco]] mentre nel settembre [[2013]] il tribunale di [[Trapani]] dispose la confisca di società, terreni e beni immobiliari di proprietà di Grigoli dal valore di 700 milioni di [[euro]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/02/01/riciclaggio-condannato-il-re-dei-supermercati.html?ref=search|titolo=Riciclaggio, condannato il re dei supermercati|autore=Alessandra Ziniti|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=1º febbraio 2011|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304140328/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/02/01/riciclaggio-condannato-il-re-dei-supermercati.html?ref=search|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/24/news/confisca_al_re_dei_supermercati_despar_sigilli_a_un_patrimonio_da_700_milioni-67141177/|titolo=Confisca al re dei supermercati Despar sigilli a un patrimonio da 700 milioni|autore=[[Salvo Palazzolo]]|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 settembre 2013|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170626104940/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/24/news/confisca_al_re_dei_supermercati_despar_sigilli_a_un_patrimonio_da_700_milioni-67141177/|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://video.repubblica.it/le-inchieste/aziende-confiscate-alla-mafia-l-atto-d-accusa-della-6gdo/177412/176135|titolo=Aziende confiscate alla mafia, l'atto d'accusa della 6GDO|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=16 settembre 2014|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151231151148/http://video.repubblica.it/le-inchieste/aziende-confiscate-alla-mafia-l-atto-d-accusa-della-6gdo/177412/176135|urlmorto=no}}</ref>.
 
Nel [[2010]] la [[Direzione Investigativa Antimafia]] di [[Palermo]] mise sotto sequestro numerose società e beni immobili dal valore complessivo di 1,5 miliardi di [[euro]], le quali appartenevano all'imprenditore [[Alcamo|alcamese]] Vito Nicastri, ritenuto vicino a Messina Denaro: tra il [[2002]] e il [[2006]] Nicastri aveva ottenuto il più alto numero di concessioni in [[Sicilia]] per costruire [[Parco eolico|parchi eolici]] e secondo gli inquirenti il suo patrimonio sarebbe frutto del reinvestimento di denaro sporco<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/15/maxisequestro-al-re-delleolico-sigilli-beni-per.html?ref=search |titolo=Maxisequestro al re dell'eolico sigilli a beni per 1,5 miliardi|autore=Laura Spanò|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=15 settembre 2010|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160305072159/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/09/15/maxisequestro-al-re-delleolico-sigilli-beni-per.html?ref=search|dataarchivio=5 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/20/news/nuova_confisca_al_re_dell_eolico_trovato_un_altro_tesoretto_di_nicastri-66933100/?ref=search|titolo=Nuova confisca al re dell'eolico trovato un altro tesoretto di Nicastri|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=20 settembre 2013|accesso=12 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304204259/https://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/09/20/news/nuova_confisca_al_re_dell_eolico_trovato_un_altro_tesoretto_di_nicastri-66933100/?ref=search|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=no}}</ref>. Nel [[2019]] un’indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e dal pm Gianluca De Leo e condotta dalla Dia di Trapani ha svelato che Nicastri era socio occulto di [[Paolo Arata]], ex esponente di Forza Italia passato alla [[Lega per Salvini Premier|Lega]], ed ipotizzò il pagamento di una tangente di 30.000 euro all’ex [[Sottosegretario di Stato|sottosegretario]] leghista alle Infrastrutture [[Armando Siri]] per l’approvazione di un [[emendamento]] che avrebbe dovuto far ottenere finanziamenti per la realizzazione di nuovi parchi eolici<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/tgr/sicilia/articoli/2019/10/sic-mafia-condannato-082a075c-186e-4cc9-9378-fcc218b89de5.html|titolo=Mafia, l'imprenditore Vito Nicastri condannato a 9 anni|autore=Redazione di Rainews|sito=RaiNews|data=2019-10-01|lingua=it|accesso=2023-01-20}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/25/caso-siri-vito-nicastri-mi-sembra-di-averlo-conosciuto-a-un-pranzo-a-casa-di-arata/5350210/|titolo=Caso Siri, Vito Nicastri: "Mi sembra di averlo conosciuto a un pranzo a casa di Arata"|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2019-07-25|lingua=it-IT|accesso=2023-01-20}}</ref>.
 
Il 12 marzo [[2012]] la [[Direzione Investigativa Antimafia]] di [[Trapani]] chiese il sequestro del patrimonio dell'imprenditore Carmelo Patti, proprietario della [[Valtur]], considerato anch'egli favoreggiatore e prestanome di Messina Denaro<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/14/trapani-signor-valtur-prestanome-matteo-messina-denaro/197328/|titolo=Per la Dia di Trapani il signor Valtur è un prestanome di Matteo Messina Denaro|editore=[[il Fatto Quotidiano]]|data=14 marzo 2012 |accesso=13 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181126051001/https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/14/trapani-signor-valtur-prestanome-matteo-messina-denaro/197328/|urlmorto=no}}</ref>; il sequestro di oltre un miliardo e mezzo di euro<ref>{{Cita web|url=https://www.ilsole24ore.com/art/carmelo-patti-ex-valtur-tesoro-15-miliardi-confiscato-dall-antimafia-AEcskkmG|titolo=Carmelo Patti (ex Valtur): un tesoro da 1,5 miliardi confiscato dall’Antimafia|editore=[[Il Sole 24 Ore]]|data=24 novembre 2018|accesso=13 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190712222240/https://www.ilsole24ore.com/art/carmelo-patti-ex-valtur-tesoro-15-miliardi-confiscato-dall-antimafia-AEcskkmG|urlmorto=no}}</ref> è stato eseguito nel novembre 2018. Nel dicembre [[2012]] un'indagine coordinata dalla [[Direzione Distrettuale Antimafia|DDA]] di [[Palermo]] e condotta dai [[Carabinieri]] portò all'arresto di sei persone, tra cui l'imprenditore Salvatore Angelo, il quale era accusato di investire il denaro sporco di Messina Denaro nella costruzione di [[parco eolico|parchi eolici]] fra [[Palermo]], [[Trapani]], [[Agrigento]] e [[Catania]], destinando una percentuale degli affari al latitante; inoltre nelle telefonate intercettate dai [[Carabinieri]], Salvatore Angelo si vantava di essere amico di Messina Denaro<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/12/08/le-mani-di-messina-denaro-sulleolico.html?ref=search |titolo=Le mani di Messina Denaro sull'eolico|autore =[[Salvo Palazzolo]]|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=8 dicembre 2012|accesso=13 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181126181146/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/12/08/le-mani-di-messina-denaro-sulleolico.html?ref=search|urlmorto=no}}</ref>. Il 28 novembre 2013 il collaboratore di giustizia Nino Giuffrè riferì che l'archivio di Totò Riina, che fu trafugato dal covo del boss nel 1993 dopo il suo arresto, è in parte nelle mani di Matteo Messina Denaro, vero e proprio pupillo del boss corleonese<ref name="giuf-11-13">{{Cita web